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RETE ECOLOGICA

ISTITUZIONE GRUPPI DI LAVORO SULLA RETE ECOLOGICA REGIONALE


La presenza in Piemonte di 3 zone biogeografiche (alpina, continentale e mediterranea) determina la presenza di un buon livello complessivo di biodiversità sul territorio regionale; sono presenti infatti più di 3600 specie vegetali che rappresentano il 46% della flora italiana (Fonte: Conti et al., 2005. “Check--list della flora della flora d’Italia”; Selvaggi et al., in prep.) ed è la regione italiana più ricca di specie di piante vascolari.
Oltre a valori medi complessivi elevati il Piemonte presenta aree di particolare pregio e con un più elevato livello di biodiversità: ad esempio studi recenti condotti su tutto l’arco alpino hanno evidenziato che alcune aree delle Alpi sud occidentali, ubicate in un’area di confine tra la zona alpina e quella mediterranea, presentano la più elevata diversità floristica e il maggior numero di specie endemiche e rare della flora di alta montagna di tutto l’arco alpino.

Le specie animali e vegetali si distribuiscono in maniera disomogenea sul territorio a causa di diversi fattori di frammentazione sia naturali che antropici. Questi fattori determinano una riduzione del livello di biodiversità e del livello di connessione ecologica del territorio comportando un aumento del rischio di estinzione locale di singole specie e una generale riduzione del livello di resilienza del territorio. Se le aree in cui si trovano distribuite le specie vengono connesse tra loro mediante dei corridoi ecologici sussistono i presupposti per ridurre il livello di frammentazione e isolamento delle popolazioni naturali mediante la creazione di quella che viene definita Rete Ecologica.

In base alla normativa regionale (Legge regionale 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità") la rete ecologica piemontese è rappresentata
dal sistema delle aree protette del Piemonte, le aree contigue, i siti della Rete Natura 2000, le zone naturali di salvaguardia (complessivamente il 17,60% del territorio regionale) e i corridoi ecologici, questi ultimi da intendersi come le “… le aree di collegamento funzionale esterne alle aree protette ed alle aree della rete Natura 2000 che, per la loro struttura lineare continua o per il loro ruolo di raccordo, costituiscono elementi essenziali per la migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico di specie selvatiche.” (art. 53).

Una rete ecologica così definita costituisce una prima rappresentazione della rete ecologica regionale che necessita comunque approfondimenti e integrazioni per poter meglio rappresentare l’effettiva distribuzione della biodiversità sul territorio piemontese e il suo grado di connessione/isolamento.

Con questo fine, nell’ambito del Gruppo di Lavoro Regionale sulla Rete Ecologica Regionale (Gruppo di Lavoro istituito con DGR n. 27-7183 del 3 marzo 2014 e con Determina Dirigenziale n. 154 del 26 marzo 2014), Arpa Piemonte e la Direzione Ambiente, Governo e Tutela del territorio hanno sviluppato una metodologia che permette di definire, da un punto di vista ambientale e con una scala di dettaglio adeguata le basi del disegno di rete ecologica regionale piemontese. Tale metodologia (vedi il box di argomento relativo) è stata predisposta ed è stata testata sia in ambito locale (alcuni comuni dell’area metropolitana del Quadrante Nord Est di Torino) che a scala provinciale nell’ambito del progetto “Novara in rete – Studio di fattibilità per la definizione della Rete Ecologica in Provincia di Novara” (vedi il box di argomento relativo).

BOX DI ARGOMENTO
METODOLOGIA PER L'INDIVIDUAZIONE DELLA RETE ECOLOGICA

Con la DGR n. 27-7183 approvata il 3 marzo 2014 è stato formalizzato il Gruppo di lavoro interdirezionale sulla Rete Ecologica Regionale in cui è previsto il supporto tecnico scientifico di Arpa Piemonte. L'obiettivo del gruppo di lavoro è coordinare l'implementazione del disegno di Rete Ecologica Regionale contenuto negli strumenti di pianificazione regionale e previsto dalla LR 19/2009 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità".
Per ottenere ciò è stata sviluppata una metodologia che prevede lo sviluppo di modelli ecologici e una serie di elaborazioni cartografiche per l'individuazione degli habitat, delle aree permeabili, idonee alla presenza delle specie animali e utili all'individuazione della rete ecologica locale.
Tale metodologia è stata testata in una prima fase sperimentale nell'area del quadrante nord-est dell'area metropolitana torinese (QNE), per poi essere affinata con lo studio della rete ecologica della provincia di Novara nell'ambito del progetto "Novara in rete – Studio di fattibilità per la definizione delle Rete Ecologica in Provincia di Novara", coordinato da LIPU – BirdLife Italia e cofinanziato dalla Fondazione Cariplo. In quest'ultimo progetto, grazie ad un confronto con il “Tavolo degli esperti” (esperti naturalisti dotati di competenze personali pregresse e di adeguata conoscenza del territorio della provincia di Novara) è stato possibile effettuare verifiche e miglioramenti arrivando ad una metodologia definitiva a fine 2014.
Tali sperimentazioni hanno evidenziato che l’applicazione della suddetta metodologia permette di definire, con un buon livello di dettaglio, le aree di valore ecologico e le aree ecologicamente permeabili del territorio piemontese e che, seppur con i limiti legati allo scarso livello di dettaglio e di aggiornamento delle basi cartografiche di riferimento, tali aree rappresentano le componenti di base del disegno di rete ecologica regionale. Inoltre, a scala locale (ad es. a livello della pianificazione comunale), tale metodologia permette di individuare la presenza di varchi e passaggi e/o progettare interventi di mitigazione e compensazione per l’implementazione della rete ecologica locale.
Il metodo prevede una procedura per arrivare ad individuare aree di valore ecologico ed aree ad alta connettività ecologica e in sintesi è strutturato nelle seguenti fasi:

  • predisposizione della base dati di riferimento ed elaborazione della carta degli habitat (figura 1)
  • realizzazione di un database per alcune specie di mammiferi, uccelli ed invertebrati inclusi nella Direttiva “Habitat” (DH) presenti in provincia di Novara e valutazione delle affinità specie-habitat per ciascuna di esse;
  • elaborazione degli indicatori faunistici per alcune classi animali (mammiferi, uccelli ed alcuni invertebrati inclusi nella DH)
  • elaborazione degli indicatori vegetazionali;
  • individuazione delle Aree di Valore Ecologico;
  • valutazione della permeabilità biologica ed elaborazione del modello ecologico FRAGM di connettività ecologica (figura 2);
  • individuazione degli elementi utili all'identificazione della rete ecologica del territorio (figura 3).

La scala di riferimento è l' 1: 10.000 dal momento che le basi cartografiche disponibili ed omogenee sul territorio regionale non consentono di raggiungere un dettaglio ulteriore.

I risultati ottenuti permettono di valutare con un criterio oggettivo la presenza di aree di valore ecologico ed altre con funzione di corridoio ecologico, ponendo in questo modo i presupposti per la realizzazione di un sistema dinamico volto a tutelare sia le aree a maggior biodiversità sia le aree residuali potenzialmente utilizzabili a seguito di interventi di potenziamento delle connessioni ecologiche.

Consulta la pagina web del sito di Arpa Piemonte.

Figura 1
carta degli habitat nel Quadrante Nord Est dell'area metropolitana torinese (QNE)

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 2 
Modello ecologico FRAGM - Carta della connettività ecologica nel Quadrante Nord Est dell'area metropolitana torinese (QNE)

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 3
Elementi utili all'identificazione della rete ecologica nel Quadrante Nord Est dell'area metropolitana torinese (QNE)

Fonte: Arpa Piemonte

box di argomento
PROGETTO NOVARA IN RETE
“Studio di fattibilità per la definizione della Rete Ecologica in Provincia di Novara”

Il progetto nasce dalla necessità di implementare il disegno di rete ecologica definito dalla pianificazione territoriale provinciale in modo da rappresentare in maniera più approfondita l’effettiva distribuzione della biodiversità sul territorio provinciale e il livello di connessione ecologica esistente.
L’obiettivo primario del progetto è di definire le aree importanti per la biodiversità tramite il metodo expert based e individuare, tramite una metodologia sviluppata da Arpa Piemonte e Regione Piemonte, gli elementi di connessione ecologica presenti in provincia di Novara, garantendo una connettività tra l’area pedemontana a nord e l’area di pianura a sud, completando la connessione Ecologica naturale di area vasta tra le Alpi e la Pianura.
In una seconda fase del progetto verrà inoltre approfondito il rapporto tra elementi della rete ecologica e strumenti di pianificazione territoriale locale.
Proposto dalla LIPU e cofinanziato da Fondazione Cariplo, il progetto si avvale della collaborazione, oltre che della Provincia di Novara, anche dell’Università degli Studi di Pavia, della Regione Piemonte e dell’Arpa Piemonte; con il sostegno della Provincia di Vercelli, dell’Ente Gestore delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, dell’Ente Gestore delle Riserve pedemontane e delle terre d’acqua, dell’Ente Gestore dei Sacri Monti e dell’Ente Gestore Aree Protette Valle Sesia.
La Regione Piemonte ha valutato che il progetto può rappresentare una delle prime attività da svolgere sul territorio regionale nell’ambito degli approfondimenti per l' implementazione della metodologia per l'identificazione della Rete Ecologica Regionale. La Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio della Regione Piemonte ha infatti attivato un Gruppo di Lavoro interdirezionale (istituito con D.G.R. n. 27-7183 del 3 marzo 2014) per arrivare a definire un disegno di rete ecologica di valore naturalistico/ambientale sul territorio regionale che prevede anche il confronto con le diverse esperienze condotte su questa tematica nell’ambito degli strumenti di pianificazione territoriale a scala provinciale (vedi box di argomento sul metodo per l'individuazione della rete ecologica).
L'attività svolta ha previsto l'applicazione ed il confronto di due metodologie differenti (figura 4):
  • Metodo Expert Based
Lo scopo di questa ricerca è stato quello di individuare le Aree prioritarie per la conservazione della biodiversità della provincia di Novara quale operazione di partenza al fine di disegnare, in una fase successiva, la Rete Ecologica Provinciale su basi naturalistiche. A questa operazione hanno partecipato 26 naturalisti esperti, ossia dotati di competenze personali pregresse e di adeguata conoscenza del territorio della provincia di Novara. Agli esperti si è chiesto di individuare i temi focali più rappresentativi per la loro disciplina e di assegnare una valutazione comparativa del valore naturalistico di aree diverse del territorio provinciale. La metodologia adottata, basata sull’ottenimento delle informazioni dirette da parte dei maggiori esperti presenti sul territorio, è stata sviluppata per identificare e cartografare le aree più importanti per la conservazione della biodiversità e ha già trovato applicazione in Lombardia (Bogliani et al. 2007), in Veneto, nelle Alpi (Arduino et al. 2006), nei Carpazi, nelle Alpi Dinariche e in altre aree del mondo (Dinerstein et al. 2000). 

  • Metodo modellistico
In parallelo al metodo Expert Based si è applicata una metodologia modellistica per l’identificazione di aree di valore ecologico ed aree ad alta connettività ecologica in modo automatico. Tale metodologia, sviluppata a più riprese da Arpa Piemonte nell'ultimo decennio come supporto per la valutazione ambientale di piani e progetti (Vietti et al. 2003, Ferrarato et al. 2004, Vietti et al. 2004, Maffiotti et al. 2007, Alibrando et al. 2007, Airaudo et al. 2008) e oggetto di una recente e profonda revisione, è stata individuata come strumento utile a definire la rete ecologica regionale dal gruppo di lavoro interdirezionale della Regione Piemonte.
La scelta di applicare anche la metodologia modellistica ne consente un ulteriore affinamento e validazione e garantisce la coerenza tra la rete ecologica individuata grazie al progetto “Novara in rete” e la costruenda Rete Ecologica Regionale.

Figura 4
Elementi che concorrono a costituire la rete ecologica in provincia di Novara

Fonte: Arpa Piemonte

BOX DI ARGOMENTO
Gruppo di Lavoro Regionale sulle specie esotiche vegetali

Una delle principali cause, riconosciute a livello internazionale (Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992), della riduzione del livello di biodiversità, è rappresentato dalla presenza e dallo sviluppo di specie esotiche invasive. Per specie esotiche si intendono le specie introdotte al di fuori del loro naturale areale distributivo attuale o passato, che se presentano caratteristiche di invasività determinano minacce alla biodiversità, danni alle attività dell’uomo (ad es. agricoltura) ed effetti sulla salute umana con serie conseguenze socio-economiche e sui servizi ecosistemici.
L’importanza di contrastare la presenza di specie esotiche invasive è stata sancita anche da un recente Regolamento Europeo n. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive. In particolare il Regolamento verte su un elenco di specie esotiche invasive di preoccupazione comunitaria (species of EU concern), le specie selezionate saranno bandite dall'Unione Europea (divieto di importazione, possesso, trasporto e commercio oltre che a obblighi di controllo). I paesi potranno sviluppare liste nazionali, alle quali potranno essere applicate le stesse regolamentazioni previste a scala comunitaria e dovranno identificare i principali vettori di arrivo di specie invasive, sui quali saranno poi chiamati a produrre piani d’azione per prevenire ulteriori introduzioni. Infine si istituisce uno Scientific Forum per dare supporto al processo decisionale e si prevedono meccanismi di cooperazione tra Paesi che condividono una specie invasiva.

La Regione Piemonte, con Determina Dirigenziale n. 448 del 25 maggio 2012, ha istituito il Gruppo di Lavoro Regionale sulle specie esotiche vegetali, che ha redatto una Black List delle specie esotiche invasive che determinano o che possono determinare particolari criticità sul territorio piemontese e per le quali è necessaria l’applicazione di misure di prevenzione/gestione/lotta e contenimento.
Questi elenchi sono stati approvati dalla Giunta Regionale con la DGR 46-5100 del 18 dicembre 2012.

Qui di seguito si riportano le cartine di distribuzione regionale di due specie esotiche vegetali in Piemonte che determinano impatti soprattutto sugli ambiti fluviali:
  • Fallopia japonica: specie che colonizza le sponde di fiumi e corsi d’acqua minori dove dove forma popolamenti monospecifici densi che impediscono la crescita delle piante spontanee. In autunno il decadimento delle parti epigee lascia ampie zone prive di vegetazione, facilmente soggette a erosione.
  • Buddleja (Buddleja davidii): specie arborea che può formare popolamenti densi che soppiantano la vegetazione autoctona riducendo così la diversità e la naturalità delle comunità vegetali autoctone. Con l’apparato radicale danneggia marciapiedi, muri, aree archeologiche.


Fallopia japonica



Frequenza (numero quadranti 10 x 10 km su tutto il territorio piemontese): 125 (46,5%)
Distribuzione altitudinale regionale m s.l.m. (minima e massima): 75 - 1450
Buddleja (Buddleja davidii)



Frequenza (numero quadranti 10 x 10 km su tutto il territorio piemontese): 109 (40.7 %)
Distribuzione altitudinale m s.l.m. (minima, mediana, massima): 90 (468) 1370