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PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO

Obiettivo 6: garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture iginieco-sanitarie



Obiettivo 12: garantire modelli sostenibili di produzione e consumo un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre



Obiettivo 13: promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
        


In Piemonte, i dati di monitoraggio evidenziano che il 55% dei punti rilevati sui corsi d’acqua ha raggiunto l’obiettivo buono relativo allo stato ecologico, ma, per lo stato chimico, il dato si eleva al 95%. Questo evidenzia che la principale problematica della risorsa non riguarda in modo specifico gli inquinamenti, bensì la gestione delle acque nel loro complesso. La situazione è simile sia a livello delle Regioni del  bacino del Po sia a livello degli altri Stati europei.

L’approccio che l’Unione Europea sta attuando sulla politica delle acque prevede un’integrazione progressiva delle pianificazioni e delle programmazioni nazionali e regionali attuate principalmente attraverso il Piano di Gestione del Distretto Idrografico (PdG) e il suo raccordo con le politiche di difesa dal rischio idraulico. Tutte le attività regionali che coinvolgono la gestione e la tutela della risorsa idrica e dell’ambiente acquatico pertanto si inquadrano in questo contesto generale.

Il 27 ottobre 2016, è stato approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il secondo Piano di Gestione del Po che indirizzerà la politica sulle acque nei prossimi 6 anni, fino al 2021 quando entrerà in vigore un nuovo ciclo di pianificazione.
Attualmente la situazione evidenziata dai dati in Piemonte, a seguito dei monitoraggi effettuati sui corsi d’acqua, è che il 55% dei punti rilevati ha raggiunto l’obiettivo “buono” relativo allo stato ecologico, per lo stato chimico il dato si eleva al 95%. Questo evidenzia che la principale problematica della risorsa non riguarda in modo specifico gli inquinamenti, bensì la gestione delle acque nel loro complesso. La situazione è simile sia a livello delle Regioni del  bacino del Po sia a livello degli altri Stati europei.
L’approccio che l’Unione Europea sta attuando sulla politica delle acque prevede un’integrazione progressiva delle pianificazioni e delle programmazioni nazionali e regionali attuate principalmente attraverso il Piano di Gestione del Distretto Idrografico (PdG) e il suo raccordo con le politiche di difesa dal rischio idraulico. Tutte le attività regionali che coinvolgono la gestione e la tutela della risorsa idrica e dell’ambiente acquatico pertanto si inquadrano in questo contesto generale.
In relazione alle indicazioni fornite dall’Unione Europea, il 17 dicembre 2015 è stato adottato dall’Autorità di Bacino il secondo Piano di Gestione del Po che indirizzerà la politica sulle acque nei prossimi 6 anni, fino al 2021 quando entrerà in vigore un nuovo ciclo di pianificazione.
Punti di partenza per l’elaborazione del nuovo ciclo di pianificazione sono stati:
  • il quadro delle problematiche ambientali ancora presenti nel distretto idrografico delineato sulla base delle criticità evidenziate dai monitoraggi e dall’analisi delle pressioni e degli impatti;
  • le raccomandazioni puntuali fornite dalla Commissione Europea dopo la valutazione dei primi Piani approvati in tutti i Paesi dell’Unione.

DGR del Piemonte di parere positivo al Piano di Gestione.

Il Piano di Azione del nuovo Piano di Gestione del Distretto idrografico del fiume Po

La Commissione Europea segue con grande attenzione l’applicazione della Direttiva Acque in tutti i Paesi e, dopo la valutazione del primo ciclo di pianificazione, ha evidenziato le principali problematiche da affrontare nel successivo ciclo di pianificazione e proposto contestualmente interventi concreti per superare gli ostacoli ancora presenti.
Sulla base di questo documento la Commissione europea ha stilato 25 tipologie di misure chiave (Key Type Measures, KTM) per uniformare l’attività degli Stati Membri. Con l’Autorità di Bacino e le Regioni del Distretto del Po si è concordato di aggiungerne una, la KTM Governance, per consolidare le attività di partecipazione 
negoziale con il territorio, fondamentale tra tutte le iniziative dei Contratti di Fiume.
È qui riportato un quadro di sintesi delle misure generali proposte dall’Unione Europea con esempi delle misure individuali previste per la Regione Piemonte.
A livello regionale la pianificazione sulle acque, infatti, compenetra quanto concordato a livello distrettuale con le singole Regioni e racchiuso nelle cosiddette “misure individuali”, con il Piano di Tutela delle Acque (PTA) stilato direttamente dalle Regioni che si configura come attuazione del PdG Po e specificazione di maggior dettaglio. La stesura del nuovo PTA è attualmente in corso.

Tabella 1 
Quadro di sintesi delle Misure Individuali  in Piemonte

N° KTM

Misure chiave (Key Type Measures – KTM)

Sintesi delle Misure individuali in Piemonte

KTM.1

Costruire o ammodernare gli impianti di trattamento delle acque reflue

Depurazione dei reflui delle case sparse e dei piccoli agglomerati

Incremento efficienza di depurazione dei reflui urbani eliminando gli impianti a minore efficienza

Interventi di sistemazione delle reti fognarie esistenti ed estensione a zone non servite

KTM.2

Ridurre l'inquinamento dei nutrienti di origine agricola

Aggiornamento delle zone vulnerabili ai nitrati da origine agricola

Realizzazione di fasce tampone/ecosistemi filtro lungo il reticolo naturale ed artificiale di pianura

Utilizzo di sistemi integrati eco-compatibili di captazione o rimozione dei nutrienti

KTM.3

Ridurre l'inquinamento dapesticidi in agricoltura.

Individuazione delle zone vulnerabili ai fitosanitari

Applicazione delle misure in attuazione del Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari

Azioni per la mitigazione dell'impatto agricolo da correlare alla misura prevista dai PSR per "indennità Direttiva Acque e Direttiva Habitat"

KTM.4

Bonificare i siti contaminati (inquinamento storico compresi i sedimenti, acque sotterranee, suolo).

Realizzazione di interventi di bonifica dei siti contaminati e di messa in sicurezza (per laghi e acque sotterranee)

KTMs

5 e 6

Migliorare la continuità longitudinale (ad es. attraverso i passaggi per pesci, demolizione delle vecchie dighe).

Migliorare le condizioni idromorfologiche dei corpi idrici, diverse dalla continuità longitudinale (ad es: restauro fluviale, miglioramento delle aree ripariali, rimozione di argini, riconnessione dei fiumi alle loro pianure alluvionali, miglioramento delle condizioni idromorfologiche delle acque di transizione, ecc.)

Mantenimento e ripristino della vegetazione nelle aree di pertinenza fluviale, per incrementare la resilienza dei sistemi naturali ai cambiamenti climatici

Predisposizione e attuazione degli interventi dei Programmi di gestione dei sedimenti

Realizzazione di interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico, di tutela e riqualificazione degli ecosistemi e della biodiversità (integrazione dir. Acque, Alluvioni, Habitat, Uccelli)

Predisposizione dei Piani di gestione del demanio fluviale e lacustre e delle pertinenze idrauliche finalizzati alla ricostruzione di ambienti e al recupero della biodiversità

KTM.7

Migliorare il regime di deflusso e/o definizione della portata ecologica

Revisione del DMV, definizione delle portate ecologiche e controllo dell'applicazione sul territorio

Revisione delle concessioni per il rispetto del bilancio idrico e idrogeologico

KTM.8

Misure per aumentare l’efficienza idrica per l'irrigazione, l'industria, l'energia e l’uso domestico

Realizzazione di vasche di accumulo della risorsa idrica sulle aste fluviali a monte delle derivazioni principali o su percorsi dei relativi canali adduttori, sfruttando anche invasi di cava, allo scopo di gestire eventi di scarsità idrica

Applicazione delle Linee guida statali

Mappatura dell'efficienza dell'uso irriguo e individuazione dei target di risparmio e/o incremento dell'efficienza

KTMs

9, 10, 11

Misure relative alla "politica dei prezzi" dell'acqua per l'attuazione del recupero dei costi dei servizi idrici (uso domestico, industriale e agricolo)

Applicazione del Metodo Tariffario Idrico dell’AEEGSI

Applicazione del "Regolamento recante i criteri per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d'impiego dell'acqua"

Revisione e regolamentazione dei canoni per i diversi usi ai fini della incentivazione dell'efficienza e del recupero di costi ambientali e della risorsa

KTM.13

Misure di tutela dell'acqua potabile (ad esempio istituzione di zone di salvaguardia, fasce tampone, ecc)

Ricondizionamento, chiusura o sostituzione dei pozzi che mettono in comunicazione il sistema acquifero superficiale con quello profondo

Disciplina per la definizione e gestione delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano

Definizione delle aree di ricarica degli acquiferi profondi per la protezione delle acque destinate al consumo umano

Realizzazione di interventi di interconnessione di sistemi acquedottistici per ridurre vulnerabilità quali-quantitativa della fornitura potabile

KTM.14

Ricerca e miglioramento dello stato delle conoscenze al fine di ridurre l'incertezza

Applicazione dell’Indice di Qualità morfologica (IQM) per i corpi idrici fluviali in stato non elevato

Indagine sugli effetti dei fenomeni di hydropeaking-thermopeaking

Sviluppo e mantenimento della modellistica di distretto DEWS-Po

Calcolo del bilancio idrico per il livello regionale, di sottobacino e di corpo idrico

Integrazione e aggiornamento dei dati relativi alle opere di difesa idraulica

Aumento delle conoscenze sulle pressioni e sui carichi inquinanti puntuali e diffusi e dei loro meccanismi di veicolazione nei corpi idrici

Aumento delle conoscenze sui valori di fondo naturale per sostanze prioritarie e inquinanti specifici

Adeguamento dei piani di monitoraggio dei corpi idrici per le sostanze prioritarie ai sensi della direttiva 2013/39/UE

Monitoraggio della situazione territoriale delle scale di risalita per la fauna ittica (funzionamento delle esistenti e necessità di riconnessione)

Adozione di indirizzi per l'aggiornamento delle regole di gestione dei livelli dei laghi

Valutazione dell’impatto economico a lungo termine delle modificazioni morfologiche dei corpi idrici e valutazione dei servizi ecosistemici delle fasce fluviali e delle rive lacustri ai fini economici

KTM.18

Misure per prevenire o per controllare gli impatti negativi delle specie esotiche invasive e malattie introdotte

Interventi per il contenimento di specie animali (es. siluro) e vegetali invasive, con azioni coordinate a livello di bacino

KTM.23

Misure per la ritenzione naturale delle acque

Potenziare la capacità di espansione delle piene nelle aree di pertinenza fluviale

KTM.24

Adattamento ai cambiamenti climatici

Predisposizione del Piano di Gestione delle Siccità a livello di Distretto (Siccidrometro e Direttiva Magre)

KTM.26

Governance

Disciplina per la tutela dei "siti reference"

Tutela dei paesaggi fluviali attraverso azioni specifiche di integrazione con i Piani paesaggistici regionali e altri strumenti di pianificazione che concorrono a tutelare il paesaggio

Attivazione e attuazione dei contratti di fiume, lago e delta

Informazione, educazione e formazione sui contenuti e sull'attuazione del Piano

Completamento dei piani di gestione delle aree SIC e ZPS e/o definizione misure di conservazione

Potenziamento delle azioni di salvaguardia

L’ANALISI ECONOMICA PER IL PIANO DI GESTIONE

L’elaborazione del primo ciclo di pianificazione distrettuale, ha presentato diverse criticità evidenziate nei documenti comunitari di valutazione della prima applicazione della Direttiva Acque in Italia.
Tra le questioni prioritarie, peraltro risultate problematiche anche per gli altri Stati dell’Unione, occorre far rilevare l’assenza di un’organica Analisi Economica di supporto alla redazione dei Piani. Quando si parla di Analisi Economica si fa riferimento sia alla corretta identificazione e quantificazione economica delle Misure di Piano, a seguito di un’analisi dei costi-efficacia e costi-benefici per orientare le scelte pianificatorie, sia alla conseguente applicazione del principio sancito dall’articolo 9 della Direttiva inerente il recupero dei costi ambientali, cioè i costi delle misure individuate per mitigare gli impatti causati dai vari settori di impiego della risorsa. La non completa applicazione dell’articolo 9 costituisce un elemento di Condizionalità ex ante per l’accesso ai fondi comunitari per il periodo 2014–2020 e pertanto può rappresentare un serio ostacolo al reperimento di risorse per le politiche ambientali già di per sé limitate.

Per affrontare questi aspetti ancora problematici e rispondere alle richieste della UE, sono state elaborate a livello nazionale le “Linee Guida nazionali per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d’impiego dell’acqua”, approvate con Decreto 24 febbraio 2015, n. 39
Le Linee Guida individuano la metodologia di definizione dei costi ambientali e della risorsa, i comparti produttivi di impiego dell’acqua che potenzialmente possono generare impatti sulle acque, le modalità di recupero dei costi stessi (es. revisione dei canoni di concessione) e, pertanto, le modalità di copertura finanziaria delle Misure di Piano.

Sono state inoltre elaborate, sempre a livello nazionale, le “Linee guida per la regolamentazione da parte delle Regioni delle modalità di quantificazione dei volumi idrici ad uso irriguo”, approvate con Decreto 31 luglio 2015, allo scopo di fornire indicazioni comuni per la quantificazione dei volumi idrici prelevati per l’uso irriguo dai corsi d’acqua naturali. La quantificazione dei prelievi è, infatti, il primo passo per la giusta determinazione del costo dell’acqua prelevata dai fiumi e, quindi, dei fattori che incidono sulle modalità di recupero dei costi delle misure messe in campo per mitigare eventuali impatti derivanti dall’uso irriguo della risorsa.
Tali documenti, pur sviluppando principi fondamentali, introducono novità importanti che necessitano di uno sviluppo operativo a livello nazionale e di una sperimentazione sul territorio per renderle davvero applicabili ed efficaci.

Nel secondo Piano di Gestione del Distretto del Po, partendo da queste premesse, sono state inserite specifiche Misure di Piano, da attuare nel periodo di riferimento 2015-2021, volte al recepimento e all'attuazione nel Distretto e in Regione delle indicazioni nazionali.

In questo contesto, in Piemonte, è stata avviata nel 2016, con proseguimento nel 2017, una Collaborazione Istituzionale con l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Economia e statistica, con lo scopo di fornire supporto all’implementazione dell’analisi economica del PdG Po con particolare riferimento al territorio piemontese.
Obiettivo prioritario è la predisposizione di una proposta metodologica di revisione della quantificazione dei canoni di concessione per l’uso di acqua pubblica. Lo studio, finalizzato ad una proposta di aggiornamento della disciplina regionale, si concentra su uno degli strumenti, i canoni, previsti per il recupero del costo di utilizzo dell’acqua nei diversi settori e delinea una metodologia di quantificazione del costo della risorsa per i diversi usi quantificando concretamente il valore del costo ambientale.
Tale attività è rappresentata nella D.G.R. n. 43-4410 del 19 dicembre 2016 "Attuazione a livello regionale della condizionalità ex ante riferita al settore delle risorse idriche prevista dall’Accordo di Partenariato ai fini dell’accesso ai fondi europei relativi al Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020”, con cui in particolare si è descritto come la Regione Piemonte abbia operato per ottemperare alla condizionalità sopra richiamata per quanto riguarda il tema delle misurazioni dei prelievi di acqua per ogni uso e il tema dell’attuazione dell’articolo 9 della Direttiva Quadro Acque in materia di recupero dei costi.
Il percorso di implementazione della cosiddetta Analisi Economica del PdG è, quindi, delineato, ma certamente ancora da concretizzazione, anche, tra l’altro, per la difficoltà di affermare il principio di contribuzione “sostenibile” di tutti i settori produttivi che utilizzano l’acqua al finanziamento delle misure necessarie a mitigare i potenziali impatti generati sulle risorse naturali.

RESPONSABILITÀ AMBIENTALE E SOCIALE DELLE IMPRESE

L’analisi economica dei Piani di Gestione è connessa alla definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d’impiego dell’acqua.
Riconoscere la necessità di un pagamento per l’utilizzo di un bene comune come l’acqua che contenga in sé il finanziamento delle azioni di tutela per mitigare e compensare il depauperamento delle risorse causato dalle attività antropiche e un concetto strettamente correlato alla responsabilità ambientale e sociale di chi conduce attività economiche sul territorio. Per Responsabilità Sociale d’Impresa - RSI - si intendono quelle pratiche e quei comportamenti che un’impresa adotta, su base volontaria, nella convinzione di ottenere dei risultati che possano arrecare benefici e vantaggi a se stessa e al contesto in cui opera.
L’RSI va oltre il rispetto delle prescrizioni di legge e rientra nella
Revisione della strategia europea sulla responsabilità sociale di impresa 2011-2014” come valore aggiunto di un pacchetto di misure sulle "imprese responsabili". Si traduce operativamente nell'adozione di una politica aziendale che sappia conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali del territorio di riferimento, in un’ottica di sostenibilità futura.
Un supporto all’estendersi di questo principio è dato Decreto Legislativo 30 dicembre 2016, n. 254, entrato recentemente in vigore in attuazione della direttiva 2014/95/UE, che prevede per le aziende con oltre 500 dipendenti dal 1° gennaio 2017 (ossia nei bilanci che saranno presentati nel 2018) l’obbligo di rendere pubbliche, oltre alle informazioni finanziarie, anche quelle relative ad ambiente, politiche sociali, diritti umani, politiche di genere e anti-corruzione.