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RADIAZIONI IONIZZANTI


L’argomento Radiazioni ionizzanti rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
- Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età

Nell’ambito della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile il riferimento è: Area: Persone. Scelta: III. Promuovere la salute e il benessere. Obiettivo Strategico Nazionale: III.1 Diminuire l’esposizione della popolazione ai fattori di rischio ambientale e antropico.

Pareri tecnici

La normativa italiana (DLgs 230/95) impone che l’utilizzo di sorgenti di radiazioni ionizzanti debba essere sempre comunicato preventivamente, con almeno 30 giorni di anticipo, all’ASL, all’Arpa, ai Vigili del Fuoco e all’Ispettorato del Lavoro. Se l’attività delle sorgenti è superiore a determinati livelli indicati negli allegati del DLgs 230/95 o se la tensione di lavoro delle macchine radiogene è superiore a 200 kV la pratica deve anche essere autorizzata con un decreto di “nulla osta” che viene rilasciato per le pratiche industriali dal Prefetto o per le pratiche sanitarie dall’ASL territorialmente competente (nulla osta di categoria B). Se l’attività detenuta è ancora maggiore, tale decreto autorizzativo viene rilasciato dal Ministero competente (nulla osta di categoria A). Per il rilascio del nulla osta di categoria B in ambito sanitario la LR 5/2010 ha istituito un Organismo Tecnico Consultivo, con sede presso l’ASL territorialmente competente, che funge da organo consultivo per il rilascio del nulla osta stesso. Nell’Organismo Tecnico Consultivo sono presenti le professionalità che a vario titolo concorrono al rilascio del parere (fisici sanitari, tecnici Arpa, fisici medici, Vigili del Fuoco, Ispettori del Lavoro). Arpa partecipa ai quattro Organismi Tecnici Consultivi istituiti in Piemonte (provincia di Torino, provincia di Cuneo, province di Asti e Alessandria, province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola).

Consulta gli approfondimenti sull'attività di vigilanza.

Figura 1
Pareri tecnici espressi per il rilascio del nulla osta
anni 2002-2017

Fonte: Arpa Piemonte

Alcuni pareri sono riferiti a più tipologie di sorgenti; per questo motivo il numero totale di pareri espressi a volte è inferiore alla somma delle singole tipologie.

Figura 2
Sedi delle ditte oggetto di parere tecnico rilasciato
anni 2002-2017

Fonte: Arpa Piemonte
NORMATIVA

Italiana: DLgs 230/95 e s.m.i. art. 22, 27, 28, 29
Regionale: LR 5/10; DGR 23-6389 del 19/01/2018

CONTROLLI SUL TERRITORIO

Nel 2017 i controlli effettuati da Arpa sul territorio sono stati indirizzati perlopiù a situazioni già note negli anni scorsi per la presenza di materiali radioattivi. Infatti i luoghi che presentano un rischio radiologico non riconducibile ai siti nucleari rientrano non solo le ditte a rischio di ritrovamento di sorgenti radioattive (in primis acciaierie, rottamai e inceneritori), ma anche ditte che utilizzano sorgenti radioattive per controlli non distruttivi (gammagrafie sia al chiuso che all’aperto) e siti in cui venivano svolte attività che hanno lasciato residui o depositi di materiale radioattivo. Inoltre rientrano anche in questa tematica il ritrovamento sul territorio di sorgenti abbandonate e gli incidenti durante il trasporto di materiale radioattivo.
La normativa italiana (DLgs 230/95 e s.m.i.) disciplina il ritrovamento di sorgenti radioattive e stabilisce una serie di misure e adempimenti ai quali i detentori devono rispondere per evitare lo smaltimento non controllato. Tuttavia il rischio che sorgenti utilizzate in campo industriale, sanitario o di ricerca non vengano smaltite correttamente esiste, specie in caso di fallimento di attività industriali, quando gli immobili vengono venduti e si perde traccia delle sorgenti custodite all’interno. La probabilità maggiore è che tali sorgenti vengano ritrovate presso raccoglitori di rifiuti o di rottami metallici. Per questo motivo la normativa prevede specificatamente che chi svolge attività di recupero, fusione o deposito di rottami metallici o importazione di semilavorati metallici debba effettuare un controllo radiometrico del materiale (art. 157 del DLgs 230/95 e s.m.i.).
Come previsto all’articolo 12 della LR 5/10 e dalla DGR n. 23-6389 del 19/01/2018, Arpa presenta alla Regione la proposta della programmazione annuale delle attività di monitoraggio e vigilanza della radioattività ambientale. La Regione, a sua volta, sottopone alle Province la proposta di Arpa, affinché le stesse possano effettuare le loro valutazioni e, con riferimento alle attività disciplinate all’articolo 157 del DLgs 230/95 o per altre particolari installazioni (come ad esempio i depositi), possano segnalare le situazioni in cui ritengono che si debbano privilegiare i controlli.
L’ottemperanza alla normativa da parte di queste ditte è notevolmente aumentata negli ultimi anni. La percentuale di ditte dotate di sistemi di monitoraggio delle radiazioni ionizzanti si avvicina ormai al 100% per quanto riguarda le fonderie e i grossi rottamai. La percentuale rimane più bassa tra i piccoli rivenditori di rottami, la cui attività tuttavia è meno a rischio rispetto alle grosse aziende.
Nella figura 5 sono riportate le sorgenti e i materiali radioattivi ritrovati tra il 2000 e il 2017. Si osserva come il numero di ritrovamenti nei rottami metallici è diminuito (non solo in virtù di maggiori controlli all’origine del materiale, ma anche per la chiusura di alcuni impianti di fusione di rottami della nostra regione). I ritrovamenti presso i termovalorizzatori sono concentrati solo apparentemente negli anni tra il 2011 e il 2013, ma in realtà sono costanti in questo tipo di impianti. Poiché i radionuclidi ritrovati sono di tipo sanitario contenuti in effetti personali di pazienti trattati con radiofarmaci e poi dimessi dalle strutture ospedaliere, con brevi tempi di dimezzamento, gli impianti hanno adottato delle procedure di stoccaggio dei rifiuti contaminati fino a completo decadimento prima dell’avvio all’incenerimento. Queste procedure, concordate con Arpa, fanno sì che Arpa stessa venga costantemente informata. A titolo informativo si fa presente che anche presso le ditte che ritirano rifiuti ospedalieri è cosa abbastanza frequente il ritrovamento di radionuclidi utilizzati in ambito sanitario. Questi ritrovamenti non sono conteggiati nel grafico di figura 5 in quanto Arpa non effettua sopralluoghi, ma prende atto della comunicazione delle ditte (circa una ventina ogni anno). Nei ritrovamenti sul territorio fanno parte le sorgenti attualmente inutilizzate rinvenute presso aziende di vario tipo, materiali contaminati da Cs-137 ambientale o da radionuclidi naturali concentratisi nel materiale stesso.

Figura 3
Sopralluoghi effettuati per compiti di vigilanza suddivisi per provincia
anni 2011-2017

Figura 4
Sopralluoghi effettuati per compiti di vigilanza suddivisi per tipologia di ditta controllata
anni 2011-2017

Fonte: Arpa Piemonte
La normativa italiana (DLgs 230/95 e ss.mm.ii.) disciplina il ritrovamento di sorgenti radioattive e stabilisce una serie di misure e adempimenti ai quali i detentori devono rispondere per evitare lo smaltimento non controllato. Tuttavia il rischio che sorgenti utilizzate in campo industriale, sanitario o di ricerca non vengano smaltite correttamente esiste, specie in caso di fallimento di attività industriali, quando gli immobili vengono venduti e si perde traccia delle sorgenti custodite all’interno. La probabilità maggiore è che tali sorgenti vengano ritrovate presso raccoglitori di rifiuti o di rottami metallici. Per questo motivo la normativa prevede specificatamente che chi svolge attività di recupero, fusione o deposito di rottami metallici o importazione di semilavorati metallici debba effettuare un controllo radiometrico del materiale (art. 157 del DLgs 230/95 e s.m.i.).
Come previsto all’articolo 12 della LR 5/10 e dalla DGR n. 17-11237 del 9 dicembre 2003, Arpa presenta annualmente alla Regione la proposta della programmazione annuale delle attività di monitoraggio e vigilanza della radioattività ambientale. La Regione, a sua volta, sottopone alle Province la proposta di Arpa, affinché le stesse possano effettuare le loro valutazioni e, con riferimento alle attività disciplinate all’ articolo 157 del DLgs 230/95 o per altre particolari installazioni - come ad esempio i depositi - possano segnalare le situazioni in cui ritengono che si debbano privilegiare i controlli.
L’ottemperanza alla normativa da parte di queste ditte è notevolmente aumentata negli ultimi anni. La percentuale di ditte dotate di sistemi di monitoraggio delle radiazioni ionizzanti si avvicina ormai al 100% per quanto riguarda le fonderie e i grossi rottamai.
La percentuale rimane più bassa tra i piccoli rivenditori di rottami, la cui attività tuttavia è meno a rischio rispetto alle grosse aziende.

Nella figura 5 sono riportate le sorgenti e i materiali radioattivi ritrovati tra il 2000 e il 2016. Si osserva come il numero di ritrovamenti nei rottami metallici è diminuito (non solo in virtù di maggiori controlli all’origine del materiale, ma anche a causa della chiusura di alcuni impianti di fusione di rottami in Piemonte).
I ritrovamenti presso i termovalorizzatori sono concentrati solo apparentemente negli anni tra il 2011 e il 2013, ma in realtà sono costanti in questo tipo di impianti. Siccome i radionuclidi ritrovati sono di tipo sanitario contenuti in effetti personali di pazienti trattati con radiofarmaci con brevi tempi di dimezzamento e poi dimessi dalle strutture ospedaliere, gli impianti hanno adottato delle procedure di stoccaggio dei rifiuti contaminati fino a completo decadimento prima dell’avvio all’incenerimento. Queste procedure, concordate con Arpa, fanno sì che Arpa stessa non venga costantemente informata.

A titolo informativo si fa presente che presso le ditte che ritirano rifiuti ospedalieri è abbastanza frequente il ritrovamento di radionuclidi utilizzati in ambito sanitario (circa una ventina ogni anno). Questi ritrovamenti non sono conteggiati nel grafico della figura 5 in quanto Arpa non effettua sopralluoghi, ma prende atto della comunicazione delle ditte.

Figura 5
Ritrovamenti di sorgenti radioattive - anni 2000-2017

Fonte: Arpa Piemonte

I CONTROLLI SUL Termovalorizzatore DEL GERBIDO

I radiofarmaci (farmaci che utilizzano elementi radioattivi) sono sempre più utilizzati in ambito medico-ospedaliero, sia per diagnostica che per terapia. Gli elementi radioattivi utilizzati hanno dei tempi di dimezzamento brevi (minuti, ore o al massimo qualche giorno), in modo che i pazienti che hanno assunto tali farmaci smaltiscano in breve tempo la radioattività incorporata. Tuttavia può accadere che i pazienti dimessi dalle strutture sanitarie abbiano in corpo ancora radioattività sufficiente a contaminare effetti personali che poi vengono ritrovati nei rifiuti urbani. Per questo motivo gli inceneritori devono effettuare un controllo radiometrico prima di avviare i rifiuti all’incenerimento.
Arpa Piemonte ha preso parte alla stesura delle procedure che regolano il ritrovamento di materiale radioattivo al termovalorizzatore TRM del Gerbido. Le procedure prevedono che Arpa venga sempre informata in caso di allarme ai rivelatori a portale, sotto i quali transitano tutti i carichi sia in ingresso che in uscita. Solo in casi di allarmi di una certa entità o nel caso che i radionuclidi rinvenuti non siano di origine medico-ospedaliera è previsto l’intervento di Arpa. Negli altri casi la ditta dell’inceneritore, tramite il proprio esperto qualificato, dopo aver comunicato agli enti preposti l’allarme, provvede a isolare il materiale e a porlo in un’apposita zona isolata fino al competo decadimento della radioattività.
Dal 2017 è stato inoltre attivato un piano di monitoraggio che prevede l’analisi quindicinale dei filtri dell’aria provenienti dalle centraline della qualità dell’aria di Beinasco e l’analisi di alcuni campioni di scorie e polveri di abbattimento fumi provenienti dall’impianto stesso. Le analisi sono finalizzate perlopiù alla ricerca dello I-131, un elemento radioattivo utilizzato per le terapie alla tiroide, che ha un tempo di dimezzamento di 8 giorni. La rilevazione di altri elementi radioattivi utilizzati in campo medico-ospedaliero con tempo di dimezzamento inferiore è infatti estremamente rara, in quanto i tempi di raccolta dei rifiuti e del successivo trattamento permettono il competo decadimento della radioattività.

Tabella 1
Analisi nell’ambito del monitoraggio del Termovalorizzatore del Gerbido effettuate nel 2017

Matrice

Numero campioni analizzati

Pacchetto quindicinale dei filtri della qualità dell’aria

14

Polvere di abbattimento fumi

6

Scorie

4


                                                                                                Fonte: Arpa Piemonte
Per approfondimenti sul termovalorizzatore del Gerbito vai in Aria Stato Monitoraggio

ATTIVITÀ DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ NEI CANTIERI DELL’ALTA VELOCITA’ FERROVIARIA

Arpa Piemonte effettua dei controlli nei cantieri dell’alta velocità ferroviaria, soprattutto per quanto riguarda il radon e la radioattività contenuta nello smarino. In genere durante i sopralluoghi vengono posizionati o ritirati i dosimetri per la misura della concentrazione di radon nelle gallerie, vengono confrontate con i gestori dei cantieri le misure di rateo di dose gamma in aria all’interno delle gallerie e in prossimità dei cumuli di smarino e vengono prelevati campioni di roccia e di acqua da analizzare poi successivamente in laboratorio. L’attività, iniziata negli anni scorsi, ha visto incrementare molto l’impegno negli ultimi due anni, sia nei cantieri siti in Val di Susa, sia in quelli nella zona dell’alessandrino per il cosiddetto Terzo Valico.

TAV Torino-Lione: Cantiere “La Maddalena” (Val di Susa)

Nel corso dell’anno 2017 l’attività di vigilanza condotta da Arpa, Dipartimento Tematico Radiazioni Ionizzanti, finalizzata al controllo del monitoraggio eseguito da TELT (consorzio italo-francese che fa lo scavo della TAV) nell’area esterna e interna al cantiere per la costruzione del cunicolo esplorativo “La Maddalena”, è stata effettuata con l’analisi dei dati trasmessi dal Telt, con misure in loco, spesso acquisite anche in doppio, e con analisi di laboratorio su campioni o su aliquote di campioni prelevati nel corso dei sopralluoghi.
Nel corso dei sopralluoghi presso il cantiere, sono state eseguiti:
  • rilievi di rateo di dose gamma sui cumuli di smarino;
  • misure di concentrazione di attività radon nel cunicolo;
  • prelievo di campioni di smarino per analisi di spettrometria gamma;
  • misure di concentrazione di attività alfa e beta totale su campioni di acqua in ingresso/uscita dall’impianto di depurazione di cantiere (con acquisizione di aliquote dei campioni prelevati da Venaus scarl per conto di TELT);
  • misure di spettrometria gamma su campioni di fanghi di risulta dall’impianto di depurazione delle acque di cantiere.


La tabella 2 segue riassume il numero delle misure effettuate da Arpa nel corso del 2017.

Tabella 2
Monitoraggio dipartimento radiazioni ionizzanti cantiere cunicolo esplorativo "La Maddalena" anno 2017

TOTALE sopralluoghi presso il cantiere

3

Interno Cunicolo

NUMERO misure di Concentrazione di attività radon

18

Cumuli di smarino

TOTALE misure di Rateo di dose gamma

3

NUMERO Analisi di spettrometria gamma su smarino

1

Analisi radioattività acqua di ingresso/uscita impianto di depurazione

NUMERO analisi di alfa e beta totale e analisi in doppio Arpa/TELT su aliquote di uno stesso campione

4

Analisi radioattività fanghi disidratati da impianto di depurazione

NUMERO analisi di spettrometria gamma. Analisi in doppio Arpa/TELT su aliquote di uno stesso campione

1

Monitoraggio interno alla zona cantiere

  • GAS RADON - MISURE ESEGUITE ARPA/TELT E FINALIZZATE ALLA TUTELA DEI LAVORATORI: i valori di concentrazione radon misurati da Arpa e dalla ditta Venaus scarl, acquisiti lungo tutta la zona di scavo, da dicembre a giugno 2017, sono risultati sempre ampiamente inferiori al Livello d’Azione di 500 Bq/m3 (DLgs 230/95) e inferiori anche alla “soglia di sorveglianza stabilita” di 200 Bq/m3. Dalla fine del mese di giugno la ventilazione forzata è stata interrotta a partire da pk 4+150m, pertanto il tratto compreso tra la citata pk e la pk 7+010m è rimasto non accessibile ai lavoratori e privo di ventilazione. Come atteso, solo lungo tale tratto del cunicolo si sono registrati dei valori di concentrazione radon superiori al Livello d'Azione mentre nella tratta frequentata dai lavoratori, compresa tra la pk 0m (imbocco del cunicolo) e la pk 4+130m (zona di scavo della nicchia) i valori di concentrazione sono risultati tutti inferiori a 100 Bq/m3.
  • RADIOATTIVITÀ AL FRONTE SCAVO E SUI CUMULI DI SMARINO – MISURE ARPA/ TELT: nel periodo dal 01/01/2017 al 20/02/2017, giorno in cui sono terminate le operazioni di scavo tramite la fresa, le misure di rateo di dose rilevate dal Geiger Mueller posizionato in testa alla TBM, sono risultate nettamente inferiori alla “soglia di sorveglianza” di 250 nSv/h. Anche le misure di rateo di dose e di spettrometria gamma sul campione di smarino prelevato dal cumulo 138 (materiale proveniente dallo scavo della nicchia a pk4+130m) hanno fornito valori tipici di materiali a medio-basso contenuto di radioattività. Le analisi spettrometriche eseguite dal Dipartimento Tematico Radiazioni e dal laboratorio incaricato dal proponente sono risultate confrontabili entro l’incertezza di misura.
  • MISURE TELT DI RADIOATTIVITÀ SUL PARTICOLATO AERODISPERSO: i dati comunicati (analisi alfa e beta sui filtri settimanali e di spettrometria gamma sui pacchetti mensili) sono risultati tipici del fondo ambientale.
  • MISURE ARPA/TELT DI RADIOATTIVITÀ INERENTI L’IMPIANTO DI DEPURAZIONE DEL CANTIERE: i valori di attività alfa e beta totale sulle acque in ingresso e in uscita dall’impianto di depurazione del cantiere e l'analisi di spettrometria gamma eseguita su un campione di fanghi non hanno evidenziato anomalie radiometriche. I risultati delle analisi condotte da Arpa e da TELT su aliquote di campioni, prelevati da Venaus scarl, risultano compatibili e confermano i bassi valori di radioattività nelle acque convogliate all’impianto.


Monitoraggio esterno alla zona cantiere

  • MONITORAGGIO TELT DELLE PARTICELLE AERODISPERSE: i risultati delle analisi alfa e beta sui filtri per PTS e la spettrometria mensile sul pacchetto di filtri non hanno rivelato la presenza di livelli di radioattività anomali attribuibili alle attività di cantiere.
  • MONITORAGGIO TELT DELLE RISORSE IDRICHE: il monitoraggio delle risorse idriche superficiali (Dora Riparia) e sotterranee per la determinazione dei valori di attività alfa e beta totale ha sempre fornito risultati inferiori ai livelli di attenzione concordati e riportati sul Piano di Monitoraggio Ambientale (PMA).


Conclusioni

Il monitoraggio delle radiazioni ionizzanti, nella zona interna ed esterna al cantiere, è stato condotto dal proponente in modo corretto rispettando i tempi e le frequenze concordati con Arpa. I dati rilevati da Arpa e da TELT non hanno evidenziato variazioni significative dei normali livelli di fondo della radioattività ambientale.

III Valico dei Giovi: Cantieri “Finestra Vallemme”, “Finestra Castagnola” e “Radimero Cop. 20”

Nel corso dell’anno 2017, in merito alla realizzazione della Linea AV/AC Milano - Genova Terzo valico dei Giovi, i tecnici del Dipartimento Tematico Radiazioni hanno effettuato un totale di n.5 sopralluoghi finalizzati alla verifica dei valori di radioattività ambientale presso i cantieri denominati: “finestra Vallemme” di Voltaggio (AL), “finestra Castagnola” di Fraconalto (AL) e “Radimero-Cop.20” di Arquata Scrivia (AL).
La tabella 3 riassume le misure e le analisi di laboratorio su campioni prelevati dai tecnici Arpa.

Tabella 3
Monitoraggio tratta AV/AC Milano-Genova. Terzo Valico dei Giovi - anno 2017

Cantiere "Finestra Vallemme"

TOTALE sopralluoghi presso il cantiere

2

NUMERO misure di Concentrazione di attività radon

14

Cantiere " Finestra Castagnola"

TOTALE sopralluoghi presso il cantiere

2

TOTALE misure di Rateo di dose gamma

2

NUMERO misure di Concentrazione di attività radon

12

NUMERO analisi di spettrometria gamma su smarino

1

Cantiere " Radimero Cop.20"

TOTALE sopralluoghi presso il cantiere

1

TOTALE misure di Rateo di dose gamma

7

NUMERO analisi di spettrometria gamma su smarino

1

NUMERO analisi alfa e beta totale su acque di venuta dalla galleria

1

NUMERO analisi di spettrometria gamma su acque di venuta dalla galleria

1

I valori di rateo di dose gamma sono stati rilevati, utilizzando uno scintillatore plastico “Automess” in dotazione ad Arpa, sia entro le zone di scavo che sui cumuli di smarino. Le acquisizioni hanno fornito valori nella norma, confermati anche dalle analisi di spettrometria gamma condotte sui campioni di roccia, prelevati nel corso dei sopralluoghi. I valori di concentrazione di attività dei principali radionuclidi naturali risultano tipici di materiali a medio-basso contenuto di radioattività.
Le misure di concentrazione di attività radon, acquisite all’interno delle zone di scavo e finalizzate alla tutela dei lavoratori, sono risultate tutte ampiamente inferiori al Livello d’Azione di 500 Bq/m3 (DLgs 230/95 e s.m.i.).

Consulta anche la pagina Radiazioni Ionizzanti nella sezione Territorio - Fattori.
Consulta la pagina web del sito di Arpa Piemonte dedicato alle Grandi Opere.

Siti Nucleari

Poiché in tutti gli impianti nucleari sono attualmente in corso le attività di messa in sicurezza e disattivazione, l’attenzione e l’impegno sono molto forti sia sul fronte dei controlli, che fanno capo ad Arpa, sia nell’ambito dei procedimenti amministrativi in capo alla Regione.
In particolare la Regione, coinvolgendo le amministrazioni locali interessate, esprime pareri nei procedimenti amministrativi statali inerenti la disattivazione (ai sensi degli articoli 55 e 56 del DLgs 230/95) e la modifica (ai sensi dell’articolo 24 della Legge 27/12) degli impianti nucleari, partecipa alla predisposizione dei piani di emergenza esterna degli impianti e alla predisposizione ed espressione dell’intesa sui piani di emergenza per il trasporto dei materiali radioattivi e del combustibile nucleare irraggiato.
Con la Legge regionale n. 5 del 18 febbraio 2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” si è dotata di strumenti permanenti a supporto dell’esercizio delle attività di analisi, controllo e informazione: il Tavolo di trasparenza e partecipazione nucleare; il Tavolo tecnico nucleare e il sistema informativo regionale sulle radiazioni ionizzanti.
In attesa della piena realizzazione del sistema informativo regionale sulle radiazioni ionizzanti, attraverso il sito tematico la Regione pubblica, tra l’altro, i provvedimenti assunti (consulta l'apposita sezione) e i resoconti delle attività del “Tavolo di trasparenza e partecipazione nucleare” (consulta le azioni regionali).

Azioni 2017

Poiché le reti ed i programmi di monitoraggio radiologico ambientale della radioattività di origine artificiale hanno subito nel corso degli anni significative modifiche e integrazioni e visto che non sono mai state impartite le “direttive” per il controllo della radioattività di origine naturale, si è ritenuto opportuno effettuare, con il supporto dell'Arpa, una revisione della DGR 17 - 11237 del 9 dicembre 2003 "Disposizioni per lo svolgimento delle attività di controllo e sorveglianza ambientale in materia di radiazioni ionizzanti degli impianti nucleari e di altre particolari installazioni di cui al Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 e s.m.i." approvando la DGR 23 - 6389 del 19 gennaio 2018 e Legge regionale 18 febbraio 2010, n. 5 "Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti". Direttive per le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale e artificiale. Revoca della DGR n. 17-11237 del 09.12.2003.