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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

nuova adozione del Piano paesaggistico regionale (PPR)

Con DGR n. 20-1442 del 18 maggio 2015, è stato riadottato il Piano paesaggistico della Regione Piemonte (Ppr), già adottato con DGR n. 53-11975 dell’8 agosto 2009.
Alla luce delle osservazioni pervenute a seguito della prima adozione, delle richieste del parere motivato sulla compatibilità ambientale, nonché in ragione delle richieste formulate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), nell’ambito delle procedure di copianificazione disciplinate dal Protocollo d’intesa del 28 marzo 2008, il Piano in questi anni è stato sottoposto a un'approfondita rilettura, che ha comportato un processo di revisione e integrazione dei suoi aspetti conoscitivi, cartografici e normativi, al fine di predisporre uno strumento di pianificazione il più possibile completo, comprensibile ed efficace. L’insieme delle modifiche apportate al Ppr ha reso opportuno procedere a una nuova adozione, per garantire la partecipazione al processo di pianificazione.
In particolare, si è operato al fine di agevolare la lettura degli elaborati stessi, semplificare la normativa, precisare le informazioni cartografiche riportate, anche mediante la rappresentazione ad una scala di maggior dettaglio nonché aggiornare e integrare i contenuti del Piano con le proposte pervenute dai soggetti consultati.
L’elaborazione del Piano, come previsto dal D.Lgs 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), è stata sviluppata congiuntamente con il MiBACT, principalmente con riferimento ai beni paesaggistici. In particolare, è stato costituito un gruppo di lavoro interistituzionale, che ha provveduto a perimetrare e a rappresentare in scala idonea all’identificazione i beni paesaggistici piemontesi, di cui agli artt. 136 e 157 (365 beni tutelati) del Codice e a predisporre le relative prescrizioni d’uso. Tale perimetrazione è avvenuta sulla base di Criteri oggettivi stabiliti e approvati congiuntamente da Regione e Ministero e seguendo un’apposita procedura per la validazione. Il medesimo gruppo di lavoro ha altresì individuato specifici Criteri per la ricognizione e rappresentazione delle aree tutelate ai sensi dell’art. 142 del Codice: più di 200 laghi, 1700 fiumi, torrenti e corsi d’acqua, 90 zone di interesse archeologico, 106 parchi e riserve, circa 460mila ettari di montagna, nonché boschi, ghiacciai, circhi glaciali.
Tutti i beni paesaggistici presenti sul territorio della regione sono stati riportati nella Tavola P2 del Piano e raccolti inoltre in un unico volume - il Catalogo dei beni paesaggistici del Piemonte - che costituisce un nuovo elaborato rispetto alla versione del Ppr adottata nel 2009.

BOX DI ARGOMENTO
Sito UNESCO “I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato”
Linee Guida per l’adeguamento dei piani regolatori

A seguito dell’inserimento, il 22 giugno 2014, del Sito “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato” nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco, è stata avviata la predisposizione di specifiche Linee guida rivolte ai Comuni i cui territori ricadono all’interno dell’ambito interessato. Attraverso tali Linee guida, in coerenza con le indicazioni derivanti dalla disciplina dell’attività agricola, si propone alle amministrazioni comunali un percorso progettuale che consenta, partendo dai valori riconosciuti sia dall’Unesco sia dal Piano paesaggistico regionale, di effettuare la ricognizione dei valori presenti sul proprio territorio e, sulla base dei risultati delle analisi, di rafforzare la rete della
tutela necessaria a garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei paesaggi vitivinicoli, mediante la revisione dei propri strumenti urbanistici e dei regolamenti edilizi.
Le indicazioni delle Linee guida riguardano sia gli ambiti territoriali ricompresi nel Sito (core zone), costituendo in tal caso integrazione della DGR n 87-13582 del 16 marzo 2010, sia gli ambiti che ricadono nelle aree di protezione esterna del Sito stesso (buffer zone), approfondendo e specificando i contenuti della DGR n. 34-6436 del 30 settembre 2013, ed è auspicabile che possano essere applicate più in generale a tutto il territorio comunale, anche alle aree escluse dalla dichiarazione Unesco.

Il progetto europeo Rurbance

Il Progetto RURBANCE (Rural-Urban inclusive governance strategies and tools for the sustainable development of deeply transforming Alpine territories), finanziato nell'ambito del Programma di cooperazione transnazionale "Alpine Space", nel quale la Regione Piemonte attraverso il Settore Pianificazione territoriale e paesaggistica è impegnata come partner, giunge alla conclusione nel giugno 2015.
Il progetto ha individuato come area pilota i territori dell’Unione dei Comuni del Ciriacese, del Basso Canavese insieme alle Valli di Lanzo per analizzare il rapporto fra aree urbane e rurali e sperimentare nuovi modelli di pianificazione, formulando uno schema di sviluppo sovracomunale. Gli obiettivi dello schema di sviluppo riguardano: la rigenerazione del tessuto urbano e l’economia dei centri; la promozione della qualità del paesaggio e delle reti ecologiche attraverso il rafforzamento dell’infrastruttura verde costituita dal sistema fluviale dello Stura di Lanzo e il recupero delle aree dimesse, nonché il contrasto del consumo di suolo.
Un Documento Metodologico è alla base di una sperimentazione modellistica, coerente con il Piano Paesaggistico Regionale e con la nuova legge urbanistica regionale, di alcuni aspetti innovativi, quali la perequazione urbanistica e territoriale, la distinzione tra contenuti strutturali e operativi della pianificazione, il riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici, l’integrazione tra obiettivi di qualità paesaggistica e sviluppo economico.
Sotto il profilo dello sviluppo locale, la sperimentazione contribuisce a mettere a punto alcuni progetti di interesse sovracomunale da mettere a disposizione dell’Unione dei Comuni in vista della nuova programmazione 2014-2020:
  • collegare il tema della valorizzazione della ferrovia Torino-Ceres al potenziamento dei nodi delle Stazioni, concentrando servizi e cubature, secondo meccanismi di perequazione urbanistica e trasferimento di volumetrie;
  • promuovere la realizzazione del Parco Fluviale della Stura nel quadro di un infrastruttura verde territoriale di connessione con il Parco della Mandria e della Vauda, grazie anche alla concentrazione di interventi di miglioramento dei servizi ecosistemici legati a contributi straordinari di operazioni urbanistiche che si svolgono anche a distanza;
  • costruire per l’Unione un modello urbanistico, sotto il profilo territoriale e normativo, volto al recupero delle aree dismesse presenti nel territorio dell’Unione, mediante l’individuazione di una tipologia di aree a ‘burocrazia zero e flessibilità 100’;
  • promuovere sotto il profilo culturale ed economico un nuovo modello di agricoltura multifunzionale attraverso il riconoscimento del suo ruolo di “custodia del territorio” (tutela del suolo, del paesaggio e delle tradizioni culturali, gestione delle reti ecologiche e dei parchi, conservazione e miglioramento della biodiversità) e promozione dello sviluppo locale (turismo e tempo libero, filiere agroalimentari, servizi sociali ed educativi, produzione energetica).
Alla base della definizione delle misure di sviluppo previste per il territorio di progetto c’è un processo partecipativo realizzato attraverso un ciclo di seminari denominati “Laboratori del futuro” che hanno consentito di mettere a fuoco le risorse e le criticità del territorio e i punti di forza dei sistemi di governance tra livello locale, metropolitano e regionale.

Il Progetto Europeo AlpBC (Alpine Building Culture)

Il Progetto AlpBC (Alpine Building Culture), finanziato nell'ambito della Priorità 1 – Competitività e Attrattività del Programma europeo di cooperazione transnazionale "Alpine Space", si sviluppa nel periodo luglio 2012 – giugno 2015, con il coinvolgimento di 12 partner (2 tedeschi, 3 austriaci, 1 francese, 1 sloveno e 4 italiani) e della Regione Piemonte Direzione Programmazione strategica politiche territoriali ed Edilizia. Il Progetto mira a definire strategie e misure volte a preservare e valorizzare la cultura alpina del costruire, favorendo lo sviluppo territoriale e la sostenibilità ambientale e coniugando i temi della pianificazione territoriale con la pianificazione energetica.
I temi principali affrontati nel Progetto AlpBC sono:
  • la definizione di un approccio innovativo per la pianificazione intercomunale;
  • l’impulso alle economie regionali a ciclo chiuso nel settore dell'edilizia;
  • l’implementazione di una rete di centri regionali e di contact point per il trasferimento della conoscenza e delle tecnologie per la ristrutturazione di edifici alle PMI, ai decisori e alle amministrazioni;
  • l’implementazione di processi partecipativi di governance e di strumenti di orientamento dedicati ai decisori e alle autorità regionali.

La Regione Piemonte ha individuato quale area pilota l’ambito territoriale delle Valli di Lanzo, un sistema territoriale che presenta caratteri tipici delle aree montane piemontesi (crisi demografica, presenza di un buon capitale territoriale e paesaggistico, difficoltà nel ristrutturare il modello economico-produttivo, etc.) con la vicinanza all’area metropolitana torinese e con una buona accessibilità dall’esterno.
Il progetto sulle Valli di Lanzo affronta due temi tra loro complementari, ossia la definizione di uno scenario di sviluppo economico-territoriale, di promozione delle risorse locali attraverso linee d’azione concrete per rilanciare la competitività del territorio e la valorizzazione della tradizione costruttiva alpina e la costruzione di strumenti di indirizzo per il processo di pianificazione locale a scala intercomunale, attuativi delle previsioni dei piani regionali territoriale e paesaggistico riferiti al territorio delle Valli, con attenzione alla tutela e valorizzazione delle specificità paesaggistiche e culturali del territorio montano, alla riqualificazione degli insediamenti e all’efficienza energetica.
Per quanto riguarda il primo tema, lo scenario viene elaborato sulla base di dati sia statistico/quantitativi sia percettivo/qualitativi, in stretta interazione con i principali stakeholders pubblici e privati locali. Attraverso un percorso di partecipazione e di concertazione vengono individuati macro-obiettivi generali ai quali dare attuazione attraverso linee di azione. A tal fine viene condotta una valutazione dei fabbisogni, delle potenzialità e opportunità per l’area delle Valli di Lanzo, delle risorse locali attivabili, con attenzione specifica al settore dell’edilizia e della filiera del legno, in un ottica di filiera e di economia circolare (RCLE). Obiettivo prioritario dello scenario è l’idea di promuovere e rafforzare le filiere economiche locali (del legno, del turismo, dell’agro-alimentare), secondo principi di filiera corta e di economie a circuito chiuso.
Riguardo alla pianificazione, il progetto intende costruire:
strumenti di indirizzo per il processo di pianificazione locale a scala intercomunale, in relazione ai contenuti dello scenario di sviluppo e delle previsioni dei piani regionali territoriale e paesaggistico e anche attraverso momenti di confronto, di formazione/informazione con le comunità locali;
indirizzi per la pianificazione locale trasferibili ad altri territori montani in relazione alle previsioni dei piani regionali e al tema della valutazione dell’efficienza energetica degli insediamenti con attenzione alla tutela e valorizzazione delle specificità paesaggistiche e culturali del territorio montano e alla riqualificazione degli insediamenti;
linee guida, trasferibili anche ad altri territori, finalizzate ad integrare gli aspetti di valorizzazione della cultura edilizia alpina e gli aspetti di riqualificazione energetica, quali allegati alla strumentazione urbanistica comunale.
Il progetto AlpBC nelle Valli di Lanzo è l’occasione per sperimentare approcci e metodologie rispetto allo sviluppo locale che possano essere utilizzati anche in altri contesti montani regionali, dando piena attuazione ai contenuti dei piani regionali territoriale e paesaggistico. Le comunità locali, con il supporto attivo da parte della Regione, possono dunque sperimentare e diffondere forme innovative di interazione con il territorio, costruite sulla base degli specifici bisogni e delle peculiarità del territorio stesso.

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CORONA VERDE

Corona Verde è il progetto strategico che Regione Piemonte ha attivato per dare attuazione alle proprie politiche paesaggistico-ambientali in ambito metropolitano, attraverso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde che mette a sistema e integra la Corona di Delizie delle Residenze Reali con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali presenti nell’area metropolitana torinese al fine di salvaguardare i paesaggi e migliorare la qualità di vita degli abitanti.
La Regione ha destinato a tale progetto finanziamenti provenienti dal Programma Operativo Regionale FESR sia nella sua edizione
2000-2006 che in quella in fase di conclusione 2007-2013, avviata nel 2010 grazie all’individuazione di un finanziamento pari a 10.000.000 €.
L’intero percorso di gestione di tali finanziamenti, così come quello di costruzione del modello di governance si sono caratterizzati da una intensa attività di confronto con il territorio, che ha acquisito, sin da subito, un ruolo centrale nella gestione dell’intero progetto sia nelle sue fasi “costruttive e decisionali”, sia in quelle operative di azione diretta in campo.

La governance di progetto e il Masterplan

Il “Disciplinare per l’attuazione di interventi finalizzati al recupero, riqualificazione e valorizzazione del patrimonio culturale e naturale per la realizzazione del Progetto strategico Corona Verde” approvato per l’assegnazione dei finanziamenti, delinea tutto il percorso di progettazione partecipata preliminare alla definizione e finanziamento dei singoli progetti sul territorio: si è costruito un sistema articolato di governance capace di favorire la collaborazione tra le autorità locali e regionali e le comunità locali nella definizione e nella realizzazione delle politiche del paesaggio metropolitano.
83 Comuni e altri 17 soggetti pubblici e privati hanno sottoscritto il “Protocollo d’Intesa” nell'ottobre del 2010, per condividere obiettivi e impegni per la realizzazione del Progetto. Il territorio interessato si estende dalla Città di Torino alle altre municipalità dell’area metropolitana (93 comuni, con un’estensione di quasi 165.000 ha e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti).
Ai fini operativi il territorio di progetto è stato suddiviso in 6 Ambiti territoriali, coordinati da altrettanti Comuni capofila (Chieri, Nichelino, Rivoli, Settimo T.se, Torino e Venaria Reale). La partecipazione è garantita da una  struttura di governo che prevede una Cabina di Regia di ampia rappresentanza territoriale (MiBACT, Provincia di Torino, 6 Comuni capofila, Parco del Po e della Collina torinese) supportata da una Segreteria Tecnica, 
entrambe coordinate dalla Regione Piemonte. Il supporto scientifico è garantito dal Politecnico di Torino.
In una visione di sviluppo territoriale condiviso e concertato della infrastruttura verde, ciascuna Area ha elaborato un proprio Masterplan di Ambito, corredato da proposte progettuali di intervento, coinvolgendo le altre istituzioni, le associazioni e quanti, per loro conoscenza esperta o locale, hanno potuto portare un proprio contributo significativo a tale lavoro. I 6 Masterplan di Ambito così redatti sono stati la base conoscitiva e di proposta delle comunità locali utilizzata per costruire il Masterplan Unico, strumento fondamentale di Corona Verde, che nella visione del territorio rappresenta, nella sua versione definitiva, un programma strategico con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni), riferimento per una gestione sostenibile del paesaggio metropolitano.
Il Masterplan è strutturato in 4 strategie che costituiscono le direttrici principali di Corona Verde:
  1. Potenziamento della rete ecologica
  2. Completamento e qualificazione della rete fruitiva
  3. Qualificazione dell’agricoltura periurbana
  4. Ridisegno dei bordi e delle porte urbane.

Figura 1
Gli ambiti territoriali di Corona Verde

Gli interventi sul territorio

Attraverso un lavoro di valutazione tecnica condiviso tra tutti i soggetti nell’ambito della Cabina di Regia, sono stati selezionati e finanziati 14 progetti per iniziare a dare forma alla infrastruttura verde sul territorio. Grazie al supporto di un apposito tavolo di progettazione costituito all’interno della Segreteria Tecnica, i proponenti e i progettisti degli interventi sono stati accompagnati verso una progettazione il più possibile coerente con gli obiettivi generali, curando in particolare gli aspetti legati alla sostenibilità ambientale ed economica e valorizzando e tutelando gli ambiti urbani e periurbani, agrari-rurali, naturali e culturali del paesaggio metropolitano.
Molti interventi si sono focalizzati sulla strategia dedicata alla fruizione: gli amministratori hanno evidenziato che è ancora necessario intervenire privilegiando la riqualificazione del paesaggio in una visione fruitiva, per stimolare affezione, senso di appartenenza e presa in carico dei cittadini, unica garanzia per mantenere nel tempo le opere realizzate. Tali interventi sono stati comunque progettati e si stanno realizzando non tralasciando di porre attenzione alle componenti naturali e paesaggistiche, nonché all’eventuale valore storico, delle aree interessate al fine di ottenere un loro miglioramento e potenziamento.
La valorizzazione fruitiva della strada della Panoramica dei Colli ha permesso di restituire alla collina di Torino scorci sulla Città e sulle aree agricole della zona del chierese di inestimabile valore
paesaggistico. La continuità dei percorsi ciclopedonali lungo le direttrici dei fiumi metropolitani ha garantito la possibilità di intervenire sulle aree fluviali e perifluviali per migliorarne, in alcuni casi, la qualità ambientale e il valore naturalistico.
In un’ottica di migliorare comunque la sostenibilità dell’intero programma tra i progetti finanziati si è cercato di privilegiare quelli che meglio sono riusciti a coniugare obiettivi diversi e/o a creare sinergie e complementarietà con pianificazioni e programmazioni già avviate sul territorio.
Ne sono un esempio i progetti dell’Ambito di Rivoli che hanno promosso la multifunzionalità delle imprese agricole e la ridefinizione dei bordi urbani, con la realizzazione di un nuovo bosco planiziale nel comune di Pianezza. L’intervento realizzato dal Comune di Settimo T.se, con cui è stato ricostruito un ambiente boschivo di quasi 7 ettari nella zona denominata Parco Bordina è un tassello fondamentale di “Tangeziale Verde”, corridoio verde di valore paesaggistico in grado di connettere, attraverso un tessuto urbano a maglie ormai molto strette, due sistemi ambientali e territoriali fondamentali quali il fiume Po (est) e il Parco della Mandria (ovest). Nella maggior parte dei casi, inoltre, sono stati finanziati interventi di scala sovralocale, al fine di realizzare opere significative per i risultati ottenuti sul territorio e per creare economie di scala virtuose in relazione ai costi sostenuti.

I risultati

Tra i principali risultati ottenuti dal progetto Corona Verde si evidenziano:

  • la costituzione di un sistema di governance interistituzionale per la tutela e la valorizzazione del paesaggio e il potenziamento della rete di infrastrutture verdi in area metropolitana;
  • definizione del Masterplan Unico di Corona Verde, strumento fondamentale, frutto di un lavoro realizzato in modo partecipato e condiviso, in cui le reti di connessione paesaggistica, al pari degli altri sistemi tradizionali (trasporti, rete dei servizi, urbanizzazione, etc.), rappresentino un elemento fondante dello sviluppo urbano;
  • realizzazione di 14 progetti operativi, che rappresentano l’attuazione concreta di parte del disegno strategico infrastrutturale di Corona Verde, per una spesa complessiva di circa 10 milioni di € (finanziamento FESR 2007/2013 e cofinanziamento enti attuatori);
  • realizzazione di un Piano di Comunicazione finalizzato a coinvolgere le comunità territoriali, per trasmettere e comunicare ai cittadini e alle istituzioni che Corona Verde rappresenta un unicum di realtà e di luoghi dal punto di vista paesaggistico-ambientale e culturale che, in alcuni casi, sono ancora troppo nascosti e non valorizzati ed per sensibilizzare verso comportamenti più consapevoli e proattivi verso la tutela e la valorizzazione del paesaggio;
  • realizzazione di una segnaletica comune per le infrastrutture ciclabili.

La sensibilizzazione

Corona Verde ha dedicato particolare attenzione alla sensibilizzazione della comunità dell’area metropolitana: attraverso il Piano di Comunicazione, il progetto ha fortemente contribuito a rafforzare la sensibilità pubblica verso i valori del paesaggio. Per raggiungere tale risultato sono stati utilizzati sia metodi tradizionali sia iniziative culturali ed incontri tematici sul territorio.
Alcuni esempi sono: una Guida che propone 14 diversi itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta per godere dei paesaggi naturali dell’area metropolitana, realizzata in collaborazione con esperti paesaggisti e di altre discipline afferenti agli aspetti storico-culturali e fruitivi, profondi conoscitori dei valori espressi dal territorio metropolitano. Un video di circa 45 minuti e 6 pillole dedicate agli argomenti principali del progetto che è disponibile sul canale YouTube della Regione Piemonte.
Alle comunità locali interessate a riscoprire le peculiarità naturalistiche, paesaggistiche e storico- architettoniche della Corona Verde è dedicata una mappa in cui sono individuati i principali elementi identitari del territorio metropolitano. Una serie di totem sono stati collocati presso i locali più frequentati delle sedi comunali insieme alla mappa e agli materiali informativi del progetto Corona Verde. Ai tecnici comunali è stata destinata una brochure finalizzata a fare interiorizzare i contenuti e i principi del progetto Corona Verde anche nell’ambito dell’attività ordinaria.
In collaborazione con le amministrazioni e i soggetti privati sono stati realizzati 6 incontri tecnici, a carattere seminariale, ognuno dei quali incentrato sui temi considerati basilari per il progetto: il paesaggio urbano, la salute, le aree protette, la cultura e il turismo, l’agricoltura e, infine, la green economy. Gli incontri aperti ai tecnici comunali e all’intera comunità locale hanno avuto lo scopo principale di far conoscere e mettere in relazione esperienze significative e attivare eventuali nuove reti di collaborazione, oltre a stimolare il senso di appartenenza dei residenti e a favorire la cura del paesaggio e la sua fruizione attiva.
Dell’agricoltura periurbana si è iniziato a parlare in Corona Verde proprio partendo da un’iniziativa di sensibilizzazione: la partecipazione al Salone del Gusto e Terra Madre 2014, che ha offerto l’opportunità di confrontarsi con il mondo agricolo (singoli produttori e associazioni di categoria) evidenziando il fatto che l’agricoltura di città, oltre che beni di consumo destinati all’alimentazione, può ancora produrre paesaggio. In particolare, oltre al convegno “Terra Madre metropolitano”, sono stati organizzati eventi, itinerari e visite a luoghi e realtà produttive agricole significative ed esemplari quali quelle attive nelle aree verdi delle Residenze Reali. 23 eventi nei 5 giorni del Salone hanno richiamato numerossimi visitatori soprattutto residenti nell’area metropolitana che non conoscevano queste particolari realtà.