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CONTAMINAZIONE DIFFUSA DEL SUOLO

L’argomento Qualità del suolo rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

Target 15.3: Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno.



La contaminazione da fonti puntuali, singolarmente individuabili e il cui responsabile giuridico è noto o conoscibile, è il fenomeno cui più facilmente si associa il degrado della qualità dei suoli.
La contaminazione o l’alterazione chimica-fisiche-biologica del suolo può essere inoltre determinata da fonti diffuse, non imputabili ad una singola origine (D.lgs. 152/06 – Art. 240 Comma 1, lettera r).

La contaminazione del suolo da fonti diffuse, considerata dall’unione europea una delle principali forme di degrado ambientale (COM 2006 - 231 ), è causata prevalentemente dall'immissione nell'ambiente di quantità massive di prodotti chimici organici e inorganici che si depositano al suolo rimanendo per lunghi periodi di tempo prima di essere degradati o trasportati. In particolare è associabile alle deposizioni atmosferiche derivanti da emissioni dell'industria, traffico veicolare, impianti di produzione energetica, impianti di trattamento dei rifiuti etc.. e, seppure in misura minore, alla dispersione in agricoltura di fitofarmaci, fertilizzanti, liquami zootecnici e fanghi di depurazione.
Il suolo ha un ruolo prioritario non solo nei cicli degli elementi nutritivi ma anche nella salvaguardia delle acque sotterranee dall’inquinamento, nel controllo della quantità di CO2 atmosferica, nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi, nel mantenimento della biodiversità, etc.
La contaminazione diffusa del suolo è quindi un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell’ambiente, sulla salute dell’uomo e sull’economia. I contaminanti che si depositano al suolo possono essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti, con effetti di interazione e conseguente amplificazione degli effetti negativi.
Lo studio, la quantificazione e la rappresentazione nello spazio della contaminazione diffusa necessitano di adeguati strumenti di monitoraggio che prevedono l’analisi di un elevato numero di contaminanti su ampie superfici di territorio.

Arpa realizza un programma di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, con l'obiettivo di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, individuare aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire parametri statistici di riferimento dei contaminanti a diverse scale di rappresentazione.

La rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte

I risultati della rete di monitoraggio rappresentano una indispensabile base scientifica di riferimento per approfondimenti a scala di maggior dettaglio, in attività correlate alla valutazione della qualità del suolo e dell’ambiente, alla pianificazione territoriale su ampia scala e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo.

Il monitoraggio dei suoli è effettuato tramite realizzazione di stazioni di campionamento distribuite su tutto il territorio regionale.
Lo schema di campionamento, inizialmente basato sulla rete sistematica del Progetto LUCAS Soil della Comunità Europea, è stato ampliato con livelli successivi di approfondimento in funzione dei risultati ottenuti in corso d'opera.
Allo stato attuale sono stati campionati e analizzati con procedure standardizzate i suoli di circa 1100 stazioni di monitoraggio (Figura 1).
Per ogni stazione di monitoraggio sono analizzate a diverse profondità le concentrazioni di metalli pesanti, per i quali sono fissati valori limite dal D.lgs. 152/06 (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A). Sono inoltre analizzati Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) negli strati superficiali di suolo in stazioni di monitoraggio selezionate.
L'elaborazione dei dati attraverso modelli predittivi geostatistici consente di ottenere rappresentazioni spaziali (o mappe) attendibili della concentrazione dei contaminanti a diverse scale (regionale, comunale, di dettaglio), in funzione del numero dei campioni a disposizione.
Tramite opportune semplificazioni dei risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti ed individuate aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge.

Per la definizione dettagliata dei confini delle aree omogenee di concentrazione i risultati delle elaborazioni geostatistiche sono comparati alle unità cartografiche della carta dei suoli del Piemonte (IPLA - 1:250.000 e 1:50.000) , indispensabile prodotto di sintesi delle conoscenze sui suoli della regione.
In corrispondenza delle aree omogenee di concentrazione sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa ed elaborati i principali parametri statistici di riferimento ed i valori di fondo.

I risultati delle elaborazioni evidenziano per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa:

  • Contaminanti di prevalente origine naturale: metalli pesanti (Cromo, Nichel, Cobalto, Arsenico, Vanadio) e metalloidi (Arsenico) che presentano aree critiche molto estese e ben delimitate sul territorio. Le elevate concentrazioni sono prevalentemente attribuibili al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo. Figure da 2 a 8
  • Contaminanti di prevalente origine antropica: metalli pesanti (Piombo, Rame, Zinco, Antimonio, Stagno, Berillio) che presentano aree critiche con concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali, ad indicare contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche e ad attività legate all’agricoltura intensiva . Figure da 9 a 11.
  • Contaminanti organici: Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine antropica e provenienti da combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc. Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate aree critiche, mentre i superamenti riscontrati sono da attribuire a contaminazione puntuale. Figure 12-13.

 I parametri statistici ed i valori di fondo forniti sono utilizzabili come riferimento per lo strato superficiale (0-100 cm) interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, nell’applicazione della normativa vigente:

  • Il D.lgs. 152/2006 nella parte IV, Titolo V disciplina la materia della bonifica dei siti contaminati e definisce l'inquinamento diffuso quale "la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine". Nell’articolo 239 c.3 prevede che “gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso sono disciplinati dalle regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale”. Il decreto, nell'individuare i livelli di concentrazione al di sopra dei quali occorre avviare i procedimenti di bonifica, all'art. 240 lettera b) specifica che "nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati".
  • Il D.P.R. 120/2017, che disciplina la normativa in materia di terre e rocce da scavo, all'art. 2 lettera h) introduce il concetto di "ambito territoriale con fondo naturale" definendolo come "porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti".
  • Il D.M. 46/2019, adottato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ai sensi dell'articolo 241 del D.lgs. 152/2006 e relativo alla bonifica delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, definisce il "valore di fondo geochimico" quale "distribuzione di una sostanza nel suolo derivante dai processi naturali, con eventuale componente antropica non rilevabile o non apprezzabile.".Le Concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) per i suoli delle aree agricole all’art 3 “sono da utilizzare solo in assenza di Valori di Fondo Geochimico (VFG) validati da ARPA/APPA”.

Figura 1
Stazioni della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte posizionate su rete sistematica (arco alpino 9x9 km, pianura 4,5x4,5 km, aree critiche 3x3 e 1,5x15 km) e con criteri di rappresentatività

Rete di monitoraggio del suolo
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2020)

CONTAMINANTI DI PREVALENTE ORIGINE NATURALE

Figura 2
Cromo nei suoli(1) del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).

(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Figura 3

Cromo (Cr) nei suoli1 del territorio piemontese e stazioni di monitoraggio attualmente realizzate.

Stima delle concentrazioni in mg/kg


(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Figura 4
Aree omogenee della concentrazione del Cromo per i suoli (*) del comune di Torino e cintura

(*) Elaborazione dei campioni di suolo B (30 - 80 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2020).

Figura 5

Box plot della concentrazione di Cromo (Cr) in mg/kg (1) nei suoli (2) del comune di Torino e cintura per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge (3) (linee orizzontali rosse)

(1) Concentrazione riferita alla totalità dei materiali secchi della frazione inferiore a 2 mm comprensiva dello scheletro frazione 2 mm - 2 cm.

(2) Elaborazione dei campioni di suolo B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli)

(3) Limiti di legge stabiliti D.lgs. 152/06 per siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale (150 mg/kg - Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A) e ad uso commerciale e industriale (800 mg/kg - Parte IV, Tabella 1, col B).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2020).

Figura 6
Nichel (Ni) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2), II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2)

(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (2) Limiti di legge stabiliti D.lgs. 152/06 (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2019).



Figura 7
Cobalto nei suoli(1) del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Figura 8
Arsenico (As) nei suoli(1) del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).



(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

CONTAMINANTI DI PREVALENTE ORIGINE ANTROPICA

Figura 9
Piombo (Pb) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).


1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2019)

Figura 10
Zinco (Zn) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).



1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2019).

Figura 11
Rame nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).


1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2019)

CONTAMINANTI ORGANICI

Figura 12
Policlorobifenili (PCB - mg/kg) nei suoli(1) del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).


(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2015)

Figura 13
Diossine e furani (PCDD/DF - ng/kg I-TE) nei suoli(1) del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2)


(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati al 2015)

Utilizzo dei dati della rete di monitoraggio nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 (Terre e rocce da scavo)

Per quanto riguarda l’applicazione della normativa concernente le terre e rocce da scavo, l’articolo 11 comma 1 del DPR 120 del 13/06/17 cita:

Qualora la realizzazione dell'opera interessi un sito in cui, per fenomeni di origine naturale, nelle terre e rocce da scavo le concentrazioni dei parametri di cui all'allegato 4, superino le concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006, è fatta salva la possibilità che le concentrazioni di tali parametri vengano assunte pari al valore di fondo naturale esistente. A tal fine, in fase di predisposizione del piano di utilizzo, il proponente segnala il superamento di cui sopra ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e contestualmente presenta all'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente un piano di indagine per definire i valori di fondo naturale da assumere. Tale piano, condiviso con la competente Agenzia, è eseguito dal proponente con oneri a proprio carico, in contraddittorio con l'Agenzia entro 60 giorni dalla presentazione dello stesso.
Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine. Sulla base delle risultanze del piano di indagine, nonché di altri dati disponibili per l'area oggetto di indagine, l'Agenzia di protezione ambientale competente per territorio definisce i valori di fondo naturale. Il proponente predispone il piano di utilizzo sulla base dei valori di fondo definiti dall'Agenzia.

Per il territorio piemontese il riferimento a “dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”, può essere effettuato tramite confronto con i risultati della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli realizzata da Arpa.
I risultati della rete evidenziano la presenza sul territorio piemontese di aree critiche caratterizzate da probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (DLgs 152/06 - Allegato 5 - Tabella 1 - colonna A) attribuibili in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno” per: Cromo (Cr), Nichel (Ni), Cobalto (Co), Arsenico (As) e Vanadio (V).
Le aree critiche di concentrazione di questi metalli sono comparabili, con le dovute considerazioni attinenti alla scala di dettaglio con la quale sono presentate, alla definizione di "ambito territoriale con fondo naturale": riportata da DPR 120/17 nell’articolo 2 (lettera h):
"ambito territoriale con fondo naturale": porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;

È opportuno specificare che l’utilizzo dei parametri di riferimento della rete di monitoraggio, per dimostrare che i superamenti dei limiti di legge riscontrati sono principalmente attribuibili a caratteristiche naturali del terreno, può essere effettuata esclusivamente per siti che ricadono nelle aree critiche contrassegnate con le lettere “d” e/o “e”, caratterizzate da alte probabilità (>50%) di superamento dei limiti di legge.
Le ipotesi relative alla prevalente origine naturale sono relative all’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a grande scala di dettaglio.

Nelle aree critiche non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo proposti, riconducibili a contaminazione puntuale di origine antropica, come del resto non è possibile escludere localmente la presenza di valori superiori al fondo determinato in termini probabilistici dovuto a cause naturali. Occorre inoltre considerare che le elevate concentrazioni riscontrate nelle aree critiche, caratterizzate da concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati, possono “mascherare” forme di contaminazione da deposizione superficiale anche di intensità rilevante.
Per i motivi sopra elencati, l’acquisizione di dati rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è sempre vincolato ad un ulteriore approfondimento con caratterizzazione di maggiore dettaglio ed eventuale speciazione dei metalli per meglio comprendere l’origine dell’elemento considerato.
Per l’interpretazione e il confronto con i parametri statistici forniti dalla rete di monitoraggio per aree omogenee di concentrazione è opportuno considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
  • I parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio (cfr. capitolo sul campionamento dei suoli pagg. 9 - 10).
  • Le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione si riferisce alla totalità dei materiali secchi della sola frazione inferiore a 2 mm senza includere la frazione di scheletro 2 cm - 2 mm. I dati forniti dalla rete di monitoraggio non sono pertanto direttamente confrontabili con valori di concentrazione relativi a campioni riferiti alla totalità dei materiali secchi (comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm in base alle modalità previste dalla legge sulle bonifiche e per la gestione delle terre e rocce da scavo).


contenuti correlati

Per accedere ai risultati delle elaborazioni della rete di monitoraggio seguire le indicazioni sotto riportate:

  • Risultati a scala di dettaglio: compatibilmente alla copertura di dati attualmente disponibile, i risultati possono essere elaborati in forma personalizzata a scala di dettaglio comunale e/o locale. Inviare il modulo di richiesta (scarica) all'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Arpa Piemonte (urp@arpa.piemonte.it, numero verde 800 518 800).
  • Risultati a scala regionale: E' possibile scaricare la relazione “Arpa Piemonte - Analisi ambientale sulla contaminazione diffusa del suolo del territorio regionale per la definizione dei valori di fondo riguardanti diverse categorie di inquinanti”.

Per approfondimenti sulla contaminazione dei suoli consulta la pagina del portale sui siti contaminati

Per approfondimenti consulta il sito di Arpa Piemonte per la rete di monitoraggio del suolo

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi ai metalli pesanti nei suoli

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi agli inquinanti organici nei suoli