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Speranza di vita alla nascita
Figura 1
Figura 2
Figura 3
poPOLAZIONE ESPOSTA A FRANE E AD ALLUVIONI
L’argomento Popolazione esposta a frane e alluvioni rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
- Obiettivo 1: Sconfiggere la povertà
L’Obiettivo 1 intende porre fine alla povertà attraverso un approccio integrato secondo il quale il benessere umano è strettamente legato alla salute degli ecosistemi naturali. Il cambiamento climatico provoca conseguenze sull’ambiente e sugli ecosistemi, ma anche sul sistema socio-economico, danneggiando il territorio con conseguenze di rilievo sulle attività produttive, nelle infrastrutture, per le persone. A tale proposito, per questo obiettivo si sono scelti due indicatori che mettono in evidenza come la gestione, la manutenzione e la salvaguardia del capitale naturale siano aspetti essenziali per garantire un utilizzo sostenibile delle risorse, per la prosperità a lungo termine e per il benessere umano.
Il Piemonte, dal punto divista geomorfologico, è suddivisibile in tre aree circa omogenee: una zona montuosa, costituita da Alpi Occidentali e Appennino, una zona di pianura e una zona collinare, costituita da Monferrato e Langhe.
L’area montana si estende per il 48,7% del territorio regionale, ossia per una superficie di 12380 km2, l’area collinare occupa il 6570 km2 (25,9%) e l’area di pianura i restanti 6450 km2 (il 25,4% del territorio).
I processi morfodinamici che interessano le diverse aree sono suddivisi in:
e favorendo la presenza di microclimi.
Il territorio risulta fragile ed esposto, proprio perché frequentemente soggetto a fenomeni naturali con forte impatto sia sulla popolazione e sulle attività antropiche, sia sulla morfologia del territorio.
Facendo riferimento ai dati Arpa aggiornati al 2019 si può evidenziare come il 96,28% dei comuni piemontesi abbia un’area interessata da Pericolosità per frana (P3 e P4) e/o una interessata da Pericolosità idraulica.
A fronte del coinvolgimento della quasi totalità dei comuni piemontesi, tuttavia il computo della popolazione residente esposta al rischio risulta piuttosto basso, attestandosi intorno al 4,11%.
Scendendo nel dettaglio, i comuni interessati al rischio frane sono 801 (68% dei comuni piemontesi), con una percentuale di popolazione esposta dello 0,54%. Ciò è dovuto per lo più all’ubicazione delle aree interessate da frane che, essendo in area montana-alpina, sono di per sé scarsamente abitate. Ne consegue che le province con un maggior numero di abitanti esposti al rischio frane sono quelle con territorio prevalente montuoso, come le province del VCO e di Cuneo. Il dato nazionale per il 2017 è del 2,2%.
I comuni interessati al rischio alluvioni sono 1073 pari al 90,86% con una percentuale di popolazione esposta del 3,59%.
La provincia con il maggior numero di abitanti esposti al rischio alluvioni (11,36%) è il Verbano Cusio Ossola, con più del 90% dei comuni interessati. Il dato nazionale per il 2017 è del 10,2%
Gli indicatori relativi alla popolazione esposta al rischio frane e al rischio alluvione, così come l’indice di franosità, devono intendersi come un’indicazione sullo stato della situazione regionale, in quanto inadatti all’individuazione di un trend annuale. Infatti, anche a fronte di interventi per la gestione e la rimodulazione del rischio, la variazione di popolazione esposta è quasi impercettibile.
Figura 4
Approfondimenti epidemiologici sul polo chimico di Spinetta Marenco
Mesotelioma
Figura 5
Figura 6
Utilizzati tutti i campi diagnosi, periodo utilizzato per la rimozione dei casi prevalenti: 60 mesi (dal 2004)
IMPATTO SULLA SALUTE DEI RAGGI ULTRAVIOLETTI
EFFETTI SULLA SALUTE DELL'UTILIZZO DELLO SMARTPHONE
CONTENUTI CORRELATI
SALUTE
L’argomento Salute rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
- Obiettivo 3: Salute e benessere
- Obiettivo 3: Salute e benessere
Speranza di vita alla nascita
La speranza di vita alla nascita (anno 2017) in Piemonte è simile a quella nazionale, con gli uomini che hanno raggiunto la speranza di 80,6 anni di vita e le donne 84,9, permanendo una differenza tra generi di 4 anni (figura 1).
Negli ultimi anni però le differenze tra i generi si sono assottigliate. Nella figura 2 infatti si mette in risalto il guadagno di vita negli ultimi 10 anni, che per gli uomini è stato d 2 anni e per le donne meno di 1 (0,8). Le province che hanno registrato il maggior guadagno sono state quelle di Vercelli e di Alessandria (2,9 e 2,6 anni di guadagno per gli uomini). Il valore più basso si rileva ad Alessandria per le donne (0,4 anni di guadagno di vita nel decennio 2007-2017).
Per quanto riguarda la speranza di vita in buona salute alla nascita (anno 2013), il dato è rilevato mediante un questionario e i valori sono invertiti con gli uomini che dichiarano un maggior numero di anni in buona salute rispetto alle donne (figura 3).
Il dato medio piemontese per la speranza di vita alla nascita in buona salute è di 59,6 anni.
Negli ultimi anni però le differenze tra i generi si sono assottigliate. Nella figura 2 infatti si mette in risalto il guadagno di vita negli ultimi 10 anni, che per gli uomini è stato d 2 anni e per le donne meno di 1 (0,8). Le province che hanno registrato il maggior guadagno sono state quelle di Vercelli e di Alessandria (2,9 e 2,6 anni di guadagno per gli uomini). Il valore più basso si rileva ad Alessandria per le donne (0,4 anni di guadagno di vita nel decennio 2007-2017).
Per quanto riguarda la speranza di vita in buona salute alla nascita (anno 2013), il dato è rilevato mediante un questionario e i valori sono invertiti con gli uomini che dichiarano un maggior numero di anni in buona salute rispetto alle donne (figura 3).
Il dato medio piemontese per la speranza di vita alla nascita in buona salute è di 59,6 anni.
Figura 1
Speranza di vita alla nascita - anno 2017
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 2
Guadagno in anni di speranza di vita alla nascita - anni 2017-2007
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 3
Speranza di vita in buona salute
Fonte: Arpa Piemonte
poPOLAZIONE ESPOSTA A FRANE E AD ALLUVIONI
L’argomento Popolazione esposta a frane e alluvioni rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
- Obiettivo 1: Sconfiggere la povertà
L’Obiettivo 1 intende porre fine alla povertà attraverso un approccio integrato secondo il quale il benessere umano è strettamente legato alla salute degli ecosistemi naturali. Il cambiamento climatico provoca conseguenze sull’ambiente e sugli ecosistemi, ma anche sul sistema socio-economico, danneggiando il territorio con conseguenze di rilievo sulle attività produttive, nelle infrastrutture, per le persone. A tale proposito, per questo obiettivo si sono scelti due indicatori che mettono in evidenza come la gestione, la manutenzione e la salvaguardia del capitale naturale siano aspetti essenziali per garantire un utilizzo sostenibile delle risorse, per la prosperità a lungo termine e per il benessere umano.
Il Piemonte, dal punto divista geomorfologico, è suddivisibile in tre aree circa omogenee: una zona montuosa, costituita da Alpi Occidentali e Appennino, una zona di pianura e una zona collinare, costituita da Monferrato e Langhe.
L’area montana si estende per il 48,7% del territorio regionale, ossia per una superficie di 12380 km2, l’area collinare occupa il 6570 km2 (25,9%) e l’area di pianura i restanti 6450 km2 (il 25,4% del territorio).
I processi morfodinamici che interessano le diverse aree sono suddivisi in:
- Processi sui versanti (frane e valanghe), che si verificano in ambiente sia montano che collinare;
- Processi lungo i corsi d’acqua di ordine inferiore (erosione e trasporto solido), che si verificano anch’essi in ambiente montano e collinare;
- Processi lungo i corsi d’acqua nei fondivalle e in pianura (erosioni di sponda, tracimazioni, allagamenti), che si verificano prevalentemente in ambiente di pianura.
e favorendo la presenza di microclimi.
Il territorio risulta fragile ed esposto, proprio perché frequentemente soggetto a fenomeni naturali con forte impatto sia sulla popolazione e sulle attività antropiche, sia sulla morfologia del territorio.
Facendo riferimento ai dati Arpa aggiornati al 2019 si può evidenziare come il 96,28% dei comuni piemontesi abbia un’area interessata da Pericolosità per frana (P3 e P4) e/o una interessata da Pericolosità idraulica.
A fronte del coinvolgimento della quasi totalità dei comuni piemontesi, tuttavia il computo della popolazione residente esposta al rischio risulta piuttosto basso, attestandosi intorno al 4,11%.
Scendendo nel dettaglio, i comuni interessati al rischio frane sono 801 (68% dei comuni piemontesi), con una percentuale di popolazione esposta dello 0,54%. Ciò è dovuto per lo più all’ubicazione delle aree interessate da frane che, essendo in area montana-alpina, sono di per sé scarsamente abitate. Ne consegue che le province con un maggior numero di abitanti esposti al rischio frane sono quelle con territorio prevalente montuoso, come le province del VCO e di Cuneo. Il dato nazionale per il 2017 è del 2,2%.
I comuni interessati al rischio alluvioni sono 1073 pari al 90,86% con una percentuale di popolazione esposta del 3,59%.
La provincia con il maggior numero di abitanti esposti al rischio alluvioni (11,36%) è il Verbano Cusio Ossola, con più del 90% dei comuni interessati. Il dato nazionale per il 2017 è del 10,2%
Gli indicatori relativi alla popolazione esposta al rischio frane e al rischio alluvione, così come l’indice di franosità, devono intendersi come un’indicazione sullo stato della situazione regionale, in quanto inadatti all’individuazione di un trend annuale. Infatti, anche a fronte di interventi per la gestione e la rimodulazione del rischio, la variazione di popolazione esposta è quasi impercettibile.
Figura 4
Percentuale abitanti interessati al rischio frane e al rischio alluvioni sul totale abitanti
Approfondimenti epidemiologici sul polo chimico di Spinetta Marenco
Spinetta Marengo è da anni oggetto di attenzione da parte dell’Agenzia per il monitoraggio, la tutela e la bonifica dell’ambiente dai rischi legati all’impiego di sostanze chimiche pericolose in alcuni processi produttivi del polo chimico. Nell’ottobre 2017 il Comune di Alessandria, l’ASL di Alessandria e l’Arpa hanno stipulato un protocollo d’intesa al fine di realizzare studi epidemiologici per un approfondimento sui possibili ed eventuali fattori di rischio nei residenti della frazione Spinetta Marengo di Alessandria
Il 18 dicembre 2019 sono stati presentati, insieme allo studio condotto dall’Asl, i risultati dell’indagine epidemiologica di tipo ambientale inerente i residenti a Spinetta Marengo (AL). Tali tipologie di indagine sono volte a studiare la frequenza delle malattie in una collettività in relazione ad un complesso di fattori ambientali.
Il 18 dicembre 2019 sono stati presentati, insieme allo studio condotto dall’Asl, i risultati dell’indagine epidemiologica di tipo ambientale inerente i residenti a Spinetta Marengo (AL). Tali tipologie di indagine sono volte a studiare la frequenza delle malattie in una collettività in relazione ad un complesso di fattori ambientali.
Lo studio epidemiologico sui ricoveri ospedalieri nella popolazione residente realizzato da Arpa
L’obiettivo generale dello studio era la valutazione degli effetti sulla salute dovuti alla residenza presso il Polo Chimico sito nella frazione di Spinetta Marengo (AL).
È stato realizzato uno studio di coorte residenziale, che ha utilizzato 2 diversi modelli complessi per la definizione dell’esposizione:
È stato realizzato uno studio di coorte residenziale, che ha utilizzato 2 diversi modelli complessi per la definizione dell’esposizione:
- Area in un raggio di 3000 m. dalla sorgente di esposizione.
- Area come definita dal modello di dispersione degli inquinanti suddivisa in:
- Tutti gli esposti verso i non esposti
- 2 livelli di esposizione, medio ed elevato, verso i non esposti
I risultati
Tra i risultati delle analisi epidemiologiche, si è evidenziato un incremento di ricoveri, solo tra gli uomini, per mesoteliomi pleurici, e per tumori epatici e delle vie biliari. Tra le patologie non tumorali si sono registrati incrementi di rischio di ricovero soprattutto a carico degli apparati cardiocircolatorio e genitourinario.
A partire dai risultati dello studio si è valutato con le Istituzioni l’opportunità di proseguire la sorveglianza nell’area e valutare ulteriori approfondimenti.
Consulta la notizia sul sito di Arpa.
Per tutti i dati e le valutazioni si rimanda alla Relazione finale.
A partire dai risultati dello studio si è valutato con le Istituzioni l’opportunità di proseguire la sorveglianza nell’area e valutare ulteriori approfondimenti.
Consulta la notizia sul sito di Arpa.
Per tutti i dati e le valutazioni si rimanda alla Relazione finale.
Mesotelioma
Le mappe tematiche sono una rappresentazione di sintesi nelle quali sono evidenziate le sole aree con un rischio probabilmente superiore o inferiore alla media regionale, con livelli di probabilità descritti in legenda. Il rischio considerato è il Bayesian mortality/morbility ratio (BMR), una variante geograficamente stabilizzata del rapporto standardizzato di mortalità/morbilità (SMR).
Applicando la metodologia per la ricerca dei clusters spaziali, calcolati con il software SatScan, si sono evidenziate le aree in cui si rilevano aggregazioni di casi, ovvero “cluster”, statisticamente significativi.
Sia per quello che riguarda la mortalità sia per quanto riguarda i ricoveri, emerge nettamente l’area dell’ex USL 76, che comprende il comune di Casale Monferrato e quelli limitrofi, con incrementi di rischio per Mesotelioma in entrambi i generi.
Nonostante la chiusura della Fabbrica Eternit risalga al 1985, è ancora evidente l’impatto sulla salute determinato dall’esposizione ad amianto su queste popolazioni, sia a carico degli ex lavoratori che nella popolazione generale, per l’ubiquitarietà della presenza di questo materiale che nell’area è stato utilizzato largamente anche nelle abitazioni come coperture, tetti, aiuole, piccoli fabbricati, smarino per vialetti etc.
Da questi dati emerge la necessità quindi di continuare la sorveglianza sugli ex esposti soprattutto residenziali e l’attuazione di tutte le misure di risanamento ambientale ancora necessarie
Applicando la metodologia per la ricerca dei clusters spaziali, calcolati con il software SatScan, si sono evidenziate le aree in cui si rilevano aggregazioni di casi, ovvero “cluster”, statisticamente significativi.
Sia per quello che riguarda la mortalità sia per quanto riguarda i ricoveri, emerge nettamente l’area dell’ex USL 76, che comprende il comune di Casale Monferrato e quelli limitrofi, con incrementi di rischio per Mesotelioma in entrambi i generi.
Nonostante la chiusura della Fabbrica Eternit risalga al 1985, è ancora evidente l’impatto sulla salute determinato dall’esposizione ad amianto su queste popolazioni, sia a carico degli ex lavoratori che nella popolazione generale, per l’ubiquitarietà della presenza di questo materiale che nell’area è stato utilizzato largamente anche nelle abitazioni come coperture, tetti, aiuole, piccoli fabbricati, smarino per vialetti etc.
Da questi dati emerge la necessità quindi di continuare la sorveglianza sugli ex esposti soprattutto residenziali e l’attuazione di tutte le misure di risanamento ambientale ancora necessarie
Figura 5
Mesotelioma pleurico (ICD X: C450, ICD IX: 163) Uomini (sinistra) Donne(destra)
Mortalità 2008-2017
Cluster |
raggio (km.) |
numero di |
osservati |
SMR |
(i.c. 95%) |
Casale Monferrato |
11 |
27 |
204 |
1238.5 |
(1073.0-1422.0) |
Cluster |
raggio (km.) |
numero di |
osservati (Piemonte: 604) |
SMR |
(i.c. 95%) |
Casale Monferrato |
9.9 |
19 |
161 |
1934.3 |
(1645.0-2260.0) |
Fonte: Arpa Piemonte
Figura 6
Mesotelioma pleurico (ICD X: C450, ICD IX: 163) Uomini (sinistra) Donne(destra)
Primi ricoveri 2009-2018, ordinari e DH
Cluster |
raggio (km.) |
numero di |
osservati |
SMR |
(i.c. 95%) |
Casale Monferrato |
11 |
26 |
266 |
1025.7 |
(906.0-1157.0) |
Cluster |
raggio |
numero di |
osservati |
SMR |
(i.c. 95%) |
Casale Monferrato |
9.9 |
19 |
195 |
1457.3 |
(1259.0-1678.0) |
Fonte: Arpa Piemonte
Utilizzati tutti i campi diagnosi, periodo utilizzato per la rimozione dei casi prevalenti: 60 mesi (dal 2004)
IMPATTO SULLA SALUTE DEI RAGGI ULTRAVIOLETTI
Tutte le persone sono esposte quotidianamente a una certa dose di radiazioni ultraviolette (UV), in gran parte derivanti dal sole, ma anche da fonti artificiali. Le radiazioni UV coprono quella porzione dello spettro elettromagnetico con una lunghezza d’onda compresa tra 100 e 400 nanometri (nm) e si dividono in tre categorie principali:
In generale, la capacità di penetrazione e quindi la “pericolosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza.
La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte, UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera.
Sulla base della letteratura scientifica, l’OMS ha identificato nove malattie strettamente legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette, tra cui melanoma cutaneo, carcinomi squamo e baso cellulari, cheratosi, ustioni, cataratta corticale, pterigio e riattivazione dell’herpes labiale.
- UVA (315-400 nm)
- UVB (280-315 nm)
- UVC (100-280 nm)
In generale, la capacità di penetrazione e quindi la “pericolosità” per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza.
La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte, UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera.
Sulla base della letteratura scientifica, l’OMS ha identificato nove malattie strettamente legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette, tra cui melanoma cutaneo, carcinomi squamo e baso cellulari, cheratosi, ustioni, cataratta corticale, pterigio e riattivazione dell’herpes labiale.
Di questi, il melanoma cutaneo, per la sua pericolosità, è oggetto di particolare sorveglianza dal punto di vista epidemiologico.
In Italia i dati AIRTUM (Associazione italiana registri tumori)
stimano (2009) una media di circa 13 nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone nel nord Italia e di 6-7 casi ogni 100.000 abitanti nel sud, con un impatto nazionale (2009) di circa 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Inoltre, l'incidenza è in continua crescita in Italia ed è raddoppiata negli ultimi 10 anni.
Dal 2011 Torino è al primo posto tra le città italiane per numero di melanomi diagnosticati con circa 19 casi all'anno ogni 100.000 abitanti e con un’incidenza quasi quintuplicata dal 1985 ad oggi. Le popolazioni del nord Italia sono a maggior rischio per la carnagione chiara e per la scarsa abitudine della pelle all'esposizione solare.
Per approfondimenti consulta la Relazione Stato Ambiente del 2017
In Italia i dati AIRTUM (Associazione italiana registri tumori)
stimano (2009) una media di circa 13 nuovi casi all’anno ogni 100.000 persone nel nord Italia e di 6-7 casi ogni 100.000 abitanti nel sud, con un impatto nazionale (2009) di circa 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne. Inoltre, l'incidenza è in continua crescita in Italia ed è raddoppiata negli ultimi 10 anni.
Dal 2011 Torino è al primo posto tra le città italiane per numero di melanomi diagnosticati con circa 19 casi all'anno ogni 100.000 abitanti e con un’incidenza quasi quintuplicata dal 1985 ad oggi. Le popolazioni del nord Italia sono a maggior rischio per la carnagione chiara e per la scarsa abitudine della pelle all'esposizione solare.
Per approfondimenti consulta la Relazione Stato Ambiente del 2017
EFFETTI SULLA SALUTE DELL'UTILIZZO DELLO SMARTPHONE
L’uso del cellulare da parte degli adolescenti evidenzia l’utilizzo estensivo dello stesso in una fascia d’età in cui l’organismo è in pieno sviluppo, uso che non è limitato alla navigazione internet e scambio di messaggi, ma comporta anche telefonate di durata considerevole, in molti casi senza ausili (auricolare e vivavoce) che determinerebbero una diminuzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici.
Tali osservazioni confermano la necessità di continuare ad agire in un’ottica di prevenzione, alla luce della classificazione dei campi generati dai telefoni cellulari (da parte della IARC) tra i possibili cancerogeni.
Proprio in quest’ottica, dal 2018 Arpa ha aderito al progetto pilota di Regione Piemonte “Un patentino per lo smartphone”, che ha previsto la formazione di docenti delle scuole medie finalizzata alla realizzazione di moduli educativi con gli studenti e al coinvolgimento delle famiglie, su tutti gli aspetti di educazione ai media, cyber bullismo, tutela della salute, esposizione ai campi elettromagnetici.
Tali osservazioni confermano la necessità di continuare ad agire in un’ottica di prevenzione, alla luce della classificazione dei campi generati dai telefoni cellulari (da parte della IARC) tra i possibili cancerogeni.
Proprio in quest’ottica, dal 2018 Arpa ha aderito al progetto pilota di Regione Piemonte “Un patentino per lo smartphone”, che ha previsto la formazione di docenti delle scuole medie finalizzata alla realizzazione di moduli educativi con gli studenti e al coinvolgimento delle famiglie, su tutti gli aspetti di educazione ai media, cyber bullismo, tutela della salute, esposizione ai campi elettromagnetici.
Il progetto rientra nel “Programma 7 - Ambiente e salute” del Piano Regionale di Prevenzione che per l'Azione 7.12.1 - Definire un pacchetto formativo sull’uso della telefonia cellulare destinato alla fascia di etàÌ€ pediatrica e ha come obiettivo quello di “Sensibilizzare la popolazione pediatrica sul corretto uso della telefonia cellulare”.
Nell’anno Scolastico 2019-20 il Patentino ha visto la partecipazione di circa 350 docenti delle scuole secondarie di I° grado del Piemonte, destinatari del progetto, delle ASL di Asti, Cuneo, Novara (in FAD), Torino 4, Torino 5, Città di Torino, VCO e Vercelli.
Durante questo Anno Scolastico il progetto è stato preso in carico dal MIUR e attraverso l'Ufficio Scolastico Regionale e l'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte nell’ Anno Scolastico 2020-21 il Patentino raggiungerà tutte le scuole secondarie di primo grado del Piemonte.
Il progetto consta di 4 moduli formativi, i contenuti tecnici del modulo “Il cellulare, istruzioni per l’uso” sono forniti da Arpa che tratta i temi:
La tematica “Cellulari e salute” è curata dalla Struttura Epidemiologia Ambientale e Il percorso formativo prevede due sezioni:
Nell’anno Scolastico 2019-20 il Patentino ha visto la partecipazione di circa 350 docenti delle scuole secondarie di I° grado del Piemonte, destinatari del progetto, delle ASL di Asti, Cuneo, Novara (in FAD), Torino 4, Torino 5, Città di Torino, VCO e Vercelli.
Durante questo Anno Scolastico il progetto è stato preso in carico dal MIUR e attraverso l'Ufficio Scolastico Regionale e l'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte nell’ Anno Scolastico 2020-21 il Patentino raggiungerà tutte le scuole secondarie di primo grado del Piemonte.
Il progetto consta di 4 moduli formativi, i contenuti tecnici del modulo “Il cellulare, istruzioni per l’uso” sono forniti da Arpa che tratta i temi:
- “Cellulari e onde elettromagnetiche” - Struttura Radiazioni non ionizzanti
- “Cellulari e rischi per la salute” - Struttura Epidemiologia Ambientale
- “Cellulare e sostenibilità ambientale” - Struttura Educazione Ambientale (coordinatore del progetto per Arpa).
La tematica “Cellulari e salute” è curata dalla Struttura Epidemiologia Ambientale e Il percorso formativo prevede due sezioni:
- rischi per la salute di un utilizzo prolungato dello smartphone
In questa parte viene delineato lo stato dell'arte delle conoscenze sul tema “cellulari e tumori”, facendo in particolare riferimento ai più recenti studi pubblicati sul tema, alla luce dellaclassificazione dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dei campi elettromagnetici generati dai telefoni cellulari tra i “possibili cancerogeni”.
Secondo la letteratura epidemiologica esistono ancora molti margini di incertezza su quali siano gli effetti sulla salute determinati dall’esposizione ai cellulari, ed è attualmente ancora in corso un dibattito molto acceso all’interno della comunità scientifica.
Il mondo della ricerca concorda sulla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti per l’identificazione precisa dei possibili rischi, migliorando soprattutto le stime di esposizione e riservando particolare attenzione ai soggetti più a rischio, con particolare attenzione all'età pediatrica (0-14 anni). Per approfondimenti: “MOBI-Kids: rischio di tumore cerebrale da esposizione alle radiofrequenze durante l’infanzia e l’adolescenza. Uno studio multicentrico internazionale”.
A maggior tutela della salute dei minori si assumono dunque indicazioni dettate dal “Principio di precauzione” quali l'utilizzo di auricolare e vivavoce che determinano una diminuzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici.
I temi trattati sono: i problemi posturali, la vista, il sonno e gli incidenti stradali da distrazione. Nel prossimo Anno Scolastico rientrerà anche il tema dei danni da rumore.
I contenuti di questa seconda parte hanno ricevuto il contributo bibliografico del Centro di Documentazione Regionale per la promozione della Salute (DORS).
Secondo la letteratura epidemiologica esistono ancora molti margini di incertezza su quali siano gli effetti sulla salute determinati dall’esposizione ai cellulari, ed è attualmente ancora in corso un dibattito molto acceso all’interno della comunità scientifica.
Il mondo della ricerca concorda sulla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti per l’identificazione precisa dei possibili rischi, migliorando soprattutto le stime di esposizione e riservando particolare attenzione ai soggetti più a rischio, con particolare attenzione all'età pediatrica (0-14 anni). Per approfondimenti: “MOBI-Kids: rischio di tumore cerebrale da esposizione alle radiofrequenze durante l’infanzia e l’adolescenza. Uno studio multicentrico internazionale”.
A maggior tutela della salute dei minori si assumono dunque indicazioni dettate dal “Principio di precauzione” quali l'utilizzo di auricolare e vivavoce che determinano una diminuzione dell’esposizione ai campi elettromagnetici.
- pericoli per la salute di un utilizzo prolungato dello smartphone
I temi trattati sono: i problemi posturali, la vista, il sonno e gli incidenti stradali da distrazione. Nel prossimo Anno Scolastico rientrerà anche il tema dei danni da rumore.
I contenuti di questa seconda parte hanno ricevuto il contributo bibliografico del Centro di Documentazione Regionale per la promozione della Salute (DORS).
CONTENUTI CORRELATI
Per approfondimenti sullo studio epidemiologico di Spinetta Marengo consulta la relazione finale.
Consulta la serie storica degli indicatori relativi all’indice di mortalità e alle dimissioni ospedaliere.
Consulta la serie storica degli indicatori relativi all’indice di mortalità e alle dimissioni ospedaliere.