IMPATTO SULLA SALUTE DELL'INQUINAMENTO ATMOSFERICO
Le patologie implicate con certezza nei diversi studi di mortalità e ricovero ospedaliero pubblicati sono:
- mortalità per cause naturali (con esclusione delle cause violente)
- mortalità e ricovero per patologie dell’apparato respiratorio:
- bronchite acuta
- bronchite cronica ostruttiva
- asma
- tumore del polmone
- mortalità e ricovero per patologie dell’apparato cardiovascolare:
- infarto miocardico
- angina pectoris
- aritmie cardiache
- scompenso cardiaco
- ictus cerebrale
Tali studi sono ampiamente descritti nei box informativi dello Stato Ambiente 2013.
Le misure di rischio più recenti ad oggi pubblicate sono sintetizzate nella tabella 1.
Tabella 1
I rischi per la salute associati ad esposizione ad inquinamento atmosferico
Inquinante |
Esiti considerati |
Rischio Relativo Breve termine (per 10µg/m3) |
Rischio Relativo Lungo termine (per 10µg/m3) |
Riferimento |
PM 2,5 |
Mortalità totale |
1,0123 (1,0045–1,0201) (a) |
1,062 (1,040–1,083) (a) |
(a) WHO, 2013 |
PM 2,5 |
Tumore del polmone |
|
1,09 (1,04, 1,14) (b) |
|
PM 10 |
Mortalità totale |
1,005 (1,0016, 1,0086) (c) |
1,04 (1,02, 1,07) (a) |
(a) WHO, 2013 |
NO2 |
Mortalità totale |
1,0110 (1,0063, 1,0186) (c) |
1,05 (1,03–1,08) (a) |
(a) WHO, 2013) |
O3 |
Mortalità totale |
1,0055 (0,9987–1,0115) (c) |
1,014 (1,005–1,024) (a) |
(a) WHO, 2013 |
Si valutano in questo caso gli effetti a pochi giorni dall’esposizione (fino a una settimana dopo l’esposizione) e le associazioni sono espresse generalmente come incremento di rischio (rispetto ad 1, valore di assenza di rischio) associati ad un incremento di 10 µg/m3 della concentrazione dell’inquinante di volta in volta valutato.
Per la stima degli effetti a lungo termine, generalmente si reclutano coorti di soggetti che vengono seguiti nel tempo. Si valutano in questo caso gli effetti dovuti a molti anni di
È necessario in questo tipo di valutazioni tenere conto dei confondenti, abitudini individuali associate di per sé all’insorgenza della patologia in studio.
È opportuno valutare la residenza dei soggetti in studio. Le stime di impatto sono invece usate in Sanità Pubblica allo scopo di stabilire priorità di intervento.
In tal caso si calcola il rischio attribuibile, ossia il numero attesi di casi attribuibili in una data popolazione, a partire dalle stime di rischio relativo e dalla prevalenza di esposizione dei soggetti.
Per i termini epidemiologici consulta il glossario di epidemiologia.
La stima degli impatti a breve termine e a lungo termine
Sempre lo studio EpiAir2, valutando che a livello italiano diverse città nel quinquennio 2006-2010 non hanno rispettato il limite imposto dalla normativa di 40 µg/m3, ha stimato possibile per Torino un possibile guadagno di circa 44 casi l’anno (con una incertezza che va da 17 a 59 in una stima bayesiana) se le concentrazioni medie annue fossero mantenute non oltre i 40 µg/m3; ad analogo risultato si arriva abbattendo il numero di superamenti del limite giornaliero di 50 µg/m3 a 35 superamenti/l’anno, come consentito da normativa (Baccini et al, 2013).
Ad oggi non sono state effettuate valutazioni esaustive di impatto a lungo termine sulla salute su tutta la Regione Piemonte.
Sugli effetti a lungo termine lo studio multicentrico ESCAPE (che ha coinvolto anche una coorte di torinesi) ha confermato l’esistenza di una associazione tra l’esposizione prolungata ad inquinamento da polveri aerodisperse e l’insorgenza di tumore del polmone suggerendo la presenza di rischi anche per esposizioni inferiori agli attuali limiti di legge.
ESCAPE, in sintesi, ha evidenziato come per ogni aumento nell’esposizione di 10 µg per metro cubo di PM10 il rischio di sviluppare un tumore al polmone aumenti del 22%, mentre per ogni incremento di 5 µg per metro cubo di PM2,5 aumenta del 18%.
Lo stesso studio ESCAPE ha confermato l’esistenza, per esposizioni di lungo periodo, di una associazione tra particolato atmosferico e altri eventi sanitari avversi. In particolare, per ogni incremento di 5 µg/m3 di PM2,5 per metro cubo di aria si evidenzia un aumento di rischio di eventi coronarici di circa il 13 %, pari ad un aumento di circa il 12% se valutiamo incrementi di 10 µg/m3 di PM10. Infine, per ogni aumento di 5 µg/m3 della concentrazione di particolato fine (PM2,5) il rischio di morire per cause non accidentali aumenta del 7%.
I risultati sono piuttosto concordi fra le coorti, considerando che per il PM2,5 è stato possibile stimare concentrazioni in media di 7,3 microgrammi al metro cubo in Svezia (contro quella di 31 µg/m3 riportata per il Nord Italia).
Per quanto riguarda il significato in termini di impatto in Piemonte, le valutazioni sono particolarmente complesse e richiedono la disponibilità, oltre dei valori di rischio, anche dei dati relativi alla numerosità delle patologie e dei valori di concentrazione degli inquinanti. Sono possibili alcune esemplificazioni tratte da studi pubblicati.
Per quanto riguarda ad esempio il PM2,5 (classificato nel 2013 come cancerogeno dalla IARC; leggi il comunicato stampa), il calcolo dei casi attribuibili a lungo termine, dato il RR (rischio relativo) per gli effetti sul tumore del polmone è il seguente:
dove:
IUR: Unit Risk
0,0235 è il dato di rischio tumorale cumulativo x 10.000 abitanti medio italiano entro i 70 anni per il PM2.5
1,009 è il Rischio Relativo per 1 µg/m3 di PM2,5
Cioè 2,12 (95% I.C. 0,94 – 3,29) casi di tumore del polmone possono essere risparmiati per ogni riduzione di 1 µg di PM2,5 ogni 10.000 residenti esposti per 70 anni (o in altri termini 212 casi per milione).
Data una popolazione piemontese stimabile anche nel futuro di circa 4.000.000 di abitanti, ogni riduzione di 1 µg/m3 di PM2.5 comporterà 848 (376-1.316) casi complessivi in meno di tumore del polmone in 70 anni.
Per approfondimenti consulta:
Sito EPIAR
Pubblicazione sito EPIPREV
Articoli MED-PARTICLES1 e MED-PARTICLES 2
Sito EscapeProject
Approfondimento ambiente e salute sito Arpa per il progetto Escape
Pubblicazione IARC
Sito epicentro
Sito euro.who.it 1
Sito euro.who.it 2
IMPATTO SULLA SALUTE DEL RADON
Sulla base di numerosi studi di coorte e caso controllo1,2
l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS nel 1988 ha classificato il radon e i suoi prodotti di decadimento
La stima quantitativa dell’impatto dell’esposizione al radon in Piemonte è stata condotta estensivamente e con precisione in relazione alla mappatura disponibile di radon e ai dati di mortalità per tumore polmonare più recenti. Sono stati considerati i dati di mortalità media annua (2006-2011) in Piemonte per tumore maligno della trachea, dei bronchi e del polmone (c33-c34), per genere e sono stati stimati gli eventi attribuibili secondo il metodo pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità nel 20104. La stima dell’Istituto Superiore di Sanità conclude che il 10% (3%-18%) dei tumori polmonari in Italia è attribuibile al radon, il che, nella popolazione Piemontese, porta alla distribuzione di casi attesi evidenziati in tabella 1.
Per approfondimenti sul radon vai alla pagina delle radiazioni ionizzanti presente nei "Fattori"
Tabella 2
Eventi medi annui attribuibili ad esposizione a radon (intervallo di confidenza).
Mortalità per tumore della trachea, dei bronchi e del polmone. Piemonte anni 2006-2011
Genere |
Casi osservati (2006-2011) |
Casi medi annui |
Popolazione media annua |
Tasso grezzo x 100.000 |
Impatto medio annuo stimato per il radon e I.C. |
Uomini + Donne |
17.125 |
2.854 |
4.406.655 |
64,77 |
285 (86-514) |
Uomini |
13.051 |
2.175 |
2.135.309 |
101,87 |
218 (65-392) |
Donne |
4.074 |
679 |
2.271.346 |
29,89 |
68 (20-122) |
La presenza di radon non è uniforme in Piemonte; infatti, come è noto in letteratura, è legata alla composizione delle rocce e, di conseguenza, alla conformazione orografica della regione.
Disponendo di una stima di valore medio di esposizione al radon a livello comunale per 1.206 comuni5 e raggruppandola in tre classi, con i seguenti intervalli:
1) <=80 Bq/m3
2) 81-120 Bq/m3
3) > 120 Bq/m3
si ottiene la rappresentazione spaziale dei comuni piemontesi riportata in figura 1.
Figura 1
Distribuzione del radon medio in Piemonte in 3 classi
La ripartizione dei casi di tumore polmonare nelle 3 classi (periodo 2006-2011) è riportata in tabella 2.
Tabella 3
Mortalità per tumore della trachea, dei bronchi e del polmone
secondo intervalli di esposizione media a radon nei comuni di residenza - anni 2006-2011
Classe radon |
n. comuni |
casi totali |
popolazione |
tassi std. x 100.000 (i.c.) |
1 <=80 Bq/m3 |
623 |
11.856 |
3.034.885 |
64,2 ( 63,0-65,5) |
81-120 Bq/m3 |
462 |
4.453 |
1.190.652 |
65,9 (63,8-68,0) |
>120 Bq/m3 |
121 |
771 |
181.118 |
67,6 (57,8-79,1) |
Classe radon |
n. comuni |
casi totali |
popolazione |
tassi std. x 100.000 (i.c.) |
1 <=80 Bq/m3 |
623 |
9,004 |
1.465.026 |
100,9 (98,6-103,2) |
81-120 Bq/m3 |
462 |
3,419 |
581.749 |
104,0 (100,2-107,8) |
>120 Bq/m3 |
121 |
592 |
88.534 |
117,2 (98,0-139,6) |
Classe radon |
n. comuni |
casi totali |
popolazione |
tassi std. x 100.000 (i.c.) |
<=80 Bq/m3 |
623 |
2,852 |
1.569.860 |
30,0 (28.8-31.2) |
81-120 Bq/m3 |
462 |
1,034 |
608.903 |
29,6 (27.6-31.6) |
>120 Bq/m3 |
121 |
179 |
92.584 |
22,6 (16.0-32.3) |
Considerando i risultati per i due sessi sommati insieme, i 285 eventi attribuibili all’esposizione a radon non sono equamente distribuiti tra i comuni. Applicando infatti un modello statistico multivariato, aggiustato per età e zona altimetrica, si può stimare il rischio relativo di mortalità per tale tumore secondo i tre livelli di esposizione definiti, ponendo il più basso come base-line. In 462 comuni, con esposizione compresa nell’intervallo 81-120 Bq/m3 e con il 27% della popolazione totale, si stima un eccesso di rischio del 3% ‘dovuto al radon’ e in 121 comuni, con il 4% della popolazione, la stima è di un aumento del 11% rispetto al base-line. Operando algebricamente su tali stime i 285 casi attribuibili possono essere ridistribuiti come visualizzato in tabella 3.
Tabella 4
Casi di decesso per tumore polmonare attribuibili a radon e classificati per intervalli di esposizione media.
Piemonte, anni 2006-2011, uomini e donne
Classe radon |
Eventi attribuibili annui |
popolazione |
Tasso casi attribuibili x 100.000 |
1 <=80 Bq/m3 |
194 |
3.034.885 |
6,39 |
2 81-120 Bq/m3 |
78 |
1.190.652 |
6,55 |
3 >120 Bq/m3 |
13 |
181.118 |
7,18 |
Totale |
285 |
4.406.655 |
6,47 |
In conclusione il radon è un problema rilevante di sanità pubblica in Piemonte, responsabile di poco meno di 300 casi di tumore polmonare all’anno.
Ogni sforzo va attuato per limitare l’esposizione della popolazione con tutti i metodi conosciuti e possibili (accorgimenti strutturali nei nuovi edifici, ventilazione degli ambienti chiusi negli edifici esistenti).
Per approfondimenti: ISS - Ministero della Salute
Bibliografia
1. Bochicchio F. et al. Residential radon exposure, diet and lung cancer: a case-conmtrol study in a mediterranean region. Int J Cancer 2005; 114(6):983-991
2. Bochicchio F. Rischio di tumore polmonare attribuibile a radon nelle regioni italiane. Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2010.
3. World Health Organization Regional Office for Europe. Handbook on indoor radon. A public Health Perspective. WHO Regional Publications, Geneve, 2009.
4. Darby S. et al. Radon in homes and lung cancer riskcollaborative analysis of individual data from 13 European case-control studies. BMJ 2005;330: 223-226