Fattori che influenzano lo stato della risorsa

RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Con il termine radiazione vengono indicati un insieme di fenomeni caratterizzati dal trasporto di energia nello spazio. Tutte le diverse forme di radiazione riconducibili alla propagazione di onde elettromagnetiche sono rappresentate nel cosiddetto “spettro elettromagnetico” (figura 1) in funzione della loro lunghezza d’onda o frequenza.

Figura 1
Spettro della radiazione elettromagnetica



Lo spettro elettromagnetico include due grandi categorie di radiazioni: le “radiazioni ionizzanti”, che hanno energia tale da ionizzare la materia sulla quale incidono e le “radiazioni non ionizzanti” che non possono produrre l’effetto di ionizzazione (frequenze più basse nello spettro).
A loro volta, tra le radiazioni non ionizzanti si possono distinguere le radiazioni riconducibili alla luce visibile, infrarossa e ultravioletta (radiazione ottica), da quelle che comunemente vengono denominate “Campi Elettromagnetici”.
Per quanto riguarda la radiazione ottica, particolare interesse per
l’elevato impatto sanitario hanno le radiazioni ultraviolette, prodotte dal sole ma anche da sorgenti artificiali quali le lampade per abbronzatura.
Per quanto riguarda i campi elettromagnetici, Arpa monitora e controlla le sorgenti ad impatto generale sulla popolazione, quali gli elettrodotti e gli impianti per telecomunicazioni, ma ha anche recentemente partecipato a progetti di valutazione dell’esposizione ai telefoni cellulari e di sensibilizzazione nelle scuole su questo tema.

Sviluppo in chilometri delle linee elettriche in rapporto all’area

I chilometri di linee elettriche ad alta tensione sul territorio piemontese dovrebbero essere definiti sulla base del catasto degli elettrodotti, formalmente istituito con la DGR 86-10405 del 22/12/2008. Tale catasto non è però ancora ad oggi operativo, pertanto l’analisi che segue è fondata sulla base dati a disposizione di Arpa, aggiornata grazie alla partecipazione ai procedimenti di Valutazione d’Impatto Ambientale e/o autorizzativi per i nuovi elettrodotti.
L’indicatore resta globalmente quasi invariato rispetto agli anni precedenti (con un valore medio di 0,07 km di linea per km2 di superficie). In effetti, la realizzazione di nuove linee è quasi sempre associata allo smantellamento di vecchie porzioni di rete all’interno di progetti di ammodernamento e razionalizzazione, per cui mediamente il bilancio rimane costante.
La mappa riporta la distribuzione sul territorio delle linee ad alta e altissima tensione (da 130 kV in su), sovrapposta ad una mappa dei comuni colorata in base al valore di un punteggio di criticità. Tale punteggio è stato ricavato calcolando i km di linee che, per ciascun comune, attraversano aree edificate. Esso risulta pertanto basso sia nei comuni in cui vi sono poche linee, sia in quelli in cui transitano diverse linee che restano però fuori dalle zone abitate. È invece più elevato, ad indicare la potenziale esposizione ai campi elettrici e magnetici di un maggior numero di persone, laddove le linee transitano in molte aree edificate nel territorio comunale.

Figura 2
Rete ad alta e altissima tensione. I punteggi di criticità dei comuni sono calcolati
sulla base della presenza di linee elettriche in aree edificate



Apri la mappa a schermo intero >

Fonte: Arpa Piemonte

L’analisi della mappa evidenzia come, pur essendo la rete elettrica ad alta tensione abbastanza uniformemente distribuita sul territorio regionale, le aree maggiormente impattate dalla rete ad alta tensione siano le grandi aree urbane e alcune valli montane, dove il passaggio delle linee in prossimità di aree edificate è in qualche modo “forzato” dalle caratteristiche del territorio.

BOX di argomento
Interventi sulla rete ad alta e altissima tensione realizzati nel 2014

Una modifica significativa della rete ad alta e altissima tensione sul territorio è stato portata a termine proprio nel 2014: si tratta della razionalizzazione della rete 220 kV della città di Torino. Questo progetto ha comportato il rifacimento e la riorganizzazione della rete ad alta tensione presente a Torino sia in aereo sia in cavo interrato, sviluppato negli anni tra il 2010 e il 2014. Se complessivamente non è molto variata la lunghezza delle linee, è invece cambiata positivamente la condizione di esposizione della popolazione. Infatti i nuovi elettrodotti sono stati progettati mettendo in atto le azioni di mitigazione necessarie non solo per garantire il rispetto dell’obiettivo di qualità fissato dal DPCM 08/07/2003, ma anche per minimizzare l’esposizione nell’ottica della politica della Prudent Avoidance.

Figura 3
Razionalizzazione della rete 220 kV della città di Torino - Prima dell'intervento

Fonte: Piano di Sviluppo Terna

Figura 4
Razionalizzazione della rete 220 kV della città di Torino - Dopo l'intervento


Fonte: Piano di Sviluppo Terna
Si osservano in particolare alcune modifiche: realizzazione delle nuove stazioni elettriche Martinetto, Politecnico, Salvemini, Gerbido e conseguente ridistribuzione delle linee in cavo interrato (tratteggiate in verde); smantellamento del tratto di linea Rosone-Sud Ovest che interessa l’area a nord-ovest di Torino; modifica del tracciato delle linee T216 Rosone-Grugliasco e T217 Martinetto-Moncalieri con conseguente minore impatto nel comune di Pianezza
Ad oggi sono stati interessati ad intervento di razionalizzazione (realizzazione nuove linee e smantellamento delle vecchie) circa 45 km di linee tra aeree e interrate, per un totale di una decina di elettrodotti e 4 stazioni elettriche.
Nell’ambito di questo progetto, inoltre, sono state interrate tratte di linea che in precedenza erano aeree (ad es. nel parco della Pellerina), garantendo così un miglioramento visivo, oltre ad una riduzione dell’esposizione grazie all’inserimento di schermature dei cavi interrati ove necessario.
Alcuni interventi non sono ancora stati realizzati, ma sono già in fase di progettazione.
Un intervento che ha invece comportato un aumento dei km di linee sul territorio della regione è stato la realizzazione della linea 380 kV Trino – Lacchiarella (circa 80km di linea in totale, di cui una trentina in territorio piemontese).

Densità di impianti per telecomunicazioni

La densità di impianti, durante il 2014 e inizio 2015, ha mostrato ancora un aumento per le SRB (telefonia), mentre si conferma la tendenza ad una leggera diminuzione della densità di antenne Radio-Tv.
Questi due diversi andamenti sono certamente da correlare con il forte incremento della copertura dei servizi dati a banda larga per la telefonia e con l’ottimizzazione della copertura della televisione digitale terrestre per quanto riguarda le antenne radio tv.

Figura 5
Andamento della densità di impianti di telefonia

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 6
Andamento della densità di impianti radiotelevisivi

Fonte: Arpa Piemonte
Su tutta la regione la densità di impianti radio tv è ulteriormente diminuita (circa 4% rispetto all’anno precedente), mentre la densità di SRB si è incrementata mediamente del 3,8% circa.

Nella figura 7 viene riportata la densità di impianti a livello comunale al 2015. Negli anni si è evidenziato un aumento medio del valore di densità, concentrato maggiormente nelle pianure delle province di Torino, Novara, Asti e Cuneo.
In particolare, è aumentato il numero di comuni con densità di impianti comprese tra 0,3 e 1 impianto/km2

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali in relazione alla Densità degli impianti di telecomunicazione.

Figura 7
Campi elettromagnetici - anno 2015

Nella figura 7 sono visualizzabili numerose informazioni relative ai Campi elettromagnetici (Impianti TLC, Centraline di rilevazione, Misure, Elettrodotti, Densità impianti). Per aprire la mappa di interesse occorre cliccare sulla tendina in alto a destra Aggiungi/Togli temi.
I dati sono aggiornati settimanalmente.

Potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni

La potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni, parametro correlabile con l’intensità di campo elettromagnetico irradiata, ha avuto negli anni andamento crescente. Fino al 2011, il contributo preponderante è stato quello degli impianti radiotelevisivi. A partire dal 2012, però, la potenza complessiva di questa tipologia di impianti è andata stabilizzandosi intorno ad un valore di 1,2 milioni di W (con una leggera flessione verso il basso), mentre ha continuato a crescere la potenza delle stazioni radiobase. Quest’ultima è in effetti passata da un contributo pari al 34% del totale nel 2006 al 60% del totale nel 2015 (superando decisamente il contributo degli impianti radiotelevisivi).

Figura 8
Andamento nel tempo della potenza installata su tutto il territorio regionale (impianti radiotelevisivi e di telefonia e valore complessivo)

Fonte: Arpa Piemonte

Per quanto riguarda la potenza complessiva degli impianti di telefonia, si può osservare nella figura 9 la percentuale di incremento in ciascun anno in rapporto alla potenza totale rilevata a marzo 2015.

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali in relazione alla Potenza degli impianti di telecomunicazione.

Figura 9
Percentuale di incremento annuo di potenza degli impianti per telefonia in rapporto alla potenza totale rilevata a marzo 2015

Fonte: Arpa Piemonte
È possibile rilevare come (a parte il 2005 in cui si ebbe un incremento netto legato all’implementazione della rete 3G) l’aumento di potenza si sia concentrato negli ultimi anni a partire dal 2011. Le esigenze di sviluppo della rete, con l’implementazione del 4G e la fornitura di sempre maggiori coperture territoriali e tipologie di servizi, hanno fortemente influenzato questo parametro. In effetti, proprio in risposta a queste esigenze e a seguito delle pressioni esercitate dai gestori di telefonia mobile, nel 2012 il DL 221 ha modificato la normativa per la protezione della popolazione, introducendo il concetto di esposizione media su 24 ore e, di fatto, permettendo l’incremento dei livelli di esposizione rispetto ai limiti allora vigenti per alcune ore al giorno.
Al fine di poter seguire l’andamento dell’implementazione dei nuovi sistemi a banda larga, viene introdotto da quest’anno il monitoraggio della potenza complessiva a livello regionale per ciascun sistema di telefonia: 2G (GSM e DCS), 3G (UMTS) e 4G (LTE).
Si può vedere dalla figura 10 come i sistemi 2G impegnino ancora quasi la metà della potenza installata, mentre circa il 40% della potenza è impiegata dai sistemi 3G. È salita al 13% negli ultimi due anni circa la potenza dei nuovi sistemi 4G.

Figura 10
Percentuale di potenza degli impianti per telefonia dedicata alle 3 tipologie di sistema ad oggi utilizzate

Fonte: Arpa Piemonte

Livelli di campo elettromagnetico misurati

Sono stati misurati i livelli di campo magnetico e di campo elettrico su tutto il territorio regionale in prossimità degli elettrodotti e degli impianti di telecomunicazione per valutare il livello di esposizione al quale è esposta la popolazione piemontese.

SORGENTE: ELETTRODOTTI


Tabella 1
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003

Limite campo magnetico

100 µT

Valore di attenzione campo magnetico (mediana 24h)

10 µT

Obiettivo di qualità campo magnetico (mediana 24h)

3 µT

µT = microTesla

Figura 11
Misure di campo magnetico effettuate fino a fine 2014



Fonte: Arpa Piemonte

Dalla mappa con i punti di misura del campo magnetico a bassa frequenza generato da elettrodotti si può osservare come Arpa abbia concentrato l’attività di monitoraggio e controllo nelle aree maggiormente impattate dalla presenza della rete ad alta e altissima tensione.

Per quanto riguarda i livelli di campo magnetico misurati, si riporta il grafico relativo alle misure tra gli anni 2010-2014: ad oggi, il 47% circa delle misure ha rilevato valori sostanzialmente non significativi di esposizione (<0,5 µT), mentre l’89% delle misure ha rilevato valori di campo magnetico inferiori all’obiettivo di qualità fissato dal DPCM 08/07/2003 (3 µT). La situazione è rimasta pressoché invariata in rapporto ai risultati delle misure precedenti al 2010.

Figura 12
Livelli di campo magnetico (µT) misurati tra il 2010 e il 2014

Fonte: Arpa Piemonte

Tabella 2
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003

Limite campo elettrico

5.000 V/m

V/m = volt su metro 

Per quanto riguarda i livelli di campo elettrico misurati, nel corso del 2014 non sono stati riscontrati superamenti del limite. La situazione resta perciò la stessa rilevata lo scorso anno.

Figura 13
Rete ad altissima tensione (220 kV e 380 kV) con i punti di superamento del limite di campo elettrico,
riscontrati complessivamente negli ultimi 10 anni



Fonte: Arpa Piemonte

SORGENTE: IMPIANTI PER TELECOMUNICAZIONI


Tabella 3
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003

Limite campo elettrico

20 V/m

Valore di attenzione campo elettrico

6 V/m

Obiettivo di qualità campo elettrico

6 V/m

Dai risultati delle misure effettuate sul territorio si possono determinare le distribuzioni percentuali dei livelli di campo elettromagnetico presenti nelle diverse condizioni di esposizione. Il dato in figura 14 indica in quale percentuale del totale di misure effettuate nel 2014 il livello di campo elettrico rilevato è compreso in alcuni intervalli di valori predefiniti. Tali dati, rilevati a seguito di richieste specifiche dei cittadini o di azioni di controllo sugli impianti, sono rappresentavi delle situazioni di maggiore esposizione e non dell’esposizione media della popolazione.
I livelli di campo rilevati in prossimità delle SRB sono mediamente inferiori a quelli rilevati in prossimità dei trasmettitori Radio-Tv,
essendo maggiori le potenze utilizzate da questi ultimi impianti. In effetti nel 95% delle misure in prossimità di SRB il campo elettrico è risultato inferiore a 3 V/m, mentre per le antenne radiotelevisive i valori di campo elettrico inferiori a 3 V/m sono stati riscontrati nel 56% dei casi.
Dall’analisi di questi dati si deduce che i livelli di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione residente in prossimità di sorgenti di campo a radiofrequenza sono, nella quasi totalità dei casi, di gran lunga inferiori ai valori limite.
Per il 2014 è stato registrato un solo caso di superamento del limite di esposizione, confermando il trend in diminuzione già osservato (mediamente) negli anni.

Figura 14
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di Stazioni Radio Base per telefonia cellulare

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 15
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di antenne radiotelevisive

Fonte: Arpa Piemonte