Fattori che influenzano lo stato della risorsa

SITI CONTAMINATI

Tra le fonti di pressione che possono alterare lo stato del territorio, i siti contaminati rappresentano di certo uno dei fattori antropici più consistenti. L’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati consente di conoscere lo stato di fatto relativo agli impatti sulle matrici e agli interventi di bonifica e ripristino effettuati.

Siti in anagrafe

Attualmente i siti censiti sull’intero territorio regionale sono 1.500, di cui 778 con procedimento attivo e 722 conclusi, distribuiti nelle singole province come mostrato nella figura 1 (dato aggiornato al 9 marzo 2015).

Figura 1
Siti inseriti nell’Anagrafe regionale, distribuzione provinciale - anno 2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte, aggiornamento 9 marzo 2015
La provincia di Torino possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati, anche se è necessario leggere tale dato in rapporto all’estensione, alla concentrazione e alla qualità delle attività insediate; seguono le province di Novara e Alessandria.

Una mappa sensibile della distribuzione dei siti, completa di dettaglio delle matrici contaminate, degli interventi di bonifica effettuati e delle tecnologie utilizzate, suddiviso per comuni, può essere consultata sul sito web regionale nella sezione Bonifiche.

Per la serie storica degli indicatori sui siti contaminati consulta la sezione degli indicatori on line di Arpa Piemonte nella pagina dedicata alle pressioni.

In relazione alla situazione attuale dello stato tecnico-amministrativo dei procedimenti di bonifica la tabella 1 indica, su base regionale, un sostanziale equilibrio tra i siti con procedimento attivo e quelli conclusi. Per il dettaglio su base territoriale provinciale si possono consultare le specifiche tabelle.

Tabella 1
Situazione generale tecnico-amministrativa dei siti presenti nell'Anagrafe

Siti Totali

Ripartizione in base alla stato di avanzamento della procedura

1.500

Siti in ASCO

778

Procedimenti attivi

297

Siti potenzialmente contaminati

Gestione

481

Siti contaminati accertati

722

Procedimenti conclusi

407

Intervento Non Necessario (es. dopo MISE)

Archivio

249

Intervento concluso (certificazione o presa d'atto)

66

Non contaminati a seguito di Analisi di Rischio

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte, aggiornamento 9 marzo 2015

Andamento del numero dei siti contaminati

Il numero totale di siti contaminati censiti nell’Anagrafe regionale cresce ogni anno in quanto rappresenta la traccia di tutti i procedimenti di bonifica che sono stati aperti nel corso del tempo. Per avere un quadro maggiormente rappresentativo della situazione è opportuno distinguere i siti con procedimento attivo da quelli con procedimento concluso (figura 2).

Figura 2
Siti inseriti in Anagrafe - anni 2011-2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte. Dati rilevati nel periodo marzo/aprile di ogni anno  
Si osserva un trend in crescita del numero di siti con procedimento attivo, dato che conferma la necessità di gestire un numero sempre crescente di procedure di bonifica da parte degli Enti interessati. Ancora più accentuato risulta il trend di crescita dei siti con procedimento concluso, indicatore di una risposta positiva al problema.

Nella figura 3 viene mostrato il numero di nuovi siti inseriti in Anagrafe ogni anno in relazione al numero di siti conclusi nello stesso anno.

Figura 3
Nuovi siti inseriti in Anagrafe e siti conclusi su base annuale - anni 2011-2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte.

I dati relativi all’anno si riferiscono alla differenza fra i siti rilevati nel periodo marzo/aprile dell’anno stesso e i siti rilevati nel periodo marzo/aprile dell’anno precedente.
La durata del procedimento di bonifica dipende da diversi fattori: la complessità del sito, la rilevanza economica dell’area interessata dalla contaminazione, la tecnica individuata per la bonifica. È opportuno inoltre precisare che fra l’effettiva conclusione delle attività di bonifica di un sito e la certificazione finale possono trascorrere alcuni anni, necessari per monitorare nel tempo il mantenimento delle caratteristiche ambientali raggiunte. Questo può spiegare le differenze fra le due categorie di siti riportate nel diagramma. Certamente esistono situazioni in cui il procedimento è aperto da molti anni, in questi casi è opportuno ricercare le cause della lentezza dell’azione di bonifica per porvi rimedio. Una distinzione va fatta inoltre fra i siti di competenza privata, per i quali esiste un responsabile tenuto ad eseguire la bonifica, e i siti di competenza pubblica, per i quali è necessario definire la priorità di intervento secondo un percorso di analisi di rischio relativa, al fine di indirizzare i limitati finanziamenti pubblici verso le situazioni di maggior criticità.
Relativamente alla durata dell’iter progettuale, sulla base delle informazioni contenute nell’Anagrafe, si osserva un buon numero di progetti approvati ai quali corrispondono interventi di bonifica in corso o in fase di avvio. Ciò indica che, sebbene le tempistiche per arrivare alla conclusione dell’iter progettuale non siano sempre coerenti con quanto previsto dalla norma per ragioni tecniche o amministrative, per un buon numero di casi le attività sui siti iniziano comunque nei tempi previsti.

Se il numero e la distribuzione dei siti contaminati può dare un’idea di quale sia la pressione sul territorio, è bene precisare che l’impatto che un singolo sito può esercitare sulle matrici ambientali su cui insiste e sulle aree circostanti può essere molto diverso da caso a caso. L’influenza che i siti contaminati esercitano sulla risorsa suolo deve essere vista come una fonte di pressione distribuita a macchia di leopardo in grado, localmente, di rappresentare una vera e propria ferita per il territorio, capace di estendersi in profondità fino a raggiungere le acque sotterranee.

Contaminanti del suolo

La famiglia di contaminanti principalmente responsabile della contaminazione dei suoli è senza dubbio rappresentata dagli idrocarburi (figura 4), seguita dalla combinazione contaminanti inorganici più idrocarburi e dai soli contaminanti inorganici. Anche in questo caso occorre dire che la rilevanza di una contaminazione dipende fondamentalmente dalla concentrazione delle sostanze presenti nel terreno e dalla loro tossicità.

Figura 4
Siti con presenza di specifiche famiglie di contaminanti nel suolo e sottosuolo - anno 2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte
All’interno della famiglia degli idrocarburi, le sostanze cancerogene come il benzene hanno una diversa rilevanza rispetto ad esempio agli idrocarburi leggeri e pesanti1 , molto più diffusi sul territorio (figura 5).


1 Idrocarburi leggeri: con meno di 12 atomi di carbonio - C<12; Idrocarburi pesanti: con più di 12 atomi carbonio - C>12

Figura 5
Principali idrocarburi presenti nel suolo e sottosuolo - anno 2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte

 Cause di contaminazione

Le cause della contaminazione del suolo possono essere imputate principalmente alla cattiva gestione di impianti e strutture, alla scorretta gestione di rifiuti e ad eventi accidentali (figura 6), verificatisi in corrispondenza di attività principalmente industriali, commerciali o di gestione rifiuti (figure 7 e 8).

Figura 6
Eventi causa di contaminazione - anno 2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte

Figura 7
Attività svolte sui siti contenuti nell' Anagrafe Regionale dei siti contaminati - anno 2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte

Figura 8
Ripartizione fra siti attivi e siti dismessi - anno 2015

Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte

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