Torna su
rete di monitoraggio
Figura 1
Contaminanti di prevalente origine naturale
Figura 2
Figura 3
Figura 4
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017).
Figura 5
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017).
Figura 6
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
Figura 7
Contaminanti di prevalente origine antropica
Figura 8
Figura 9
Figura 10
Contaminanti organici
Figura 11
Figura 12
I dati forniti dalla rete di monitoraggio, rappresentano una fondamentale base scientifica di riferimento per attività correlate alla valutazione della qualità del suolo e dell’ambiente, alla pianificazione territoriale su ampia scala e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo (terre e rocce da scavo, siti contaminati, piani di gestione dell’inquinamento diffuso).
Per approfondimenti
Raccomandazioni relative all’utilizzo dei dati forniti
Utilizzo dei dati della rete di monitoraggio ambientale del suolo nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 (Terre e rocce da scavo)
CONTAMINAZIONE DEL SUOLO
Per quanto riguarda la contaminazione diffusa del Suolo in Piemonte, le criticità maggiori sono legate alla presenza di aree estese caratterizzate da elevate concentrazioni di Cromo, Nichel e Cobalto di prevalente origine naturale.
L’argomento Qualità del suolo rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.
Traguardo 15.3: Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno.
Obiettivo 15: Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.
Traguardo 15.3: Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno.
Il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile, indispensabile per la vita sulla terra, in quanto svolge molteplici funzioni per l’ecosistema e per l’uomo.
I terreni sono il fondamento dell'agricoltura. Essi forniscono servizi ecosistemici vitali alla base della produzione di alimenti, mangimi, carburanti, fibre e prodotti per il benessere umano.
Il suolo è inoltre la matrice ambientale con la più grande riserva di carbonio organico, essenziale per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. In un'epoca di carenza idrica, il suolo risulta fondamentale per lo stoccaggio e la distribuzione appropriata dell’acqua.
Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un soggetto giuridico chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, per le quali non è possibile discriminare il contributo delle singole fonti alla contaminazione riscontrata e sono quindi attribuibili alla società indifferenziata.
I terreni sono il fondamento dell'agricoltura. Essi forniscono servizi ecosistemici vitali alla base della produzione di alimenti, mangimi, carburanti, fibre e prodotti per il benessere umano.
Il suolo è inoltre la matrice ambientale con la più grande riserva di carbonio organico, essenziale per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. In un'epoca di carenza idrica, il suolo risulta fondamentale per lo stoccaggio e la distribuzione appropriata dell’acqua.
Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un soggetto giuridico chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, per le quali non è possibile discriminare il contributo delle singole fonti alla contaminazione riscontrata e sono quindi attribuibili alla società indifferenziata.
La contaminazione diffusa del suolo è un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell’ambiente, sulla salute dell’uomo e sull’economia. I contaminanti che si depositano al suolo possono infatti essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti al suolo; quest’ultima può provocare effetti di interazione e conseguente amplificazione degli loro effetti negativi.
Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e tante altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.
Inoltre l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque porta al suolo metalli pesanti e altre sostanze nocive che con il tempo possono raggiungere concentrazioni rilevanti.
Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e tante altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.
Inoltre l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque porta al suolo metalli pesanti e altre sostanze nocive che con il tempo possono raggiungere concentrazioni rilevanti.
rete di monitoraggio
Arpa Piemonte realizza un programma di monitoraggio dei suoli del territorio piemontese, con lo scopo principale di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, identificare sul territorio la presenza di aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire indicazioni a grande scala relative ai valori di fondo dei contaminanti.
Il monitoraggio dei suoli è effettuato in corrispondenza di stazioni di monitoraggio distribuite su tutto il territorio regionale, in corrispondenza dei vertici di una maglia sistematica ampliata con livelli successivi di approfondimento.
Allo stato attuale sono stati campionati e analizzati i suoli di 510 stazioni su maglia sistematica 9x9 km, realizzata su tutto il territorio piemontese, e 3x3 o 1,5x1,5 km realizzate in aree caratterizzate da problemi rilevanti di contaminazione diffusa del suolo.
I dati della rete sistematica sono integrati con analisi di stazioni di monitoraggio (attualmente 340), realizzate nell’ambito di altri progetti realizzati da Arpa e campionate e analizzate con le stesse procedure.
Il monitoraggio dei suoli è effettuato in corrispondenza di stazioni di monitoraggio distribuite su tutto il territorio regionale, in corrispondenza dei vertici di una maglia sistematica ampliata con livelli successivi di approfondimento.
Allo stato attuale sono stati campionati e analizzati i suoli di 510 stazioni su maglia sistematica 9x9 km, realizzata su tutto il territorio piemontese, e 3x3 o 1,5x1,5 km realizzate in aree caratterizzate da problemi rilevanti di contaminazione diffusa del suolo.
I dati della rete sistematica sono integrati con analisi di stazioni di monitoraggio (attualmente 340), realizzate nell’ambito di altri progetti realizzati da Arpa e campionate e analizzate con le stesse procedure.
Figura 1
Stazioni di monitoraggio della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte - anno 2018
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Il campionamento dei suoli è effettuato a più profondità e per ogni campione prelevato sono analizzati più di 70 contaminanti (metalli pesanti, IPA - idrocarburi policiclici aromatici, PCB - policlorobifenili, e PCDD/DF - diossine - furani) per i quali sono fissati valori limite dal DLgs 152/06.
Il consistente numero di campioni fornito dalla rete permette di ottenere, attraverso l’utilizzo di modelli predittivi geostatistici, rappresentazioni spaziali attendibili a scala regionale della concentrazione dei contaminanti analizzati.
Tramite opportune semplificazioni dei risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal DLgs 152/06 (aree verdi pubbliche e private - Colonna A).
In corrispondenza delle aree omogenee di concentrazione individuate per i singoli contaminanti, sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa, attraverso l’utilizzo combinato di elaborazioni statistiche e calcolo di indici di arricchimento.
I risultati delle elaborazioni evidenziano la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa differenti per origine e intensità: Contaminanti di prevalente origine naturale, Contaminanti di prevalente origine antropica e Contaminati organici.
Il consistente numero di campioni fornito dalla rete permette di ottenere, attraverso l’utilizzo di modelli predittivi geostatistici, rappresentazioni spaziali attendibili a scala regionale della concentrazione dei contaminanti analizzati.
Tramite opportune semplificazioni dei risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal DLgs 152/06 (aree verdi pubbliche e private - Colonna A).
In corrispondenza delle aree omogenee di concentrazione individuate per i singoli contaminanti, sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa, attraverso l’utilizzo combinato di elaborazioni statistiche e calcolo di indici di arricchimento.
I risultati delle elaborazioni evidenziano la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa differenti per origine e intensità: Contaminanti di prevalente origine naturale, Contaminanti di prevalente origine antropica e Contaminati organici.
Contaminanti di prevalente origine naturale
Metalli pesanti (Cromo, Nichel, Cobalto, Arsenico, Vanadio) e metalloidi (Arsenico) presentano aree critiche molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo. Ad esempio le elevate concentrazioni di Cromo, Nichel e Cobalto, riscontrate prevalentemente nelle pianure Torinese e Canavese (Stura Lanzo, Doria Riparia) e Alessandrino (Bormida, Orba), sono attribuibili in prevalenza alla presenza di rocce ultramafiche naturalmente ricche di questi elementi coinvolte nei vari processi di formazione del suolo superficiale. Esempi di elaborazioni statistiche e geostatistiche in figure da 2 a 7.
Figura 2
Cromo nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2018
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Le elaborazioni statistiche relative al cromo sono disponibili sugli indicatori on line
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Figura 3
Nichel nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2018
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Figura 4
Cromo (Cr) nei suoli1 dei bacini idrografici Bormida, Orba e Scrivia. Aree omogenee di concentrazione (a,b,c) e aree critiche (d,e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2
Monitoraggio rete sistematica 3x3 km
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017).
Figura 5
Nichel (Ni) nei suoli1 del Torinese. Aree omogenee di concentrazione (a,b,c) e aree critiche (d,e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2
Monitoraggio rete sistematica 3x3 km.
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017).
Figura 6
Cobalto nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2018
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Le elaborazioni statistiche relative al cobalto sono disponibili sugli indicatori on line
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Le elaborazioni statistiche relative al cobalto sono disponibili sugli indicatori on line
Figura 7
Arsenico (As) nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2018
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2017)
Contaminanti di prevalente origine antropica
I metalli pesanti (Piombo, Rame, Zinco, Antimonio, Stagno, Berillio) presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa e valori di fondo leggermente superiori ai limiti di legge. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali, inceneritori etc…) e attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici etc…). Esempi di elaborazioni statistiche e geostatistiche nelle figure da 8 a 10.
Figura 8
Piombo (Pb) nei suoli1 del territorio piemontese - anno 2015
I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).
1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).
1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
Figura 9
Zinco (Zn) nei suoli1 del territorio piemontese - anno 2015
I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).
1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).
1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
Figura 10
Rame nei suoli1 del territorio piemontese - anno 2015
I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).
1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).
1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
Contaminanti organici
Le Diossine - furani (PCDD/DF), i policlorobifenili (PCB) e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) hanno origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc…). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale. Esempi di elaborazioni statistiche e geostatistiche nelle figure 11-12.
Figura 11
Policlorobifenili (PCB – mg/kg) nei suoli(1) del territorio piemontese – anno 2015
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad Aprile 2015).
Figura 12
Diossine e furani (PCDD/DF - ng/kg I-TE) nei suoli(1) del territorio piemontese – anno 2015
I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2)
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati al 2015)
Le elaborazioni statistiche relative alle diossine e furani sono disponibili sugli indicatori on line
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2)
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati al 2015)
Le elaborazioni statistiche relative alle diossine e furani sono disponibili sugli indicatori on line
I dati forniti dalla rete di monitoraggio, rappresentano una fondamentale base scientifica di riferimento per attività correlate alla valutazione della qualità del suolo e dell’ambiente, alla pianificazione territoriale su ampia scala e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo (terre e rocce da scavo, siti contaminati, piani di gestione dell’inquinamento diffuso).
Per approfondimenti
- La relazione “Arpa Piemonte - Analisi ambientale sulla contaminazione diffusa del suolo del territorio regionale per la definizione dei valori di fondo riguardanti diverse categorie di inquinanti” può essere scaricata direttamente dal sito dell’Arpa Piemonte
- I dati possono essere richiesti in forma personalizzata a livello di dettaglio, in funzione dei dati disponibili, compilando il modulo di Domanda di accesso a informazioni ambientali, specificando l'area (comune, località, coordinate geografiche) e i contaminanti di interesse.
- Consulta la rete di monitoraggio del suolo sul sito di Arpa Piemonte.
- Per ulteriori informazioni gabriele.fabietti@arpa.piemonte.it
Raccomandazioni relative all’utilizzo dei dati forniti
dalla rete di monitoraggio della qualità dei suoli
I dati forniti dalla rete di monitoraggio rappresentano una fondamentale base scientifica di riferimento per attività correlate alla valutazione della qualità del suolo e dell’ambiente, alla pianificazione territoriale su ampia scala e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo (es. DLgs 152/06, DM 10 agosto 2012 n. 161).
Per l’utilizzo e l’interpretazione dei dati è opportuno specificare:
Per l’utilizzo e l’interpretazione dei dati è opportuno specificare:
- i parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi e per una profondità non superiore a 0-100 cm;
- le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm;
- le concentrazioni dei contaminanti derivate da una o più stazioni di monitoraggio non possono essere considerate rappresentative del livello di contaminazione locale;
- l’ottenimento di parametri statistici rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è vincolato ad un ulteriore approfondimento con monitoraggio di maggiore dettaglio (monitoraggio sistematico con maglia 3x3 km o 1,5x1,5 km);
- l’eventuale incongruenza della concentrazione del singolo dato rispetto a quella stimata può essere attribuito, oltre che alla scala di rappresentazione, alla bassa rappresentatività del punto rispetto alla popolazione di dati individuata all’interno dell’area omogenea;
- i valori di fondo forniti per aree omogenee di concentrazione, non possono sostituire in nessun modo i valori di fondo sito-specifici citati dall’art. 240 del DLgs 152/06;
- nell’ambito dell’applicazione del DM 10 agosto 2012 n. 161, i dati della rete possono essere utilizzati come confronto esclusivamente con i campioni superficiali prelevati alla profondità 0-100 cm.
Utilizzo dei dati della rete di monitoraggio ambientale del suolo nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 (Terre e rocce da scavo)
Per quanto riguarda l’applicazione della normativa concernente le terre e rocce da scavo, l’articolo 11 comma 1 del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 cita:
Qualora la realizzazione dell'opera interessi un sito in cui, per fenomeni di origine naturale, nelle terre e rocce da scavo le concentrazioni dei parametri di cui all'allegato 4, superino le concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006, è fatta salva la possibilità che le concentrazioni di tali parametri vengano assunte pari al valore di fondo naturale esistente. A tal fine, in fase di predisposizione del piano di utilizzo, il proponente segnala il superamento di cui sopra ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e contestualmente presenta all'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente un piano di indagine per definire i valori di fondo naturale da assumere. Tale piano, condiviso con la competente Agenzia, è eseguito dal proponente con oneri a proprio carico, in contraddittorio con l'Agenzia entro 60 giorni dalla presentazione dello stesso.
Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine. Sulla base delle risultanze del piano di indagine, nonché di altri dati disponibili per l'area oggetto di indagine, l'Agenzia di protezione ambientale competente per territorio definisce i valori di fondo naturale. Il proponente predispone il piano di utilizzo sulla base dei valori di fondo definiti dall'Agenzia.
Qualora la realizzazione dell'opera interessi un sito in cui, per fenomeni di origine naturale, nelle terre e rocce da scavo le concentrazioni dei parametri di cui all'allegato 4, superino le concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006, è fatta salva la possibilità che le concentrazioni di tali parametri vengano assunte pari al valore di fondo naturale esistente. A tal fine, in fase di predisposizione del piano di utilizzo, il proponente segnala il superamento di cui sopra ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e contestualmente presenta all'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente un piano di indagine per definire i valori di fondo naturale da assumere. Tale piano, condiviso con la competente Agenzia, è eseguito dal proponente con oneri a proprio carico, in contraddittorio con l'Agenzia entro 60 giorni dalla presentazione dello stesso.
Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine. Sulla base delle risultanze del piano di indagine, nonché di altri dati disponibili per l'area oggetto di indagine, l'Agenzia di protezione ambientale competente per territorio definisce i valori di fondo naturale. Il proponente predispone il piano di utilizzo sulla base dei valori di fondo definiti dall'Agenzia.
Per il territorio piemontese il riferimento a “dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”, può essere effettuato tramite confronto con i risultati della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli realizzata da Arpa.
I risultati della rete evidenziano la presenza sul territorio piemontese di aree critiche caratterizzate da probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (DLgs 152/06 - Allegato 5 - Tabella 1 - colonna A) attribuibili in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno” per: Cromo (Cr), Nichel (Ni), Cobalto (Co), Arsenico (As) e Vanadio (V).
Le aree critiche di concentrazione di questi metalli sono comparabili, con le dovute considerazioni attinenti alla scala di dettaglio con la quale sono presentate, alla definizione di "ambito territoriale con fondo naturale": riportata da Dpr, n. 120/2017 nell’articolo 2 (lettera h):
"ambito territoriale con fondo naturale": porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;
È opportuno specificare che l’utilizzo dei parametri di riferimento della rete di monitoraggio, per dimostrare che i superamenti dei limiti di legge riscontrati sono principalmente attribuibili a caratteristiche naturali del terreno, può essere effettuata esclusivamente per siti che ricadono nelle aree critiche contrassegnate con le lettere “d” e/o “e”, caratterizzate da alte probabilità (>50%) di superamento dei limiti di legge.
Le ipotesi relative alla prevalente origine naturale sono relative all’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a grande scala di dettaglio. Nelle aree critiche non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo proposti, riconducibili a contaminazione puntuale di origine antropica, come del resto non è possibile escludere localmente la presenza di valori superiori al fondo determinato in termini probabilistici dovuto a cause naturali.
I risultati della rete evidenziano la presenza sul territorio piemontese di aree critiche caratterizzate da probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (DLgs 152/06 - Allegato 5 - Tabella 1 - colonna A) attribuibili in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno” per: Cromo (Cr), Nichel (Ni), Cobalto (Co), Arsenico (As) e Vanadio (V).
Le aree critiche di concentrazione di questi metalli sono comparabili, con le dovute considerazioni attinenti alla scala di dettaglio con la quale sono presentate, alla definizione di "ambito territoriale con fondo naturale": riportata da Dpr, n. 120/2017 nell’articolo 2 (lettera h):
"ambito territoriale con fondo naturale": porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;
È opportuno specificare che l’utilizzo dei parametri di riferimento della rete di monitoraggio, per dimostrare che i superamenti dei limiti di legge riscontrati sono principalmente attribuibili a caratteristiche naturali del terreno, può essere effettuata esclusivamente per siti che ricadono nelle aree critiche contrassegnate con le lettere “d” e/o “e”, caratterizzate da alte probabilità (>50%) di superamento dei limiti di legge.
Le ipotesi relative alla prevalente origine naturale sono relative all’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a grande scala di dettaglio. Nelle aree critiche non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo proposti, riconducibili a contaminazione puntuale di origine antropica, come del resto non è possibile escludere localmente la presenza di valori superiori al fondo determinato in termini probabilistici dovuto a cause naturali.
Occorre inoltre considerare che le elevate concentrazioni riscontrate nelle aree critiche, caratterizzate da concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati, possono “mascherare” forme di contaminazione da deposizione superficiale anche di intensità rilevante.
Per i motivi sopra elencati, l’acquisizione di dati rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è sempre vincolato ad un ulteriore approfondimento con caratterizzazione di maggiore dettaglio ed eventuale speciazione dei metalli per meglio comprendere l’origine dell’elemento considerato.
Per l’interpretazione e il confronto con i parametri statistici forniti dalla rete di monitoraggio per aree omogenee di concentrazione è opportuno considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
• I parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio (cfr. capitolo sul campionamento dei suoli pagg. 9 – 10).
• Le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione si riferisce alla totalità dei materiali secchi della sola frazione inferiore a 2 mm senza includere la frazione di scheletro 2 cm - 2 mm. I dati forniti dalla rete di monitoraggio non sono pertanto direttamente confrontabili con valori di concentrazione relativi a campioni riferiti alla totalità dei materiali secchi (comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm in base alle modalità previste dal DM 161/12).
I dati possono essere richiesti in forma personalizzata a livello di dettaglio, in funzione dei dati disponibili, compilando il modulo di Domanda di accesso a informazioni ambientali, specificando:
- l'area d’interesse (comune, località, coordinate geografiche)
- i contaminanti per i quali si vuole dimostrare che i superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006 sono da attribuire in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno”
- la necessità di utilizzo dei dati nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120.
Per i motivi sopra elencati, l’acquisizione di dati rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è sempre vincolato ad un ulteriore approfondimento con caratterizzazione di maggiore dettaglio ed eventuale speciazione dei metalli per meglio comprendere l’origine dell’elemento considerato.
Per l’interpretazione e il confronto con i parametri statistici forniti dalla rete di monitoraggio per aree omogenee di concentrazione è opportuno considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
• I parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio (cfr. capitolo sul campionamento dei suoli pagg. 9 – 10).
• Le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione si riferisce alla totalità dei materiali secchi della sola frazione inferiore a 2 mm senza includere la frazione di scheletro 2 cm - 2 mm. I dati forniti dalla rete di monitoraggio non sono pertanto direttamente confrontabili con valori di concentrazione relativi a campioni riferiti alla totalità dei materiali secchi (comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm in base alle modalità previste dal DM 161/12).
I dati possono essere richiesti in forma personalizzata a livello di dettaglio, in funzione dei dati disponibili, compilando il modulo di Domanda di accesso a informazioni ambientali, specificando:
- l'area d’interesse (comune, località, coordinate geografiche)
- i contaminanti per i quali si vuole dimostrare che i superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006 sono da attribuire in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno”
- la necessità di utilizzo dei dati nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120.