INTRODUZIONE ACQUA

La Direttiva Quadro sulle Acque, ormai da 17 anni, definisce la politica di questa importante risorsa.

La Commissione europea segue con grande attenzione le scelte che vengono effettuate attraverso i Piani di Gestione dei Distretti idrografici e la loro capacità di raggiungere gli obiettivi fissati dalla Direttiva stessa: mantenere o raggiungere il “buono stato” delle acque, siano queste superficiali o sotterranee, dal punto di vista ecologico, chimico, idrologico e morfologico.

L’attuazione della Direttiva Quadro sulle Acque richiede necessariamente il coordinamento con tutte le politiche territoriali. Viene infatti richiesto il coordinamento con le azioni di difesa dal rischio idraulico, attraverso il coordinamento con la cosiddetta Direttiva “alluvioni” (Dir. 2007/60), con le direttive di difesa della Natura (Direttive Habitat e Uccelli) e ancora il coordinamento politica agricola e la sua programmazione economica.

Attraverso il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) è infatti possibile finanziare misure che contribuiscono a migliorare lo stato delle acque e favorire lo sviluppo di tecniche di irrigazione volte al risparmio idrico. L’unione Europea ha infatti scelto di concatenare strettamente l’erogazione dei fondi per lo sviluppo agricolo all’attuazione delle direttive ambientali attraverso lo strumento della Condizionalità ex ante, l’accesso a questi fondi infatti è vincolato al raggiungimento degli obiettivi fissati per l’ambiente. Questo comporta una stretta e positiva collaborazione delle diverse politiche, pianificazioni e programmazioni che coinvolgono il territorio nella sua accezione più ampia.

La Direttiva quadro Acque prevede cicli di sei anni per la pianificazione di distretto: a dicembre 2015 è stato adottato il 2° Piano di Gestione del Distretto Idrografico del fiume Po (PdG Po), definitivamente approvato con DPCM nell’ottobre 2016.

Attualmente sono già in corso le attività di monitoraggio per il nuovo ciclo di pianificazione, che si concluderanno nel 2019, in tempo utile per fornire informazioni per il 3° Piano di Gestione che verrà adottato dall’Autorità di Bacino del Po nel dicembre 2021.


Il raggiungimento dello Stato Buono rientra in due Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

In particolare: 
  • Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie

  • Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile

QUALITA' DELLE ACQUE SUPERFICIALI

Nel 2015 è stato avviato il primo ciclo triennale di monitoraggio relativo al quinquennio 2015-2019 nell’ambito del secondo Piano di Gestione distrettuale del Po come previsto dalla Direttiva 2000/60/CE (WFD).
L’anno 2014 verrà utilizzato come anno in comune tra l’ultimo ciclo del sessennio 2009-2014 e il primo del sessennio 2014-2019.

L’analisi degli indici di stato relativi sia agli elementi chimici (indice LIMeco, verifica degli SQA) sia biologici (Indici STAR_ICMi, ICMi, IBMR) dell’anno 2015 hanno consentito una valutazione dello stato di qualità rispetto a valori normativi definiti attraverso l’attribuzione di 5 classi di qualità previste (da Elevato a Cattivo), non dimenticando che la valutazione dello stato ufficiale ai sensi della direttiva sarà quella del triennio 2014-2016.
Tuttavia la classificazione, anche se annuale, rimane uno degli aspetti più importanti che consente di misurare la rilevanza degli impatti determinati sul corpo idrico (a carico di una o più delle componenti monitorate) dall’insieme delle pressioni antropiche.
Attraverso la revisione dell’Analisi delle Pressioni iniziata nel 2014 e terminata nel 2015, applicando la metodologia definita a livello distrettuale, sono state individuate le pressioni antropiche più significative sui corpi idrici, cioè quelle potenzialmente in grado di pregiudicarne il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità. Tra queste risultano più significative le alterazioni morfologiche, in particolar modo relative alle modificazioni della zona ripariale, i prelievi, gli scarichi di acque reflue urbane e l’agricoltura.
Ovviamente la valutazione dei singoli indici può non essere esplicativa del reale stato del corpo idrico; infatti può esserci presenza di una alterazione anche quando essa non si traduce in uno stato di qualità inferiore al “Buono” o comunque in un cambio di classe di Stato.
Per tale motivo è indispensabile l’analisi integrata dei dati di stato insieme agli impatti ambientali presenti, (attraverso l’utilizzo di specifici indicatori quali contaminazione da pesticidi, VOC, inquinamento da nutrienti e carico organico) al fine di confermare i risultati dell’Analisi delle Pressioni e di verificare l’efficacia delle misure di tutela o miglioramento messe in atto.

Al termine del primo sessennio di monitoraggio, relativamente ai fiumi, emerge come il 55% dei corpi idrici monitorati presenta uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 45% Sufficiente o inferiore. Per quanto riguarda lo Stato Chimico il 95% dei corpi idrici risulta Buono.
Relativamente ai laghi, 6 su 13 monitorati presentano uno Stato Ecologico Buono e tutti uno Stato Chimico Buono.

Gli elementi di qualità che maggiormente concorrono nel determinare il declassamento dello Stato Ecologico dei corsi d’acqua sono le comunità biologiche e tra queste prevalentemente i macroinvertebrati e le macrofite. In circa il 20% dei corpi idrici, il declassamento è anche imputabile allo scadimento degli elementi chimico fisici, valutati con l’indice LIMeco, o chimici per il superamento degli SQA per i contaminanti (in prevalenza Pesticidi). Per lo Stato Chimico, lo stato Non Buono è ascrivibile al superamento degli SQA principalmente per metalli quali Cadmio, Nichel, Mercurio e Piombo, alcuni dei quali di probabile origine naturale in alcuni contesti territoriali.
Dalla lettura complessiva dei dati del sessennio emerge come una percentuale pari a circa il 16% dei corpi idrici monitorati in entrambi i trienni non risulta stabilmente assegnata alla classe di Stato, mostrando quindi una variabilità nei due trienni.

La Direttiva 2000/60/CE prevede anche la valutazione degli elementi idromorfologici che viene effettuata attraverso l’applicazione degli indici IQM (indice di qualità morfologica) e IARI (indice di alterazione del regime idrologico) su un sottoinsieme di corpi idrici.

Nel corso del sessennio 2009-2014 gli elementi idromorfologici sono stati valutati su un sottoinsieme di più di 70 corpi idrici; lo IARI è risultato inferiore al Buono nel 50% dei corpi idrici indagati e l’IQM nel 36%.

QUALITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE

FALDA SUPERFICIALE
La falda superficiale nel 2015 mostra una situazione non dissimile da quanto osservato negli anni precedenti, con 15 GWB in Stato Chimico Scarso e solo 3 in stato Buono, pari al 17%
Le principali sostanze causa di contaminazione della falda superficiale nel territorio piemontese sono risultate: Nitrati, Pesticidi e VOC (composti organici volatili). Per quanto riguarda i metalli, i più significativi a scala regionale sono risultati Nichel e Cromo (in particolare nella forma esavalente); tuttavia, per una precisa valutazione delle rispettive anomalie, appare fondamentale tenere conto dei valori di fondo naturale (VF).

FALDE PROFONDE
Le falde profonde evidenziano una situazione migliore rispetto alla falda superficiale, anche in funzione del loro ambito di esistenza e circolazione idrica sotterranea, potenzialmente più protetto rispetto al sistema acquifero superficiale. Nel 2015 solo un GWB evidenzia uno stato chimico Scarso mentre gli altri presentano uno stato Buono, pari all'83%.
Le principali sostanze, causa di contaminazione delle falde profonde nel territorio piemontese, sono risultate essenzialmente i VOC (composti organici volatili) e il Cromo nella forma esavalente, mentre gli altri contaminanti (Nitrati, Pesticidi e Nichel) hanno evidenziato anomalie locali e occasionali.

BALNEAZIONE

I dati analitici relativi agli ultimi quattro anni nelle acque di balneazione piemontesi evidenziano che esse rientrano nelle classi di qualità comprese tra Buona ed Eccellente, soddisfacendo quindi ampiamente e con largo anticipo gli obiettivi della direttiva comunitaria 2006/7/CE, che pone il raggiungimento della qualità almeno Sufficiente entro la fine della stagione 2015.