PIANO QUALITÀ DELL'ARIA
Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
Adozione Proposta di Piano
Venerdì 9 giugno 2017 a Bologna, in occasione degli eventi di preparazione al G7 dell’Ambiente, la Regione Piemonte insieme a Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e al Ministro dell’Ambiente ha firmato l’Accordo di Programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualita' dell'aria nel Bacino Padano, ai sensi della L. 88/2009.
Il Piano Regionale per la Qualità dell'Aria
Sappiamo bene però, che le indicazioni ricevute dall’Europa sono a tutela della salute di tutti i cittadini, specialmente quelli più deboli (anziani e bambini). Dal 2013 ce lo ha detto chiaramente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) che l’effetto carcinogenico delle polveri fini è un dato di fatto.
Negli ultimi decenni la qualità dell’aria in Piemonte è migliorata significativamente, riducendo sia i valori di lungo periodo come le medie annuali che i valori di breve criticità, come le medie giornaliere o orarie, ma non si sono ancora raggiunti i livelli che la normativa vigente ha indicato a protezione della salute dei cittadini.
Sin dal 2000, la Regione Piemonte si è dotata di una Legge regionale di Piano per la Tutela e il Risanamento della Qualità dell’Aria (L.R. 43/2000), articolata per piani stralcio relativi a singoli comparti di applicazione (Trasporti, Riscaldamento, Industria), che ha permesso di mettere in campo numerose misure che hanno contribuito al miglioramento della qualità dell’aria.
La Regione Piemonte, insieme alle altre regioni del Bacino padano, è già stata oggetto di condanna da parte della Corte di giustizia europea per aver superato i valori limite del PM10 negli anni 2006 e 2007 in numerose zone e agglomerati. Attualmente è soggetta a due nuove procedure di infrazione che potrebbe portare al pagamento di pesanti sanzioni, con gravi ripercussioni sulla futura disponibilità di risorse afferenti ai fondi europei.
È apparsa evidente la necessità di rivedere interamente il vigente Piano Aria e le azioni in esso contenute. Le azioni, nuove o riproposte che siano, coinvolgeranno pressoché tutte le politiche regionali. Le misure previste nei Piani Aria sono necessariamente rivolte alla riduzione degli inquinanti emessi in atmosfera: effetto purtroppo legato alla quasi totalità delle attività antropiche. Ma, a differenza della restante totalità della pianificazione regionale, non possono limitarsi al raggiungimento di obiettivi di riduzione, seppure ambiziosi.
La direttiva europea, che esplicitamente detta le linee guida in uno specifico allegato, impone il raggiungimento dei valori realmente rilevati in aria ambiente nel più breve tempo possibile. E non ammette rimandi temporali quant’anche motivati dalla onerosità delle misure stesse o da periodi di crisi economica.
La Proposta di Piano regionale per la Qualità dell'Aria, come già detto recentemente adottato, non può che fare propri gli obiettivi ambientali che il nostro Paese si è dato, ratificando il Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE) che all’art. 191 stabilisce:
- la tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente
- la protezione della salute umana
- l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali
- la promozione di misure destinate a risolvere i problemi ambientali.
Oggi ci troviamo in dirittura d’arrivo per un documento di Piano che delineerà le linee di intervento che saranno normate dai futuri Stralci di Piano ma che presenterà una chiara valutazione delle necessità e degli sforzi che dovranno essere messi in campo per potere raggiungere i risultati richiesti.
La valutazione globale dell’impatto e la realizzazioni degli scenari di Piano (peraltro prevista dalla normativa) viene realizzata utilizzano i tre grandi strumenti di Valutazione della qualità dell’aria che la Regione Piemonte ha negli scorsi predisposto: l’Inventario regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA), la Rete regionale di rilevamento della Qualità dell’Aria, e il Sistema regionale di modellistica della Qualità dell’Aria.
L’Arpa Piemonte è il supporto tecnico di riferimento che realizza di fatto gli scenari di Piano e gli approfondimenti scientifici del caso.
I contenuti della Proposta di Piano
Il secondo capitolo rappresenta l’”Inquadramento normativo”, e, a partire dal primo “Programma d’Azione in materia d’Ambiente (EAP)” del 1973, illustra tutti i provvedimenti normativi approvati, a livello europeo, nazionale e regionale in materia di tutela qualità dell’aria, non tralasciando di presentare anche gli accordi di programma e i protocolli sottoscritti nel corso degli anni, nonché le procedure di infrazione avviate dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia.
I principali documenti programmatori regionali, approvati od in fase di predisposizione, che agiscono sui settori - trasporti, energia, agricoltura, industria – che sono stati anche individuati come ambiti di intervento nel PRQA e la cui attuazione, per le politiche e per le risorse previste, potrebbe avere ricadute sul Piano stesso, sono invece sinteticamente riassunti nel terzo capitolo “Il percorso di Piano e la pianificazione settoriale”. In particolare, i piani e programmi a cui si è fatto riferimento sono “Il Piano Regionale della Mobilità e dei Trasporti”, “Il Piano Energetico Ambientale Regionale”, “Il POR FESR per la programmazione 2014 –2020” e “il Piano di Sviluppo Rurale”.
Il “Quadro metodologico” è oggetto del quarto capitolo, in cui si descrive il funzionamento del sistema integrato della qualità dell’aria che è composto dal:
- Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria, ovvero l’insieme delle stazioni di monitoraggio dislocate sul territorio regionale, che rilevano varie tipologie di inquinante;
- Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera, ovvero lo strumento che stima su tutto il territorio regionale le emissioni in atmosfera di originale antropica e naturale;
- Modello di dispersione degli inquinanti.
Il contesto in cui si inserisce il PRQA trova ampia trattazione nel quinto capitolo. Ad una sintetica analisi del contesto territoriale - le caratteristiche generali del territorio e le infrastrutture, gli aspetti demografici, il quadro economico, l’industria e il turismo, il comparto agricolo, il patrimonio edilizio, il parco veicolare, la dimensione energetica – segue l’illustrazione della zonizzazione del territorio ai fini della qualità dell’aria approvata con deliberazione della Giunta regionale n. 41-855 del 29 dicembre 2014. La zonizzazione, sulla base degli obiettivi di protezione per la salute umana per gli inquinanti NO2, SO2, C6H6, CO, PM10, PM2,5, Pb, As, Cd, Ni, B(a) PB[a], nonché degli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione relativamente all’ozono, ha ripartito il territorio regionale in cinque zone e agglomerati ( Agglomerato di Torino,Zona denominata Pianura, Zona denominata Collina, Zona denominata di Montagna, Zona denominata Piemonte).
AZIONI E MISURE |
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MOBILITA’/TRASPORTI |
Rimodulazione accise carburanti |
Rimodulazione della tassa automobilistica |
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Limitazione della circolazione in ambito urbano per veicoli alimentati a gasolio |
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Elettrificazione Linee Ferroviarie |
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Potenziamento del Sistema Ferroviario Metropolitano |
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Realizzazione della Linea 1 della Metropolitana |
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Realizzazione della Linea 2 della Metropolitana |
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Rinnovo veicoli adibiti al Trasporto Pubblico Locale |
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Introduzione della Congestion Charge |
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Low Emission Zone |
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Promozione del Telelavoro e dematerializzazione dei rapporti cittadino - PA |
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Promozione della mobilità ciclistica |
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Promozione della mobilità elettrica e del car sharing |
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Sistemi di Trasporto intelligenti (ITS) |
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Mobility Management |
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Estensione delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) e delle aree pedonali |
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Logistica in ambito urbano |
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Piano Urbano della Mobilità sostenibile |
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Ticketing & fidelizzazione utenza |
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Adozione e integrazione di criteri ambientali nella ripartizione dei fondi destinati al TPL |
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ENERGIA |
Incentivazione dello stoccaggio di energia negli invasi alpini |
Riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici pubblici |
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Riqualificazione ed efficientamento energetico dell’involucro edilizio |
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Sostituzione edilizia degli edifici |
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Riqualificazione ed efficientamento energetico degli impianti termici |
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Regolamentazione dell’utilizzo delle biomasse per climatizzazione ambienti e produzione di acqua calda sanitaria |
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Promozione della produzione energetica da fonti rinnovabili che non prevedano il ricorso a processi di combustione |
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Promozione della produzione di energia da fonte rinnovabile nell’edilizia |
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Informazione e formazione sui temi del risparmio energetico e dell’uso di fonti rinnovabili in edilizia |
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Sviluppo del teleriscaldamento efficiente |
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INDUSTRIA |
Applicazione delle BAT (Best Available Techniques) ai processi produttivi – Aziende soggette ad AIA |
Applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili ai processi produttivi: autorizzazioni alle emissioni in atmosfera |
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Riqualificazione ed efficientamento energetico dei processi produttivi (audit energetico) |
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Riduzione delle emissioni di Composti Organici Volatili COV |
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Riduzione alle emissioni diffuse di polveri: cantieri, off-road |
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AGRICOLTURA |
Sostegno ad investimenti per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera |
Sostegno all’apporto di matrici organiche in sostituzione della concimazione minerale |
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Sostegno all’adozione di tecniche agronomiche per la riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera |
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Riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera dal comparto zootecnico |
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Attività forestali compensative urbane |
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Limitazione della combustione dei residui colturali in campo |
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Rinnovo del parco macchine off-road |
L'ACCORDO PADANO PER LA QUALITA’ DELL’ARIA
Questo accordo verrà presentato alla Commissione Europea nell'ambito della discussione sulle due procedure di infrazione in atto per quanto riguarda il superamento dei limiti per le polveri sottili (PM10) e per il biossido di azoto (NO2). Il testo adottato prevede progressive limitazioni per quanto riguarda i comparti emissivi maggiormente responsabili dell'inquinamento, ovvero i trasporti, il riscaldamento civile, l'agricoltura e l'adozione di un protocollo di intervento contenente misure temporanee per affrontare le situazioni di accumulo di PM10 legate a condizioni meteo sfavorevoli.
Nello specifico attraverso l’accordo, considerata la specificità meteoclimatica e orografica del Bacino Padano, si condividono una serie di interventi comuni da porre in essere, in concorso con quelli previsti dalle norme e dai piani della qualità dell’aria vigenti, nel quadro di un’azione coordinata e congiunta, nei settori maggiormente responsabili di emissioni inquinanti, ai fini del miglioramento della qualità dell’aria e del contrasto all’inquinamento atmosferico.
LA CONSULTAZIONE PUBBLICA SULLA QUALITA’ DELL’ARIA
La consultazione è una prassi della Commissione europea, la quale per alcuni temi specifici o in previsione di una iniziativa legislativa futura, decide di consultare le parti interessate al fine di assicurare la coerenza e la trasparenza delle azioni dell’Unione.
La Regione Piemonte, allo stesso modo, ha ritenuto necessario sulla presente tematica – che è determinata anche dai comportamenti dei singoli cittadini e ha ricadute dirette sulla salute, gli interessi e le aspettative della comunità – di costruire la propria azione politica a partire da questa forma di democrazia partecipativa.
Con la compilazione del sondaggio la Regione Piemonte ha inteso dar vita ad un percorso partecipato con la cittadinanza per:
- coinvolgere i cittadini, raccogliendo le loro consuetudini ed assicurando che le loro preoccupazioni ed aspirazioni siano comprese e considerate;
- valutare la percezione che il territorio ha in merito a quanto finora è stato fatto dall'amministrazione per contrastare l'inquinamento atmosferico, con riferimento a quanto riportato dalla “Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte 2014” a cura di Regione Piemonte ed ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale;
- informare, sostenendo i cittadini nella comprensione del problema, attraverso degli approfondimenti tematici sugli argomenti toccati dal questionario;
- collaborare con i cittadini che potranno così contribuire al processo decisionale dell’amministrazione regionale aiutandola ad individuare e sviluppare soluzioni sempre più condivise.
È possibile consultare il documento che riporta l’analisi dei dati raccolti.
Qui di seguito si riportano solo alcune delle valutazioni più significative. Al fine dell’interpretazione dei risultati si segnala che il periodo di indagine del questionario lanciato dalla Regione Piemonte ha preceduto, e quindi non è stato influenzato dall’effetto sull’opinione pubblica di eventi come lo scandalo “Diesel Gate”, la conferenza internazionale delle Nazioni unite sul clima di Parigi – COP 21 - e l’emergenza smog in Pianura Padana.
Il questionario era costituito di 36 domande (a risposta anonima) organizzate in 8 sezioni:
- domande introduttive
- la sua opinione sull’inquinamento atmosferico
- inquinamento atmosferico e salute dei cittadini
- fonti di inquinamento ed emissioni
- informazioni sulla qualità dell’aria
- inquinamento atmosferico: trasporti
- inquinamento atmosferico: efficientamento energetico
- qualità dell’aria: azioni e attori
In sintesi i partecipanti al sondaggio si sono dimostrati cittadini consapevoli dei rischi dell’inquinamento e chiedono investimenti per mezzi pubblici, più piste ciclabili e incentivi per l’efficientamento energetico degli edifici.
La maggior parte dei cittadini ha una percezione molto grave del livello di inquinamento ed è consapevole che la situazione sia ancora più critica nel bacino padano, rispetto ad altre zone d’Italia. C’è consapevolezza dell’influenza dell’inquinamento atmosferico su salute e spesa sanitaria. I partecipanti hanno individuato traffico veicolare privato, traffico da trasporto merci e riscaldamento civile come le tre principali cause dell’inquinamento dell’aria. Gran parte dei cittadini sa che ci sono strumenti di monitoraggio e di controllo della qualità dell’aria, consultando dati e informazioni, in primis attraverso tv, radio e quotidiani.
Figura 1
Consultazione pubblica sulla qualità dell'aria: percezione del livello di inquinamento
Per chi si sposta in treno, di grande importanza è la qualità del viaggio. Per chi predilige la bici, le richieste riguardano più piste e maggiore sicurezza. Al di là dei comportamenti dei singoli, i cittadini che hanno preso parte al test sostengono in maggioranza che gli attori il cui impegno è fondamentale per migliorare la qualità dell’aria siano le amministrazioni pubbliche.
Tre i comportamenti virtuosi maggiormente considerati: la riduzione delle perdite di calore, un maggiore uso dei mezzi pubblici e un incremento dell’utilizzo dei mezzi senza motore. E infatti, stando ai numeri, il campione intervenuto sostiene per il 60% che la Regione debba finanziare il miglioramento del trasporto pubblico e il 38% che si debbano dare incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici privati.
Zonizzazione, popolazione e sua distribuzione
Il DLgs 155/10 (di recepimento della suddetta direttiva comunitaria) ha definito a sua volta, in coerenza con la normativa comunitaria, nuovi criteri per la definizione delle zone, aggiornando anche le modalità per una corretta valutazione e gestione della qualità dell’aria. La classificazione delle nuove zone governa l’intera attività di valutazione della Qualità dell’Aria che deve essere basata - in ciascuna regione - su un programma (Programma di Valutazione) nel quale sono definiti la rete di misura ufficiale, i modelli e le stime obiettive. Questo nuovo quadro normativo ha avviato un profonda revisione su tutto il territorio italiano delle zonizzazioni realizzate negli anni passati dai soggetti competenti (Regioni e province autonome).
I punti salienti della riforma normativa sono di seguito riassunti:
- individuazione della zonizzazione come fase essenziale per assicurare l’uniformità delle attività di valutazione e di gestione della qualità dell’aria da parte delle autorità regionali;
- razionalizzazione dell’utilizzo delle misurazioni e delle altre tecniche di valutazione della qualità dell’aria;
- individuazione del campo di applicazione dei piani regionali di qualità dell’aria;
- possibilità di ricorrere a misure nazionali e interventi di carattere nazionale;
- coordinamento e verifica dello stato sull’adempimento da parte delle regioni.
In merito al primo punto la norma definisce criteri e procedure per effettuare la zonizzazione e i requisiti a cui devono essere conformi le stazioni che fanno capo alla rete di misura ufficiale a gestione o controllo pubblico. La norma infine impone anche un processo di razionalizzazione finalizzato all’eliminazione di stazioni in eccesso. Gli agglomerati sono individuati sulla base dell'assetto urbanistico, della popolazione residente e della densità abitativa.
La nuova zonizzazione così realizzata non solo permetterà di ottenere una valutazione anno per anno della qualità dell'aria, individuando in maniera più dettagliata le aree di superamento dei livelli minimi di emissioni, i fattori che condizionano i superamenti e le sorgenti su cui agire, ma consentirà anche di ridimensionare, in termini di apparecchiature e quindi anche di costi di manutenzione, l’intera rete di rilevamento regionale delle stazioni di rilevamento fisse.
La nuova zonizzazione
Per la nuova zonizzazione del territorio sono state analizzati i seguenti aspetti, relativamente a tutto il territorio regionale:
- la densità abitativa;
- le caratteristiche orografiche e meteoclimatiche;
- il carico emissivo;
- il grado di urbanizzazione del territorio.
I dati utilizzati per l’individuazione delle zone sono stati analizzati sia su base comunale sia su griglia di 1 km per lato: densità abitativa da Land Cover Piemonte; densità emissiva per NH3, NOx, PM10 e COV (fonte IREA); classe prevalente della distribuzione della velocità del vento (fonte Arpa Piemonte). Sono state così delimitate quattro zone: Agglomerato; Pianura; Collina; Montagna.
Il Piemonte per sue caratteristiche territoriali presenta condizioni meteorologiche particolarmente sfavorevoli per la qualità dell’aria in cui le emissioni di inquinanti si distribuiscono, ma faticano a disperdersi: i venti medi sono tra i più bassi d’Europa, frequentemente si instaurano condizioni di alta pressione associata a stabilità atmosferica, con gli inquinanti che si disperdono in altezza solo fino a pochi metri dal suolo.
Per supportare al meglio l'analisi dei dati raccolti sono state predisposte carte di sintesi: alcuni esempi sono la carta con la suddivisione dei Comuni per fascia altimetrica (secondo classificazione ISTAT); la carta orografica in cui sono prese in considerazione la morfologia del territorio, le aree edificate, l'idrografia e le principali vie di comunicazione; le mappe di distribuzione oraria della velocità del vento.
Figura 2
Carta dei comuni calssificati per fascia altimetrica
Figura 3
Classe prevalente distribuzione oraria della velocità del vento
Figura 4
Densità abitativa per comune
In una prima fase sono stati analizzati i dati VEA che evidenziano la componente emissiva sul territorio comunale, quindi le “Emissioni totali annue per Comune (t/km2)” relativamente agli inquinanti: COV; NOx, NH3, PM10.
Infine sono stati presi in considerazione, per ciascun anno su base comunale, i dati VEA che derivano dalla spazializzazione su griglia (1 km per 1 km) delle emissioni per i principali inquinanti calcolate dal sistema INEMAR – l’INventario delle EMissioni in Atmosfera utilizza il software INEMAR che stima le emissioni dei diversi inquinanti a livello comunale per diversi tipo di attività (quali ad esempio riscaldamento, traffico, agricoltura e industria) e per tipo di combustibile: COV NH3 NOx, PM10.
Di seguito sono riportati alcuni esempi di mappe del carico emissivo spazializzato su griglia, per gli inquinanti sopraccitati.
Figura 5
Densità emissiva NOx anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 6
Densità emissiva PM10 anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 7
Densità emissiva NH3 anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 8
Densità emissiva COV anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/km2/a)
Figura 9
Densità emissiva NOx anno 2007 su griglia 1x1 (km (t/Km2 a) agglomerato Torino
Il confronto tra la prima ipotesi di zonizzazione (figura 10) e il risultato della Functional Cluster Analysis (figura 11) ha messo in evidenza la necessità di rivedere l’assegnazione di alcuni territori comunali situati al confine tra la zona altimetrica di montagna e quella di collina, nonché tra quella di montagna e quella di pianura.
Figura 10
Rappresentazione grafica della nuova zonizzazione relativa agli inquinanti diversi da ozono
Figura 11
Classificazione dei Comuni piemontesi mediante Functional Cluster Analysis
Tabella 1
Le quattro zone individuate nell'ambito della zonizzazione del territorio
|
u.m. |
Agglomerato Torino IT0118 |
Zona pianura IT0119 |
Zona collina IT0120 |
Zona montagna IT0121 |
Totale |
N° Comuni |
|
32 |
269 |
660 |
245 |
1.206 |
Popolazione |
|
1.555.778 |
1.326.067 |
1.368.853 |
195.532 |
4.446.230 |
Superficie Comuni |
km2 |
838 |
6.595 |
8.811 |
9.144 |
25.389 |
Densità abitativa |
ab/km2 |
1.856 |
201 |
155 |
21 |
175 |
Densità em. PM10 |
t/km2 |
3,57 |
0,78 |
0,55 |
0,13 |
0,56 |
Densità em. NOX |
t/km2 |
16,68 |
3,70 |
2,36 |
0,34 |
2,45 |
Densità em. COV |
t/km2 |
19,44 |
3,11 |
4,18 |
2,05 |
3,64 |
Densità em. NH3 |
t/km2 |
2,76 |
4,02 |
1,03 |
0,19 |
1,56 |
Dai dati riportati (tabella 1) si evidenzia come la popolazione insediata nelle aree classificate come agglomerato, zona Pianura e zona Collina rappresenti la quasi totalità della popolazione della regione. Tali zone, sintetizzate nella figura 10, sono quindi le aree sui cui è stato predisposto il Programma di Valutazione.
Tabella 2
Zonizzazione per l'inquinante O3
|
u.m. |
Agglomerato Torino IT0118 |
Zona Piemonte IT0122 |
Totale |
N° Comuni |
|
32 |
1174 |
1.206 |
Popolazione |
|
1.555.778 |
2.890.452 |
4.446.230 |
Superficie Comuni |
km2 |
838 |
24.551 |
25.389 |
Densità abitativa |
ab/km2 |
1.856 |
118 |
175 |
Figura 12
Rappresentazione grafica zonizzazione per l’inquinante ozono (O3)
La classificazione delle zone e degli agglomerati dovrà essere riesaminata almeno ogni 5 anni, e comunque, in caso di significative modifiche delle attività che incidono sulla qualità dell’aria per gli inquinanti di cui all’articolo 1, comma 2 del DLgs 155/10. Le eventuali modifiche alla delimitazione delle zone e degli agglomerati sono oggetto di comunicazione annuale alla Comunità Europea da parte del Ministero.