Fattori che influenzano lo stato della risorsa

INDUSTRIA

L’economia piemontese risente pesantemente delle incertezze presenti nel quadro macro-economico nazionale i cui effetti sono oggi molto evidenti, diretti e rapidi nel loro dispiegarsi. L’aumento della disoccupazione, il calo dei consumi, l’incertezza che pervade gli investimenti industriali, la minore spesa pubblica rappresentano la lunga coda della crisi finanziaria del 2008, che si è prima trasformata nella crisi del debito sovrano e poi nella crisi dell’economia reale. Per approfondimenti consulta la pubblicazione sul monitoraggio dell'andamento delle imprese piemontesi.

Il Rapporto sulla competitività dei settori produttivi di Istat rileva che gli ultimi mesi del 2014 hanno evidenziato deboli segnali di ripresa per l’economia italiana, in un quadro ancora caratterizzato da tendenze recessive che nel 2012-2013 hanno interessato sia l’industria manifatturiera sia i settori dei servizi maggiormente legati alla domanda industriale. In questo contesto, le prospettive di crescita a breve termine della nostra economia si giocano ancora, in gran parte, sul fronte della domanda estera e sull’intensità delle relazioni che legano il settore esportatore alle filiere nazionali.
I dati a consuntivo di Unioncamere Piemonte segnalano che il 2014 si chiude con un dato positivo per il tessuto manifatturierto regionale. Grazie soprattutto all’ottimo andamento dei mezzi di trasporto, il tessuto imprenditoriale regionale ha manifestato complessivamente una crescita tendenziale della produzione industriale. In crescita anche le industrie elettriche ed elettroniche le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche. Negative, invece, le performance degli altri comparti: il settore tessile e abbigliamento, le industrie dei metalli e del mobile. Torino è la realtà più vivace: grazie alla ripresa del comparto dei mezzi di trasporto, mostra infatti un consistente aumento della produzione; segue Vercelli, Cuneo e Alessandria. Appare sostanzialmente stabile la performance produttiva delle imprese manifatturiere di Novara, mentre sono negative le variazioni di Biella, Asti e del Verbano Cusio Ossola. Rispetto all’andamento del 2013, nel primo semestre dell’anno in corso si conferma la sostenuta dinamica dell’export della provincia di Torino, collegata alla dinamica favorevole del settore automotive. Nelle altre province si osservano variazioni positive, ad eccezione di Vercelli e Alessandria, entrambe in calo.

UNITÀ LOCALI

Le unità locali in Piemonte nel 2013 sono complessivamente 141.878 di cui il 56% è rappresentato dalla categoria delle costruzioni e il 40% dall’industria manifatturiera.

Nel 2005 questi rapporti erano più ravvicinati con il 50% nella categoria delle costruzioni e il 48% nell’industria manifatturiera.
I dati delle unità locali sono relativi alla classificazione delle attività Ateco adottata dall’Istat per le rilevazioni di carattere economico. La provincia di Torino è quella con il più elevato numero di unità locali (70.853), soprattutto nel settore delle costruzioni e delle industrie manifatturiere, seguita dalle province di Cuneo e di Alessandria.

Figura 1
Unità locali delle imprese per attività economica (Ateco 2007) - anno 2013

k: migliaia

Fonte: InfoCamere, banca dati Stock view, Telemaco

Figura 2
Unità locali delle principali imprese per attività economica (Ateco 2007) - anni 2005-2013

k: migliaia

Fonte: InfoCamere, banca dati Stock view, Telemaco

Addetti nell'industria

Gli addetti nell’industria nel 2012 sono 526.397 (in diminuzione di 18.000 unità rispetto all’anno precedente) di cui il 72% è impiegato nell’industria manifatturiera, il 24% nelle costruzioni e il rimanente 4% nella altre attività industriali. Per quanto riguarda la suddivisione provinciale, la provincia di Torino è quella con il più elevato numero di addetti (oltre 257mila), seguita dalle province di Cuneo (85mila addetti) e di Alessandria con 50mila.

Figura 3
Addetti alle unità locali delle imprese per attività economica - anno 2012

k: migliaia

Fonte: Istat

Figura 4
Addetti alle unità locali delle imprese – anni 2001-2012


k: migliaia

Fonte: Istat

Emissioni da Industria

Per quanto riguarda le pressioni emissive legate al comparto industriale è stata utilizzata l’ultima versione disponibile dell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA), che fa riferimento all’anno 2010.

Per la quantificazione delle emissioni industriali è stata presa come riferimento la classificazione delle attività economiche ATECO (strumento di codifica adottato da tutto il mondo della statistica ufficiale che consente di attribuire un codice sulla base di una descrizione sintetica dell'attività economica) adottata da Arpa Piemonte per quanto riguarda gli indicatori ambientali legati all’industria: estrazione di minerali[1], attività manifatturiere[2], produzione industriale di energia elettrica[3], trattamento industriale delle acque e dei rifiuti[4].

La distribuzione delle emissioni industriali di particolato primario (PM10) e di ossidi di azoto (NOx espressi come NO2) risulta ovviamente connessa alla localizzazione sul territorio delle grandi attività produttive. In particolare, nel territorio piemontese, gli ossidi di azoto sono collegati alla presenza di centrali termoelettriche e di cementifici e alle lavorazioni dei prodotti petroliferi, del vetro e dei laterizi, mentre il particolato primario può essere rapportato alla presenza di industrie per la produzione e lavorazione del poliestere, di industrie cartarie, del ferro e dell’acciaio.

[1] SNAP: Macrosettore 05
[2] SNAP: Macrosettori 03,04 e 06
[3] SNAP: Settori 01.01, 01.02, 01.04
[4] SNAP: Attività 09.02.01, 09.04.05, 09.04.06, 09.09.02, 09.10.08

Figura 5
Emissioni da attività produttive (per tipologie produttive e per inquinanrti)

Per approfondimenti consulta la sezione dedicata del sito web della Regione Piemonte, dove è possibile trovare le informazioni inerenti il comparto delle attività produttive.