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RADIAZIONI IONIZZANTI

L’argomento Radiazioni ionizzanti rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 3:

Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

Nell’ambito della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile il riferimento è: Area: Persone. Scelta: III. Promuovere la salute e il benessere. Obiettivo Strategico Nazionale: III.1 Diminuire l’esposizione della popolazione ai fattori di rischio ambientale e antropico.

Le radiazioni ionizzanti sono particelle o onde elettromagnetiche dotate di sufficiente energia da “ionizzare” la materia che attraversano.
Qualsiasi fonte che può provocare un’esposizione, attraverso l’emissione di radiazioni ionizzanti o la presenza di materiali radioattivi, è definita dalla normativa vigente – il D. Lgs. 31 luglio 2020, n.101 - “sorgente di radiazioni ionizzanti”. 
A seguito del referendum del novembre 1987 è stata stabilita la chiusura definitiva delle centrali nucleari italiane e la dismissione totale di tutte le installazioni nucleari italiane. Per tale motivo un quantitativo non trascurabile di materie radioattive in grado di generare un’esposizione alle radiazioni ionizzanti è presente nei rifiuti radioattivi nei siti nucleari in cui gli stessi sono stati prodotti.
In Piemonte sono presenti tutti gli impianti del ciclo del nucleare – la centrale nucleare “E.Fermi” di Trino (VC), l'impianto di riprocessamento del combustibile “Eurex” ed il deposito di combustibile irraggiato “Avogadro” di Saluggia (VC), lo stabilimento per la produzione del combustibile nucleare Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (AL) – nei quali sono in corso le attività di messa in sicurezza e disattivazione.L'uso di sorgenti di radiazioni ionizzanti continua poi, come nel resto del mondo, ad essere effettuato in medicina, nell’industria e nella ricerca.
A ciò si aggiungono le sorgenti naturali di radiazioni ionizzanti – il radon e gli altri radionuclidi di origine naturale.Il Piemonte, come emerge dall’ “Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi – edizione ottobre 2020”, possiede circa l’ 81% dei rifiuti radioattivi nazionali (in termini di “attività”) allo stato solido e liquido ed elementi di combustibile irraggiato.Per questa peculiarità la Regione Piemonte, già a partire dal 2010 si è dotata di una legge regionale – la l.r. n. 5 del 18 febbraio 2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti.” -  che stabilisce, tra l’altro, che deve essere garantita un’attività permanente di analisi, controllo e informazione sugli esiti residuali del nucleare sul territorio, sui trasporti nucleari e sull’impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti, attraverso il “tavolo di confronto e trasparenza e partecipazione nucleare”,  il “tavolo tecnico nucleare” e il “sistema informativo regionale sulle radiazioni ionizzanti”.
Anche le attività di monitoraggio radiologico ambientale sono pertanto costanti e capillari e, oltre alla rete nazionale e regionale di monitoraggio delle radioattività ambientale e la rete di allarme Gamma, l’Arpa gestisce anche una rete dedicata ai siti nucleari, ed effettua attività di monitoraggio ordinarie, straordinarie e di controllo. I programmi annuali delle attività sono condivisi dall’ Arpa con la Regione e le Province, come stabilito dalle “Direttive per le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale ed artificiale”.

IL DEPOSITO NAZIONALE DEI RIFIUTI RADIOATTIVI NELL’AMBITO DEL PARCO TECNOLOGICO.
LE AZIONI REGIONALI

Il 5 gennaio 2021 la Sogin, con il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha pubblicato, sul sito www.depositonazionale.it, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) a ospitare il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi nell’ambito del Parco Tecnologico, insieme al progetto preliminare e tutti i documenti correlati, così come previsto all’articolo 27 del d.lgs 31/2010.
Nei 180 giorni successivi alla pubblicazione, come stabilito dal suddetto articolo 27 modificato dall’articolo 12 bis del d.l. n. 183 del 31 dicembre 2020, convertito con l. n. 21 del 26 febbraio 2021, le Regioni, gli Enti locali, nonché i soggetti portatori di interessi qualificati, possono formulare osservazioni e proposte tecniche in forma scritta.
Trascorsi ulteriori 60 giorni dal termine della fase di consultazione, la Sogin promuoverà un Seminario nazionale, nel corso del quale verranno approfonditi tutti gli aspetti tecnici relativi al Parco Tecnologico, con particolare riferimento alla piena e puntuale rispondenza delle aree individuate ai requisiti dell'AIEA e dell'Agenzia (ora ISIN) ed agli aspetti connessi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente, e saranno illustrati i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione di tali opere.
Sulla base delle osservazioni emerse a seguito della pubblicazione e del Seminario, entro i sessanta giorni successivi la Sogin redigerà una versione aggiornata della proposta di Carta nazionale delle aree idonee (CNAI), trasmettendola al Ministero dello Sviluppo Economico.

L’Assessorato all’Ambiente, nell’ambito del tavolo della trasparenza e partecipazione nucleare istituito dalla l.r.18 febbraio 2010 n° 5 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti”, ha organizzato incontri informativi sul tema del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi nell’ambito del Parco Tecnologico, per garantire massima condivisione e trasparenza nell’affrontare il confronto con gli enti locali e tutti i soggetti direttamente e indirettamente interessati.
Agli incontri partecipano, oltre ai soggetti che “storicamente” presenziano alle attività del tavolo, anche i rappresentanti delle Province e dei Comuni nei cui territori sono presenti aree individuate nella CNAPI.
Attualmente sono stati organizzati due incontri. Nel corso di un primo incontro la Sogin e l’ISIN (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza nucleare e la radioprotezione) hanno illustrato la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e i relativi criteri di individuazione delle aree, stabiliti nella Guida Tecnica n. 29 dell’ISPRA/ISIN:


Nel secondo la SOGIN ha approfondito il tema delle ricadute socio-economiche.


Parallelamente, la Direzione regionale Ambiente, Energia e Territorio, ritenendo opportuno che la Regione formulasse unitariamente eventuali osservazioni e proposte tecniche da sottoporre alla Sogin, quale contributo alla successiva elaborazione della CNAI, ha coordinato un’attività di istruttoria della documentazione pubblicata, con la partecipazione di funzionari tecnici della Direzione Opere pubbliche, difesa del suolo, protezione civile, trasporti e logistica , della Direzione Ambiente, Energia e Territorio, della Direzione Competitività del Sistema regionale e dell’Arpa Piemonte - Dipartimento Rischi Fisici e Tecnologici e Dipartimento Tematico Rischi Naturali e ambientali.
Finalità dell’istruttoria è a predisposizione di un documento tecnico che valuti l’applicazione dei criteri di esclusione (CE) e fornisca elementi utili all’elaborazione della CNAI con riferimento ai criteri di approfondimento (CA), di cui alla GT 29 dell’Ispra/ISIN.

Pareri tecnici

La nuova normativa italiana (D.Lgs 101/2020) impone che l’utilizzo di sorgenti di radiazioni ionizzanti debba essere sempre notificato preventivamente, con almeno 30 giorni di anticipo, all’ASL, all’ARPA, ai Vigili del Fuoco e all’Ispettorato del Lavoro. Se l’attività delle sorgenti è superiore a determinati livelli indicati dalla normativa stessa o se la tensione di lavoro delle macchine radiogene è superiore a 200 kV la pratica deve anche essere autorizzata con un decreto di “nulla osta” che viene rilasciato per le pratiche industriali o di ricerca dal Prefetto o per le pratiche sanitarie dall’autorità individuata dalla legge regionale (nulla osta di categoria B). Se l’attività detenuta è ancora maggiore, tale decreto autorizzativo viene rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con altri ministeri e sentiti l’ISIN e la Regione (nulla osta di categoria A). Per il rilascio del nulla osta di categoria B in ambito sanitario l’attuale L.R. 5/2010 ha istituito un Organismo Tecnico Consultivo, con sede presso l’ASL territorialmente competente, che funge da organo consultivo per il rilascio del nulla osta stesso da parte dell’ASL. Nell’Organismo Tecnico Consultivo sono presenti le professionalità che a vario titolo concorrono al rilascio del parere (fisici sanitari, tecnici Arpa, fisici medici, Vigili del Fuoco, Ispettori del Lavoro). Arpa partecipa ai quattro Organismi Tecnici Consultivi istituiti in Piemonte (provincia di Torino, provincia di Cuneo, province di Asti e Alessandria, province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola). Con l’uscita della nuova normativa (D.Lgs 101/2020) la LR 5/2010 dovrà essere aggiornata e sono stati attivati dei gruppi di lavoro specifici nei quali è presente anche Arpa Piemonte.

Vedi anche la sezione Territorio - Fattori - Radiazioni ionizzanti.

Consulta gli approfondimenti sull'attività di vigilanza.

Figura 1
Numero e tipologia dei pareri tecnici espressi per il rilascio del nulla osta
anni 2002-2020

Fonte: Arpa Piemonte

Alcuni pareri sono riferiti a più tipologie di sorgenti; per questo motivo il numero totale di pareri espressi a volte è inferiore alla somma delle singole tipologie. Si osserva come il numero di pareri riferiti ai rivelatori di fumo contenenti sorgenti radioattive sia andato diminuendo nel corso degli anni, visto che vengono sempre più utilizzati rivelatori di fumo che si basano su altre tecnologie. Viceversa, l’utilizzo di tubi radiogeni, soprattutto in campo industriale, è aumentato notevolmente negli ultimi anni.

Figura 2
Pareri tecnici espressi suddivisi per provincia
anni 2002-2020

Fonte: Arpa Piemonte

NORMATIVA

Italiana: D. Lgs. 101/2020
Regionale: L.R. 5/10

CONTROLLI SUL TERRITORIO

Nel 2020 i controlli effettuati da Arpa Piemonte sul territorio sono stati indirizzati sia verso situazioni già note negli anni scorsi per la presenza di materiali radioattivi, sia verso quelle attività che presentano un rischio di ritrovamento di sorgenti radioattive (in primis acciaierie, rottamai e inceneritori), ma anche ditte che utilizzano sorgenti radioattive per controlli non distruttivi. Inoltre, rientrano anche in questa tematica il potenziale ritrovamento sul territorio di sorgenti abbandonate e i potenziali incidenti durante il trasporto di materiale radioattivo.
La normativa italiana (D. Lgs. 101/2020) disciplina il ritrovamento di sorgenti radioattive e stabilisce una serie di misure e adempimenti ai quali i detentori devono rispondere per evitare lo smaltimento non controllato. Infatti, il rischio che sorgenti utilizzate in campo industriale, sanitario o di ricerca non vengano smaltite correttamente esiste, ad esempio in caso di fallimento di attività industriali, quando gli immobili vengono alienati e si può perdere traccia delle sorgenti detenute. In questi casi c’è la possibilità che tali sorgenti vengano poi ritrovate presso raccoglitori di rifiuti o di rottami metallici. Per questo motivo la normativa prevede specificatamente che chi svolge attività di recupero, fusione o deposito di rottami metallici o importazione di semilavorati metallici debba effettuare un controllo radiometrico dei materiali (art. 72 del D.Lgs. 101/2020).
Come previsto all’articolo 12 della L.R. 5/2010 "Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti" e dalla D.G.R. 19 gennaio 2018, n. 23-6389, Arpa Piemonte presenta alla Regione la proposta della programmazione annuale delle attività di monitoraggio e vigilanza della radioattività ambientale. La Regione, a sua volta, sottopone alle Province la proposta dell’Agenzia, affinché le stesse possano effettuare le loro valutazioni e, con riferimento alle attività disciplinate all’ articolo 72 del D.Lgs 101/2020 o per altre particolari installazioni - come ad esempio i depositi – possano segnalare le situazioni in cui ritengono che si debbano privilegiare i controlli.
L’ottemperanza alla normativa da parte delle ditte che rientrano nell’art.72 del D.Lgs. 101/2020 è notevolmente aumentata negli ultimi anni. La percentuale di ditte dotate di sistemi di monitoraggio delle radiazioni ionizzanti si avvicina ormai al 100% per quanto riguarda le fonderie e i grossi rottamai. Percentuali più basse di adesione alla normativa si riscontrano tra i piccoli rivenditori di rottami, la cui attività, per tipologia di rifiuti trattati, è però solitamente meno a rischio rispetto a quella svolta dalle grosse aziende.
Nell’anno 2020 sono stati svolti 13 sopralluoghi per attività di vigilanza nonostante le restrizioni COVID-19.

Nella Figura 3 è riportato il numero di sorgenti e materiali radioattivi ritrovati tra il 2000 e il 2020, tra queste le sorgenti inutilizzate rinvenute presso aziende di vario tipo, materiali contaminati da Cs-137 ambientale o da radionuclidi naturali concentratisi nel materiale stesso. Nel 2020 sono stati ritrovati alcuni quadranti di orologi o strumentazione militare con presenza di Ra-226, presso un rottamaio enei rifiuti solidi urbani in arrivo al termovalorizzatore di Torino. Sempre al termovalorizzatore sono state rinvenute in ingresso ceneri con un’elevata presenza di Cs-137 e filtri contaminati da radioattività di origine naturale. In tutti i casi i materiali contaminati sono stati isolati dal carico prima dell’incenerimento dei rifiuti. È stato inoltre rinvenuto un carico di rottami con la presenza di una sorgente di presumibilmente di Stronzio Sr-90 o Ittrio Y-90, che, non essendo ancora sdoganato, è stato rimandato al mittente.
Un discorso a parte deve essere fatto per il rinvenimento di colli contaminati da radionuclidi di origine sanitaria presso gli inceneritori e i depositi di rifiuti sanitari-ospedalieri. Questi ritrovamenti sono abbastanza frequenti e in genere non presentano un rischio per la popolazione o gli addetti degli impianti. Mentre il ritrovamento presso gli inceneritori è causato da effetti personali di pazienti che hanno subito trattamenti medici con radiofarmaci, nel caso dei depositi di rifiuti sanitari-ospedalieri è dovuto a un malfunzionamento nel sistema di gestione dei rifiuti del produttore dei rifiuti stesso (ospedale, casa, di cura, ecc.). In entrambi i casi però è sufficiente far decadere la radioattività presente nel materiale prima di avviarlo allo smaltimento o all’incenerimento.

Per il dettaglio degli ultimi anni si veda il contributo dedicato all’inceneritore TRM del Gerbido.

Figura 3
Sopralluoghi effettuati per compiti di vigilanza suddivisi per provincia
anni 2011-2020

Figura 4
Sopralluoghi effettuati per compiti di vigilanza suddivisi per tipologia di ditta controllata
anni 2011-2020

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 5
Ritrovamenti di sorgenti radioattive
anni 2000-2020

Fonte: Arpa Piemonte

La sorgente rinvenuta nel 2019 è stata ritrovata in un carico di rottami in ingresso a una fonderia e isolata prima della fusione.

                                                                                             

MONITORAGGIO ALLARMI TRM SpA

La ditta TRM S.p.A. si è dotata di strumentazione e procedure per il controllo radiometrico sui carichi di rifiuti che entrano ed escono dallo stabilimento, le procedure, redatte anche in collaborazione con Arpa Piemonte, prevedono il passaggio attraverso dei portali di rilevazione radiometrica di tutti i mezzi che conferiscono all’impianto di incenerimento rifiuti,
ogni allarme, segnalato dai portali, viene comunicato agli organi di controllo, compresa Arpa Piemonte.

Nella figura successiva si riporta l’andamento delle registrazioni degli allarmi ricevuti in funzione dell’anno e del mese in cui si sono verificati dal 15 Aprile 2018 fino al 31 Marzo 2021, in media viene rilevato un allarme radiometrico ogni 2 giorni.

Figura 6
Andamento delle registrazioni degli allarmi ricevuti

Praticamente la quasi totalità degli allarmi registrati sono causati da materiale radioattivo di tipo medicale smaltito insieme ai rifiuti solidi urbani e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di Iodio 131, utilizzato in medicina nucleare per il trattamento dell’ipertiroidismo e di alcuni tipi di tumore alla tiroide.
Solitamente i pazienti trattati con tale radionuclide vengono dimessi dopo un periodo di degenza in strutture protette. Lo Iodio 131 contenuto nel corpo del paziente diminuisce nel tempo, sia a causa del suo decadimento radioattivo (tempo di dimezzamento di circa 8 giorni), sia per eliminazione attraverso il sudore e l’urina, ma può non essere completamente azzerato quando il paziente ritorna al proprio domicilio. Lo Iodio 131 può quindi essere trovato in effetti personali o igienici (fazzoletti, salviette, pannolini), di pazienti sottoposti a iodioterapia, che vengono poi smaltiti attraverso il normale percorso dei rifiuti solidi urbani (RSU).
In occasione di un allarme viene registrata la targa del mezzo su cui era presente il materiale che ha fatto rilevare l’anomalia radiometrica.
La frequenza con la quale una targa viene segnalata è riportata nel grafico di figura 7.

Figura 7
Allarmi vs targa veicolo

Come si può evidenziare alcuni veicoli fanno registrare un numero di eventi di allarme superiore ad altri. Una indagine sui percorsi di raccolta effettuati da tali mezzi permetterebbe la verifica di uno smaltimento non corretto di rifiuti di strutture sanitarie o simili e. con una mirata opera di sensibilizzazione sul corretto smaltimento si potrebbe ridurre il numero di allarmi.
A seguito di allarmi di una certa rilevanza radiometrica il personale di Arpa Piemonte si reca presso l’impianto TRM con il duplice scopo di individuare o confermare l’individuazione del radionuclide responsabile dell’allarme e di valutare l’entità di una eventuale esposizione della popolazione e del personale della ditta addetto alle operazioni di carico e scarico dei rifiuti solidi urbani.
In aggiunta alle registrazioni degli allarmi, l’Agenzia esegue l’analisi del particolato atmosferico prelevato presso la stazione di monitoraggio che la stessa gestisce in prossimità dell’impianto TRM SpA.
In tutte le analisi effettuate dall’inizio del monitoraggio fino al 31/12/2020 non è emersa nessuna misura che abbia fatto registrare la presenza di Iodio od altro materiale volatile radioattivo eventualmente fuoriuscito dall’impianto di incenerimento rifiuti.

Tabella 1
Attività effettuate nell’ambito del monitoraggio dell’inceneritore TRM del Gerbido nel 2020

Attività

Numero

Sopralluoghi in seguito a allarme ai rivelatori a portale in ingresso allo stabilimento

4

Analisi di spettrometria gamma sui pacchetti di filtri della qualità dell’aria

27

Analisi di spettrometria gamma su campioni di rifiuti

1


ATTIVITÀ DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ NEI CANTIERI DELL’ALTA VELOCITÀ FERROVIARIA

Arpa Piemonte tramite il Dipartimento Rischi Fisici e Tecnologici ha fornito, e fornisce tuttora, supporto agli Osservatori Ambientali per l’accompagnamento ambientale delle opere di interesse nazionale in fase di realizzazione in Piemonte:

  • Nuovo collegamento internazionale Torino - Lione - Sezione internazionale - Cunicolo esplorativo della Maddalena e Parte comune Italo-Francese - Tratta in territorio italiano
  • Tratta alta velocità / alta capacità Milano - Genova - Terzo Valico dei Giovi

L’Agenzia si occupa della valutazione degli elaborati presentati dal proponente inerenti i monitoraggi ambientali per verificare la corretta attuazione del Piano di Monitoraggio e del Sistema di Gestione Ambientale in termini di rispondenza alle esigenze di tutela ambientale e di rispetto delle prescrizioni contenute nelle delibere del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica di approvazione delle opere ed effettua sopralluoghi presso i cantieri finalizzati al monitoraggio in campo e al prelievo di campioni per analisi di controllo in laboratorio.
Nei cantieri in cui sono presenti scavi in sotterraneo, il controllo delle radiazioni ionizzanti consiste in misure della concentrazione di attività radon nelle zone di scavo, in misure di rateo di dose gamma nelle gallerie e sui cumuli di smarino, in prelievi di acque di galleria per analisi di alfa e beta totale e di campioni di rocce e di fanghi per analisi di spettrometria gamma ad alta risoluzione in laboratorio.
La finalità dei monitoraggi condotti è quella di controllo di eventuali dispersioni di radioattività generate dalle attività di scavo in sotterraneo.

Nuovo collegamento internazionale Torino - Lione - Sezione internazionale - Cunicolo esplorativo della Maddalena e Parte comune Italo-Francese - Tratta in territorio italiano

Nell’anno 2020, essendo ormai terminate le operazioni di scavo del cunicolo e di estrazione dello smarino sono stati sospesi alcuni monitoraggi o sono state variate le frequenze di acquisizione dei dati per alcune componenti ambientali.
Le attività di controllo svolte da Arpa nel 2020 nel cantiere “La Maddalena” di Chiomonte (Val di Susa) sono state quindi limitate al controllo della concentrazione di attività radon entro il cunicolo esplorativo interessato da operazioni di manutenzione ordinaria da parte del personale. Le misure rilevate sono risultate sempre molto al di sotto dei livelli stabiliti per le soglie di attenzione e di allarme.
La tabella seguente riporta il numero di sopralluoghi effettuati presso il cantiere “La Maddalena” di Chiomonte e il numero di misure di concentrazione di attività radon rilevate nel cunicolo:

Tabella 1
Attività di controllo nel cantiere “La Maddalena” - Chiomonte (Val di Susa)

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

4

Misure di concentrazione di attività radon entro il cunicolo esplorativo - cantiere di Chiomonte

48


Fonte: Arpa Piemonte

Tratta alta velocità / alta capacità Milano - Genova - Terzo Valico dei Giovi

Il monitoraggio delle radiazioni ionizzanti condotto nel corso degli anni presso i cantieri del Terzo Valico dei Giovi, non ha mai evidenziato anomalie radiometriche attribuibili alle attività di scavo del materiale roccioso: i valori di rateo di dose gamma acquisiti in campo entro le zone di scavo e sui cumuli di smarino sono sempre risultati paragonabili al fondo ambientale naturale, dati confermati anche dalle analisi di spettrometria gamma condotte sui campioni di roccia che hanno evidenziato valori di concentrazione di attività dei principali radionuclidi naturali tipici di rocce a basso contenuto di radioattività. Le misure di concentrazione di attività radon rilevate tramite dosimetri passivi collocati a distanze diverse entro le zone di scavo sono risultate ampiamente sotto il Livello di Riferimento di 300 Bq/m3 stabilito dall'attuale normativa vigente (D.Lgs 101/2020).
Le tabelle seguenti riassumono le attività di controllo svolte nell'anno 2020 nei sei cantieri del III Valico in provincia di Alessandria in cui sono presenti opere di scavo in sotterraneo: Cantiere Radimero COP20 – Arquata Scrivia, Cantiere Vallemme COP1 - Voltaggio, Cantiere Castagnola COP2 – Fraconalto, Cantiere Novi Ligure COP7 – Novi Ligure, Cantiere Libarna COP5 – Serravalle Scrivia, Cantiere Moriassi COP4 – Arquata Scrivia.

Tabella 2
Attività di controllo svolte nell'anno 2020 nei sei cantieri del III Valico in provincia di Alessandria

 Cantiere Radimero-COP 20 – Arquata Scrivia 

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

2

Posizionamento di dosimetri passivi per la misura di concentrazione di attività radon entro la zona di scavo

25

Prelievo di campioni di smarino e analisi di spettrometria gamma in laboratorio

1

 

Cantiere “Finestra Vallemme” COP1 – Voltaggio 

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

2

Posizionamento di dosimetri passivi per la misura di concentrazione di attività radon entro la zona di scavo

15

Prelievo di campioni di smarino e analisi di spettrometria gamma in laboratorio

2

Misure in campo di rateo di dose gamma

1

 

Cantiere “Finestra Castagnola” COP2 – Fraconalto 

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

2

Posizionamento di dosimetri passivi per la misura di concentrazione di attività radon entro la zona di scavo

23

Prelievo di campioni di smarino e analisi di spettrometria gamma in laboratorio

1

Misure in campo di rateo di dose gamma

1

 
Cantiere Novi Ligure COP7 – Novi Ligure 

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

2

Posizionamento di dosimetri passivi per la misura di concentrazione di attività radon entro la zona di scavo

21

Prelievo di campioni di smarino e analisi di spettrometria gamma in laboratorio

1

Misure in campo di rateo di dose gamma

1

 

Cantiere Libarna COP5 – Serravalle Scrivia 

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

2

Posizionamento di dosimetri passivi per la misura di concentrazione di attività radon entro la zona di scavo

4

Prelievo di campioni di smarino e analisi di spettrometria gamma in laboratorio

1

Misure in campo di rateo di dose gamma

1

 

 Cantiere Moriassi COP4 – Arquata Scrivia 

Attività

Numero

Sopralluoghi presso il cantiere

2

Posizionamento di dosimetri passivi per la misura di concentrazione di attività radon entro la zona di scavo

7

Consulta anche la pagina Radiazioni Ionizzanti nella sezione Territorio - Fattori.
Consulta la pagina web del sito di Arpa Piemonte dedicato alle Grandi Opere.

Siti Nucleari

Poiché in tutti gli impianti nucleari sono attualmente in corso le attività di messa in sicurezza e disattivazione, l’attenzione e l’impegno sono molto forti sia sul fronte dei controlli, che fanno capo ad Arpa, sia nell’ambito dei procedimenti amministrativi in capo alla Regione.
In particolare la Regione, coinvolgendo le amministrazioni locali interessate, esprime pareri nei procedimenti amministrativi statali inerenti la disattivazione (ai sensi degli articoli 55 e 56 del DLgs 230/95) e la modifica (ai sensi dell’articolo 24 della Legge 27/12) degli impianti nucleari, partecipa alla predisposizione dei piani di emergenza esterna degli impianti e alla predisposizione ed espressione dell’intesa sui piani di emergenza per il trasporto dei materiali radioattivi e del combustibile nucleare irraggiato.
Con la LR 18 febbraio 2010, n. 5 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” si è dotata di strumenti permanenti a supporto dell’esercizio delle attività di analisi, controllo e informazione: il Tavolo di trasparenza e partecipazione nucleare; il Tavolo tecnico nucleare e il sistema informativo regionale sulle radiazioni ionizzanti.
In attesa della piena realizzazione del sistema informativo regionale sulle radiazioni ionizzanti, attraverso il sito tematico la Regione pubblica, tra l’altro, i provvedimenti assunti (consulta l'apposita sezione) e i resoconti delle attività del “Tavolo di trasparenza e partecipazione nucleare” (consulta le azioni regionali).

Azioni relative alla Convenzione col Comune di Trino

Nel 2016 è stata stipulata la convenzione Ottimizzazione delle attività di monitoraggio radiologico in relazione alla presenza della Centrale Nucleare “E. Fermi” tra Arpa e il Comune di Trino con il fine di implementare i monitoraggi e controlli radiologici per verificare che le nuove attività correlate allo smantellamento dell’impianto avvengano senza significativi rilasci di radioattività artificiale in ambiente.
Le attività di monitoraggio e controllo sono state messe in atto in un arco temporale di tre anni, secondo il programma delle attività connesse allo smantellamento, e sono:

  • l’incremento di 6 punti di campionamento della falda acquifera nell’area interessata dallo svolgimento delle attività di decommissioning potenzialmente più impattanti;
  • l’installazione di una nuova postazione di campionamento per implementare il monitoraggio dell’aria ai fini della valutazione della dose alla popolazione;
  • il controllo dei materiali solidi che, avendo un contenuto di radioattività inferiore ai limiti per il rilascio fissati da ISPRA nell’ambito dell’autorizzazione alla disattivazione, vengono allontanati dall’impianto – ai fini di riciclo, riuso o smaltimento – come materiali non soggetti alle disposizioni di legge in materia di radioprotezione.

Nel corso del 2016 sono state introdotte nuove matrici quali miele – sia per il sito di Saluggia sia per il sito di Trino – e foglie di salice e pesce siluro presso le aree protette del fiume Po “Ghiaia Grande” e “Zona umida in località Brusaschetto Nuovo” per il sito di Trino.
Nel corso del 2018 sono stati avviati il campionamento e la misura del tritio in aria e nel 2019 il campionamento e la misura del particolato atmosferico presso l’Istituto Comprensivo di Trino, ubicazione ritenuta significativa ai fini della valutazione della dose alla popolazione. In nessuno dei campioni sono state evidenziate la presenza di tritio in aria né anomale concentrazioni di attività nel particolato atmosferico. Nel 2019 inoltre si è dato inizio al controllo dei materiali allontanabili prodotti dalla Centrale Nucleare.

Per approfondimenti Convenzione Comune di Trino -Arpa Piemonte