RADIAZIONI IONIZZANTI
Centraline di allerta Geiger-Mueller
Arpa Piemonte ha installato dal 2006 una rete automatica di monitoraggio della radioattività ambientale, che consta di 29 centraline equipaggiate con sensori Geiger-Mueller. Scopo di tale rete è quello di ottenere in tempo reale dati sui livelli di radioattività in atmosfera, con un particolare riguardo ai possibili rilasci provenienti dagli impianti nucleari transfrontalieri. Il dato fornito dai sensori Geiger-Mueller è il rateo di dose gamma in aria, espresso in mSv/h (microSievert/ora). Per ogni centralina è stato definito un livello di attenzione e un livello di allarme. Se il rateo di dose gamma in aria misurato supera il livello di attenzione occorre monitorare l’evolversi della situazione, se supera il livello di allarme si può a ragione supporre che sia accaduto un incidente radiologico o nucleare nelle vicinanze e si effettuano le valutazioni dosimetriche. Dall’installazione ad oggi non si sono verificati aumenti di dose gamma in aria anomali. La rete si interfaccia strettamente con i dati meteo idrografici: i sensori sono infatti installati in corrispondenza di alcune stazioni della rete meteo idrografica.
Nella Figura 1 sono riportate tutte le centraline della rete.
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Figura 1
Le 29 centraline della rete di allerta Geiger-Mueller
Consulta la sezione Aria - Fattori - Radiazioni Ionizzanti
AZIONI DI RISANAMENTO DI LOCALI CON ELEVATA CONCENTRAZIONE DI RADON
Agendo sul ricambio d’aria degli ambienti e sui meccanismi di ingresso del radon nelle strutture è possibile ridurre, con relativa facilità, la presenza del radon. A seconda dei casi, la riduzione può essere operata attraverso l’apertura di una semplice aerazione oppure la ventilazione forzata per mezzo di una piccola ventola, posta direttamente nel locale da bonificare o in un vespaio, intercapedine o locale accessorio. È utile sapere che spesso conviene immettere aria priva di radon dall’esterno piuttosto che aspirare l’aria ricca di radon e mandarla fuori.
Nel primo caso, infatti, nel locale si crea una leggera sovrapressione, che ostacola l’ulteriore ingresso di radon dal pavimento e dalle pareti. Nel secondo caso, invece, il locale rimane sottopressione e quindi il radon viene emanato con più facilità dalle pareti e dal pavimento.
Nelle figure 1 e 2 sono indicate alcune azioni di rimedio (sia passive che attive). Nella figura 3 è invece illustrato il risultato di un’azione di bonifica in un locale seminterrato dove la concentrazione di radon raggiungeva i 2000 Bq/m3.
Nelle figure 1 e 2 sono indicate alcune azioni di rimedio (sia passive che attive). Nella figura 3 è invece illustrato il risultato di un’azione di bonifica in un locale seminterrato dove la concentrazione di radon raggiungeva i 2000 Bq/m3.
Figura 2
Azioni di rimedio passive
Azioni di rimedio passive
Figura 3
Azioni di rimedio attive
Azioni di rimedio attive
Figura 4
Schema di un pozzetto per risanare un ambiente in cui vi è un’elevata concentrazione di radon
Consulta la sezione Aria - Fattori - Radiazioni ionizzanti - Il radon
Schema di un pozzetto per risanare un ambiente in cui vi è un’elevata concentrazione di radon
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