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CONSUMO DI SUOLO

Il monitoraggio del consumo di suolo

Accanto alle azioni finalizzate al conseguimento dell’equilibrio tra le politiche di salvaguardia della risorsa territorio e quelle di sviluppo delle attività economiche, si è affiancata la necessità di determinare un sistema di monitoraggio delle trasformazioni relative al suolo che costituisce uno degli elementi rispetto ai quali affrontare il processo di esame e valutazione degli strumenti di governo del territorio.
In tal senso la Giunta regionale, dando seguito all’attività sperimentale iniziata nel 2011 ha approvato con DGR 34-1915 del 27/07/2015, un glossario comune, gli indicatori di rilevamento e la metodologia di analisi, che consentono di rappresentare in modo sintetico e standardizzato il fenomeno del consumo di suolo per l’intero territorio regionale.
La metodologia e i contenuti del monitoraggio del consumo di suolo costituiscono, quindi, dal luglio 2015, strumento di riferimento per la valutazione delle trasformazioni proposte dagli strumenti di pianificazione locale, anche in relazione e in attuazione delle norme di tutela previste dal Piano territoriale regionale approvato nel 2011. La campagna regionale di rilevamento del consumo di suolo ha periodicità quinquennale. I dati qui riportati sono relativi al periodo 2008-2013 e sono stati pubblicati nel 2015. Il prossimo aggiornamento sarà presumibilmente pubblicato nel 2019.

L’arco temporale preso a riferimento pone in rilievo un complessivo rallentamento del trend di crescita del fenomeno, che registra un aumento di circa lo 0,30% del consumo di suolo della superficie urbanizzata (dal 5,50% al 5,80%), corrispondente a un tasso di incremento pari al 5,76%; in termini di superficie ciò equivale a dire che in tale periodo il consumo di suolo urbanizzato ha raggiunto il valore di 147.316 ettari.

Le ragioni di questo rallentamento appaiono determinate principalmente dagli effetti recessivi della congiuntura economica sul settore edilizio e, in parte, dall’affermarsi di una maggiore attenzione verso un modello di crescita attento ai principi della sostenibilità ambientale e di politiche regionali e provinciali finalizzate alla definizioni di strumenti utili al controllo di tale fenomeno.
La provincia di Torino si conferma come l’ambito che incide in modo prevalente sul consumo complessivo di suolo regionale (34,00%), seguono, nell’ordine, Cuneo (20,50%), Alessandria (13,76%), Novara (9,22%), Asti (6,83%), Vercelli (5,67%), Biella (5,05%) e Verbania (4,97%).
È interessante evidenziare come il consumo di suolo agricolo ad elevata  potenzialità produttiva è pari al 4,68% del  territorio regionale con un incremento, rispetto al dato 2008, dello 0,05%, suddiviso sostanzialmente tra suoli agricoli di I, II e III classe d’uso, i dati evidenziano che il maggior consumo dei suoli di tale natura, in  termini assoluti, riguarda le province di Novara (CSPa pari 9,49%), di Torino (CSPa pari al 6,87) e Biella  (CSPa pari al 6,08), mentre l’ncidenza del consumo di suolo complessivo rispetto all’effettiva  dotazione di suoli agricoli di pregio di ciascuna provincia, il Verbano  Cusio Ossola (CSPr pari al 25,69%), Torino (CSPr pari al 19,20%) e Biella (CSPr pari al 18,57%) risultano gli ambiti a maggior  concentrazione del fenomeno.
Dal settembre 2015 i dati sul consumo di suolo sono stati pubblicati sul Geoportale Piemonte. Partendo dalla specifica scheda metadato (Consumo di suolo - Aggiornamenti 2008-2013), che fornisce gli elementi di base per comprendere nel dettaglio il dato pubblicato, è possibile scaricare i dati vettoriali in formato shapefile, tagliati su base comunale. È possibile inoltre accedere agli stessi dati attraverso lo specifico servizio WMS. Oltre ai dati di dettaglio sono stati pubblicati anche gli indicatori complessivi abbinati geograficamente alla relativa unità territoriale (regione, provincie, comuni).
I dati sono stati prodotti a partire da una aggregazione automatica di elementi derivati dalla BDTRE - Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti e successiva elaborazione geografica (buffer). I poligoni delimitanti le aree consumate sono poi stati suddivisi nei comuni di appartenenza, per consentire elaborazioni statistiche a livello comunale e/o provinciale.
Le esigenze di miglioramento dei dati cartografici della BDTRE, in particolare per il calcolo del consumo di suolo, ha spinto a lavorare al miglioramento del dato dell’edificato utilizzando come fonte il dato catastale. Nel corso del 2014 quest’obiettivo è stato perseguito per le provincie di Asti, Biella, Cuneo, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli senza modifica del dato catastale. Questi dati sono già stati utilizzati nelle elaborazioni per il Monitoraggio 2015. Nel 2015, lavorando alle province di Torino, Novara e Alessandria si è definito una metodologia di riposizionamento del dato catastale che ha consentito di ottenere risultati di gran lunga superiori nell’edizione 2016 della BDTRE. In questo contesto sono state condotte prime sperimentazioni per impiantare un progetto di più ampio respiro per perseguire la realizzazione di una Cartografia Catastale di Riferimento mosaicata e coerente con la BDTRE. Questo progetto potrà consentire di fare un grosso salto in avanti nella valutazione del suolo consumato e, auspicabilmente, consentirà di migliorare il dialogo con i comuni nel quadro dei processi di copianificazione urbanistica.

Delineati gli obiettivi di tutela dei suoli e le regole per le trasformazioni territoriali attraverso gli strumenti di pianificazione territoriale e paesaggistica regionale, definiti il modello e gli strumenti che consentono di monitorare il fenomeno e valutare gli effetti delle politiche pubbliche nel tempo, risulta ora necessario armonizzare e rendere più efficaci le politiche settoriali in una più ampia visione di governo delle trasformazioni dove le componenti ambientali, naturali e rurali costituiscono una comune risorsa da governare nell’ottica, emergente anche a livello comunitario e nazionale, di un’economia circolare che permetta lo sviluppo attraverso il riutilizzo delle risorse, integrando la pianificazione con i principi della sostenibilità e della funzionalità ecosistemica dei suoli, promuovendo la rigenerazione urbana quale alternativa all’espansione dell’edificato.

In tal senso una efficace azione di governo non si deve connotare nel limitato orizzonte del “consumo di suolo” ma deve orientarsi verso un più moderno e attuale concetto di governo del territorio inteso come risorsa non rinnovabile dalla quale dipende la possibilità di benessere della società che lo vive.

Risulta pertanto indispensabile porre al centro delle politiche sul contenimento del consumo di suolo tutte le aree libere presenti sul territorio ancorché con caratteristiche e valori diversi (aree agricole, aree di valore naturalistico - ambientale, paesaggistico o che presentano caratteristiche di biodiversità e svolgono, più in generale, funzioni ecosistemiche, ecc.) e parallelamente porre in atto azioni organiche (anche normative) per la promozione degli interventi di rigenerazione urbana e di riuso e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, a fronte del consumo di suolo libero.

Tabella 1
Stato del consumo di suolo nelle province piemontesi - anno 2013

Province

SUP_ha

CSU_ha

CSI_ha

CSR_ha

CSC_ha

CSU_%

CSI_%

CSR_%

CSC_%

AL

355.889

18.151

5.839

1190

25.179

5,10

1,64

0,33

7,08

AT

151.018

9.752

2.490

258

12.500

6,46

1,65

0,17

8,28

BI

91.327

8.039

676

525

9.240

8,80

0,74

0,58

10,12

CN

689.490

28.412

7.679

1.441

37.533

4,12

1,11

0,21

5,44

NO

134.025

13.858

2.200

830

16.888

10,34

1,64

0,62

12,60

TO

682.699

53.421

7.900

921

62.242

7,82

1,16

0,13

9,12

VCO

226.089

7.658

1.029

412

9.099

3,39

0,46

0,18

4,02

VC

208.162

8.024

1.948

428

10.400

3,85

0,94

0,21

5,00

Piemonte

2.538.699

147.316

29.761

6.005

183.081

5,80

1,17

0,24

7,21

Fonte: Regione Piemonte
La tabella illustra lo stato del consumo di suolo nelle province piemontesi al 2013 articolato in:
  • consumo di suolo da superficie urbanizzata - CSU;
  • consumo di suolo da superficie infrastrutturata - CSI;
  • consumo di suolo reversibile, prodotto da attività che modificano le caratteristiche dei suoli senza tuttavia esercitare un’azione di impermeabilizzazione (cave, impianti sportivi e tecnici, campi fotovoltaici, parchi urbani, …) - CSR;
  • consumo di suolo complessivo - CSC;

Figura 1
Comuni piemontesi che, nell’ambito della Valutazione ambientale strategica, hanno adeguato la propria metodologia di monitoraggio del consumo di suolo ai criteri definiti a livello regionale


Fonte: Regione Piemonte

Il consumo di suolo in Italia

Il quarto Rapporto Ispra sul consumo di suolo del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiene (SNPA) del 2017 fornisce una raccolta di dati aggiornati, prodotti con un dettaglio a scala nazionale, regionale e comunale, che vede ISPRA insieme alle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome in un lavoro congiunto di monitoraggio.

Il Rapporto analizza l’evoluzione del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro delle trasformazioni territoriali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo e fornisce nuove valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale, con particolare attenzione alla mappatura e alla valutazione dei servizi ecosistemici del suolo.

Dal Rapporto emerge che dagli anni ‘50 al 2016, il consumo di suolo nazionale è passato dal 2,7% al 7,6%, con una crescita del 184%. Le colate di cemento continuano ad interessare zone a pericolosità sismica (oggi è ricoperto oltre il 7% nelle aree a pericolosità alta e quasi il 5% in quelle a pericolosità molto alta), idraulica (oltre 257.000 ettari, l’11% del totale del suolo artificiale nazionale) e da frana (circa l’11,8% del totale nazionale, con un incremento medio dello 0,2%), fascia costiera (con un aumento dell’impermeabilizzato nella fascia sotto i 300 metri, pari allo 0,15% a livello nazionale) aree protette (32.800 ettari di territorio consumato ed un aumento di ulteriori 48 ettari tra il 2015-2016) e parchi nazionali (nell’Arcipelago di La Maddalena e nel Parco nazionale del Circeo).

Il Rapporto introduce nuove valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, che causa la perdita di una risorsa fondamentale, così come delle sue funzioni e dei relativi servizi ecosistemici.
Il Rapporto presenta una prima mappatura nazionale e una valutazione, anche economica, della perdita dei principali servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo degli ultimi tre anni.

Si possono scaricare le infografiche e la sintesi del volume. Sono presenti anche schede riepilogative sintetiche per ogni regione.

La pioggia: uno dei fattori di erosione del suolo 


La pioggia è uno dei principali fattori di erosione del suolo, influisce sulla qualità del suolo, riducendo nutrienti e materia organica e producendo strati di terreno più sottile. 
La forza erosiva delle precipitazioni è stata oggetto di un recente studio condotto da un gruppo di ricercatori del JRC (Centro comune di ricerche della Commissione Europea) e da altri istituti e università europee. L'indicatore "forza erosiva delle precipitazioni" combina diversi fattori (durata, ampiezza e intensità delle precipitazioni) e dipende anche dalla variabilità delle precipitazioni durante le stagioni, dalla temperatura e dalla loro localizzazione (latitudine, longitudine).  I ricercatori hanno raccolto dati provenienti dalle stazioni di monitoraggio delle piogge di tutti gli Stati membri dell'Unione Europea e della Svizzera.
Le precipitazioni hanno più probabilità di causare l'erosione del suolo nelle regioni mediterranee e alpine che nel Nord Europa.

Utilizzando un modello basato sui migliori set di dati disponibili, il gruppo di ricerca ha prodotto una banca dati dell'erosività delle precipitazioni (REDES) e una mappa dell'erosività della pioggia, con dati relativi a tutti i 28 Stati membri dell'Unione europea e alla Svizzera. I dati possono essere scaricati gratuitamente dal sito Web dell'European Soil Data Centre.