Fattori che influenzano lo stato della risorsa

ENERGIA

Nel 2013 i consumi energetici regionali confermano le tendenze degli anni precedenti, in particolare l’energia elettrica utilizzata dal settore terziario aumenta più marcatamente che nel settore domestico, ma la flessione del settore industria condiziona i consumi totali ancora in diminuzione.
L’utilizzo di gas metano è sostanzialmente stabile con una leggera flessione dovuta al minor utilizzo nel settore industriale.
L’utilizzo di prodotti petroliferi continua a diminuire. Tutti i tipi di combustibile hanno questa tendenza ad eccezione del gasolio motori che ha sicuramente in parte sostituito la benzina che ha
subito a partire dal 1997 una costante diminuzione nell’utilizzo.
Il 42% dell’energia elettrica prodotta nel 2013 in regione proviene da fonte rinnovabile, mentre la parte restante proviene da tradizionali impianti termoelettrici.
La maggior parte degli impianti qualificati e degli impianti ammessi agli incentivi del DM 6 luglio 2012 sfruttano l’energia idroelettrica.
Per il dettaglio degli impianti di produzione di energia elettrica, consulta l’argomento energia nel tema Territorio.

Vendita di prodotti petroliferi

L’utilizzo di prodotti petroliferi continua a diminuire. Tutti i tipi di combustibile hanno questa tendenza ad eccezione del gasolio motori che ha sicuramente in parte sostituito la benzina che ha subito a partire dal 1997 una costante diminuzione nell’utilizzo.

Figura 1
Vendita di prodotti petroliferi - anni 1985-2013

K: migliaia
Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico

Nel 2013 sono state vendute 2.590.195 tonnellate di prodotti petroliferi, 4,9% in meno rispetto all’anno precedente. Il maggior decremento nelle vendite ha riguardato l’olio combustibile (- 78,1%), mentre si è registrato un aumento dell'11,5% nelle vendite di gasolio da riscaldamento. A partire da quest’anno è disponibile il dato relativo al consumo di gasolio per uso termoelettrico.

Tabella 1
Vendite di prodotti petroliferi per tipologia e per provincia - anno 2013

Province

Benzina

Gasolio motori

Gasolio riscaldamento

Gasolio agricolo

Gasolio uso termoelettrico

Olio combustibile

GPL

Lubrificanti

Totale

AL

72.851

280.099

16.758

31.539

92

5.395

20.800

2.814

430.348

AT

35.683

328.349

12.941

40.846

248

4.488

11.212

512

434.279

BI

24.313

39.767

4.174

197

30

1.843

2.774

444

73.542

CN

63.437

176.945

13.007

13.569

425

2.674

36.530

9.041

315.628

NO

50.695

116.373

3.258

312

7

2.003

18.466

1.536

192.650

TO

259.168

533.825

29.947

15.950

457

24.785

93.841

20.355

978.328

VB

22.197

34.552

378

0

0

134

3.258

180

60.699

VC

21.787

53.150

3.883

11.914

16

1.714

11.639

616

104.719

Piemonte

550.131

1.563.060

84.346

114.328

1.275

43.036

198.520

35.499

2.590.195

ITALIA

8.022.143

22.353.443

1.385.000

1.833.091

80.292

1.376.470

3.290.777

343.683

38.684.899

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2012

599.505

1.615.289

74.639

117.898

 

76.655

199.129

32.942

2.716.057

Variazione 2012

-9,0%

-3,3%

11,5%

-3,1%

 

-78,1%

-0,3%

7,2%

-4,9%


Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico

Il dato del Piemonte corrisponde ad una percentuale del 6,7% del totale nazionale.

Consumo di energia elettrica

Nel 2013 i consumi energetici regionali confermano le tendenze degli anni precedenti, in particolare l’energia elettrica utilizzata dal settore terziario aumenta più marcatamente che nel settore domestico, ma la flessione del settore industria condiziona i consumi totali ancora in diminuzione.

Figura 2
Utilizzo di energia elettrica per settore in Piemonte - anni 1977-2013

k: migliaia
Fonte: Terna

Nel 2013 il consumo complessivo di energia elettrica in Piemonte si è attestato a 24.364 GWh, con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente (24.723 GWh nel 2012).  È proseguita la diminuzione dei consumi nel settore industriale (- 1,9% rispetto al 2012) mentre sono rimasti sostanzialmente stazionari nel settore terziario, pur evidenziando un considerevole aumento nel corso degli anni. Il domestico e l’agricoltura hanno avuto un calo di quasi il 3%. I consumi elettrici del Piemonte rappresentano, come negli anni passati, circa l’8% del totale nazionale (297.287,6 GWh nel 2013).

Tabella 2
Consumi di energia elettrica per categoria di utilizzatori e per provincia - anno 2013

Province

Agricoltura

Domestico

Industria

Terziario*

Totale

AL

33,2

486,0

1.706,7

703,3

2.929,2

AT

24,7

245,5

464,2

284,1

1.018,5

BI

6,1

206,2

679,1

244,1

1.135,4

CN

135,6

631,7

2.912,6

834,9

4.514,8

NO

24,6

404,8

1.400,6

598,5

2.428,5

TO

68,2

2.458,9

3.945,7

3.613,8

10.086,5

VB

2,6

176,2

413,5

256,3

848,6

VC

25,9

166,8

469,4

309,8

971,9

Piemonte

320,9

4.776,1

11.991,8

6.844,8

23.933,4

% sul totale

1,3%

20,0%

50,1%

28,6%

100,0%

Variazione 2013-202

-2,8%

-2,9%

-2,0%

0,6%

-1,5%

* Al netto dei consumi FS per trazione pari a 430,35 GWh

Fonte: Terna

Distribuzione di gas naturale

L’utilizzo di gas metano è sostanzialmente stabile con una leggera flessione dovuta al minor utilizzo nel settore industriale.

Figura 3
Distribuzione di gas metano suddiviso per settori - anni 2004-2013

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico

Il quantitativo di gas naturale complessivamente distribuito in Piemonte nel 2013 è stato di 7.657,00 milioni di m3, dei quali il 14,0% è stato utilizzato dall’industria, il 35,8 % dal settore elettrico mentre il 50,1% è stato distribuito alle utenze attraverso la rete. I quantitativi distribuiti a livello regionale sono diminuiti del 3,5% rispetto all’anno precedente, la maggiore flessione si è avuta nel settore termoelettrico (-9,1%).

Tabella 3
Gas naturale totale distribuito per provincia - anno 2013

 

Industriale

Termoelettrico

Reti di distribuzione

Totale generale

 Province

milioni di standard metri cubi

AL

248,3

73,1

423,8

745,2

AT

27,4

0,0

204,3

231,7

BI

24,3

0,0

157,4

181,7

CN

252,0

376,8

435,7

1.064,5

NO

104,6

162,1

377,8

644,5

TO

324,0

1.711,5

1.897,6

3.933,1

VB

56,9

 

141,9

198,8

VC

37,2

420,2

200,1

657,5

Piemonte

1.074,7

2.743,7

3.838,6

7.657,0

% sul totale

14,0%

35,8%

50,1%

100,0%

variazione 2013-2012

0,4%

-9,1%

-0,2%

-3,5%


Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico


A livello provinciale il maggior consumo si registra a Torino (51,4%), segue Cuneo (13,9%) mentre le altre province hanno ciascuna una percentuale sul totale inferiore al 10%.
Il 42% dell’energia elettrica prodotta nel 2013 in regione proviene da fonte rinnovabile, mentre la parte restante proviene da tradizionali impianti termoelettrici.
La maggior parte degli impianti qualificati e degli impianti ammessi agli incentivi del DM 6 luglio 2012 sfruttano l’energia idroelettrica.
Per il dettaglio degli impianti di produzione di energia elettrica, consulta l’argomento Energia nel tema Territorio.

Bilancio di energia elettrica

Nella figura 4 è schematizzato il bilancio elettrico piemontese, riferito all’anno 2013.

Figura 4
Bilancio elettrico per il Piemonte - anno 2013


Fonte: Terna

Emissioni da RISCALDAMENTO a legna

Per quanto riguarda le pressioni emissive legate al comparto riscaldamento1 è stata utilizzata l’ultima versione disponibile dell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA), che fa riferimento all’anno 2010.
Le emissioni dovute agli impianti termici civili concentrano il loro contributo nel semestre invernale e soprattutto in ambito urbano: la legna rappresenta il combustibile che contribuisce maggiormente alle emissioni di particolato primario (99%) e, insieme al gas naturale, risulta anche predominante per quanto riguarda le emissioni di ossidi di azoto.
Come si può osservare dalle carte tematiche di figura 5 - raffiguranti la distribuzione delle pressioni emissive legate al 

1 Macrosettore 02
riscaldamento a legna, sia per quanto riguarda gli ossidi di azoto (NOx espressi come NO2) che per quanto riguarda il particolato primario (PM10) - le emissioni si concentrano nei centri abitati nei quali risultano maggiormente diffuse le volumetrie residenziali riscaldate a legna.
Per una corretta valutazione degli impatti ambientali, l’analisi del contributo emissivo da parte dei diversi combustibili deve però tener conto dell’informazione sulla loro diffusione: il fabbisogno energetico per riscaldamento civile a livello regionale risulta infatti prevalentemente soddisfatto dall’utilizzo di metano e solo in minima parte dalla legna.

Figura 5
Emissioni da riscaldamento domestico a legna

Le pressioni emissive derivanti dai sistemi di riscaldamento a biomassa sono state elaborate a livello provinciale, rappresentando - nella figura 6 (NOx) e nella figura 7 (PM10) - il contributo da parte delle diverse tipologie di impianto: va però
ribadito che il differente contributo emissivo dipende non solo dai fattori di emissione associati alle diverse tecnologie impiantistiche, ma anche dalla loro rappresentatività sul territorio.

Figura 6
EMISSIONI DA RISCALDAMENTO A LEGNA: ossidi di azoto (NOx) - ripartizione provinciale - IREA 2010

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte

Figura 7
EMISSIONI DA RISCALDAMENTO A LEGNA: particolato primario (PM10), ripartizione provinciale - IREA 2010

Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte

Box di argomento
Impianti alimentati a biomassa per la produzione di energia elettrica e termica:
valutazione della qualità dell’aria sul territorio della provincia di Torino

Le iniziative di promozione a livello nazionale della produzione di energia da fonti rinnovabili finalizzate a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e le emissioni di gas climalteranti sono state seguite a livello locale da un elevato numero di richieste di autorizzazione e conseguente messa in esercizio di impianti alimentati a biomassa. Per quantificare l’impatto sulla qualità dell’aria di questi impianti che, per la loro tipologia e la natura dei combustibili utilizzati, presenta per alcuni inquinanti fattori emissivi superiori rispetto ai combustibili tradizionali, Arpa Piemonte su incarico della Provincia di Torino, ora Città metropolitana, ha realizzato uno studio che descrive il contributo alle concentrazioni atmosferiche degli impianti - presenti o autorizzati sul territorio provinciale - in funzione della diversa tipologia di alimentazione (biomassa solida, liquida e gassosa).
Le attività principali dello studio sono consistite in:
  • analisi territoriale, ossia individuazione e classificazione delle sorgenti emissive e definizione dei domini di studio;
  • caratterizzazione qualitativa e quantitativa delle emissioni delle diverse categorie di impianto, anche attraverso la realizzazione di campionamenti e determinazioni analitiche su macroinquinanti e microinquinanti, e assegnazione ai singoli impianti di ratei emissivi aderenti alle condizioni di reale funzionamento;
  • valutazione modellistica delle ricadute al suolo dei principali inquinanti, espresse in relazione agli indicatori definiti dalla normativa vigente.
Successivamente all’individuazione e alla georeferenziazione di tutti gli impianti presenti sul territorio della provincia di Torino, sono state selezionate due aree di studio (figura 8), collocate a nord-est e a sud-ovest del capoluogo, che includono complessivamente i 22 impianti di cui sono state stimate le ricadute al suolo; fra questi 5 sono alimentati a biomassa legnosa, 3 a biomassa liquida e 14 a biogas.

Figura 8
Aree di studio nord (a sinistra) e sud (a destra) con i relativi impianti a biomassa


La caratterizzazione delle emissioni degli impianti è stata realizzata a partire dall’analisi dei dati dei sistemi di monitoraggio in continuo delle emissioni (SME) quando esistenti, dai dati degli autocontrolli e da informazioni presenti nelle autorizzazioni e nei documenti progettuali. Inoltre, per 4 impianti ritenuti particolarmente significativi per dimensione e tipologia sono stati effettuati specifici campionamenti finalizzati a comprendere meglio la natura e la composizione delle emissioni: per ogni impianto scelto sono state effettuate una o più campagne di prelievo per la determinazione di IPA, PCDD/DF e PCB, condotte dal Polo specialistico Microinquinanti, e per la determinazione dei macroinquinanti (NOx, CO, polveri totali, COT, SOx, HCl e HF) e dei metalli, condotte dal Dipartimento di Torino.
Le simulazioni modellistiche, realizzate dal Dipartimento Sistemi Previsionali con un sistema modellistico integrato in grado di trattare gli inquinanti primari, hanno permesso di valutare le ricadute su base annua riferendosi alle condizioni di “normale funzionamento” degli impianti per l’anno 2013.

Ogni impianto è stato descritto singolarmente, sia dal punto di vista emissivo che dispersivo, attraverso la produzione di mappe tematiche che illustrano le ricadute al suolo ottenute a partire dai dati emissivi orari (quando disponibili attraverso gli SME) o dai dati emissivi medi annui.
I risultati delle simulazioni di dispersione, riportati a titolo di esempio per l’impianto a biomassa legnosa SIPEA di Rivarolo Canavese, sono stati espressi in due modalità:
mappe di concentrazione media annua (figura 9) e mappe del 99,8° percentile delle medie orarie di NOx per gli impianti dotati di SME;
mappe di diluizione (figura 10) che consentono, nota la concentrazione di un qualunque inquinante emesso a camino, di calcolare a posteriori, in condizioni meteorologiche ed emissive simili a quelle simulate, la concentrazione attesa al suolo applicando il rapporto di diluizione calcolato e riportato nella tabella associata alla mappa.

Figura 9
Mappa delle concentrazioni medie annuali di NOx. Scenario SME (Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni)

Figura 10
Mappa di diluizione delle concentrazioni medie annue. Scenario medio annuo


I risultati hanno evidenziato che gli impatti più rilevanti, limitatamente agli inquinanti primari, sono associati agli ossidi di azoto, con valori medi annui comunque sempre molto contenuti che generalmente non superano il valore di 1 µg/m³. Per quanto riguarda l’impatto degli altri inquinanti, le concentrazioni medie annue al suolo sono molto contenute e inferiori ai limiti di legge, qualora disponibili.

Consulta gli approfondimenti: