ALTERAZIONI MORFOLOGICHE
Pressione Alterazioni idromorfologiche
Per il calcolo della significatività è stato individuato a livello di Bacino del Po un criterio che tiene conto di tutti questi aspetti.
Figura 1
Acque superficiali. Pressione Alterazioni idromorfologiche - anno 2015
Figura 2
Acque superficiali. Percentuale corpi idrici con pressione significativa per Alterazioni Idromorfologiche anno 2015
Come si evince dal grafico, per le acque superficiali, la pressione Alterazioni Idromorfologiche è significativa per il 66% dei CI (su un totale di 597 CI su cui è stata fatta l’analisi delle pressioni), ed è infatti la pressione più presente.
La moderna legislazione europea in materia di acque - rappresentata dai disposti delle direttive europee 2000/60/CE e 2007/60/CE di cui il Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po e il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni sono gli strumenti attuativi - è volta tra l’altro a ripristinare l’equilibrio idromorfologico del reticolo idrografico, riconosciuto funzionale alla prevenzione dei rischi idraulici e al miglioramento della qualità ambientale del corso d’acqua. In particolare la Direttiva acque ha esteso l’attività di monitoraggio dei Paesi Membri, includendo anche l’indagine sulla qualità morfologica e idrologica dei corpi idrici, ritenute strettamente correlate allo stato delle comunità biologiche acquatiche. La parte idrologica viene trattata in particolare nella sezione dedicata ai prelievi.
fattori di alterazione morfologica dei fiumi
Tabella 1
Fattori di pressione inerenti la morfologia fluviale utilizzati nell’analisi di rischio
ALTERAZIONE |
MOTIVO DELL’INTERVENTO |
EFFETTO SULLA QUALITÀ MORFOLOGICA |
Alterazioni fisiche del letto del corso d’acqua comprese anche opere idrauliche poste sul fondo del fiume per evitarne l’erosione, quali soglie o rampe |
Difesa dalle alluvioni |
Determinano Alterazione del substrato (es. rivestimenti permeabili o impermeabili del letto del corso d’acqua) |
Dighe, barriere e chiuse per consentire la gestione delle acque |
Idroelettrico |
Determinano Alterazione del passaggio di acqua e dei sedimenti lungo il corso d’acqua, consolidamento delle sponde |
Perdita fisica totale o parziale del corpo idrico |
intervento eseguito in contesti urbani (passaggio di una strada, costruzione di un parcheggio) o di difesa idraulica |
Può determinare anche la perdita completa di tratti di corpi idrici in caso di diversioni operate sul reticolo secondario |
Modifiche della zona riparia/piana alluvionale |
Uso del suolo/difesa dalle alluvioni |
Possono determinare interruzioni alla continuità / frammentazione degli ecosistemi, possono comportare variazione di ampiezza ed estensione lineare della vegetazione ripariale e delle piane alluvionali dei corpi idrici |
Vari sono i fattori antropici che hanno portato nel tempo ad una progressiva riduzione delle caratteristiche naturali del fiume, comprensivo sia dell’alveo che della porzione di territorio di pertinenza del corso del acqua, zona interessata dalle periodiche naturali dinamiche di esondazione delle acque.
Si distinguono l’uso del suolo agricolo e urbano che, spingendosi in prossimità dell’alveo bagnato, occupano la regione deputata ai processi di mobilità propri del fiume che viene costretto all’interno di opere di consolidamento delle sponde e di contenimento delle portate.
Le prime si identificano con le difese spondali che limitano l’azione erosiva laterale della corrente, le seconde interrompono il rapporto tra il fiume e il territorio circostante, nell’intento di contenere i danni ai beni e garantire l’incolumità umana. L’estensione della fascia di naturale vegetazione riparia, altro elemento indicatore della corretta funzionalità morfologica, risulta al contempo spesso limitata e discontinua.
Agli interventi di difesa idraulica, spesso necessari alla salvaguardia delle infrastrutture e dei centri urbani, si aggiungono le modifiche del trasporto solido. Questa è una delle componenti dell’ambiente fluviale e contribuisce alla definizione delle caratteristiche abiotiche specifiche di ogni corso d’acqua funzionali a comunità vegetali e animali specifiche.
Tale fenomeno naturale è frequentemente soggetto alle alterazioni indotte dalle opere di derivazione idrica (dighe e traverse) che trattengono quota parte del sedimento trasportato dal corso d’acqua, alle modifiche fisiche del letto, legato a uso del suolo e infrastrutture che limitano la naturale divagazione laterale e infine alle attività di prelievo di sabbia e ghiaia nelle aree golenali e, talora, nell’alveo fluviale stesso, determinando un abbassamento del letto del fiume registrato in quasi tutti i tratti fluviali di pianura.
Il contenimento dei fattori di impatto morfologico è in atto in Piemonte attraverso l’applicazione dell’art. 114 del DLgs 152/06 sulla gestione dei sedimenti delle dighe, la redazione dei Programmi di gestione dei sedimenti fluviali, la riqualificazione delle aree golenali interessate da pregressa attività di cava, la redazione dei Piani di gestione della vegetazione perifluviale, la mitigazione degli interventi di consolidamento del fondo alveo per garantire la continuità biologica longitudinale, la individuazione di aree di laminazione naturali delle piene opportunamente gestite.
Con la recente introduzione dell’articolo 117, comma 2 quater nel DLgs 152/06 con il quale la redazione dei programmi di gestione dei sedimenti è divenuta norma nazionale, si propone tra l’altro di contrastare l’abbassamento del letto dei fiumi prevedendo la prioritaria riallocazione del materiale, eventualmente rimosso dall’alveo per fini idraulici, in altre porzioni del letto fluviale.
Figura 3
Torrente Soana: impatto idrologico, alveo in asciutta
Figura 4
Torrente Sangone: impatto morfologico, rettificazione dell'alveo con arginatura
BOX
Piani di Gestione della Vegetazione perifluviale (PGV)
La metodologia deriva dalle esperienze maturate dell’AdBPo sul Torrente Parma, con alcune modifiche per meglio adattare lo strumento al contesto regionale. A seguito dell’approvazione della Regione Piemonte delle Norme Tecniche per la redazione dei Piani Aziendali Forestali (PFA), il PGV è considerato un PFA speciale per il contesto fluviale e come tale approvabile, con un periodo di validità di riferimento di 15 anni.
In tal modo il PGV assume una valenza più ampia e può integrarsi con gli altri documenti di programmazione previsti per i corsi d'acqua, come il Piano di gestione dei sedimenti e i Contratti di fiume, nonché piano stralcio per i Siti Natura 2000 e le Aree Protette interessate.
Il PGV viene sviluppato attraverso le seguenti fasi:
1. definizione dello stato attuale della fascia di pertinenza fluviale, per le componenti morfologiche, idrauliche e vegetazionali;
2. definizione delle tratte omogenee, in base ai parametri ambientali, morfologici e idraulici;
3. definizione degli obiettivi generali e specifici;
4. definizione degli interventi, per la ricerca di una maggiore corrispondenza tra le caratteristiche attuali della vegetazione e quelle auspicate, in funzione degli obiettivi.
Gli obiettivi generali, opportunamente declinati in specifici a seconda del contesto, sono legati a:
1. rischio di inondazione ed erosione: necessità di rallentare o accelerare il deflusso, di limitare l'apporto solido o l'accumulo di alberi in alveo;
2. uso del suolo e attività antropiche: valorizzare il paesaggio, definire gli spazi per le attività agricole e selvicolturali sostenibili e quelle ricreative regolamentate;
3. patrimonio naturale: conservare gli habitat, la flora e la fauna di interesse, contrastare l'eutrofizzazione delle acque e le specie esotiche invasive.
L'utilizzo di questo schema metodologico prevede anche un'indagine sul regime patrimoniale, poiché il rilievo delle proprietà è un elemento essenziale in fase di pianificazione, sulla cui base modulare obiettivi ed interventi realistici e attuabili.
La gestione delle fasce fluviali è senza dubbio un tema complesso e di grande rilevanza che necessita l'attenzione di tecnici e amministratori locali e per il quale l'opinione pubblica è molto sensibile. Le difficoltà nascono dal dover gestire interessi diversi, spesso tra loro in contrasto, come la sicurezza idraulica e la conservazione degli ambienti naturali, la connessione ecologica e le aspettative economiche di vario genere: agricoltura, pioppicoltura, attività estrattive e ricreative. Un ulteriore limite al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento e conservazione degli habitat fluviali naturali è costituito dalla diffusione di specie esotiche invasive, che trovano lungo i fiumi ambienti elettivi.
Per ottenere una maggiore efficacia nell'azione pianificatoria occorre predisporre strumenti gestionali integrati e tra loro complementari per ogni tematica; sotto questo aspetto anche la valorizzazione economica delle proprietà demaniali lungo le aste fluviali può essere un'utile risorsa, in particolare per il Piemonte dove queste aree raggiungono superfici significative, con migliaia di ettari boscati.
Sulla base dell'esperienza maturata con il progetto “Eau Concert” sono stati redatti altri piani, a partire dal completamento della fascia della Dora Baltea fino alla confluenza nel Po, Stura di Lanzo, Torrente Orba e Dora Riparia. A breve anche il Torrente Belbo sarà dotato di PGV, mentre la Regione si sta attivando, a seguito di alcuni primi interventi pilota nei comuni di Borgofranco di Ivrea, Ivrea e Avigliana, per dare attuazione ai PGV attraverso le squadre forestali regionali.
L’Unione Europea ha approvato, nel febbraio 2017 la prosecuzione dei lavori finanziando “EAU CONCERT II” nel programma Alcotra Italia-Francia 2014-2020.
Per approfondimenti consulta il sito di Regione Piemonte alle pagine:
http://www.regione.piemonte.it/ambiente/acqua/dwd/vegetazionePerifluviale/Dora%20Riparia.pdf
http://www.regione.piemonte.it/ambiente/acqua/gestione_po.htm (aprire la tendina sul Piano di Gestione della Vegetazione perifluviale).