INQUADRAMENTO CLIMATICO
I rapporti scientifici documentano che l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la neve e il ghiaccio sono diminuiti e il livello medio dei mari è cresciuto: ciascuna delle ultime tre decadi è stata via via più calda della precedente e più calda di ogni analogo periodo sin dal 1850 e probabilmente degli ultimi 1.400 anni. Al fine di evitare che il riscaldamento globale possa raggiungere livelli pericolosi per la vita sul nostro pianeta il documento sollecita sostanziali riduzioni delle emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra.
Il Cambiamento climatico è un fenomeno complesso, di medio e lungo periodo, del quale allo stato attuale delle conoscenze è possibile unicamente individuare un ventaglio di prevedibili scenari futuri da utilizzare per promuovere politiche mirate a contenere i costi degli impatti su ambiente, economia e società. Caratteristica del fenomeno è “l’incertezza”, specialmente nel breve periodo e alla scala locale.
Alle politiche di mitigazione - basate sul contenimento delle emissioni di gas clima alteranti, al fine di incidere sulla dinamica di incremento della temperatura media globale del pianeta mantenendola entro limiti ritenuti accettabili, avviate nel 1997 con una convenzione delle Nazione Unite sul Clima sottoscritta da 180 Paesi e nota come “Protocollo di Kyoto” attualmente in fase di revisione con l’obiettivo di addivenire ad una nuova convenzione - si sono affiancate nel tempo iniziative promosse a vari livelli finalizzate a promuovere l’adattamento al cambiamento climatico in atto. Obiettivo del nuovo accordo universale sul clima, da sottoscrivere entro il 2015, è quello di impegnare legalmente tutte le nazioni (Cina e India comprese) in uno sforzo globale di riduzione delle emissioni sufficientemente rapido da evitare cambiamenti pericolosi per le persone, l’ambiente e l’economia costruendo nel frattempo una forte capacità di adattamento al cambiamento comunque in atto. Mitigazione e adattamento sono due azioni tra loro complementari, entrambe necessarie e urgenti.
In una comunicazione della Commissione Europea al Parlamento sulla Strategia di adattamento al cambiamento climatico i potenziali costi del mancato adattamento a livello dei 27 Stati dell’Unione sono stimati in circa 100 miliardi di euro all’anno
A valle di un lungo e articolato percorso di consultazione pubblica e di concerto con le Amministrazioni interessate, nell’ottobre 2014 tra Stato, Regioni e Autonomie locali è stata raggiunta l’intesa sul documento di Strategia Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico.
La Strategia affronta le prime quattro delle sei fasi della policy cycle delineate dalle Linee Guida della Commissione europea, da completare con la realizzazione di una piattaforma nazionale sull’adattamento e con una valutazione adeguata e completa dei costi dei diversi impatti aggregati e dei costi/benefici delle misure di adattamento da attuare nei diversi settori individuati dalla Strategia.
L’attuazione delle ultime due fasi richiede lo sviluppo e l’attuazione di un Piano di azione e/o di vari piani settoriali nonché l’attivazione di un regolare monitoraggio e valutazione dei progressi ottenuti.
Tali piani, dovranno essere predisposti attraverso un’efficace cooperazione tra i rilevanti attori istituzionali (ministeri, regioni e municipalità) e il settore privato (assicurazioni, piccole medie imprese, etc.), tenendo conto di due visioni temporali: a corto termine (entro il 2020) e a lungo termine (oltre il 2020).
A detti strumenti è demandato il compito di specificare ruoli e responsabilità istituzionali, risorse umane e finanziarie nel corto e lungo termine, la sinergia tra il Piano di azione o i piani settoriali con il Piano energetico nazionale e altri Piani nazionali che coinvolgono i settori individuati nella Strategia, lo sviluppo e l’applicazione di indicatori di efficacia delle misure di adattamento da attuare, le risorse da destinare alla ricerca per rafforzare l’analisi delle opportunità, opzioni e limiti dell’adattamento in diversi settori, modalità di potenziamento delle azioni di disseminazione delle informazioni, di strumenti e metodi per l’adattamento ai decisori di ogni livello e ai portatori di interesse nonché tempistiche e modalità per la revisione periodica della Strategia..
la Strategia, ancorché formalmente non ancora adottata, rappresenta il documento di base per l’attuazione nel nostro Paese di azioni e misure di adattamento.
IL CLIMA IN PIEMONTE NEL 2014
TEMPERATURA
Consulta le serie storiche degli indicatori ambientali in relazione alle Temperature medie e alle Anomalie delle temperature estreme
Figura 1
Temperatura massima giornaliera - anno 2014
Figura 2
Anomalie stagionali della temperatura media - anno 2014 - Inverno
Figura 3
Anomalie stagionali della temperatura media - anno 2014 - Primavera
Il contributo all’anomalia termica è stato dato soprattutto da marzo e aprile, mentre a maggio le temperature sono state nella norma.
Non ci sono però stati picchi termici di particolare rilievo.
Figura 4
Anomalie stagionali della temperatura media - anno 2014 - Estate
Figura 5
Anomalie stagionali della temperatura media - anno 2014 - Autunno
PRECIPITAZIONI
Consulta le serie storiche degli indicatori ambientali in relazione alle Anomalie delle precipitazioni
Figura 6
Precipitazioni giornaliere - anno 2014
Il contributo maggiore al cumulo annuo è stato fornito dalle pioggia caduta in autunno, ossia 513 mm; rilevante anche l’apporto dell’estate mentre la primavera (stagione climatologicamente più piovosa) è stato il periodo più povero di precipitazioni.
Figura 7
Anomalie stagionali di precipitazione - anno 2014 - Inverno
Figura 8
Anomalie stagionali di precipitazione - anno 2014 - Primavera
Figura 9
Anomalie stagionali di precipitazione - anno 2013 - Estate
Il contributo al surplus pluviometrico è stato dato soprattutto dal mese di luglio, risultato il più piovoso dal 1958 mentre a giugno e ad agosto le precipitazioni sono state nella media climatologica.
Figura 10
Anomalie stagionali di precipitazione - anno 2014 - Autunno
Il contributo al surplus pluviometrico è stato dato soprattutto dal mese di novembre in cui sono caduti 377 mm sul territorio piemontese ed è risultato non solo il mese di novembre più piovoso dal 1957 ma anche quello più ricco di precipitazione dell’intera serie storica, superando i 368 mm di ottobre 1976.
Ad ottobre le precipitazioni registrate sulla regione sono state inferiori del 40% rispetto alla media mensile; tuttavia tra i giorni 9 e 13 ottobre si sono verificate precipitazioni molto forti sul Verbano e soprattutto sull’Alessandrino, con l’eccezionale valore di 420,6 mm in 12 ore a Gavi (AL) nel giorno 13 ottobre.
VENTO
Consulta le serie storiche degli indicatori ambientali in relazione al Vento
Tabella 1
Velocità media e massima raffica misurate nei capoluoghi di provincia - anno 2014
Località |
Velocità media (m/s) |
Massima raffica (m/s) |
Data massima raffica |
Località |
Velocità media (m/s) |
Massima raffica (m/s) |
Data massima raffica |
Alessandria |
1,8 |
15,8 |
04/11 |
Oropa (BI) |
2 |
22,8 |
11/05 |
Boves (CN) |
1 |
16,3 |
11/05 |
Pallanza (VB) |
1,5 |
25,6 |
11/05 |
Cameri (NO) |
1,7 |
19,1 |
21/10 |
Torino Alenia |
1,8 |
25,6 |
22/10 |
Montaldo Scarampi (AT) |
2,2 |
16,6 |
22/10 |
Vercelli |
1,4 |
17,4 |
02/08 |
NEBBIA
Rilevante invece (-58%) lo scarto negativo dei giorni di nebbia fitta (visibilità inferiore a 100 m); la frequenza dei giorni nuvolosi e della circolazione atlantica nei mesi autunnali ed invernali ha ridotto i periodi con stabilità anticiclonica, forte irraggiamento notturno e marcata inversione termica che usualmente caratterizzano i fenomeni nebbiosi sulla pianura piemontese.
Consulta le serie storiche degli indicatori ambientali in relazione alla Nebbia
Tabella 2
Giorni di nebbia ordinaria e di nebbia fitta - anno 2014
|
Giorni nebbia ordinaria (vis < 1 km) |
Climatologia giorni nebbia ordinaria (vis < 1 km) |
Giorni nebbia fitta (vis < 100 m) |
Climatologia giorni nebbia fitta (vis < 100 m) |
Anno |
124 |
131 |
10 |
27 |
INNEVAMENTO
Nella figura 11 si riportano i quantitativi di neve fresca (espressa in cm) registrati sui settori alpini piemontesi oltre i 650 m di quota. Si può notare come in quota oltre i 2500 m circa i valori di neve fresca cumulata siano superiori a 11-13 m.
Consulta le serie storiche degli indicatori ambientali in relazione alle Precipitazioni nevose
Figura 11
Distribuzione della neve fresca in funzione della quota sui settori alpini piemontesi dal
01-nov-2013 al 31-mag-2014
Figura 12
Valori di neve fresca (HN) a confronto con la media ('81-'10)
per alcune stazioni rappresentative dell'arco alpino piemontese
Figura 13
Valori di giorni nevosi (SD) a confronto con la media ('81-'10)
per alcune stazioni rappresentative dell'arco alpino piemontese
Figura 14
Valori di giorni con neve al suolo (HSD) a confronto con la media ('81-'10)
per alcune stazioni rappresentative dell'arco alpino piemontese
L’inizio della stagione invernale 2014-2015 è stato caratterizzato da un periodo di intense precipitazioni nel mese di novembre. Tuttavia la quota neve in questo periodo è risultata perlopiù superiore ai 1.800-2.000 m con localizzati abbassamenti fino a 1.500 m. Pertanto i quantitativi di neve fresca cumulata dal 1° novembre 2014 al 31 dicembre 2014 risultano nella media o superiori oltre i 2.000 m mentre risultano nulli o abbondantemente sotto la media alle quote inferiori.
Per approfondimenti, consulta:
Consulta il rapporto ‘Gli indicatori del clima in Italia nel 2014’, curato da ISPRA e realizzato in collaborazione con il Sistema delle Agenzie ambientali.
IMPATTI - ONDATE DI CALORE
Le condizioni meteorologiche durante l’estate 2014
Luglio e agosto sono risultati circa un grado al di sotto della
La mortalità estiva durante l’estate 20141
Per la popolazione ultra-sessantacinquenne i decessi totali sono stati 3.433. In presenza di ondata di calore si sono osservati mediamente 3,92 decessi al giorno. In assenza di ondata di calore
Si è ritenuto opportuno ricalcolare e riproporre il dato complessivo regionale con l'esclusione di Torino. I decessi totali osservati, calcolati escludendo la città di Torino, sono stati 1.385. Per gli over 65 i decessi totali osservati sono 1.242 (90%). Si evidenzia una media giornaliera leggermente più alta per i giorni caldi rispetto a quelli meno caldi (1,59 vs 1,38), quindi si riscontra un lieve aumento generale del rischio di mortalità in presenza di ondata di calore.
Ulteriori approfondimenti per la città di Torino
I decessi osservati per Torino sono stati 2.478 di cui 2.191 (88% del totale) per la classe d'età 65 e oltre. Il rischio di mortalità per la classe di età “over 65“, in termini medi, è risultato maggiore nei giorni caldi rispetto a quelli freddi (20,25 vs 16,9).
L'andamento della mortalità risulta abbastanza sensibile alle variazioni dell'HSI per tutto il periodo come evidenziato nella figura 15. Quasi in corrispondenza dell'aumento dei valori dell’ HSI, il numero di decessi cresce superando i valori attesi (linea rosa).
Approfondendo l'analisi della distribuzione della mortalità nell'intero periodo per gli ultrasessantacinquenni, si osservano aumenti statisticamente significativi (+25.4%) solamente nel mese di settembre, dove comunque si rileva un ondata di calore importante.
Il tasso specifico di mortalità per gli over 65 risulta essere pari a 10,05 e, se confrontato con gli altri capoluoghi piemontesi, si riscontra una mortalità superiore a quella di Cuneo, ma inferiore ad Alessandria, Asti e Vercelli.
Figura 15
Andamento giornaliero dei decessi osservati, attesi per la classe degli ultra 65enni e dell’HSI osservato
Dal grafico si evidenzia che l’ondata di calore riscontrata nel mese di settembre (linea marrone) ha contribuito ad aumentare la mortalità osservata nel mese di settembre, infatti, i decessi osservati (pallini e linea blu) risultano sistematicamente superiori a quelli attesi (linea rosa)
BOX di argomento
I danni causati dalle avversità climatiche al settore agricolo nel periodo 2004-2014
A livello nazionale è previsto l'istituto del Fondo di solidarietà nazionale che ha l’obiettivo di garantire la stabilizzazione dei redditi delle imprese qualora avverse condizioni atmosferiche producano gravi danni alle produzioni agricole e zootecniche, alle strutture aziendali e alle infrastrutture. Il Fondo prevede sostegno sia attraverso interventi di tipo compensativo, sia attraverso interventi assicurativi (polizze assicurative agevolate).
La Regione Piemonte con il Settore Calamità e avversità naturali raccoglie e tratta i dati relativi ai danni causati dalle avversità climatiche al settore agricolo per la parte che prevede un contributo statale a ristoro dei danni subiti dagli imprenditori alle produzioni e alle strutture aziendali e per il ripristino delle infrastrutture al servizio delle aziende agricole (acquedotti, strade interpoderali e opere di bonifica) - interventi compensativi.
Dal 2004 è anche previsto un sostegno statale per gli agricoltori che assicurano la propria attività per i danni alle colture colpite da avversità atmosferiche escludendo però la possibilità, in mancanza di polizza, di accedere ai contributi di ristoro di cui sopra.
Annualmente viene approvato, a livello nazionale, un piano assicurativo nel quale sono indicate le colture assicurabili (e pertanto non oggetto di ristoro) suddivise per areali e per tipo di avversità.
I dati riportati nella tabella 1 non tengono conto dei danni subiti dalle aziende agricole per colture assicurabili.
La siccità non rientrava nel piano assicurativo fino al 2007 e vi è stata una deroga per il 2012. Altra deroga è intervenuta per le gelate di inizio 2012.
Tabella 3
Valore danni al settore agricolo per oggetto del danno
Oggetto del danno |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
Colture |
420.000,00 |
4.860.063,00 |
14.023.773,00 |
0,00 |
0,00 |
155.653.917,29 |
174.115,20 |
0,00 |
|
Strutture |
962.750,00 |
12.166.881,64 |
65.228.256,43 |
2.893.400,00 |
4.422.445,00 |
3.663.236,85 |
15.866.080,00 |
1.159.088,00 |
|
Infrastrutture |
149.289,00 |
18.730.439,00 |
23.318.500,00 |
3.087.000,00 |
8.363.700,00 |
843.500,00 |
2.101.000,00 |
6.710.500,00 |
|
Totale |
1.532.039,00 |
35.757.383,64 |
102.570.529,43 |
5.980.400,00 |
12.786.145,00 |
160.160.654,14 |
18.141.195,20 |
7.869.588,00 |
|
Valore danni al settore agricolo per tipo di evento calamitoso |
|||||||||
Evento calamitoso |
2007 |
2008 |
2009 |
2010 |
2011 |
2012 |
2013 |
2014 |
|
Grandinate |
585.450,00 |
3.039.000,00 |
|
|
957.900,00 |
2.535.000,00 |
|
|
|
Gelate |
|
|
|
|
|
84.050.027,85 |
|
|
|
Piogge persistenti |
|
|
48.745.606,00 |
|
|
|
|
7.024.000,00 |
|
Siccità |
|
|
|
|
|
71.603.889,44 |
|
|
|
Eccesso di neve |
|
|
51.671.145,43 |
|
|
|
|
|
|
Piogge alluvionali |
946.589,00 |
28.081.592,00 |
|
3.087.000,00 |
11.828.245,00 |
843.500,00 |
2.009.115,20 |
746.500,00 |
|
Trombe d'aria |
|
4.636.791,64 |
2.153.778,00 |
2.893.400,00 |
|
1.128.236,85 |
16.132.080,00 |
99.088,00 |
|
Venti impetuosi |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Totale |
1.532.039,00 |
35.757.383,64 |
102.570.529,43 |
5.980.400,00 |
12.786.145,00 |
160.160.654,14 |
18.141.195,20 |
7.869.588,00 |
Box di argomento
MIGLIORARE I SUOLI E L’ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO ATTRAVERSO TECNICHE SOSTENIBILI DI AGRICOLTURA CONSERVATIVA
I vantaggi ambientali dell'agricoltura conservativa:
- minore consumo di energia e combustibili
- minori cosi di meccanizzazione
- aumento della sostanza organica nei suoli (maggiore fertilità)
- maggiore stabilità produttiva (più efficiente uso di messi tecnici)
- aumento della biodiversità
- minore erosione
- minore compattamento ed incrostamento (nel lungo periodo)
La bibliografia e la ricerca scientifica hanno dimostrato i vantaggi descritti, ora si rende necessario verificare i risultati a livello locale, nelle diverse condizioni pedoclimatiche: questo è l’obiettivo del progetto Life+ denominato HelpSoil.
Il beneficiario coordinatore (capofila) del progetto è la Regione Lombardia, mentre Regione Piemonte, con Regione Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto Agricoltura, CRPA (Centro Ricerche Produzioni Animali) e ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alla Zootecnia) sono i beneficiari associati (partner).
HelpSoil è un progetto LIFE sulla politica e la governance ambientale dotato di un budget che ammonta a 2.941.515 euro, di cui 1.308.381 euro finanziati dalla Commissione Europea (44,74 % del totale).
La Regione Piemonte partecipa con una quota di 100.266 euro, interamente ricavati da costi di personale, a cui deve essere sommato il finanziamento comunitario, per arrivare ad un totale di 229.895 euro.
Il progetto ha durata quadriennale, dal 1 luglio 2013 al 30 giugno 2017.
Nello specifico, le finalità del progetto sono rivolte a:
1. potenziare le funzioni ecologiche dei suoli (sequestro di carbonio, aumento di fertilità e biodiversità edafica, protezione dall’erosione);
2. favorire l'efficienza dell'uso irriguo delle acque;
3. aumentare l’efficienza della fertilizzazione, in particolare nell’uso degli effluenti zootecnici;
4. contenere l’uso di prodotti fitosanitari per il controllo di infestanti e malattie delle piante.
Le attività sperimentali del progetto vengono attuate in 20 aziende dimostrative, 3 delle quali in Piemonte:
• Azienda Mosca - Crescentino (VC). Azienda specializzata in risicoltura
• Azienda Cerutti - Villanova d’Asti (AT). Seminativi (mais, autunno-vernini)
• Azienda I.T.A. “Don Bosco” - Lombriasco (TO). Seminativi