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IL RIEQUILIBRIO DEL BILANCIO IDRICO

L’attività che viene svolta nell’ambito della tematica del riequilibrio del bilancio idrico contribuisce a orientare le esigenze di prelievo irriguo verso una sostenibilità ambientale.

Applicando le indicazioni contenute nelle “Linee guida per la verifica del fabbisogno irriguo, la revisione delle concessioni e il calcolo dei riparti in condizioni di magra” dal 2010 è in corso, in collaborazione con le Province, l’attività di raccolta delle informazioni e di confronto con i gestori necessaria per il rinnovo e la revisione delle concessioni irrigue operando contestualmente sulle singole aste fluviali. In questo modo l’uso dell’acqua è valutato sulle reali esigenze dell’agricoltura ottimizzando l’uso della risorsa.

L’impegno delle Amministrazioni, che nel corso dei procedimenti di rinnovo/revisione delle concessioni adeguano il prelievo all’effettivo fabbisogno, non può bastare da solo al riequilibrio del bilancio idrico delle aste fluviali, poiché solo il concorso delle pianificazioni economico - ambientali potrà contribuire a superare tale criticità.
Si sta pertanto collaborando affinché i fondi europei previsti nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) possano contribuire ad indirizzare il comparto agricolo verso una riduzione dei consumi in una visione di risparmio idrico e di ottimizzazione dell’acqua disponibile.
Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014/2020

Nel Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 la Regione Piemonte ha cercato di incentivare il risparmio della risorsa idrica attraverso la trasformazione o la manutenzione di pratiche irrigue a minor impatto sulla risorsa, promuovendo il passaggio da sistemi irrigui tradizionali (scorrimento) a quelli più efficienti, come pioggia o a goccia. L’incentivo, interessando complessivamente un’area di 6.800 ettari, ha coinvolto numerose aree del Piemonte attraverso il finanziamento a 16 comprensori irrigui.

Attualmente è in fase di definizione la nuova programmazione per le annualità 2014/2020. In questo ambito è diventato prioritario definire gli elementi di contatto tra la programmazione agricola e

le direttive ambientali con riferimento particolare alla direttiva quadro sulle acque (direttiva 2000/60/CE).
È richiesto dall’Unione Europea, infatti, un’integrazione tra la pianificazione sulle acque, rappresentata dal Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Po, e la programmazione dei fondi europei in modo che tutte le politiche convergano verso uno sviluppo sostenibile. In particolare, per la stesura delle misure di finanziamento legate all’efficienza per l’irrigazione, si sta lavorando per creare una connessione tra le criticità legate alla carenza idrica rilevate sui corsi d’acqua - rilevata attraverso l’analisi del rischio di non raggiungimento degli obiettivi europei fissati per le acque - e i finanziamenti per il risparmio idrico.
Piano di Bilancio Idrico di Distretto

Il Piano del Bilancio Idrico di distretto, una specificazione di settore del Piano di Gestione del Distretto ai sensi dell'art. 13(5) della Direttiva Quadro sulle Acque (DQA), affronta i rapporti tra quantità e utilizzazione della risorsa idrica e qualità dei corpi idrici.

Il progetto di Piano redatto dalla segreteria tecnica dell’Autorità di bacino del fiume Po con il concorso attivo delle Regioni del distretto, da approvare entro il 2015 contestualmente all’aggiornamento del PdGPo, concorre al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro sulle Acque ed è finalizzato a:
  • identificare e progressivamente superare i gaps conoscitivi circa l’evoluzione della domanda di acque superficiali e sotterranee e della disponibilità ai fini degli usi antropici. Concorre alla determinazione del deflusso ecologico nei corsi d’acqua ai sensi della Guida 31 della Commissione Europea pubblicata l’11 dicembre 2014;
  • promuovere la gestione proattiva della scarsità idrica e degli eventi siccitosi;
  • determinare le condizioni per un'efficace politica di gestione sostenibile della risorsa idrica nel rispetto degli obiettivi della DQA anche in relazione a scenari futuri di cambiamento climatico.

In riferimento all'orizzonte europeo, il Piano del Bilancio Idrico costituisce uno strumento in grado di fornire risposte a due temi che compaiono in modo sempre più pressante tra le istanze comunitarie:

  • la necessità di ricostruire il nesso tra uso della risorsa idrica, stato ecologico dei corpi idrici e servizi ecosistemici forniti dagli ambienti umidi, fluviali e perifluviali, attraverso la definizione delle portate ecologiche e, nel caso di esenzioni, ai sensi dell’art. 4 della DQA, dei regimi di deflusso in alveo compatibili con il perseguimento di un livello di utilizzo sostenibile per l'ambiente e la comunità umana;

  • la necessità di rispondere in modo efficace alle richieste della condizionalità applicata alla politica agricola comunitaria al fine di contemperare gli obiettivi della politica di tutela ambientale della risorsa idrica e dell'ambiente fluviale con la salvaguardia della produzione agricola.

Le misure del Piano sono integrate nel Programma di Misure del Piano di Gestione 2016-2021 di cui costituiscono il terzo pilastro denominato, appunto, "bilancio idrico".

In relazione alla complessità ed estensione del sistema idrico, all'elevato numero dei soggetti utilizzatori, al quadro istituzionale che caratterizza il bacino e al modello di governance distrettuale, la pianificazione del bilancio idrico viene sviluppata secondo tre livelli, tra di loro raccordati, oltre che dal quadro degli obiettivi, attraverso specifiche direttive e linee guida:

  • il livello distrettuale,
  • il livello regionale e locale,
  • aree a obiettivo speciale, quali gli ambiti di gestione del servizio irriguo(ad esempio, comprensori irrigui, anche interregionali, eccetera).

Il Piano affronta, a livello distrettuale, le problematiche prioritarie determinate dall'utilizzo intensivo delle risorse idriche superficiali e sotterranee per usi agricoli ponendo l’accento sull’incremento dell’efficienza al fine di ridurre progressivamente l’eccessiva pressione antropica sulle risorse naturali senza penalizzare l’attività agricola.