IMPATTO SULLA SALUTE DELL'INQUINAMENTO DELLE ACQUE
L’OMS ha stimato che le patologie gastroenteriche, che rappresentano il 4,1% di tutte le patologie, con 1,8 milioni di morti l’anno, sono dovute nell’88% dei casi all’uso di acqua a scopi potabili non conforme. L’impatto è concentrato tra i bambini dei Paesi in via di sviluppo.
Il rispetto delle linee guida dell’OMS sulle acque potabili assicura una protezione elevata della popolazione, anche se non sempre i valori limite rappresentano valori di assoluto rispetto per la salute umana (come ad esempio per i cancerogeni, anche a concentrazioni molto basse).
In Piemonte non risultano casi di focolai epidemici legati a malfunzionamenti di impianti di potabilizzazione e successiva distribuzione, ma tale evenienza non è da escludere a priori anche nei Paesi sviluppati. A tale proposito, tra il 1981 e il 2010 negli Stati Uniti d’America si sono verificati 57 focolai epidemici associati a incidenti nella distribuzione dell’acqua potabile, con 9.000 casi di malattia (WHO, 2014).
Le cause più comuni di malattia in questi casi sono stati i batteri enterici patogeni (Salmonella, Campylobacter, Shigella, Escherichia coli O157), protozoi (Cryptosporidium, Giardia) e virus (Norovirus).
I composti chimici nello stesso periodo sono stati associati a 8 focolai epidemici, corrispondenti al 14% del totale (WHO, 2014).
In particolare da vari anni l’OMS consiglia l’adozione di Piani di Sicurezza per l’Acqua potabile (Water Safety Plans, WSP) come strumento di prevenzione.
L’approccio dei WSP si basa un procedure combinate di risk assessment e risk management che vengono applicate a tutte le fasi della distribuzione dell’acqua. Lo scopo è eminentemente pratico: assicurare la sicurezza e l’accettabilità dell’acqua per l’uso umano in tutte le fasi della produzione e distribuzione.
Il modello dei WSP, di fondamentale semplicità nei suoi aspetti generali, è finalizzato a ridurre drasticamente le possibilità di contaminazione delle acque captate, ad attenuare o rimuovere la presenza di fattori di rischio chimico e microbiologico attraverso trattamenti delle acque adeguatamente progettati, eseguiti e controllati e, infine, a prevenire eventuali ricontaminazioni in fase di stoccaggio e distribuzione dell’acqua fino al punto di consegna.
Nel 2012-2014 il Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale ha coordinato un progetto di sperimentazione dell’applicazione della metodologia dei WSP in Italia, che ha coinvolto 3 regioni, 4 ASL e l’Istituto Superiore di Sanità.
La sperimentazione ha messo in luce l’esistenza di rischi non conosciuti e trascurati, seppure in percentuale non elevata.
Si riporta ad esempio il risultato delle ispezioni condotte con una griglia di valutazione dei rischi secondo il modello WSP nel territorio dell’ASL Torino 5 miranti ad individuare possibili sorgenti di rischio di contaminazione.
Tabella 1
Progetto WSP. Risultati dell’ispezione a 94 impianti di trattamento e stoccaggio nell'ASL TO5 - anno 2012
Indicatori |
Pozzi (%) |
Opere di accumulo (%) |
AREA DI SALVAGUARDIA |
|
|
Assenza zona di tutela assoluta di 10 m |
5% |
|
Assenza zona di rispetto di 200 m |
86% |
98% |
Presenza di coltivazioni a meno di 200 m |
89% |
26% |
Presenza di coltivazionia meno di 20 m |
53% |
20% |
Presenza di allevamenti a meno di 200 m |
0% |
0% |
Presenza di animali a meno di 200 m (es. galline, conigli, etc.) |
0% |
0% |
Presenza di attività produttive a meno di 200 m |
2% |
6% |
Presenza di abitazioni a meno di 200 m |
30% |
36% |
Presenza di abitazioni a meno di 20 m |
16% |
29% |
Presenza di strade trafficate a meno di 20 m |
27% |
15% |
Presenza di corsi d’acqua superficiali a meno di 20 m |
13% |
0% |
Presenza di pozzi dismessi in prossimità |
19% |
- |
Presenza di cava a meno di 300 m |
13% |
- |
CARATTERISTICHE TECNICO COSTRUTTIVE E GESTIONALI |
|
|
Assenza di locale o tettoia |
0% |
0% |
Presenza nei locali di materiale dismesso e/o di rifiuti pericolosi |
1% |
1% |
Presenza di materiale dismesso e/o di rifiuti pericolosi a meno di 20 m |
2% |
0% |
STATO DI MANUTENZIONE |
|
|
Cattivo stato di manutenzione dei locali (es. lesioni, infiltrazioni, perdite di acqua, etc.) |
8% |
7% |
Presenza di rischio di bagnare i pannelli elettrici |
1% |
0% |
Assenza di protezioni che evitino l’entrata di animali nei locali |
8% |
0% |
Presenza di animali nei locali (vivi o deceduti) |
9% |
15% |
Presenza deposito acqua sulla parte superiore del pozzo |
4% |
- |
Presenza di possibilità di entrata di acqua piovana nelle vasche di accumulo |
- |
1% |
SISTEMI DI CONTROLLO |
|
|
Raggiungibili da estranei (assenza di barriere fisiche) |
13% |
0% |
Assenza di allarme antintrusione |
64% |
34% |
Assenza di allarme interruzione erogazione acqua |
1% |
16% |
Assenza allarme interruzione corrente elettrica |
0% |
0% |
Non è un punto di controllo dell’ASL |
0% |
1% |
Il punto di campionamento non è agevole |
0% |
9% |
Non è possibile prelevare l’acqua in uscita |
2% |
1% |
Gli esiti dei controlli di conformità dei campioni nel progetto WSP ha anche evidenziato sporadici sforamenti dei parametri analizzati (per lo più indicatori di contaminazione microbiologica), in linea con le esperienze americane, con maggiore frequenza nei sistemi acquedottistici di piccole dimensioni rispetto ai grandi Enti gestori.
Tabella 2
Progetto WSP. Esito dei controlli di conformità dei campioni di acqua potabile. ASL TO5 - anno 2012
Acquedotti suddivisi per fasce volumetriche |
<100 m3/giorno |
100-1.000 m3/giorno |
1.000-10.000 m3/giorno |
10.000-100.000 m3/giorno |
>100.000 m3/giorno |
Totale |
Numero acquedotti |
3 |
13 |
10 |
3 |
1 |
30 |
Numero campioni ufficiali |
24 (2%) |
348 (30%) |
436 (38%) |
326 (28%) |
24 (2%) |
1.158 |
Numero campioni ufficiali non conformi |
0 |
1 (<0,1%) |
29 (2,5%) |
2 (0,2%) |
0 |
32 (2,8%) |
Numero campioni ufficiali non conformi per parametri microbiologici |
0 |
0 |
16 (1,4%) |
1 (<0,1%) |
0 |
17 (1,5%) |
Numero campioni ufficiali non conformi per parametri chimici |
0 |
1 (<0,1%) |
13 (1,1%) |
1 (<0,1%) |
0 |
15 (1,3%) |
Il Progetto di sperimentazione del modello WSP ha messo in luce spazi di miglioramento e la necessità di migliorare i controlli per prevenire possibili focolai epidemici legati a punti critici trascurati negli impianti acquedottistici locali.
- WHO (World Health Organization) Document Production Services, Geneva, Switzerland. Water Safety in Distribution Systems. Geneva, 2014
- WHO (World Health Organization) Guidelines for drinking-water quality, fourth edition. Geneva: World Health Organization, 2011.
- WHO (World Health Organization) Water safety planning for small community water supplies: step-by-step risk management guidance for drinking water supplies in small communities. Geneva: World Health Organization, 2012.