Fattori che influenzano lo stato della risorsa
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RADIAZIONI IONIZZANTI

DOSE GAMMA IN ARIA

La radioattività naturale contenuta nella crosta terrestre determina, unitamente ai raggi cosmici, un irraggiamento a cui tutti gli esseri viventi sono continuamente sottoposti, tale irraggiamento è prevalentemente composto da raggi gamma la cui misura in atmosfera è detta dose gamma in aria. Normalmente la dose gamma in aria viene misurata in termini di rateo di dose gamma, cioè la dose riferita all’unità di tempo espressa in μSv/h (microSievert all’ora). La dose gamma in aria non presenta cambiamenti sostanziali da un anno all’altro, a meno di importanti eventi catastrofici (gravi incidenti nucleari o radiologici). Nel corso del 2020 non ci sono state quindi novità nei valori riscontrati rispetto agli anni precedenti.

Nella Figura 1 si osserva la dose gamma in aria calcolata sommando il contributo della radioattività naturale presente nel suolo (che dipende dal tipo di litologia presente nel sottosuolo) e il contributo dei raggi cosmici (che dipende dall’altitudine).

 

Figura 1
Dose gamma in aria dovuta all’irraggiamento dei radionuclidi naturali contenuti nel suolo e all’irraggiamento dei raggi cosmici.


In caso di incidenti nucleari la radioattività dispersa in aria può però creare un aumento dei livelli naturali di dose gamma. Per questo motivo sono istituite delle reti di monitoraggio in continuo dei valori della dose gamma in aria. In Piemonte esiste una rete di questo tipo gestita da Arpa.

In assenza di incidenti, la dose gamma misurata dalle centraline delle reti di monitoraggio dovrebbe coincidere con quella della mappa di Figura 1, col beneficio di una misura delle centraline che è puntuale, ovvero riferita al momento della misura e al luogo della stessa, rispetto a un calcolo che fornisce una stima del valore medio al suolo. 

Per approfondimenti su rete di allerta Geiger-Mueller, vedi i contenuti correlati al fondo.

IL RADON

La protezione della salute umana nel lungo termine da livelli di rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti che non possono essere trascurati dal punto di vista della radioprotezione in relazione all'ambiente è uno degli obiettivi delle norme della Unione Europea , in particolare è rilevante la protezione dall'esposizione dei lavoratori o di individui della popolazione al radon in ambienti chiusi. Il radon è un gas radioattivo naturale che ha origine principalmente nel suolo dal decadimento del radio presente nelle rocce e nel terreno. Per la sua natura e le sue proprietà chimico-fisiche entra facilmente negli ambienti confinati come abitazioni, luoghi di lavoro e scuole. Costituisce un pericolo per la salute perché può causare il tumore polmonare.

La media radon attualmente stimata nelle abitazioni in Piemonte risulta essere pari a 82 Bq/m3, con ampia variazione su tutto il territorio regionale.

Ad oggi Arpa ha raccolto in Piemonte più di 4300 misure di concentrazione annuale in scuole e abitazioni, distribuite sui Comuni piemontesi. La mole di dati in continuo aumento permette una sempre migliore caratterizzazione della presenza di radon sul territorio regionale.

L’attuale valore medio piemontese stimato di 82 Bq/m3 è significativamente superiore a quanto ottenuto in passato (71 Bq/m3). Ciò potrebbe essere in parte dovuto, oltre che da un effetto statistico legato all’incremento della dimensione del campionamento, anche al progressivo miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, perseguito ed attuato un po’ ovunque in questi anni, che riduce il ricambio d’aria nelle abitazioni e quindi favorisce l’accumulo di radon negli ambienti confinati.

Anche i dati medi Comune per Comune sono, in alcuni casi, variati in modo significativo rispetto al passato. Ciò si spiega principalmente col cambiamento della base di calcolo, ora più aderente alla situazione reale: è stata infatti usata l’area effettivamente edificata invece dell’intera superficie comunale. Il modello che stima le concentrazioni segue, infatti, un approccio basato su una classificazione radiologica delle “geo-litologie” del suolo e variando l’area di calcolo, ora ristretta al solo edificato effettivo, si è prodotta un’inevitabile variazione delle medie stimate, specialmente nelle zone montane e pedemontane dove la classificazione geo-litologica è meno uniforme. È stato verificato che le medie radon così stimate risultano ora più aderenti alla situazione reale.

Per conoscere il valore medio di radon nel tuo Comune e visionare la nuova mappa interattiva aggiornata della concentrazione radon in aria al piano terra nelle abitazioni del territorio Piemontese consulta la mappa del geoportale e vedi i contenuti correlati al fondo.

 

Figura 2
Mappa di concentrazione di radon in aria al piano terra delle abitazioni a livello comunale

La conoscenza della distribuzione del radon è, particolarmente, importante per gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica del territorio regionale e per tutto ciò che attiene alla progettazione e costruzione di nuovi edifici o alla ristrutturazione di edifici esistenti. Una prevenzione mirata a limitare l’ingresso del radon nelle abitazioni e a garantire un determinato ricambio d’aria rappresenta, infatti, un valido strumento per ridurre l’esposizione media della popolazione a questo pericoloso inquinante.

Un importante aspetto legato al radon è l’attività che ARPA svolge per prevenire l’esposizione al radon negli edifici. Arpa, infatti, propone rimedi ed è disponibile per verificare l’efficacia delle azioni intraprese negli edifici in cui si è riscontrata un’elevata concentrazione di radon.

Per approfondimenti su azioni di prevenzione e risanamento radon, vedi i contenuti correlati al fondo.



NORMATIVA SUL RADON

La protezione della popolazione dall’esposizione al radon è stabilita e regolata dalle seguenti norme:

  • Recentemente con l’emanazione del D.Lgs 101/2020, “Attuazione della Direttiva europea 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti”, è stato fissato un Livello di Riferimento di 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro e le abitazioni. Tale valore rappresenta in termini di media annuale un livello oltre il quale occorre procedere con interventi di risanamento rivolti a limitare l’ingresso e l’accumulo del radon negli edifici.

 

  • Alle Regioni il medesimo D.Lgs 101/20 attribuisce lo specifico compito di individuare le aree prioritarie cioè quei territori dove si prevede che la concentrazione media annua superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici. Fino all’adozione di un apposito Piano nazionale d’azione radon, previsto dall’art.10 del suddetto Decreto, per l’individuazione delle aree prioritarie si applica il criterio di cui all’art.11 comma 3, cioè si individuano a “rischio radon” le aree in cui almeno il 15% delle abitazioni al piano terra supera il Livello di Riferimento. In tali aree l’obbligo della misura nei Luoghi di Lavoro si estenderà anche ai piani seminterrati e ai piani terra. Nell’art.19 sono stabiliti, inoltre, gli interventi nelle aree prioritarie relativi al radon nelle abitazioni volti ad incentivare la misurazione del radon, con l’attuazione, dove necessario, degli opportuni interventi di risanamento.

 

  • La Legge regionale 5/2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” prevede che la Regione si doti di strumenti idonei per l’individuazione, la prevenzione e la riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon e alla radioattività di origine naturale e che competono all’Arpa le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale.



CONTENUTI CORRELATI

Consulta gli approfondimenti su rete di allerta gaiger-mueller

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