ENERGIA
A partire da febbraio 2017 il sistema informativo geografico Atlaimpianti raccoglie i principali dati sugli impianti di produzione di energia elettrica e termica, con particolare riferimento a quelli che ricevono incentivi dal GSE. Molti di questi sono utilizzati per autoconsumi e possono parzialmente cedere energia, elettrica o termica a tariffe agevolate in rete.
Visualizza le serie storiche degli indicatori di energia.
Produzione di energia elettrica
Tabella 1
Produzione di energia elettrica in Piemonte - anno 2015
Tipologia di produzione energia |
Operatori |
Autoproduttori |
Totale |
Produzione lorda |
GWh |
||
Idroelettrica |
8.184,7 |
140,3 | 8.325,0 |
Termoelettrica |
13.899,6 |
1.846,6 | 15.746,1 |
Eolica |
30,1 |
|
26,1 |
Fotovoltaica |
1.736,6 |
1.646,5 | |
Totale produzione lorda |
|
|
|
Servizi ausiliari della produzione |
547,7 |
54,0 |
601,7 |
Produzione netta |
|
|
|
Idroelettrica |
8.070,1 |
138,4 |
8.208,5 |
Termoelettrica tradizionale |
13.492,6 |
1.794,4 |
15.287,0 |
Eolica |
29,9 |
- |
29,9 |
Fotovoltaica |
1.710,8 |
- |
1.710,8 |
Totale produzione netta |
23.303,3 |
1.932,8 |
25.236,1 |
Energia destinata ai pompaggi |
438,3 |
|
438,3 |
Produzione destinata al consumo |
|
|
|
Impianti di produzione di energia elettrica
Tabella 2
Impianti per la produzione di energia elettrica in Piemonte al 31.12.2015
Produttori |
Autoproduttori |
Totale |
||
Impianti idroelettrici |
||||
Impianti |
numero |
744 |
17 |
761 |
Potenza efficiente lorda |
MW |
3.724,70 |
27,5 |
3.752,30 |
Potenza efficiente netta |
MW |
3.665,80 |
26,5 |
3.692,40 |
Producibilitàà media annua |
GWh |
9.606,40 |
144,2 |
9.750,60 |
Impianti termoelettrici |
||||
Impianti |
numero |
108 |
108 |
510 |
Sezioni |
numero |
479 |
146 |
625 |
Potenza efficiente lorda |
MW |
4.684,70 |
381,9 |
5.066,60 |
Potenza efficiente netta |
MW |
4.566,30 |
370,6 |
4.937,00 |
Impianti eolici |
||||
Impianti |
numero |
16 |
16 |
|
Potenza efficiente lorda |
MW |
18,8 |
|
18,8 |
Impianti fotovoltaici |
||||
Impianti |
numero |
48.657 |
48.657 |
|
Potenza efficiente lorda |
MW |
1.521,80 |
1.521,80 |
|
Gli impianti di produzione di energia elettrica rappresentati sono incentivati dal GSE o usufruiscono dei servizi di ritiro dell’energia prodotta. Nelle sezioni dedicate del portale Atlaimpianti denominate “Elettricità” le informazioni sono organizzate per fonte distinguendo tra: eolica, solare, geotermica, bioenergie, idraulica e non rinnovabile “NO FER”. Nella tabella 3 vengono riportate le tipologie e la potenza degli impianti di produzione di energia elettrica incentivati.
Si evidenzia che sul totale di oltre 44 mila impianti la maggior parte (circa 44 mila) è costituita da impianti fotovoltaici, con il 60% di potenza totale. Gli impianti idraulici invece sono solo lo 0,8%, ma costituiscono il 27% della potenza complessiva di tutti gli impianti.
Tabella 3
Impianti di produzione di energia elettrica incentivati - aggiornamento aprile 2017
Tipologia e potenza impianti |
AL |
AT |
BI | CN | NO | TO | VB | VC | Totale | |
Biogas |
Impianti numero |
30 | 4 | 4 | 50 | 16 | 37 | 8 | 149 | |
Pot.nom. |
25.277 | 1.524 | 2.285 | 20.034 | 10.283 | 29.139 | 7.673 | 96.215 | ||
Biomasse liquide |
Impianti |
6 | 5 | 3 | 1 | 8 | 2 | 1 | 26 | |
Pot.nom. |
6.049 | 4.089 | 4.207 | 840 | 21.843 | 1.415 | 500 | 38.943 | ||
Biomasse solide |
Impianti |
5 | 2 | 1 | 19 | 3 | 9 | 3 | 42 | |
Pot.nom. |
3.223 | 383 | 234 | 11.293 | 1.664 | 28.465 | 16.370 | 61.632 | ||
Eolica |
Impianti |
1 | 1 | 5 | 7 | |||||
Pot.nom. |
8 | 20 | 160 | 188 | ||||||
|
Impianti |
27 | 3 | 17 | 122 | 20 | 105 | 55 | 19 | 368 |
Pot.nom. |
11.589 | 3.305 | 9.776 | 70.212 | 12.159 | 347.423 | 125.299 | 19.746 | 599.508 | |
No Fer | Impianti numero |
3 | 1 | 8 | 20 | 3 | 23 | 4 | 5 | 67 |
Pot.nom. (kW) |
647 | 30 | 5.635 | 32.478 | 2.583 | 29.749 | 973 | 3.243 | 75.338 | |
Solare (Fotovoltaico) | Impianti numero |
4.395 | 3.246 | 2.204 | 9.894 | 4.390 | 16.712 | 967 | 2.170 | 43.978 |
Pot.nom. (kW) |
206.853 | 70.553 | 78.780 | 459.804 | 80.093 | 337.452 | 11.339 | 68.279 | 1.313.155 | |
Totale | Impianti numero |
4.467 | 3.256 | 2.239 | 10.109 | 4.433 | 16.899 | 1.028 | 2.206 | 44.637 |
Pot.nom. (kW) |
253.646 | 75.795 | 100.800 | 598.048 | 107.622 | 794.232 | 139.026 | 115.811 | 2.184.979 |
pot.nom. = potenza nominale
Produzione di energia da fonti rinnovabili e teleriscaldamento
Attraverso Atlaimpianti è possibile consultare puntualmente e in maniera interattiva gli impianti alimentati da fonti rinnovabili installati sul territorio italiano e conoscerne le caratteristiche principali.
Atlaimpianti entra in esercizio a febbraio 2017 con un primo ampio insieme di impianti rappresentati, ma il sistema è in costante evoluzione e sviluppo, con l’obiettivo di estendere rapidamente il perimetro degli impianti fino a includerli tutti.
Attualmente sono censiti gli impianti che sono stati incentivati attraverso i diversi meccanismi:
• CE - Conto Energia
• CV (IAFR) - Certificati Verdi
• FER E - Incentivo FER elettriche no FTV
• RICOGE - Riconoscimento Cogenerazione
• RID - Ritiro Dedicato
• SSP - Scambio sul Posto
• TO (IAFR) - Tariffa Omnicomprensiva
Impianti di produzione di energia termica
Tabella 4
Impianti per la produzione dell’energia termica incentivati attraverso Conto Termico
Province |
Biomasse |
Pompe di calore |
Solare Termico |
Generatori a condensazione |
Totale complessivo |
AL |
64 | 2 | 53 | 2 | 121 |
AT |
130 | 2 | 87 | 8 | 227 |
BI |
14 | 21 | 5 | 40 | |
CN |
333 | 6 | 97 | 9 | 445 |
NO |
58 | 1 | 15 | 74 | |
TO |
286 | 4 | 253 | 7 | 550 |
VB |
49 | 1 | 12 | 1 | 64 |
VC |
35 | 1 | 22 | 34 | 59 |
Totale |
969 |
17 | 560 | 34 | 1.580 |
I dati sulle reti di teleriscaldamento derivano da un censimento condotto dal GSE nel 2013 sulla base di dati pubblicati nel rapporto AIRU e di proprie indagini specifiche. Nelle sezioni dedicate del portale Atlaimpianti denominate “Teleriscaldamento” sono disponibili queste informazioni per ogni rete:
- Ubicazione: Regione, provincia, comune
- Dati tecnici: potenza termica ed elettrica
In ambito provinciale, Torino è la provincia più teleriscaldata con circa 2 milioni e 500 mila MWh di energia termica erogata. Torino è la città più teleriscaldata d'Italia con oltre 450.000 abitanti serviti, corrispondenti a circa il 40% della volumetria edificata nell'area urbana.
Province |
Impianti numero |
Energia Termica Erogata (MWh) |
Energia Termica Immessa (MWh) |
AL |
4 |
56.896 | 64.885 |
AT |
1 | 5.013 | 5.800 |
BI |
3 | 35.060 | 39.361 |
CN |
12 | 288.389 | 354.385 |
TO |
19 | 2.470.476 | 2.943.632 |
Totale |
39 |
2.855.834 | 3.408.063 |
Bilancio di energia elettrica
Figura 1
Bilancio elettrico per il Piemonte - anno 2015
IMPIANTI DI DIGESTIONE ANAEROBICA
Gli impianti di digestione anaerobica individuati e georeferenziati sul territorio piemontese, a seguito di quest’ultimo aggiornamento (settembre 2015), risultano in totale 172, di cui 156 in esercizio e 16 in costruzione, risultano inoltre presenti altri 3 progetti di impianti a biogas, che però non hanno ancora concluso il procedimento autorizzativo.
La potenza elettrica complessiva installata fino al 2015 (settembre 2015) è pari a 118 MWe. Dalla figura sottostante si osserva nel 2012 il boom degli impianti, mentre negli anni successivi si registra una crescita molto ridotta, in quanto sono nettamente diminuite le richieste di realizzazione di nuovi impianti a biogas, a seguito del calo degli incentivi.
Figura 2
Potenza elettrica complessiva installata - anni 2009-2015
Tutti gli impianti sono stati aggiornati sul servizio webgis Arpa Piemonte - localizzazione impianti di digestione anaerobica presente sul geoportale Arpa. Il geoservizio è stato inoltre esposto attraverso protocolli WMS e WFS al fine di garantire l’accesso anche tramite altri client GIS (ArcGIS, QGis etc).
Figura 3
Numero di impianti di biogas per comune
Energia rinnovabile in Europa
L'obiettivo comune dell'UE è di raggiungere una quota del 20% di energia rinnovabile nel consumo finale di energia entro il 2020: nel 2015 tale quota è stata del 16,7% e le stime per il 2016 parlano di un 16,9%. La quota delle energie rinnovabili è cresciuta nonostante l'aumento del consumo totale di energia nel 2015 e nel 2016. Nel periodo 2005-2014, la quota di fonti energetiche rinnovabili nel consumo finale lordo di energia dell'UE è aumentata, in media, del 6,7% ogni anno. Tuttavia, nel 2015, questo tasso di crescita è leggermente sceso al 6,4% e nel 2016 al 5,9%.
Secondo le stime dell'Agenzia europea, le energie rinnovabili hanno rappresentato l'86% della nuova capacità di produzione di energia elettrica dell'UE nel 2016. A livello mondiale, dove la cifra è di circa il 62%, l’Unione europea occupa dunque una posizione di leader nella capacità pro capite di energia rinnovabile.
La relazione dell'Agenzia europea mostra che l'uso di fonti rinnovabili varia ampiamente in base al paese e al settore di mercato. Si va da oltre il 30% in Austria, Danimarca, Finlandia, Lettonia e Svezia a meno del 9% in Belgio, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Regno Unito. L'Italia si situa poco sotto il 20%.
Il riscaldamento e il raffreddamento rimangono il settore di mercato dominante per le rinnovabili in Europa in termini assoluti e relativi, seguiti dalla produzione di elettricità. Nel settore europeo dei trasporti, le energie rinnovabili rappresentano solo circa il 7% di tutto il consumo di energia nel 2015 e nel 2016. La maggior parte del consumo di energia rinnovabile nel settore dei trasporti deriva dai biocarburanti.
Certificazione energetica degli edifici
A partire dall’ottobre 2015 la Regione Piemonte ha adeguato, con il supporto di CSI-Piemonte, il Sistema informativo per la Prestazione Energetica degli Edifici (SIPEE) che gestisce l'elenco regionale dei soggetti abilitati al rilascio dell'Attestato di Prestazione Energetica (APE), idati inseritinegli APE e la raccolta degli attestati trasmessi dai professionisti.
L’esame dei dati relativi agli immobili certificati consente di caratterizzare il patrimonio edilizio esistente anche al fine di definire le politiche più efficaci in questo campo.
Le modifiche introdotte alle metodologie di calcolo della prestazione energetica degli edifici non consentono di sommare i risultati contenuti nella banca dati ACE ante-2015 con quelli contenuti negli APE ex DM 26.06.2015; quindi in questa sede sono presentati i risultati dei soli APE raccolti dal SIPEE a partire dall’ottobre 2015 fino ai primi mesi del 2017.
Il volume lordo riscaldato dotato di APE calcolato ai sensi del DM 26.06.2015 e inserito nella banca dati del SIPEE dall’ottobre 2015 è oggi pari a 40.782.891,86 m3.
Dalla figura 4 è possibile quantificare come il patrimonio edilizio coperto da un attestato di prestazione energetica fino ad ora appartenga per lo più al periodo di costruzione compreso tra il 1946 e il 1971.
Figura 4
Andamento negli anni della prestazione energetica del patrimonio edilizio
Inoltre il medesimo patrimonio immobiliare mostra una classe energetica poco soddisfacente, compreso nelle classi F e G per il 54,2% su un totale di 164.000 APE, denotando un sensibile peggioramento a livello statistico rispetto alle precedenti pubblicazioni ancora fondate sui risultati degli Attestati di Certificazione energetica (ACE). In particolare si osserva come fino ad ora solamente una piccola quantità del totale degli immobili certificati (5,5%) risulti in classe A4-A1 (figura 5).
Figura 5
Classi energetiche del patrimonio edilizio - anni 2015-2017
Per quanto riguarda la motivazione del rilascio degli attestati di prestazione energetica effettuati in Piemonte, si conferma il dato delle scorse edizioni: circa la metà degli APE è prodotta per soddisfare il passaggio di proprietà dell’immobile e poco più del 30% è dovuta alla locazione, a seguire con valori più contenuti la nuova costruzione e la ristrutturazione edilizia con quantità comprese tra il 3% ed il 7% (figura 6).
Figura 6
Distribuzione di APE per “motivazione” e classi energetiche
Da un’analisi effettuata in base al numero di APE presenti all’interno della banca dati SIPEE, dopo l’entrata in vigore del DM 26.06.2015, è stato possibile quantificare l’offerta di nuovi immobili realizzati in tale periodo in Piemonte.
I dati ripartiti per classe energetica di appartenenza dell’immobile permettono di caratterizzare energeticamente l’offerta abitativa del nuovo sul territorio.
È possibile osservare (figura 7) come la situazione sia profondamente cambiata rispetto alle precedenti edizioni, certamente grazie all’evoluzione della cogenza legislativa in materia di risparmio energetico; infatti si osserva che la grande maggioranza delle nuove costruzioni sia nelle classi da A4 a B, mentre soltanto pochi residuali interventi hanno classe inferiore, verosimilmente a causa di un Permesso di costruire antecedente l’anno 2015.
Figura 7
Classe energetica per gli edifici di nuova costruzione - anni 2015-2017
PROTOCOLLO ITACA: LA VALUTAZIONE DELLA SOSTENIBILITÀ ENERGETICO-AMBIENTALE DEL COSTRUITO
Residenziale, Commercio, Uffici
ITACA sostiene la metodologia SB Method, sviluppata dal 1996 nell’ambito del processo di ricerca e sviluppo denominato Green Building Challenge e ora gestita a livello internazionale da iiSBE (International Iniziative for a Sustainable Built Environment), che tra i vari sistemi di certificazione per la valutazione della qualità ambientale ed energetica, si caratterizza per molteplici aspetti positivi:
- riconoscimento internazionale: ITACA è membro della Sustainable Building Alliance, l'Alleanza tra i principali sistemi di valutazione europei (inglese Bream, francese HQE, tedesco DGNB), il cui obiettivo è favorire l'adozione di pratiche di edilizia sostenibile attraverso la condivisione di indicatori prestazionali per la costruzione di sistemi nazionali di valutazione delle prestazioni energetiche ambientali delle costruzioni;
- riconoscimento europeo: ITACA partecipa al gruppo di lavoro (Building assessment schemes) costituito dalla Commissione Europea, e coordinato dal JRC di Siviglia, che ha il compito di definire i criteri chiave per l'armonizzazione dei sistemi di valutazione della sostenibilità degli edifici in Europa;
- motore di sviluppo europeo: ITACA è tra i promotori dell’iniziativa CESBA (Common European Sustainable Building Assessment), avviata da organizzazioni afferenti all’ambito pubblico (ministeri, regioni, città, agenzie), che vede ad oggi coinvolte 14 nazioni: Francia, Italia, Germania, Spagna, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Svizzera, Grecia, Portogallo, Malta. Punto focale di CESBA sono i sistemi di valutazione della sostenibilità di edifici ed aree urbane di natura pubblica. I sistemi di questa natura trovano principalmente impiego in politiche di incentivazione, piani urbanistici, regolamenti edilizi, gare d’appalto. Obiettivo principale di CESBA è la definizione di un cuore europeo di indicatori e criteri per la valutazione della sostenibilità delle costruzioni, che funga da minimo comune denominatore per i sistemi di certificazione utilizzati in Europa;
- valutazione globale delle prestazioni dell’edificio;
- costante aggiornamento al quadro normativo;
- versatilità: il sistema di valutazione, originato da iiSBE Italia (International Initiative for a Sustainable Built Environment) si presta ad essere declinato per verificare il livello di sostenibilità ambientale di tutte le tipologie di interventi edilizi, dalla scala di “edificio” fino alla scala “urbana” e oltre.
L’esecutivo regionale ha sviluppato le attività collegate e consequenziali al “Protocollo ITACA” al fine di facilitarne l’utilizzo da parte degli operatori pubblici e privati e di promuovere l’innovazione gestionale e tecnologica ed il ricorso alla certificazione di qualità.
L’Accordo Quadro, sottoscritto nel 2009 tra la Regione Piemonte e ITACA, ha consentito alla Giunta regionale di approvare il sistema di valutazione della sostenibilità ambientale applicato a edifici residenziali (Protocollo ITACA Sintetico 2009 Regione Piemonte), commerciali (Protocollo ITACA – Edifici Commerciali – Regione Piemonte 2012) e scolastici (Protocollo ITACA 2009 Regione Piemonte. Edifici scolastici: modello di relazione tecnica).
Il Protocollo ITACA è strumento che consente di determinare il livello di sostenibilità ambientale dell’edificio in progetto, misurandone la prestazione rispetto a un insieme di criteri, che, raggruppati in aree di valutazione (Selezione del Sito, Energia e Consumo di risorse, Carichi ambientali, Qualità ambientale interna e Qualità di servizio), sono stati ritenuti idonei dal gruppo di lavoro formato da tecnici esperti di volta in volta individuati per tipologia di struttura edilizia (residenziale, uffici, commercio, ecc.) per il raggiungimento degli obiettivi.
I criteri, infatti, hanno una valenza economica, sociale, ambientale di rilievo, sono quantificabili o definibili qualitativamente, ovvero oggettivamente rispondenti a scenari prestazionali predefiniti, perseguono un obiettivo di largo respiro, hanno comprovata valenza scientifica e sono dotati di prerogative di pubblico interesse. Ovviamente, tali criteri, analogamente a quanto avvenuto per le grandi strutture di vendita, saranno sottoposti ad una fase di sperimentazione e collaudo al fine della verifica della loro piena adeguatezza.
Accordo con Accredia
In quest’ottica nel 2012 è stato firmato il Protocollo d’intesa tra ITACA e ACCREDIA, l'Ente unico nazionale di accreditamento, per la definizione del sistema nazionale di accreditamento degli Organismi di Ispezione.
L'accordo, la cui firma era stata preceduta dall'approvazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, getta le basi per la realizzazione di un sistema di certificazione nazionale in materia di sostenibilità ambientale degli edifici. Con riferimento al Protocollo ITACA e sotto il cappello dell'accreditamento, si pone l'obiettivo di garantire l'indipendenza, l'imparzialità e la competenza di chi valuta le conformità alle norme di riferimento.
La collaborazione tra le due organizzazioni si pone l'obiettivo di elaborare uno standard unico nazionale sulla sostenibilità ambientale delle costruzioni, prevedendo in particolare la definizione di un sistema di certificazione unitario e a carattere volontario, coordinato ed integrato sia con i sistemi regionali, già attivi sul territorio e basati proprio sul Protocollo Itaca, sia con il sistema di normazione tecnica (UNI e CEN).
Scala urbana
Nel 2013 è incaricata la Regione Toscana di coordinare i lavori, che portano all’inizio del 2016 ad uno strumento composto da 11 AREE TEMATICHE:
- GOVERNANCE: qualità del processo di pianificazione, completezza del piano finanziario, fattibilità/sostenibilità economico-finanziaria, partecipazione dei cittadini alla definizione del progetto
- ASPETTI URBANISTICI: qualità del paesaggio e del sistema urbano, integrazione con il contesto
- QUALITÀ DEL PAESAGGIO URBANO: qualità del paesaggio urbano e integrazione
- ASPETTI ARCHITETTONICI: qualità architettonica, integrazione con il patrimonio storico-culturale
- SPAZI PUBBLICI: comfort, sicurezza, fruibilità, accessibilità e arredo degli spazi pubblici, mobilità pedonale.
- METABOLISMO URBANO: qualità ambientale e flussi (aria, acqua, energia, rifiuti)
- BIODIVERSITÀ: spazi verdi, regreening della città esistente, protezione della natura
- ADATTAMENTO: strategie di adattamento alla minaccia posta dal cambiamento climatico
- MOBILITÀ / ACCESSIBILITÀ: mobilità e accessibilità ai trasporti
- SOCIETÀ E CULTURA: coesione e integrazione sociale, partecipazione/condivisione, prossimità alle strutture per il tempo libero dotazione di servizi (educativi, culturali, per la salute/assistenza) e di attrezzature commerciali.
- ECONOMIA: accesso alla residenza, ricadute positive sull’economia urbana (generazione di attività lavorative)
L’interesse del progetto risiede nella possibilità di utilizzare il protocollo scala urbana come strumento di semplificazione nelle procedure di VAS.
Stazioni di servizio
Ricalcando quando già fatto per le grandi strutture di vendita, il Settore regionale competente si è avvalso di un gruppo di lavoro (avvio dei lavori il 22 gennaio 2014) per la ricerca dei criteri di progettazione volti a migliorare la sostenibilità ambientale ed energetica degli impianti di distribuzione dei carburanti: nel gruppo di lavoro sono stati coinvolti professionisti esperti nella progettazione e realizzazione di impianti di distribuzione carburanti sul territorio piemontese, che hanno accettato di prestare gratuitamente la loro professionalità e competenza, supportati dai tecnici di iiSBE Italia.
Il “Protocollo ITACA – Stazioni di servizio” è quindi lo strumento che consente di stimare il livello di sostenibilità ambientale della stazione di rifornimento carburanti, misurandone la prestazione rispetto a un insieme di criteri, che, raggruppati in 3 aree di valutazione (Consumo di risorse, Carichi ambientali, Qualità di servizio), sono stati ritenuti idonei dal gruppo di lavoro per il raggiungimento degli obiettivi.
Il Protocollo è messo a disposizione dei titolari degli impianti di distribuzione di carburanti che intendano migliorare l’efficienza del proprio punto vendita realizzando risparmi economici diretti e contestualmente contribuiscano al perseguimento di una rete moderna e qualificata anche sotto il profilo ambientale. Tutti gli impianti di distribuzione carburanti che sceglieranno di certificare con il Protocollo ITACA la propria sostenibilità energetico-ambientale potranno fregiarsi di un apposito logo creato mediante concorso di idee destinato agli studenti del Politecnico di Torino.
La prassi UNI
La prassi, nota anche come UNI/PdR 13:2015, è stata sviluppata a partire dal Protocollo ITACA nazionale, con il supporto tecnico-scientifico di iiSBE Italia inoltre è stata elaborata tenendo conto delle norme europee sulla valutazione della sostenibilità nelle costruzioni, in particolare con le norme predisposte dal Comitato Tecnico CEN/TC 350.
La valutazione ambientale attraverso questa prassi si traduce in un punteggio che viene determinato seguendo una procedura di valutazione dei criteri individuati che afferiscono alle 5 aree seguenti: qualità del sito, consumo di risorse, carichi ambientali, qualità ambientale indoor, qualità del servizio.
La UNI/PdR 13:2015 è strutturata in 2 sezioni:
- Sezione 0 che fornisce l’inquadramento generale e i principi metodologici alla base del sistema di analisi per la valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici per la determinazione del punteggio di prestazione;
- Sezione 1 che specifica i criteri, organizzati in “schede criterio” e raggruppati per categoria di riferimento, per la valutazione di sostenibilità ambientale e il calcolo del punteggio di prestazione degli edifici con destinazione d’uso residenziale.
Il risultato del calcolo del punteggio di prestazione è la “relazione di valutazione”, effettuata su un singolo edificio e la sua area esterna di pertinenza, e contenente gli esiti della valutazione rispetto all’insieme dei criteri presi in considerazione.
L’UNI ricorda che tali prassi “non sono norme ma documenti, al servizio della formazione, che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche elaborati sulla base di un rapido processo di elaborazione ristretta ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI.
PROGRAMMA INTERREG SPAZIO ALPINO 2014-2020: Progetto CESBA Alps – Sustainable territories
Attraverso Atlaimpianti è possibile consultare puntualmente e in maniera interattiva gli impianti alimentati da fonti rinnovabili installati sul territorio italiano e conoscerne le caratteristiche principali.
Atlaimpianti entra in esercizio a febbraio 2017 con un primo ampio insieme di impianti rappresentati, ma il sistema è in costante evoluzione e sviluppo, con l’obiettivo di estendere rapidamente il perimetro degli impianti fino a includerli tutti.
Attualmente sono censiti gli impianti che sono stati incentivati attraverso i diversi meccanismi:
• CE - Conto Energia
• CV (IAFR) - Certificati Verdi
• FER E - Incentivo FER elettriche no FTV
• RICOGE - Riconoscimento Cogenerazione
• RID - Ritiro Dedicato
• SSP - Scambio sul Posto
• TO (IAFR) - Tariffa Omnicomprensiva
Budget complessivo: € 2.818.739,20
Cofinanziamento FESR: € 2.209.778,31
Gli strumenti attualmente disponibili per la valutazione della sostenibilità ambientale sono applicabili a singoli edifici o ad aree urbane limitate. Non esistono, ad oggi, strumenti adeguati per l’applicazione su una scala territoriale più ampia, quale quella delle regioni alpine rurali scarsamente popolate.
Il progetto CESBA Alps – Sustainable territories si propone di contribuire a migliorare la sostenibilità e le prestazioni energetiche dell’ambiente costruito alpino attraverso lo sviluppo di un insieme condiviso di strumenti di valutazione e l’attribuzione di un sintetico giudizio di qualità (label) ai territori, in base alle prestazioni in termini di sostenibilità. Attraverso criteri e indicatori oggettivi e misurabili, gli strumenti di valutazione sviluppati dal progetto costituiranno un valido supporto per enti pubblici, organismi tecnici e imprese private nel valutare la sostenibilità di un territorio, partendo dalla definizione di obiettivi di performance affidabili, misurabili e verificabili, supportando i processi decisionali di pianificazione a livello territoriale, permettendo l’implementazione e il monitoraggio di politiche e strategie di sviluppo volte alla riduzione delle emissioni di carbonio e promuovendo a livello territoriale pratiche innovative condivise tra i diversi stakeholder.
Il progetto CESBA Alps fa parte della più ampia iniziativa transnazionale denominata CESBA (Common European Sustainable Built Environment Assessment) mirata all’armonizzazione dei sistemi di certificazione della sostenibilità dell’ambiente costruito e alla condivisione di strumenti comuni per la valutazione della sostenibilità. L'iniziativa, lanciata nel 2011, risponde pienamente alla priorità indicata dalla Commissione Europea che, in particolare, con la comunicazione COMM CE (2014) 445, ha sottolineato la necessità di armonizzare i protocolli e gli strumenti per promuovere la diffusione della certificazione tra le parti interessate del settore edile. Il progetto CESBA Alps risponde a tale esigenza con lo sviluppo di un insieme comune di indicatori di valutazione riconosciuti a livello transnazionale, attraverso un cooperazione di enti pubblici, organismi tecnici e PMI.
Attraverso Atlaimpianti è possibile consultare puntualmente e in maniera interattiva gli impianti alimentati da fonti rinnovabili installati sul territorio italiano e conoscerne le caratteristiche principali.
Atlaimpianti entra in esercizio a febbraio 2017 con un primo ampio insieme di impianti rappresentati, ma il sistema è in costante evoluzione e sviluppo, con l’obiettivo di estendere rapidamente il perimetro degli impianti fino a includerli tutti.
Attualmente sono censiti gli impianti che sono stati incentivati attraverso i diversi meccanismi:
• CE - Conto Energia
• CV (IAFR) - Certificati Verdi
• FER E - Incentivo FER elettriche no FTV
• RICOGE - Riconoscimento Cogenerazione
• RID - Ritiro Dedicato
• SSP - Scambio sul Posto
• TO (IAFR) - Tariffa Omnicomprensiva