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SITI CONTAMINATI

L’insieme dei siti sui quali si è concluso il procedimento di bonifica rappresenta la risposta in termini di azioni di rimedio alla pressione esercitata dai siti contaminati così come la conclusione del procedimento di bonifica di un sito costituisce il riconoscimento che la situazione ambientale del sito stesso è accettabile in termini di rischio sanitario-ambientale, sulla base di standard validi a livello nazionale.
La normativa italiana di riferimento è il DLgs 152/06Norme in materia ambientale”, che ha recepito le direttive comunitarie nella Parte IV, Titolo V “Bonifiche di siti contaminati” e nella Parte VI “Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente”, strettamente correlata ai siti contaminati. Tale ultimo riferimento normativo ha subito ripetute revisioni e integrazioni per allinearsi alla normativa comunitaria.
L'impegno della Regione Piemonte è volto ad assicurare, innanzitutto, la continuazione delle operazioni di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (SIN) presenti sul territorio piemontese.
Attualmente i SIN sul territorio piemontese sono 5: dopo il derubricamento del sito “Basse di Stura” di Torino (Decreto MATTM 11 gennaio 2013) essi contano l’ex sito estrattivo di Balangero e Corio, l’ex stabilimento Eternit di Casale Monferrato, l’ex stabilimento Enichem di Pieve Vergonte, l’ ex Ecolibarna di Serravalle Scrivia e gli interventi lungo la valle Bormida, legati alla ex ACNA di Cengio e Saliceto.
È da segnalare in particolare che, anche sulla scorta del lavoro condotto a livello locale nel corso del 2014, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha accordato lo stanziamento di risorse per circa 80 milioni di euro che potranno consentire il completamento delle bonifiche dei siti di Balangero e di Casale Monferrato nell'arco dei prossimi anni.
Nel box di apprendimento viene descritto lo stato di avanzamento delle attività previste dal progetto operativo di bonifica del SIN di Pieve Vergonte.

Per maggiori dettagli consulta la pagina web dedicata della Regione Piemonte.

BOX DI ARGOMENTO
IL SITO DI BONIFICA DI INTERESSE NAZIONALE EX ENICHEM DI PIEVE VERGONTE

Il Progetto Operativo di Bonifica del sito industriale
Il Progetto Operativo di Bonifica (POB) di questo Sito di Bonifica di Interesse Nazionale (SIN) riguarda le aree occupate dal sito industriale (ex Enichem) di Pieve Vergonte e le aree ubicate a nord dello stabilimento, non di proprietà Syndial, aventi attualmente destinazione varia (agricola, residenziale e produttiva). Queste ultime saranno oggetto della deviazione del Torrente Marmazza e della posa del dreno di monte.
Le aree del sito sono state caratterizzate con indagini condotte nel periodo 1995-1999 ed integrate, ai sensi del DLgs 152/06 e s.m.i., nel 2006. Nelle aree a nord, interessate dalla deviazione del torrente Marmazza sono state effettuate, nel 2012, indagini preliminari concordate con la Provincia del VCO ed Arpa Piemonte.
Nel 1999, per la messa in sicurezza d’emergenza del sito, è stata realizzata una barriera idraulica composta da 31 pozzi per contenere la propagazione della contaminazione della falda verso valle. Tale barriera è mantenuta operativa e controllata continuativamente con monitoraggi qualitativi della falda. Nel periodo 2005-2009 sono stati eseguiti ulteriori interventi di messa in sicurezza: la pulizia del tratto tombinato e l’impermeabilizzazione dell’alveo del torrente Marmazza; la demolizione dei fabbricati “sala Krebbs” ed “ex DDT” quali sorgenti primarie di contaminazione.
Nel contempo Syndial ha redatto il POB del sito valutato nell’ambito del procedimento istruttorio di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM).
I lavori del POB (rappresentati nella figura 1) avranno una durata complessiva di 12 anni e sinteticamente prevedono:
  • realizzazione preliminare del nuovo alveo del torrente Marmazza e del dreno di monte per la messa in sicurezza idraulica del sito; i terreni parzialmente contaminati originati dallo scavo verranno inizialmente stoccati e quindi trattati e recuperati all’interno del sito in bonifica stesso;
  • mantenimento del sistema di contenimento idraulico della falda esistente e la sua implementazione con la realizzazione di una nuova barriera idraulica nell’area ANAS; a tale scopo verrà preliminarmente ampliato l’esistente impianto di trattamento delle acque di falda (TAF);
  • asportazione dei terreni contaminati presenti nelle aree ANAS, VF, AE e mensa;
  • interventi di Air Sparging e Soil Vapour Extraction (AS/SVE) per la progressiva riduzione della massa di inquinanti presenti nei terreni e in falda in area AI (ex Tessenderlo ora Hydrochem);
  • stoccaggio e trattamento dei terreni scavati, nell’impianto di soil washing, e il loro recupero come materiale da riutilizzare per i reinterri;
  • realizzazione di un impianto di confinamento dei rifiuti prodotti dalle diverse attività precedentemente elencate.

Figura 1
Aree di intervento del POB (fonte POB - Syndial)

È in corso, da parte di Syndial, la progettazione esecutiva degli interventi previsti e approvati. Syndial ha pianificato, come prescritto, l’esecuzione di prove pilota dell’impianto di trattamento dei terreni presso impianti terzi autorizzati esterni al sito. Tali prove sono previste nel breve periodo e prevedono l’esecuzione di scavi nel sito di limitato volume (500-600 m3) e il trasporto presso i predetti impianti. Il controllo di tali attività sarà effettuato dalla Provincia del VCO col supporto di Arpa.
Inoltre, nell’ambito del monitoraggio ambientale dei potenziali impatti degli interventi previsti nel POB nelle aree circostanti il sito industriale, si prevede che Arpa Piemonte agisca da Ente di supervisione e validazione di tutte le attività di monitoraggio di Syndial relative alle diverse matrici ambientali di riferimento: aria, acque superficiali, acque sotterranee.
Saranno valutati in particolare i seguenti aspetti: qualità dell’aria; ricadute al suolo; clima acustico; qualità dei corpi idrici sotterranei; qualità, chimica ed ecologica, dei corpi idrici superficiali (torrente Marmazza e fiume Toce).
Inoltre, per la problematica del bioaccumulo degli inquinanti, Arpa svolgerà una attività di controllo relativa al fiume Toce. Le attività legate alla fase ante operam sono iniziate da parte di Arpa Piemonte nel gennaio 2015 con prime campagne di monitoraggio delle deposizioni atmosferiche con deposimetri e campionatori attivi ad alto volume (marzo 2015) e con la prima campagna di indagine legata al bioaccumulo lungo il Toce (in programma in aprile 2015).
Successivamente, in fase di esercizio delle opere, Arpa Piemonte sarà ulteriormente coinvolta in tutte le attività di controllo legate alle specifiche autorizzazioni integrate ambientali dei singoli impianti di recupero e smaltimento rifiuti.
Le aree esterne - Fiume Toce e Laghi Maggiore e di Mergozzo

Il POB, descritto in precedenza, non comprende le aree esterne del SIN (figura 2), perimetrate con DM del 10/01/2000, per le quali l’iter istruttorio del procedimento di bonifica non è attualmente ancora completato.

Figura 2
Aree esterne del SIN di Pieve Vergonte

La caratterizzazione operata sui sedimenti del Fiume Toce e dei Laghi Maggiore e di Mergozzo è iniziata nel 2009 ed è proseguita con campagne di approfondimento nel 2010 e nel 2012-2013. È stato valutato lo stato chimico, ecotossicologico ed ecologico, dei sedimenti, dell’acqua e della comunità ittica. È stato inoltre condotto uno specifico approfondimento d’indagine per determinare le dinamiche di bioaccumulo e di biomagnificazione degli inquinanti persistenti quali DDT, esaclorobenzene e mercurio. Tutte le attività svolte sono state concordate con specifici protocolli e supervisionate in campo da Arpa Piemonte col supporto del CNR-ISE di Pallanza - Verbania e del CNR-IRSA di Brugherio (MB). Sono state raccolte circa 200 carote di sedimento, da cui sono stati ricavati oltre 1.000 campioni per la analisi chimiche e di datazione radiochimica. Particolare attenzione è stata posta alle indagini della foce del Toce con il prelievo di carote di lunghezza fino a 8 m.
Le attività di caratterizzazione sono terminate nel 2013, le risultanze analitiche sono state definitivamente validate da Arpa Piemonte nel 2014 come richiesto dal MATTM.
Nel 2013 Syndial ha proposto al MATTM di istituire un tavolo tecnico di confronto con gli Enti di supporto tecnico-scientifico per:
  • individuare, in accordo con le richieste del MATTM e di Arpa, la presenza di potenziali sorgenti secondarie di contaminazione ancora attive lungo il Toce e quantificare l’attuale apporto di DDT e mercurio trasportato dal fiume al lago;
  • definire, stante lain mancanza di riferimenti normativi cogenti, le linee guida per la valutazione del rischio ecologico relativo al sistema Toce/Lago;
  • progettare una rete di monitoraggio ecologica, idrologica e sedimentologica per seguire costantemente l’evoluzione dello stato di contaminazione nei vari comparti del sistema.
La conferenza dei Servizi tenutasi presso il MATTM il 15/01/2014 dà il via al citato tavolo tecnico che viene coordinato da Arpa Piemonte con il coinvolgimento di Syndial, degli Enti locali, e degli altri Enti di supporto tecnico-scientifico ISS, ISPRA, CNR-IRSA e CNE-ISE.
Il tavolo si è occupato della valutazione degli studi condotti da Syndial e ha attivamente lavorato per la definizione del modello per l’analisi del rischio ecologico. È stata definita l’assenza di rischio legato all’esaclorobenzene, e attualmente sono in fase di definizione le soglie di rischio per il DDT ed il mercurio.
Nel luglio 2014 sono state eseguite indagini di campo, specificatamente richieste dal tavolo, lungo le aree golenali del Toce a conferma degli studi sedimentologici e geomorfologici effettuati. Le indagini sono state concordate e svolte con la supervisione di Arpa Piemonte. I risultati delle indagine sono ora oggetto delle valutazioni degli Enti.
Sono state concordate indagini di campo per la valutazione della stabilità geotecnica della foce del Toce al fine di verificare l’assenza di potenziali risospensioni del sedimento contaminato depositato in profondità. È stata progettata una stazione automatica di campionamento del trasporto solido del F. Toce, vettore principale della contaminazione di interesse. Queste ultime attività sono previste nel breve e saranno seguite in campo da Arpa.
La conclusione di lavori del tavolo tecnico è prevista per giugno 2015.

L'impegno di Regione sui siti contaminati

L’insieme dei siti sui quali si è concluso il procedimento di bonifica rappresenta la risposta in termini di azioni di rimedio alla pressione esercitata dai siti contaminati così come la conclusione del procedimento di bonifica di un sito costituisce il riconoscimento che la situazione ambientale del sito stesso è accettabile in termini di rischio sanitario-ambientale, sulla base di standard validi a livello nazionale.

La normativa italiana di riferimento è il DLgs 152/06 “Norme in materia ambientale”, che ha recepito le direttive comunitarie nella Parte IV, Titolo V “Bonifiche di siti contaminati” e nella Parte VI “Norme in materia di tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente”, strettamente correlata ai siti contaminati che ha subito ripetute revisioni e integrazioni per allinearsi alla normativa comunitaria.
L'impegno della Regione Piemonte è volto ad assicurare, innanzitutto, la continuazione delle operazioni di bonifica dei Siti di Interesse Nazionale (SIN) presenti sul territorio piemontese.
Con Decreto 11 gennaio 2013, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha approvato l'elenco dei siti che non sono più considerati tra i SIN di interesse nazionale, escludendo dall’elenco il sito di “Basse di Stura” di Torino. Sono diventati così 5 i SIN piemontesi su cui continuano le operazioni: Balangero, Casale Monferrato, Pieve Vergonte, Serravalle Scrivia e gli interventi lungo la valle Bormida, legati alla ex ACNA di Cengio e Saliceto.
È da segnalare in particolare che, anche sulla scorta del lavoro condotto a livello locale nel corso del 2014, il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha accordato lo stanziamento di risorse per circa 80 milioni di euro che potranno consentire il completamento delle bonifiche dei siti di Balangero e di Casale Monferrato nell'arco dei prossimi anni.


Contributi per le bonifiche di siti contaminati

La Regione Piemonte ha adottato, con LR 42/00, il Piano regionale per la bonifica delle aree inquinate. In base all’art. 16 della suddetta legge, nel corso del 2014 è stata data continuità alle attività relative al finanziamento degli interventi di messa in sicurezza, caratterizzazione e bonifica realizzati in danno da Comuni e Province.

Mappatura della presenza naturale di amianto ai sensi del DM 101/2003
Sulla base del lavoro svolto nel corso degli anni in materia di amianto, nell'autunno del 2014 la Regione ha avviato la revisione del Piano regionale amianto previsto dalle L 257/92 e L 30/08.
Nel giugno 2015 la Giunta ha quindi adottato la bozza del Piano e l'ha presentata al Consiglio regionale, ai fini dell'esame e dell'approvazione.
Il Piano, che avrà validità di 5 anni, tratta tematiche di natura ambientale e sanitaria. In particolare, la componente ambientale del Piano ha ad oggetto le attività di mappatura e censimento, lo smaltimento dell'amianto, gli indirizzi per agevolare il processo di deamiantizzazione del territorio, la bonifica dei siti di interesse nazionale ed in generale dei manufatti contenenti amianto.
Per quanto riguarda la mappatura delle zone del territorio regionale interessate della presenza di amianto ai sensi del DM 101/03, il Piano proposto tiene conto del lavoro costantemente svolto da Arpa Piemonte. Si segnala, a tal riguardo, il significativo impulso dato alla mappatura della presenza di amianto di origine antropica nel corso del 2014, che ha riguardato l'individuazione di circa 120.000 punti con potenziale presenza di amianto, sui quali sono successivamente effettuate attività di verifica e sopralluogo.
È altresì da rilevare che a maggio 2015 la Giunta regionale, sentito il Consiglio regionale, ha definito i criteri per la destinazione di fondi ai Comuni, singoli o associati, per l'attivazione di servizi di raccolta e smaltimento di quantitativi di manufatti contenenti amianto nell'ambito del sistema regionale di gestione dei rifiuti.

Inquinamento diffuso - Valori di fondo naturale ed antropico
È stato portato a conclusione il progetto relativo alle problematiche dell’inquinamento diffuso, per l’individuazione dei valori di fondo naturale e antropico di determinati inquinanti nelle acque sotterranee e nel suolo.
Le informazioni acquisite costituiscono un'importante base di dati, utile per una concreta applicazione nell'ambito dei procedimenti di bonifica.