INDUSTRIA
Il controllo integrato delle attività produttive
L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione.
L’AIA (autorizzazione integrata ambientale) in Italia è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o di parte di esso se è conforme ai requisiti stabiliti dalla norma. L’AIA sostituisce ad ogni effetto ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7 gennaio 2014, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con decreto n. 46 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Suppl. Ordin. n. 88 del 14/04/2006.
Il concetto di best available technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consenta l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le industrie interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.
I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzate in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.
Ad oggi sono pubblicate le seguenti decisioni:
In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC; la tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che hanno presentato istanza e ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC).
L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione.
L’AIA (autorizzazione integrata ambientale) in Italia è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto o di parte di esso se è conforme ai requisiti stabiliti dalla norma. L’AIA sostituisce ad ogni effetto ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7 gennaio 2014, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con decreto n. 46 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Suppl. Ordin. n. 88 del 14/04/2006.
Il concetto di best available technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consenta l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le industrie interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.
I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzate in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.
Ad oggi sono pubblicate le seguenti decisioni:
- Decisione Commissione Ue 2012/134/Ue - Produzione del vetro - Migliori tecniche disponibili (Bat) per emissioni industriali - Direttiva 2010/75/Ue
- Decisione Commissione Ue 2012/135/Ue - Produzione di ferro e acciaio - Migliori tecniche disponibili (Bat) per emissioni industriali
- Decisione Commissione Ue 2012/249/Ue - Emissioni industriali - Determinazione dei periodi di avvio e di arresto ai fini della direttiva 2010/75/Ue
- Decisione Commissione Ue 2013/84/Ue - Industria conciaria - Migliori tecniche disponibili (Bat) per le emissioni industriali
- Decisione Commissione Ue 2013/163/Ue - Cemento, calce e ossido di magnesio - Migliori tecniche disponibili (Bat) per emissioni industriali
- Decisione Commissione Ue 2013/732/Ue - Produzione di cloro-alcali - Migliori tecniche disponibili (Bat) per emissioni industriali
In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC; la tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che hanno presentato istanza e ottenuto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC).
Tabella 1
Ditte totali che hanno presentato domanda
e Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate (numero tra parentesi) aggiornamento Giugno 2014
AL |
AT |
BI |
CN |
NO |
TO |
VCO |
VC |
|
Totale |
53 (50) |
26 (26) |
25 (25) |
201 (201) |
57 (58*) |
186 (186) |
15 (14) |
42 (42) |
Totale AIA autorizzate: 605 - Totale AIA in esercizio: 602
Nota (*): 1 AIA Nazionale non ancora rilasciata autorizzazione
Per alcune province alcuni impianti sono in procedure per più codici IPPC
La legislazione ambientale comunitaria ha da sempre evidenziato il valore strategico dei controlli come completamento del regime amministrativo al quale sono sottoposte le attività e gli impianti a elevato impatto ambientale. Il rilascio dell’autorizzazione ambientale comporta l’attivazione di una serie di controlli onde verificare il rispetto delle prescrizioni e condizioni imposte.
La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2013.
La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2013.
Tabella 2
I controlli effettuati a tariffa da Arpa Piemonte agli impianti IPPC anno 2013
AL |
AT |
BI |
CN |
NO |
TO |
VCO |
VC |
|
Soggetti giuridici controllati |
25 |
5 |
24 |
36 |
16 |
45 |
6 |
27 |
I settori più rappresentati sono stati:
1.1 impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW;
2.6 impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche;
5.1 impianti per l’eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi;
5.4 discariche;
6.6 impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini.
L’attività di controllo delle aziende soggette alla normativa IPPC interessa le aziende autorizzate AIA al fine di integrare i controlli di conformità alla AIA con i requisiti tecnici previsti da Bref, linee guida e/o analisi di comparto e con l’individuazione di indicatori che permettano di valutare le performances ambientali dei Soggetti controllati.
Lo stato complessivo degli impianti autorizzati è generalmente buono e dai controlli effettuati sul territorio regionale si evidenziano situazioni molto differenti fra loro dovute sia alla produzione delle diverse tipologie di impianti che al contesto territoriale.
In particolare, ad eccezione del territorio provinciale di Torino, il numero degli esposti risulta sensibilmente basso in tutto il territorio piemontese. Nel caso della provincia di Torino sono state rilevate le maggiori criticità legate all’esistenza di impianti fortemente impattanti sulla popolazione e per la tipologia degli inquinanti emessi. Tutto ciò ha comportato che per un limitato numero di impianti sono stati trasmessi un elevato numero di segnalazioni e richieste da parte di altri Enti e Forze dell'Ordine.
Sono state inoltre evidenziate molestie olfattive in provincia di Torino, Cuneo e VCO.
In provincia di Cuneo è stato predisposto uno studio olfattometrico che ha consentito l'individuazione dei punti emissivi odorigeni più critici di un impianto di trattamento rifiuti con annessa produzione di compost, informazioni che sono state utilizzate nell'espressione del parere di competenza in fase di rinnovo AIA e tradotte in tempistiche di adeguamento che hanno portato ad una mitigazione sensibile del fenomeno e alla riduzione netta delle segnalazioni.
Nella provincia del VCO, in sede di rinnovo AIA per la presenza di emissioni diffuse da attività di seconda fusione ghisa e da attività di seconda fusione rame per produzione billette, si è proceduto a richiedere nell’atto autorizzativo uno specifico monitoraggio da parte dell’azienda i cui risultati saranno oggetto di dovuta valutazione in sede di controllo ordinario.
Inoltre nella provincia di Cuneo è stato effettuato un approfondimento tecnico eseguito presso un impianto di produzione di acciaio di seconda fusione per l’individuazione dei punti di prelievo statisticamente più rappresentativi su sezioni tecnicamente non conformi per variabilità emissiva spazio-temporale.
Nella provincia di Novara preme segnalare che un sito di particolare criticità non ha ancora avuto l'AIA nazionale.
Nella provincia del VCO è stato necessario, in fase di rinnovo AIA per una fonderia di metalli non ferrosi, predisporre un monitoraggio di aghi di pini in fase sperimentale per valutare l’accumulo di inquinanti tossici
1.1 impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW;
2.6 impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche;
5.1 impianti per l’eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi;
5.4 discariche;
6.6 impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini.
L’attività di controllo delle aziende soggette alla normativa IPPC interessa le aziende autorizzate AIA al fine di integrare i controlli di conformità alla AIA con i requisiti tecnici previsti da Bref, linee guida e/o analisi di comparto e con l’individuazione di indicatori che permettano di valutare le performances ambientali dei Soggetti controllati.
Lo stato complessivo degli impianti autorizzati è generalmente buono e dai controlli effettuati sul territorio regionale si evidenziano situazioni molto differenti fra loro dovute sia alla produzione delle diverse tipologie di impianti che al contesto territoriale.
In particolare, ad eccezione del territorio provinciale di Torino, il numero degli esposti risulta sensibilmente basso in tutto il territorio piemontese. Nel caso della provincia di Torino sono state rilevate le maggiori criticità legate all’esistenza di impianti fortemente impattanti sulla popolazione e per la tipologia degli inquinanti emessi. Tutto ciò ha comportato che per un limitato numero di impianti sono stati trasmessi un elevato numero di segnalazioni e richieste da parte di altri Enti e Forze dell'Ordine.
Sono state inoltre evidenziate molestie olfattive in provincia di Torino, Cuneo e VCO.
In provincia di Cuneo è stato predisposto uno studio olfattometrico che ha consentito l'individuazione dei punti emissivi odorigeni più critici di un impianto di trattamento rifiuti con annessa produzione di compost, informazioni che sono state utilizzate nell'espressione del parere di competenza in fase di rinnovo AIA e tradotte in tempistiche di adeguamento che hanno portato ad una mitigazione sensibile del fenomeno e alla riduzione netta delle segnalazioni.
Nella provincia del VCO, in sede di rinnovo AIA per la presenza di emissioni diffuse da attività di seconda fusione ghisa e da attività di seconda fusione rame per produzione billette, si è proceduto a richiedere nell’atto autorizzativo uno specifico monitoraggio da parte dell’azienda i cui risultati saranno oggetto di dovuta valutazione in sede di controllo ordinario.
Inoltre nella provincia di Cuneo è stato effettuato un approfondimento tecnico eseguito presso un impianto di produzione di acciaio di seconda fusione per l’individuazione dei punti di prelievo statisticamente più rappresentativi su sezioni tecnicamente non conformi per variabilità emissiva spazio-temporale.
Nella provincia di Novara preme segnalare che un sito di particolare criticità non ha ancora avuto l'AIA nazionale.
Nella provincia del VCO è stato necessario, in fase di rinnovo AIA per una fonderia di metalli non ferrosi, predisporre un monitoraggio di aghi di pini in fase sperimentale per valutare l’accumulo di inquinanti tossici