Fattori che influenzano lo stato della risorsa

RADIAZIONI IONIZZANTI

Nell'ambito del monitoraggio ambientale, una particolare attenzione è rivolta all'acqua potabile: il suo ingente consumo da parte della popolazione può infatti rendere potenzialmente critiche anche situazioni di moderata contaminazione. In situazioni normali, tuttavia, è molto difficile che la radioattività di origine artificiale vada ad inquinare significativamente gli acquiferi di approvvigionamento di acqua potabile: il severo regime autorizzativo e di controllo degli scarichi dei reflui radioattivi, basati su precise formule di scarico calcolate sulla ricettività ambientale, rende infatti questa eventualità piuttosto remota. La radioattività di origine naturale può invece essere presente, talvolta in modo significativo, nelle acque potabili, soprattutto quelle di origine sotterranea. Il monitoraggio della radioattività naturale avviene attraverso la misura dell’attività alfa totale e dell’attività beta totale.
. Le Linee Guida regionali, in applicazione del DLgs 31/01, affermano, sulla base di misure ambientali effettuate negli anni precedenti, che la misura della concentrazione di trizio nelle acque destinate al consumo umano non è necessaria, in quanto i livelli ambientali sono ampiamente inferiori al limite di concentrazione riportato sul DLgs 31/01stesso (100 Bq/l).
Arpa monitora da diversi anni i principali acquedotti piemontesi con l’ausilio delle ASL territorialmente competenti che curano il prelievo dei campioni. Al momento è stato quasi interamente coperto l’intero territorio regionale, come si rileva dalla figura 1.

Figura 1
Punti di misura delle analisi di radioattività nelle acque

Dalle analisi effettuate (circa 1.000 in tutto il Piemonte) non sono emersi casi di superamento del limite di dose per le acque potabili; anzi i valori calcolati per ciascuna provincia sono di gran lunga inferiori a 0,1 mSv/anno, il valore di “dose efficace indicativa”, stabilito dalla normativa italiana (Legge 31/01).

Consulta le analisi che vengono effettuate sulle acque potabili alla pagina Uso civile delle acque
NORMATIVA
  • Europea: Guidelines for drinking water, 4th edition, WHO, Geneva, 2011.
  • Italiana: DLgs 31/01.
  • Regionale: Linee Guida per l’applicazione del DLgs 31/01.


BOX DI ARGOMENTO
CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELL’ACQUA DI FALDA SUPERFICIALE A SALUGGIA

Il sito nucleare di Saluggia (VC) manifesta un’alta criticità dal punto di vista radioprotezionistico, dal momento che:
  • si trova nell’area di esondazione del fiume Dora Baltea;
  • la zona è caratterizzata da un’alta vulnerabilità della falda acquifera superficiale;
  • vi è stoccata una grande quantità di rifiuti radioattivi - sia allo stato solido che liquido - e di combustibile nucleare irraggiato;
  • è situato a circa 1,5 km a monte del campo pozzi di uno dei più grandi acquedotti del Piemonte, l’Acquedotto del Monferrato.
Presso il sito è stata riscontrata - a partire dal 2006 - la presenza di Sr-90, Co-60, Cs-137 e H-3 nell’acqua di falda superficiale prelevata a valle degli impianti. Mentre è noto che la contaminazione da Co-60 è imputabile ad un incidente occorso nel 1986 presso il Complesso Sorin, molteplici sono le possibili fonti di rilascio di contaminanti in falda, alcune delle quali non sono ad oggi state puntualmente individuate. L’area alla quale nel corso degli ultimi anni si è prestata maggiore attenzione è all’interno del Complesso Sorin ed è costituita dalle celle calde di manipolazione di sorgenti ad alta attività, dal deposito temporaneo di rifiuti radioattivi di I e II categoria e dal bunker dove sono stoccati i rifiuti provenienti dal decommissioning del reattore Avogadro.
I valori delle concentrazioni riscontrati non sono significativi dal punto di vista radioprotezionistico, e in particolare non costituiscono un rischio per la popolazione, ma rappresentano un importante indicatore ambientale di alcune criticità impiantistiche. Il calcolo della dose agli individui di riferimento della popolazione non ha mai evidenziato il superamento del limite di non rilevanza radiologica di 10 microSv/anno.
Nella mappa sono riportati i punti di controllo dell’acqua di falda superficiale presso il sito nucleare di Saluggia secondo il programma di monitoraggio straordinario concordato con la Regione Piemonte e condiviso dal Tavolo Tecnico istituito presso la Regione Piemonte stessa. Il campo pozzi dell’Acquedotto del Monferrato è situato nell’area in basso a destra.

Figura 2
Sito nucleare di Saluggia, punti di controllo dell’acqua di falda superficiale

Per dare una risposta alla problematica della presenza dei radionuclidi nell’acqua di falda superficiale a Saluggia, a partire dal 2006  è stato istituito un “Tavolo Tecnico nucleare” dedicato. Al Tavolo siedono la Regione, ISPRA, Arpa, le Prefetture, le Province e i Comuni interessati, gli esercenti nucleari, l’Autorità d’Ambito n. 5 ed il Consorzio dei Comuni per l’Acquedotto del Monferrato. Gli incontri si sono intensificati nel corso degli anni e hanno affrontato le problematiche inerenti l’intero comprensorio (Siti nucleari). Le attività di monitoraggio radiologico della falda superficiale e le indagine impiantistiche e documentali presso gli impianti, coordinate dal Tavolo, hanno evidenziato la presenza di situazioni che necessitano di intervento e hanno dato l’impulso ad avviare le necessarie azioni di rimedio, finalizzate ad incrementare la sicurezza e a determinare un complessivo riordino del sito.

Per approfondimenti:
Relazioni tecniche di dettaglio