impatti

SICUREZZA ALIMENTARE

La ricerca di contaminanti e residui di sostanze pericolose negli alimenti, definita in linea con le richieste della comunità europea e nazionale, ha avuto negli anni un effetto deterrente sulle azioni fraudolente ma anche un risvolto di conoscenza delle problematiche emergenti impattanti sulla salute del cittadino. La valutazione dell’esposizione alle sostanze xenobiotiche (sostanze “estranee” agli organismi viventi), in ogni fase della filiera agro-alimentare, ha permesso di evidenziare precocemente il contaminante, la fonte di contaminazione e, di conseguenza, facilitarne lo studio della mitigazione.

Le matrici analizzate dal Polo Alimenti Arpa sono numerose: prodotti vegetali, freschi e conservati, oli e grassi, cereali, prodotti della macinazione, da forno e della pasticceria, erbe, spezie e frutta secca, alimenti per l’infanzia, additivi,
bevande, materiali destinati a venire in contatto con gli alimenti. Negli ultimi anni, sempre nell’ottica della prevenzione, si sono aggiunti i controlli sui cosmetici e sugli inchiostri per i tatuaggi.

Le principali analisi eseguite sono:
  • determinazione di residui di sostanze ad azione antiparassitaria su frutta e verdura, di fitofarmaci o di sostanze farmacologicamente attive
  • determinazione di sostanze tossiche prodotte dall’alterazione biologica dell’alimento (micotossine)
  • determinazione di contaminanti ambientali (IPA, metalli pesanti).

Consulta la pubblicazione sugli alimenti.

FITOFARMACI

I campioni analizzati nel 2013 sono stati 287 di cui 149 di frutta e 138 di ortaggi. I campioni di frutta, come al solito, hanno presentato un maggior numero di residui in quanto la frutta è soggetta a più trattamenti.
In particolare, relativamente ai campioni di frutta prelevati nel 2013:
  • il 42% dei campioni non ha presentato residui (succo d’arancia, nespole, noci e nocciole nel 100% dei casi)
  • il 58% dei campioni ha presentato residui
Per i campioni con riscontro di residuo:
  • sul 21% dei campioni sono stati riscontrati più di 2 principi attivi
  • il 2,7% dei campioni (pari a 4 campioni) è risultato non regolamentare (uve da vino e mele)
le matrici con maggiore percentuale di positività sono: pompelmi (100%), banane (85%), uve da vino (85%), pere (75%), pesche (70%), albicocche, limoni, arance,
mandarini, mele (67%)
Non regolamentari uve da vino e mele


Relativamente ai campioni di ortaggi prelevati nel 2013:
  • sul 78% dei campioni non sono stati rilevati residui di antiparassitari (aglio, cavoli, fagioli, peperoni e altro nel 100 % dei casi)
  • il 22% dei campioni ha presentato residui
Per i campioni con presenza di residuo:
  • sul 7% dei campioni sono stati riscontrati più di 2 principi attivi
  • 1 campione (0,7%) è risultato non regolamentare (prezzemolo)
La matrice maggiormente trattata è rappresentata dai pomodori con 4 trattamenti sul medesimo campione.

I campioni sono risultati non regolamentari per un impiego non autorizzato in Italia e non per un superamento del limite massimo di residuo europeo (LMR).


Figura 1
Prodotti fitosanitari nella frutta e negli ortaggi. Percentuale campioni non regolamentari - anni 2000-2013

Fonte: Arpa Piemonte

MICOTOSSINE

I risultati ottenuti dalle analisi eseguite nel corso del 2013 - su 290 campioni - evidenziano una presenza di tossine percentualmente maggiore a quella del 2012, anche se confrontabile con quella degli anni precedenti e con quella certificata a livello europeo e nazionale. L'aumento della contaminazione è verosimilmente da imputarsi alle condizioni climatiche di estrema siccità verificatesi nell'estate 2012 che hanno inciso sulla qualità dei prodotti in commercio l'anno successivo. Fortunatamente, in compenso, il numero di campioni con valori di tossine elevato e superiore al limite di legge è
invece diminuito, a prova dell'efficacia dei sistemi di autocontrollo sempre più specializzati messi in atto dalla filiera produttiva.
Gli alimenti risultati più contaminati sono stati i cereali e la frutta secca. Una criticità ancora aperta è quella dei legumi contaminati da aflatossine (le micotossine più tossiche) ma non regolamentati. Un recente parere dell'Istituto Superiore di Sanità rassicura comunque sui possibili effetti da esposizione valutando il rischio piuttosto limitato a fronte delle evidenze scientifiche disponibili.

Figura 2 
Micotossine. Risultato del controllo ufficiale dei campioni analizzati anni 2002-2013

Fonte: Arpa Piemonte

I contaminanti ricercati presentano, alle concentrazioni presenti nei campioni, effetti cronici cumulativi impossibili da percepire al momento del consumo dell’alimento. Il rischio a cui siamo esposti quotidianamente (e in primis i bambini) è dato dalla potenziale presenza contemporanea di diversi tipi di residui con effetto sinergico sulla relativa tossicità. Il rischio derivante da più contaminanti nella stessa matrice è attualmente allo studio da parte dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare EFSA.

Consulta la pubblicazione sulle micotossine.

Scarica il documento Environmental indicator report 2014 dell'Agenzia Europea nel quale sono riportate interessanti analisi sulla produzione e consumo di cibo.