Fattori che influenzano lo stato della risorsa
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RIFIUTI URBANI

Gli attuali sistemi di produzione e di consumo generano molti rifiuti e, insieme alla domanda crescente di beni e servizi e all’esaurimento delle risorse, contribuiscono ad aumentare i costi delle materie prime e dell’energia, generando ancora più inquinamento e rifiuti, aumentando le emissioni globali di gas a effetto serra e causando il degrado del suolo, deforestazione e la perdita di biodiversità.

La transizione verso un’economia circolare sposta l’attenzione sul riutilizzare, aggiustare, rinnovare e riciclare i materiali e i prodotti esistenti. Quel che normalmente si considera come “rifiuto” può essere trasformato in una risorsa. Tutto ciò potrebbe portare con sé la fine di uno dei meccanismi su cui si basa l’economia lineare (l’obsolescenza programmata dei prodotti) e introdurre una serie di cambiamenti anche a livello culturale.

È proprio in questo contesto che la Commissione europea, con Comunicazione COM (2014) 398 del 2 luglio 2014 “Verso un’economia circolare: programma per un’Europa a zero rifiuti”, si impegna affinché sia rivista la normativa prevedendo la definizione di obiettivi vincolanti di riduzione dei rifiuti “urbani, commerciali e industriali” entro il 2025, un aumento degli obiettivi di riciclaggio per i rifiuti urbani e per i rifiuti di imballaggio, uno sprone per i mercati dei materiali riciclati derivanti dai rifiuti di costruzione e demolizione, una riduzione della produzione di rifiuti alimentari anche nella fase della produzione e distribuzione delle materie prime, una limitazione dell’incenerimento (anche se con recupero di energia) ai soli rifiuti non riciclabili e non biodegradabili entro il 2020, il divieto di smaltimento in discarica di rifiuti riciclabili e una riduzione vincolante e graduale di tutti i tipi di smaltimento in discarica fino al divieto completo nel 2030, ad eccezione di determinati rifiuti pericolosi e rifiuti residuali per i quali la discarica rappresenta lo smaltimento più ecologico.

Da ultimo la Commissione UE con la Comunicazione COM (2015) 614 del 2 dicembre 2015 “L'anello mancante - Piano d'azione dell'Unione europea per l'economia circolare” ha individuato le misure che saranno attuate per i diversi settori (produzione, consumo, gestione dei rifiuti, mercato delle materie prime secondarie, materie prime essenziali, costruzione e demolizione, biomassa e biomateriali, innovazione, investimenti e azioni specifiche per la plastica e per i rifiuti alimentari).

In merito alla gestione dei rifiuti, in particolare, le misure che l’UE mette in campo intendono revisionare la legislazione (proposte di modifica delle direttive presentate a dicembre 2015), intensificare la cooperazione con gli Stati membri per una migliore attuazione della legislazione UE sui rifiuti e la lotta alla spedizione illecita dei veicoli fuori uso, migliorare il rispetto del regolamento riveduto sulla spedizione di rifiuti, promuovere la certificazione volontaria degli impianti di trattamento dei principali flussi di rifiuti/materiali riciclati, iniziativa sulla trasformazione dei rifiuti in energia nell’ambito dell’Unione dell’energia, individuare e diffondere le migliori prassi in materia di raccolta dei rifiuti. Rispetto alla proposta del dicembre 2015, la Commissione Ambiente UE ha recentemente proposto un ulteriore innalzamento degli obiettivi di riciclaggio oltre che un’ulteriore riduzione dello smaltimento in discarica dei rifiuti.

L’argomento Rifiuti rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile  sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

- Obiettivo 12: Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo e in particolare nei Traguardi

- 12.2: Entro il 2030, raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali. 

- 12.5: Entro il 2030, ridurre in modo sostanziale la produzione di rifiuti attraverso la prevenzione, la riduzione, il riciclo e il riutilizzo.


Alla realizzazione degli obiettivi prefissati concorrono altri strumenti e strategie “collaterali” rispetto a quelle specificamente relative ai rifiuti. In questo contesto merita pertanto sottolineare come nella Proposta di Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile (bozza 2.0. del 13 marzo 2017), tra gli obiettivi strategici nazionali vi sia l’obiettivo specifico relativo ad “abbattere la produzione di rifiuti, azzerare il conferimento in discariche e promuovere il mercato delle materie prime seconde”.

Interessante sarà vedere in prospettiva l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) nell’ambito delle gare di appalto delle Amministrazione pubbliche e loro centrali di committenza, aspetto fondamentale per rendere possibile l’applicazione del Piano di Azione Nazionale sul Green Pubblic Procurement (PAN GPP).

Produzione rifiuti urbani

Dall’analisi dei dati relativi alla gestione dei rifiuti urbani emerge come la produzione1 nel 2015 sia in lieve flessione (-1,3% rispetto al 2014) portando nuovamente la produzione totale dei rifiuti (RT) al di sotto dei 2 milioni di tonnellate: i rifiuti avviati a smaltimento diminuiscono del 4,2% con un leggero incremento invece a favore dei rifiuti raccolti in modo differenziato (+1,2%) che tradotto in percentuale di raccolta differenziata portano la regione al 54,8%, un altro punto percentuale in più rispetto al 2014 (53,5%) (tabella 1).
In termini di quantità pro capite, ogni abitante piemontese ha prodotto, nel 2015, circa 452 kg di rifiuti, di cui 248 kg raccolti in modo differenziato e avviati a recupero, e 204 kg avviati a smaltimento.
1 Secondo la D.G.R. 43-435 del 2000  i Rifiuti Urbani Totali prodotti sono classificati con la sigla RT e sono costituiti dalla somma dei rifiuti raccolti in modo differenziato (RD) e dai rifiuti urbani indifferenziati (RU). Esistono inoltre altre tipologie di rifiuti raccolti dal gestore del servizio pubblico, quantitativamente poco rilevanti, non soggette al calcolo della percentuale di raccolta differenziata (ad esempio oli usati, batterie, pneumatici, etc.) Tali rifiuti sono stati raggruppati sotto la voce “ALTRI” (nel 2015 pari a 27.516 t): quest’ultima voce, sommata ai RT, costituisce la voce “PT” (Produzione Totale, nel 2015 pari a 2.019.580 t).

Tabella 1
Dettaglio dati di produzione rifiuti urbani - anno 2015

Province/CM

PR

 


Residenti 2015

PT
Produzione
 Totale
(t/a)

[RT+ALTRI]
RT
Rifiuti totali
(t/a)


[RU+RD]
RU
Rifiuti urbani
indifferenziati
(t/a)
RD
Raccolte
 differenziate
(t/a)
ALTRI
Altri rifiuti
 avviati allo
 smaltimento
 e/o al
 recupero
(t/a)

RD
[RD/RT]

 

%

AL

428.826

223.445

223.004

114.884

108.120

441

48,5

AT

217.574

87.157

86.854

33.713

53.142

302

61,2

BI

179.685

82.959

82.784

37.186

45.598

175

55,1

CN

590.421

264.559

260.199

109.990

150.209

4.360

57,7

NO

370.525

169.198

165.090

55.706

109.384

4.109

66,3

CM Torino

2.282.197

1.033.442

1.017.021

490.650

526.371

16.422

51,8

VCO

160.114

79.577

79.331

28.664

50.667

246

63,9

VC

174.904

79.244

77.782

29.063

48.718

1.462

62,6

Piemonte

4.404.246

2.019.581

1.992.065

899.856

1.092.209

27.516

54,8

Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti


Nella figura 1 si può osservare il trend di produzione di rifiuti urbani negli anni 2000-2015. La produzione di rifiuti è inferiore a quella rilevata nel 2000 del 2,2%, ma la RD è aumentata di circa 719.000 t (+192%) e i rifiuti avviati a smaltimento si sono ridotti di circa 764.000 t (-46%).

Figura 1
Variazione nella produzione dei rifiuti urbani - 2000-2015

Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti
La figura 2 mostra, a livello regionale, la serie storica 2000-2015 degli indici di produzione pro capite RT, RU, RD.

Il confronto degli indici pro capite del 2015 con quelli dell’anno 2000 evidenzia per il rifiuto totale (RT pro capite) un decremento di quasi il 5%, per la RD pro capite un incremento del 185% e una diminuzione del 47% dei rifiuti indifferenziati (RU pro capite).

Figura 2
Variazione dei principali indicatori negli anni 2000-2015

Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti

Raccolta differenziata

Proseguendo sempre nel confronto con l’anno 2000 si evince un consistente aumento della percentuale di raccolta differenziata: nel 2000 tale valore era del 18,3% (figure 3-4).

Figura 3
Raccolta differenziata - anno 2000

Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti

Figura 4
Raccolta differenziata - anno 2015

Figura 5
Raccolta differenziata e produzione di rifiuti a livello comunale

FRAZIONI MERCEOLOGICHE PRESENTI NELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Nell’ambito della raccolta differenziata le frazioni maggiormente raccolte su base annuale sono la carta e cartone (269.000 t circa; 61 kg pro capite); l’organico (260.000 t circa; 58,6 kg pro capite); gli sfalci e potature (148.600 t circa; 33,7 kg pro capite); il vetro (95.000 t circa; 21,5 kg pro capite) e il legno (78.000 t circa; 17,6 kg pro capite).

In termini di incidenza percentuale la carta rappresenta il 22,5% del totale del rifiuto raccolto differenziatamente, seguita dalla frazione organica con il 21,6% e dagli sfalci e potature con il 12,5% (figura 6).

Rispetto al 2014 i RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) registrano un aumento del 7% dei quantitativi raccolti (da 18.078 a 19.358 t); riportando il valore pro capite a 4,4 kg.

Figura 6
Ripartizione rifiuti differenziati - anno 2015

Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti

 Gestione rifiuti urbani

Nel 2015 i rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento sono stati 854.786 tonnellate: di questi quantitativi il 48%, corrispondente a 409.977 t, è stato inviato alla termovalorizzazione, il 40% al trattamento meccanico-biologico TMB (339.142 t) e il 12% in discarica (105.667 t).
Come si evidenzia nella figura 7 il quantitativo di rifiuti urbani avviato a smaltimento si è ridotto in totale del 47% rispetto al 2002: con l’entrata in pieno regime del termovalorizzatore di Torino sono notevolmente aumentati i rifiuti avviati ad incenerimento a scapito dei rifiuti avviati direttamente in discarica (-93% rispetto al 2002); costante invece è il quantitativo di rifiuti avviati a trattamento meccanico biologico.

Figura 7
Destinazione dei rifiuti urbani indifferenziati – anni 2002-2015

k: migliaia

Il sistema di gestione dei rifiuti urbani indifferenziati (relativamente all’anno 2015) dispone della seguente dotazione impiantistica:

  • 1 impianti di termovalorizzazione: il termovalorizzatore sito a Torino2, località Gerbido autorizzato con un carico 206,25 MWt, nel 2015 ha trattato 472.754 t di rifiuti. In provincia di Cuneo è operativo un impianto di co-incenerimento che sostituisce parte del combustibile fossile con combustibile derivato da rifiuti (CCS);
  • 15 discariche per rifiuti urbani distribuite prevalentemente nelle province di Torino, Alessandria e Cuneo, nelle quali sono state conferite 105.667 t di rifiuti urbani (rifiuti indifferenziati CER 20) e 377.670 t di rifiuti derivanti da operazioni di trattamento effettuate sui rifiuti urbani (CER 19), oltre a 232.968 t di altri rifiuti speciali non pericolosi e 665 t di fanghi. Complessivamente sono state smaltite in discarica 716.389 t di rifiuti di cui 482.757 t provenienti dalla gestione dei rifiuti urbani (figura 8).

2Nel corso del 2015 è stata adeguata l’autorizzazione integrata ambientale attribuendo all’impianto stesso la qualifica di recupero energetico R1.
Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti

  • 10 impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) di cui 6 impianti di preselezione e stabilizzazione biologica aerobica (Alessandria, Casale Monferrato, Valterza, Magliano Alpi, Borgo San Dalmazzo e Sommariva Perno), 2 impianti di bioessiccazione (Cavaglià, Villafalletto) e 2 impianti di sola produzione di CSS - Combustibile Solido Secondario (Roccavione e Pinerolo).

    Nei suddetti impianti sono state trattate circa 440.000 t di rifiuti urbani indifferenziati (in totale 617.000 t, compresi i rifiuti speciali e i rifiuti provenienti da fuori regione) dai quali sono state ottenuti circa 91.000 t di CSS in parte recuperato presso l’impianto di coincenerimento (cementificio) in provincia di Cuneo (52.000 t) e in parte presso impianti di recupero energetico (termovalorizzatori) fuori regione. La frazione secca, non trasformata in CSS, e la frazione umida trattata e stabilizzata sono state conferite in discarica o inviate ad incenerimento fuori regione (figura 9).


Figura 8
Rifiuti conferiti nelle discariche per rifiuti urbani - anno 2015

Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti

 

La figura 9 riassume la destinazione dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti in Piemonte nel 2015.

Figura 9
Gestione dei rifiuti indifferenziati: schema di flusso generale – anno 2015



Fonte: Regione Piemonte, Osservatorio Regionale Rifiuti