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La Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici
In allegato al protocollo la Regione Piemonte ha elencato le misure che la Regione intende adottare per contribuire agli obiettivi fissati dalla Coalizione. Le misure inserite nel documento di impegno contribuiscono sia alla mitigazione che all'adattamento a tale fenomeno:
2050 Pathway Platform
Convegno “Azioni locali e partecipate per l'adeguamento al cambiamento climatico”
PIANO REGIONALE DI SORVEGLIANZAE CONTROLLO DEI CASI UMANI DI
Per quanto riguarda la West Nile, l'obiettivo di prevenzione è quello di ridurre il rischio di trasmissione del West Nile virus dalla persona infetta ad altre persone (trasfusione di sangue o emocomponenti, trapianti trasmissione verticale) e dall’insetto vettore all’uomo.
La regione Piemonte, in base ai criteri riportati nella Circolare ministeriale Sorveglianza dei casi umani di Chikungunya, Dengue, West Nile Disease ed altre arbovirosi e valutazione del rischio di trasmissione in Italia – 2015 , risulta“area di sorveglianza”di WNV. Nel 2015, sono state identificate sul territorio regionale “aree affette” in quanto è stata riscontrata la positività al virus nelle sorveglianze veterinaria ed entomologica e la presenza di casi umani autoctoni confermati di malattia neuro-invasiva.
Questo rende necessario l’avvio di azioni dirette alla riduzione del rischio di trasmissione che includano sia misure precauzionali finalizzate a prevenire la trasmissione dell’infezione sia azioni mirate contro il vettore. L’interazione tra diverse professionalità e l’integrazione dei sistemi di sorveglianza nei diversi ambiti (umano, entomologico e veterinario) sono i punti chiave della strategia di prevenzione.
STRATEGIA REGIONALE
L’argomento Clima e Cambiamento climatico rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
La Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici
Il dibattito pubblico sul cambiamento climatico ha visto una progressiva espansione negli ultimi anni sia per la diffusione sempre maggiore delle analisi e delle valutazioni scientifiche, che fino a poco tempo fa rimanevano confinate all'ambito accademico, sia per la percezione diretta dovuta ad una serie di eventi "estremi" che si sono susseguiti sul nostro territorio. Episodi di precipitazione intensa, prolungati periodi siccitosi come nel 2001 o nel 2005, l'ondata di caldo del 2003, le nevicate intense degli inverni 2008-2009 e 2009-2010 hanno di fatto costretto l'opinione pubblica a confrontarsi con la propria memoria storica, contribuendo ad alimentare la convinzione diffusa di un'aumentata variabilità del clima e di un'esacerbazione dell'intensità dei fenomeni.
Un ruolo fondamentale nella sfida ai cambiamenti climatici eÌ€ svolto dalle realtaÌ€ locali. E' l'Accordo di Parigi, documento simbolo del contrasto al cambiamento climatico, che riconosce che l’azione non puoÌ€ essere lasciata soltanto ai governi nazionali, in quanto gli obiettivi sul clima possono essere raggiunti unicamente attraverso il rafforzamento e il coordinamento di tutti i livelli di governance. Le autoritaÌ€ regionali e locali giocano un ruolo decisivo sulla questione climatica poicheÌ sono i soggetti che hanno conoscenza delle questioni locali e un profondo legame con le realtà e le comunità del territorio.
Sono queste le premesse che hanno portato la Regione Piemonte a decidere di affrontare in modo organico il tema del cambiamento climatico.
Con la DGR 24-5295 del 3 Luglio 2017, cogliendo le sfide sia della mitigazione che dell’adattamento, la Regione ha, quindi, formalmente e concretamente avviato le attività per lavorare per il contrasto al cambiamento climatico: la delibera fornisce i primi indirizzi agli uffici per la predisposizione e l’attuazione della Strategia regionale sui Cambiamenti climatici, quale attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (approvata il 22 dicembre dal CIPE), e formalizza, per la sua redazione, la costituzione di un gruppo tecnico interdirezionale che lavora con il supporto di Arpa Piemonte.
La Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico è costruita come uno strumento di orientamento, ma anche di sintesi e confronto, delle diverse politiche regionali che, ciascuna con le proprie specificità, deve dare risposte per contribuire alla mitigazione e adattarsi ai nuovi scenari che il nostro territorio già affronta e affronterà in relazione a tale fenomeno: dalla sanità alla pianificazione del territorio, dall’agricoltura ai trasporti, dalla qualità dell’aria alla gestione della risorsa acqua, etc.
I modelli di azione e i principi della green e circular econonomy rappresentano per il Piemonte strumenti indispensabili nell’azione di contrasto al cambiamento climatico: la transazione duratura ed efficace verso un modello produttivo e di vita che riduca le emissioni di gas climalteranti e tenda al disaccoppiamento tra la crescita economica e l’impatto sulle risorse naturali (sviluppo sostenibile), rappresenta la scelta di valore che le nostre comunità possono e devono saper percorrere per garantirsi resilienza e, quindi, tutela e miglioramento del proprio benessere.
Sempre nel corso del 2017, si è costituito il Gruppo di Lavoro (DD n. 131/A1003B del 28 agosto 2017), composto da funzionari provenienti da diverse Direzioni regionali (8), che si avvale del contributo scientifico di Arpa Piemonte. Obiettivo iniziale del Gruppo, coordinato dalla Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio, è quello di programmare le attività da porre in essere per la realizzazione della Strategia sopra citata nonché stabilire gli strumenti per la propria gestione.
Per condividere linguaggi e conoscenze e a supporto delle attività che il tavolo ha iniziato a sviluppare, è stato realizzato un Corso di Formazione destinato a tutti i colleghi regionali (non solo i partecipanti al gruppo di lavoro) che si è strutturato in 5 giornate di studio: il corso ha coinvolto esperti provenienti dalle istituzioni ma anche dal sistema privato, della ricerca, dell'associazionismo etc. che hanno saputo inquadrare, ciascuno con la propria specificità, il tema del cambiamento climatico dandone una visione trasversale e strutturata.
I materiali didattici forniti durante il corso e altre informazioni sono consultabili sullo spazio web che il gruppo di lavoro ha costruito per condividere le conoscenze.
Strumenti di riferimento per la costruzione della Strategia in quanto indispensabili nell’azione di contrasto al cambiamento climatico, sono i modelli di azione e i principi della green e circular econonomy: la transazione duratura ed efficace verso un modello produttivo e di vita che riduca le emissioni di gas climalteranti e tenda al disaccoppiamento tra la crescita economica e l’impatto sulle risorse naturali (sviluppo sostenibile), rappresenta la scelta di valore che le nostre comunità possono e devono saper percorrere per garantirsi resilienza e, quindi, tutela e miglioramento del proprio benessere.
Operativamente si sta lavorando per:
- identificare e valorizzare le sinergie con le azioni di mitigazione attivate in forza della normativa europea e nazionale e degli ambiziosi obiettivi assunti con la sottoscrizione del protocollo U2_MOU;
- sfruttare le possibili sinergie tra le misure attivate in settori di azione diversi. In particolare si sta lavorando con i Settori regionali attualmente impegnati nella costruzione/aggiornamento delle Pianificazioni e/o Programmazioni di settore, per inserire nei processi di redazione di questi nuovi strumenti regionali, anche la visione e la chiave di lettura del cambiamento climatico per definire il quadro di riferimento e le scelte di azione che dovranno essere definite anche in funzione degli scenari climatici di breve, medio e lungo termine;
- evitare maladattamenti, ovvero misure di adattamento settoriali che possano determinare effetti negativi in altri ambiti (ambiente o altri settori di attività antropica).
- cogliere le eventuali opportunità connesse con il cambiamento climatico
- coinvolgere e responsabilizzare la società civile tutta.
Sempre nel corso del 2017, si è costituito il Gruppo di Lavoro (DD n. 131/A1003B del 28 agosto 2017), composto da funzionari provenienti da diverse Direzioni regionali (8), che si avvale del contributo scientifico di Arpa Piemonte. Obiettivo iniziale del Gruppo, coordinato dalla Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio, è quello di programmare le attività da porre in essere per la realizzazione della Strategia sopra citata nonché stabilire gli strumenti per la propria gestione.
Per condividere linguaggi e conoscenze e a supporto delle attività che il tavolo ha iniziato a sviluppare, è stato realizzato un Corso di Formazione destinato a tutti i colleghi regionali (non solo i partecipanti al gruppo di lavoro) che si è strutturato in 5 giornate di studio: il corso ha coinvolto esperti provenienti dalle istituzioni ma anche dal sistema privato, della ricerca, dell'associazionismo etc. che hanno saputo inquadrare, ciascuno con la propria specificità, il tema del cambiamento climatico dandone una visione trasversale e strutturata.
I materiali didattici forniti durante il corso e altre informazioni sono consultabili sullo spazio web che il gruppo di lavoro ha costruito per condividere le conoscenze.
Strumenti di riferimento per la costruzione della Strategia in quanto indispensabili nell’azione di contrasto al cambiamento climatico, sono i modelli di azione e i principi della green e circular econonomy: la transazione duratura ed efficace verso un modello produttivo e di vita che riduca le emissioni di gas climalteranti e tenda al disaccoppiamento tra la crescita economica e l’impatto sulle risorse naturali (sviluppo sostenibile), rappresenta la scelta di valore che le nostre comunità possono e devono saper percorrere per garantirsi resilienza e, quindi, tutela e miglioramento del proprio benessere.
Operativamente si sta lavorando per:
- identificare e valorizzare le sinergie con le azioni di mitigazione attivate in forza della normativa europea e nazionale e degli ambiziosi obiettivi assunti con la sottoscrizione del protocollo U2_MOU;
- sfruttare le possibili sinergie tra le misure attivate in settori di azione diversi. In particolare si sta lavorando con i Settori regionali attualmente impegnati nella costruzione/aggiornamento delle Pianificazioni e/o Programmazioni di settore, per inserire nei processi di redazione di questi nuovi strumenti regionali, anche la visione e la chiave di lettura del cambiamento climatico per definire il quadro di riferimento e le scelte di azione che dovranno essere definite anche in funzione degli scenari climatici di breve, medio e lungo termine;
- evitare maladattamenti, ovvero misure di adattamento settoriali che possano determinare effetti negativi in altri ambiti (ambiente o altri settori di attività antropica).
- cogliere le eventuali opportunità connesse con il cambiamento climatico
- coinvolgere e responsabilizzare la società civile tutta.
Gli impegni del Piemonte sul clima
Protocollo Under2 - Memorandum of Understanding (U2_MOU)
Under2 Coalition
Protocollo Under2 - Memorandum of Understanding (U2_MOU)
Under2 Coalition
La prima azione che Regione Piemonte ha avviato per impegnarsi sul tema del contrasto al cambiamento climatico è stata aderire al Protocollo U2_MOU, una Coalizione di Governi locali impegnati nell'azione di contrastare il cambiamento climatico lavorando principalmente sulla mitigazione e quindi sulla riduzione delle emissioni dei gas climalteranti.
Obiettivo del protocollo, presentato il 26 novembre 2015 a Palazzo Lascaris, è quello di ridurre il livello di emissioni di gas climalteranti in modo coerente con una traiettoria di riduzione al 2050 dell’80-95 % rispetto al 1990 e/o di raggiungere una emissione pro capite inferiore a 2 tonnellate entro il 2050.
In allegato al protocollo la Regione Piemonte ha elencato le misure che la Regione intende adottare per contribuire agli obiettivi fissati dalla Coalizione. Le misure inserite nel documento di impegno contribuiscono sia alla mitigazione che all'adattamento a tale fenomeno:
- le azioni di mitigazione previste da Piani e Programmi già adottati (misure correlate ad obiettivi di breve periodo, meno ambiziosi di quelli richiamate dal protocollo e che pertanto andranno opportunamente riviste e aggiornate). Il documento non contiene ancora quanto previsto dalla Proposta di Piano Energetico Ambientale Regionale che la Regione Piemonte ha recentemente adottato (D.G.R. 16 febbraio 2018 n. 10-6480) i cui obiettivi sono in linea con i contenuti del Protocollo;
- le azioni di adattamento previste da Piani e Programmi adottati, da attivare nei prossimi anni con la necessità di reperire le risorse finanziarie necessarie.
Le misure di mitigazione e adattamento riguardano i settori:
- Trasporti
- Riscaldamento domestico
- Industria
- Agricoltura
- Energia
- Foreste
- Risorse idriche
- Biodiversità e infrastrutture verdi
- La gestione dei rischi naturali.
2050 Pathway Platform
Nell’anno 2016 tra le iniziative legate al Protocollo U2Mou, è importante segnalare il lancio della “Piattaforma dei percorsi verso il 2050” che sostiene e condivide risorse (capacity building, conoscenze, esperienze) per i Paesi che desiderano sviluppare strategie a lungo termine di forte riduzione delle emissioni di carbonio: un vero e proprio spazio collettivo per la soluzione dei problemi, progettato per supportare chiunque elabori percorsi a lungo termine sullo sviluppo sostenibile, resiliente al cambiamento climatico e a bilancio zero di emissioni di gas serra. Già 22 paesi hanno iniziato o stanno per iniziare il processo di preparazione del percorso al 2050 e 15 città, 17 stati e regioni e 196 imprese hanno aderito alla piattaforma. Tra queste anche la Regione Piemonte attraverso la coalizione di Under2Mou.
Convegno “Azioni locali e partecipate per l'adeguamento al cambiamento climatico”
L'evento, che si è svolto a Torino il 2 dicembre 2016, fa parte delle iniziative coordinate dal Ministero Ambiente nell'ambito del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume per una gestione partecipata delle politiche sulle acque a livello di bacino idrografico a cui partecipano attori pubblici e privati, allo scopo di coordinare iniziative e decisioni.
L'incontro si è centrato sulle azioni che possono essere avviate, a livello locale, per affrontare mitigazione e adattamento al cambiamento climatico in modo coordinato e partecipato tra municipalità e portatori di interesse.
Sebbene i grandi accordi internazionali siano siglati dagli Stati Nazionali, affinché le politiche sul clima siano realmente attuate e diano risultati concreti, è fondamentale l’azione delle Amministrazioni a livello locale. Le decisioni che quotidianamente vengono assunte infatti possono avere un effetto strategico, in una visione a lungo termine, nella buona gestione del territorio. I Contratti di Fiume quindi diventano strumenti importanti per attuare queste politiche poiché ciò che viene attivato su territori estesi ottiene risultati amplificati.
Per una divulgazione su ampia scala e per facilitare la conoscenza degli effetti, ormai percepibili nella nostra vita, che il cambiamento climatico crea anche sul territorio piemontese, è stato prodotto il filmato “Ghiacciai e margherite”. La tematica viene affrontata nelle due accezioni di mitigazione e adattamento, evidenziando la necessità di integrazione delle politiche per affrontare in modo trasversale e coordinato le iniziative: si tratta di valutare insieme come sia possibile tenere in considerazione un nuovo elemento, qual è la variazione del clima.
PIANO REGIONALE DI SORVEGLIANZAE CONTROLLO DEI CASI UMANI DI
DENGUE, CHIKUNGUNYA, ZIKA, WESTNILE E ALTRE ARBOVIROSI
In Italia, nell’ultimo decennio, si è registrato un progressivo aumento (anche relazionabile al cambiamento climatico in corso) del numero di casi importati e autoctoni di malattie virali acute sostenute da arbovirus trasmessi da zanzare.
Gli arbovirus in grado di causare malattia nell’uomo sono più di cento, classificati in famiglie e generi tra i quali i Togaviridae (Alphavirus), i Flaviridae (Flavivirus) e i Bunyaviridae (Bunyavirus e Phlebovirus) sono i più noti.
Le infezioni nell’uomo vengono acquisite accidentalmente tramite la puntura di un artropode ematofago infetto che funge da vettore, solo in pochi casi l’uomo è la fonte per l’amplificazione del virus e l’infezione del vettore. Le trasmissioni per via parenterale o verticale sono state descritte occasionalmente.
La maggiore attenzione in termini di sorveglianza dei casi umani e di valutazione del rischio di trasmissione si concentra sulle arbovirosi trasmesse da vettori attualmente diffusi nel nostro Paese: Dengue, Chikungunya, Zika, West Nile, Toscana, USUTU virus. Tra queste sono oggetto di sorveglianza speciale nazionale: Dengue, Chikungunya, Zika, West Nile. Altri arbovirus da segnalare in caso di diagnosi sono: virus dell’encefalite da zecche, virus dell’encefalite Giapponese, virus Rift Valley Fever, virus della Febbre Gialla, Hantavirus (veicolato da roditori selvatici e domestici).
In Piemonte è stato approvato con DD n. 327 del 9 giugno 2016, il Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo dei casi umani diDengue, Chikungunya, Zika, WestNilee altre Arbovirosi, predisposto sulla base di quanto previsto dalle circolari ministeriali e da provvedimenti regionali già emanati in materia, che dà indicazioni organizzative e operative rispetto a tutti gli interventi che vengono programmati in Piemonte per il controllo della diffusione delle arbovirosi. Il documento fissa gli obiettivi di prevenzione, descrive le attività di sorveglianza integrata, assegna i compiti e le funzioni ai Servizi e agli Enti a vario titolo coinvolti.
Punti chiave della strategia di prevenzione di Dengue, Chikungunya, Zika e altre arbovirosi trasmesse da vettori presenti sul territorio sono: la sorveglianza dei casi umani, per intraprendere le specifiche misure di controllo, la sorveglianza entomologica e la lotta al vettore.
Le attività disorveglianza dei casi umanisono mirate a identificare tempestivamente:persone con sintomatologia clinica compatibile che rientrano da un Paese endemico;
Le attività di sorveglianza entomologica sono mirate a individuare:
Gli arbovirus in grado di causare malattia nell’uomo sono più di cento, classificati in famiglie e generi tra i quali i Togaviridae (Alphavirus), i Flaviridae (Flavivirus) e i Bunyaviridae (Bunyavirus e Phlebovirus) sono i più noti.
Le infezioni nell’uomo vengono acquisite accidentalmente tramite la puntura di un artropode ematofago infetto che funge da vettore, solo in pochi casi l’uomo è la fonte per l’amplificazione del virus e l’infezione del vettore. Le trasmissioni per via parenterale o verticale sono state descritte occasionalmente.
La maggiore attenzione in termini di sorveglianza dei casi umani e di valutazione del rischio di trasmissione si concentra sulle arbovirosi trasmesse da vettori attualmente diffusi nel nostro Paese: Dengue, Chikungunya, Zika, West Nile, Toscana, USUTU virus. Tra queste sono oggetto di sorveglianza speciale nazionale: Dengue, Chikungunya, Zika, West Nile. Altri arbovirus da segnalare in caso di diagnosi sono: virus dell’encefalite da zecche, virus dell’encefalite Giapponese, virus Rift Valley Fever, virus della Febbre Gialla, Hantavirus (veicolato da roditori selvatici e domestici).
In Piemonte è stato approvato con DD n. 327 del 9 giugno 2016, il Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo dei casi umani diDengue, Chikungunya, Zika, WestNilee altre Arbovirosi, predisposto sulla base di quanto previsto dalle circolari ministeriali e da provvedimenti regionali già emanati in materia, che dà indicazioni organizzative e operative rispetto a tutti gli interventi che vengono programmati in Piemonte per il controllo della diffusione delle arbovirosi. Il documento fissa gli obiettivi di prevenzione, descrive le attività di sorveglianza integrata, assegna i compiti e le funzioni ai Servizi e agli Enti a vario titolo coinvolti.
Punti chiave della strategia di prevenzione di Dengue, Chikungunya, Zika e altre arbovirosi trasmesse da vettori presenti sul territorio sono: la sorveglianza dei casi umani, per intraprendere le specifiche misure di controllo, la sorveglianza entomologica e la lotta al vettore.
Le attività disorveglianza dei casi umanisono mirate a identificare tempestivamente:persone con sintomatologia clinica compatibile che rientrano da un Paese endemico;
- persone con sintomatologia clinica compatibile, in assenza di altra causa, che non hanno viaggiato in Paesi endemici, al fine di riconoscere casi e focolai epidemici autoctoni;
- persone con diagnosi di malattia da Zika virus che presentano complicanze gravi (Sindrome Guillain Barré), altre complicanze neurologiche e malformazioni congenite.
Le attività di sorveglianza entomologica sono mirate a individuare:
- le specie di vettori presenti sul territorio;
- la densità del vettore;
- l’introduzione di nuove specie di vettori.
Per quanto riguarda la West Nile, l'obiettivo di prevenzione è quello di ridurre il rischio di trasmissione del West Nile virus dalla persona infetta ad altre persone (trasfusione di sangue o emocomponenti, trapianti trasmissione verticale) e dall’insetto vettore all’uomo.
La regione Piemonte, in base ai criteri riportati nella Circolare ministeriale Sorveglianza dei casi umani di Chikungunya, Dengue, West Nile Disease ed altre arbovirosi e valutazione del rischio di trasmissione in Italia – 2015 , risulta“area di sorveglianza”di WNV. Nel 2015, sono state identificate sul territorio regionale “aree affette” in quanto è stata riscontrata la positività al virus nelle sorveglianze veterinaria ed entomologica e la presenza di casi umani autoctoni confermati di malattia neuro-invasiva.
Questo rende necessario l’avvio di azioni dirette alla riduzione del rischio di trasmissione che includano sia misure precauzionali finalizzate a prevenire la trasmissione dell’infezione sia azioni mirate contro il vettore. L’interazione tra diverse professionalità e l’integrazione dei sistemi di sorveglianza nei diversi ambiti (umano, entomologico e veterinario) sono i punti chiave della strategia di prevenzione.