RADIAZIONI NON IONIZZANTI
Con il termine radiazione vengono indicati un insieme di fenomeni caratterizzati dal trasporto di energia nello spazio. Tutte le diverse forme di radiazione riconducibili alla propagazione di onde elettromagnetiche sono rappresentate nel cosiddetto “spettro elettromagnetico” (figura 1) in funzione della loro lunghezza d’onda o frequenza.
Figura 1
Spettro della radiazione elettromagnetica
Lo spettro elettromagnetico include due grandi categorie di radiazioni: le “radiazioni ionizzanti”, che hanno energia tale da ionizzare la materia sulla quale incidono e le “radiazioni non ionizzanti” che non possono produrre l’effetto di ionizzazione (frequenze più basse nello spettro).
A loro volta, tra le radiazioni non ionizzanti si possono distinguere le radiazioni riconducibili alla luce visibile, infrarossa e ultravioletta (radiazione ottica), da quelle che comunemente vengono denominate “Campi Elettromagnetici”.
Per quanto riguarda la radiazione ottica, particolare interesse per
A loro volta, tra le radiazioni non ionizzanti si possono distinguere le radiazioni riconducibili alla luce visibile, infrarossa e ultravioletta (radiazione ottica), da quelle che comunemente vengono denominate “Campi Elettromagnetici”.
Per quanto riguarda la radiazione ottica, particolare interesse per
l’elevato impatto sanitario hanno le radiazioni ultraviolette, prodotte dal sole ma anche da sorgenti artificiali quali le lampade per abbronzatura.
Per quanto riguarda i campi elettromagnetici, Arpa monitora e controlla le sorgenti ad impatto generale sulla popolazione, quali gli elettrodotti e gli impianti per telecomunicazioni, ma ha anche recentemente partecipato a progetti di valutazione dell’esposizione ai telefoni cellulari e di sensibilizzazione nelle scuole su questo tema.
Per quanto riguarda i campi elettromagnetici, Arpa monitora e controlla le sorgenti ad impatto generale sulla popolazione, quali gli elettrodotti e gli impianti per telecomunicazioni, ma ha anche recentemente partecipato a progetti di valutazione dell’esposizione ai telefoni cellulari e di sensibilizzazione nelle scuole su questo tema.
Sviluppo in chilometri delle linee elettriche in rapporto all’area
I chilometri di linee elettriche restano quasi invariati rispetto agli anni precedenti (con un valore medio di 0,07 km di linea per km2 di superficie). In effetti, la realizzazione di nuove linee è quasi sempre associata allo smantellamento di vecchie porzioni di rete all’interno di progetti di ammodernamento e razionalizzazione, per cui mediamente il bilancio rimane costante.
I chilometri di linee elettriche ad alta tensione sul territorio piemontese dovrebbero essere definiti sulla base del catasto degli elettrodotti, formalmente istituito con la Delibera della Giunta Regionale 86-10405 del 22/12/2008. Tale catasto non è però ancora ad oggi operativo, pertanto l’analisi è fondata sulla base dati a disposizione di Arpa, così come aggiornata grazie alla partecipazione ai procedimenti di Valutazione d’Impatto
I chilometri di linee elettriche ad alta tensione sul territorio piemontese dovrebbero essere definiti sulla base del catasto degli elettrodotti, formalmente istituito con la Delibera della Giunta Regionale 86-10405 del 22/12/2008. Tale catasto non è però ancora ad oggi operativo, pertanto l’analisi è fondata sulla base dati a disposizione di Arpa, così come aggiornata grazie alla partecipazione ai procedimenti di Valutazione d’Impatto
Ambientale e/o autorizzativi per i nuovi elettrodotti.
La mappa riporta la distribuzione sul territorio delle linee ad alta e altissima tensione (da 130kV in su), sovrapposta ad una mappa dei comuni colorata in base al valore di un punteggio di criticità. Tale punteggio è stato ricavato calcolando i km di linee che, per ciascun comune, attraversano aree edificate. Esso risulta pertanto basso sia nei comuni in cui vi sono poche linee sia in quelli in cui transitano diverse linee che restano però fuori dalle zone abitate. È invece più elevato, ad indicare la potenziale esposizione ai campi elettrici e magnetici di un maggior numero di persone, laddove le linee transitano in molte aree edificate nel territorio comunale.
La mappa riporta la distribuzione sul territorio delle linee ad alta e altissima tensione (da 130kV in su), sovrapposta ad una mappa dei comuni colorata in base al valore di un punteggio di criticità. Tale punteggio è stato ricavato calcolando i km di linee che, per ciascun comune, attraversano aree edificate. Esso risulta pertanto basso sia nei comuni in cui vi sono poche linee sia in quelli in cui transitano diverse linee che restano però fuori dalle zone abitate. È invece più elevato, ad indicare la potenziale esposizione ai campi elettrici e magnetici di un maggior numero di persone, laddove le linee transitano in molte aree edificate nel territorio comunale.
Figura 2
Rete ad alta e altissima tensione. I punteggi di criticità dei comuni sono calcolati
sulla base della presenza di linee elettriche in aree edificate
L’analisi della mappa evidenzia come, pur essendo la rete elettrica ad alta tensione abbastanza uniformemente distribuita sul territorio regionale, le aree maggiormente impattate dalla rete ad alta tensione siano le grandi aree urbane e alcune valli montane, dove il passaggio delle linee in prossimità di aree edificate è in qualche modo “forzato” dalle caratteristiche del territorio.
Densità di impianti per telecomunicazioni
La densità di impianti, durante l’anno 2013 e inizio 2014, ha mostrato ancora un aumento per le SRB (Stazioni Radio Base per telefonia), mentre si conferma la tendenza ad una leggera diminuzione della densità di antenne Radio-Tv.
Questi due diversi andamenti sono certamente da correlare con il forte incremento della copertura dei servizi dati a banda larga per la telefonia, e con l’ottimizzazione della copertura della televisione digitale terrestre per quanto riguarda le antenne radio tv.
In particolare, su tutta la regione la densità di impianti radio tv è ulteriormente diminuita (circa 2,5% rispetto al 2012), mentre la densità di SRB si è incrementata mediamente del 4% circa (incremento decisamente meno evidente del 2011, in cui era del 21%).
Questi due diversi andamenti sono certamente da correlare con il forte incremento della copertura dei servizi dati a banda larga per la telefonia, e con l’ottimizzazione della copertura della televisione digitale terrestre per quanto riguarda le antenne radio tv.
In particolare, su tutta la regione la densità di impianti radio tv è ulteriormente diminuita (circa 2,5% rispetto al 2012), mentre la densità di SRB si è incrementata mediamente del 4% circa (incremento decisamente meno evidente del 2011, in cui era del 21%).
Figura 3
Andamento della densità di impianti di telefonia - anni 2000-2014
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 4
Andamento della densità di impianti radiotelevisivi - anni 2000-2014
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 5
Densità di impianti per telecomunicazione a livello comunale
(anno 2006)
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 6
Densità di impianti per telecomunicazione a livello comunale
(anno 2014)
Fonte: Arpa Piemonte
Nelle mappe di distribuzione della densità di impianti a livello comunale si osserva l’aumento medio del valore di densità, concentrato maggiormente nelle pianure delle province di Torino, Novara, Asti e Cuneo.
Potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni
La potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni, parametro correlabile con l’intensità di campo elettromagnetico irradiata, ha avuto negli anni andamento crescente, con un contributo preponderante da parte degli impianti radiotelevisivi. Negli ultimi 4-5 anni, però, la potenza complessiva di questa tipologia di impianti è andata stabilizzandosi intorno ad un valore di 1.2 milioni di W, mentre ha continuato a crescere la potenza delle stazioni radiobase. Quest’ultima è in effetti passata da un contributo pari al 34% del totale nel 2006 al 55% del totale nel 2014 (superando il contributo degli impianti radiotelevisivi).
Figura 7
Potenza installata su tutto il territorio regionale
(impianti radiotelevisivi e di telefonia e valore complessivo) - anni 2000-2014
Fonte: Arpa Piemonte
Nella sola provincia di Torino è installata circa la metà della potenza presente in tutto il Piemonte. La percentuale supera il 70% considerando le tre sole province di Torino, Cuneo e Alessandria Questo dato si rifletterà sia sull’attività di monitoraggio, ad esempio in termini di numero di interventi di controllo, che sulle situazioni di criticità riscontrate.
Livelli di campo elettromagnetico misurati
Sono stati misurati i livelli di campo magnetico e di campo elettrico su tutto il territorio regionale in prossimità degli elettrodotti e degli impianti di telecomunicazione per valutare il livello di esposizione al quale è esposta la popolazione piemontese.
SORGENTE ELETTRODOTTI
Tabella 1
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003
Limite campo magnetico |
100 µT |
Valore di attenzione campo magnetico (mediana 24h) |
10 µT |
Obiettivo di qualità campo magnetico (mediana 24h) |
3 µT |
µT = microTesla
Figura 8
Misure di campo magnetico fino al 2004
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 9
Misure di campo magnetico dal 2004 al 2014
Fonte: Arpa Piemonte
Dalle mappe con i punti di misura del campo magnetico a bassa frequenza generato da elettrodotti si può osservare come, per quanto riguarda i livelli di campo magnetico misurati, il 45% circa delle misure abbia rilevato valori sostanzialmente non significativi di esposizione (<0.5µT). L’88% delle misure effettuate ha rilevato valori di campo magnetico inferiori all’obiettivo di qualità fissato dal DPCM 08/07/2003 (3 µT).
Si evidenzia inoltre come, negli ultimi 10 anni, Arpa abbia potenziato l’attività di monitoraggio e controllo rispetto al periodo precedente, concentrando le indagini nelle aree maggiormente impattate dalla presenza della rete ad alta e altissima tensione.
Tabella 2
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003
Limite campo elettrico |
5.000 V/m |
V/m = volt su metro
Figura 10
Rete ad altissima tensione (220kV e 380kV) con i punti di superamento del limite di campo elettrico,
riscontrati complessivamente negli ultimi 10 anni
Fonte: Arpa Piemonte
Rete ad altissima tensione (220kV e 380kV) con i punti di superamento del limite di campo elettrico, riscontrati complessivamente negli ultimi 10 anni.
SORGENTE: IMPIANTI PER TELECOMUNICAZIONI
Tabella 3
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003
Limite campo elettrico |
20 V/m |
Valore di attenzione campo elettrico |
6 V/m |
Obiettivo di qualità campo elettrico |
6 V/m |
Figura 11
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di antenne radiotelevisive
Livelli di campi in prossimità SRB
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 12
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di antenne radiotelevisive
Livelli di campi in prossimità di antenne radio-Tv
Fonte: Arpa Piemonte
Dai risultati delle misure effettuate sul territorio si possono determinare le distribuzioni percentuali dei livelli di campo elettromagnetico presenti nelle diverse condizioni di esposizione. Il dato in figura indica in quale percentuale del totale di misure effettuate nel 2013 e 2014 il livello di campo elettrico rilevato è compreso in alcuni intervalli di valori predefiniti.
Tali dati, rilevati a seguito di richieste specifiche dei cittadini o di azioni di controllo sugli impianti, sono rappresentavi delle situazioni di maggiore esposizione e non dell’esposizione media della popolazione.
I livelli di campo rilevati in prossimità delle SRB sono mediamente inferiori a quelli rilevati in prossimità dei trasmettitori Radio-Tv,
Tali dati, rilevati a seguito di richieste specifiche dei cittadini o di azioni di controllo sugli impianti, sono rappresentavi delle situazioni di maggiore esposizione e non dell’esposizione media della popolazione.
I livelli di campo rilevati in prossimità delle SRB sono mediamente inferiori a quelli rilevati in prossimità dei trasmettitori Radio-Tv,
essendo maggiori le potenze utilizzate da questi ultimi impianti. In effetti nel 95% delle misure in prossimità di SRB il campo elettrico è risultato inferiore a 3 V/m, mentre per le antenne radiotelevisive i valori di campo elettrico inferiori a 3 V/m sono stati riscontrati nel 54% dei casi.
Dall’analisi di questi dati si deduce che i livelli di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione residente in prossimità di sorgenti di campo a radiofrequenza sono, nella quasi totalità dei casi, di gran lunga inferiori ai valori limite.
Per il 2013 è stato registrato un solo caso di superamento del valore di attenzione, confermando il trend in diminuzione già osservato (mediamente) negli anni.
Dall’analisi di questi dati si deduce che i livelli di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione residente in prossimità di sorgenti di campo a radiofrequenza sono, nella quasi totalità dei casi, di gran lunga inferiori ai valori limite.
Per il 2013 è stato registrato un solo caso di superamento del valore di attenzione, confermando il trend in diminuzione già osservato (mediamente) negli anni.
BOX DI ARGOMENTO
Centraline di monitoraggio: registrazione dei livelli di campo elettrico
nel tempo e valutazione della media su 24 ore ai sensi del DL 221/12
Le ultime modifiche normative, in tema di limiti di esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, introdotte con la Legge 221/12, variando le modalità di valutazione e controllo dell'esposizione a campi elettromagnetici emessi da impianti per telecomunicazione, portano, di fatto, ad un incremento dei valori di riferimento per l’esposizione della popolazione.
I livelli ai quali potrà essere esposta la popolazione saranno infatti più elevati poiché il valore di attenzione e l'obiettivo di qualità di 6 V/m specificare u nità di misura dovranno intendersi come media su 24 ore invece che come media su 6 minuti. Tale possibile incremento dei livelli di esposizione è attribuibile anche alla riduzione dell’approccio cautelativo che la Legge 221/12 ha introdotto con la necessità di considerare l’attenuazione degli edifici e di valutare, in sede preventiva, la variabilità dei segnali elettromagnetici con fattori di riduzione sulla potenza degli impianti.
Il Dipartimento Tematico Radiazioni di Arpa ha perciò intrapreso un’analisi basata sulle campagne di monitoraggio effettuate nel triennio 2010-2012 (dati relativi a più di 400 campagne di monitoraggio) per valutare il possibile incremento dell’esposizione della popolazione, con la nuova modalità di calcolo dei valori di attenzione e, da queste campagne di monitoraggio con centraline, sono state selezionate quelle caratterizzate da un livello di campo elettrico sempre al di sopra della soglia minima di rilevazione.
I livelli ai quali potrà essere esposta la popolazione saranno infatti più elevati poiché il valore di attenzione e l'obiettivo di qualità di 6 V/m specificare u nità di misura dovranno intendersi come media su 24 ore invece che come media su 6 minuti. Tale possibile incremento dei livelli di esposizione è attribuibile anche alla riduzione dell’approccio cautelativo che la Legge 221/12 ha introdotto con la necessità di considerare l’attenuazione degli edifici e di valutare, in sede preventiva, la variabilità dei segnali elettromagnetici con fattori di riduzione sulla potenza degli impianti.
Il Dipartimento Tematico Radiazioni di Arpa ha perciò intrapreso un’analisi basata sulle campagne di monitoraggio effettuate nel triennio 2010-2012 (dati relativi a più di 400 campagne di monitoraggio) per valutare il possibile incremento dell’esposizione della popolazione, con la nuova modalità di calcolo dei valori di attenzione e, da queste campagne di monitoraggio con centraline, sono state selezionate quelle caratterizzate da un livello di campo elettrico sempre al di sopra della soglia minima di rilevazione.
Sono state in questo modo individuate 120 campagne di misura: 63 relative a centraline installate nella città di Torino, per una totale di 93 sulla provincia di Torino stessa, mentre le restanti 57 sono distribuite tra le altre province, prevalentemente nei capoluoghi.
Le campagne di monitoraggio prese in considerazione (di durata tra i 15 e i 30 giorni in media) sono state analizzate con lo scopo primario di quantificare le differenze nei livelli di esposizione dovute all’applicazione della nuova normativa, verificando quanto differiscono i valori misurati come media su 6 minuti dai valori ricavati come media su 24 ore.
È stata osservata una estrema varietà di condizioni da un sito all’altro. La differenza tra misura su 6 minuti e misura media su 24 ore presenta valori massimi e minimi abbastanza elevati, ma per la maggior parte dei giorni di misura tale scarto è piuttosto contenuto, e solo in alcune situazioni particolari resta significativo.
È stato inoltre osservato che la variazione complessiva (più probabile) nei livelli di esposizione valutati su 24 ore rispetto a quelli su 6 minuti tende ad essere più elevata per classi di popolazione poco numerosa, mentre al crescere della popolazione si osserva una diminuzione di tale variazione, che può arrivare anche ad essere negativa (cioè con un valore medio su 24 ore mediamente più elevato del valore più probabile su 6 minuti durante le ore diurne).
Le campagne di monitoraggio prese in considerazione (di durata tra i 15 e i 30 giorni in media) sono state analizzate con lo scopo primario di quantificare le differenze nei livelli di esposizione dovute all’applicazione della nuova normativa, verificando quanto differiscono i valori misurati come media su 6 minuti dai valori ricavati come media su 24 ore.
È stata osservata una estrema varietà di condizioni da un sito all’altro. La differenza tra misura su 6 minuti e misura media su 24 ore presenta valori massimi e minimi abbastanza elevati, ma per la maggior parte dei giorni di misura tale scarto è piuttosto contenuto, e solo in alcune situazioni particolari resta significativo.
È stato inoltre osservato che la variazione complessiva (più probabile) nei livelli di esposizione valutati su 24 ore rispetto a quelli su 6 minuti tende ad essere più elevata per classi di popolazione poco numerosa, mentre al crescere della popolazione si osserva una diminuzione di tale variazione, che può arrivare anche ad essere negativa (cioè con un valore medio su 24 ore mediamente più elevato del valore più probabile su 6 minuti durante le ore diurne).
Figura 13
Differenza tra la misura a 6 minuti e la misura media delle 24 ore sull’esposizione della popolazione
Le prima osservazione che è possibile fare sulla base delle analisi effettuate è che la variazione nei livelli di esposizione è, complessivamente, piuttosto contenuta, e a volte addirittura poco significativa tenuto conto delle incertezze di misura. Tale variazione, poi, tende a diminuire in quei siti dove vi è una maggiore pressione antropica, che sono anche generalmente i siti in cui è più probabile un superamento dei limiti. Ne deriva che la modifica nella normativa introdotta con la legge 221/2012 non andrà ad influire in modo sensibile sulle situazioni di criticità nei livelli di esposizione ad oggi individuate, se non aumentando la difficoltà e i tempi delle misure, e riducendo quindi di conseguenza la capacità di controllo del sistema agenziale.
Visualizza la localizzazione dei campi elettromagnetici in PiemonteConsulta le informazioni su Teleporto Skylogic via Centallo, comune di Torino
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Consulta le Risposte per l'argomento Radiazioni non ionizzanti collegate al tema Territorio
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