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INDUSTRIA

Obiettivo 8: Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti









Obiettivo 9: Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile



Il controllo integrato delle attività produttive

L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione.

L'autorizzazione integrata ambientale (AIA) è l'autorizzazione di cui necessitano alcune aziende per uniformarsi ai principi di integrated pollution prevention and control (IPPC) dettati dall'Unione europea a partire dal 1996.
In particolare l’autorizzazione AIA non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia con l’applicazione delle BAT (Best Available Technologies), sia prevedendo i controlli ai sensi dell’art. 3 comma 1 del DM 24/04/08.
L’AIA sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7 gennaio 2014, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con Decreto n. 46 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n. 88 del 14/04/2014.

I punti salienti della Direttiva “emissioni” che risultano delle novità rispetto al DLgs 152/06 e s.m.i. sono:
1. inclusione nell’autorizzazione AIA dell’attività tecnicamente connessa anche quando condotta da diverso gestore;
2. i documenti di riferimento per il rilascio dell’AIA sono le BAT Conclusion a cui devono far riferimento le autorizzazioni. In caso di variazioni delle BAT, l’autorità competente ha 4 anni per procedere al rinnovo dell’AIA;
3. durata delle AIA raddoppiata rispetto alla precedente normativa e cioè 10, 12 (sistema ISO 14001) e 16 (sistema EMAS) anni;
4. introduzione della relazione di riferimento che richiede indagini su sottosuolo e acque sotterranee da predisporre da parte delle aziende e da validare dall’autorità competente;
5. introduzione del concetto di “rischio” in funzione del quale bisogna programmare la frequenza di controllo presso le aziende;
6. programmazione dei controlli in capo alla Regione la cui frequenza tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter;
7. introduzione di sanzioni specifiche per le comunicazioni EPRTR che costituiscono la base dati europea per la valutazione dei reali impatti ambientali delle aziende, secondo il regolamento europeo 166/2006 e DPR 157/2011;
8. variazione delle tipologie di attività soggette ad autorizzazione AIA (ALLEGATO VIII alla Parte Seconda).

I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzati in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.
Il concetto di Best Available Technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consente l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le industrie interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.

I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzati in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, ecc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.

Le decisioni sono pubblicate sul sito della Commissione Europea

In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC. La tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che sono in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC.

Tabella 1
Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate - aggiornamento Dicembre 2016

AIA rilasciate

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

VC

Totale

51

29

23

175

61

208

16

40




Totale AIA autorizzate: 603
Nota: sul territorio piemontese sono inoltre presenti 11 AIA Nazionali.
Per alcune province alcuni impianti sono in procedure per più codici IPPC. Il numero complessivo dei codici IPPC sono 670.

La legislazione ambientale comunitaria ha da sempre evidenziato il valore strategico dei controlli come completamento del regime amministrativo al quale sono sottoposte le attività e gli impianti a elevato impatto ambientale. Il rilascio dell’autorizzazione ambientale comporta l’attivazione di una serie di controlli onde verificare il rispetto delle prescrizioni e condizioni imposte.
La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2016.

Tabella 2
I controlli effettuati a tariffa da Arpa Piemonte agli impianti IPPC - anno 2016

 

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

VC

Soggetti giuridici controllati

15 

13  9  20  12  74  65
I settori più rappresentati sono stati:
1.1 impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW (n° 29);
2.6 impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche (n° 54);
4.1 impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici (n° 38);
5.1 impianti per l’eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi (n° 30);
5.3 impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi (n° 41);
5.4 discariche (n° 29);
6.6 impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini (n° 166).

I controlli effettuati permettono di restituire all’Autorità competente un quadro di riferimento completo sul rispetto dell’AIA. Gli esiti dei controlli così effettuati garantiscono in generale all’Amministrazione competente le informazioni necessarie per l’adozione dei provvedimenti di competenza nei confronti dei soggetti controllati ovvero per il rinnovo degli atti in scadenza.

Nell’anno 2016 sono stati conclusi 213 controlli integrati ordinari con il prelievo di 330 campioni sulle varie matrici ambientali comprensivi delle misure in campo.
Lo stato degli impianti autorizzati è generalmente buono.
Dai controlli effettuati sul territorio regionale si evidenziano situazioni molto differenti fra loro dovute sia alla produzione delle diverse tipologie di impianti sia al contesto territoriale.
In tutto il territorio piemontese sono state eseguite 42 ispezioni straordinarie legate a segnalazioni di odori anomali, criticità su scarichi industriali, richieste dell’Autorità Competente o dalla Procura di riferimento.
Le ispezioni effettuate hanno portato ad effettuare 49 comunicazioni di notizie di reato alle Procure e 50 sanzioni amministrative. Si fa inoltre presente che con l’entrata in vigore della legge 68/15 cosiddetta “Ecoreati” sono state attiviate 14 procedure di estinzione di reato mediante la predisposizione di 14 verbali di prescrizioni che ha comportato l’ammissione al pagamento in sede amministrativo ai Gestore mediante con l’emissione di nr. 14 verbali di accertamento ed ammissione al pagamento della sanzione amministrativa (ex art 318 – quater, comma 2 del DLgs 152/06 smi)
In particolare il numero degli esposti risulta sensibilmente basso in tutto il territorio piemontese anche se in provincia di Vercelli sono per lo più legati ad un unico impianto IPPC.

Sul territorio dell'area metropolitana di Torino sono presenti 206 aziende e 5 AIA nazionali. L'attività di controllo è pertanto estremamente gravosa sia per gli aspetti numerici sia per la forte varietà di tipologie aziendali (codici AIA rappresentate per tutte le sei categorie).
A riprova di questa affermazione si rileva un alto numero di esposti legati alla diffusione di inquinanti di rumore o dell’azione di disturbo olfattivo. Ulteriore criticità è rappresentata dalle verifiche, da realizzarsi nelle aziende in AIA in applicazione al Decreto recante le modalità per la redazione della relazione di riferimento di cui all’art. 5, comma 1, lettera v-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152.
In Provincia di Vercelli le maggiori criticità con conseguenti esposti e deleghe della procura hanno riguardato in particolare un impianto IPPC di fusione di alluminio.
In Provincia di Cuneo si è verificato un caso di criticità ambientale con incendio (secondo accadimento nel 2016 dopo il primo nel 2015) di un impianto di trattamento rifiuti con interessamento della sezione di essicazione della frazione secco-leggera per la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario). Inoltre su un'azienda che effettua attività di trattamento superfici con solventi nel corso del controllo ordinario si è rilevato uno smaltimento di rifiuti liquidi pericolosi che ha presumibilmente interessato la falda superficiale e sotterranea, con approfondimenti in corso e richiesta di realizzazione di una rete di monitoraggio piezometrica delle acque sotterranee per valutare la sussistenza e l'entità del danno ambientale.
Nella provincia del VCO per la presenza di emissioni diffuse da attività di seconda fusione ghisa e da attività di seconda fusione rame per produzione billette, si è proceduto a richiedere nell’atto autorizzativo uno specifico monitoraggio da parte dell’azienda i cui risultati saranno oggetto di dovuta valutazione in sede di controllo ordinario. Durante l’attività del 2016 sono state verificate integralmente due aziende che effettuano attività di fusione e i controlli hanno portato a contestazioni di tipo penale ed amministrativo.
Nella provincia di Novara preme segnalare che un sito di particolare criticità ha ottenuto l’autorizzazione AIA nazionale ed è stato controllato in concomitanza con Ispra e sono state contestate una serie di prescrizioni non rispettate oltre che comunicazioni all’A.G. È presente inoltre un’azienda che presenta criticità legate ad emissioni odorigene che però dovrebbero rientrare in quanto in attesa di acquisizione da parte di un’azienda confinante con variazione del ciclo di produzione.

PROGRAMMAZIONE DEI CONTROLLI
Per le AIA regionali autorizzate dalle rispettive Province di competenza, la programmazione dei controlli è effettuata su base annua, con dettaglio su base mensile. A partire dal 2016 secondo quanto previsto dall’art. 29-decies, comma 11 bis del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., le attività ispettive presso gli impianti soggetti all’AIA sono state definite in un Piano d'ispezione ambientale periodicamente aggiornato a cura della Regione. Tali programmi, ai sensi del successivo comma 11 ter, determinano la frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione soggetta ad AIA, sulla base di una valutazione dei “rischi ambientali”.
Con DGR 9 maggio 2016, n. 44-3272 la Regione Piemonte ha adottato il Piano di ispezione ambientale presso le installazioni soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale, finalizzato a fornire alle autorità competenti e ad Arpa Piemonte le indicazioni necessarie per la programmazione delle attività ispettive ordinarie e straordinarie.
Il Piano prevede che in sede di prima applicazione la determinazione delle frequenze sia effettuata sulla base del modello SSPC (Sistema per il supporto alla programmazione dei controlli) elaborato nell’ambito del Sistema delle Agenzie ambientali ispirandosi ad indicazioni emerse in ambito europeo.
Il modello si basa sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni stabilimento che vengono combinati per assegnare un indice di rischio complessivo dell’azienda, indice compreso tra i valori 1 (rischio basso) e 10 (rischio alto). In particolare si tiene conto del potenziale impatto ambientale dell’azienda (codice IPPC), della sua localizzazione (stato ambientale) e degli impatti reali (emissioni aziendali da dichiarazioni E-PRTR). Costituiscono performance ambientali positive l’adozione da parte dei Gestori di buone pratiche gestionali (Certificazione ISO14001 e Registrazione EMAS) mentre performance negative inosservanze di tipo amministrativo e penale. La graduatoria delle aziende, costituisce la base per la programmazione dei controlli ordinari previsti dalla normativa.
Il programma così predisposto viene sottoposto alla valutazione e approvazione della Direzione Generale e successivamente inviato al Gruppo tecnico del Comitato regionale di indirizzo per le fasi istruttorie alla sua approvazione.
Per approfondimenti sul programma triennale consulta il sito di Arpa alla pagina dedicata.
È possibile visionare il Programma triennale di ispezione ambientale.

Linea Guida “Implementazione dei Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni in atmosfera”

Sono state realizzate, dal Coordinamento Tematico Emissioni in Atmosfera di Arpa Piemonte, le Linea Guida “Implementazione dei Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni in atmosfera” allo scopo di divulgare ai gestori degli impianti soggetti a monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera le indicazioni dell’Organo di Controllo, ai sensi dell’Allegato VI - punto 3.1 del DLgs 152/06 e s.m.i. e/o di quanto previsto dalle direttive sui grandi impianti di combustione (2001/80/CE) e su inceneritori/coinceneritori (2000/76/CE), anche in base alle novità introdotte dalla Direttiva IED (2010/75/UE), recepita con DLgs 46/2014.

Il documento viene inteso quale strumento di riferimento nel percorso di progettazione dei sistemi di cui sopra, dalla scelta degli analizzatori alle modalità di elaborazione dei dati acquisiti, alla gestione degli stessi nel confronto con i limiti autorizzativi. Grande rilievo è stato dato al coordinamento della Linea Guida con lo standard UNI EN 14181:2015, revisione di omonima norma del 2005.
Il documento raccoglie, raccorda e aggiorna i contributi tecnici di Arpa Piemonte sviluppati nel tempo sull’argomento a partire dal 2001 con la “Procedura per il controllo remoto dei dati rilevati dai Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SMCE)”, concordata tra Arpa e l’Assessorato regionale all’Ambiente - Settore Risanamento Atmosferico e Acustico, allo scopo di fornire garanzia di continuità gestionale con i gestori di impianti del territorio piemontese, tenendo in debita considerazione i riferimenti emersi nel contempo a livello nazionale (ISPRA) ed europeo.