impatti
Torna su
impatti
Torna su

POLLINI

Pollini

L’anomalia climatica che ha caratterizzato l’inverno 2015-2016 ha determinato un anticipo della fioritura di alcune specie botaniche tipiche del periodo tardo-invernale, come fra le Corylaceae il Corylus avellana ossia il nocciolo.
Per tutte le stazioni di monitoraggio della Rete Arpa (Alessandria, Cuneo, Novara, Omegna, Torino-Università e Vercelli) le concentrazioni rilevate nell’aria dei pollini, relativi alle famiglie delle Corylaceae hanno subito una variazione (in termini quantitativi e/o di anticipo) rispetto all’andamento atteso e registrato dalle serie storiche.
Le elevate concentrazioni di emissione pollinica, secondo quanto segnalato dagli allergologi, hanno provocato un impatto sulla salute della popolazione, con un‘insorgenza precoce della sintomatologia allergica anche di grado rilevante. Confrontando gli anni 2014-2015 e 2015-2016 si riscontra che
le diverse temperature rilevate nei mesi di novembre e dicembre, influenzano le concentrazioni massime di Corylaceae, riscontrate nei mesi di gennaio e febbraio.
Si riporta, a titolo esemplificativo, quanto osservato nella stazione di Alessandria.
Nell’anno 2014-2015 la temperatura massima registrata nel periodo di novembre-dicembre era risultata pari a 20°C (min -0,4°C, Max 20°C) e ha comportato una emissione pollinica massima nei mesi di gennaio-febbraio, per la famiglia delle Corylaceae, pari a 26 granuli al metro cubo. Per l’anno 2015-2016 la temperatura massima registrata nello stesso periodo (novembre-dicembre) è risultata pari a 24°C (min 3°C, Max 24°C) e ha comportato una emissione pollinica massima nei mesi di gennaio-febbraio, per la famiglia delle Corylaceae, pari a 161 granuli al metro cubo.

Cambiamenti climatici e Variazioni delle concentrazioni di pollini allergizzanti

Nel 2016 le stazioni di monitoraggio dei pollini di Novara, Torino, Omegna e Vercelli hanno rilevato un grande aumento della concentrazione delle Urticaceae, alla cui famiglia appartiene anche il genere Parietaria, uno dei pollini più frequentemente responsabile di allergie respiratorie, secondo solo alle Graminacee.

Al genere Parietaria appartengono diverse specie di piante erbacee molto diffuse sul territorio e in Italia il numero di soggetti sensibili è molto elevato. La sintomatologia provocata dall’esposizione al polline aerodisperso può indurre anche attacchi di asma, con comparsa di tosse, dispnea, sibili, fino a crisi ingravescenti che possono richiedere anche il ricorso a cure urgenti presso il Pronto Soccorso.

Ulteriore elemento di particolare interesse è dato dal fatto che in pazienti allergici alla parietaria si possono evidenziare reazioni crociate di allergia con alcuni alimenti: ciliegia, basilico, piselli, gelso e melone.

Vista la grande rilevanza di questo polline per quanto riguarda gli effetti sulla salute, si sono realizzati degli approfondimenti per valutare l’esistenza di possibili correlazioni fra temperatura e concentrazione.
Si è focalizzata in particolare l’attenzione sull’Area del Piemonte Nord Orientale, analizzando i dati rilevati dalla stazione di Novara

Figura 1 
Urticaceae. Stazione di Novara. Dati del 2016 confrontati con la media 2002-2015

Fonte: Arpa Piemonte
Sono stati valutati i dati della serie storica di concentrazioni di questo polline disponibili dal 2002 e si è valutata la variazione tra valori del periodo precedente e il dato rilevato nell’anno 2016. Come si rileva dal grafico si è riscontrato un anticipo dell’inizio del periodo di impollinazione ma soprattutto livelli molto superiori nel periodo di massima concentrazione dei pollini, mesi estivi luglio e agosto, con valori doppi rispetto alla serie di riferimento.   

Prendendo in esame le temperature rilevate dalla stazione di monitoraggio meteorologico di Cameri si è riscontrato che nel 2016 le temperature massima, media e minima sono sempre state superiori alla media delle temperature rilevate negli anni 1991-2015.

Figura 2
Novara. Media mensile relativa alle temperature Massime. Dati del 2016 confrontati con la media 2002-2015

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 3
Novara. Temperatura media. Dati del 2016 confrontati con la media 2002-2015

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 4
Novara. Media mensile relativa alle temperature minime. Dati del 2016 confrontati con la media 2002-2015

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 5
Novara. Confronto concentrazione pollini delle Urticaceae con la temperatura

Fonte: Arpa Piemonte
Le risultanze di queste analisi hanno mostrato che è plausibile che esista una relazione tra incremento delle temperature e concentrazioni polliniche, come mostrato dal grafico in cui risulta un coefficiente di determinazione pari a 0,8761.

Da quanto sopra esposto emerge chiaro il dato che le variazioni delle temperature hanno influito sull’anticipo dell’impollinazione e soprattutto sul quantitativo di polline prodotto e aerodisperso con conseguenti possibili effetti sulla salute dei soggetti allergici

Lo studio e l’osservazione dei cambiamenti climatici, delle anomalie stagionali e delle variazioni delle temperature, correlati con il monitoraggio dei pollini e le valutazioni previsionali indicate nei bollettini, sono assolutamente importanti e possono rappresentare un valido aiuto per mettere in atto misure terapeutiche tempestive in modo da mitigare l’impatto di questi eventi sulla salute della popolazione