ENERGIA
L’utilizzo di gas metano è sostanzialmente stabile con una leggera flessione dovuta al minor utilizzo nel settore industriale.
L’utilizzo di prodotti petroliferi continua a diminuire. Tutti i tipi di combustibile hanno questa tendenza ad eccezione del gasolio motori che ha sicuramente in parte sostituito la benzina che ha
Il 42% dell’energia elettrica prodotta nel 2013 in regione proviene da fonte rinnovabile, mentre la parte restante proviene da tradizionali impianti termoelettrici.
La maggior parte degli impianti qualificati e degli impianti ammessi agli incentivi del DM 6 luglio 2012 sfruttano l’energia idroelettrica.
Per il dettaglio degli impianti di produzione di energia elettrica, consulta l’argomento energia nel tema Territorio.
Vendita di prodotti petroliferi
Figura 1
Vendita di prodotti petroliferi - anni 1985-2013
Nel 2013 sono state vendute 2.590.195 tonnellate di prodotti petroliferi, 4,9% in meno rispetto all’anno precedente. Il maggior decremento nelle vendite ha riguardato l’olio combustibile (- 78,1%), mentre si è registrato un aumento dell'11,5% nelle vendite di gasolio da riscaldamento. A partire da quest’anno è disponibile il dato relativo al consumo di gasolio per uso termoelettrico.
Tabella 1
Vendite di prodotti petroliferi per tipologia e per provincia - anno 2013
Vendite di prodotti petroliferi per tipologia e per provincia - anno 2013
Province |
Benzina |
Gasolio motori |
Gasolio riscaldamento |
Gasolio agricolo |
Gasolio uso termoelettrico |
Olio combustibile |
GPL |
Lubrificanti |
Totale |
AL |
72.851 |
280.099 |
16.758 |
31.539 |
92 |
5.395 |
20.800 |
2.814 |
430.348 |
AT |
35.683 |
328.349 |
12.941 |
40.846 |
248 |
4.488 |
11.212 |
512 |
434.279 |
BI |
24.313 |
39.767 |
4.174 |
197 |
30 |
1.843 |
2.774 |
444 |
73.542 |
CN |
63.437 |
176.945 |
13.007 |
13.569 |
425 |
2.674 |
36.530 |
9.041 |
315.628 |
NO |
50.695 |
116.373 |
3.258 |
312 |
7 |
2.003 |
18.466 |
1.536 |
192.650 |
TO |
259.168 |
533.825 |
29.947 |
15.950 |
457 |
24.785 |
93.841 |
20.355 |
978.328 |
VB |
22.197 |
34.552 |
378 |
0 |
0 |
134 |
3.258 |
180 |
60.699 |
VC |
21.787 |
53.150 |
3.883 |
11.914 |
16 |
1.714 |
11.639 |
616 |
104.719 |
Piemonte |
550.131 |
1.563.060 |
84.346 |
114.328 |
1.275 |
43.036 |
198.520 |
35.499 |
2.590.195 |
ITALIA |
8.022.143 |
22.353.443 |
1.385.000 |
1.833.091 |
80.292 |
1.376.470 |
3.290.777 |
343.683 |
38.684.899 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2012 |
599.505 |
1.615.289 |
74.639 |
117.898 |
|
76.655 |
199.129 |
32.942 |
2.716.057 |
Variazione 2012 |
-9,0% |
-3,3% |
11,5% |
-3,1% |
|
-78,1% |
-0,3% |
7,2% |
-4,9% |
Il dato del Piemonte corrisponde ad una percentuale del 6,7% del totale nazionale.
Consumo di energia elettrica
Figura 2
Utilizzo di energia elettrica per settore in Piemonte - anni 1977-2013
Nel 2013 il consumo complessivo di energia elettrica in Piemonte si è attestato a 24.364 GWh, con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (24.723 GWh nel 2012). È proseguita la diminuzione dei consumi nel settore industriale (- 1,9% rispetto al 2012) mentre sono rimasti sostanzialmente stazionari nel settore terziario, pur evidenziando un considerevole aumento nel corso degli anni. Il domestico e l’agricoltura hanno avuto un calo di quasi il 3%. I consumi elettrici del Piemonte rappresentano, come negli anni passati, circa l’8% del totale nazionale (297.287,6 GWh nel 2013).
Tabella 2
Consumi di energia elettrica per categoria di utilizzatori e per provincia - anno 2013
Province |
Agricoltura |
Domestico |
Industria |
Terziario* |
Totale |
AL |
33,2 |
486,0 |
1.706,7 |
703,3 |
2.929,2 |
AT |
24,7 |
245,5 |
464,2 |
284,1 |
1.018,5 |
BI |
6,1 |
206,2 |
679,1 |
244,1 |
1.135,4 |
CN |
135,6 |
631,7 |
2.912,6 |
834,9 |
4.514,8 |
NO |
24,6 |
404,8 |
1.400,6 |
598,5 |
2.428,5 |
TO |
68,2 |
2.458,9 |
3.945,7 |
3.613,8 |
10.086,5 |
VB |
2,6 |
176,2 |
413,5 |
256,3 |
848,6 |
VC |
25,9 |
166,8 |
469,4 |
309,8 |
971,9 |
Piemonte |
320,9 |
4.776,1 |
11.991,8 |
6.844,8 |
23.933,4 |
% sul totale |
1,3% |
20,0% |
50,1% |
28,6% |
100,0% |
Variazione 2013-202 |
-2,8% |
-2,9% |
-2,0% |
0,6% |
-1,5% |
Fonte: Terna
Distribuzione di gas naturale
Figura 3
Distribuzione di gas metano suddiviso per settori - anni 2004-2013
Il quantitativo di gas naturale complessivamente distribuito in Piemonte nel 2013 è stato di 7.657,00 milioni di m3, dei quali il 14,0% è stato utilizzato dall’industria, il 35,8 % dal settore elettrico mentre il 50,1% è stato distribuito alle utenze attraverso la rete. I quantitativi distribuiti a livello regionale sono diminuiti del 3,5% rispetto all’anno precedente, la maggiore flessione si è avuta nel settore termoelettrico (-9,1%).
Tabella 3
Gas naturale totale distribuito per provincia - anno 2013
|
Industriale |
Termoelettrico |
Reti di distribuzione |
Totale generale |
Province |
milioni di standard metri cubi |
|||
AL |
248,3 |
73,1 |
423,8 |
745,2 |
AT |
27,4 |
0,0 |
204,3 |
231,7 |
BI |
24,3 |
0,0 |
157,4 |
181,7 |
CN |
252,0 |
376,8 |
435,7 |
1.064,5 |
NO |
104,6 |
162,1 |
377,8 |
644,5 |
TO |
324,0 |
1.711,5 |
1.897,6 |
3.933,1 |
VB |
56,9 |
|
141,9 |
198,8 |
VC |
37,2 |
420,2 |
200,1 |
657,5 |
Piemonte |
1.074,7 |
2.743,7 |
3.838,6 |
7.657,0 |
% sul totale |
14,0% |
35,8% |
50,1% |
100,0% |
variazione 2013-2012 |
0,4% |
-9,1% |
-0,2% |
-3,5% |
A livello provinciale il maggior consumo si registra a Torino (51,4%), segue Cuneo (13,9%) mentre le altre province hanno ciascuna una percentuale sul totale inferiore al 10%.
Il 42% dell’energia elettrica prodotta nel 2013 in regione proviene da fonte rinnovabile, mentre la parte restante proviene da tradizionali impianti termoelettrici.
La maggior parte degli impianti qualificati e degli impianti ammessi agli incentivi del DM 6 luglio 2012 sfruttano l’energia idroelettrica.
Per il dettaglio degli impianti di produzione di energia elettrica, consulta l’argomento Energia nel tema Territorio.
Bilancio di energia elettrica
Figura 4
Bilancio elettrico per il Piemonte - anno 2013
Emissioni da RISCALDAMENTO a legna
Le emissioni dovute agli impianti termici civili concentrano il loro contributo nel semestre invernale e soprattutto in ambito urbano: la legna rappresenta il combustibile che contribuisce maggiormente alle emissioni di particolato primario (99%) e, insieme al gas naturale, risulta anche predominante per quanto riguarda le emissioni di ossidi di azoto.
Come si può osservare dalle carte tematiche di figura 5 - raffiguranti la distribuzione delle pressioni emissive legate al
1 Macrosettore 02
Per una corretta valutazione degli impatti ambientali, l’analisi del contributo emissivo da parte dei diversi combustibili deve però tener conto dell’informazione sulla loro diffusione: il fabbisogno energetico per riscaldamento civile a livello regionale risulta infatti prevalentemente soddisfatto dall’utilizzo di metano e solo in minima parte dalla legna.
Figura 5
Emissioni da riscaldamento domestico a legna
Figura 6
EMISSIONI DA RISCALDAMENTO A LEGNA: ossidi di azoto (NOx) - ripartizione provinciale - IREA 2010
Figura 7
EMISSIONI DA RISCALDAMENTO A LEGNA: particolato primario (PM10), ripartizione provinciale - IREA 2010
Box di argomento
Impianti alimentati a biomassa per la produzione di energia elettrica e termica:
valutazione della qualità dell’aria sul territorio della provincia di Torino
Le attività principali dello studio sono consistite in:
- analisi territoriale, ossia individuazione e classificazione delle sorgenti emissive e definizione dei domini di studio;
- caratterizzazione qualitativa e quantitativa delle emissioni delle diverse categorie di impianto, anche attraverso la realizzazione di campionamenti e determinazioni analitiche su macroinquinanti e microinquinanti, e assegnazione ai singoli impianti di ratei emissivi aderenti alle condizioni di reale funzionamento;
- valutazione modellistica delle ricadute al suolo dei principali inquinanti, espresse in relazione agli indicatori definiti dalla normativa vigente.
Figura 8
Aree di studio nord (a sinistra) e sud (a destra) con i relativi impianti a biomassa
La caratterizzazione delle emissioni degli impianti è stata realizzata a partire dall’analisi dei dati dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME) quando esistenti, dai dati degli autocontrolli e da informazioni presenti nelle autorizzazioni e nei documenti progettuali. Inoltre, per 4 impianti ritenuti particolarmente significativi per dimensione e tipologia sono stati effettuati specifici campionamenti finalizzati a comprendere meglio la natura e la composizione delle emissioni: per ogni impianto scelto sono state effettuate una o più campagne di prelievo per la determinazione di IPA, PCDD/DF e PCB, condotte dal Polo specialistico Microinquinanti, e per la determinazione dei macroinquinanti (NOx, CO, polveri totali, COT, SOx, HCl e HF) e dei metalli, condotte dal Dipartimento di Torino.
Le simulazioni modellistiche, realizzate dal Dipartimento Sistemi Previsionali con un sistema modellistico integrato in grado di trattare gli inquinanti primari, hanno permesso di valutare le ricadute su base annua riferendosi alle condizioni di “normale funzionamento” degli impianti per l’anno 2013.
Ogni impianto è stato descritto singolarmente, sia dal punto di vista emissivo che dispersivo, attraverso la produzione di mappe tematiche che illustrano le ricadute al suolo ottenute a partire dai dati emissivi orari (quando disponibili attraverso gli SME) o dai dati emissivi medi annui.
I risultati delle simulazioni di dispersione, riportati a titolo di esempio per l’impianto a biomassa legnosa SIPEA di Rivarolo Canavese, sono stati espressi in due modalità:
- mappe di concentrazione media annua (figura 9) e mappe del 99,8° percentile delle medie orarie di NOx per gli impianti dotati di SME;
- mappe di diluizione (figura 10) che consentono, nota la concentrazione di un qualunque inquinante emesso a camino, di calcolare a posteriori, in condizioni meteorologiche ed emissive simili a quelle simulate, la concentrazione attesa al suolo applicando il rapporto di diluizione calcolato e riportato nella tabella associata alla mappa.
Figura 9
Mappa delle concentrazioni medie annuali di NOx. Scenario SME (Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni)
Figura 10
Mappa di diluizione delle concentrazioni medie annue. Scenario medio annuo
I risultati hanno evidenziato che gli impatti più rilevanti, limitatamente agli inquinanti primari, sono associati agli ossidi di azoto, con valori medi annui comunque sempre molto contenuti che generalmente non superano il valore di 1 µg/m³. Per quanto riguarda l’impatto degli altri inquinanti, le concentrazioni medie annue al suolo sono molto contenute e inferiori ai limiti di legge, qualora disponibili.
Consulta gli approfondimenti: