INTRODUZIONE ARIA
Le cause, gli inquinanti e l'andamento nel tempo
L’inquinamento atmosferico è un problema globale che riguarda, principalmente ma non esclusivamente, i paesi industrializzati e quelli emergenti o in via di sviluppo, sia dal punto di vista della salute umana sia dal punto di vista dell’alterazione dell’ambiente e del clima.
Lo stato della qualità dell’aria - oltre naturalmente alle pressioni che possono determinare un mancato rispetto dei valori di riferimento - rientra a pieno titolo tra i temi oggetto delle valutazioni delle Organizzazioni sovranazionali; in particolare l’ONU nel 2016 ha lanciato l’Agenda 2030, un programma d’azione decisamente ambizioso che contempla 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals SDGs), mettendo in relazione diversi aspetti come la sostenibilità con lo sviluppo economico, ecologico e sociale, al fine di promuovere sia la sostenibilità della vita sia la conservazione dell’ambiente.
Lo stato della qualità dell’aria - oltre naturalmente alle pressioni che possono determinare un mancato rispetto dei valori di riferimento - rientra a pieno titolo tra i temi oggetto delle valutazioni delle Organizzazioni sovranazionali; in particolare l’ONU nel 2016 ha lanciato l’Agenda 2030, un programma d’azione decisamente ambizioso che contempla 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals SDGs), mettendo in relazione diversi aspetti come la sostenibilità con lo sviluppo economico, ecologico e sociale, al fine di promuovere sia la sostenibilità della vita sia la conservazione dell’ambiente.
Nelle principali aree urbane, nelle quali la densità di popolazione e le attività ad essa legate raggiungono livelli elevati, si misurano le maggiori concentrazioni di inquinanti che possono determinare situazioni di pericolo per la salute, tali da individuare la loro rimozione come Obiettivo n° 11 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili“ e in particolare il Target 11.6 “Entro il 2030, ridurre l’impatto ambientale negativo pro-capite delle città, prestando particolare attenzione alla qualità dell’aria…omissis”.
LE CAUSE
In generale all’origine dell’inquinamento atmosferico vi sono i processi di combustione (produzione di energia, trasporto, riscaldamento, produzioni industriali, ecc.) che comportano l’emissione diretta degli inquinanti, quali ad esempio particolato primario, ossidi di azoto, ossidi di zolfo, monossido di carbonio, benzo(a)pirene, denominati complessivamente inquinanti primari. A questi si aggiungono gli inquinanti definiti secondari, che si formano in seguito ad interazioni chimico-fisiche che avvengono tra i composti primari, anche di origine naturale, presenti in atmosfera, in presenza della radiazione solare e di un contesto meteorologico che svolge sempre un ruolo fondamentale nella dinamica degli inquinanti atmosferici.
L'entità e le modalità di emissione (sorgenti puntiformi o diffuse, altezza e temperatura di emissione, ecc.), i tempi di persistenza di ciascun inquinante, l’intensità della turbolenza atmosferica sono alcuni dei principali fattori che producono variazioni spazio-temporali nella composizione dell'aria ambiente.
L'entità e le modalità di emissione (sorgenti puntiformi o diffuse, altezza e temperatura di emissione, ecc.), i tempi di persistenza di ciascun inquinante, l’intensità della turbolenza atmosferica sono alcuni dei principali fattori che producono variazioni spazio-temporali nella composizione dell'aria ambiente.
Quando la capacità di diluizione e trasporto degli inquinanti dell’atmosfera non è sufficiente a disperdere ciò che è stato emesso si genera un incremento della concentrazione degli inquinanti che può raggiungere valori dannosi per la salute dell’uomo, per l’equilibrio degli ecosistemi e in parte, per i composti ad “effetto serra”, per il clima.
L'impatto sull'ambiente degli inquinanti atmosferici è variabile e dipende dalle sostanze emesse; alcuni di questi composti possono persistere in atmosfera per alcuni giorni e poi depositarsi al suolo, altri possono inquinare soltanto la zona immediatamente circostante, altri ancora si diffondono su aree molto vaste e sono in grado di influenzare le condizioni dell'ambiente su scala continentale o perfino planetaria, con un impatto negativo indiretto sulla salute umana anche in luoghi molto distanti dalla sorgente di inquinamento.
L'impatto sull'ambiente degli inquinanti atmosferici è variabile e dipende dalle sostanze emesse; alcuni di questi composti possono persistere in atmosfera per alcuni giorni e poi depositarsi al suolo, altri possono inquinare soltanto la zona immediatamente circostante, altri ancora si diffondono su aree molto vaste e sono in grado di influenzare le condizioni dell'ambiente su scala continentale o perfino planetaria, con un impatto negativo indiretto sulla salute umana anche in luoghi molto distanti dalla sorgente di inquinamento.
GLI INQUINANTI
In generale gli inquinanti primari non sono più, almeno per la nostra regione, il principale problema, se non in casi particolari, come nelle aree limitrofe a impianti produttivi con emissioni rilevanti o nel caso di abbruciamento non efficiente di legna o non controllato di rifiuti.
I dati del 2017 confermano che gli inquinanti primari, come il monossido di carbonio e il biossido di zolfo, non costituiscono più una criticità. Anche alcuni degli inquinanti che alcuni anni or sono avevano manifestato qualche problematica - come i metalli pesanti ed il benzene - risultano al momento sotto controllo. Un’eccezione è rappresentata dagli idrocarburi policiclici aromatici, e in particolare dal benzo(a)pirene per il quale non sarà facile raggiungere valori di concentrazione nettamente inferiori al valore obiettivo annuale, considerata la crescita in atto dell’uso della legna come combustibile per il riscaldamento civile.
Numerose difficoltà nel rispetto degli obiettivi di legge si hanno invece per gli inquinanti completamente o parzialmente secondari. In Piemonte, analogamente a quanto succede in tutto il Bacino Padano, permangono situazioni problematiche a scala regionale per il PM10 e l’ozono, rispettivamente nei mesi freddi e nei mesi caldi dell’anno,
I dati del 2017 confermano che gli inquinanti primari, come il monossido di carbonio e il biossido di zolfo, non costituiscono più una criticità. Anche alcuni degli inquinanti che alcuni anni or sono avevano manifestato qualche problematica - come i metalli pesanti ed il benzene - risultano al momento sotto controllo. Un’eccezione è rappresentata dagli idrocarburi policiclici aromatici, e in particolare dal benzo(a)pirene per il quale non sarà facile raggiungere valori di concentrazione nettamente inferiori al valore obiettivo annuale, considerata la crescita in atto dell’uso della legna come combustibile per il riscaldamento civile.
Numerose difficoltà nel rispetto degli obiettivi di legge si hanno invece per gli inquinanti completamente o parzialmente secondari. In Piemonte, analogamente a quanto succede in tutto il Bacino Padano, permangono situazioni problematiche a scala regionale per il PM10 e l’ozono, rispettivamente nei mesi freddi e nei mesi caldi dell’anno,
mentre i casi di superamento del valore limite annuale relativi al biossido di azoto sono più localizzati in prossimità dei grandi centri urbani, in particolare nelle stazioni da traffico.
L’Agenzia Europea per l’ambiente, nel documento Air quality in Europe 2018 report dichiara che le concentrazioni di particolato (PM) hanno continuato a superare i valori limite UE e quelli delle linee guida dell’OMS in vaste aree dell’Europa nel 2016. Per il PM10, concentrazioni superiori al valore limite giornaliero dell’UE è stato registrato nel 19% delle stazioni di monitoraggio in 19 dei 28 Stati membri dell’UE (UE-28) e in altri otto paesi del Continente.
Nel 2016, il 17% delle stazioni UE ha registrato concentrazioni superiori al valore obiettivo per la protezione della salute umana, per l’ozono (O3).
La percentuale di stazioni che hanno rilevato concentrazioni superiori a questo valore obiettivo erano notevolmente inferiori rispetto al 2015 (41%) ma superiori a quelle del 2014, riflettendo la variabilità interannuale delle concentrazioni di O3. Queste stazioni erano situate in 14 paesi dell’UE e in altri cinque paesi europei.
L’Agenzia Europea per l’ambiente, nel documento Air quality in Europe 2018 report dichiara che le concentrazioni di particolato (PM) hanno continuato a superare i valori limite UE e quelli delle linee guida dell’OMS in vaste aree dell’Europa nel 2016. Per il PM10, concentrazioni superiori al valore limite giornaliero dell’UE è stato registrato nel 19% delle stazioni di monitoraggio in 19 dei 28 Stati membri dell’UE (UE-28) e in altri otto paesi del Continente.
Nel 2016, il 17% delle stazioni UE ha registrato concentrazioni superiori al valore obiettivo per la protezione della salute umana, per l’ozono (O3).
La percentuale di stazioni che hanno rilevato concentrazioni superiori a questo valore obiettivo erano notevolmente inferiori rispetto al 2015 (41%) ma superiori a quelle del 2014, riflettendo la variabilità interannuale delle concentrazioni di O3. Queste stazioni erano situate in 14 paesi dell’UE e in altri cinque paesi europei.
L'ANDAMENTO NEL TEMPO
Sul lungo periodo, nonostante le oscillazioni legate ai fattori meteorologici, è stato osservato un miglioramento della qualità dell’aria; l’analisi della serie storica dei dati mostra come nel periodo 2001-2017, a livello regionale, la concentrazione media annua di PM10 si sia ridotta in modo evidente. I valori rivelano tuttavia oscillazioni a breve termine, da un anno all’altro, dovute alle differenti condizioni meteorologiche.
Facendo riferimento a tali condizioni si evidenzia che il 2017 è risultato - sia per gli inquinanti invernali, come il PM10, che per quelli estivi, come l’ozono - un anno con valori generalmente superiori a quelli misurati nel 2016.
Facendo riferimento a tali condizioni si evidenzia che il 2017 è risultato - sia per gli inquinanti invernali, come il PM10, che per quelli estivi, come l’ozono - un anno con valori generalmente superiori a quelli misurati nel 2016.
Per la maggior parte degli inquinanti atmosferici, la riduzione dei valori evidenziata dalle serie storiche è connessa anche alla loro diminuzione nelle emissioni industriali/civili avvenuta negli ultimi decenni, anche se non sempre sufficiente a determinare il rispetto dei valori limite o dei valori obiettivo indicati dalla normativa.
Per le emissioni in atmosfera i comparti più critici risultano essere quelli relativi al trasporto stradale, al riscaldamento e alle attività produttive in senso lato, anche se con differente distribuzione percentuale per i diversi inquinanti. É da rilevare che la combustione del legno, e più in generale delle biomasse, negli ultimi anni ha assunto un’importanza crescente, in particolare per le emissioni di particolato e di benzo(a)pirene.
Per le emissioni in atmosfera i comparti più critici risultano essere quelli relativi al trasporto stradale, al riscaldamento e alle attività produttive in senso lato, anche se con differente distribuzione percentuale per i diversi inquinanti. É da rilevare che la combustione del legno, e più in generale delle biomasse, negli ultimi anni ha assunto un’importanza crescente, in particolare per le emissioni di particolato e di benzo(a)pirene.
Dai satelliti di Copernicus informazioni sulla qualità dell'aria in Europa
Il programma Copernicus - coordinato e gestito dalla Commissione Europea in collaborazione con l'Agenzia Spaziale Europea e l'Agenzia Europea per l'Ambiente, produce una serie di servizi che forniscono dati quasi in tempo reale a livello globale che possono essere utilizzati anche per esigenze locali e regionali, per aiutarci a capire meglio il nostro pianeta e gestire in modo sostenibile l'ambiente in cui viviamo (vedi brochure di presentazione di Copernicus).
Copernicus utilizza una serie di satelliti dedicati (le famiglie Sentinel), il primo dei quali lanciato in orbita nel 2014 ed il più recente nell'ottobre 2017; nel 2030 i satelliti saranno ben 20. Copernicus raccoglie anche informazioni da sistemi in situ come stazioni di terra, che forniscono dati acquisiti da una moltitudine di sensori a terra, in mare o in aria.
I servizi Copernicus trasformano il gran numero di dati satellitari e in situ raccolti in informazioni a valore aggiunto, elaborando e analizzando le informazioni raccolte.
I servizi accessibili online riguardano: atmosfera, mare, suolo, clima, emergenze e sicurezza.
I principali utenti dei servizi di Copernicus sono le autorità pubbliche che hanno bisogno delle informazioni per sviluppare la legislazione e le politiche ambientali o per prendere decisioni critiche in caso di emergenza, come un disastro naturale o una crisi umanitaria.
Tuttavia le informazioni raccolte sono anche a disposizione del grande pubblico, che può apprezzarne l'utilità direttamente, consultando le mappe interattive disponibili sulla qualità dell'aria rilevata e sulle previsioni di diversi inquinanti (polveri sottili, biossido di azoto, ozono, biossido di zolfo, ecc.).
Copernicus utilizza una serie di satelliti dedicati (le famiglie Sentinel), il primo dei quali lanciato in orbita nel 2014 ed il più recente nell'ottobre 2017; nel 2030 i satelliti saranno ben 20. Copernicus raccoglie anche informazioni da sistemi in situ come stazioni di terra, che forniscono dati acquisiti da una moltitudine di sensori a terra, in mare o in aria.
I servizi Copernicus trasformano il gran numero di dati satellitari e in situ raccolti in informazioni a valore aggiunto, elaborando e analizzando le informazioni raccolte.
I servizi accessibili online riguardano: atmosfera, mare, suolo, clima, emergenze e sicurezza.
I principali utenti dei servizi di Copernicus sono le autorità pubbliche che hanno bisogno delle informazioni per sviluppare la legislazione e le politiche ambientali o per prendere decisioni critiche in caso di emergenza, come un disastro naturale o una crisi umanitaria.
Tuttavia le informazioni raccolte sono anche a disposizione del grande pubblico, che può apprezzarne l'utilità direttamente, consultando le mappe interattive disponibili sulla qualità dell'aria rilevata e sulle previsioni di diversi inquinanti (polveri sottili, biossido di azoto, ozono, biossido di zolfo, ecc.).