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LA STRATEGIA TEMATICA SULLA QUALITÀ DELL'ARIA

Il 18 dicembre 2013 è stata pubblicata La nuova Strategia tematica sulla qualità dell’aria, sviluppata dalla Commissione europea, che prevede l'applicazione più rigorosa delle norme vigenti e l'introduzione di nuovi obiettivi e misure per proteggere la salute e l'ambiente (consulta la nuova strategia). La priorità delineata è quella di raggiungere livelli di qualità dell'aria che non comportino rischi o impatti negativi significativi per la salute umana e per l'ambiente. In particolare i livelli di qualità dell'aria delineati dai documenti sono fissati come obiettivi intermedi, da raggiungere al 2020. Tali livelli sono ancora da adeguare ai livelli di qualità dell'aria delineati nelle linee guida dell'OMS, valori che, se raggiunti, garantirebbero una ulteriore protezione della salute umana, in particolare per classi di popolazione maggiormente sensibile (consulta pag. 20 tabella di confronto tra limiti direttiva 2008/50/CE e limiti da Linee guida OMS).Si stanno valutando obiettivi in materia di inquinamento atmosferico, da realizzarsi tra il 2020 e il 2030. Alcuni esempi sono: aggiornare la legislazione in vigore, concentrandosi sugli inquinanti più pericolosi (PM10, PM2,5, O3 ecc.) e coinvolgere maggiormente i settori e le politiche che possono incidere sull'inquinamento atmosferico (politiche in materia di trasporti, produzione e usi finali dell’energia, agricoltura ecc.).

La Strategia fissa obiettivi per il lungo termine (2020):
  • una riduzione del 47% della perdita di speranza di vita dovuta all'esposizione al particolato;
  • una riduzione del 10% dei casi di mortalità acuta dovuti all'ozono;
  • una diminuzione delle eccessive deposizioni acide nelle foreste (74%) e sulle superfici di acqua dolce (39%);
  • una riduzione del 43% delle zone i cui ecosistemi sono soggetti a eutrofizzazione.
Per conseguire tali obiettivi è necessario ridurre dell'82% le emissioni di SO2 , del 60% le emissioni di NOx, del 51% le emissioni di composti organici volatili (COV), del 27% quelle di ammoniaca e del 59% quelle del PM2,5 primario (le particelle immesse direttamente nell'aria) rispetto ai dati del 2000.

L'attuazione della Strategia comporterà costi aggiuntivi progressivi rispetto alle spese relative alle misure attualmente in vigore, che dovrebbero ammontare a 7,1 miliardi di euro per anno a partire dal 2020.
In termini di sanità, i risparmi realizzabili grazie a questa strategia sono stimabili in 42 miliardi di euro all'anno. Il numero di decessi prematuri dovrebbe passare da 370.000 nel 2000 a 230.000 nel 2020 (in assenza delle misure previste dalla strategia il numero di decessi nel 2020 sarebbe pari a 293.000).
Per quanto concerne l'ambiente non esiste un metodo unico riconosciuto per quantificare in termini monetari i danni causati agli ecosistemi e i benefici possibili grazie alla strategia. Le ricadute positive a questo livello dovrebbero comunque essere notevoli grazie alla riduzione delle piogge acide e dell'eutrofizzazione, fattori che dovrebbero consentire, tra l'altro, di proteggere meglio la biodiversità.

Iniziative dello Stato Membro Italia

In Italia, nel gennaio 2014 è stato sottoscritto un accordo di programma tra Regioni e Stato, attraverso il coinvolgimento di vari Ministeri quali Ambiente, Trasporti, Agricoltura, etc, al fine di individuare le misure più idonee per la tutela e il risanamento della qualità dell’aria nel Bacino Padano. Sono stati avviati alcuni
gruppi di lavoro su specifici temi quali la limitazione alla circolazione del trasporto privato, la riduzione delle velocità in autostrada, la diffusione dei veicoli elettrici in ambito privato e pubblico, la riduzione di emissioni di ammoniaca da allevamenti, interventi di risparmio energetico, ecc.

Air quality Initiative of Regions

Consapevoli che il tema della qualità dell’aria accomuna molti territori dell’Unione, nel 2011 alcune Regioni Europee hanno costituito il gruppo di lavoro Air quality Initiative of Regions. Aderiscono ad AIR 12 Regioni appartenenti a 7 paesi d’Europa, tra cui il Piemonte, al fine di definire un messaggio comune da trasmettere alla Commissione Europea in materia di qualità dell’aria.
In linea generale, AIR ha accolto favorevolmente il pacchetto legislativo sulla qualità dell'aria della Commissione europea, in particolare la necessità di cooperazione tra gli Stati Membri e le proprie Regioni e città al fine di migliorare in maniera significativa la qualità dell'aria. A dimostrazione di ciò, la Commissione ha più volte sottolineato la necessità di ulteriori finanziamenti a livello regionale e locale.
Tra i vari argomenti trattati dalla CE, il gruppo Air, e in particolare la Regione Piemonte, ha posto attenzione su alcuni temi.

Standard europei sulle emissioni degli autoveicoli
La Commissione Europea ha finalmente convenuto con gli Stati membri che l’applicazione degli standard europei sulle emissioni degli autoveicoli (con particolare riferimento alle categorie Euro IV e V) non ha portato benefici reali in termini di miglioramento della qualità dell’aria negli ambienti urbani, in particolare per quanto concerne l’inquinante NOx. Tale assunto è ampiamente illustrato nella documentazione tecnica predisposta dalla CE (consulta Impact Assessment, pag. 117), a supporto della revisione della direttiva. Ad oggi gli Stati Membri individuano questa come la principale causa dell’attuale mancanza di conformità con i limiti legali UE in Europa. La Commissione deve, inoltre, riconoscere che pretendere che le Città e le Regioni superino le limitazioni di Euro 4 e 5, attraverso l’introduzione più rapida di Euro 6, aggiungerà un significativo peso finanziario per le imprese, le famiglie e le comunità.
La Commissione Europea dovrebbe, pertanto, prima di tutto garantire/dimostrare che lo standard Euro 6 sia efficace per le auto, i furgoni, i veicoli diesel pesanti e i bus, al fine di ridurre le emissioni globali in condizioni di guida urbana (ossia velocità limitate, condizioni di fermata e partenza, etc.). Questo può essere realizzato solo attraverso un processo di test realistici, robusti ed efficaci.
Solo dopo aver verificato l’efficacia dello standard Euro 6 si potrà, infatti, concludere se siano o meno necessari standard più stringenti per i veicoli (posizione gruppo AIR).

Agricoltura
Il gruppo AIR sottolinea la necessità di miglioramenti nel settore agricolo, responsabile di ingenti quantità di emissioni per inquinanti quali ammoniaca e gas serra tra cui il metano e il protossido di azoto. Misure efficaci in termini di costi potrebbero essere implementate in tale campo generando miglioramenti significativi della qualità dell’aria. In particolare il gruppo AIR ha formalmente chiesto ai legislatori europei un miglior allineamento tra le politiche sui cambiamenti climatici con la politica sulla qualità dell’aria, che al momento sembrano non coincidere in termini di tipologie di intervento da mettere in campo.

Direttiva sui limiti nazionali di emissione
Nella proposta di Direttiva NEC (Direttiva 2001/81/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2001) relativa
ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici da parte della Commissione, i limiti nazionali di emissione proposti per il 2020 saranno raggiunti senza misure nazionali aggiuntive. Ulteriori obiettivi vincolanti sulle emissioni sono proposti solo per il 2030. L’articolo 4 indica che le riduzioni debbano avvenire più o meno a metà tra il 2020 e il 2030, ossia 2025, ma non li rende esplicitamente vincolanti.

Affinché vi sia un progresso significativo nel miglioramento dell’aria urbana, il passo successivo nel vincolare legalmente i limiti nazionali di emissione dovrebbe essere attuato già nel 2025, anziché nel 2030. L’articolo 4 e l’allegato II dovrebbero essere rivisti in tal senso. La stessa valutazione d’impatto della Commissione conclude che limiti vincolanti nel 2025 possono essere raggiunti in maniera efficace in termini di costi.
Il gruppo AIR ha accolto con favore l’inclusione del particolato nell’ambito della direttiva.

Informazione al pubblico
Il gruppo AIR ha accolto favorevolmente l’impegno da parte della CE a migliorare l’informazione pubblica, sia attraverso nuovi indicatori orientati al pubblico (Common Europe Wide Index for air quality) sia con informazioni sulle emissioni per i consumatori.
In particolare si propone di integrare l’informazione sulla qualità dell’aria con i nuovi media, attraverso applicazioni pensate anche per le tecnologie attuali maggiormente utilizzate (smartphone, tablet etc.).

Tempistiche
Per quanto riguarda le tempistiche, piuttosto che concentrarsi sul 2030, era auspicata una rinnovata enfasi al 2025, includendo gli obiettivi obbligatori nella Direttiva sui Limiti Nazionali di Emissione (NEC). Il 2030 è troppo lontano per mantenere la connessione tra le strategie nazionali di controllo delle emissioni sotto la direttiva NEC e la pianificazione locale di qualità dell’aria, inclusa nella Direttiva sulla qualità dell’aria ambiente. Contrasterebbe l’obiettivo di un miglior coordinamento tra le misure locali e nazionali sulla qualità dell’aria.
Tuttavia, ciò sarà possibile solo se altre misure di controllo delle fonti europee di inquinamento e le azioni di supporto saranno in vigore abbastanza presto da poter sostenere la realizzazione di questo calendario.

Strumenti per l’implementazione di nuove misure
Il gruppo AIR auspica che la Commissione riconosca la necessità di un finanziamento aggiuntivo a livello regionale, se i miglioramenti della qualità dell’aria dovranno essere attuati in quelle città e aree urbane che più li necessitano.
Infatti la CE ha permesso agli Stati membri di ricorrere ai finanziamenti anche attraverso i Fondi strutturali e di investimento europei per il 2014-2020 e il nuovo strumento LIFE per il 2014-2020.

I Fondi strutturali dovranno includere la componente Qualità dell’Aria, in particolare per le aree urbane. È ora essenziale che questi indirizzi vengano tradotti nei vari programmi operativi nazionali e regionali. Questi dovrebbero anche includere misure per la diffusione dei trasporti ecologici.