stato
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ACQUE SUPERFICIALI - FIUMI

Al termine del primo sessennio di monitoraggio, il 55% dei corpi idrici presenta uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 45% Sufficiente o inferiore. Per quanto riguarda lo Stato Chimico il 95% dei corpi idrici risulta in stato Buono.
La disposizione a semicerchio della catena montuosa delle Alpi occidentali ha determinato un assetto a raggiera della rete idrografica piemontese ripartita in due maggiori sistemi di drenaggio dei deflussi, riferiti ai fiumi Po e Tanaro, confluenti all'estremo limite orientale della regione.
I principali corsi d’acqua afferenti ai due sistemi di drenaggio sono sottoposti a programmi di monitoraggio atti a fornire informazioni sullo stato generale della qualità delle acque superficiali a scala regionale. 

Le modalità di classificazione dello Stato Chimico e Stato Ecologico, da tenere presente nella valutazione dei dati annuali di monitoraggio, sono:
  • la classe di Stato Chimico attribuita al termine del triennio deriva dal risultato peggiore conseguito nei 3 anni. Di conseguenza i risultati dell’ anno 2015 vanno letti tenendo conto dei risultati dell’anno precedente, alla luce del fatto che il risultato del terzo anno di monitoraggio potrebbe ribaltare i risultati dei primi due. Infatti, se per i primi 2 anni l’indice annuale di Stato Chimico risulta in classe Buono, nel terzo anno l’eventuale attribuzione della classe Non Buono determina la classificazione finale dello Stato Chimico
  • la classe di Stato Ecologico deriva dall’integrazione di tutti gli indicatori chimici e biologici monitorati e la classe di Stato Ecologico deriva dall’attribuzione della classe più bassa degli indici; anche in questo caso i risultati degli indici nel terzo anno di monitoraggio possono influire in modo determinante sull’attribuzione della classe di Stato Ecologico.

Al termine del primo sessennio di monitoraggio, relativamente ai fiumi, emerge come il 55% dei corpi idrici presenti uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 45% Sufficiente o inferiore. Per quanto riguarda lo Stato Chimico il 95% dei corpi idrici risulta Buono.
Dal confronto complessivo dei risultati dei due trienni di monitoraggio risulta come vi sia una quota di corpi idrici fluviali che stabilmente risulti in una classe di Stato Buono e una quota invece stabilmente in una classe di Stato inferiore al Buono. Sul mancato raggiungimento dell’obiettivo di qualità influisce in modo predominante il risultato della valutazione dello Stato Ecologico rispetto allo Stato Chimico.
Nel prossimo sessennio di monitoraggio verranno introdotte dall’evoluzione normativa sia comunitaria che nazionale elementi di novità importanti nelle attività di monitoraggio, quali l’analisi di nuove sostanze e di nuove matrici quali il biota che potranno incidere in particolar modo sui risultati dello Stato Chimico.

La Direttiva 2000/60/CE si propone l'obiettivo di raggiungere lo stato di Buono per tutte le acque entro il 31 dicembre 2015.

Rete di monitoraggio dei Fiumi

La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è costituita da una Rete Base, che comprende i Siti di Riferimento e che rimane stabile nella sua composizione quali-quantitativa, e una Rete Aggiuntiva composta da stazioni o da corpi idrici aggiuntivi che per sua natura è variabile e la sua composizione viene definita e quindi attivata nel corso del quinquennio in relazione alle specifiche finalità.

La Rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua (RMR-F) è costituita complessivamente da 346 stazioni di monitoraggio di cui 207 Corpi Idrici (CI) della Rete Base (RB) e 11 Siti di Riferimento (SR) a cui si aggiungono stazioni di monitoraggio selezionate per specifiche valutazioni e finalità - Rete Aggiuntiva (RA).

La Rete aggiuntiva è per sua natura variabile e la sua composizione viene definita e quindi attivata nel corso del quinquennio in relazione alle specifiche finalità. Dal 2009 le stazioni di monitoraggio della rete aggiuntiva complessivamente sono state 139.

Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni.
Nello specifico ad ogni indicatore dell’analisi delle pressioni è stato associato un set di parametri chimici sulla base della tipologia di impatto atteso prevista dalle indicazioni fornite dal Distretto di Bacino del Po:
• arricchimento in nutrienti e/o in sostanza organica
• inquinamento microbiologico
• inquinamento chimico (contaminazione da sostanze tab. 1/A e 1/B del Decreto 260/2010)

I parametri chimici ricercati sono quelli necessari al calcolo degli indici di stato di qualità previsti dal Decreto 260/2010; in particolare:
parametri di base per il calcolo del LIMEco (azoto, fosforo e ossigeno)
inquinanti specifici (VOC, Fitosanitari, Metalli e altre sostanze) per il calcolo dello Stato Ecologico
sostanze pericolose prioritarie (definite a livello europeo) per il calcolo dello stato chimico
parametri di base a supporto delle componenti biologiche

Gli Elementi di Qualità Biologica previsti sono il macrobenthos, le diatomee, le macrofite, e vengono monitorati tenendo conto delle diverse pressioni insistenti sui diversi corpi idrici.

A differenza del monitoraggio chimico, che viene effettuato ogni anno, il monitoraggio delle componenti biologiche è previsto per ogni corpo idrico una volta nel triennio.

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali sull'acqua

Figura 1
Rete di monitoraggio dei fiumi

STATO COMPLESSIVO - FIUMI

Lo Stato complessivo di un corpo idrico deriva dal risultato peggiore tra lo Stato Ecologico e lo Stato Chimico.
Le modalità di classificazione dello stato sono quelle previste dal Decreto 260/2010.
Il raggiungimento degli obiettivi di qualità può dipendere da molteplici fattori e può essere considerato più o meno consolidato o a rischio di mantenimento nel tempo.
Tra questi fattori vi sono: la tipologia e l’entità delle pressioni che incidono su ogni CI, l’entità degli impatti generati da ogni pressione e dall’azione combinata di più pressioni, l’efficacia delle misure di tutela adottate, considerando l’arco temporale necessario affinché sia possibile apprezzarne gli effetti, il livello di confidenza associato alla classificazione.
È comunque evidente che data la complessità delle interazioni tra pressioni, impatti, stato la risposta degli ecosistemi alle misure o a nuove pressioni andrà valutata nel tempo tenendo conto delle molte variabili in gioco.
L’analisi integrata dello stato, delle pressioni e degli impatti fornisce gli elementi per individuare i fattori che incidono sul raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità.

Figura 2
Stato complessivo. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 2 classi - triennio 2012-2014



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Classi Numero CI
Buono 134
Non Buono 114

I dati del triennio 2012-2014 evidenziano I risultati della classificazione dello Stato per il triennio 2012-2014, relativi ai soli corpi idrici monitorati mostrano come il 56% dei CI abbia raggiunto uno Stato Buono mentre il 46% risulti in Stato Non Buono.

 SQA Stato chimico - Fiumi

SQA Stato Chimico è un indice che valuta la qualità chimica dei corsi d’acqua. La valutazione dello Stato Chimico è stata definita a livello comunitario in base a una lista di 33+8 sostanze pericolose o pericolose prioritarie per le quali sono previsti Standard di Qualità Ambientale (SQA) europei fissati dalla Direttiva 2008/105/CE recepiti dal DLgs 219/10.
La verifica degli SQA è effettuata sul valore medio annuo delle concentrazioni. È determinato sulla base della valutazione del dato peggiore di un triennio per il monitoraggio Operativo e di un anno per il monitoraggio di Sorveglianza. L’indice è costituito da 2 classi: Buono e Non Buono.

Figura 3
Stato Chimico. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 2 classi - anno 2016



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Classi Numero CI
Buono 125
Non Buono 6

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.
I dati dell’anno 2016 evidenziano come il 95% dei corpi idrici monitorati ricadano nella classe Buono dell’indice Stato Chimico e il restante 5% nella classe Non Buono. Nei corpi idrici ricadenti nella classe Non Buono il superamento degli SQA è avvenuto principalmente da parte di metalli, la cui presenza nelle acque
può essere determinata sia da un contributo naturale che dall’attività antropica, generalmente riconducibile ad esempio alla presenza di insediamenti produttivi.

Consulta gli approfondimenti per i corsi d'acqua.
Consulta la serie storica dell'indicatore Stato Chimico

STATO ECOLOGICO – FIUMI

Lo stato ecologico dei corpi idrici fluviali è definito dalla valutazione integrata degli indici STAR_ICMi - macrobenthos, ICMi - diatomee, IBMR - macrofite, ISECI - fauna ittica, LIMeco e dalla verifica degli Standard di Qualità Ambientali (SQA) per gli inquinanti specifici.
È prevista la conferma dello Stato Elevato attraverso i parametri idromorfologici. Lo Stato Ecologico viene espresso in cinque classi: Elevato, Buono, Sufficiente, Scarso e Cattivo.

Consulta la serie storica dell'indicatore Stato Ecologico

Figura 4
Stato Ecologico. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 5 classi - triennio 2012-2014



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Classi Numero CI
ELEVATO 1
BUONO 139
SUFFICIENTE 78
SCARSO 29
CATTIVO 1
I dati del triennio 2012-2014 evidenziano come poco più 57% dei corpi idrici monitorati ricada in classe Elevato e Buono, e quindi abbia raggiunto gli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva per il 2015, il 31% sia in classe Sufficiente e il restante 12% nelle classi Scarso e Cattivo. In più dell’80% dei CI risultati in una classe di Stato Ecologico inferiore al Buono, il declassamento è determinato da uno o più degli Elementi di Qualità Biologica monitorati; nel 20% il declassamento è imputabile anche al superamento degli SQA o al valore del LIMeco.

Consulta la serie storica dell'indicatore Stato Ecologico

LIMeco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico)

Il LIMeco (Livello di Inquinamento dai Macrodescrittori per lo stato ecologico) è un indice sintetico che descrive la qualità delle acque correnti per quanto riguarda i nutrienti e l’ossigenazione. I parametri considerati per la definizione del LIMeco sono: Ossigeno in % di saturazione (scostamento rispetto al 100%), Azoto ammoniacale, Azoto nitrico e Fosforo totale.
L’indice LIMeco concorre insieme a STAR_ICMi, ICMi, IBMR, ISECI, SQA inquinanti specifici, alla definizione dello Stato Ecologico del Corpo Idrico Superficiale (CI).

Figura 5
Indice LIMeco. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 5 classi - anno 2016



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Classi Numero CI
Elevato 50
Buono 48
Sufficiente 36
Scarso 23
Cattivo 4

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.
I dati dell’anno 2016 evidenziano come il 31% dei CI monitorati ricada classe Elevato di LIMEco, il 30% nella classe Buono e il restante 39% si distribuisca nelle classi Sufficiente, Scarso e Cattivo.

Consulta la serie storica dell'indicatore LIMeco

Diatomee - Indice ICMi (Intercalibration Common Metric Index)

Le Diatomee sono alghe unicellulari e vengono utilizzate come bioindicatori per la valutazione della qualità biologica dei corsi d’acqua.
L’indice ICMi è un indice multimetrico che deriva dalla combinazione dell’Indice di Sensibilità agli Inquinanti (IPS) e sull’Indice Trofico (TI) e concorre insieme ad altri indici (STAR_ICMi, IBMR, ISECI, LIMeco, SQA inquinanti specifici) alla definizione dello Stato Ecologico del Corpo Idrico Superficiale (CI).

Figura 6
Diatomee. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 5 classi - anno 2016



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Classi Numero CI
Elevato 19
Buono 14
Sufficiente 4
Scarso 3
Cattivo 0

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.
I dati dell’anno 2016 evidenziano come la maggior parte dei CI monitorati ricadano nelle prime due classi dell’indice diatomico ICMi Elevato e Buono, a conferma dell’ipotesi che l’indice diatomico sia quello che meno influenza l’attribuzione dello stato ecologico nelle classi inferiori a Buono.

Consulta la serie storica dell'indicatore Diatomee

Macrobenthos - indice STAR_ICMi (Standardisation of River Classifications_Itercalibration Multimetric Index)

Il macrobenthos è la comunità di organismi invertebrati bentonici che vivono nell’acqua; il macrobenthos presenta una notevole importanza ecologica, in quanto riveste un ruolo fondamentale per la funzionalità degli ecosistemi fluviali.
Lo STAR_ICMi è un indice multimetrico composto da 6 metriche che forniscono informazioni in merito ai principali aspetti che la Direttiva chiede di considerare per l’analisi della comunità macrobentonica.
L’indice STAR_ICMi concorre insieme a ICMi, IBMR, ISECI, LIMeco, SQA inquinanti specifici, alla definizione dello Stato Ecologico del Corpo Idrico Superficiale (CI).

Figura 7
Macrobenthos. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 5 classi - anno 2016



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Classi Numero CI
Elevato 8
Buono 20
Moderato 21
Scarso 11
Cattivo 1

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.

I dati dell’anno 2016 evidenziano come i CI monitorati, confermando anche i risultati pregressi, abbiano una maggiore distribuzione nelle classi di STARICMi rispetto ad altri indici, con il 13% di CI in Elevato, il 32% in Buono, il 34% in Moderato e il restante 20% in Scarso e Cattivo. Lo STARICMi nelle classi inferiori al Buono, alla luce anche delle risultanze della prima classificazione ufficiale 2009-2011 e della seconda classificazione ufficiale 2012-2014, in molti casi determina il declassamento dello stato del CI.

Consulta la serie storica dell'indicatore Macrobenthos

Macrofite - indice IBMR (Index Macrofitique Biologique en Rivière)

Le macrofite acquatiche sono le specie vegetali macroscopiche che vivono nell’ambiente acquatico e in prossimità di esso.
L’IBMR è un indice per la valutazione dello stato trofico dei corsi d’acqua e concorre insieme a STAR_ICMi, ICMi, ISECI, LIMeco, SQA inquinanti specifici, alla definizione dello Stato Ecologico del Corpo Idrico Superficiale (CI); si tratta di un indice finalizzato alla valutazione dello stato trofico dei CI che si basa sull’uso di una lista floristica di taxa indicatori ad ognuno dei quali è associato un valore indicatore di sensibilità ad alti livelli di trofia.

Figura 8
Macrofite. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 5 classi - anno 2016



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Classi Numero CI
Elevato 4
Buono 4
Sufficiente 17
Scarso 7
Cattivo 0

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.
I dati dell’anno 2016 evidenziano come la maggior parte dei CI monitorati si distribuiscano nelle classi Sufficiente e Scarso. L’indice IBMR nelle classi inferiori al buono, alla luce anche delle risultanze sia della prima classificazione ufficiale 2009-2011 che della seconda 2012-2014, in molti casi determina il declassamento dello stato del CI.

Consulta la serie storica dell'indicatore Macrofite

SQA inquinanti specifici - fiumi

Gli inquinanti specifici sono sostanze per le quali sono previsti SQA definiti a scala nazionale.
La verifica degli Standard di Qualità Ambientali (SQA) per gli inquinanti specifici scaricati e/o immessi nel bacino in quantità significative concorre insieme a STAR_ICMi, ICMi, IBMR, ISECI, LIMeco alla definizione dello Stato Ecologico. La verifica degli SQA è effettuata sul valore medio annuo delle concentrazioni. È determinato sulla base della valutazione del dato peggiore di un triennio per il monitoraggio Operativo e di un anno per il monitoraggio di Sorveglianza.

Figura 9
SQA inquinanti specifici. Ripartizione dei Corpi Idrici nelle 3 classi - anno 2016



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Classi Numero CI
Elevato 34
Buono 120
Sufficiente 10

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.
I dati dell’anno 2016 evidenziano come il 73% dei corpi idrici monitorati ricadano nella classe Buono dell’indice SQA inquinanti specifici, il 21% in classi Elevato e il 6% in classe Sufficiente. Apparentemente gli SQA risultano la componente che meno declassa lo Stato Ecologico, a differenza delle componenti biologiche e del LIMEco, anche se è importante considerare la variabilità del risultato negli anni, in termini di stabilità e valori borderline, attraverso l’integrazione di dati di maggior dettaglio sulla presenza di impatto chimico.

Consulta la serie storica dell'indicatore SQA inquinanti specifici

STATO MORFOLOGICO DEI CORSI D'ACQUA

I processi idromorfologici devono essere valutati, ai sensi della Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque), tramite l’analisi del regime idrologico e della qualità morfologica poiché i deflussi idrici, i processi geomorfologici del corso d’acqua e le sue condizioni di equilibrio dinamico influenzano il funzionamento degli ecosistemi acquatici e ripariali.

In relazione al piano di monitoraggio delle acque superficiali, lo studio degli elementi idromorfologici è previsto per diverse finalità:
  • classificare lo Stato Ecologico (SE) dei Corpi Idrici (CI) in stato Elevato al fine di confermarne lo stato o declassarlo a Buono;
  • caratterizzare i Siti di Riferimento;
  • fornire elementi a sostegno dell’interpretazione dei risultati biologici con stato Buono;
  • caratterizzare un sottoinsieme di CI interessati dalla presenza di pressioni idromorfologiche risultanti dall’Analisi delle Pressioni.
La valutazione delle alterazioni idromorfologiche avviene attraverso l'indice IDRAIM definito attraverso l’analisi combinata di due indicatori IARI (Indice del Regime di Alterazione idrologica) e IQM (Indice di Qualità Morfologica).

Nel primo ciclo di monitoraggio, concluso nel 2015, si è giunti alla caratterizzazione e classificazione idromorfologica, attraverso l'indice IDRAIM, di 82 CI. Dei corpi idrici analizzati, 14 sono risultati in stato idromorfologico Elevato, 68 in stato Non Elevato.

I dati del 2016 evidenziano come 18 dei 19 CI monitorati risultano in uno stato idromorfologico Non Elevato e che pertanto non conferma il giudizio Elevato. Tale stato è determinato sulla base della valutazione del dato peggiore tra la valutazione idrologica (indice IARI) e la valutazione morfologica (indice IQM).

Nella figura 10 si riporta lo Stato Idromorfologico IDRAIM. Dalla tendina sulla sinistra della carta è possibile visualizzare gli anni di monitoraggio e gli indici IARI e IQM.

Figura 10
INDICE IDROMORFOLOGICO - IDRAIM



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Classi Numero CI
Elevato 1
Non Elevato 18

Nella carta dalla tendina sulla sinistra relativa agli anni è possibile visualizzare le informazioni dal 2012 al 2016.
Come per gli altri elementi di qualità considerati nella Direttiva Quadro sulle Acque, la valutazione degli indici avviene attraverso il confronto delle condizioni attuali rispetto ad un certo stato di riferimento.

L’indice IARI, fornendo una misura dello scostamento del regime idrologico osservato rispetto a quello naturale, che si avrebbe in assenza di pressioni antropiche per l’intero range di portate caratterizzanti il regime del corso d’acqua (valori massimi, minimi, medi per le diverse aggregazioni temporali e durate), valuta l'impatto di prelievi, derivazioni ad uso idroelettrico, opere di sbarramento o di invaso, opere longitudinali e variazioni di suo del suolo sul corso d'acqua.
I dati del 2016
evidenziano come 19 dei 29 corpi idrici monitorati risultino avere un indice IARI Non Buono, e abbiano quindi fenomeni di alterazione del regime idrologico. L’indice di alterazione è definito in maniera differente a seconda che la sezione in cui si effettua la valutazione del regime idrologico sia dotata o meno della strumentazione per la misura, diretta o indiretta della portata.


L'IQM invece valuta l'impatto delle pressioni antropiche sulla funzionalità dei processi morfologici e sulle forme stesse.
I dati del 2016
evidenziano come 17 dei 18 CI monitorati abbiano un valore dell’indice inferiore all’Elevato. L’IQM concorre al calcolo di stato idromorfologico per il quale sono previste le due classi Elevato e Non Elevato.

Il significato dell’idromorfologia nel supportare l’interpretazione dei dati relativi alle comunità biotiche e nel predisporre i Piani di Gestione (PdG) per gli ecosistemi acquatici è ormai riconosciuto e ribadito dalla Direttiva 2000/60/CE. Le condizioni morfologiche, la continuità fluviale e il regime idrologico sono fattori chiave a supporto degli Elementi di Qualità Biologica nel processo di valutazione dello stato ecologico e nell’interpretazione dei pattern biologici.
L’integrazione dei due indici (IARI +IQM) quindi, oltre a consentire di pervenire alla completa caratterizzazione e alla classificazione idromorfologica di un corso d’acqua, è necessaria per la classificazione dello stato ecologico dei corpi idrici fluviali e ancora, più in generale, per esprimersi sulla fattibilità ed efficacia delle eventuali misure di ripristino di tutti i fattori che concorrono alla definizione stessa dello stato del corpo idrico.

Visualiza l'indice IARI - Indice idrologico dei Corpi idrici
Visualizza l'indice IQM - Indice di Qualità Morfologica dei Corpi Idrici

Consulta gli approfondimenti sui Corpi idrici

Lo stato idromorfologico del torrente Piantonetto

Sono stati valutati lo Stato del Regime Idrologico e l’Indice di Qualità Morfologica per alcuni torrenti della valle Orco (Forzo, Campiglia, Piantonetto), nell’ambito della convenzione stipulata tra Ente Parco Nazionale Gran Paradiso (di seguito PNGP) e Arpa Piemonte per la valutazione degli aspetti morfologici e ambientali dei corsi d’acqua ricadenti all’interno del settore piemontese del PNGP di cui al DDG n. 27 del 29/03/2013. 
La valutazione dei due indicatori è stata effettuata applicando la metodologia proposta da Ispra, descritta nell’elaborato 1.1 “Analisi e valutazione degli aspetti idromorfologici”, versione agosto 2011, e nel manuale 131/2016 IDRAIM (Sistema di valutazione IDRomorfologica, AnalisI e Monitoraggio dei corsi d’acqua) redatti nell’ambito dell’implementazione della Direttiva 2000/60/CE.
Per i corpi idrici Forzo e Campiglia la valutazione dello stato dei due indicatori è stata eseguita negli anni 2011 e 2012. Entrambi i corpi idrici non risentono di particolari pressioni antropiche, per cui lo Stato del Regime Idrologico e l’Indice di Qualità Morfologica, individuati sulla base della metodologia proposta da Ispra, risultano in classe Elevato.
Per quanto riguarda il torrente Piantonetto la valutazione dello Stato del Regime Idrologico è stata effettuata anche tenendo conto della campagna di misure di portata finanziata a partire dal 2014 dal PNGP e in riferimento a tre differenti scenari del regime delle portate soggette ad influenza antropica:

  • stato attuale (scenario A);
  • ipotesi di rilascio del DMV proposto nel Regolamento regionale 17 luglio 2007 n°8 recante: “Disposizioni per la prima attuazione delle norme in materia di deflusso minimo vitale” pari a 97 l/s ridotti a 32 l/s per il periodo estivo (giugno-luglio-agosto, scenario B);
  • ipotesi alternativa di rilascio del DMV (assenza di deroga estiva, scenario C).

Figura 11
Ubicazione delle tre sezioni in cui è stata effettuata la valutazione dell’indice IARI

Fonte: Arpa Piemonte
Nella tabella 1 sono riportati i valori dell’indice IARI per i tre scenari analizzati

Tabella 1
Riepilogo valori indice IARI per i tre scenari analizzati

Sezione

Scenario A

Scenario B

Scenario C

IARI STATO
Regime Idrico
IARI STATO
Regime Idrico
IARI STATO
Regime Idrico
PI1 1,36 NON BUONO 1,10 NON BUONO 1,05 NON BUONO
PI4b 0,83 NON BUONO 0,72 NON BUONO 0,69 NON BUONO
PI6 0,70 NON BUONO 0,67 NON BUONO 0,66 NON BUONO

Fonte: Arpa Piemonte
In Tabella 2 sono riepilogate le classi di riferimento per la classificazione dello stato del regime idrologico in funzione del valore dell’indice IARI (Indice di Alterazione del Regime Idrologico).

Tabella 2
Classi di riferimento Indice IARI

IARI STATO
0 ≤ IARI ≤ 0,05 ELEVATO
0,05 < IARI ≤ 0,15 BUONO
IARI > 0,15 NON BUONO
I risultati confermano, su tutta l’asta del torrente Piantonetto, sia allo stato attuale che nel caso venga attivato il “Programma di rilasci del deflusso minimo vitale dai serbatoi IREN energia in valle Orco”, un giudizio Non Buono. L’indice IARI decresce (e quindi lo Stato migliora) progressivamente dalla sezione PI1 alla sezione PI6: la pressione esercitata dall’invaso, infatti, decresce progressivamente con l’incremento del contributo di portata fornito dal bacino residuo a valle dello sbarramento.

L’attivazione del “Programma di rilasci del deflusso minimo vitale dai serbatoi IREN energia in valle Orco”, pur non essendo sufficiente a portare il corpo idrico allo stato idrologico “BUONO”, determina una riduzione dell’indice IARI, e una conseguente riduzione dell’alterazione, particolarmente evidente immediatamente a valle dello sbarramento.

Nell’ipotesi poi di non ridurre di 1/3 il valore del DMV nel periodo estivo, si avrebbe un ulteriore abbassamento dell’indice IARI e soprattutto un incremento della portata nei mesi nei quali le portate naturali attese sono massime.

Per valutare l'Indice di Qualità Morfologica del torrente Piantonetto, il corso d'acqua è stato suddiviso in sette tratti morfologicamente omogenei e per ciascuno di essi è stato determinato lo stato attuale attraverso l’ausilio di apposite schede che consentono un’analisi guidata dei vari aspetti. La stima di indicatori, ai quali vengono assegnati dei punteggi proporzionali all’importanza che ciascuno di essi assume nella valutazione complessiva della qualità morfologica del corso d'acqua, porta alla determinazione dell'indice di stato morfologico. Attraverso la media pesata degli indici IQM ricavati per ciascun tratto; il risultato complessivo per il torrente è pari a 0,71 classe “BUONO”. Dall'analisi dei dati raccolti ed elaborati si è evidenziato come la presenza degli invasi a scopo idroelettrico sul Piantonetto costituisce un impedimento alla connettività longitudinale, interrompendo il flusso di sedimenti da monte a valle. Tali invasi pesano sull'indice di qualità morfologica per l'intero corpo idrico, facendo sentire il loro effetto maggiormente nel secondo e terzo tratto dove l'alveo del Piantonetto appare congelato nelle forme modellate dall'evento alluvionale dell'ottobre 2000, dopo il quale evidentemente la portata del torrente non ha riportato valori sufficienti a modificare la morfologia.

Inoltre, la presenza degli invasi ha un effetto di laminazione su tutte le piene ordinarie e altera non solo le portate formative ma anche quelle con tempi di ritorno di 10 anni, con la conseguenza che i processi geomorfologici risultano bloccati.

Alle alterazioni del regime delle portate liquide e solide si aggiungono nella parte mediana del corso d'acqua pressioni riferibili alle opere di difesa presenti e alla risagomatura delle sponde a protezione della strada di fondovalle, portando i valori di IQM prossimi alla classe Scadente. Solo il sesto tratto, poiché confinato e quindi poco antropizzato, assume valori morfologici buoni. L'ultimo tratto, allo sbocco nella valle Orco, evidenzia profonde alterazioni dello stato morfologico derivanti dalla compresenza di numerosi elementi di artificialità: opere di derivazione già presenti negli anni '30 con la costruzione della centrale di Rosone e opere di difesa costruite dopo gli anni '50 a seguito dell'espansione dell'abitato (difese spondali, argini e soglie).

La parte iniziale del Piantonetto a monte della diga di Teleccio, che si distingue nettamente dai successivi tratti per le condizioni di naturalità e assenza di pressioni antropiche (classe Elevata), è lunga 5 km, ossia circa un terzo dell'intera lunghezza del torrente, pertanto il valore dell'indice IQM del primo tratto innalza la media calcolata in riferimento ai 12 km totali.

Figura 12
Indice di qualità morfologica dei singoli tratti in cui è stato suddiviso il torrente Piantonetto



Fonte: Arpa Piemonte
In Tabella 3 sono riepilogate le classi di riferimento per la classificazione dell'Indice di Qualità Morfologica IQM

Tabella 3
Classi di riferimento Indice IQM

Classificazione IDRAIM
IQM CLASSE QUALITA' MORFOLOGICA
0.0 < IQM ≤ 0.3 PESSIMO
0.3 ≤ IQM ≤ 0.5 SCARSO
0.5 ≤ IQM ≤ 0.7 SUFFICIENTE
0.7 ≤ IQM ≤ 0.85 BUONO
0.85 ≤ IQM ≤ 1.0 ELEVATO

Ai fini della Direttiva 2000/60/CE, le classi di stato idrologico (IARI) e morfologico (IQM) concorrono insieme a determinare lo stato idromorfologico complessivo:

Tabella 4
Stato idromorfologico Piantonetto CI 01SS2N374PI

CODICE CI CORSO D'ACQUA STATO IDROLOGICO STATO
MORFOLOGICO
STATO
IDROMORFOLOGICO
01SS2N374PI PIANTONETTO NON ELEVATO NON ELEVATO NON ELEVATO


Fonte: Arpa Piemonte
Il significato dell’idromorfologia nel supportare l’interpretazione dei dati relativi alle comunità biotiche e nel predisporre i Piani di Gestione (PdG) per gli ecosistemi acquatici è ormai riconosciuto e ribadito dalla Direttiva 2000/60/CE. Le condizioni morfologiche, la continuità fluviale e il regime idrologico sono fattori chiave a supporto degli Elementi di Qualità Biologica nel processo di valutazione dello stato ecologico e nell’interpretazione dei pattern biologici.

La determinazione dello stato morfologico quindi, oltre a consentire la completa caratterizzazione e classificazione idromorfologica di un corso d’acqua, è necessaria per la classificazione dello Stato Ecologico dei corpi idrici fluviali e ancora, più in generale, per esprimersi sulla fattibilità ed efficacia delle eventuali misure di ripristino di tutti i fattori che concorrono alla definizione stessa dello Stato del corpo idrico.


Per i dettagli sui risultati dell’Indice IARI dei CI analizzati nel I ciclo di monitoraggio si rimanda al seguenti link:
http://webgis.arpa.piemonte.it/maptool_webapp/?webmap=975d8b2cef6641e696ff6fb00f70fd02

Per le relazioni relative all'analisi e valutazione degli aspetti idrologici dei corpi idrici sino ad ora studiati si rimanda al seguenti link
http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acque-superficiali-corsi-dacqua/documentazione-e-dati/documentazione-e-dati-ambientali

Per i dettagli sui risultati dell’Indice di Qualità Morfologica dei CI analizzati nel I ciclo di monitoraggio si rimanda al seguenti link:
http://webgis.arpa.piemonte.it/maptool_webapp/?webmap=dcb432680117462b961b91323aa79c71

Per le relazioni relative all'analisi e valutazione degli aspetti morfologici dei corpi idrici sino ad ora studiati si rimanda al seguenti link:
https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/geologia-e-dissesto/monitoraggio/monitoraggio-morfologico-dei-corsi-dacqua/valutazione-dellindice-di-qualita-morfologica-iqm-in-piemonte

MONITORAGGIO FAUNA ITTICA

La normativa europea (Direttiva 2000/60/CE) ha definito un sistema per la protezione delle acque superficiali con lo scopo di mantenere e migliorare l’ambiente acquatico all’interno della Comunità Europea. In Italia si applica l’approccio ecologico orientato ad uno sviluppo sostenibile e ad una gestione integrata delle risorse idriche.

Gli elementi biologici richiesti per il monitoraggio delle acque dolci superficiali rappresentano i diversi livelli trofici dell’ecosistema: i produttori primari (diatomee, macrofite) e i diversi livelli di consumatori (macroinvertebrati e fauna ittica). A supporto delle analisi di queste comunità vengono studiati gli elementi chimico-fisici e idromorfologici.

In tale ambito viene effettuato il monitoraggio della Fauna ittica e nel corso del 2016 Arpa ha pertanto iniziato le attività:

A.    Rilevamento della componente “fauna ittica” sul territorio della Regione Piemonte

B.    Formazione frontale in aula finalizzata all’acquisizione di nozioni e competenze in merito all’ecologia fluviale applicata all’ittiofauna, alla normativa di settore, alle tecniche di campionamento nelle acque correnti con rilevamento dati biometrici e parametri accessori

C.    Formazione operativa sui corsi d’acqua.

L’attività di monitoraggio e addestramento è prevista per 50 stazioni individuate come idonee al monitoraggio della componente Fauna Ittica e selezionate tra quelle previste nel Programma di monitoraggio Regionale 2015-2019.

I criteri per la scelta delle stazioni sono sintetizzati nella figura 13.

Figura 13
Monitoraggio della fauna ittica. Criteri per la scelta delle stazioni


L’attività di monitoraggio viene svolta nel rispetto del Protocollo 2040 “Protocollo di campionamento e analisi della fauna ittica dei sistemi lotici guadabili”[1].

Tabella 5
Attività di formazione per il monitoraggio della fauna ittica

Formazione base per tutti gli operatori
Per questo tipo di formazione dovranno essere affrontate le seguenti tematiche:
  • Ecologia fluviale applicata all’ittiofauna;
  • Zonazione ittica e distribuzione;
  • Sistematica e riconoscimento di ciclostomi e pesci del reticolo idrografico piemontese;
  • Cenni di normativa di settore (pianificazione di settore, immissioni, recuperi, passaggi per pesci);
  • Illustrazione del protocollo di campionamento previsto dalle LLGG 111/2014 Protocollo 2040;
  • Tecniche di campionamento nelle acque correnti, rilevamento dati biometrici e parametri accessori

 









Formazione specialistica
Per questo tipo di formazione dovranno essere affrontate le seguenti tematiche

  • Stato di conservazione della fauna ittica,
  • Emergenze naturalistiche/faunistiche (specie in Dir. Habitat, specie a rischio di estinzione/lista rossa)
  • Specie alloctone: ecologia, distribuzione, aspetti legislativi della gestione, impatto sulle specie indigene
  • Elaborazione dei dati raccolti durante i campionamenti: organizzazione dati, principali parametri demografici, elaborazione e grafici.
  • Indici ittici: panoramica, dati necessari, applicazione
  • Focus su ISECI, modalità di calcolo (implementazione di foglio di calcolo o fornitura sw dedicato), criticità nell'applicazione, stato delle conoscenze attuali e dell'applicazione del metodo in Italia, comunità teoriche attese in Piemonte, stato di avanzamento dell’individuazione delle comunità di riferimento da parte delle Regioni ai sensi del DM 260/2010

  • Calcolo di ISECI con i dati raccolti, dai campionamenti effettuati, confronto su criticità, dubbi, eventuali esigenze di approfondimento.

Tabella 6
SITUAZIONE ATTUALE DELLO SVOLGIMENTO DEL SERVIZIO




DATA CODICE STAZIONE PROVINCIA FIUME-TORRENTE
15/11/2016 TEORIA BASE
05/12/2016 09060 Vercelli CERVO
12/12/2016 053037 Novara AGOGNA
12/12/2016 053050 Novara AGOGNA
15/12/2016 416015 Vercelli MARCHIAZZA
15/12/2016 415005 Vercelli ROVASENDA
19/12/2016 TEORIA BASE
12/01/2017 034010 Torino ORCO
16/01/2017 019020 Vercelli MARCOVA
30/01/2017 TEORIA BASE
02/02/2017 020030 Cuneo GRANA MELLEA
02/02/2017 020010 Cuneo GRANA-MELLEA
09/02/2017 054030 Alessandria ERRO
09/02/2017 054015 Alessandria ERRO
16/02/2017 049025 Cuneo BELBO
16/02/2017 049005 Cuneo BELBO
09/03/2017 030010 Torino PELLICE
23/02/2017 029010 Torino CHISONE
02/03/2017 070010 Verbano-Cusio-Ossola S. BERNARDINO
09/03/2017 022040 Torino VARAITA
09/03/2017 030030 Torino PELLICE
13/03/2017 TEORIA BASE
16/03/2017 033010 Torino CHIUSELLA
20/03/2017 055020 Verbano-Cusio-Ossola STRONA DI OMEGNA
23/03/2017 007030 Vercelli ELVO
23/03/2017 014025 Vercelli SESIA
27/03/2017 061051 Alessandria LEMME
27/03/2017 060045 Alessandria ORBA
30/03/2017 031050 Torino VIANA
30/03/2017 045060 Torino MALONE
03/04/2017 TEORIA SPECIALISTI
06/04/2017 040010 Torino CERONDA
06/04/2017 044015 Torino STURA LANZO
10/04/2017 TEORIA SPECIALISTI
20/04/2017 038330 Torino DORA RIPARIA
20/04/2017 038004 Torino DORA RIPARIA
27/04/2017 048030 Alessandria SCRIVIA
27/04/2017 048055 Alessandria SCRIVIA
11/05/2017 TEORIA SPECIALISTI
04/05/2017 TEORIA SPECIALISTI

Figure 14-15
Attività di monitoraggio della fauna ittica

WATCH LIST

La riduzione dell’inquinamento delle risorse idriche prodotto da singoli inquinanti o gruppi di sostanze, in particolar modo quelle ricomprese nell’elenco dell’Allegato X, è uno degli obiettivi della Direttiva 2000/60/CE (WFD). Tale elenco è sottoposto a riesame periodico per individuare nuove sostanze che potrebbero presentare un rischio sia per l’ambiente sia per la salute umana.
Successivamente all’entrata in vigore della WFD sono state emanate una serie di direttive di recepimento relative al monitoraggio delle sostanze chimiche.

Una di queste, la Direttiva 2013/39/UE, aggiorna l’elenco dell’Allegato X e istituisce l’Elenco di Controllo comprendente sostanze per le quali devono essere raccolti a livello degli Stati Membri dell’Unione Europea dati di monitoraggio allo scopo di definire le future priorità di intervento.
La Decisione di Esecuzione (DE) 2015/495 della commissione del 20 marzo 2015, adotta il primo Elenco di Controllo delle sostanze da sottoporre a monitoraggio della risorsa idrica in attuazione della direttiva 2008/105/CE.

L’Elenco di Controllo, riportato nella figura 16, comprende farmaci destinati sia all’uso umano che veterinario quali ad esempio il Diclofenac, componenti delle creme solari quali il 4-metossicinnamato di-2etilesile, insetticidi ed erbicidi come i neonicotinoidi e l’ossadiazone, prodotti industriali.

Figura 16
Elenco di Controllo delle sostanze sottoposte a monitoraggio

Il monitoraggio delle sostanze comprese nell’Elenco ha l’obiettivo di acquisire informazioni sulla loro presenza nelle acque superficiali, a livello di tutti gli stati membri, al fine di rendere possibile il loro riesame periodico e il loro successivo utilizzo nella classificazione dello Stato Chimico.

Visto l’obiettivo, il monitoraggio delle sostanze della Watch List ha siti di monitoraggio, modalità di campionamento e frequenze specifiche per la sua finalità.

Gli Stati Membri monitorano ogni sostanza presente nell’Elenco presso stazioni di monitoraggio selezionate in base a specifici criteri. La norma prevede che ogni Stato selezioni un numero di stazioni pari a 1 più 1 se la popolazione supera il milione di abitanti, più il numero di stazioni pari a alla superficie territoriale in km2 divisa per 60.000, più il numero pari alla popolazione divisa per 5 milioni. Per l’Italia sono state selezione 25 stazioni sull’intero territorio nazionale.

Inoltre le stazioni sono selezionate in base alla potenziale emissione/immissione nell’ambiente di sostanze dell’Elenco, sulla base dell’analisi delle pressioni, e il monitoraggio avviene nei periodi nei quali sia più probabile che la sostanza venga emessa e quindi trovata.

In Piemonte si sono individuate 2 stazioni sul fiume Po che fanno parte della rete regionale di monitoraggio dei corsi d’acqua ai sensi della Direttiva 2000/60/CE. Le stazioni di monitoraggio sono state selezionate di concerto con Ispra e la Regione Piemonte in base ai criteri definiti a scala nazionale.
La stazione del Po di Brandizzo è stata selezionata per il monitoraggio delle sostanze derivanti dall’industria chimica e i farmaci ad uso umano in quanto il sito è localizzato a valle del principale impianto di depurazione delle acque reflue urbane dell’area metropolitana di Torino.
La stazione di Carignano, invece, è rappresentativa di aree con pressione agricola significativa e con allevamenti nel bacino a monte e pertanto potenzialmente idoneo sia alla ricerca dei pesticidi sia alla ricerca dei farmaci ad uso veterinario.

Per ogni stazione sono previsti da 1 a 2 campionamenti all’anno, nella/e stagione/I in cui è ipotizzabile il maggiore utilizzo delle sostanze ricercate.

Al fine di garantire uniformità di approccio a scala nazionale, Ispra stabilisca a livello nazionale sia il periodo di campionamento che le specifiche tecniche relative alle attività analitiche.

Il monitoraggio dell’Elenco di Controllo è stato avviato nel 2016 e durerà 4 anni.