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AREE NATURALI TUTELATE E BIODIVERSITÀ

L'argomento Aree Naturali Tutelate rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre

Monitoraggio direttive Habitat e Uccelli

Secondo quanto previsto dall'art. 11 della Direttiva Habitat, gli Stati Membri sono tenuti a garantire la sorveglianza dello stato di conservazione degli habitat e delle specie (elencate negli Allegati I, II, IV e V) di interesse comunitario su tutto il territorio nazionale.

I risultati del monitoraggio devono essere trasmessi alla Commissione Europea in accordo con l'articolo 17 della Direttiva Habitat, che prevede ogni sei anni l'elaborazione di un Rapporto Nazionale sullo stato di attuazione delle disposizioni della Direttiva stessa.

Analogamente, il monitoraggio dello stato di conservazione è un'attività indispensabile anche per valutare il raggiungimento di quanto previsto all'art. 2 della Direttiva Uccelli, ovvero il conseguimento per tutte le specie di avifauna di un livello adeguato di conservazione.

Dall’entrata in vigore della Direttiva Habitat sono già stati prodotti dagli Stati Membri quattro National Report, di cui l’ultimo si riferisce al periodo 2013-2018 e i cui risultati sono stati pubblicati nel 2019 con le valutazioni dello stato di conservazione delle specie e degli habitat.

Il IV Report è stato predisposto con il coordinamento nazionale della Direzione Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente, con il supporto tecnico di ISPRA e la collaborazione delle principali Società scientifiche nazionali; le attività di monitoraggio e di rendicontazione sono state effettuate dalle Regioni e Province Autonome. Tale collaborazione ha consentito di raccogliere, elaborare, revisionare e validare una enorme mole di dati e di definire le valutazioni sullo stato di conservazione necessarie alla compilazione dei format predisposti dalla Commissione Europea.

In Regione Piemonte tale attività è stata svolta in collaborazione con l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente e l’Università degli Studi di Torino e ha visto il forte coinvolgimento dei soggetti gestori dei siti Natura 2000 (Aree protette e Province). I dati trasmessi al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA rappresentano un aggiornamento rispetto al III Report in quanto sono il risultato delle più recenti attività di rilievo su campo e di analisi dei dati dei monitoraggi condotti dai Soggetti gestori dei siti Natura 2000 e dall’IPLA.

A seguito della conclusione IV Report, è proseguita l’attività di formazione del personale dei Soggetti gestori e di monitoraggio in campo delle specie e degli habitat per il nuovo ciclo di Reporting 2019-2024, anche sulla base di nuove indicazioni tecnico-scientifiche fornite dal Ministero e dall’ISPRA.

Sempre nel 2019, si è conclusa, con la trasmissione alla Commissione europea, anche la rendicontazione nazionale ai sensi dell’art. 12 della Direttiva Uccelli.

In Piemonte la rendicontazione si è basata sulla sintesi dei dati raccolti con AVES.PIEMONTE, piattaforma d’informazione per gli ornitologi e gli osservatori di uccelli e di altri gruppi faunistici della Regione Piemonte, e la fattiva collaborazione del GPSO (Gruppo Piemontese Studi Ornitologici).

PAF - Prioritized Action Framework
(quadro di azioni prioritarie per la Rete Natura 2000)


In adempimento dell’art. 8, paragrafo 1, della Direttiva Habitat, gli Stati membri sono tenuti a trasmettere alla Commissione le proprie stime relative al cofinanziamento dell’Unione europea che ritengono necessario al fine di adempiere agli obblighi in relazione a Natura 2000. Ciò comporta l’individuazione delle esigenze ecologiche degli habitat e delle specie presenti nei siti RN2000, la predisposizione Misure di Conservazione/Piani di Gestione e la conseguente individuazione delle azioni prioritarie da finanziare. A tale scopo la Commissione Europea ha predisposto un apposito format, denominato PAF - Prioritised Action Framework, finalizzato ad individuare le priorità di intervento per la corretta ed efficace gestione degli habitat e delle specie tutelati dalla Rete Natura 2000, per la stima dei relativi fabbisogni finanziari e per l’individuazione delle potenziali fonti di finanziamento per realizzare tali priorità.  In Italia il PAF viene compilato dalle singole Regioni. Per il Piemonte un primo PAF era stato già predisposto per il periodo 2014-2020 (approvato con D.G.R. 20 aprile 2015, n. 1325).

Lo scopo del documento è di fornire una panoramica generale nel periodo di riferimento del QFP 2021-2027 per la programmazione dei Fondi europei delle misure necessarie per attuare la rete Natura 2000 e la relativa infrastruttura verde, e indicare un quadro del fabbisogno finanziario per tali misure in vista della loro integrazione nei pertinenti programmi di finanziamento della Politica Agricola Comune (PAC), della Politica di coesione, Politica della pesca e acquacoltura e del Programma per l’Ambiente LIFE dell’UE

Il PAF fornisce, nell’ambito della predisposizione dei Programmi, indicazioni per le analisi di contesto iniziale, costituisce base fondamentale per l’identificazione, in sede di definizione dei contenuti dei Programmi, dei fabbisogni del territorio rispetto alle tematiche trattate e agevola le amministrazioni responsabili nel perseguire gli obiettivi di tutela dell’ambiente naturale e della biodiversità che costituiscono uno degli obiettivi generali nelle disposizioni regolamentari che indirizzano la programmazione dei fondi europei 2021-2027.

Tutto ciò in considerazione del fatto che non è prevista una linea di finanziamento specificatamente dedicata a RN2000. L’intento della Commissione europea è stato quello di integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche di sviluppo e di gestione del territorio europeo.

Nel 2019 è stata predisposta la bozza del PAF per il Piemonte, corrispondente al periodo del QFP 2021-2027 (quadro finanziario pluriennale) e, dopo la fase di condivisione con le strutture regionali competenti per la gestione di risorse di derivazione comunitaria, è stato approvato nel 2020 con D.G.R. 18 dicembre 2020, n. 4-2559.

La definizione della Rete Ecologica Regionale

La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile si è posta l’obiettivo di ridurre dal 50% al 30% le specie animali e vegetali minacciate, arrestando la perdita di biodiversità, garantendo una gestione sostenibile delle risorse naturali e creando una comunità con territori resilienti.
Con la DGR 27-7183 approvata il 3/03/14 è stato formalizzato gruppo di lavoro interdirezionale per la realizzazione della Rete Ecologica Regionale al quale Arpa Piemonte fornisce supporto tecnico scientiofico.
L'obiettivo del gruppo di lavoro è coordinare l'implementazione del disegno di Rete Ecologica Regionale contenuto negli strumenti di pianificazione regionale e previsto dalla LR 19/09 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità" .

La metodologia adottata, volta a identificare e cartografare le aree più importanti per la conservazione della biodiversità, è stata sviluppata precedentemente in Lombardia, Veneto, nei Carpazi e in altre aree del mondo e si può riassumere in questi sei punti:
  1. Identificazione delle aree sorgenti di biodiversità applicando il metodo espert based già utilizzato in Regione Lombardia (Bogliani et al, 2007)
  2. Applicazione a scala provinciale della metodologia regionale di riferimento per l'individuazione degli elementi della rete ecologica regionale (metodologia elaborata da Regione Piemonte e Arpa Piemonte e approvata dalla Giunta Regionale con la DGR 52-1979 del 31/07/15 “Legge regionale del 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità". Approvazione della metodologia tecnico-scientifica di riferimento per l'individuazione degli elementi della rete ecologica regionale e la sua implementazione.”)
  3. Conseguente individuazione delle situazioni di maggiore criticità (es. restringimenti, previsioni in contrasto, infrastrutture impattanti) e delle maggiori criticità della matrice diffusa e delle aree sorgenti
  4. Analisi della rete ecologica attualmente identificata dal PTP a partire dalle componenti faunistiche e vegetazionali in base a quanto emerso dai precedenti approfondimenti
  5. Monitoraggio delle componenti faunistiche e vegetazionali di maggior rilievo
  6. Studio di fattibilità per gli interventi di deframmentazione del territorio in presenza di infrastrutture viarie o insediative su varchi critici

La metodologia completa è presente come allegato alla suddetta DGR e sul sito dell'Arpa Piemonte.

Stato di avanzamento lavori

Le attività sono proseguite nel 2020 con l’aggiornamento sia delle basi dati cartografiche di partenza sia di alcuni aspetti del processo metodologico.

Considerato che nell’ultimo quinquennio è stata prodotta la rete ecologica per il Quadrante Nord Est della Città Metropolitana di Torino, per la Provincia di Novara, per il Territorio Unesco “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe – Roero e Monferrato” e per la Città Metropolitana di Torino, questi ultimi tre consultabili e scaricabili dal Geoportale della Regione Piemonte http://www.geoportale.piemonte.it/geocatalogorp/?sezione=catalogo, l’obiettivo è stato di elaborare la rete ecologica estesa all’intero territorio regionale sotto gli 800mt di altitudine e sperimentare un approccio simile per il territorio sopra la suddetta quota.

Grazie al Progetto Piano Integrato Tematico - PITEM – Biodiv'Alp | Regione Piemonte si è avviata una nuova fase che, pur essendo focalizzata sulla Provincia di Cuneo, può essere un’occasione per riesaminare l’intero metodo, verificare la possibilità di reperire delle banche dati regionali per la validazione del metodo e utilizzare il “Tavolo degli Esperti”, come già successo durante l’esperienza della Rete ecologica di Novara, per condividere le loro conoscenze sui vari taxa e temi focali per il territorio in oggetto.

Nell'arco del 2020 e inizio 2021 è stato pertanto possibile concentrarsi sull’aggiornamento della cartografia utilizzata per la realizzazione della carta degli habitat, confrontarsi con i partner francesi che partecipano al progetto PITEM attraverso un seminario tenutosi in videoconferenza il 15-10-2020 e riconsiderare alcuni aspetti della metodologia per l’individuazuone delle Aree Valora Ecologico.

La Banca Dati di riferimento resta la BDTRE (Banca Dati Territoriale di Riferimento degli Enti piemontesi) revisionata considerevolmente dal CSI nell’ultimo aggiornamento 2019. Quest’ultima integrata, al fine di migliorare la qualità descrittiva dello strato vegetazionale, con la Carta Forestale (edizione 2016) e Anagrafe Agricola (edizione 2018). 

Con il territorio della Provincia di Cuneo si è avviata la sperimentazione per le aree che si estendono al di sopra degli 800 mt di quota, finora escluse dalla metodologia, per carenza della qualità dei livelli informativi negli ambienti aperti di alta quota.

 Al di sopra del limite sopra indicato si è pertanto deciso di semplificare la “legenda degli habitat di riferimento”, con una legenda più speditiva, includendo le aree montane che presentano minori problematiche in termini di connettività ecologica e frammentazione territoriale.  La nuova legenda è caratterizzata da habitat ricadenti nel primo livello di classificazione degli habitat Eunis  e la base conoscitiva non sarà più definibile come carta degli habitat ma una carta di uso del suolo. 

Un altro aggiornamento che ha interessato la metodologia per la definizione della rete ecologica piemontese riguarda l’individuazione delle Aree a Valore Ecologico; da un’accurata analisi dei risultati ottenuti sulle aree per le quali è già stata prodotta la rete ecologica si è riscontrato che alcuni ambienti ed endemismi di particolar pregio naturalistico venivano esclusi; questo a causa delle basi dati cartografiche impiegate nelle elaborazioni.

Per ovviare a queste carenze si è deciso di integrare gli elementi della rete con il dato delle Aree di Valore Ecologico Esogene costituite da ambienti naturali o seminaturali che non soddisfano le condizioni per l’individuazione delle AVE ma risultano inclusi all’interno dei siti della RN2000. Il confronto tra i risultati pre e post integrazioni dei Siti Rete Natura 2000 è osservabile nelle due immagini che seguono relative alla Città Metropolitana di Torino.

Figura 1
Aree Valore ecologico originali



Fonte: Arpa Piemonte

Figura 2
Aree Valore ecologico dopo integrazione dei Siti Natura 2000



Fonte: Arpa Piemonte


Come si può notare il poligono colorato in rosa che delimita il Sito Natura 2000 “Oasi xerotermiche della Valle di Susa - Orridi di Chianocco e Foresto” e che va ad integrare le Aree di Valore Ecologico originali (colorate in viola), aggiunge le praterie xerofile a Bromus erectusche diversamente non verrebbero incluse. La carta degli habitat, infatti, identifica quelle stesse praterie con il codice Eunis “E2.1 Pascoli mesofili permanenti e prati brucati dal bestiame” habitat escluso dalle Aree a Valore Ecologico.

Nelle Aree di Valore Ecologico Esogene vanno considerate anche eventuali aree inserite all’interno della BD Zone Umide del Piemonte (D.G.R. n. 64-11892 del 28/07/2009) che soddisfano le seguenti condizioni:

  1. essere occupate da torbiere;
  2. essere occupate da stagni, lanche e canneti e ricadenti all’interno dei siti della Rete Natura 2000 o delle IPA (Important Plant Areas).

Consulta il geoportale per la visualizzazione delle Zone Umide in Piemonte.

È in corso di valutazione inoltre l'estensione dello sviluppo della metodologia ai territori fino ai 1400 mt di quota, inizialmente non previsto dalla metodologia approvata; questa  soluzione è accreditata dal presupposto che realizzare la rete ecologica in aree tipicamente montane dove le infrastrutture viarie hanno un ruolo marginale, le interferenze antropiche sono poco significative e non sussistono condizioni particolarmente problematiche legate consumo di suolo, non comprometterebbe la buona riuscita dei risultati che si otterrebbero anche con una base dati di partenza meno dettagliata.

Permangono tuttavia lungo i principali fondovalle situazioni di maggior interferenza antropica e relativa compromissione della connettività ecologica per la fauna selvatica dovuti all’intensa transitabilità dei veicoli e dei mezzi pesanti verso i valichi montani di confine.  Lungo queste aree è quindi necessario orientare approfondimenti e valutazioni per l’identificazione di situazioni di maggior criticità; per tale ragione le porzioni di territorio limitrofe ai principali assi stradali vallivi saranno incluse all’interno della metodologia “classica” anche oltre i 1400 mt di altitudine.

PROTEZIONE DELLA BIODIVERSITÀ e DEL PAESAGGIO MEDIANTE ACCORDI DI CUSTODIA


Il 2021 ha visto lo sviluppo di iniziative di sperimentazione di modelli di gestione del territorio basati sul valore aggiunto portato dall’alta qualità ambientale attraverso la aggregazione di reti di aziende agricole e soggetti attivi nella conservazione della natura.

Tali iniziative, note e normate in Europa e Nord America con il termine di  Landstewardship  e tradotte in Italia con il  termine “Custodia del Territorio”, sono sempre più auspicate anche a livello comunitario perché implicano una presa di coscienza degli attori del territorio indispensabile per la consapevolezza dell’importanza del capitale naturale e dei relativi servizi ecosistemici forniti alla collettività.

La “Custodia del Territorio”  implica che il proprietario del terreno (a cui spesso si riferisce un bene ambientale o culturale) diventi un soggetto attivo nella conservazione e nella valorizzazione del proprio territorio con un impegno con un’associazione o un ente, che stipula un contratto di utilizzo a lungo termine in base al quale il terreno viene curato e gestito ai fini della sua conservazione in cambio di aiuti e servizi quali supervisione professionale, assistenza pratica per compiti specifici o di aiuto per la richiesta di sussidi per la gestione. Un elemento importante per la partecipazione delle aziende agricole è giocato dalla formazione e dalla valorizzazione delle aree interessate attraverso azioni di promozione e di marketing territoriale basati sulla convinzione, come cita la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 che gli agricoltori “sono i custodi delle nostre terre e, in quanto tali, svolgono un ruolo essenziale nel preservare la biodiversità: sono tra i primi a risentire delle conseguenze della sua perdita, ma anche tra i primi a beneficiare del suo ripristino”.

Tra le iniziative sviluppatesi recentemente si cita il Progetto LIFE Orchids, che vede protagonisti in Piemonte l’Università di Torino (Orto Botanico) e l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Parco Po Piemontese ed ha come obiettivo la conservazione delle orchidee spontanee anche attraverso la reintroduzione di esemplari derivanti da germinazione in vitro in terreni con diverso utilizzo, ma con particolare interesse vigneti e noccioleti con i proprietari dei quali sono in corso di stipulazione 50 Accordi di Custodia.

Il progetto semplice 5 “Probiodiv” del Piano Integrato Tematico – PITEM Biodiv’Alp Finanziato dal programma Europeo di Cooperazione  Transfrontaliera Italia Francia ALCOTRA 2014 – 2020 mediante il coinvolgimento degli Enti Parco si prefigge di costituire Comunita’ Custodi della biodiversità, in quattro aree pilota caratterizzate dall’esistenza di solidi elementi di aggregazione territoriale e vocate al raggiungimento degli obiettivi di tutela e valorizzazione della biodiversità:  nel Parco Alpi Cozie, in Val di Susa, nei comuni di Mompantero e Bussoleno, nell’ambito del perimetro della ZSC delle Oasi Xerotermiche; nel Parco delle Alpi Marittime, in Alta valle Tanaro a il vallone di  Carnino, nel comune di Briga Alta;  nel Parco del Monviso, in Valle Po, nel comune di Ostana ;  in valle Grana, nei comuni maggiormente colpiti dalla piralide del bosso. In questo progetto sono previste una carta d’intenti per ogni Comunità Custode ed una serie di azioni ed accordi di custodia specifici.

In 3 dei paesaggi rurali tradizionali mappati nell’ambito del progetto ISMEA-Rete Rurale Nazionale (Valle Uzzone, Baraggia di Rovasenda e Trino) tra gli interventi di valorizzazione sotto gli aspetti ambientali, sociali, didattici e culturali ARPA Piemonte ha condiviso con gli Enti Locali, portatori di interessi, Aree protette competenti per il territorio (Parchi Po e Ticino) e con esperti in campo socio-agronomico (IRES Piemonte e Strada del Riso Vercellese di Qualità)  la definizione di Linee Guida di Buone Pratiche nelle varie filiere agricole del territorio. Aderendo a questo disciplinare le aziende agricole e turistiche potranno iscriversi al Registro delle aziende Custodi del Paesaggio, stipulando un apposito “Accordo di custodia” per sancire l’impegno che il custode si assume nei confronti della comunità a preservare il territorio di cui è proprietario. Sono attualmente in corso gli incontri territoriali per la sottoscrizione degli impegni e per la definizione dell’organizzazione del sistema di Custodia e su come valutare la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione.

Nel territorio della Baraggia di Rovasenda è stato costituito da un gruppo di risicoltori biologici il “Biodistretto del Riso Piemontese a tutela del territorio della Isoetes malinverniana” con lo scopo generale di valorizzare e promuovere le produzioni biologiche in tutti i suoi sviluppi ed evoluzioni, riconoscendo prioritariamente gli obiettivi di conservazione degli habitat e della specie di interesse comunitario della specie minacciata Isoetes malinverniana, tutelata dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC), IT1120026 “Stazioni di Isoetes malinverniana”.

In particolare per quanto riguarda il reticolo irriguo di competenza aziendale, gli aderenti si impegnano a salvaguardare gli habitat di vegetazione acquatica e in caso di presenza o vicinanza di colonie di Isoetes malinverniana ad adottare le misure di conservazione del sito Natura2000 ed a darsi disponibili per interventi di reintroduzione controllata in virtù dell’estrema minaccia per le ultime popolazioni residue.

Il Biodistretto condivide inoltre i Criteri e le Linee Guida per l’adesione delle aziende agricole alle mappe del paesaggio rurale di importanza regionale “Baraggia Vercellese e Biellese”, custodendo e valorizzando nei terreni in proprietà gli elementi caratteristici del paesaggio e della rete ecologica.

Infine merita ricordare come l’acquisto diretto da parte di privati di terreni che accolgono ambienti naturalisticamente significativi sia uno strumento  concreto ed efficace per sottrarre dalla distruzione e custodire con prospettive di lungo periodo siti e microhabitat che conservano un elevato valore ecosistemico. In tal senso si segnala l’azione di acquisto tramite una sottoscrizione e un appoggio delle associazioni ambientaliste Legambiente e ProNatura, dell’alneto di Santonco in comune di Piovà Massaia, promossa dall’associazione “Terre, Boschi, Genti e Memorie” un’associazione fondata nel 1993 per la tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico del Nord Astigiano. L’alneto di Santonco, un prezioso ambiente forestale primario, si innesta in un sistema integrato di microaree protette realizzato dall’associazione nell'arco di 25 anni, consistente in un mosaico di 15 siti (formazioni forestali paranaturali, ambienti umidi lentici e lotici di fondovalle e lembi di prateria xerica a elevata naturalità) soggetti a protezione integrale per una superficie complessiva di circa 40 ettari.

Iniziative di protezione della biodiversità

Traslocazione della popolazione del lepidottero Zerynthia polyxena dal sito di Chiomonte oggetto di ampliamento cantiere della Nuova Linea Ferroviaria Torino Lione SezioneInternazionale e allestimento di un corridoio ecologico.

Lo studio effettuato dal Laboratorio di Zoologia del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università sulla presenza di Zerynthia polyxena in Val Clarea presentato nella edizione 2020 di questa Relazione aveva constato come la specie è destinata naturalmente ad estinguersi a causa del progredire della colonizzazione boschiva degli ambienti erbacei dove si sviluppa la pianta nutrice e del ridotto contingente di individui.

Con costi a carico del cantiere della Maddalena della Nuova Linea Ferroviaria Torino Lione Sezione Internazionale, nel corso del 2020 sono stati effettuati gli interventi allo scopo di portare la popolazione locale verso uno stato conservazione favorevole.

Gli interventi hanno previsto:

  • Il ridimensionamento del cantiere in modo da non sopprimere tutta la sottopopolazione ma lasciarne in vita un nucleo;
  • Il miglioramento dell’habitat della porzione non intaccata dal cantiere per massimizzarne la qualità;
  • La realizzazione di piccole radure di collegamento tra la porzione residua di habitat e la più vicina sotto popolazione vitale;
  • La traslocazione nelle radure neocostituite di piante di Aristolochia pallida su cui si nutrono i bruchi di Zerynthia polyxena e di circa 100 larve (forme preimmaginali) raccolte nell’area che verrà intaccata dal cantiere;
  • Interventi di diradamento del bosco nei dintorni delle radure.


Gli interventi sono stati realizzati in ottemperanza delle prescrizioni della D.G.R. n. 17-6445 del 2 febbraio 2018 e delle Delibere CIPE 19/2015, 30/2018 e 39/2018 (in particolare le prescrizioni 135, 136 e 137)  è quella di salvaguardare la popolazione di Zerynthia polyxena, altrimenti  compromessa dall’allargamento del cantiere di Chiomonte, anche con il rimescolamento genetico di due sottopopolazioni, ovviando alla frammentazione della presenza della specie.

Nello stesso tempo è stato studiato se altri gruppi tassonomici potessero beneficiare della realizzazione di aree aperte dentro il bosco, nello specifico falene, coleotteri saproxilici, farfalle e chirotteri.

Al termine delle attività, dopo la valutazione della colonizzazione e dell’utilizzo del corridoio ecologico da parte dei diversi gruppi indagati, nell’autunno 2021, sono previsti eventuali ulteriori miglioramenti forestali del corridoio ecologico e/o dell’area limitrofa.

Figure 3 - 8
Particolari degli interventi di traslocazione effettuati



Fonte: Arpa Piemonte



Fonte: Arpa Piemonte



Fonte: Arpa Piemonte



Fonte: Arpa Piemonte



Fonte: Arpa Piemonte



Fonte: Arpa Piemonte

UNESCO - Riserve della Biosfera MaB

In Piemonte sono presenti tre Riserve della Biosfera riconosciute dall’UNESCO nell’ambito del Programma Man and Biosphere, si tratta di zone di pregio ambientale che rappresentano un modello di eccellenza nel rapporto equilibrato tra uomo e natura dove si sperimentano, con il coinvolgimento delle comunità locali, modelli di sviluppo “consapevoli” orientati a coniugare lo sviluppo economico e sociale con l’attenzione alla conservazione delle risorse naturali delle aree interessate, in particolare della biodiversità.

In coerenza con le loro finalità istituzionali, alcuni Enti di gestione delle Aree protette, insieme ad un vasto parternariato locale, hanno promosso l’istituzione delle Riserve della Biosfera e ottenuto dall’UNESCO il prestigioso riconoscimento.

Riserva della Biosfera Area MaB Ticino, Val Grande, Verbano

L’area interessa 170 Comuni tra Lombardia e Piemonte con un’estensione di circa 322.000 ettari, comprende quattro Enti Parco, tra cui l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e Lago Maggiore in Piemonte e 48 siti della rete Natura 2000 ed è caratterizzata da un patrimonio culturale, identitario e paesaggistico unico in una cornice di ecosistemi naturali, semi-naturali e di agroecosistemi di qualità. La Riserva della Biosfera coinvolge un ampio parternariato locale che ha definito una comune strategia comprendente la gestione degli ecosistemi naturali e iniziative di sviluppo responsabile.

Nel corso del 2020, l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, nell’ambito delle attività della Riserva della Biosfera MAB Ticino Val Grande Verbano, ha operato con numerose iniziative volte a diffondere buone pratiche in materia di sostenibilità in particolare connesse alla valorizzazione ambientale, alla gestione virtuosa degli ecosistemi naturali, alla conservazione delle pratiche agricole tradizionali e alla salvaguardia della biodiversità. Altro fronte importante di attività ha riguardato il sostegno ai progetti del territorio relativi ad attività strategiche nell’ambito della sensibilizzazione ed educazione ambientale, nonché la promozione di progettualità di valorizzazione territoriale, del turismo di prossimità e di iniziative finalizzate alla conoscenza del patrimonio culturale e identitario dell’area MAB. Tra queste iniziative, si annoverano le seguenti:

  • il progetto “Aretè - acqua in rete”, laboratorio di esportazione buone pratiche in area transition della Riserva consistenti in interventi di valorizzazione, salvaguardia del reticolo irriguo per migliorare la circolazione dell’acqua e la diversificazione eco-sistemica, la creazione/riqualificazione di aree umide, l’incremento delle superfici gestite a marcita o prato allagato, la realizzazione di tessere agroambientali, il ripristino delle bose, la riqualificazione boschi igrofili, interventi di miglioramento forestale;
  • la produzione di materiale audiovisivo informativo e ludico-didattico a supporto dell’attività educativa da remoto, quali ad esempio quelli del progetto "Parco Learning: diventa un piccolo naturalista", iniziativa di educazione ambientale dell'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e Lago Maggiore;
  • il progetto #inlineacolparcoticino, che ha popolato i canali social con video divulgativi a carattere naturalistico e laboratori a tema per i più piccoli;
  • la realizzazione del video divulgativo “Proud to share” volto a comunicare gli elementi identitari della Riserva e fornire un supporto illustrativo evocativo per la conoscenza del territorio MAB;
  • a produzione di una cartellonistica identificativa unitaria per l’area MAB;
  • il lancio di una newsletter dedicata agli attori e ai portatori di interesse della Riserva MAB, volta a segnalare opportunità relative a bandi e contributi;
  • approfondimenti sul territorio, buone pratiche, eventi, progetti ed iniziative aventi come tema conduttore la sostenibilità.

Riserva della Biosfera transfontaliera del Monviso

La Riserva interessa un ampio territorio tra Italia e Francia costituito, in Italia, da una core area formata dal Parco naturale del Monviso e da una buffer zone composta da 86 comuni in provincia di Cuneo e di Torino e 20 in Francia dall’area del Parco regionale del Queyras e alcune aree limitrofe. Obiettivo della Riserva è attuare una strategia di sviluppo, in stretta collaborazione con gli operatori locali e i soggetti rappresentativi del territorio, che coniughi la gestione degli ecosistemi naturali con iniziative di sviluppo sostenibile in campo energetico, turistico e delle produzioni primarie.

Nel corso del 2020, il Parco del Monviso ha svolto attività di coordinamento unitamente al Parco regionale francese del Queyras e alcune attività di particolare interesse e rilievo nazionale, in particolare:

  • 3° edizione del “MAB UNESCO Monviso Youth Camp”. Nei primi due anni il Camp ha avuto l’obiettivo di sensibilizzare i partecipanti (negli anni precedenti 25 ragazzi italiani e francesi tra i 15 e i 18 anni) sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, dei cambiamenti climatici e del Programma MAB UNESCO mediante incontri, dibattiti e azioni concrete sulla sostenibilità ambientale e di coinvolgimento nella gestione della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso quali agenti del cambiamento e della promozione di una società più equa e sostenibile. Il MAB UNESCO Monviso Youth Camp ha avuto un notevole successo a livello nazionale e internazionale, in particolare, è stato presentato come buona pratica rappresentante dell’Italia a EUROMAB 2019 (Dublino, Aprile 2019). L’evento 2020 programmato e in fase di avviamento – causa la pandemia – è stato rinviato all’estate 2021.
  • 4° edizione dei trofei MAB UNESCO: si tratta riconoscimenti frutto di concorsi (che nella Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso assumono un carattere transnazionale) volti a premiare progetti di eco-cittadinanza innovativi che si possano tradurre in buone pratiche replicabili su altri territori. Nel 2020 il concorso, rivolto a tutti gli operatori della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso - aziende, associazioni, persone fisiche o scuole - ha riguardato progetti attinenti a: agricoltura locale e responsabile, vita e lavoro nella Riserva della Biosfera (favorire l’occupazione, la qualità della vita e la sostenibilità, legami sociali, intergenerazionali e transfrontalieri), innovazione nell'ambito dell’energia sostenibile, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e delle conoscenze all'interno della Riserva della Biosfera. 
  • Eco-attori della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso: per rispondere alla richiesta di alcuni operatori socio-economici (imprese o associazioni) di essere riconosciuti per il loro impegno sul territorio della Riserva MAB in cui esercitano la loro attività.
  • Rete degli eco-attori. La Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso ha attivato una rete di eco-attori costituita da operatori socio-economici (imprese o associazioni) riconosciuti per il loro impegno sul territorio della Riserva MAB. L’iniziativa è finanziata dal Programma Interreg Alcotra 2014-2020 nell’ambito del PITER Terres Monviso. Nel corso dell’anno 2020 è proseguita l’animazione territoriale, sono stati individuati e selezionati i primi candidati al ruolo di “eco-attore”, ed è stata costituita una rete territoriale.

Per l’anno 2021 l’obiettivo è di proseguire le attività avviate e sopra riportate.

Riserva della Biosfera “CollinaPo”

L’area della Riserva interessa le aree protette del Po e della Collina torinese e numerosi comuni tra i quali la Città di Torino. L’area presenta importanti valenze naturalistiche e paesaggistiche compresi numerosi habitat di importanza comunitaria.

L'anno 2020, fortemente influenzato dalla diffusione e dalla ricerca del contenimento del contagio del COVID-19, è stato connotato da riunioni, incontri, progettazioni ed eventi non in presenza ma realizzati on-line. 

Le iniziative che si sono potute realizzare sono quelle permesse dalla normativa nazionale e regionale in continua evoluzione nel corso dell’anno: attività educative rivolte a bambini e ragazzi all’aria aperta, webinar e filmati che promuovessero il territorio e le attività outdoor in autonomia alla scoperta della biodiversità in luoghi “a due passi da casa” ma spesso poco conosciuti. 

Un impegno particolare è stato dedicato alla realizzazione del progetto Foresta condivisa del Po Piemontese, predisposto in vista della nascita del nuovo Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, frutto della fusione dell'Ente di gestione delle Aree protette del Po torinese con l'Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino: il progetto intende coinvolgere non solo tutti i Comuni del corridoio fluviale ma anche Associazioni, imprese, aziende agricole, scolaresche e singoli cittadini, interessati a compartecipare alla costruzione di un grande polmone verde nel cuore della pianura padana. 

Infine, sono stati avviati incontri con l’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e altre istituzioni, la Regione Piemonte in primis, a proposito del possibile ampliamento della Riserva MaB CollinaPo sul territorio afferente al restante tratto del Po piemontese, anche in territorio lombardo, su parte della Lomellina pavese. 

L’Ente ha continuato a relazionarsi con i Comuni della Riserva ed i referenti del Ministero dell’Ambiente per le attività istituzionali nonché con i Caschi verdi dell’ISPRA assegnati in consulenza alla Riserva.

L'INFORMAZIONE AMBIENTALE COME RISPOSTA

L’ambiente è un bene pubblico è in quanto tale può essere ottenuto solo collettivamente, in un contesto di responsabilità diffuse e universali. I “benefici ambientali” non sono appropriabili né commerciabili, e dunque la loro comunicazione risponde a logiche pubbliche e di servizio e non privatistiche e di mercato.
L’azione pubblica è resa difficile dal crescente contenuto tecnico dei problemi ambientali e dal fatto che le “risorse ambientali collettive” (acque, atmosfera, ozono, clima, biodiversità ecc.) hanno caratteri “fisici” che sono per definizione non circoscrivibili.
In tale contesto, dunque, l’informazione pubblica ambientale assume un ruolo fondamentale: dalla definizione dell’agenda alla corretta descrizione di ciascun intervento, tutto ciò che riguarda le politiche ambientali si incontra – e spesso si scontra – con sensibilità, visioni e percezioni a prima vista inconciliabili.
Per quanto riguarda la tematica relativa alle Aree naturali protette, la Regione Piemonte si è dotata da anni di strumenti volti a facilitare i flussi comunicativi per avvicinare i cittadini ai temi trattati, utilizzando un approccio divulgativo su vasta scala orientato a informare, coinvolgere, educare e ascoltare.
Gli strumenti utilizzati si sono evoluti negli anni e alla storica rivista Piemonte Parchi sono state affiancati una newsletter settimanale e la presenza sui principali social, cercando di dare sostanza alla normativa che pone l’informazione ambientale tra i diritti fondamentali dei cittadini (DLgs 195 del 19/08/05 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE) dando particolare rilievo al principio per cui l'informazione ambientale sia fornita “sistematicamente […] anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili”. Il lavoro viene svolto con la convinzione che una informazione continuativa e strutturata possa essere non solo il veicolo per promuovere la funzione e la fruizione delle Aree naturali protette ma che possa fornire il supporto per facilitare la comprensione di leggi e regolamenti da parte di un pubblico più vasto.

PIEMONTE PARCHI

Piemonte Parchi è la rivista di informazione e divulgazione naturalistica della Regione Piemonte. Pubblicata in forma cartacea dal 1983, dal 2001 è presente sul web con un proprio sito. Al suo esordio, come supplemento trimestrale della pubblicazione Notizie, ha potuto contare su un buon numero di lettori affezionati (circa 7mila abbonati paganti al cartaceo, quasi 9 mila lettori della versione online).
Piemonte Parchi arriva oggi ai suoi lettori tramite una newsletter (Piemonte Parchi News) inviata ogni settimana a 8900 iscritti che sono in costante crescita ed è presente su (quasi) tutte le piattaforme social più seguite: Facebook, Instagram, Twitter e YouTube.
Su Piemonte Parchi trovano spazio le notizie dai parchi piemontesi, il calendario degli appuntamenti costantemente aggiornato, approfondimenti dal mondo delle aree naturali protette, foto, disegni, video e ‘storiche’ rubriche come Photostory (con gli scatti dei migliori fotografi naturalistici piemontesi) insieme a nuove proposte come, ad esempio, ‘Microcosmo’ (rubrica dedicata alla fauna di piccola taglia).
Ogni anno viene inoltre stampato su carta un numero ‘speciale’ dedicato a un tema monografico sempre diverso: quello più recente è stato dedicato alla fauna ittica invasiva ed è stato curato insieme con il Centro Referenza Ittiofauna del Piemonte (CRIP).
Piemonte Parchi è una testata di divulgazione naturalistica che racconta l'ambiente e la natura a 360 gradi, informando sulle realtà e le attività delle Aree protette, soprattutto piemontesi.
Oggi la redazione si è ridotta a due componenti fissi (di cui uno è direttore responsabile) e si avvale della collaborazione di alcuni colleghi dipendenti degli Enti di gestione delle aree protette inseriti in un percorso di formazione giornalistica e di alcuni collaboratori esterni free lance individuati dopo una selezione pubblica.
Con l’emergenza dettata dalla pandemia COVID-19, le iscrizioni alla newsletter e i follower sulle varie piattaforme social sono decisamente incrementati. Complice, probabilmente, il maggiore tempo a disposizione - e quindi anche quello da dedicare alla lettura e alla navigazione online - dei lettori.
A partire dalle prime settimane di marzo 2020, i componenti della redazione, che ha sede presso il settore Biodiversità e Aree naturali protette della Direzione Ambiente, Energia e Territorio, così come i colleghi dei parchi, sono passati alla modalità di “lavoro agile” svolto da casa. L’organizzazione delle attività, fortunatamente, non ne ha risentito grazie all’uso di piattaforme editoriali web e social media gestibili in remoto, mentre i contatti con i collaboratori sono proseguiti grazie a piattaforme di call conference.
L’emergenza ha tuttavia imposto la parziale sospensione di alcune rubriche - come quella degli appuntamenti nei parchi che, a causa delle restrizioni sociali sul territorio, si sono radicalmente ridotti in presenza - e gli articoli pubblicati hanno trovato spunti per spiegare e meglio comprendere l’emergenza in corso, con indagini e approfondimenti del rapporto fra l’ambiente e la pandemia.

Si riportano di seguito alcuni dati numerici aggiornati a dicembre 2020 e relativi al sito web, alla newsletter e ai social.

Web: 30.000 visitatori unici mensili
Tiratura media numero monografico “speciale”: 5.000 copie
Newsletter settimanale: 8900 iscritti
Facebook: 6300 followers
Twitter: 5749 followers
Instagram: 3100 followers (erano 1500 nel 2019)
Tempo di permanenza medio sul sito: quasi 2 minuti (la media di permanenza su una pagina web è di norma solo 20 secondi)
La percentuale di rimbalzo (cioè la facilità con cui si esce dal sito) è scesa dal 50% al 26%

PITEM Biodiv'ALP - Programma ALCOTRA Italia-Francia 2014-2020

Il Massiccio delle Alpi occidentali è un ambito biogeografico transfrontaliero estremamente vulnerabile alle sfide poste dai cambiamenti globali (cambiamenti climatici, frammentazione degli ambienti) e dai processi rapidi e profondi di erosione della biodiversità e degli ecosistemi connessi all’uso del suolo, al contempo la biodiversità e gli ecosistemi alpini costituiscono importanti elementi di attrattività del territorio con indubbio valore economico e sociale. La loro conservazione e valorizzazione costituisce, quindi, un’importante sfida per l’insieme dell’area. Per perseguire queste finalità, nell’ambito del Programma europeo ALCOTRA Italia-Francia 2014-2020, la Regione Piemonte partecipa al Piano integrato tematico transfrontaliero (PITEM) “BIODIVALP - Proteggere e valorizzare la biodiversità e gli ecosistemi alpini attraverso una partnership e una rete di connettività ecologiche transfrontaliere”.

Il PITEM BIODIVALP per la rilevanza dei contenuti, l’estensione territoriale (tutta l’area di cooperazione) e per l’ampiezza del parternariato che coinvolge 3 regioni italiane, 2 regioni francesi e numerosi partner istituzionali e locali presenta una rilevanza strategica per il territorio interessato che si inquadra nelle indicazioni della Strategia UE per la Regione alpina EUSALP.

Il PITEM è articolato in 5 progetti inerenti: il confronto e la definizione di strategie e metodologie condivise a livello transfrontaliero per la tutela e la conoscenza della biodiversità, monitoraggi di specie e habitat, definizione e applicazione di metodologie relative alle reti ecologiche, sensibilizzazione e comunicazione sull’importanza della tutela della biodiversità, individuazione e quantificazione di servizi ecosistemici, sperimentazione di modelli di governance territoriale locale orientati alla tutela della biodiversità, interventi concreti sul territorio.

Il Piano integrato presenta con un budget complessivo di 8.965.704 €, una durata complessiva di 4 anni (2019-2023) e un ampio parternariato:

10 partner: 5 regioni (Sud-Provence-Alpes-Côte d’Azur, Piemonte, Auvergne-Rhône-Alpes, Liguria, Valle d’Aosta) due agenzie regionali per l’ambiente (Provence-Alpes-Côte d’Azur e Liguria), due Parchi nazionali (Ecrins e GranParadiso), un Conservatorio di spazi naturali (Haute-Savoie) 
15 soggetti attuatori: Parchi nazionali (Mercantour, Vanoise), Parchi naturali regionali (Queyras, Mont Avic, Alpi Cozie, Alpi Liguri), Conservatori botanici nazionali (Alpino, mediterraneo), Conservatorio di spazi naturali (Savoie), Provincia (Imperia), Metropoli (Nice Côte d’Azur), Comune (Rhèmes-St-Georges), Camera di commercio (Provence-Alpes-Côte d’Azur), Università (Genova), Fondazione (Montagna Sicura).

Nella tabella una sintesi dei progetti del PITEM Biodiv’ALP:

PITEM Biodiv’ALP

COORDINATORE

BUDGET TOTALE

(€)

Règion Sud Provence-Alpes-Côte d'Azur 

8.965.704

PROGETTI (articolazione del PITEM)

CAPOFILA PROGETTO

Progetto 1 COEVA

Coordinamento, comunicazione e valutazione

Région Sud Provence-Alpes-Côte d'Azur 

Progetto 2 COBIODIV

Comprendere la biodiversità e gli ecosistemi 

(studi e ricerche sulla biodiversità, banche dati e monitoraggi)

Région Sud Provence-Alpes-Côte d'Azur 

Progetto 3 GEBIODIV

Gestire gli ambiti di biodiversità armonizzando i metodi di gestione degli spazi protetti alpini 

(definizione e confronto metodologico inerente il contrasto all’ erosione della biodiversità, interventi applicativi concreti sul territorio, rete di osservatori impatto cambiamenti sulla biodiversità)

Regione Piemonte

Progetto 4 BIODIVCONNECT

Proteggere le specie e gli ecosistemi attraverso la connettività ecologica transalpina

(definizione e confronto metodologico sulla connettività ecologica e interventi applicativi concreti sul territorio in aree test)

Région Auvergne-Rhône Alpes

Progetto 5 PROBIODIV

Promuovere la biodiversità e gli habitat come fattore di sviluppo dei territori: mettere in atto una governance per la valorizzazione e la tutela attiva e partecipativa della biodiversità transalpina

(capitale naturale, servizi ecosistemici, costituzione di Comunità locali “custodi della biodiversità” fondate sulla consapevolezza del valore della biodiversità)

Regione Liguria 


Il PITEM Biodiv’ALP è entrato nella fase attuativa nel 2019 e nel corso del 2020 sono state avviate e realizzate molteplici attività progettuali.