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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

L'argomento Pianificazione Territoriale rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nei seguenti:

Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Target
11.4 Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo

Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico



Obiettivo 16
Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli







IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con D.C.R. 3 luglio 2017, n. 233-35836, il Piano paesaggistico regionale (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.

Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.

Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004).

Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.

L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, e ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.

Gli obiettivi del Piano

Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.

Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.

Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.

Il significato del Piano paesaggistico

Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.

Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.

Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, per garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.

Le finalità del Piano paesaggistico

Il Ppr è strumento di:
  • Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;
  • Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;
  • Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;
  • Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.

Che cosa succede dopo l’approvazione

Conoscenza: l’apparato conoscitivo del Ppr rappresenta il riferimento per tutte le azioni che interessano il governo del territorio in termini di pianificazione e progettazione; al contempo, la diffusione delle informazioni in esso contenute è essenziale per determinare la crescita di una coscienza collettiva sulle caratteristiche del paesaggio piemontese. A tal fine è necessario promuovere intese con il pubblico interessato (Osservatori del paesaggio, associazioni culturali e ambientaliste), sostenere iniziative rivolte alla cittadinanza (attraverso progetti di comunicazione mirati), coinvolgere il mondo dei professionisti e degli operatori del settore (mediante percorsi di formazione e seminari divulgativi).

Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.

Pianificazione: dalla data di approvazione del Ppr, i comuni conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica alle previsioni del piano regionale, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento, qualsiasi variante deve comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituisce il principale riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consente l’attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale. È necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.

Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità e assicurando una maggiore uniformità delle valutazioni. Anche in questo caso è necessario promuovere momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti.

La visione strategica

Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.

Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
  • valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
  • implementazione della rete di connessione paesaggistica;
  • contenimento del consumo di suolo;
  • salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
  • definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
  • implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
  • inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.

Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
  • i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
  • la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
  • il progetto Corona Verde;
  • i contratti di fiume e di lago;
  • l’implementazione della rete ecologica regionale;
  • i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
  • le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.

L'ATTUAZIONE DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

A seguito dell'entrata in vigore, il 20 ottobre 2017, del Piano paesaggistico regionale (Ppr) approvato con D.C.R. 3 ottobre 2017, n. 233-35836, si è aperta la fase di attuazione del nuovo strumento di pianificazione, processo che si compone di due aspetti, uno più strettamente legato alla pianificazione e l'altro relativo alla promozione di politiche per il paesaggio. Il primo si traduce nel rispetto delle norme dettate dal Ppr e nell'adeguamento degli strumenti di pianificazione sottordinati; il secondo aspetto è diretto alla realizzazione dei programmi e dei progetti strategici riconosciuti dal Piano e alla predisposizione di altri strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

Per definire ruoli e modalità per l'attuazione del Ppr, la Regione ha predisposto, di intesa con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (ora Ministero della Cultura (MiC)), un Regolamento regionale che stabilisce gli adempimenti tesi a garantire il rispetto delle norme del Piano e la documentazione e necessaria.

Il processo di adeguamento degli strumenti di pianificazione al Ppr

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale, predisponendo a tal fine apposita variante generale.

Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.

I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e MiC; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati in un apposito allegato A del Regolamento attuativo.

Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

La coerenza degli strumenti di pianificazione con il Ppr

In attesa dell'adeguamento, a partire dall'approvazione del Ppr, ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione, limitatamente alle aree da essa interessate, deve comunque dimostrare di essere coerente e rispettare le norme del Ppr stesso. Anche in questo caso il Regolamento specifica le modalità attraverso le quali dare riscontro della coerenza tra le previsioni della variante e la normativa del Ppr.

Autorizzazioni e semplificazione amministrativa

L'entrata in vigore del Ppr non introduce, in riferimento alle procedure autorizzative degli interventi ricadenti all'interno di beni paesaggistici, vere e proprie novità, che invece possono risultare di rilievo a seguito del completamento delle procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici al Ppr stesso. Fino ad allora, infatti, i soggetti competenti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche continueranno a verificare la conformità degli interventi proposti con le disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti dettate dal Piano paesaggistico. Anche dal punto di vista della semplificazione amministrativa, la conformazione degli strumenti urbanistici costituisce il requisito essenziale per lo snellimento delle procedure autorizzative; in particolare, a seguito dell'adeguamento del piano regolatore al Ppr:
  • il parere del Soprintendente avrà natura obbligatoria ma non vincolante nell’ambito delle autorizzazioni di cui all’articolo 146, comma 5, del Codice;
  • nel procedimento autorizzatorio semplificato di cui al DPR 31/2017 non sarà più necessario acquisire il parere della commissione locale per il paesaggio.

Il Regolamento regionale di Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte

Al fine di disciplinare l’attuazione del Piano paesaggistico regionale e fornire ai Comuni un supporto per agevolare il processo di adeguamento dei piani locali al Ppr è stato predisposto e approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 22 marzo 2019, n. 4/R. il Regolamento regionale recante: ”Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte (Ppr), ai sensi dell’articolo 8 bis comma 7 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela e uso del suolo) e dell’articolo 46, comma 10, delle norme di attuazione del Ppr.

Il Regolamento di attuazione del Ppr è previsto dall’articolo 8 bis, comma 7 della L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 “Tutela e uso del suolo” e dalle stesse Norme di attuazione del Ppr che richiedono, all’articolo 46 comma 10, la predisposizione di un apposito Regolamento attuativo che disciplini le modalità per garantire il rispetto dei contenuti del Piano stesso. Predisposto dagli uffici regionali, d’intesa con il Ministero, il Regolamento è frutto della sperimentazione condotta, con le Soprintendenze, nell’anno intercorso dall’approvazione del Ppr, soprattutto riguardo al processo di adeguamento dei piani locali (varianti generali, nuovi piani) al Ppr e alle valutazioni effettuate circa il rispetto del Ppr nelle procedure di variante al Prg già in corso o relative a limitate porzioni di territorio.

Il Regolamento fornisce indicazioni puntuali riguardo agli aspetti procedurali che accompagnano il processo di attuazione del Piano, come stabilito dalla L.R. 56/77 e dalle norme di attuazione del Ppr stesso e in particolare disciplina:
  • l’adeguamento al Ppr degli strumenti di pianificazione;
  • l’esame delle varianti agli strumenti di pianificazione che non costituiscono adeguamento al Ppr;
  • la verifica di conformità con le disposizioni del Ppr degli interventi soggetti al rilascio di autorizzazione paesaggistica;
  • la partecipazione del MiC ai procedimenti per le varianti di adeguamento al Ppr e per le altre varianti agli strumenti di pianificazione;
  • la realizzazione dei programmi e progetti strategici previsti dal Ppr;
  • la predisposizione di strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

A specificazione delle indicazioni generali contenute nel Regolamento, sono stati predisposti i quattro allegati tecnici che forniscono un supporto ai comuni per il processo di adeguamento al Ppr dei Piani regolatori generali e per le varianti ai Piani regolatori precedenti o successive alla variante di adeguamento:
  • ALLEGATO A disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte della variante urbanistica di adeguamento
  • ALLEGATO B, disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte delle varianti ai Prg che non costituiscono variante di adeguamento;
  • ALLEGATO C definisce i criteri per l’individuazione dei corsi d’acqua che i comuni possono dichiarare irrilevanti ai fini paesaggistici, ai sensi dell’articolo 142, comma 3, del Codice, come specificato all’articolo 10, comma 8 del Regolamento;
  • ALLEGATO D, che descrive gli strumenti conoscitivi e metodologici per agevolare le analisi e le valutazioni necessarie per la procedura di valutazione ambientale strategica relativa alla variante urbanistica di adeguamento al Ppr (articolo 10 e 21 del Regolamento).

Il Piano paesaggistico regionale (PPR) - Che cosa è successo dopo l'approvazione

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare, mediante variante, i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale.
Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive (previsioni che, per essere attuate, richiedono necessariamente il recepimento all'interno dei Piani sottordinati), nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.
I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (ora Ministero della Cultura (MiC)) secondo quanto stabilito nel Regolamento di Attuazione del Piano paesaggistico regionale approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 22 marzo 2019, n. 4/R; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati negli allegati tecnici A-B-C-D del Regolamento attuativo. Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

Dare attuazione al Piano paesaggistico regionale (Ppr) e alle politiche che esso delinea, può rappresentare l’occasione per rivedere l’impianto strategico del PRG, perfezionando il metodo di costruzione dello strumento di pianificazione locale. “Il Ppr fornisce infatti l’opportunità di pensare a un nuovo modello di urbanistica: la sua lettura del territorio è basata sul tema delle forme e della qualità, e non soltanto sulla quantità, parametro usuale sul quale sono basati gli attuali strumenti di pianificazione comunale. Una rilettura del territorio sulla base del sistema compositivo dei tessuti e degli edifici che lo compongono è stata infatti la trama centrale che ha supportato l’analisi di dettaglio condotta dal Ppr; ciascun luogo è caratterizzato dalla stratificazione di un insieme di trasformazioni che, nel tempo, hanno connotato la sua identità. Partendo da questo presupposto, gli adeguamenti dei piani regolatori al Ppr possono disegnare e prospettare un sistema di pianificazione più attento alla forma del territorio che alla funzione e ai numeri”. “Il nuovo piano regolatore, in attuazione del Ppr, deve segnare i limiti della forma dei tessuti urbani, delineare le localizzazioni più appropriate, definire i confini tra l’urbano e il non urbano, riqualificare le aree degradate, trattare le diversità delle aree rurali e naturali”. Porre il paesaggio come tema della pianificazione significa appunto occuparsi della forma dei luoghi in cui viviamo”.

Al fine di orientare le politiche di sviluppo, con attenzione alle specificità dei diversi contesti territoriali, il Ppr fornisce gli strumenti e le conoscenze, a partire dal sistema delle strategie e degli obiettivi del piano che costituiscono il quadro di riferimento per le scelte di pianificazione locale.
A oggi sono circa 400 i Comuni che hanno presentato richiesta di finanziamento ai sensi della L.R. 30 aprile 1996, n. 24 “Sostegno finanziario ai Comuni per l’adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica” ai fini dell’adeguamento del P.R.G. al Piano Paesaggistico regionale, mentre sono 17 le Associazioni di Comuni che hanno presentato analoga richiesta di finanziamento ai sensi dell’art. 2 (Concessione di contributi) della L.R. 24 sopra citata.

Dall’approvazione del Ppr sono state avviate 62 varianti agli strumenti urbanistici di adeguamento al Ppr e 6 comuni hanno concluso le procedure previste dalla L.R. 56/1977 per l’approvazione delle varianti stesse comprensive anche dell’adeguamento al Piano paesaggistico regionale.

Dall’approvazione del Ppr sono state avviate circa 130 varianti agli strumenti urbanistici comprensive della verifica di coerenza con il Ppr.

Figure 1-4
Adeguamento al Piano paesaggistico regionale del Comune di Ponderano

Il paesaggio come motore per lo sviluppo sostenibile del territorio

Con il Piano paesaggistico regionale (Ppr), la Regione sostiene politiche di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio piemontese, risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile. Per farlo, collabora alla realizzazione di progetti promossi da soggetti diversi, pubblici e privati.

Un progetto fra i più recenti è stato promosso dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito di una Convenzione tra la Compagnia stessa, Regione e Ministero della Cultura; avviato nel 2019, il progetto a carattere sperimentale, promuove l’attuazione del Piano paesaggistico su Ambiti di paesaggio regionali individuati dal Ppr.

Oggetto della sperimentazione sono i contenuti strategici del Piano: vengono infatti messe in luce e valorizzate le valenze paesaggistiche specifiche di ciascun territorio, come occasione di sviluppo locale. Il progetto coinvolge ambiti di paesaggio diversi, per restituire un’esperienza sufficientemente articolata, tale da poter rappresentare un modello replicabile sul territorio regionale; al contempo, la selezione di uno specifico ambito paesaggistico rappresenta un’opportunità per il coinvolgimento delle comunità locali nel processo di riconoscimento delle peculiarità del proprio paesaggio. Attraverso tale consapevolezza passa infatti la possibilità di creazione delle condizioni per uno sviluppo sostenibile e condiviso del territorio.

La sperimentazione si è sviluppata grazie all’attività di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico, guidato da una Cabina di regia costituita da Regione Piemonte, Ministero della Cultura e Compagnia di San Paolo: le analisi si sono soffermate sulle potenzialità paesaggistiche del territorio, in collaborazione con le comunità, le amministrazioni locali e i portatori d’interesse. L’obiettivo centrale consiste nella tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, in vista non solo del miglioramento del quadro di vita delle popolazioni e della loro identità culturale, ma anche del rafforzamento dell’attrattività della regione e della sua competitività nelle reti di relazioni che si estendono a scala globale.

Il primo ambito di approfondimento riguarda l’area dell’Eporediese e la città di Ivrea, il cui patrimonio industriale del XX secolo è valso alla città, nel 2018, l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Questo contesto territoriale è stato scelto in considerazione di molteplici fattori: possiede infatti peculiari caratteristiche storico-ambientali e significativi valori paesaggistici, che si affiancano alla già citata rilevanza del lascito olivettiano.

Le azioni di progetto, individuate con il coinvolgimento delle comunità locali, comprendono, tra l’altro, la valorizzazione della Via Francigena come asse di integrazione dei paesaggi, la promozione di filiere integrate di agricoltura, turismo e cultura, la promozione della fruizione dei beni culturali e del paesaggio e, in particolare, del Patrimonio Olivetti extra Unesco, nonché attività di formazione e di comunicazione, attraverso laboratori con le scuole e seminari sui valori dei diversi paesaggi.

A seguito della positiva conclusione dell’esperienza condotta nell’area dell’Eporediese, è stato individuato, come nuovo ambito sul quale avviare la progettazione, quello dell’Alta Langa e, più in particolare, l’alta Valle Bormida piemontese, già indicata dalla Regione Piemonte quale area interna, nell’ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese (SNAI).

LA CONSERVAZIONE E IL RECUPERO DEI PAESAGGI VITICOLI ALPINI

Nell’ambito del processo di attuazione del Ppr, in coerenza con le politiche di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio piemontese individuate dal piano, si pone anche il progetto di conservazione e recupero dei paesaggi viticoli alpini della Città Metropolitana di Torino.

La Città Metropolitana di Torino, tramite il progetto Strada dei Vigneti Alpini, finanziato dal Programma Interreg ALCOTRA 2014-2020, di cui è stata capofila e che ha svolto in cooperazione con partner italiani e francesi, ha sviluppato un percorso di conoscenza del territorio viticolo alpino proprio e delle regioni vicine.

Tra i principali obiettivi del progetto (WPT3) vi era l'analisi e la valorizzazione di tali territori dal punto di vista paesaggistico. Con il supporto del Politecnico di Torino - DIST (Prof. C. Cassatella), a partire e in approfondimento e attuazione delle specifiche indicazioni del Piano Paesaggistico regionale (art. 32 delle NdA), è stato realizzato uno “Studio di azioni paesaggistiche per la conservazione e il recupero dei paesaggi viticoli del Canavese, del Pinerolese e della Valsusa” che ha indagato l’evoluzione e le particolarità del paesaggio viticolo al fine di individuare azioni idonee a una gestione sostenibile a medio-lungo termine e alla conservazione del suo valore paesaggistico. Gli esiti di tale lavoro saranno, inoltre, capitalizzati all'interno degli elaborati del PTGM in corso di predisposizione.

Il progetto V.i.A., in collaborazione con DMO Piemonte, ha, inoltre, condotto un'analisi del sistema turistico e, grazie a IRES e al Politecnico di Torino, sono stati approfonditi i valori culturali legati alla viticoltura alpina. Sono anche state effettuate diverse iniziative a favore dei turisti e degli escursionisti, tra cui la realizzazione di una APP transfrontaliera destinata a migliorare l’esperienza dei visitatori e varie attività di sensibilizzazione rivolte sia agli amministratori locali che agli operatori economici gravitanti attorno al mondo del vino.

ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA REGIONALI NEI TERRITORI UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO (ANNO 2020)

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è proseguita anche nel corso dell’anno 2020 con il duplice obiettivo di coinvolgere ulteriori Comuni nella procedura e agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

Con riferimento ai 101 Comuni interessati, ricadenti nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, una quarantina hanno condotto, dopo l’avvio della procedura, ulteriori sedute e, di questi, 5 hanno concluso l’iter del TLP nel 2020, ricevendo le valutazioni finali di chiusura del Tavolo per il prosieguo dell’iter urbanistico – si tratta di un parere contenente indicazioni sia per il perfezionamento degli elaborati presentati sia rispetto alla tipologia di Variante da predisporre (che potrà essere di tipo generale, strutturale o parziale). Nel corso del 2020 gli uffici regionali hanno incontrato tutti i Comuni che hanno fatto richiesta; nello specifico si sono svolti 6 tavoli, di cui uno ha comportato il coinvolgimento di 10 Comuni del cuneese facenti parte dell’Unione dei Comuni Colline di Langa e Barolo.

I Tavoli chiusi nel lasso di tempo 2016 - 2020 risultano in totale 35 con un totale di 75 Comuni interessati. Si evidenzia che, in rapporto all’emergenza sanitaria ancora in atto da pandemia Covid19, tutti i TLP convocati a partire da marzo 2020 ad oggi si sono tenuti in modalità telematica (videoconferenze), senza inconvenienti nello svolgimento delle correlate attività e nella redazione e successivo inoltro dei pronunciamenti di competenza regionale.

Figura 5
TLP - Periodo 2016 - 2019


Circa l’accesso ai finanziamenti di cui alla LR 24/1996, si segnala l’emanazione del Comunicato dell’Assessore all’Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo montagna, Foreste, Parchi, Enti locali, pubblicato sul BUR del 30 gennaio 2020 (supplemento 2), che prevede l’estensione di tali finanziamenti a “tutti i comuni, anche quelli con popolazione superiore ai 5.000 abitanti”.

A seguito del suddetto provvedimento, risalente al 2020, tutti i Comuni del Sito Unesco hanno quindi diritto al finanziamento ai sensi della LR 24/96; dei circa 80 Comuni che finora hanno formalizzato la relativa richiesta, nel corso del 2020 tre hanno ricevuto il saldo dopo l’approvazione della Variante urbanistica.

Figura 6
Varianti urbanistiche Comuni Unesco


Come si evince dal grafico precedente, dopo aver concluso i TLP, 12 Comuni hanno portato a termine l’iter urbanistico di formazione delle varianti ai PRG di adeguamento alle LLGG Unesco, introducendo le risultanze delle analisi paesaggistiche all’interno dei contenuti dello strumento urbanistico. La principale finalità degli adeguamenti consiste nell'introduzione, negli strumenti urbanistici, di contenuti di tutela paesaggistica, quali specifiche disposizioni volte alla conservazione dei luoghi e dei paesaggi vitivinicoli e di singoli elementi caratteristici del contesto locale, come cascine, ciabot, belvedere, vigneti, crinali panoramici, infernot ecc., anche nell’ottica di rivalutare eventuali previsioni insediative pregresse, incompatibili con gli indirizzi di tutela del Sito, con particolare riferimento a quelle previste in porzioni marginali e/o interferenti con porzioni a buona/elevata visibilità.

Nel corso del 2020, per facilitare l’adeguamento dei PRG di otto Comuni marginalmente interessati dal Sito Unesco, è stata emanata la D.G.R. 12 giugno 2020, n. 2-1487 “Sito UNESCO "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato" - Comuni marginalmente interessati dalla perimetrazione. Disposizioni, ad integrazione alla D.G.R. n. 26-2131 del 21 settembre 2015, sulla semplificazione facoltativa del procedimento di adeguamento dei Piani regolatori e dei Regolamenti edilizi alle indicazioni di tutela per il Sito UNESCO” (pubblicata sul BUR 28 del 9 luglio 2020). Gli otto Comuni destinatari del provvedimento (4 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Asti e 2 in provincia di Cuneo) risultano caratterizzati da limitate porzioni di territorio comprese nella buffer zone. Sulla base della documentazione di supporto per le analisi paesaggistiche, fornita in allegato alla succitata DGR, tali Comuni possono attivare immediatamente la procedura urbanistica, che potrà svolgersi ricorrendo alla tipologia più speditiva della “Variante parziale” di approvazione comunale, secondo quanto previsto dal comma 5, art. 17 della LR 56/1977 e smi.

Inoltre i Comuni compresi nei territori del Sito Unesco che intendessero effettuare, mediante redazione di una Variante Generale, un contestuale adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale, approvato con D.C.R. 3 ottobre 2017, n. 233-35836 dovranno ottemperare alla disposizioni di cui all'art. 33 delle NTA del PPR e del Regolamento regionale attuativo del PPR approvato DPGR 22 marzo 2019, n. 4/R, integrando le indagini paesaggistiche previste dal Piano Regionale con le analisi di cui alle Linee Guida 2015, sviluppate nell'ambito dei TLP. A conferma di tale opzione nel corso del 2020 risulta attivata da un Comune del Monferrato alessandrino una procedura propedeutica alla redazione di una Variante generale, attraverso lo svolgimento di TLP “unificati” PPR - LG Unesco, finalizzata ad integrare in modo organico i vari approfondimenti di carattere paesaggistico, evitando duplicazioni di indagini ed elaborati.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.
Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.

APPROVAZIONE DEL DOCUMENTO PRELIMINARE PER LA REVISIONE DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE

La Giunta regionale ha approvato con D.G.R. 23 aprile 2021, n. 1-3116 il “Documento preliminare per la revisione del Piano territoriale regionale – Programmare e pianificare il territorio per il rilancio del Piemonte”, quale riferimento politico tecnico per la predisposizione, ai sensi dell’articolo 7 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 e s.m.i., del Documento programmatico per l’aggiornamento e la revisione del Ptr, di cui alla D.C.R. 21 luglio 2011, n. 122-29783.

Il Piano territoriale regionale (Ptr) è lo strumento prioritario, individuato dalla L.R. 56/1977, di riferimento per la dimensione territoriale delle politiche di sviluppo della Regione Piemonte in coerenza e conformità con il Piano paesaggistico regionale (Ppr) e in coordinamento con gli indirizzi di sviluppo economico e sociale contenuti negli atti di programmazione regionale.

Nel 2017 sono state avviate le operazioni preliminari al processo di aggiornamento operando il monitoraggio dell’efficacia e degli obiettivi raggiunti dal Piano, nella loro dimensione territoriale, socio-economica e ambientale; in particolare, l’aggiornamento del Quadro di riferimento strutturale è stato prodotto dall’Istituto di ricerche economico sociali del Piemonte (IRES), mentre il Monitoraggio ambientale è stato predisposto da ARPA Piemonte.

Gli esiti di entrambi i documenti sono stati messi in relazione tra loro nell’ambito dell’elaborazione della Relazione sullo Stato dell’Ambiente (RSA), in forma sperimentale nel 2019 e in forma più strutturata nel 2020; per questa valutazione si è scelto di analizzare alcune zone del territorio regionale aggregandole come definito dal Ptr, attraverso gli Ambiti di integrazione territoriale.

Le analisi congiunte dei dati socio-economici e ambientali hanno anche consentito di dare avvio al Laboratorio regionale della sostenibilità, con la finalità di elaborare un metodo che possa descrivere in modo integrato la complessità del modello di sviluppo attuale in relazione alle caratteristiche territoriali e ambientali regionali, e che possa costituire la base per l’attuazione della Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS) in stretta relazione con la pianificazione e programmazione territoriale e con la Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici (SRCC).

Il Ptr attraverso l’aggiornamento del quadro di riferimento strutturale, dalla scala regionale a quella locale, dovrà indirizzare, mediante la concertazione con i territori, le pianificazioni locali e individuare le strategie territoriali di scala sovracomunale, in modo da creare le condizioni territoriali per perseguire gli obiettivi e programmare le azioni per favorire e sostenere lo sviluppo regionale in chiave sostenibile.

Strumenti e norme andranno, quindi, integrati con politiche di rigenerazione urbana e territoriale, di promozione di servizi e funzioni strategiche, per la qualità ambientale del territorio, degli spazi urbani e della città pubblica; occorrerà inoltre che tali strumenti e norme creino le condizioni per rafforzare la resilienza ai cambiamenti climatici, per perseguire un uso consapevole della risorsa suolo riducendone progressivamente il consumo e valorizzandone nel contempo la funzionalità ecosistemica.

Gli effetti dei diversi fattori che hanno generato l’attuale crisi del sistema economico nazionale e regionale hanno messo in discussione il modello di crescita che ha guidato le trasformazioni del territorio e ha posto il Piemonte di fronte a nuove esigenze di governo, di strategia e di progetto: da un lato l’esigenza di rilanciare l’economia e lo sviluppo soprattutto nei settori trainanti il sistema regionale, quale ad esempio quello edilizio, e dall’altro di garantire l’attuazione di un modello di sviluppo sostenibile, coerente con le strategie nazionali ed europee, capace di dare risposte al mutato quadro ambientale e climatico, in un sistema socio-economico che richiede agli Enti locali, dalla Regione, alle Province, alla Città metropolitana e ai Comuni, sempre più semplificazione, vicinanza ai territori, ai cittadini e alle imprese.

L’intento è quello di promuovere un progetto integrato di territorio per il Piemonte nelle sue tre componenti fondamentali: di conoscenza e di analisi del capitale territoriale regionale; di sintesi e armonizzazione dei nuovi temi, politiche e strategie territoriali e ambientali di natura globale, europea e nazionale; di inquadramento e guida per la programmazione regionale.
La natura strategica del Ptr richiede, pertanto, l’attualizzazione della visione delineata nel 2011, confermandone, rafforzandone o integrandone i contenuti, per costruire una nuova visione su cui fondare la revisione partendo da 8 temi di natura strutturale:
  • la coesione territoriale regionale e la cooperazione interregionale e internazionale;
  • la conoscenza del territorio, dei punti di forza e debolezza dei diversi “Piemonti”;
  • il sistema policentrico e multipolare;
  • la territorializzazione delle politiche e delle risorse per lo sviluppo regionale sostenibile;
  • l’integrazione delle politiche settoriali regionali;
  • la sostenibilità dello sviluppo e delle trasformazioni territoriali in attuazione delle strategie regionali (SRSvS, SRCC);
  • l’uso consapevole e sostenibile del suolo e la rigenerazione urbana e territoriale;
  • la semplificazione e la sussidiarietà.

I progetti territoriali strategici

La Regione Piemonte per tradurre concretamente gli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs), ha disegnato una visione dello sviluppo territoriale incentrata sulla sostenibilità nella programmazione economica cofinanziata dai Fondi Strutturali e di Investimento Europei in corso di attuazione.
Si evidenziano alcune iniziative che prevedono un approccio territorializzato nell’utilizzo delle risorse aggiuntive per lo sviluppo e la coesione e che convergono sul tema della Pianificazione territoriale secondo la prospettiva ambientale. Qui di seguito sono rappresentate le esperienze di:
  • La Strategia Nazionale Aree Interne
  • Lo Sviluppo Urbano Sostenibile
  • La Strategia per la Banda Ultralarga e la Strategia per la Crescita Digitale in Piemonte
  • Corona Verde

La Strategia Nazionale Aree Interne

Le Aree interne sono identificate come un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni, significativamente distanti dai principali centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità) e che in molti casi sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi, con ripercussioni sul trend demografico sia in termini di numero di residenti, sia di composizione per età e natalità; il potenziale sviluppo economico legato alle aree interne è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato da importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti.
Il concorso di tre livelli di governo, locale, regionale e nazionale, intende creare nuove possibilità di reddito e assicurare agli abitanti l’accessibilità ai servizi essenziali (sanità, istruzione e trasporti) per contrastare processi di marginalizzazione in atto o evitare che i fenomeni si manifestino.
Le azioni attuate in Regione Piemonte consistono nella definizione di un programma di investimenti integrato d’area gestito dai Comuni in forma associata che prevede l’attivazione di strumenti destinati sia al miglioramento nella fornitura di servizi essenziali in campo sanitario, scolastico e della mobilità che al sostegno all’avvio di processi di sviluppo locale (aiuti alle imprese per la creazione e il rafforzamento delle filiere produttive locali e finanziamento di progetti che valorizzino il patrimonio naturale e culturale delle aree e il miglioramento delle opportunità di formazione, occupazione e inclusione sociale mediante la progettazione e realizzazione di opere pubbliche e l’acquisizione di beni e servizi.

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PRIORITÀ

5P

SDG

1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI

1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

3.2 Ridurre le marginalità territoriali

PROSPERITÀ

PIANETA




Lo Sviluppo Urbano Sostenibile

La Regione, nel quadro della Politica di Coesione Europea, sostiene la crescita territoriale riconoscendo il ruolo strategico dei poli urbani e, contestualmente, rileva importanti criticità (nella qualità/quantità dei servizi di e-government ed e-health, relativamente all’efficienza energetica nonché alla competitività delle destinazioni turistiche) che richiedono l’attivazione di strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.
Con la previsione di un asse dedicato, Asse IV Sviluppo Urbano Sostenibile del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, si promuove la redazione di Strategie integrate per lo sviluppo nei sette capoluoghi di provincia: la Città di Alessandria, la Città di Asti, il Comune di Biella, la Città di Cuneo, il Comune di Novara, la Città di Verbania e la Città di Vercelli, al fine di renderli - secondo il paradigma smart cities - luoghi maggiormente innovativi, efficienti e competitivi.
Le Strategie sono indirizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
  1. miglioramento, nell'ambito dell'Obiettivo Tematico 2 della Politica di Coesione Europea “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) nonché il loro utilizzo e qualità”, dell’offerta di servizi digitali da parte delle Amministrazioni Pubbliche a vantaggio dei cittadini e delle imprese e con effetti diffusi a scala vasta;
  2. miglioramento, nell'ambito dell'Obiettivo Tematico 4 della Politica di Coesione Europea “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, del risparmio energetico di edifici pubblici non residenziali, a favore dell’abbattimento dei costi di gestione e delle emissioni climalteranti;
  3. miglioramento, nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 6 della Politica di Coesione Europea “Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse”, della valorizzazione dei poli culturali come volano della promozione turistica del territorio.
Le azioni consistono nella adozione di:
  1. soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di e-government interoperabili e di soluzioni integrate per le Smart Cities and Communities negli ambiti prioritari cultura-turismo, energia-ambiente, government e mobilità;
  2. interventi per l’eco-efficienza e la riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche attraverso interventi di ristrutturazione, ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti;
  3. interventi per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica, mediante la sostituzione di punti luce, l’istallazione di Smart lamp post in grado anche di erogare servizi smart e innovativi;
  4. interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, destinati ad attivare processi di sviluppo economico.

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PRIORITÀ

5P

SDG

1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI

1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

3. Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale

PROSPERITA’

PIANETA

La Strategia per la Banda Ultralarga e la Strategia per la Crescita Digitale in Piemonte

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che gli investimenti degli operatori privati in Italia sono insufficienti a permettere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea (DAE).
Le reti a banda ultralarga rappresentano un fattore chiave per lo sviluppo della Società dell’Informazione e sono una condizione abilitante per la crescita economica. La diffusione della banda ultralarga sul territorio, grazie alla maggiore velocità e affidabilità di trasmissione, abiliterà in modo significativo la diffusione dell’informazione, la condivisione e l’accessibilità del patrimonio pubblico, lo sviluppo e l’adozione di nuovi servizi digitali (o potenziamento degli esistenti), sia nel settore pubblico che privato, l’inclusione e la partecipazione dei cittadini, favorendo l’innovazione e il cambiamento in campo sociale ed economico.
Il Piano di Investimenti per la diffusione della banda ultralarga, cardine dell’investimento pubblico nelle reti infrastrtturali, è concepito in stretta sinergia con la Strategia per la crescita Digitale, dal momento che entrambe intendono contribuire all’aumento della digitalizzazione dell’economia e della società e di conseguenza delle potenzialità di innovazione del territorio.
A livello regionale, la due strategie convergono nelle misure che incidono sull’obiettivo tematico 2 della politica di coesione “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità” e nei contenuti programmatici di un asse dedicato: l’Asse II Agenda Digitale del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Gli investimenti perseguono l’obiettivo di migliorare la performance digitale del Piemonte, allineandola ai valori della media europea, prendendo in considerazione cinque dimensioni chiave: connettività, capitale umano, utilizzo dei servizi internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali riassunte nell’indice europeo DESI Index (The Digital Economy and Society Index).
Con le azioni in essere si intende:
  • garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea;
  • contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e la crescita economica, culturale e sociale del Paese, promuovendo l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese, creando nuove conoscenze e opportunità di sviluppo.
A livello di dotazione infrastrutturale è previsto il potenziamento delle dotazioni con la previsione di:
  • copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici
  • garanzia di internet veloce nelle aree dove gli operatori di mercato non hanno programmato di investire direttamente e ridurre le marginalità territoriali mettendo in condizione ogni territorio di disporre dell’infrastruttura di rete;
  • assicurare il rilegamento in fibra ottica delle sedi della Pubblica Amministrazione centrale e locale (edifici pubblici quali scuole, sedi e presidi sanitari, sedi delle forze dell’ordine, sedi comunali) e nelle aree industriali.


Per approfondimenti visita la pagina dedicata all'Agenda Digitale della Regione Piemonte e dell'Osservario ICT.

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27 PRIORITÀ

5P

SDG

1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

3. Cura e sviluppo del potenziale dei territori

PROSPERITA’

Il progetto strategico Corona Verde


Corona Verde è il progetto strategico che la Regione Piemonte ha attivato per dare attuazione alle proprie politiche paesaggistico-ambientali in ambito metropolitano, attraverso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde che mette a sistema e integra la Corona di Delizie delle Residenze Reali (sistema di Residenze sabaude elette a Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco) con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali presenti nell’area torinese, al fine di per salvaguardare natura e paesaggi e migliorare la qualità di vita degli abitanti.

Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche. 84 Comuni e altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato il Protocollo d’Intesa per condividere obiettivi e impegni. Il territorio interessato comprende la Città di Torino e altre 92 municipalità con un’estensione di quasi 165.000 ha e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti. Ai fini operativi questa area è stata suddivisa in 6 Ambiti territoriali coordinati da altrettanti Comuni capofila.
La partecipazione è garantita da una struttura di governo: una Cabina di Regia di ampia rappresentatività territoriale (MIBACT, Città metropolitana di Torino, sei Comuni capofila, Parco del Po e della Collina torinese) supportata da una Segreteria Tecnica, entrambe coordinate dalla Regione Piemonte, con il supporto scientifico del Politecnico di Torino.
Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni), in cui il Verde, al pari agli altri sistemi di rete tradizionali (trasporti, rete dei servizi, etc.), rappresenta un elemento fondante dello sviluppo urbano.
Il Masterplan è strutturato in 4 strategie che costituiscono le direttrici principali di Corona Verde:
  1. Potenziamento della rete ecologica
  2. Completamento e qualificazione della rete fruitiva
  3. Qualificazione dell’agricoltura periurbana
  4. Ridisegno dei bordi e delle porte urbane.
La fase operativa di Corona Verde sostenuta dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR-FESR 2007/2013) con 10 milioni di euro, si è conclusa con la realizzazione di 18 interventi sul territorio (corridoi ambientali e di fruizione, interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, parchi urbani, etc.) che sono parte della infrastruttura verde, disegnata dal Masterplan. Molti interventi si sono focalizzati sulla strategia dedicata alla fruizione: gli amministratori hanno evidenziato che è ancora necessario investire su tale aspetto per stimolare affezione al territorio da parte dei cittadini, unica garanzia per mantenere nel tempo le opere realizzate.
Corona Verde, quale intervento di riqualificazione urbana avanzato che mira alla conservazione della biodiversità e, parallelamente, alla valorizzazione di tale patrimonio in sinergia con quello storico e culturale, rappresenta pertanto un esempio concreto di green economy che gestisce in modo intelligente le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare ed il metodo di amministrazione, in una visione di flessibilità, diversificazione e interdisciplinarietà.

Il Bando Periferie

Con DPCM del 25/05/16 è stato approvato il cosiddetto Bando Periferie, con il quale si è inteso finanziare progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta (G.U. n. 127 del 1/06/16).
La Città Metropolitana di Torino ha elaborato e coordinato una proposta di progetto complessiva denominata TopMetro che coinvolge 11 Comuni contermini a Torino con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Contemporaneamente è emerso un forte interesse di questi Comuni per una progettualità trasversale che nel concetto di rigenerazione urbana e resilienza tenesse in conto le significative esperienze di governance maturate negli scorsi anni su Corona Verde con riferimento ad un’azione trasversale sul tema della mobilità sostenibile.
Corona Verde, infatti, rappresenta per il territorio della città metropolitana non soltanto un sistema di governo partecipato che ha come obiettivo la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde, ma ha anche consentito nel tempo l’avvio e il consolidamento di un sistema di rapporti e di metodo di lavoro tra tutti i soggetti coinvolti nella firma del suo Protocollo di Intesa. In particolare la collaborazione con i Comuni ha permesso la costruzione di un patrimonio di progettualità integrata e ha innescato una consapevolezza, senza bisogno di regole e vincoli, della dimensione sovralocale dei temi da affrontare: con Corona Verde si è concretizzato l’interesse del territorio a trovare soluzioni di rete per il recupero delle aree marginali a cavallo tra i confini comunali, quei bordi urbani che possono e devono essere oggetto di attenzione per contrastare i danni del cambiamento climatico alla città densa, per limitare il consumo di suolo, per portare nuovi servizi a disposizione degli abitanti migliorando la qualità di vita delle periferie.
La Regione, pertanto, ha messo a disposizione il patrimonio progettuale e relazionale costruito con Corona Verde al fine di caratterizzare le azioni singole presentate nel Dossier TopMetro, costruendo una scheda progetto di azioni immateriali utili a dotare le comunità locali di strumenti di programmazione e di gestione sostenibile, anche nelle aree di periferia, delle aree verdi e dei servizi legati alla mobilità ciclabile, prima e dopo la loro riqualificazione.
La scheda progetto presentata denominata Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, a cui sono stati destinati complessivamente circa 1,2 milioni di Euro, prevede la redazione di:
  1. un Piano per la Governance della Corona Verde teso ad individuare il modello di governo più efficace a garantire la gestione integrata e a scala sovralocale dell’infrastruttura verde metropolitana
  2. un Programma di Azione della mobilità ciclabile metropolitana, che prevede la pianificazione di una rete diffusa di percorsi ciclabili sicuri e segnalati a partire dal sistema già esistente per spostamenti casa/lavoro/scuola e turistico/ricreativi, la localizzazione e la progettazione di stazioni bike-sharing diffuse a potenziamento del servizio To-Bike, l’individuazione e la progettazione di punti d'interscambio bici/treno, bici/bus, bici/metro e l’individuazione di punti multifunzionali di parcheggio/noleggio/sharing/riparazioni.

Il progetto è stato ammesso a finanziamento con DPCM del 29/05/17 e in data 27/12/17 è stata sottoscritta la Convenzione tra Città Metropolitana di Torino e la PCM per la realizzazione del progetto “Top Metro” di cui la Regione Piemonte rappresenta uno dei soggetti attuatori. Successivamente il 12/07/18 Città Metropolitana di Torino e gli Enti attuatori degli interventi del Dossier “Bando periferie Top Metro” (compresa la Regione Piemonte) hanno sottoscritto un Accordo di partenariato per dare attuazione al progetto. A causa di una sospensione del finanziamento dovuta al Decreto Milleproroghe 2018 le attività sono state sospese fino all’approvazione della Legge di Bilancio 2019 che ha permesso di dare nuovamente il via alla realizzazione del progetto previa modifica degli atti formali e loro approvazione con DGR 121 – 9028 del 16/05/19.

Comprensorio di Stupinigi

Il Parco di Stupinigi, essendo uno dei nodi fondamentali e polo di valore naturale e culturale dell’infrastruttura verde metropolitana torinese – Corona Verde è stato inserito tra le aree da finanziare. Si è pertanto potuto proseguire nel percorso di riqualificazione che era stato portato avanti con i precedenti fondi del POR FESR 2007-2013 con la realizzazione del progetto Nichelino.06.
Il progetto ha l’obiettivo principale di proseguire l’attività di riqualificazione della rete dei tracciati esistenti per migliorare la fruibilità del Parco e la sua connessione con il territorio circostante in particolare con l’infrastruttura verde metropolitana e di mettere a sistema le cascine storiche presenti, tutelando al contempo le componenti di pregio ambientale. Si vuole restituire un telaio di strade quiete, percorribili prevalentemente in bici, che renda appetibile e accessibile la piana a sud del Parco e i territori rurali limitrofi, mettendo in rete i centri e i beni isolati ancora leggibili tra il Sangone e il Chisola.
Rispetto ai precedenti interventi che hanno riguardato prevalentemente il ripristino di rotte longitudinali rispetto alla Palazzina di Caccia, si interviene per riqualificare percorsi e rotte che si sviluppano ortogonalmente andando a collegare tra loro le cascine storiche attualmente utilizzate ed affittate. Tale processo di riqualificazione è volto a realizzare le condizioni favorevoli all’attrazione di maggiori flussi turistici e a creare condizioni che possano rappresentare un efficace volano di sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale presente nel Parco. Allo stesso tempo sono previsti interventi di tutela della componente naturalistica di pregio presente all’interno del Parco, attraverso una maggiore protezione e la chiusura al pubblico di un’area naturalistica all’interno del Parco. In tale area sono presenti specchi d’acqua che ospitano specie di anfibi e rettili inserite tra quelle a maggior protezione negli elenchi della Direttiva Habitat. La realizzazione di una porzione di territorio lasciata all’evoluzione naturale assume particolare importanza ovviamente per la tutela della biodiversità ma anche per la sua funzione divulgativa, didattica ed educativa all’interno di progetti di visite guidate.
Le principali linee di azione sono le seguenti:
  1. Implementare le connessioni del Parco con l’infrastruttura verde di Corona Verde;
  2. Tutelare e conservare il sistema storico originario delle rotte di caccia,
  3. Tutelare e conservare il sistema idraulico naturale e quello realizzato nel XVIII che costituiscono la rete irrigua del Parco Naturale;
  4. Rendere fruibili in modo sostenibile tutti i percorsi ciclo-pedonali del Parco;
  5. Migliorare o ricostruire le caratteristiche naturalistico-ambientali del contesto;
  6. Garantire la sicurezza nelle intersezioni con la viabilità esistente.

LA COMUNICAZIONE DEL PAESAGGIO E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Avvalendosi dello strumento, ormai consolidato, del sito Paesaggiopiemonte, si è proseguito con la divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche, tramite la redazione di articoli e l’invio della newsletter collegata, che conta attualmente circa 1.700 iscritti.

Nell’ambito delle attività di divulgazione delle tematiche inerenti al paesaggio si è, inoltre, organizzato un convegno (via web), nell’ambito dell’iniziativa #vettoridisostenibilità, dedicato all’importanza del paesaggio quale fattore di sostenibilità, a vent’anni dall’entrata in vigore della Convenzione Europea del Paesaggio; l’appuntamento ha avuto come relatori docenti universitari di diverse formazioni, e ha visto la partecipazione media di un centinaio di spettatori.

ATTIVITÀ DI TUTELA E VALORIZZAZIONE DEGLI ALBERI MONUMENTALI

In ottemperanza a quanto richiesto dalla Legge 10/2013 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, la Regione svolge attività di indagine sul territorio piemontese, finalizzate a individuare esemplari arborei da inserire all’interno del censimento degli alberi monumentali, in particolare in aree del Piemonte poco coperte da segnalazioni, al fine di completarlo.

La campagna di indagine, partita nell’estate 2018 e proseguita fino alla primavera 2020, ha consentito, nell’anno in corso, di esaminare un gruppo di 39 nuovi alberi o insiemi omogenei nell’ambito del gruppo di lavoro costituito a livello interdirezionale, integrato dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’approvazione degli elenchi aggiornati.

Nella riunione istruttoria tenutasi in data 18 giugno 2020 sono stati ritenuti meritevoli n. 32 esemplari arborei, inseriti, con D.D. 20 luglio 2020, n. 345 nell’elenco degli alberi monumentali del Piemonte.

Nel corso del 2020, il Settore ha inoltre collaborato con il Settore Foreste nel supportare amministrazioni comunali e privati in merito a questioni procedurali legate alla necessità di intervenire su alberi monumentali ex l. 10/2013 inseriti al contempo in aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs. 42/2004 e s.m.i. o su alberi monumentali con vincolo paesaggistico apposto con specifico provvedimento.