MONITORAGGIO DIRETTIVA HABITAT
La Direttiva 92/43/CEE - Habitat, si prefigge di promuovere la conservazione della biodiversità mediante il mantenimento e/o il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche contribuendo così all’obiettivo di arrestare la perdita di biodiversità su tutto il territorio europeo.
Lo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario, e le misure intraprese per la loro salvaguardia, sono oggetto di monitoraggio costante: è la stessa Direttiva che impone ai Paesi europei di inviare un rapporto ogni 6 anni sul loro stato di conservazione. La situazione più aggiornata è quella presentata ad inizio 2014 da Ispra con il 3° Rapporto Direttiva Habitat frutto di un lavoro congiunto tra Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province Autonome italiane e le principali Società Scientifiche nazionali, che hanno contribuito con i dati relativi alle singole situazioni territoriali. Il Rapporto, che fa riferimento al periodo 2007/2012, è scaricabile dal sito Ispra.
Le Regioni hanno prodotto quasi 3.000 mappe di distribuzione delle specie e degli habitat, e oltre 2.500 schede di valutazione. Ispra ha, quindi, elaborato 802 schede di valutazione, di cui 113 per le specie vegetali, 225 per quelle animali e 132 schede di habitat consegnando il tutto all’Unione Europea a dicembre 2013.
La rendicontazione e la valutazione dello stato di conservazione di queste è effettuata a scala di bioregione.
Lo stato di conservazione delle specie e degli habitat di interesse comunitario, e le misure intraprese per la loro salvaguardia, sono oggetto di monitoraggio costante: è la stessa Direttiva che impone ai Paesi europei di inviare un rapporto ogni 6 anni sul loro stato di conservazione. La situazione più aggiornata è quella presentata ad inizio 2014 da Ispra con il 3° Rapporto Direttiva Habitat frutto di un lavoro congiunto tra Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province Autonome italiane e le principali Società Scientifiche nazionali, che hanno contribuito con i dati relativi alle singole situazioni territoriali. Il Rapporto, che fa riferimento al periodo 2007/2012, è scaricabile dal sito Ispra.
Le Regioni hanno prodotto quasi 3.000 mappe di distribuzione delle specie e degli habitat, e oltre 2.500 schede di valutazione. Ispra ha, quindi, elaborato 802 schede di valutazione, di cui 113 per le specie vegetali, 225 per quelle animali e 132 schede di habitat consegnando il tutto all’Unione Europea a dicembre 2013.
La rendicontazione e la valutazione dello stato di conservazione di queste è effettuata a scala di bioregione.
Figura 1
Regioni biogeografiche terrestri italiane
Fonte: Ispra
Il Piemonte è interessato da tutte e tre le bioregioni
Qui di seguito vengono presentati alcuni dati (anche interessanti per il Piemonte) relativi al monitoraggio condotto con il 3° Rapporto Direttiva Habitat di Ispra.
SPECIE VEGETALI
La checklist ufficiale europea per l’Italia comprende 113 entità vegetali elencate negli allegati II, IV e V della Direttiva comprendenti briofite, licheni e piante vascolari (pteridofite, gimno-sperme e angiosperme).
L’Italia è una delle nazioni europee con la maggiore concentrazione di specie vegetali endemiche con molte specie esclusive di una sola regione.
L’Italia è una delle nazioni europee con la maggiore concentrazione di specie vegetali endemiche con molte specie esclusive di una sola regione.
Figura 2
Specie endemiche e non endemiche in Italia
Figura 3
Specie endemiche e non endemiche in Italia
Figura 4
Carta della distribuzione e della densità delle specie vegetali di interesse comunitario
in stato di conservazione inadeguato (U1) e cattivo (U2)
Fonte: Ispra
A causa del crescente deterioramento o della progressiva scomparsa degli ambienti acquatici e umidi sono numerose le criticità conservazionistiche delle specie vegetali presenti in questi ambienti (paludi costiere, interne, prati umidi, stagni ed acque correnti, torbiere e forre).
Le specie di interesse comunitario dichiarate estinte in Italia sono entrambe piante acquatiche Aldrovanda vesiculosa (Beretta et al., 2012) e Caldesia parnassifolia (Gennai et al., 2012).
Numerose specie sono risultate in cattivo stato di conservazione, ad esempio la pteridofita acquatica Isoëtes malinverniana, endemica della Pianura Padana occidentale e presente in passato in più aree disgiunte in Piemonte e Lombardia. Le osservazioni effettuate a partire dal 2006 e ripetute negli anni successivi hanno messo in luce la scomparsa di numerose popolazioni, con una conseguente fortissima contrazione dell’areale.
Le specie di interesse comunitario dichiarate estinte in Italia sono entrambe piante acquatiche Aldrovanda vesiculosa (Beretta et al., 2012) e Caldesia parnassifolia (Gennai et al., 2012).
Numerose specie sono risultate in cattivo stato di conservazione, ad esempio la pteridofita acquatica Isoëtes malinverniana, endemica della Pianura Padana occidentale e presente in passato in più aree disgiunte in Piemonte e Lombardia. Le osservazioni effettuate a partire dal 2006 e ripetute negli anni successivi hanno messo in luce la scomparsa di numerose popolazioni, con una conseguente fortissima contrazione dell’areale.
Fauna
L’Italia è, insieme a Grecia e Spagna, una delle nazioni europee col più elevato numero di specie inserite in Direttiva Habitat collocandosi al terzo posto nella Comunità Europea. Le specie animali, oggetto di rendicontazione nel 3° Rapporto Direttiva Habitat, sono 226, di cui 26 marine.
Figura 5
Composizione della fauna italiana di interesse comunitario
Fonte: Ispra
Figura 6
Distribuzione della ricchezza di specie animali con stato di conservazione Sfavorevole (inadeguato o cattivo)
Fonte: ISPRA
Figura 7
Stato di conservazione: dati 2° censimento
Fonte: Ispra
Figura 8
Stato di conservazione: dati 3° censimento
Fonte: Ispra
Per quanto riguarda la Fauna, si rileva un aumento dello stato di conservazione Favorevole nel 3° Censimento
HABITAT
Il processo di reporting e valutazione ha riguardato gli habitat dell’allegato I della Direttiva 92/43/CEE. Le analisi hanno portato a definire la nuova checklist degli habitat italiani da rendicontare e quindi da sottoporre a monitoraggio. Questa comprende 132 habitat (di cui 123 terrestri e 9 marini), distribuiti in tre regioni biogeografiche terrestri e in una regione marina.
Figura 9
Numero degli habitat per ciascuna regione biogeografica
Fonte: Ispra
Figura 10
Numero degli habitat per ciascuna regione biogeografica
Figura 11
Divisione degli habitat per macrocategorie
Fonte: Ispra
Le macrocategorie più numerose sono rappresentate dalle Foreste e dagli Habitat costieri e vegetazione alofitica
Le macrocategorie più numerose sono rappresentate dalle Foreste e dagli Habitat costieri e vegetazione alofitica
Nelle figure 12-17 sono rappresentati gli Habitat terrestri di cui è particolarmente ricco il Piemonte.
Figura 12
Distribuzione degli habitat macrocategoria 3 “Habitat d’acqua dolce”
Fonte: Ispra
Figura 13
Distribuzione degli habitat macrocategoria 4 “Lande e arbusteti temperati”
Fonte: Ispra
Figura 14
Distribuzione degli habitat macrocategoria 6 “Formazioni erbose naturali e seminaturali”
Fonte: Ispra
Figura 15
Distribuzione degli habitat della macrocategoria 7 “Torbiere alte, torbiere basse e paludi basse”
Fonte: Ispra
Figura 16
Distribuzione degli habitat della macrocategoria 8 “Habitat rocciosi e grotte”
Fonte: Ispra
Figura 17
Distribuzione degli habitat macrocategoria 9 “Foreste”
Fonte: Ispra
Figura 18
Stato di conservazione complessivo degli habitat terrestri
Fonte: Ispra
Per quanto riguarda lo stato di conservazione degli habitat terrestri la categoria più rappresentata è quella Inadeguato.
Figura 19
Macrocategorie degli habitat terrestri con stato di conservazione complessivo Cattivo (U2)
Fonte: Ispra
Le macrocategorie più numerose sono rappresentate dalle Foreste e dalle Dune marittime e interne.
Figura 20
Trend degli habitat il cui stato di conservazione è risultato “Cattivo” o “Inadeguato”
Fonte: Ispra
Il trend dello stato di conservazione complessivo degli habitat è stato definito tramite il confronto tra il valore attribuito nel 3° Censimento e quello attribuito nel precedente risalente a 6 anni fa (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2008). Se lo stato di conservazione attuale è migliorato rispetto a quello di 6 anni fa, l’habitat è stato inserito nella categoria “Aumento”, se è peggiorato è stato inserito nella categoria “Decremento”, se è rimasto uguale è stato invece inserito nella categoria “Stabile”.
La situazione nazionale ha evidenziato che in molti casi lo stato di conservazione degli habitat è inadeguato e cattivo. Verosimilmente questa valutazione non è dovuta ad un reale peggioramento dello stato di conservazione dell’habitat nella specifica regione biogeografica, ma ad una maggiore conoscenza del territorio e ad una stima più fedele della reale condizione dell’habitat rispetto ai dati di cui si disponeva al momento della realizzazione del precedente report. L’analisi delle tendenze rappresenta una valida base di conoscenza su cui impostare le priorità di conservazione per il futuro.