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STRATEGIA DI ADATTAMENTO

Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
La Regione Piemonte ha avviato concretamente nel 2017 il proprio percorso di azione per lavorare al contrasto al cambiamento climatico cogliendo sia le sfide della mitigazione che dell'adattamento: il 3 luglio la Giunta ha approvato la Delibera n. 24-5295 che fornisce i primi indirizzi agli uffici per la predisposizione e l'attuazione della Strategia regionale sui cambiamenti climatici, quale attuazione della Strategia nazionale di di sviluppo sostenibile e, formalizza, per la sua redazione, la costituzione di un gruppo tecnico interdirezionale che lavora con il supporto di Arpa Piemonte.
In tema di Adattamento l’azione della Regione, in ogni caso, si inserisce nella cornice di indirizzi europei e nazionali delineati rispettivamente dalla Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici _ EAS,  dalla correlata Strategia nazionale di adattamento e dal Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico ancorchè non ancora approvato dal legislatore nazionale.

La Strategia Europea di Adattamento ai Cambiamenti Climatici _ EAS

Lanciata  ufficialmente a Bruxelles Il 29 aprile 2013, la Strategia Europea in tema di adattamento ai cambiamenti Climatici sviluppa alcuni strumenti già preannunciati nel  libro bianco del 2009.
La strategia Europea prevede un approccio flessibile e partecipativo per identificare le misure necessarie a livello sovra nazionale, nazionale e locale al fine di fronteggiare i cambiamenti climatici e i loro inevitabili impatti economici, ambientali e sociali e al tempo stesso cogliere le opportunità.
Il documento, partendo dal libro bianco del 2009 e dagli impatti correnti e previsti identifica tra le aree a maggiore rischio: il bacino del Mediterraneo, la regione Alpina, le aree densamente popolate e le zone inondabili.

Pilastri della strategia europea di adattamento sono:

  • il portale Climat Adaptation Platform: piattaforma europea lanciata nel marzo 2012 che contiene informazioni sulle azioni di adattamento e strumenti di supporto, da sviluppare ulteriormente collegandola con altre rilevanti piattaforme nazionali e locali (speciale attenzione è riservata alle valutazioni costi/benefici ed alle esperienza di innovative funding) e con l’inclusione dei servizi climatici offerti da Copernicus
  • le Strategie nazionali di adattamento adottate dagli Stati membri, alcune delle quali sono anche dotate del relativo Piano di Azione (es: UK, Francia, Germania) basate sulla valutazione della vulnerabilità e del rischio;
  • il monitoraggio e la valutazione (temi particolarmente difficili e poco sviluppati in relazione ai quali la Commissione Europea sta lavorando per rendere disponibili indicatori e metodologie)

Criteri portanti della strategia europea sono:

  • la sussidiarietà e proporzionalità;
  • l’approccio ecosistemico considerato il più efficace in presenza di diversi scenari di cambiamento (benefici molteplici, riduzione del rischio alluvioni e della erosione dei suoli, miglioramento della qualità di acqua e aria e riduzione degli effetti delle isole di calore nei centri urbani, ecc).
  • le azioni win win1, low cost e no regret2 da privilegiare in relazione all’incertezzadei cambiamenti;.
  • la sinergia con il Disaster Risk Management Policies in corso di sviluppo;
  • l’attenzione a cogliere le opportunità del cambiamento nei diversi settori (es: tecnologie nel settore dell’agricoltura e delle costruzioni, l’ecosystem management, il water management e il comparto assicurativo)
La Strategia individua nell’adozione di strategie nazionali di adattamento ai cambiamenti climatici, da parte degli Stati membri, basaste sulle migliori conoscenze, gli strumenti necessari ad assicurare coordinamento e coerenza delle azioni settoriali attraverso l’identificazione di priorità nazionali che indirizzino gli investimenti, in sinergia con il National Risk Management Plan.
La strategia si propone altresì l’obiettivo di promuovere l’adattamento attraverso l’internalizzazione dei suoi principi e obiettivi nei settori più vulnerabili, anche mediante l’impiego dei fondi europei in materia di PAC e Coesione.

Indica nei fondi LIFE un possibile strumento da utilizzare per superre i gaps conoscitivi e supportare la capacità di adattamento e le azioni necessarie nelle seguenti aree:

  • gestione transfrontaliera delle alluvioni,
  • gestione transfrontaliera delle coste,
  • integrare l’adattamento nella pianificazione urbanistica e territoriale,
  • aumentare la sostenibilità e resilienza nei settori agricoltura, foreste e turismo, uso sostenibile dell’acqua per contrastare la desertificazione, gli incendi nelle aree soggette a siccità, (priorità agli approcci intersettoriali, transregionali e transfrontalieri) con particolare riferimento alle aree montane.

I fondi LIFE possono altresì concorrere a migliorare:

  • a migliorare la valutazione della vulnerabilità e delle strategie di adattamento
  • la consapevolezza dei cambiamenti e la comunicazione e gestione del rischio.

La Strategia introduce il tema dell’adattamento anche nella cornice del Patto dei Sindaci al fine di sostenere le relative iniziative nelle città mediante azioni volontarie finalizzate ad adottare strategie locali e ad aumentare la consapevolezza.
Ai fini del monitoraggio sullo stato di attuazione della Strategia la Commissione predisporrà un cruscotto con indicatori per verificare il livello di preparazione degli Stati membri ad affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Nel 2016, la Commissione ha avviato una valutazione della strategia che ha per oggetto la sua attuazione e i risultati ottenuti rispetto a quelli attesi al momento della sua adozione nel 2013. La valutazione esamina inoltre l’evoluzione dei bisogni a cui la strategia risponde, ad esempio alla luce dell’accordo di Parigi del 2015, che attribuisce pari importanza all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Fa parte di questo processo di valutazione, la consultazione pubblica avviata dalla Commissione nel 2017 e chiusa a marzo 2018, per verificare lo stato di avanzamento della strategia di adattamento nei paesi dell’Unione: documenti di accompagnamento di tale consultazione sono le prime analisi dello stato dell'arte degli impegni di azione presi dai diversi stati membri sul cambiamento climatico consultabili sul sito https://ec.europa.eu/clima/consultations/evaluation-eus-strategy-adaptation-climate-change_it.

Al fine di assicurare infrastrutture più resilienti la Commissione si è impegnata ad avviare la mappatura degli standard rilevanti nell’area dell’energia, dei trasporti e delle costruzioni al fine di identificare quelli da rivedere e per redigere opportune linee guida finalizzate ad assicurare la piena attuazione dell’approccio basato sulla protezione degli ecosistemi
La Strategia europea introduce una cornice e meccanicismi per innalzare il livello di preparazione dell’Unione al Cambiamento Climatico, incoraggia e supporta le azioni degli Stati membri in tema di adattamento fornendo le basi metodologiche e conoscitive per migliori e informate decisioni sull’adattamento e per aumentare la resilienza agli effetti dei cambiamenti climatici dei settori più rilevanti e vulnerabili.

[1] azioni che presentano aspetti positivi che riguardano anche altri aspetti (ad esempio mitigazione, salute, ecc)
[2] azioni che presentano benefici a prescindere dal verificarsi del cambiamento climatico

La Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici - SNACC

Sulla base degli indirizzi generali, dei principi e degli obiettivi della Strategia Europea, a conclusione di un percorso di approfondimento e consultazione durato circa due anni e che ha visto coinvolti la comunità scientifica, le Regione e gli Stakeholders, il Ministero dell’Ambiente con decreto 16 giugno 2015  ha formalmente approvato la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.
La strategia nazionale di adattamento, basata sulle conoscenze scientifiche in merito a scenari climatici futuri, vulnerabilità e impatti sulle risorse naturali e sui settori socio economici potenzialmente impattati e individua possibili misure da adottare per ridurre i rischi ed aumentare la resilienza dei sistemi naturali ed antropici e per trarre vantaggio dalle eventuali opportunità.
Il documento individua altresi due ambiti territoriali di particolare inrteresse in relazione alla loro vulnerabllità e importanza sotto il profilo ambientale economico e sociale: l’area alpina e appenninica e il distretto del Po, proponendo un Piano di azione per le Alpi.
Alla Strategia è allegata una lista di possibili azioni soft, verdi e grigie declinate con riferimento a ciascun settore rilevante.
L’approvazione della Strategia Nazionale rientra nella condizionalità ex ante prevista per l’erogazione dei fondi europei della programmazione 2014-2020.

La Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici - SRCC

La Regione Piemonte ha avviato concretamente nel 2017 il proprio percorso di azione per lavorare al contrasto al cambiamento climatico cogliendo sia le sfide della mitigazione che dell'adattamento: il 3 luglio la Giunta ha approvato la Delibera n. 24-5295 che fornisce i primi indirizzi agli uffici per la predisposizione e l'attuazione della Strategia regionale sui cambiamenti climatici, quale attuazione della Strategia nazionale di di sviluppo sostenibile e, formalizza, per la sua redazione, la costituzione di un gruppo tecnico interdirezionale che lavora con il supporto di Arpa Piemonte.

La Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico è costruita come uno strumento di orientamento delle diverse politiche regionali che, ciascuna con le proprie specificità, deve dare risposte per contribuire alla mitigazione e adattarsi ai nuovi scenari che il nostro territorio già affronta e affronterà in relazione a tale fenomeno: dalla sanità alla pianificazione del territorio, dall’agricoltura ai trasporti, dalla qualità dell’aria alla gestione della risorsa acqua, etc.
Al fine di lavorare in modo coordinato si è costituito un tavolo interdirezionale che coinvolge molte delle direzioni in cui è articolata la Regione. Per condividere linguaggi e conoscenze e a supporto delle attività che il tavolo ha iniziato a sviluppare, è stato realizzato un Corso di Formazione interno, organizzato in 5 giornate di studio, che ha coinvolto esperti provenienti dalle istituzioni ma anche dal sistema privato, della ricerca,  dell'associazionismo etc. che hanno saputo inquadrare, ciascuno con la propria specificità, il tema del cambiamento climatico dandone una visione trasversale e strutturata. I materiali didattici forniti durante il corso e altre informazioni sono consultabili sullo spazio web che il gruppo di lavoro ha costruito per condividere le conoscenze.

Strumenti di riferimento per la costruzione della Strategia in quanto indispensabili nell’azione di contrasto al cambiamento climatico, sono i modelli di azione e i principi della green e circular econonomy: la transazione duratura ed efficace verso un modello produttivo e di vita che riduca le emissioni di gas climalteranti e tenda al disaccoppiamento tra la crescita economica e l’impatto sulle risorse naturali (sviluppo sostenibile), rappresenta la scelta di valore che le nostre comunità possono e devono saper percorrere per garantirsi resilienza e, quindi, tutela e miglioramento del proprio benessere. 

Operativamente si sta lavorando per:
  • identificare e valorizzare le sinergie con le azioni di mitigazione attivate in forza della normativa europea e nazionale e degli ambiziosi obiettivi assunti con la sottoscrizione del protocollo U2_MOU;
  • sfruttare le possibili sinergie tra le  misure attivate in settori di azione diversi;
  • evitare maladattamenti, ovvero misure di adattamento settoriali che possano determinare effetti negativi in altri ambiti (ambiente o altri settori di attività antropica).
  • cogliere le eventuali opportunità connesse con il cambiamento climatico
  • coinvolgere e responsabilizzare la società civile tutta.

PIANO NAZIONALE DI ADATTAMENTO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

A maggio 2016 è stata avviata l’elaborazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) per dare impulso all’attuazione della SNAC. E’, infatti, convinzione diffusa che è diventato urgente individuare azioni e programmare interventi coerenti con le strategie di adattamento se si intende, concretamente, lavorare al contrasto del cambiamento climatico.

Il PNACC si propone di:

  • individuare le azioni prioritarie in materia di adattamento per i settori chiave identificati nella Strategia, specificando le tempistiche e i responsabili per l’implementazione delle azioni. Il PNACC individua circa 350 misure di adattamento;
  • fornire indicazioni per migliorare lo sfruttamento delle eventuali opportunità;
  • favorire il coordinamento delle azioni a diversi livelli.

Il Ministero dell’Ambiente, per garantire la maggiore partecipazione possibile alla redazione di tale documento ha avviato all’inizio del 2017 una Consultazione pubblica che, attraverso la compilazione di un questionario on-line, permetteva a tutti di poter segnalare le proprie idee e proposte su tale tema. Ad oggi non sono ancora disponibili gli esiti di tale consultazione che ha però visto una significativa partecipazione pubblica.

La Regione Piemonte è stata coinvolta nel percorso istituzionale di ascolto del territorio che è passato attraverso lo strumento della Conferenza Stato Regioni. In tale sede è stato predisposto con il contributo di tutte le Regioni e il coordinamento della Regione Sardegna un documento di osservazioni e proposte che è stato consegnato al Ministero per contribuire fattivamente alle successive fasi di costruzione di tale Piano.

La Regione Piamonte ha inteso segnalare alcune criticità la cui risoluzione renderebbe più facilmente realizzabile il Piano: sono di particolare interesse di approfondimento i temi legati all’organizzazione della governance di Piano che deve necessariamente coinvolgere tutti gli stakeholder del territorio (le azioni che interessano le pubbliche amministrazioni sono solo il 7%), al monitoraggio dell’implementazione, alla definizione di criteri per individuare la priorità tra tutte le azioni individuate come utili al raggiungimento degli obiettivi, etc.

Il Piano Nazionale non è ancora stato formalmente approvato e nella sua versione pubblicata per avviare la consultazione pubblica è consultabile sul sito del MATTM (Ministero Ambiente).

Il Piano in sintesi:
- contiene il quadro aggiornato delle tendenze climatiche in atto e le variazioni climatiche future a livello nazionale, identificando aree climatiche omogenee ossia porzioni di territorio caratterizzate da condizioni climatiche simili durante il periodo storico di riferimento e simili proiezioni di anomalie climatiche;
-analizza gli impatti attesi e le vulnerabilità di numerose risorse ambientali e settori socio-economici;
- individua possibili azioni di adattamento e strumenti per il loro monitoraggio e per la valutazione dell’efficacia;
- suggerisce una tempistica per l’attuazione delle azioni di adattamento ed identifica possibili fonti di finanziamento a livello europeo, nazionale e regionale;
- le azioni sono distinte per tipologia (Soft, Green e Grey) ed analizzate e valutate sulla base di alcuni criteri quali: efficacia, efficienza economica, effetti di secondo ordine, performance in presenza di incertezza, considerazioni per l’implementazione politica.

Le città e il processo di adattamento

IL necessario processo di adattamento al clima parte dalle città. La resilienza al clima che cambia è infatti la sfida che i centri urbani del nostro continente devono affrontare. Cosa fare, perché e a chi compete fare, c’è un po’ tutto questo nel rapporto dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) pubblicato il 5 luglio scorso dal titolo Urban adaptation to climate change in Europe 2016 - Transforming cities in a changing climate.
Attraverso sei capitoli la relazione EEA sottolinea i vantaggi di investire in misure di prevenzione a lungo termine per migliorare la capacità delle città del continente di adattarsi al clima, e fornisce input utili a governi locali, istituzioni regionali o nazionali per farlo. Perché le città europee - si legge nel rapporto - sono sempre più sensibili alle ricadute negative dei cambiamenti climatici, in particolare agli eventi meteorologici avversi.