Fattori che influenzano lo stato della risorsa
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RADIAZIONI NON IONIZZANTI



La tutela della salute e salvaguardia della popolazione attraverso la prevenzione e riduzione dell'inquinamento ambientale dovuto alle emissioni elettromagnetiche e la tutela generale dell'ambiente e del paesaggio, sono gli obiettivi della normativa in tema di esposizione a campi elettromagnetici europea e nazionale; a questi si aggiunge la garanzia per i cittadini di accesso ad informazioni complete e tempestive sulle fonti emissive e le loro pressioni ambientali.

Per questi motivi le norme di tutela richiedono di tenere sotto controllo la presenza sul territorio e lo sviluppo delle sorgenti, nonché i livelli di radiazione da esse generati.

Questo controllo avviene soprattutto sulla base di un catasto delle sorgenti, costantemente aggiornato attraverso la valutazione dell’impatto delle nuove sorgenti nell’ambito degli iter autorizzativi e la valutazione dei livelli misurati durante le attività di controllo e monitoraggio sul territorio.


Da notare che le informazioni relative agli elettrodotti, che pure dovrebbero essere contenute nell’apposito catasto formalmente istituito con la DGR 86-10405 del 22/12/2008, derivano da dati a disposizione di Arpa Piemonte, così come aggiornata grazie alla partecipazione ai procedimenti di Valutazione d’Impatto Ambientale e/o autorizzativi per i nuovi elettrodotti, poiché il catasto ufficiale non è ancora ad oggi operativo.
Il peso relativo della presenza di elettrodotti su un determinato territorio è rappresentabile dal rapporto tra lunghezza delle linee per km quadrato di superficie.
Nella figura 1 è rappresentata la distribuzione dei valori di nelle diverse province piemontesi utilizzando i dati aggiornati ad inizio 2021
Fonte: Arpa Piemonte

Densità di impianti per telecomunicazioni

Il rapporto tra il numero di impianti per telecomunicazioni e la superficie regionale, provinciale o comunale e il suo andamento nel tempo ci segnala la potenziale pressione di queste fonti e, confrontando i dati annuali, anche il suo andamento nel tempo, in questo caso guidato dalle trasformazioni tecnologiche.

Figura 2
Andamento negli anni della densità di impianti per telefonia nelle diverse province - anni 2000-2020

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 3
Andamento negli anni della densità di impianti radio-TV nelle diverse province - anni 2000-2020


Fonte: Arpa Piemonte

La densità di impianti di telefonia, durante il 2020 e inizio 2021, ha mostrato un aumento in tutte le province, più marcato nelle aree dove gli operatori di telefonia hanno fatta partire più rapidamente lo sviluppo della rete 5G (vedere approfondimento “Lo sviluppo della rete 5G in Piemonte”).
A livello regionale, la densità di impianti radio tv è invece rimasta, salvo piccole fluttuazioni, sostanzialmente costante negli ultimi 5-6 anni.

Figura 4
Mappa di distribuzione della densità di impianti a livello comunale


Per visualizzare la densità degli impianti di telecomunicazione occorre aprire a schermo intero la mappa e aggiungere il layer di interesse dal pulsante aggiungi temi.
Nelle mappe di distribuzione della densità di impianti a livello comunale si osserva l’aumento medio del valore di densità, concentrato maggiormente nei centri urbani capoluoghi di provincia, nella cintura di Torino e in alcuni comuni interessati dalla presenza di molti impianti radiotelevisivi.
La distribuzione dei comuni maggiormente interessati è rimasta sostanzialmente costante dall’anno precedente, anche in relazione al fatto che i nuovi impianti sono nella maggior parte dei casi modifiche di impianti esistenti e non nuove installazioni.

Potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni

La potenza complessiva degli impianti per telecomunicazioni, parametro correlabile con l’intensità di campo elettromagnetico irradiata, ha avuto negli anni andamento crescente. Fino al 2011, il contributo preponderante è stato quello degli impianti radiotelevisivi. A partire dal 2012, però, la potenza complessiva di questa tipologia di impianti è andata stabilizzandosi intorno ad un valore di 1,1 milioni di W, mentre ha continuato a crescere la potenza delle stazioni radiobase per telefonia cellulare. Quest’ultima è in effetti passata da un contributo pari al 34% del totale nel 2006 ad oltre il 79% del totale ad inizio 2021, superando decisamente il contributo degli impianti radiotelevisivi.

Figura 5
Andamento nel tempo della potenza installata su tutto il territorio regionale - anni 2000-2020

Fonte: Arpa Piemonte

Per quanto riguarda la potenza complessiva degli impianti di telefonia, si può osservare nel grafico seguente la percentuale di incremento in ciascun anno in rapporto alla potenza totale rilevata ad aprile 2021.

Figura 6
Percentuale di incremento annuo di potenza degli impianti per telefonia in rapporto alla potenza totale rilevata ad aprile 2021

Fonte: Arpa Piemonte
E’ possibile rilevare come gli incrementi maggiori sono conseguenza dei cambi di tecnologia, a partire dall’anno 2005 in cui si ebbe un incremento netto legato all’implementazione della rete 3G, infatti gli aumenti di potenza si sono concentrati negli ultimi anni: nel 2011 è legato all’introduzione del 4G e nel 2019 e 2020 al potenziamento del 4G per garantire maggiori coperture territoriali e tipologie di servizi e all’introduzione del 5G.
Per seguire l’andamento dell’implementazione dei nuovi sistemi banda larga, è stato introdotto dal 2015 il monitoraggio della potenza complessiva a livello regionale per ciascun sistema di telefonia: 2G (GSM e DCS), 3G (UMTS) e 4G (LTE); dal 2019 viene monitorata anche la potenza associata ai nuovi sistemi 5G e dal 2020 la potenza associata al sistema ibrido 4G-5G chiamato DSS (vedere approfondimento “Lo sviluppo della rete 5G in Piemonte”).

Si può vedere dal grafico come i sistemi 2G ad oggi impegnino circa il 16% della potenza installata: ma la potenza ad essi associata si è mantenuta all’incirca costante tra il 2015 e il 2018, mentre dal 2019 ha avuto una netta diminuzione. Ciò è dovuto al fatto che si sfruttano le stesse bande di frequenza precedentemente destinate al GSM per i sistemi più recenti, togliendo potenza al primo per dedicarla ai secondi.
Circa il 26% della potenza complessiva è invece impiegata dai sistemi 3G, che hanno avuto un incremento di potenza negli anni tra il 2015 e il 2017, ed iniziato una decrescita che, a partire dal 2018, si va facendo di anno in anno più significativa: anche questo sistema, pur restando un contributo significativo alla potenza complessivamente installata, sta lasciando spazio ai più efficenti sistemi dal 4G in su, tanto che ad inizio 2021 uno degli operatori di telefonia in Italia ha completamente dismesso la sua rete 3G.
In effetti, l’incremento della potenza dei sistemi 4G è stato e rimane considerevole. Essa è infatti aumentata di oltre il 76% nel 2015, del 40% nel 2016, del 50% nel 2017, del 25% nel 2018, del 59% nel 2019 e di circa il 31% nel 2020, passando ad un contributo percentuale quasi del 60% sul totale.

Per quanto riguarda invece i nuovi sistemi 5G, i primi impianti installati prevalentemente nelle principali aree urbane per i servizi di telefonia sulla banda 3.5GHz contribuiscono con una potenza pari all’ 1.6% del totale, con un incremento molto significativo rispetto all’anno precedente.

Figura 7
Potenza degli impianti per telefonia dedicata alle 5 tipologie di sistema ad oggi utilizzate, per ciascun anno

Fonte: Arpa Piemonte

Lo sviluppo della rete 5G in Piemonte

Con il nome di “tecnologia 5G” si intendono diverse possibili applicazioni di questo nuovo standard di telecomunicazioni, con caratteristiche molto differenti per quanto riguarda le sorgenti, le frequenze utilizzate e i possibili livelli di esposizione: i servizi di telefonia mobile, quelli per le connessioni dati e quelli finalizzati all’Internet delle Cose (IoT) prevedono l’uso di antenne e intervalli di frequenza specifici e diversi tempi di sviluppo e pianificazioni della presenza di sorgenti sul territorio.

Nel corso del 2020 è iniziato in Piemonte lo sviluppo dei servizi di telefonia mobile che si appoggiano sul nuovo standard 5G. Tale sviluppo si sta svolgendo attraverso due possibili applicazioni della tecnologia 5G: l’uso di antenne attive (le cosiddette “antenne intelligenti”) nella banda di frequenza 3.6GHz (sostanzialmente la stessa già in uso in precedenza per alcune connessioni dati nel 4G), e l’implementazione di un sistema “ibrido” (con il quale convivono 4G e 5G) con il riutilizzo delle attuali antenne passive per il 4G. Quest’ultimo viene indicato con l’acronimo DSS (Dynamic Spectrum Sharing – condivisione dinamica dello spettro).
L’installazione delle nuove antenne attive (figura 8) viene effettuata previa autorizzazione da parte dei Comuni, anche sulla base del parere di Arpa Piemonte, che valuta l’impatto potenziale delle nuove sorgenti calcolandone le emissioni massime in tutta l’area circostante l’impianto, e sommandole al campo elettromagnetico già presente a causa delle altre sorgenti sul territorio: il livello complessivo di campo elettromagnetico previsto deve rispettare i limiti, valori di attenzione ed obiettivi di qualità fissati dalla normativa vigente.

Figura 8
Antenne di una stazione radiobase per telefonia cellulare



I pannelli più piccoli sono le antenne attive per il 5G, i pannelli più lunghi sono le antenne per i sistemi 2G,3G e 4G (irradiati tutti dalla stessa antenna). Sono presenti diverse antenne in quanto le stesse vengono puntate in diverse direzioni, per garantire la copertura di varie aree del territorio

La presenza di impianti 5G con antenne attive sul territorio piemontese può essere verificata dai cittadini consultando il Portale CEM, tab “sorgenti” → selezionare “sorgenti TLC” e attivare nel menu in alto a destra la tipologia di impianti di interesse.

Ad inizio 2021 gli impianti 5G di questa tipologia autorizzati sul territorio piemontese sono circa 900.
I sistemi DSS invece vengono in genere realizzati su impianti 4G esistenti, senza modifica dell’antenna e della potenza massima totale utilizzate: di fatto viene solamente modificato il meccanismo di codifica delle informazioni sul segnale elettromagnetico.
Per questo motivo, il Sistema Nazionale delle Agenzie per l’Ambiente (SNPA) ha lavorato nel corso del 2020 ad una specifica valutazione dell’impatto elettromagnetico di questo sistema, verificando che esso non si modifica rispetto ai livelli di campo elettromagnetico generati dal solo sistema 4G già presente e precedentemente autorizzato. Pertanto, questo sistema viene installato a seguito di una mera comunicazione dell’operatore senza un ulteriore autorizzazione.
Ad inizio 2021 risultano presenti sul territorio regionale circa 400 impianti con il sistema DSS.

Per ulteriori approfondimenti sulle sorgenti 5G e sul loro impatto, si rimanda alla pagina delle FAQ sul sito di Arpa Piemonte.

Livelli di campo elettromagnetico misurati

Sorgente: elettrodotti


Tabella 1
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003

Limite campo magnetico

100 µT

Valore di attenzione campo magnetico (mediana 24h)

10 µT

Obiettivo di qualità campo magnetico (mediana 24h)

3 µT

µT = microTesla

Valori limite per il campo magnetico degli elettrodotti secondo la normativa di riferimento DPCM 08/07/2003

Nella figura 9 sono indicati i punti delle misure del campo magnetico a bassa frequenza generato da elettrodotti effettuati da Arpa Piemonte nel 2020, si noti come l’attività di monitoraggio e controllo sia concentrata nelle aree maggiormente impattate dalla presenza della rete ad alta e altissima tensione, e come i livelli più elevati di campo magnetico siano presenti lungo le dorsali di maggiore flusso energetico della nostra regione in quanto il campo magnetico legato alla intensità della corrente circolante nelle linee.

Figura 9
Misure di campo magnetico effettuate fino a fine 2020
In violetto i tracciati delle linee ad alta ed altissima tensione

Fonte: Arpa Piemonte

Per quanto riguarda i livelli di campo magnetico misurati, si riporta di seguito il grafico relativo ai risultati delle misure fino al 2014, e negli anni successivi fino al 2020, il 45% circa delle misure ha rilevato valori sostanzialmente non significativi di esposizione (<0,5µT), e circa l’88% delle misure ha rilevato valori di campo magnetico inferiori all’obiettivo di qualità fissato dal DPCM 08/07/03 di 3µT. Resta un 12% circa di livelli di esposizione significativi, anche a causa del fatto che tutte le misure sono state effettuate in aree in prossimità delle sorgenti.
Nell’arco del 2020, non sono comunque stati riscontrati superamenti del valore di attenzione.

Figura 10
Distribuzione dei livelli di campo magnetico (µT) misurati fino al 2020

Fonte: Arpa Piemonte
Fonte: Arpa Piemonte

Tabella 2
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/03

Limite campo elettrico

5000 V/m


Per quanto riguarda i livelli di campo elettrico misurati, nel corso del 2020 non sono stati riscontrati superamenti del limite. La situazione resta perciò la stessa rilevata lo scorso anno.

Sorgente: impianti per telecomunicazioni

 
Tabella 3
Normativa di riferimento: DPCM 08/07/03

Limite campo elettrico

20 V/m

Valore di attenzione campo elettrico (valore medio su 24 ore)

6 V/m

Obiettivo di qualità campo elettrico (valore medio su 24 ore)

6 V/m

Nel 2020 sono state effettuate numerose misure in prossimità di impianti per le telecomunicazioni a seguito di richieste specifiche dei cittadini o di attività programmate o estemporanee di controllo sugli impianti, i risultati devono essere considerati come rappresentativi delle situazioni di maggiore esposizione e non dell’esposizione media della popolazione.

Sulla base dei risultati delle misure effettuate si possono determinare le distribuzioni percentuali dei livelli di campo elettromagnetico presenti nelle diverse condizioni di esposizione. Il dato in figura indica in quale percentuale del totale di misure effettuate nel 2020 il livello di campo elettrico rilevato è compreso in alcuni intervalli di valori. Tali intervalli sono definiti al fine di identificare i livelli di campo non significativi (livelli di fondo, inferiori a 0.5 V/m), quelli bassi (compresi tra 0.5 V/m e la metà del valore di attenzione), i valori medi (compresi tra 3 V/m e il valore di attenzione di 6 V/m) e quelli alti in riferimento al valore di attenzione (6 V/m) o al limite (20 V/m).

I livelli di campo rilevati in prossimità degli impianti per la telefonia (Stazioni Radio Base) sono mediamente inferiori a quelli rilevati in prossimità dei trasmettitori Radio-Tv,. In effetti nel 93% delle misure in prossimità di SRB il campo elettrico è risultato inferiore a 3 V/m (nel 2019 erano il 91%), mentre per le antenne radiotelevisive i valori di campo elettrico inferiori a 3 V/m sono stati riscontrati nel 58% dei casi. Per il 2020 è stato registrato 1 caso di superamento del valore di attenzione fissato dal DPCM 08/07/2003 in prossimità di impianti radiotelevisivi, comunque già rientrato nell’arco dell’anno, ed 1 superamento dello stesso valore di attenzione presso impianti per telefonia, mentre non si è avuto nessun caso di superamento del limite di esposizione.

Figura 11
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di Stazioni Radio Base per telefonia cellulare - anno 2020

Figura 12
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di antenne radiotelevisive - anno 2020

Fonte: Arpa Piemonte

Dall’analisi di questi dati si deduce che i livelli di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione residente in prossimità di sorgenti di campo a radiofrequenza sono, nella quasi totalità dei casi, di gran lunga inferiori ai valori limite.
Per quanto riguarda l’area urbana di Torino, si riporta di seguito un grafico relativo alla misura dei contributi dei diversi sistemi di telefonia (2G, 3G, 4G e 5G) in 10 siti della città: da questo grafico e dal raffronto con la distribuzione delle potenze installate è possibile vedere come, in ambito urbano, il contributo maggiore all’esposizione della popolazione sia quello dei sistemi 4G.
Interessante anche osservare come il 5G, seppure con un contributo di potenza installata intorno al 4%, generi effettivamente livelli di esposizione poco significativi: tra i siti presi a campione, il valore massimo rilevato è stato pari a 0.75 V/m. Questo aspetto è legato al fatto che sono ancora molto pochi i terminali 5G in circolazione e che le antenne 5G di fatto producono un campo elettrico significativo solo quando ci sono utenti connessi.

Figura 13 e 14
Distribuzione dei livelli di campo elettrico associati ai diversi sistemi di telefonia, misurati in prossimità di Stazioni Radio Base nella città di Torino (figura 13), raffrontata con la distribuzione delle potenze installate per i vari sistemi in tutti gli impianti dell’area urbana (figura 14)

Fonte: Arpa Piemonte

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Per approfondimenti sui livelli di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione residente, vai nella sezione Territorio, Impatti, Radiazioni non ionizzanti

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi all'estensione delle linee elettriche.

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi alla densità degli impianti di telecomunicazione.

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi alla potenza degli impianti di telecomunicazione.