PM10
L'argomento Particolato PM10 rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 11:
Il particolato PM10 è originato come tale dalle sorgenti (traffico, riscaldamento, attività produttive ecc.) e indirettamente dalla trasformazione di composti gassosi (come gli ossidi azoto).
Il valore limite giornaliero per la protezione della salute umana è pari a 50 µg/m3, da non superare più di 35 volte per anno civile.
Sebbene negli ultimi decenni le emissioni di molti inquinanti atmosferici siano diminuite in modo sostanziale, determinando una migliore qualità dell’aria ambiente tuttavia, a causa della complessità del fenomeno dell’inquinamento atmosferico che comporta l’ormai ben nota mancanza di relazione lineare tra emissioni e concentrazioni in aria, i livelli di alcuni inquinanti risultano sempre troppo elevati e i problemi legati alla qualità dell’aria persistono.
Nel bacino padano gli inquinanti che continuano a costituire una criticità sono il particolato atmosferico (PM10 e PM2,5) e l’ozono, entrambi riconosciuti come i principali responsabili degli effetti sulla salute umana, nonché il biossido di azoto (NO2). Il benzo(a)pirene, inquinante dalle accertate proprietà cancerogene, che negli ultimi anni ha presentato un trend in crescita, anche nel 2020 ha registrato un superamento del valore obiettivo nella stazione di Domodossola – Curotti, mentre nella stazione di traffico-urbano di Settimo-Vivaldi ha rilevato un valore della media annuale pari al valore obiettivo. In tutte le altre stazioni della rete regionale il valore misurato è stato inferiore al valore obiettivo.
Nel 2020, a causa dell’emergenza COVID-19 sono stati adottati diversi provvedimenti di limitazione degli spostamenti e delle attività produttive.
Per un approfondimento sull’effetto COVID-19 e qualità dell’aria nel primo periodo dell’anno, si rinvia alla relazione tecnica.
I valori misurati degli inquinanti sono resi disponibili al pubblico nel sito Sistema Piemonte e possono essere consultati o scaricati come dati, sia orari sia giornalieri in relazione alla tipologia di inquinante, o essere consultati come indicatori per singola area territoriale.
PM10 media annuale
Figura 1
PM10, medie annuali misurate nelle stazioni della rete regionale
Figura 2
PM10, medie annuali stimate per i vari comuni con il sistema modellistico
Nel 2020, il periodo del primo lockdown, indotto dall’emergenza COVID-19, ha avuto da una parte un effetto di riduzione sulle emissioni da trasporto stradale e sulle emissioni industriali, dall’altra un effetto di aumento complessivo delle emissioni da riscaldamento (circa il 14%) – aumento legato ad un maggiore fabbisogno energetico in ambito domestico, motivato dalla maggiore permanenza in casa a causa delle misure di distanziamento sociale - parzialmente bilanciato dalla diminuzione del fabbisogno energetico del settore terziario e commerciale.
Il fatto che il riscaldamento (in particolare a biomassa) nei mesi in esame rappresenti il contributo
principale alle emissioni di particolato primario PM10 (oltretutto leggermente aumentato dalla maggiore permanenza in casa), ha determinato una situazione praticamente invariata dal punto di vista emissivo fino alla prima metà di aprile; a partire dalla seconda metà di aprile, mancando il contributo del riscaldamento, sono risultate evidenti le riduzioni emissive (-35-40%) legate principalmente ai trasporti stradali.
I valori medi di concentrazione rilevati dalle stazioni di monitoraggio della rete regionale sono generalmente confrontabili con quelli dell’anno precedente, mentre risulta di norma superiore il numero di giornate oltre il limite di 35 giorni di superamento del valore di 50 µg/mc. Uno dei fattori principali che hanno originato tale differenza è la minore piovosità dell’ultimo trimestre 2020 - in particolare del mese di novembre - rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il lockdown legato all’emergenza COVID-19 non è stato sufficiente a compensare una meteorologia meno favorevole alla dispersione degli inquinanti, sia perché ha avuto luogo in un periodo dell’anno in cui le concentrazioni di PM10 sono già di per sè poco elevate sia perché i suoi effetti sul PM10 sono stati relativamente contenuti, come descritto nello specifico report di Arpa Piemonte.
Figura 3
PM10, andamento della media annua - anni 2003-2020
PM10 SUPERAMENTO DEL LIMITE GIORNALIERO
Figura 4
PM10, superamenti del valore limite giornaliero misurati nelle stazioni della rete regionale
Cliccando sulle singole stazioni, è possibile visualizzare il dato a partire dal 2009.
Figura 5
PM10, superamenti annuali stimati per i vari comuni con il sistema modellistico
Come per la media annuale, anche per i superamenti negli ultimi venti anni si è assistito, a livello regionale, ad una diminuzione complessiva del loro numero. Nel grafico è riportato il valore medio di superamenti calcolato per ogni tipo di zona (rurale, suburbana e urbana).
La riduzione complessiva dei valori è evidente: nelle stazioni urbane il valore misurato nel 2020 è pari a quasi un quarto di quello misurato nei primi anni dello scorso ventennio. Nella stazione di Torino – Consolata, ad esempio, i superamenti sono passati da 214 nel 2000 a 84 nel 2020.
Nonostante il netto miglioramento, la stazione mantiene un numero di superamenti che è più del doppio di quello consentito dalla normativa.
Figura 6
PM10, andamento del superamenti del limite giornaliero di protezione della salute
anni 2003-2020
Nell’agglomerato torinese si trova la stazione di Torino – Rebaudengo, che presenta il massimo di superamenti del limite giornaliero (88 superamenti) dell’intera regione.
Focalizzando l’attenzione su Torino e sulle città capoluogo di Provincia, si nota un generale aumento dei valori medi annuali di PM10, in particolare nel capoluogo piemontese. Nel 2020, come nel 2019 e nel 2018, il valore limite della media annuale, pari a 40 µg/m3, non è stato superato in alcuna stazione. Nel 2017 invece vi era stato il superamento in più stazioni della città di Torino e nella città di Alessandria mentre nel 2016 il limite era stato superato in una sola stazione di traffico di Torino.
Si tratta del terzo anno consecutivo in cui il valore limite annuale di PM10 è rispettato in tutto il territorio regionale.
Si conferma tuttavia la difficoltà a garantire il conseguimento del valore limite giornaliero su tutto il territorio regionale nonostante il fatto che i valori limite annuali siano rispettati.
Il valore massimo della media annuale, pari a 36 µg/m3, è stato misurato a Torino, nelle stazioni di Torino–Rebaudengo, Torino–Consolata e Carmagnola-I Maggio.
Facendo riferimento alle sole stazioni di monitoraggio presenti nei capoluoghi di provincia si evidenzia che:
- il 75% delle stazioni ha superato il limite giornaliero (50 µg/m3) per più di 35 giorni/anno;
- nessuna stazione ha rispettato il riferimento dell’OMS che indica una soglia pari a tre giorni l’anno (di superamento del limite di 50 µg/m3);
- il 25% delle stazioni presenti nei capoluoghi ha presentato un numero di superamenti fino a 35 volte.
Figura 7
PM10, concentrazione media annuale per provincia - anno 2020
* a Torino-Consolata la percentuale dei dati validi è uguale al 79%.I dati mancanti sono in un periodo non critico per l'inquinante.
** a Biella-Lamarmora la percentuale dei dati validi è uguale al 89%.
Figura 8
PM10, numero di giorni di superamento del valore limite per provincia - anno 2020
* a Torino-Consolata la percentuale dei dati validi è uguale al 79%. I dati mancanti sono in un periodo non critico per l'inquinante.
** a Biella-Lamarmora la percentuale dei dati validi è uguale al 89%.
Figura 9
PM10, concentrazione media annuale (per zona UE) - anno 2020
* a Torino-Consolata la percentuale dei dati validi è uguale al 79% .I dati mancanti sono in un periodo non critico per l'inquinante.
** a Biella-Lamarmora la percentuale dei dati validi è uguale al 89%.
Figura 10
PM10, numero di giorni di superamento del valore limite suddivisi per zona UE – anno 2020
* a Torino-Consolata la percentuale dei dati validi è uguale al 79%. I dati mancanti sono in un periodo non critico per l'inquinante.
** a Biella-Lamarmora la percentuale dei dati validi è uguale al 89%.
LA MISURA DEL BLACK CARBON IN PIEMONTE
Il black carbon (BC) è un componente del particolato fine ed è definito come l'insieme delle particelle carboniose in grado di assorbire luce con lunghezza d'onda caratteristica nello spettro del visibile (380 ÷ 760 nm).
Fondamentalmente, queste particelle di carbonio presentano una microstruttura simile a quella della grafite aggregata in piccole sfere con diametro indicativamente compreso tra 10 e 50 nm. Il BC proviene dalla combustione incompleta di carburanti di origine fossile, principalmente diesel, dalla combustione della biomassa (ad esempio in ambito agricolo o per gli incendi boschivi) e dal riscaldamento domestico (sia con combustibili fossili che con biomasse).
Il monitoraggio del black carbon viene eseguito con strumentazione in grado di fornire anche una prima valutazione della fonte di provenienza - “source apportionment” - che identifica le due principali categorie di contributo, da fonti fossili e da biomassa; questo monitoraggio ha quindi rilevanza in quanto fornisce informazioni in termini di inquinamento atmosferico al suolo e di riscontro per la valutazione delle politiche di intervento sulle diverse fonti di emissione per la riduzione dei gas climalteranti.
La misura viene effettuata mediante un analizzatore in continuo (Aethalometer Model AE33 – Magee Scientific, successivamente etalometro). Il principio di misura dell’etalometro è basato sull’attenuazione dell’intensità della radiazione luminosa; l’aria aspirata attraversa un nastro di materiale filtrante, creando così un deposito di PM10 a densità crescente, che viene investito da fasci luminosi a diverse lunghezze d’onda: dall’aumento dell’attenuazione della radiazione luminosa tra due misure consecutive si risale alla concentrazione del black carbon. Questa analisi viene eseguita con sette lunghezze d’onda ottiche, comprese tra vicino infrarosso e vicino ultravioletto. Per la misura del BC si utilizza la lunghezza d’onda di 880 nm.Il BC ha effetti tossici trascurabili sui polmoni umani e animali e sulle cellule delle vie aeree come macrofagi e cellule epiteliali respiratorie. È stato invece suggerito che eserciti un ruolo chiave indiretto nella tossicità come vettore universale di sostanze organiche semi-volatili tossiche e altri composti co-rilasciati nei processi di combustione o attaccati alla loro superficie durante il trasporto regionale e a lungo raggio [1].
L’attenzione verso questo componente del particolato è cresciuta negli anni, poiché oltre a contribuire all’inquinamento atmosferico, influisce sul cambiamento climatico ed è stato inserito come inquinante da ridurre insieme al PM2.5 nell’aggiornamento 2012 del Protocollo di Gotheborg, entrato in vigore il 7 ottobre 2019. Il BC infatti, è noto come un forzante climatico a vita breve, ha un forte effetto di riscaldamento ma non persiste nell'atmosfera come l'anidride carbonica (CO2). Tuttavia, ricerche più recenti mostrano che il BC intrappola il calore 680 volte più della CO2. Pertanto, in particolare nel contesto globale dello scioglimento dei ghiacciai, della riduzione della massa di ghiaccio ai Poli, con effetti a catena sulla flora e sulla fauna e l'innalzamento del livello del mare, la riduzione delle emissioni di BC è un obiettivo fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici [2]. Per approfondire la relazione tra qualità dell’aria e clima è possibile consultare la sezione dedicata
Il black carbon in Piemonte viene regolarmente misurato dall’estate 2018 in due stazioni, una di fondo urbano in Torino,, e una di fondo suburbano a Domodossola. Le due stazioni sono collocate in contesti molto differenti, Torino-Lingotto in un parco dell’area urbana torinese, Domodossola-Curotti in una città di 18 mila abitanti, centro principale della val d'Ossola nella piana del fiume Toce, alla confluenza di più valli alpine. Questa differenza è messa in evidenza dalle misure degli inquinanti che vengono effettuate presso le due stazioni. Torino-Lingotto presenta dei valori più critici di biossido di azoto e di PM10 rispetto a Domodossola (vedi Tabella 1 e Figura 11 ), ma quest’ultima è caratterizzata da livelli di benzo(a)pirene sempre superiori o uguali al valore obiettivo annuale fissato da normativa, pari a 1 ng/m3 (massima media annuale: 1.9 ng/m3 nel 2015 e 2016), quando Torino-Lingotto ha sempre rispettato il limite. Nel 2020 i valori di benzo(a)pirene a Domodossola sono stati quasi doppi rispetto al Lingotto (1.3 ng/m3 contro 0.7 ng/m3 annuali). Ne risulta quindi un particolato molto più ricco di Benzo(a)pirene rispetto a quello a Torino-Lingotto, come si può osservare in Figura 12.
Tabella 1 – dati statistici anno 2020 per le stazioni Torino-Lingotto e Domodossola-Curotti
|
Domodossola - Curotti, NO2 (µg/m3) |
Torino-Lingotto, NO2 (µg/m3) |
Domodossola - Curotti, NO (µg/m3) |
Torino-Lingotto, NO (µg/m3) |
Domodossola - Curotti, Black Carbon (µg/m3) |
Torino-Lingotto, Black Carbon (µg/m3) |
Dati orari validi |
8672 |
8364 |
8667 |
8357 |
8399 |
8486 |
Percentuale dati validi |
99% |
95% |
99% |
95% |
96% |
97% |
Media delle medie mensili dei massimi giornalieri |
33 |
48 |
42 |
55 |
4.88 |
3.24 |
Media dei massimi giornalieri |
33 |
49 |
42 |
57 |
4.61 |
3.16 |
Media dei valori orari |
17 |
31 |
12 |
23 |
1.96 |
1.68 |
Figura 11
Medie annuali di PM10 a Torino-Lingotto e Domodossola-Curotti
Figura 12
Percentuale di benzo(a)pirene nel PM10 – anni 2014-2020
Tale criticità relativamente al benzo(a)pirene ha fatto subito supporre come molto significativa la fonte riscaldamento tramite combustione di biomasse. Questa ipotesi è stata poi supportata dal source apportionment modellistico relativo al 2015 effettuato per il nuovo Piano Regionale per la Qualità dell’Aria della Regione Piemonte, nel quale è indicato un contributo percentuale alla media annuale del PM10 del riscaldamento a legna del 44.2% a Torino-Lingotto e del 76.7% a Domodossola, mentre complessivamente il traffico veicolare contribuisce al 35.7% del PM10 a Torino-Lingotto, contro il 10.3 % di Domodossola [3]. Per approfondimenti metodologici sul source apportionment modellistico è possibile consultare il capitolo 4.2 e l’allegato B del Piano Regionale di Qualità dell’Aria.
Come si può vedere in Tabella 1 ed in Figura 13, nel 2020, come avvenuto nel 2019, la media annua di BC a Domodossola è superiore a quella di Torino, mentre per il PM10 è vale il contrario, pertanto il BC ha un contributo maggiore nel PM10 a Domodossola rispetto a Torino (8,2% contro 5,6%). I valori giornalieri presentano un andamento tipico annuale con massimi invernali e minimi estivi, correlato a quello del PM10.
Figura 13
Andamento giornaliero del BC a Torino e Domodossola nel 2020
L’utilizzo di un analizzatore in continuo di BC nelle due stazioni ha consentito di quantificare la percentuale di black carbon attribuibile alla combustione delle biomasse in entrambi i siti, calcolata applicando il metodo elaborato da Sandradewi, J. et al. [4]. La verifica della correttezza di questo tipo di stima è stata approfondita in uno studio di Arpa Piemonte nel sito di Torino-Lingotto [5]. Nel 2019 il BC attribuibile alla combustione di biomasse è stato pari al 31% a Domodossola, e al 14% a Torino-Lingotto, aumenta nel 2020 (38% e 20% rispettivamente). Considerando solo il periodo freddo ottobre – marzo i valori a Domodossola nel 2018-19 sono il doppio di Torino (46% contro 23%, 3.28 µg/m3 di BC contro 2.63 µg/m3), nel 2019-20 a Domodossola aumenta la percentuale attribuibile alla combustione delle biomasse fino al 51%, mentre a Torino scende al 21%, nel 2020-21 a Domodossola rimane pressoché invariata (48%), mentre a Torino sale al 35%. Anche l’analisi del profilo medio giornaliero degli inverni 2018-19, 2019-20 e 2020-21 del BC da combustione di biomasse e da combustione di combustibili fossili indica che a Domodossola ci sia una fonte aggiuntiva di BC attribuibile a questa fonte; l’ultimo inverno è osservabile nella Figura 14
Figura 14
Andamento del giorno medio per il BC da combustione di biomasse periodo ottobre 2020
marzo 2021
Figura 15
Andamento del giorno medio per il BC da combustione di combustibili fossili periodo ottobre 2020
marzo 2021
Tale affermazione può trovare conferma dall’analisi delle temperature e delle precipitazioni.
Per entrambe le stazioni la piovosità è stata inferiore nell’inverno 2020-2021 rispetto a quello precedente, con un deficit pluviometrico di 379 mm a Domodossola e 265 mm a Torino. I fenomeni piovosi si sono verificati soprattutto nei mesi di ottobre e dicembre a Domodossola, a ottobre e gennaio a Torino.L’inverno 2020-2021 di Domodossola ha registrato temperature medie leggermente inferiori a quello 2019-2020 (6.2°C contro 6.9°C), così come le medie dei massimi giornalieri (12.2°C contro 13°C). A Torino le temperature medie invece sono scese maggiormente (8.5°C contro 9.4°C), in particolare da fine novembre a metà febbraio. Questo può aver influito su un maggior utilizzo del combustibile legnoso a Torino e circondario, ricordando che le concentrazioni misurate in una stazione dipendono anche da sorgenti esterne alla città di Torino.
Tabella 2
Medie e variazioni percentuali degli inquinanti a Torino inverno 2018-19, 2019-20 e 2020-21
|
Torino - Lingotto, PM10 |
Torino - Lingotto, Stima % BC da combustione di biomassa |
Torino - Lingotto, BC |
Torino - Lingotto, BCbb |
Torino - Lingotto, BCff |
media inverno 2018-2019 |
40 |
23 |
2.63 |
0.71 |
1.92 |
media inverno 2019-2020 |
39 |
21 |
1.79 |
0.44 |
1.34 |
media inverno 2020-2021 |
40 |
35 |
3.12 |
1.11 |
1.97 |
____________________________________
BC = black carbon; BCbb = black carbon da combustione di biomassa; BCff black carbon da combustione di combustibili fossili
Tabella 3
Medie e variazioni percentuali degli inquinanti a Domodossola inverno 2018-19, 2019-20 e 2020-21
|
Domodossola - Curotti, PM10 |
Domodossola - Curotti, Stima % BC da combustione di biomassa |
Domodossola - Curotti, BC |
Domodossola - Curotti, BCbb |
Domodossola - Curotti, BCff |
media inverno 2018-2019 |
24 |
46 |
3.28 |
1.69 |
1.52 |
media inverno 2019-2020 |
30 |
51 |
2.96 |
1.71 |
1.25 |
media inverno 2020-2021 |
33 |
48 |
3.63 |
1.97 |
1.65 |
____________________________________
BC = black carbon; BCbb = black carbon da combustione di biomassa; BCff black carbon da combustione di combustibili fossili
Figura 16
Andamento del BC da combustione di biomassa a Domodossola-Curotti
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 17
Andamento del BC da combustione di biomassa a Torino-Lingotto
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 18
Andamento del BC da combustione di combustibili fossili a Domodossola – Curotti
Figura 19
Andamento del BC da combustione di combustibili fossili a Torino - Lingotto
Bollettino PM10
I dati sono il risultato dell'applicazione in modalità previsionale di un sistema modellistico di trasformazione chimica, trasporto e dispersione degli inquinanti, messo a punto da Arpa Piemonte a supporto dei compiti istituzionali della direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte e facente parte degli strumenti indicati nel Programma di Valutazione della Qualità dell’aria, redatto ai sensi del d.lgs 155/2010 ed approvato con Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2019, n. 24-903.
I campi di concentrazione di PM10, prodotti dal sistema modellistico con cadenza oraria sul dominio di simulazione che copre tutto il territorio della regione Piemonte, vengono dapprima aggregati temporalmente su base giornaliera e in seguito spazialmente per ottenere un valore di concentrazione univoco per ciascun territorio comunale. Il valore così ottenuto viene infine classificato in 5 classi, basate sulle soglie di valutazione superiore e inferiore e sul valore limite di 50 µg/m3 stabiliti per la concentrazione media giornaliera dal DLgs 155/10 e rappresentato in mappa.
Il bollettino è reso disponibile sul sito di Arpa Piemonte
Figura 18
Bollettino previsionale PM10
CONTENUTI CORREATI
Consulta il sito di Arpa Piemonte alla pagina sulla qualità dell’aria
Consulta la pagina di Sistema Piemonte
Per approfondimenti sul Black carbon, bibliografia
[1] Janssen N. et al., (2012) Health Effects Of Black Carbon, World Health Organization
[2] Entry into force of amended Gothenburg Protocol is landmark for clean air and climate action
[3] Regione Piemonte risultati del source apportionment modellistico
[4] Sandradewi, J. et al., (2008) Using Aerosol Light Absorption Measurements for the Quantitative Determination of Wood Burning and Traffic Emission Contributions to Particulate Matter, Environ. Sci. Technol. 42, 3316–3323
[5] Sacco M. et al, (2019) Caratterizzazione della componente carboniosa del particolato aero-disperso in un sito di fondo urbano torinese, Atti VII Convegno Nazionale Il controllo degli agenti fisici - Monitoraggio ambientale: dalla produzione all’analisi del dato, Arpa Piemonte in collaborazione con AIRP (Associazione Italiana di Radioprotezione)