impatti

SALUTE

IMPATTO SULLA SALUTE DELLA GESTIONE DEI Rifiuti

L’impatto sulla salute della gestione dei rifiuti è un tema contraddittorio nella letteratura scientifica, su cui non vi è accordo. Le sostanze che si generano durante lo smaltimento (dalla raccolta al trattamento) possono contaminare l’ambiente e da qui la preoccupazione, soprattutto nelle popolazioni che vivono vicino agli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, che vi possano essere conseguenze sulla salute.
A fronte di una letteratura scientifica piuttosto consistente relativa agli studi epidemiologici condotti in prossimità di impianti di smaltimento rifiuti, i risultati contraddittori disponibili non consentono una risposta chiara e univoca al problema (1-5). Valutare l’impatto sulla salute di vecchi impianti, anche con studi epidemiologici ad hoc, non può significare predire lo stesso impatto per gli impianti di nuova generazione. La tecnologia cambia a velocità elevata, le stesse modalità di gestione e smaltimento sono in continuo rinnovamento.
I risultati complessivi accumulati, soprattutto per le patologie tumorali, sono contrastanti e il livello di evidenza per una relazione tra la residenza in prossimità degli impianti ed effetti sulla salute è spesso limitato o inadeguato.
Nel 2010 il CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il controllo delle Malattie) ha finanziato il progetto SESPIR - Sorveglianza epidemiologica sullo stato di salute della
popolazione residente intorno agli impianti di trattamento rifiuti, che aveva come obiettivo generale il fornire metodologie e strumenti operativi per l’implementazione di sistemi di sorveglianza in materia di rifiuti e salute volti alla valutazione dell’impatto del ciclo di trattamento dei rifiuti solidi urbani sulla salute della popolazione coinvolta, tenendo conto delle differenze informative delle diverse realtà presenti sul territorio nazionale.
Il Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale di Arpa Piemonte ha preso parte al progetto.
Presupponendo l’esistenza effettiva di alcune associazioni, sono stati stimati gli impatti sulle popolazioni residenti intorno a discariche e inceneritori. Le valutazioni sono state condotte relativamente a 3 differenti scenari determinati dall'adozione di differenti politiche di pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti. L'impatto sanitario maggiore è dato dagli effetti sulla gravidanza e dal fastidio associato alle emissioni odorigene degli impianti. La riduzione maggiore dell'impatto si ottiene con una politica virtuosa di riduzione della produzione e un aumento importante della raccolta e gestione della differenziata (6, 7).
Per un maggior approfondimento consulta la sintesi del progetto SESPIR sullo Stato Ambiente 2014
Bibliografia
  1. Vrijheid M., 2000. Health effects of residence near hazardous waste landfill sites: a review of epidemiologic literature. Environ Health Perspect. 108(Suppl 1):101-12.
  2. Allsopp M, Costner P, Johnston P., 2001. Incineration and human health. State of knowledge of the impact of waste incinerators on human health. Environ Sci & Pollut Res. 8:141-5.
  3. Franchini M, Rial M, Buiatti E, Bianchi F., 2004. Health effects of exposure to waste incinerator emissions:a review of epidemiological studies. Ann Ist Super Sanita. 40(1):101-15
  4. Porta D, Milani S, lazzarino AI, Perucci CA, Forastiere F., 2009. Systematic review of epidemiological studies on health effects associated with management of solid waste. Environ Health. 8:60
  5. Mattiello A, Chiodini P, Bianco E, Forgione N, Flammia I, Gallo C, Pizzuti R, Panico S., 2013. Health effects associated with the disposal of solid wste in landfills and incinerators in populations living in surrounding areas: a systematic review. Int J Puplic Health. 58: 725-35.
  6. Parmagnani F, Ranzi A, Ancona C, Angelini P, Chiusolo M, Cadum E, Lauriola P, Forastiere F., 2014. Metodologia di valutazione degli impatti sulla salute delle politiche di gestione dei rifiuti solidi urbani: il Progetto SESPIR. Epidemiol Prev. 38 (5): 305-12.
  7. Ranzi A, Ancona C, Angelini P, Badaloni C, Cernigliaro A, Chiusolo M, Parmagnani F, Pizzuti R, Scondotto S, Cadum EForastiere F, Lauriola P., 2014. Impatti sulla salute delle politiche di gestione dei rifiuti solidi urbani: i risultati del Progetto SESPIR. Epidemiol Prev. 38 (5): 313-22.
Le linee guida dell’OMS sul rumore notturno (1), più pericoloso del rumore diurno, indicano un valore soglia (Lnight, outside) di protezione della salute umana di 40 dBA (curva di ponderazione dei decibel) e una soglia di 55 dB ad interim da raggiungere laddove non sia possibile raggiungere la soglia di 40 dB per varie ragioni. 
Gli effetti riconosciuti del rumore presenti nel documento OMS sono i seguenti (tabella 2):
Vi sono ampie dimostrazioni sugli effetti negativi per la salute derivanti dal disturbo del sonno fisiologico nella popolazione.
Le evidenze esistenti sono considerate “sufficienti” dagli esperti internazionali per poter affermare che l’esposizione a rumore notturno determini un aumento dei disturbi del sonno, dell’uso di farmaci ipnoinducenti, di insonnia nella popolazione.
Questi effetti sono in grado di determinare un considerevole impatto sanitario in termini di peggioramento dello stato di salute nella popolazione. 
Valori di 40 dB sono pertanto considerati come soglia oltre la quale sono osservabili i primi effetti avversi (LOAEL). Sopra i 55 dB gli effetti cardiovascolari diventano il principale problema di sanità pubblica.
Per alcuni effetti documentati (ipertensione, infarto del miocardio, depressione, ansia e disturbi respiratori ad essa correlati) sono disponibili vari studi che dimostrano la correlazione tra gli esiti sanitari citati e l’esposizione a rumore notturno e, benché l’associazione presenti ampia plausibilità biologica, sono necessari studi di migliore qualità per poter fugare alcune incertezze metodologiche riscontate nei lavori finora pubblicati (2-5).
In sintesi la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul rumore notturno è la seguente: 
  • il sonno è una necessità biologica e i disturbi del sonno sono associati con un considerevole numero di impatti avversi sulla salute
  • vi è evidenza sufficiente di effetti biologici durante il sonno: aumento della frequenza cardiaca, modificazione delle fasi del sonno, risvegli prematuri
  • vi è evidenza sufficiente che l’esposizione a rumore notturno determini disturbi riferiti del sonno, aumento dell’uso di farmaci, aumento dei movimenti corporei notturni e insonnia di origine ambientale
  • vi è evidenza sufficiente che i disturbi indotti del sonno da parte del rumore determinano conseguenti impatti per la salute e il benessere
  • vi è evidenza limitata che i disturbi del sonno causino affaticamento, incidenti e riduzione della performance in lavoratori e studenti
  • vi è evidenza limitata che il rumore notturno causi cambiamenti dei livelli ormonali circolanti e condizioni cliniche correlate a patologie cardiovascolari, depressione e malattie mentali
  • si sottolinea che tuttavia questi effetti ad evidenza limitata presentano elevata plausibilità biologica e ampia dimostrazione della catena causale
Sono stati individuati gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili agli effetti del rumore notturno. 
I bambini, pur presentando una soglia di risveglio più elevata degli adulti, presentano maggiori effetti durante le fasi del sonno e pertanto sono considerati un gruppo a rischio. 
Gli anziani, che presentano fisiologicamente una struttura delle fasi del sonno maggiormente frammentata, sono anch’essi un gruppo a rischio.
I lavoratori che svolgono lavori a turni sono anche considerati un gruppo a rischio, presentando uno stress aggiuntivo del ritmo del sonno fisiologico. 

I valori di rischio relativo per Ipertensione e infarto del miocardio considerati dall’OMS sono riportati in tabella 3 (6).
Non sono disponibili studi estensivi di valutazione dell’impatto sulla salute del rumore in Piemonte, se non per alcune tipologie (rumore aeroportuale) aree (aeroporti di Malpensa, Caselle) e periodi (2010-2012)
Dopo il progetto HYENA (7), nell’ambito di un progetto finanziato dal CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) dal titolo “Impatto dell’inquinamento ambientale prodotto dagli aeroporti sulla salute dei residenti”, Arpa Piemonte, Dip.to di Epidemiologia Ambientale, ha studiato nel 2010-2012 la relazione tra residenza nei pressi degli aeroporti (Torino, Pisa, Verona, Milano e Venezia) e la frequenza di ipertensione, l’insofferenza al rumore (annoyance) e disturbi respiratori. Nell’ambito di questo progetto sono stati valutati anche gli aspetti scientifici relativi all’inquinamento atmosferico generato dal traffico aeroportuale attraverso un sistema integrato di misure e di modelli di dispersione degli inquinanti.

LE SCHEDE ICSC

Il Dipartimento di Epidemiologia e Salute Ambientale di Arpa Piemonte è inserito all'interno di un gruppo di lavoro interagenziale, con capofila l'Arpa Emilia-Romagna, per l'attività di aggiornamento e traduzione delle schede ICSC (International Chemical Safety Cards).
Le schede sintetizzano le informazioni essenziali sulle sostanze chimiche per la protezione della salute dei lavoratori e sono rivolte ai datori di lavoro e ai lavoratori per il miglior utilizzo nelle fabbriche e in numerosi settori. Le schede non sono riconosciute legalmente, tuttavia, i loro contenuti sono stati revisionati e riconosciuti a livello internazionale.
In ogni singola scheda ICSC vengono riportate le seguenti informazioni:

  • le caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche della sostanza;
  • i possibili rischi sanitari e ambientali, le misure di prevenzione e di primo soccorso, gli interventi di mitigazione/eliminazione del rischio;
  • le indicazioni per l’immagazzinamento, l’imballaggio, l’etichettatura e il trasporto della sostanza medesima.

Il Progetto ICSC è frutto di una collaborazione tra l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l'organizzazione Mondiale del Lavoro (ILO), con la cooperazione della Commissione Europea.

                                                               

Come vengono prodotte le Schede ICSC?
Le schede sono preparate in inglese da un gruppo di esperti che si riunisce regolarmente per rivederle e validarle prima della pubblicazione nella banca dati. Le schede vengono aggiornate periodicamente, sulla base delle più recenti evidenze scientifiche riguardo l'uso sicuro delle sostanze.
Le sostanze da inserire nelle nuove schede sono proposte dai singoli paesi o da gruppi di stakeholders.

Le schede ICSC vengono tradotte in diverse lingue (Cinese, Estone, Finlandese, Francese, Giapponese, Hindi, Italiano, Olandese, Polacco, Spagnolo, Tedesco, Ungherese), dai rispettivi Istituti nazionali o Agenzie.


La versione inglese è reperibile all’indirizzo:
http://www.cdc.gov/niosh/ipcs/icstart.html
oppure:
http://www.ilo.org/dyn/icsc/showcard.home


La versione in italiano è reperibile invece all’indirizzo:
http://www.arpa.emr.it/sostanze_pericolose.asp

Le schede ICSC sono autorevoli?

  • Il processo internazionale seguito nella preparazione delle schede ICSC garantisce l'uso di informazioni accreditate e applica criteri di validazione standard.
  • Le schede ICSC integrano ogni scheda di sicurezza disponibile.
  • Le schede ICSC sono disponibili gratuitamente.
  • Le schede ICSC non hanno valore legale.


Quali informazioni sono fornite nelle schede ICSC?

  1. Identificazione della sostanza chimica;
  2. Rischi di incendio ed esplosione;
  3. Mezzi estinguenti;
  4. Rischi acuti per la salute;
  5. Misure di prevenzione;
  6. Primo soccorso;
  7. Rimozione di uno sversamento, immagazzinamento, imballaggio;
  8. Classificazione ed etichettatura;
  9. Proprietà e rischi chimico-fisici;
  10. Effetti sulla salute a breve e a lungo termine;
  11. Informazioni sulla normativa;
  12. Dati ambientali.

IMPATTO SULLA SALUTE DEL RUMORE

Le linee guida dell’OMS sul rumore notturno (1), più pericoloso del rumore diurno, indicano un valore soglia (Lnight, outside) di protezione della salute umana di 40 dBA (curva di ponderazione dei decibel) e una soglia di 55 dB ad interim da raggiungere laddove non sia possibile raggiungere la soglia di 40 dB per varie ragioni.
Gli effetti riconosciuti del rumore presenti nel documento OMS sono i seguenti (tabella 2):

Tabella 2
Effetti con evidenza sufficiente

 

Effetto

Indicatore

Soglia (dB)

Effetti biologici

Cambiamento dell’attività cardiovascolare

*

*

Risveglio (valutato con EEG)

LAmax

35

Motilità notturna

LAmax

32

Alterazioni nella durata degli stadi del sonno, nella struttura del sonno e nella frammentazione del sonno

LAmax

35

Qualità del sonno

Risveglio notturno o risveglio anticipato al mattino

LAmax

42

Prolungamento della fase di addormentamento

*

*

Frammentazione del sonno, riduzione del periodo complessivo di sonno

*

*

Aumento motilità notturna

Lnight

42

Benessere

Disturbi del sonno auto riferiti

Lnight

42

Uso di sonniferi e sedativi

Lnight

40

Condizioni mediche

 

Insonnia Ambientale **

Lnight

42

Ipertensione

Lnight

50

Depressione (donne)

*

*

Infarto del miocardio

Lnight

50

Riduzione dell’attesa di vita (mortalità prematura)

*

*

Disturbi psichici

Lnight

60

Incidenti sul lavoro

*

*

* Soglie non determinabili con precisione.
**L’insonnia ambientale è il risultato di una diagnosi medica
Vi sono ampie dimostrazioni sugli effetti negativi per la salute derivanti dal disturbo del sonno fisiologico nella popolazione.
Le evidenze esistenti sono considerate “sufficienti” dagli esperti internazionali per poter affermare che l’esposizione a rumore notturno determini un aumento dei disturbi del sonno, dell’uso di farmaci ipnoinducenti, di insonnia nella popolazione.
Questi effetti sono in grado di determinare un considerevole impatto sanitario in termini di peggioramento dello stato di salute nella popolazione.
Valori di 40 dB sono pertanto considerati come soglia oltre la quale sono osservabili i primi effetti avversi (LOAEL). Sopra i 55 dB gli effetti cardiovascolari diventano il principale problema di sanità pubblica.
Per alcuni effetti documentati (ipertensione, infarto del miocardio, depressione, ansia e disturbi respiratori ad essa correlati) sono disponibili vari studi che dimostrano la correlazione tra gli esiti sanitari citati e l’esposizione a rumore notturno e, benché l’associazione presenti ampia plausibilità biologica, sono necessari studi di migliore qualità per poter fugare alcune incertezze metodologiche riscontate nei lavori finora pubblicati (2-5).
In sintesi la posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul rumore notturno è la seguente:
  • il sonno è una necessità biologica e i disturbi del sonno sono associati con un considerevole numero di impatti avversi sulla salute
  • vi è evidenza sufficiente di effetti biologici durante il sonno: aumento della frequenza cardiaca, modificazione delle fasi del sonno, risvegli prematuri
  • vi è evidenza sufficiente che l’esposizione a rumore notturno determini disturbi riferiti del sonno, aumento dell’uso di farmaci, aumento dei movimenti corporei notturni e insonnia di origine ambientale
  • vi è evidenza sufficiente che i disturbi indotti del sonno da parte del rumore determinano conseguenti impatti per la salute e il benessere
  • vi è evidenza limitata che i disturbi del sonno causino affaticamento, incidenti e riduzione della performance in lavoratori e studenti
  • vi è evidenza limitata che il rumore notturno causi cambiamenti dei livelli ormonali circolanti e condizioni cliniche correlate a patologie cardiovascolari, depressione e malattie mentali
  • si sottolinea che tuttavia questi effetti ad evidenza limitata presentano elevata plausibilità biologica e ampia dimostrazione della catena causale

Sono stati individuati gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili agli effetti del rumore notturno.
I bambini, pur presentando una soglia di risveglio più elevata degli adulti, presentano maggiori effetti durante le fasi del sonno e pertanto sono considerati un gruppo a rischio.
Gli anziani, che presentano fisiologicamente una struttura delle fasi del sonno maggiormente frammentata, sono anch’essi un gruppo a rischio.
I lavoratori che svolgono lavori a turni sono anche considerati un gruppo a rischio, presentando uno stress aggiuntivo del ritmo del sonno fisiologico.

I valori di rischio relativo per Ipertensione e infarto del miocardio considerati dall’OMS sono riportati in tabella 3 (6).

Tabella 3
Rischi Relativi per patologia medica e categorie di esposizione

dB (A)

51-55

56-60

61-65

66-70

71-75

76-80

Ipertensione

Rischio Relativo

(rumore stradale, Lday)

1

1,01

1,05

1,09

1,19

1,47

Infarto del miocardio

Rischio Relativo

(rumore stradale, Lday)

-

1

1,03

1,09

1,21

1,37

La percentuale di popolazione disturbata /o infastidita dal rumore notturno aumenta con l’intensità del rumore, ma è diversa per tipologia di rumore (stradale, ferroviario, aeroportuale) (tabella 4).

Tabella 4
Percentuale di popolazione disturbata per disturbo e categorie di esposizione

dB (A)

40-44

45-49

50-54

55-59

60-64

65-69

>70

Disturbi del sonno:

% popolazione disturbata

(rumore ferroviario, Lnight)

NA

2,3

3,3

4,8

6,6

8,8

 

Disturbi del sonno:

% popolazione disturbata

(rumore stradale, Lnight)

NA

4,5

6,6

9,6

13,2

17,6

 

Disturbi del sonno:

% popolazione disturbata

(rumore aereo, Lnight)

NA

6,2

8,8

12,2

16,3

21,1

 

Fastidio:

% popolazione infastidita

NA

0,5

2,8

8,2

12,9

20,1

30,2

Non sono disponibili studi estensivi di valutazione dell’impatto sulla salute del rumore in Piemonte, se non per alcune tipologie (rumore aeroportuale) aree (aeroporti di Malpensa, Caselle) e periodi (2010-2012)
Dopo il progetto HYENA (7), nell’ambito di un progetto finanziato dal CCM (Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie) dal titolo “Impatto dell’inquinamento ambientale prodotto dagli aeroporti sulla salute dei residenti”, Arpa Piemonte, Dip.to di Epidemiologia Ambientale, ha studiato nel 2010-2012 la relazione tra residenza nei pressi degli aeroporti (Torino, Pisa, Verona, Milano e Venezia) e la frequenza di ipertensione, l’insofferenza al rumore (annoyance) e disturbi respiratori. Nell’ambito di questo progetto sono stati valutati anche gli aspetti scientifici relativi all’inquinamento atmosferico generato dal traffico aeroportuale attraverso un sistema integrato di misure e di modelli di dispersione degli inquinanti.
Uno degli obiettivi del progetto è stato valutare l'impatto del rumore aeroportuale sulla salute della popolazione residente: applicando opportune funzioni concentrazione-risposta (derivanti da dati della letteratura e raccomandate dalla OMS: 8-9) è stato stimato che l'esposizione a livelli di rumore aeroportuale >55 dB è responsabile ogni anno, per gli aeroporti considerati, di 1.577 casi di ipertensione, 11.572 casi di annoyance e 10.101 casi di disturbi del sonno.
Per l’aeroporto di Torino Caselle i dati di impatto sulla salute sono:
  • ipertensione: 212 casi attribuibili (0-478)
  • infarto: 1 caso attribuibile (0-3)
  • annoyance: 1.517 casi attribuibili (1.078-1.541)
  • disturbi del sonno: 763 casi attribuibili (290-1.569)

Consulta gli approfondimenti sul progetto CCM.
Bibliografia 
  1. WHO, Night Noise Guidelines for Europe, ISBN 978 92 890 4173 7, Copenhagen 2009 (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0017/43316/E92845.pdf).
  2. Babisch W., “Transportation noise and cardiovascular risk: updated review and synthesis of epidemiological studies indicate that the evidence has increased”, in Noise Health, 2006, Jan-Mar; 8(30):1-29. Review.
  3. Sørensen M., Hvidberg M., Andersen Z.J., Nordsborg R.B., Lillelund K.G., Jakobsen J., Tjønneland A., Overvad K., Raaschou-Nielsen O., “Road traffic noise and stroke: a prospective cohort study”, in Eur Heart J, 2011, Mar; 32(6):737-44. Epub 2011 Jan 25.
  4. Haralabidis A.S., Dimakopoulou K., Vigna-Taglianti F., Giampaolo M., Borgini A., Dudley M.L., Pershagen G., Bluhm G., Houthuijs D., Babisch W., Velonakis M., Katsouyanni K., Jarup L., HYENA Consortium, “Acute effects of night-time noise exposure on blood pressure in populations living near airports”, in Eur Heart J., 2008, Mar;29(5):658-64.
  5. Eriksson C., Rosenlund M., Pershagen G., Hilding A., Ostenson C.G., Bluhm G., “Aircraft noise and incidence of hypertension, in Epidemiology, 2007; 18 (6): 716- 721.
  6. WHO, Burden of disease from environmental noise: quantification of healthy life years lost in Europe., ISBN 978 92 890 0229 5, Copenhagen 2011 (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0008/136466/e94888.pdf).
  7. Jarup L et al. Hypertension and exposure to noise near airports – the HYENA study. Environmental Health Perspectives, 2008, 116:329-333.
  8. WHO, Methodological guidance for estimating the burden of disease from environmental noise, Copenhagen 2012. (http://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0008/179117/Methodological-guidance-for-estimating-the-burden-of-disease-from-environmental-noise-ver-2.pdf)
  9. European Parliament. Directive 2002/49/EC of the European Parliament and of the Council of 25 June 2002 relating to the assessment and management of environmental noise. Official Journal of the European Communities, 2002, L 189:12-25.