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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

L'argomento Pianificazione Territoriale rientra in uno degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi dell'ONU.

Obiettivo 16: Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli


IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato il Piano paesaggistico della Regione Piemonte (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il Ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.
Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.
Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D.lgs. 42/2004).
Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.
L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, accompagnando la crescente sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi. 

Gli obiettivi del Piano

Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.

Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.

Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.

Perché un Piano paesaggistico regionale?

Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.
Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.
Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, finalizzate a garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.

Le finalità del Piano paesaggistico regionale

Il Ppr è strumento di:
  • Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;
  • Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;
  • Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;
  • Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.

Che cosa succede dopo l’approvazione

  • Conoscenza: l’apparato conoscitivo del Ppr rappresenta il riferimento per tutte le azioni che interessano il governo del territorio in termini di pianificazione e progettazione; nel contempo la diffusione delle informazioni in esso contenute è essenziale per determinare la crescita di una coscienza collettiva sulle caratteristiche del paesaggio piemontese. A tal fine è necessario promuovere intese con il pubblico interessato (Osservatori del paesaggio, associazioni culturali e ambientaliste), sostenere iniziative rivolte alla cittadinanza (attraverso progetti di comunicazione mirati), coinvolgere il mondo dei professionisti e degli operatori del settore (mediante percorsi di formazione e seminari divulgativi).
  • Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.
  • Pianificazione: entro due anni dall’approvazione del Ppr gli strumenti di pianificazione dovranno adeguarsi a esso, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento qualsiasi variante dovrà comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituirà il principale strumento di riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consentirà la piena attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale; sarà ovviamente necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.
  • Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità delle valutazioni e assicurando una maggiore uniformità. Anche in questo caso saranno promossi momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti.

Al fine di disciplinare l’attuazione del Piano paesaggistico regionale e fornire ai Comuni un supporto per agevolare il processo di adeguamento dei piani locali al Ppr si sta predisponendo un regolamento volto a definire:
  • le modalità di adeguamento degli strumenti di pianificazione al Ppr, specificando la documentazione e gli adempimenti indispensabili a garantire il rispetto delle norme del Ppr;
  • la promozione e realizzazione dei programmi e progetti strategici riconosciuti dal Ppr;
  • la predisposizione di strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

La visione strategica

Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.

Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
  • valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
  • implementazione della rete di connessione paesaggistica;
  • contenimento del consumo di suolo;
  • salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
  • definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
  • implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
  • inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.

Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
  • i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
  • la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
  • il progetto Corona verde;
  • i contratti di fiume e di lago;
  • l’implementazione della rete ecologica regionale;
  • i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
  • le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.

BOX 
Il progetto ReSSI
(Regional Strategies for Sustainable and Inclusive territorial development. Regional interplay and EU dialogue)


Nel mese di Novembre 2017 si è concluso il progetto europeo ESPON (European Observation Network, Territorial Development and CohesionReSSI - Regional strategies for sustainable and inclusive territorial development. Regional interplay and EU dialogue a cui la Regione Piemonte - Direzione Ambiente, Tutela e Governo del territorio - ha preso parte in qualità di stakeholder proponente. Gli altri partner proponenti sono stati Coventry City Council (Gran Bretagna), Region Syddanmark (Danimarca) e Municipio de Oeiras (Portogallo).
A sviluppare la fase di ricerca del progetto è stato un consorzio internazionale costituito da diversi soggetti: Centre for Business in Society, dell’Università di Coventry; Department of Geosciences and Natural Resources Management, dell’Università di Copenhagen; Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio, del Politecnico di Torino; Instituto de Geografia e Ordenamento do Território, dell’Università di Lisbona.
Il progetto ha preso in considerazione la promozione dello sviluppo locale e regionale in quanto obiettivo comune degli Stati membri e componente della politica di coesione dell'Unione europea. La Commissione Europea nella Strategia 2020 si è posta, infatti, come obiettivo la promozione di uno sviluppo sostenibile (dal punto di vista ambientale e in grado di produrre benefici a lungo termine), inclusivo (per migliorare l'occupazione, la partecipazione e l'integrazione) e intelligente (con orientato all'innovazione). Tuttavia, il riconoscimento crescente dell’importanza di questo obiettivo avviene in un contesto di continui cambiamenti nella governance territoriale e nei sistemi di pianificazione territoriale. In questa cornice, il progetto ReSSI ha voluto esplorare la capacità dei territori di far collimare nella pratica il quadro in evoluzione di governance territoriale con le sfide dello sviluppo locale e regionale. La modalità utilizzata è stata l’analisi di casi studio nelle quattro aree di interesse: la municipalità di Coventry nel Regno Unito; la Regione della Danimarca meridionale; la Regione Piemonte; la municipalità di Oeiras in Portogallo. Per la Regione Piemonte, in specifico, sono stati presi in esame il progetto Corona Verde e la Strategia Nazionale Aree Interne per la Valle Ossola.
È importante sottolineare come i fondi strutturali e d'investimento comunitari svolgano ruoli molto diversi nei vari Stati membri, influenzando quindi in modo differente le prospettive di utilizzo a scala regionale e locale. I paesi dell'Europa meridionale inoltre, sono stati maggiormente colpiti dalla crisi finanziaria del 2008, con impatti drammatici sui bilanci degli enti pubblici e una crescente dipendenza dai programmi di finanziamento dell'UE per la promozione di politiche di sviluppo territoriale. Nei paesi con economie meno esposte alla crisi, invece, l'uso dei fondi della politica di coesione è stato adattato in base alle priorità nazionali, ovvero innovazione, sostenibilità e sviluppo delle imprese.
Dall'analisi dei casi del progetto ReSSI sono comunque emersi vari elementi comuni che possono contribuire al dibattito in corso sul futuro della politica di coesione dell'UE dopo il 2020 e le politiche territoriali delle singole regioni, in particolare per la promozione di uno sviluppo sostenibile, inclusivo e intelligente:
  • Maggior coordinamento tra pianificazione strategica regionale e linee di finanziamento. Per far ciò sarebbe importante offrire ai decisori politici l'opportunità di contribuire alla definizione delle priorità di finanziamento, attraverso un dialogo con gli organismi preposti.
  • Semplificazione dell'integrazione dei fondi. Nei casi esaminati si è costatato che i vari canali di finanziamento tendono a escludersi a vicenda o a rispondere a regolamenti che ne rendono praticamente impossibile l'integrazione. Tali azioni sarebbero particolarmente utili nell’ambito dei progetti ad alta vocazione ambientale (green-oriented) che richiedono non solo l'integrazione dei fondi FESR e FSE, ma soprattutto dei fondi FEASR.
  • Importanza dell’approccio place-based. L’ormai riconosciuto contributo degli enti locali e regionali alla promozione dello sviluppo e della cooperazione tra gli attori è un valido argomento a favore dell’approccio place-based. Pertanto occorre rafforzare il ruolo di questi attori non solo nella definizione delle priorità di finanziamento ma anche nella gestione delle strategie e dei progetti.
  • Sostegno alla cooperazione e al coordinamento istituzionale. I risultati del progetto suggeriscono che è necessario aumentare la capacità degli attori a cooperare, sostenendo e sfruttando le conoscenze tacite esistenti.

Nei casi riguardanti la Regione Piemonte è emerso come la promozione di uno sviluppo territoriale intelligente, sostenibile e inclusivo sia ulteriormente complicata dalla particolare configurazione istituzionale che caratterizza la regione a seguito della L.56/2014. L’istituzione della Città Metropolitana di Torino e la drastica riduzione delle risorse e delle responsabilità delle restanti province pongono infatti nuove sfide all’autorità regionale. Da un lato, per la presenza di un nuovo soggetto istituzionale, oltre alla Regione, che potrebbe svolgere un ruolo rilevante nello sviluppo territoriale dell'ex provincia di Torino. Dall'altro lato, per definire un livello di coordinamento intermedio per quella parte di territorio piemontese non facente parte della Città Metropolitana. In quest’ottica, lo studio ha messo in evidenza i seguenti bisogni:
  • Rafforzare le aggregazioni di comuni attraverso leggi, incentivi e/o finanziamenti. La frammentazione istituzionale e l'eccessiva flessibilità prevista dalla legge regionale per le Unioni di comuni rappresentano elementi critici. In particolare, la legge regionale dovrebbe richiedere una maggiore coerenza funzionale nelle aggregazioni municipali. Allo stesso tempo dovrebbero essere istituiti meccanismi di incentivazione per garantire che i benefici e/o i finanziamenti (per esempio di alcuni assi specifici del POR) siano più vantaggiosi per le aggregazioni di comuni.
  • Promuovere e migliorare la governance orizzontale della Regione Piemonte. Dall’analisi emerge quanto gli attuali strumenti di coordinamento, come i gruppi di coordinamento tecnico inter-servizi, si siano rivelati poco efficaci. Occorre pertanto migliorare il coordinamento per favorire le sinergie tra gli strumenti e i finanziamenti di pianificazione regionale esistenti.
  • Migliorare le capacità istituzionali a livello locale. La scarsa capacità istituzionale a livello locale può compromettere il successo di progetti complessi e portare a un accesso ineguale ai canali di finanziamento. In quest'ottica, si è rilevato come i comuni compresi tra i 5.000 e i 10.000 abitanti siano i più colpiti, perché meno predisposti all’aggregazione intercomunale e con minore disponibilità di risorse umane.

ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA DEI TERRITORI RICONOSCIUTI PATRIMONIO DELL’UMANITÀ DALL’ UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO

Il riconoscimento del sito Unesco I Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato concorre al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile proposti dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, nello specifico per quanto attiene l’obiettivo 11 e corrispondente target (11.4) “rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo”.
L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle Linee Guida di cui alla DGR 26-2131 del 21.09.2015, è proseguita nel corso dell’anno 2017 con l’intensificazione delle attività istruttorie per l’esame della documentazione tecnica di analisi paesaggistica a supporto delle Varianti di adeguamento degli strumenti urbanistici. Tali valutazioni vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse Linee Guida – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale sono sviluppati i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai comuni, in forma singola o associata.
Rispetto ai 101 comuni interessati, compresi nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, 50 Comuni ad oggi hanno avviato il Tavolo di Lavoro Preliminare, di questi, 14 hanno concluso l’iter del TLP nel 2017 ricevendo il contributo regionale di chiusura del Tavolo per il prosieguo dell’iter urbanistico - parere contenente indicazioni sia per il perfezionamento degli elaborati presentati sia rispetto alla tipologia di Variante da predisporre.
Per la chiusura di ciascun Tavolo sono previste almeno due sedute; nel corso del 2017 si sono svolti circa 35 tavoli, incontrando per la prima volta, o per la valutazione conclusiva, tutti i comuni che hanno fatto richiesta, talora raggruppati secondo Unioni amministrative o per ambiti contigui.

Figura 2
Tavoli di Lavoro Preliminare (TLP) attivati

Dei 94 comuni aventi diritto al finanziamento ai sensi della LR 24/96 (comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), 68 hanno formalizzato la relativa richiesta e di questi 39 hanno ricevuto un primo acconto.

Figura 3
Contributi LR 24/96 - anno 2016

Per quanto riguarda il supporto tecnico alle AACC coinvolte, sono state coordinate le seguenti iniziative:

  • è stata predisposta una legenda tipo, elaborata sulla scorta di una attività di approfondimento condotta da un tesista del Politecnico di Torino, in collaborazione con alcuni professionisti incaricati dai Comuni. Tale schema di legenda, coerente con i contenuti del PPR approvato dalla Regione nello scorso mese di ottobre ed articolata per ciascuna delle quattro tavole previste dalle Linee Guida Unesco, viene fornita alle Amministrazioni che avviano le indagini per l’adeguamento, agevolando la produzione degli elaborati tecnici richiesti, anche nell’ottica di garantire un risultato omogeneo e confrontabile tra i vari ambiti territoriali costitutivi del sito Unesco. Il documento è stato di recente pubblicato nella pagine web della Direzione Ambiente Tutela Governo del Territorio.
  • definite le modalità di recepimento dei tematismi della carta degli habitat e delle reti ecologiche nell’ambito dei PRGC di adeguamento alle Linee Guida. Questa attività – condotta in collaborazione con vari Settori della Direzione Ambiente, Tutela e governo del territorio e con Arpa Piemonte ha portato alla redazione delle seguenti carte tematiche di base: Carta degli Habitat, Carta delle aree di valore ecologico e Carta della connettività, riferite al sito Unesco in questione (quindi a tutti i 101 comuni oggetto di riconoscimento) con conseguente pubblicazione dei dati in formato geotif sul Geoportale regionale. Le linee guida prevedono infatti di individuare i corridoi ecologici nell’ambito dei territori indagati, con l’intento di delineare, per questi, opportune azioni di tutela. Ad eccezione di tre comuni dell’Astigiano, per i quali è stata condotta un’indagine specifica per l’individuazione degli elementi della rete ecologica alla scala locale (corridoi ecologici, varchi ecc..), per quanto attiene ai restanti territori, saranno i professionisti incaricati ad individuare alla scala locale i suddetti elementi di valenza ambientale.

Si precisa che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle Linee Guida Unesco, e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di sanzione o di incentivo per i comuni inadempienti.
E’ quindi possibile che alcune AACC possano decidere di non procedere in questo senso, tuttavia gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate stanno operando, con le modalità di competenza, per promuovere il coinvolgimento di tutti gli Enti locali interessati e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la protezione ottimale dei valori del Sito.

PROGRAMMA INTERREG SPAZIO ALPINO 2014-2020
Progetto CESBA Alps – Sustainable territories

Regione Piemonte - Direzione Ambiente, Governo e Tutela del Territorio è lead partner del progetto CESBA ALPINE SPACE – SUSTAINABLE TERRITORIES (CESBA Alps), programma Interreg Alpine Space2014 –2020, PRIORITIY 2 Low Carbon, che vede coinvolti 11 partner e 6 Paesi:
  • Regione Piemonte (Italia)
  • Regione Lombardia (Italia)
  • Regione Veneto (Italia)
  • iiSBE Italia (Italia)
  • Rhonalpenergie Environnement (Francia)
  • EnviroBAT (Francia)
  • Hochschule für angewandte Wissenschaften München (Germania)
  • Regionalentwicklung Vorarlberg eGen (Austria)
  • Common European Sustainable Built Environment Assessment - CESBA (Austria)
  • E-zavod (Slovenia)
  • Liechtensein Institute for Strategic Development (Liechtenstein)
Obiettivo specifico della priorità del programma è stabilire strumenti per politiche integrate transnazionali a basse emissioni di carbonio

Budget complessivo: € 2.818.739,20
Cofinanziamento FESR: € 2.209.778,31

Le politiche di sviluppo sostenibile implicano un approccio multidimensionale e complesso, in particolare alla scala territoriale in cui il numero di variabili da prendere in considerazione è particolarmente elevato.
Nelle aree dello spazio alpino, caratterizzate da una grande disomogeneità nella densità abitativa, nelle risorse economiche e nelle condizioni sociali, la gestione del processo decisionale pone sfide uniche ai decisori politici, che intendono delineare nuove strategie di sostenibilità.
Si tratta, infatti, di aree particolarmente esposte a i rischi connessi al cambiamento climatico, spesso con problemi di abbandono e presidio del territorio, in cui ogni ipotesi di sviluppo sostenibile non può prescindere da temi quali mitigazione adattamento e resilienza, valorizzazione del territorio attraverso un uso equilibrato delle risorse e il consolidmento dei rapporti di sussidiarietà e scambio con le comunità urbane e metropolitane.
Enti e comunità locali sono necessariamente investite di un ruolo fondamentale nel perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, coinvolti in un processo di governance per l’implementazione delle strategie che va dal globale al locale, e che necessita di reti tra enti a livello locale e transnazionale per supportare lo sforzo di rendere i territori resilienti e sostenibili.
A fronte di questa complessità, ad eccezione di limitate esperienze pilota su porzioni urbane, non esistono strumenti di valutazione della sostenibilità a scala territoriale basati su indicatori di performance obiettivi e quantificabili.
Scopo principale del progetto CESBA Alps è proprio la definizione di un set di indicatori chiave di performance di sostenibilità (KPI - Key Performance Indicator) alla scala territoriale (con un delta dimensionale che va dai 50 ai 500 km2), riferiti al tutte le dimensioni della sostenibilità – ambientale, sociale, economica- e lo sviluppo del primo tool di valutazione alla scala territoriale.
Il tool si baserà su:
  • i KPI comuni, che rappresentano i temi prioritari di sostenibilità condivisi a livello transnazionale e consentono di confrontare la performance dei territori alpini attraverso il CESBA Alps Passport.
  • Il CESBA Sustainable Territories Generic Framework (CESBA STT GF), uno strumento di valutazione multicriteri “generico” perché necessita di essere contestualizzato a livello locale per poter essere usato e sviluppare un sistema di rating della sostenibilità territoriale.
  • Il modulo ATLAS, che prevede la mappatura dei CESBA KPIs con l’elaborazione di una mappa grafico-concettuale per ogni KPIs.

Il progetto vuole identificare anche le condizioni necessarie a implementare le strategie regionali per “territori sostenibili e a basse emissioni di carbonio“: processo di certificazione, rete di amministratori e decisori politici, coinvolgimento degli stakeholder, attività di formazione, supportando i processi decisionali di pianificazione a livello territoriale, permettendo l’implementazione e il monitoraggio di politiche e strategie di sviluppo volte alla riduzione delle emissioni di carbonio e promuovendo a livello territoriale pratiche innovative condivise tra i diversi stakeholder, sfruttando la rete CESBA per la disseminazione dei risultati, la condivisione di esperienze, le sinergie tra enti a vario livello.
Il progetto CESBA Alps, si inserisce, infatti, nella più ampia iniziativa transnazionale denominata CESBA (Common European Sustainable Built Environment Assessment) mirata all’armonizzazione dei sistemi di certificazione della sostenibilità dell’ambiente costruito e alla condivisione di strumenti comuni per la valutazione della sostenibilità. L'iniziativa, lanciata nel 2011, risponde pienamente alla priorità indicata dalla Commissione Europea che, in particolare, con la comunicazione COMM CE (2014) 445, ha sottolineato la necessità di armonizzare i protocolli e gli strumenti per promuovere la diffusione della certificazione tra le parti interessate.
In quest’ottica l’obiettivo chiave di progetto è sviluppare un metodo di valutazione che ogni regione in Europa può contestualizzare e usare: tutti gli output e deliverable di progetto sono pubblici e open source, facilmente trasferibili.
Sono stati già definiti i seguenti deliverables di progetto: il Generic Framework per la valutazione di sostenibilità, con una lista di 280 indicatori, utilizzabili per la contestualizzazione del tool a livello locale e regionale; 19 Key Performance Indicator coerenti con gli obiettivi europei di sviluppo sostenibile (UN 2030 Agenda, strategia EUSALP); l’ATLAS concept.
In questa fase il partenariato è impegnato nella fase di contestualizzazione sui territori pilota col fine di contestualizzare i tool e genererare il CESBA Passport di sostenibilità.
L’attività pilota in Piemonte sarà volta a individuare le possibili migliori strategie di pianificazione in riferimento al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e low carbon definiti in ambito internazionale, nazionale e regionale (Eusalp, Strategie per lo Sviluppo Sostenibile e il Cambiamento Climatico) e a delineare linee guida per la pianificazione futura.
L’ambito territoriale di riferimento ricade all’interno di un AIT come individuato dal vigente Piano Territoriale Regionale: l’approccio di ambito sovracomunale consentirà di delineare, ai comuni coinvolti, possibili concrete strategie in risposta a tematiche che difficilmente possono essere contenute all’interno dei limiti amministrativi (sostenibilità, mitigazione, adattamento, resilienza).
Gli esiti della sperimentazione contribuiranno a definire e declinare a livello locale gli indirizzi strategici regionali in tema di sostenibilità e cambiamento climatico a livello di AIT o sub- AIT.
Delineando, inoltre, le possibili strategie per l’integrazione spaziale dell’adattamento e della sostenibilità potrebbe contribuire a definire gli obiettivi a livello di AIT per una pianificazione urbana sostenibile, resiliente e a prova di clima, in risposta al vuoto delle norme che non contemplano espressamente tra gli obiettivi e finalità specifici della pianificazione gli aspetti di adattamento, resilienza e sostenibilità, ad eccezione di quella ambientale.
Il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità richiede un approccio di governance multilivello e il coinvolgimento diretto dei territori interessati: il coinvolgimento nella rete CESBA attraverso i CESBA Local Committee, delle amministrazioni e stakeholder locali garantirà definizione degli obiettivi e delle strategie, contemperando l’approccio top down con quello bottom up.

Il progetto strategico Corona Verde

Obiettivo 11: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili









Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico









Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età








Corona Verde è il progetto strategico che la Regione Piemonte ha attivato per dare attuazione alle proprie politiche paesaggistico-ambientali in ambito metropolitano, attraverso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde che mette a sistema e integra integri la Corona di Delizie delle Residenze Reali (sistema di Residenze sabaude elette a Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco) con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali presenti nell’area torinese, al fine di per salvaguardare natura e paesaggi e migliorare la qualità di vita degli abitanti.
Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche. 84 Comuni e altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato il Protocollo d’Intesa per condividere obiettivi e impegni. Il territorio interessato comprende la Città di Torino e altre 92 municipalità con un’estensione di quasi 165.000 ha e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti. Ai fini operativi questa area è stata suddivisa in 6 Ambiti territoriali coordinati da altrettanti Comuni capofila.
La partecipazione è garantita da una struttura di governo: una Cabina di Regia di ampia rappresentatività territoriale (MIBACT, Città metropolitana di Torino, sei Comuni capofila, Parco del Po e della Collina torinese) supportata da una Segreteria Tecnica, entrambe coordinate dalla Regione Piemonte, con il supporto scientifico del Politecnico di Torino.
Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni), in cui il Verde, al pari agli altri sistemi di rete tradizionali (trasporti, rete dei servizi, etc.), rappresenta un elemento fondante dello sviluppo urbano.
Il Masterplan è strutturato in 4 strategie che costituiscono le direttrici principali di Corona Verde:
  1. Potenziamento della rete ecologica
  2. Completamento e qualificazione della rete fruitiva
  3. Qualificazione dell’agricoltura periurbana
  4. Ridisegno dei bordi e delle porte urbane.
La fase operativa di Corona Verde sostenuta dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (POR-FESR 2007/2013) con 10 Milioni di Euro, si è recentemente conclusa con la realizzazione di 18 (14 + 4) interventi sul territorio (corridoi ambientali e di fruizione, interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, parchi urbani, etc.) che sono parte della infrastruttura verde, disegnata dal Masterplan. Molti interventi si sono focalizzati sulla strategia dedicata alla fruizione: gli amministratori hanno evidenziato che è ancora necessario investire su tale aspetto per stimolare affezione al territorio da parte dei cittadini, unica garanzia per mantenere nel tempo le opere realizzate.

Corona Verde, quale intervento di riqualificazione urbana avanzato che mira alla conservazione della biodiversità e, parallelamente, alla valorizzazione di tale patrimonio in sinergia con quello storico e culturale, si candida, quindi, a diventare anche nel prossimo futuro di questa Regione un modello per attivare nuovi progetti di sviluppo economico locale durevole e sostenibile utile al conseguimento del benessere sociale, un esempio concreto di green economy che gestisce in modo intelligente le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare ed il metodo di amministrazione, in una visione di flessibilità, diversificazione e interdisciplinarietà.

Lavorare per mantenere il patrimonio naturale con progetti incentrati sulle infrastrutture verdi si sta dimostrando una soluzione efficace anche sotto il profilo dei costi: per quanto sia difficile stimare in modo esauriente il valore della biodiversità, data la sua intrinseca complessità, è evidente che la natura ci fornisce un’ampia varietà di servizi che solo in parte, e comunque con costi elevatissimi, potrebbero essere ottenuti attraverso mezzi tecnologici. Non solo la perdita di questi servizi avrebbe un costo difficilmente stimabile, ma nessun mezzo permette di sostituire i valori estetici e ricreativi che la natura offre.

Conclusa la parte di Progetto dedicata alla gestione dei finanziamenti del POR-FESR 2007/2013, affinché si consolidi l’idea che l’identità territoriale e lo sviluppo futuro (anche economico) dell’area metropolitana passi anche attraverso la costruzione di un sistema unitario sovralocale di Infrastruttura Verde, sarà necessario potenziare e/o ripensare l’impostazione metodologica e il modello di governance fino ad oggi applicato in Corona Verde, per garantire una progettazione, gestione e promozione uniche e integrate di tale infrastruttura. Il modello dovrà riconoscere ancora maggiore importanza ai processi negoziali e partecipativi, soprattutto in relazione ai partenariati tra pubblico e privato, così fortemente auspicati e così poco strutturati.

Occorrerà rilanciare una pianificazione territoriale innovativa e per il consolidamento di modelli di sviluppo locale in cui la Corona Verde si affermi definitivamente come uno dei cardini attorno al quale l’area metropolitana possa organizzare la multifunzionalità economica locale, la capacità di ibridazione intersettoriale, la resilienza economica, ecologica, sociale del proprio territorio.

Il Bando Periferie

Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 maggio 2016 è stato approvato il cosiddetto Bando Periferie, con il quale si è inteso finanziare progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta (G.U. n. 127 del 1 giugno 2016).
La Città Metropolitana di Torino ha elaborato e coordinato una proposta di progetto complessiva denominata TopMetro che coinvolge 11 Comuni contermini a Torino con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Contemporaneamente è emerso un forte interesse di questi Comuni per una progettualità trasversale che nel concetto di rigenerazione urbana e resilienza tenesse in conto le significative esperienze di governance maturate negli scorsi anni su Corona Verde con riferimento ad un’azione trasversale sul tema della mobilità sostenibile.
Corona Verde, infatti, rappresenta per il territorio della città metropolitana non soltanto un sistema di governo partecipato che ha come obiettivo la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde, ma ha anche consentito nel tempo l’avvio e il consolidamento di un sistema di rapporti e di metodo di lavoro tra tutti i soggetti coinvolti nella firma del suo Protocollo di Intesa. In particolare la collaborazione con i Comuni ha permesso la costruzione di un patrimonio di progettualità integrata e ha innescato una consapevolezza, senza bisogno di regole e vincoli, della dimensione sovralocale dei temi da affrontare: con Corona Verde si è concretizzato l’interesse del territorio a trovare soluzioni di rete per il recupero delle aree marginali a cavallo tra i confini comunali, quei bordi urbani che possono e devono essere oggetto di attenzione per contrastare i danni del cambiamento climatico alla città densa, per limitare il consumo di suolo, per portare nuovi servizi a disposizione degli abitanti migliorando la qualità di vita delle periferie.
La Regione, pertanto, ha messo a disposizione il patrimonio progettuale e relazionale costruito con Corona Verde al fine di caratterizzare le azioni singole presentate nel Dossier TopMetro, costruendo una scheda progetto di azioni immateriali utili a dotare le comunità locali di strumenti di programmazione e di gestione sostenibile, anche nelle aree di periferia, delle aree verdi e dei servizi legati alla mobilità ciclabile, prima e dopo la loro riqualificazione.
La scheda progetto presentata denominata Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, a cui sono stati destinati complessivamente circa 1,2 milioni di Euro, prevede la redazione di:
  1. un Piano per la Governance della Corona Verde teso ad individuare il modello di governo più efficace a garantire la gestione integrata e a scala sovralocale dell’infrastruttura verde metropolitana
  2. un Programma di Azione della mobilità ciclabile metropolitana, che prevede la pianificazione di una rete diffusa di percorsi ciclabili sicuri e segnalati a partire dal sistema già esistente per spostamenti casa/lavoro/scuola e turistico/ricreativi, la localizzazione e la progettazione di stazioni bike-sharing diffuse a potenziamento del servizio To-Bike, l’individuazione e la progettazione di punti d'interscambio bici/treno, bici/bus, bici/metro e l’individuazione di punti multifunzionali di parcheggio/noleggio/sharing/riparazioni.
Tutto il materiale documentale e informativo del progetto Corona Verde è consultabile all’indirizzo:
http://www.regione.piemonte.it/ambiente/coronaverde/index.htm

La brochure, in formato pdf, è scaricabile all’indirizzo:
http://www.regione.piemonte.it/ambiente/coronaverde/dwd/cv_brochure_2012.pdf

Il depliant con la mappa e i principali punti di interesse di Corona Verde è scaricabile all’indirizzo:
http://www.regione.piemonte.it/ambiente/coronaverde/dwd/CV_depliant.pdf

Sulla pagina web dedicata al canale YouTube della Regione Piemonte è possibile vedere il documentario integrale dedicato al progetto.

Inoltre, sono disponibili 6 pillole dedicate ai 6 temi principali di Corona Verde, nonché i reportage dei cantieri in corso di realizzazione e conclusi.

LA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE “IL PAESAGGIO È TUO”

Nel corso del 2017 il Settore regionale Territorio e paesaggio ha proseguito nell’articolazione di una campagna complessiva di sensibilizzazione alle tematiche paesaggistiche.
Il sito internet Paesaggiopiemonte è online dal mese di marzo e conta decine di articoli pubblicati, anche grazie a numerosi e significativi contributi di soggetti esterni, che offrono il proprio punto di vista su questioni di rilevanza non solo regionale. Parallelamente si è proceduto all’attivazione della newsletter collegata, i cui contatti sono in costante crescita, e che attualmente raggiunge tutti i Comuni piemontesi nonché i singoli e le realtà associative che, con la propria iscrizione, abbiano manifestato l’interesse a stabilire un canale informativo sul paesaggio.
In collaborazione con il Settore Relazioni esterne e comunicazione, si è inoltre predisposta una molteplicità di strumenti volti a diffondere la conoscenza del paesaggio e la consapevolezza della sua importanza, rivolti sia a tecnici e amministratori, sia alla cittadinanza in senso più estensivo, caratterizzati dallo slogan “Il paesaggio è tuo…”.
Tra le pubblicazioni editoriali, particolarmente significativi sono due tabloid, dedicati rispettivamente a Paesaggiopiemonte e al Piano paesaggistico regionale, approvato il 3 ottobre scorso. Il primo è strutturato quale numero cartaceo del giornale: raggruppa i contributi di più ampio respiro e di taglio maggiormente divulgativo pubblicati online nei mesi scorsi, ed è corredato da un’ampia selezione fotografica, rappresentativa del complesso mosaico paesaggistico che compone la regione. Il secondo è finalizzato alla divulgazione del Piano non tanto nei suoi più noti contenuti normativi, ma focalizzando l’attenzione sulla ‘filosofia’ che ne ha informato la stesura, a partire dalle missioni della pianificazione per arrivare alla descrizione del metodo di lavoro condiviso con il quale lo si è redatto; il tabloid è inoltre accompagnato da una spiegazione, dettagliata ma divulgativa e con largo impiego di immagini e cartografie, delle tre tavole principali che compongono il Piano.
La campagna comprende inoltre un opuscolo di grande formato dedicato alle variegate attività degli osservatori locali del paesaggio piemontesi; alcune cartoline che accostano, alla bellezza dei luoghi, un messaggio rivolto alla collettività affinché si soffermi sui valori rappresentati e comprenda la loro influenza quali fattori di qualità diffusa della vita.
Il lavoro si pone in coerenza con gli obiettivi della legge regionale n. 14 del 16 giugno 2008 Norme per la valorizzazione del paesaggio, che promuove, tra le altre iniziative, “attività di comunicazione e sensibilizzazione della società civile e degli operatori pubblici e privati al valore del paesaggio”.

LA DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO DEL MOMBURGO

Il 3 agosto 2017, con D.G.R. n. 89-5520, è stato dichiarato il notevole interesse pubblico del contesto territoriale del Momburgo con le emergenze monumentali e paesaggistiche di Monte Calvario, del Santuario di Santa Lucia e del percorso devozionale da Villavecchia nei comuni di Roccaforte Mondovì e Villanova Mondovì (CN). Il provvedimento è frutto del lavoro istruttorio condotto dalla commissione regionale incaricata di formulare proposte per la dichiarazione di notevole interesse pubblico, costituita nel settembre 2015, ai sensi dell’articolo 137 del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio e dell’articolo 2 della legge regionale n. 32/2008.
La dichiarazione riconosce le valenze storico-culturali, religiose, identitarie, panoramiche del contesto territoriale del Momburgo, caratterizzato dal complesso storico-devozionale formato dal Santuario di Santa Lucia, dalla Chiesa del Santissimo Crocifisso, dalla Cappella di San Bernardo, nonché dai percorsi di collegamento tra queste emergenze e dal percorso con le cappelle della Via Crucis, che, partendo dalla piazza di Santa Caterina a Villavecchia, arriva al Monte Calvario; identifica inoltre le valenze paesaggistiche del contesto territoriale del Momburgo, caratterizzato da vaste aree boscate, un significativo complesso carsico con la Grotta dei Dossi, l’altopiano di Caporale e i margini prativi, che, nel loro insieme, costituiscono il pregevole ambito paesaggistico e naturalistico nel quale si inserisce il complesso monumentale-devozionale del Santuario di Santa Lucia e del Calvario, che sono anche significativi punti di vista e di belvedere. Il valore non solo storico-paesaggistico, ma anche identitario di questo paesaggio è particolarmente percepito dagli abitanti dei luoghi, che per primi hanno promosso l’istanza successivamente assunta e sviluppata dalla commissione. Il provvedimento di tutela prosegue sulla via tracciata dalla commissione nella propria attività, ossia nell’integrazione delle previsioni normative del Codice con lo spirito della Convenzione Europea del Paesaggio, che ne sottolinea l’importanza quale fattore di qualità di vita delle popolazioni e di rispecchiamento della loro identità.

Applicazione del metodo BAT per il PTR: Macroambito Urbanizzazione

Nell’ambito del Piano territoriale regionale (PTR), approvato nel 2011, è stata sviluppata una ripartizione territoriale articolata per Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT), la scala territoriale ottimale per elaborare e rappresentare lo Stato di salute del Piemonte.

Tale articolazione del territorio regionale definisce 33 Ambiti di Integrazione Territoriale (AIT), insiemi di comuni che rappresentano sistemi territoriali e funzionali di livello regionale.
Consulta la pagina introduttiva sugli AIT 

Di seguito sono riportati i risultati dell’applicazione del metodo BAT, per i 33 Ambiti di Integrazione Territoriale, con approfondimento sul macroambito urbanizzazione.
Nelle tavole è evidenziato il confronto con i dati della precedente applicazione del metodo (PTR 2007). Le differenze sono rappresentate in positivo o negativo, sia per AIT, che per singoli comuni.


Per le Fonti si osserva come si noti un moderato peggioramento in particolare nella pianura tra torinese e cuneese mentre per le pressioni effettive si riscontra un significativo peggioramento su tutto il territorio regionale, con eccezione di alcune aree pedemontane e alpine e della zona delle risaie novaresivercellesi in cui si riscontra una decisa diminuzione delle pressioni.

Macroambito Urbanizzazione, Bilancio Ambientale Territoriale 2017 e confronto
con dati PTR 2007

Figura 4

Figura 5

Figura 6

Figura 7

Figura 8

Figura 9