AGRICOLTURA E ZOOTECNIA
Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
L'AMBIENTE DI RISAIA: UNA POSSIBILE FONTE DI GAS CLIMALTERANTI E DI PARTICOLATO
In Italia il 75% della superficie a riso è coltivato in sommersione, poiché questo permette sia di soddisfare le esigenze idriche della coltura sia di svolgere una funzione termoregolatrice, limitando le escursioni termiche che la pianta subirebbe. La situazione di anaerobiosi dell'ambiente sommerso è causa dell'emissione di metano (CH4), specialmente se le paglie vengono interrate in prossimità della sommersione, mentre, durante i drenaggi, la nitrificazione e denitrificazione microbica nel suolo producono protossido di azoto (N2O), soprattutto a seguito delle applicazioni di fertilizzanti azotati.
A causa della peculiare tecnica colturale, il riso rappresenta, insieme alla zootecnia, uno dei settori agricoli caratterizzati da significative emissioni di gas serra. Un ettaro coltivato a riso emette mediamente 3,52 kg di metano e 1,17 kg di protossido di azoto all'anno (metodologia Corinair).
A parità di quantità emessa, il metano ha un effetto serra sul clima circa 28 volte superiore a quello dell’anidride carbonica, il protossido oltre 300 volte superiore.
Tecniche agronomiche alternative, volte ad una gestione ottimale dell’acqua e delle paglie per la mitigazione delle emissioni di CH4, possono essere adottate, ma non in tutti gli ambienti agrari; la ricerca scientifica lavora attivamente su questi temi da alcuni anni anche in Piemonte.
Un ulteriore fattore di pressione sulla qualità dell’aria è legato alla gestione delle paglie del riso. A causa della sua elevata percentuale di silice, la paglia di riso trova difficilmente un riutilizzo in zootecnia o nella produzione di energie rinnovabili, a differente delle paglie di altri cereali. In alcune tipologie di terreni, caratterizzati da una lenta degradazione della sostanza organica dei residui colturali, permane la tecnica tradizionale della bruciatura. Questo intervento è fonte di particolato, che nei mesi invernali, caratterizzati dall’inversione termica, ha un’estrema rilevanza sull’inquinamento atmosferico. La bruciatura, che ad oggi è comunque una pratica limitata a meno del 5% della superficie piemontese a riso, nell’ottica della tutela e della valorizzazione della sostanza organica del suolo agrario è in via di abbandono, anche grazie all’esplicito divieto previsto dalla LR 15/18 nel periodo tra il 1° settembre ed il 31 marzo di ogni anno.
Le stime fornite da Ente Nazionale Risi per il Piemonte indicano che la superficie seminata in asciutta è più che raddoppiata negli ultimi anni, passando dall’8 % della superficie complessiva a riso del 2010, al 19% nel 2016.
Tabella 1
Caratteristiche delle aziende risicole - anno 2019
Province |
Aziende |
Superficie totale ettari (ha) |
AL |
176 |
7.159 |
AT |
0 |
0 |
BI |
85 |
3.728 |
CN |
10 |
190 |
NO |
605 |
32.138 |
TO |
5 |
127 |
VB |
0 |
0 |
VC |
1.004 |
67.708 |
Piemonte |
1.885 |
111.050 |
Emissioni da agricoltura
Le emissioni di ammoniaca (NH3) dalle colture agricole sono provengono in larga parte nel settore meridionale della provincia di Torino, nel Cuneese e nel basso Vercellese e, in parte minore, nel basso Novarese e nell’Alessandrino (figura 1). Le emissioni di particolato primario (PM10) risultano principalmente prodotte in un’unica vasta area a ridosso delle province di Vercelli e Novara, a causa della combustione a cielo aperto delle stoppie residue dopo la mietitura dei cereali.
In figura 1 sono rappresentate le emissioni di protossido di azoto (N2O) attribuibili alla agricoltura, suddivise suddivise a seconda dell’utilizzo o meno di fertilizzanti nelle pratiche colturali e le emissioni di metano (CH4) da risaie.
Per evidenziare i potenziali effetti dell’agricoltura non solo sulla qualità dell’aria, ma anche sui cambiamenti climatici, sono state rappresentate – sempre nelle carte tematiche di figura 1 – le emissioni di protossido di azoto (N2O) da agricoltura, suddivise a seconda dell’utilizzo o meno di fertilizzanti nelle pratiche colturali, e le emissioni di metano (CH4) da risaie, senza l’utilizzo di fertilizzanti.
Per la rappresentazione grafica di queste pressioni emissive è stata utilizzata l’ultima versione disponibile dell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA) , che fa riferimento all’anno 2015.
Figura 1
Emissioni da agricoltura (PM10, NH3, NMVOC e CH4)
Emissioni da ZOOTECNIA
1 SNAP: settori 10.04, 10.05, 10.09, 10.10.
Figura 2
Emissioni da zootecnia
Tabella 2
Riparto territoriale delle emissioni gassose (espresse come t CO2 equivalente l’anno) di origine agricola e zootecnica
Comparto |
AL |
AT |
BI |
CN |
NO |
TO |
VB |
VC |
Totale complessivo |
|
Gestione delle colture agricole, compresa fertilizzazione minerale |
116 |
22 |
41 |
151 |
272 |
159 |
11 |
581 |
1354 |
36% |
Gestione dei reflui zootecnici, dalla stalla alla distribuzione in campo |
58 |
56 |
29 |
781 |
58 |
358 |
7 |
31 |
1377 |
36% |
Emissioni fisiologiche degli animali ruminanti |
53 |
48 |
22 |
531 |
44 |
329 |
10 |
19 |
1055 |
28% |
Totale complessivo |
227 |
126 |
92 |
1463 |
374 |
846 |
27 |
631 |
3786 |
100% |
6% |
3% |
2% |
39% |
10% |
22% |
1% |
17% |
100% |
|
Fonte: Regione Piemonte. Elaborazione: Arpa Piemonte
IL PROGETTO PREPAIR E IL MODELLO BAT-TOOL
Il progetto PrepAir, nell’ambito delle varie azioni messe in campo a livello di Bacino Padano per il miglioramento della qualità dell’aria, ha realizzato un modello (BAT-Tool) per la valutazione delle emissioni gassose derivanti da attività di allevamento intensivo di bovini, suini e pollame.
BAT-tool permette il calcolo in automatico dell’escrezione di azoto e fosforo delle diverse categorie zootecniche a partire dal quantitativo reale di mangime somministrato ai capi in allevamento. In alternativa è prevista la possibilità di inserire il valore dell’azoto escreto calcolato manualmente.
Pensato come strumento di supporto nei procedimenti di revisione delle Autorizzazioni integrate ambientali (AIA) e per gli altri adempimenti che richiedono una valutazione delle emissioni, BAT-tool costituisce un modello per la stima delle emissioni dagli allevamenti valida per tutto il Bacino Padano.
Nella sua versione finale comprenderà la stima di diversi inquinanti (NH3, CH4 e N2O), con approccio integrato tra le diverse componenti ambientali.
BAT-Tool è liberamente accessibile online previa iscrizione al seguente link https://bat-tools.datamb.eu
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Consulta i dati delle emissioni di PM10, di altri inquinanti (NH3, N2O, CH4) negli indicatori ambientali.
Maggiori dettagli sono consultabili alla pagina web di Sistema Piemonte