INTRODUZIONE ACQUA
Il recepimento della Direttiva 2000/60/CE sulle acque (WFD) in Italia, e l’emanazione delle successive norme di attuazione, hanno profondamente cambiato l’approccio alla tutela della risorsa. La norma fissa obiettivi di qualità ambientale da raggiungere a livello europeo e indica nel Piano di Gestione Distrettuale lo strumento di attuazione delle disposizioni comunitarie.
La Direttiva prevede l’Analisi delle Pressioni e degli Impatti generati dalle attività antropiche sulle acque superficiali al fine di individuare quelle significative, ossia in grado di influire sul raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità ambientali previsti per i corpi idrici. In base alla valutazione integrata delle pressioni, degli impatti e dei dati di Stato, vengono pianificate le attività di monitoraggio ambientale e definite le misure di tutela e risanamento.
Il monitoraggio dello stato della risorsa diventa molto più complesso e articolato includendo gli elementi di qualità chimici e chimico-fisici e per le acque superficiali diverse comunità biologiche e gli elementi idromorfologici. Il monitoraggio è articolato in modo specifico in base alle diverse tipologie introdotte dalla Direttiva 2000/60/CE (operativo, sorveglianza, indagine), ognuna delle quali ha specifiche finalità, e le modalità di classificazione dello Stato prevedono l’integrazione di più indici.
È importante sottolineare come le classi di Stato Ecologico e Chimico delle diverse metriche indicano il livello di impatto compatibile con il conseguimento dello stato Buono, che tuttavia non implica una assenza di alterazione a carico delle comunità biologiche e/o delle condizioni chimico fisiche e idromorfologiche dei corpi idrici. La valutazione degli impatti, invece, consente di misurare il livello di alterazione delle diverse componenti di un ecosistema acquatico e quindi di valutarne il deterioramento anche se questo non si traduce ancora in uno scadimento dello stato, inteso come cambio di classe.
La valutazione degli impatti risulta quindi di fondamentale importanza anche per la verifica dell’efficacia delle misure di tutela e/o di risanamento.
Per il Piemonte il Piano di Gestione Distrettuale è quello del Distretto Idrografico del Po e contiene tutti gli elementi richiesti per la pianificazione quali i risultati dei monitoraggi, l’analisi delle pressioni e degli impatti, gli obiettivi di qualità, le misure di tutela.
La conclusione del primo ciclo di monitoraggio ha consentito di effettuare una prima verifica circa il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti al 2015 per tutte le acque. I risultati in Piemonte sono in linea con quanto indicato nel rapporto del 2018 sullo stato delle acque dell’Agenzia europea dell’Ambiente e secondo anche la valutazione della Commissione europea, sul primo ciclo dei Piani di gestione dei bacini idrografici sviluppati dagli Stati membri nel quadro della Direttiva, che concordano nel ritenere che l’obiettivo di buono sarà probabilmente raggiunto per poco più della metà delle acque della UE.
La valutazione dello stato di qualità e quindi del rischio di raggiungimento degli obiettivi e del loro mantenimento si basa sulla valutazione integrata dei risultati dell’analisi delle pressioni, dei dati di stato (indici per la classificazione) e di impatto.
L’analisi delle pressioni fornisce un quadro complessivo di conoscenza adeguato alla scala regionale. Tuttavia, la disponibilità di banche dati aggiornate e adeguate per tutti i dati necessari a popolare gli indicatori previsti dalla metodologia rappresenta ancora una criticità importante.
In conclusione gli indici sintetici di stato richiesti a livello normativo permettono sicuramente una valutazione standardizzata a scala nazionale se non europea, ma sicuramente vanno integrati con un core set di indicatori più di dettaglio che consentano di analizzare le criticità ambientali in modo più approfondito.
La Direttiva prevede l’Analisi delle Pressioni e degli Impatti generati dalle attività antropiche sulle acque superficiali al fine di individuare quelle significative, ossia in grado di influire sul raggiungimento o mantenimento degli obiettivi di qualità ambientali previsti per i corpi idrici. In base alla valutazione integrata delle pressioni, degli impatti e dei dati di Stato, vengono pianificate le attività di monitoraggio ambientale e definite le misure di tutela e risanamento.
Il monitoraggio dello stato della risorsa diventa molto più complesso e articolato includendo gli elementi di qualità chimici e chimico-fisici e per le acque superficiali diverse comunità biologiche e gli elementi idromorfologici. Il monitoraggio è articolato in modo specifico in base alle diverse tipologie introdotte dalla Direttiva 2000/60/CE (operativo, sorveglianza, indagine), ognuna delle quali ha specifiche finalità, e le modalità di classificazione dello Stato prevedono l’integrazione di più indici.
È importante sottolineare come le classi di Stato Ecologico e Chimico delle diverse metriche indicano il livello di impatto compatibile con il conseguimento dello stato Buono, che tuttavia non implica una assenza di alterazione a carico delle comunità biologiche e/o delle condizioni chimico fisiche e idromorfologiche dei corpi idrici. La valutazione degli impatti, invece, consente di misurare il livello di alterazione delle diverse componenti di un ecosistema acquatico e quindi di valutarne il deterioramento anche se questo non si traduce ancora in uno scadimento dello stato, inteso come cambio di classe.
La valutazione degli impatti risulta quindi di fondamentale importanza anche per la verifica dell’efficacia delle misure di tutela e/o di risanamento.
Per il Piemonte il Piano di Gestione Distrettuale è quello del Distretto Idrografico del Po e contiene tutti gli elementi richiesti per la pianificazione quali i risultati dei monitoraggi, l’analisi delle pressioni e degli impatti, gli obiettivi di qualità, le misure di tutela.
La conclusione del primo ciclo di monitoraggio ha consentito di effettuare una prima verifica circa il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale previsti al 2015 per tutte le acque. I risultati in Piemonte sono in linea con quanto indicato nel rapporto del 2018 sullo stato delle acque dell’Agenzia europea dell’Ambiente e secondo anche la valutazione della Commissione europea, sul primo ciclo dei Piani di gestione dei bacini idrografici sviluppati dagli Stati membri nel quadro della Direttiva, che concordano nel ritenere che l’obiettivo di buono sarà probabilmente raggiunto per poco più della metà delle acque della UE.
La valutazione dello stato di qualità e quindi del rischio di raggiungimento degli obiettivi e del loro mantenimento si basa sulla valutazione integrata dei risultati dell’analisi delle pressioni, dei dati di stato (indici per la classificazione) e di impatto.
L’analisi delle pressioni fornisce un quadro complessivo di conoscenza adeguato alla scala regionale. Tuttavia, la disponibilità di banche dati aggiornate e adeguate per tutti i dati necessari a popolare gli indicatori previsti dalla metodologia rappresenta ancora una criticità importante.
In conclusione gli indici sintetici di stato richiesti a livello normativo permettono sicuramente una valutazione standardizzata a scala nazionale se non europea, ma sicuramente vanno integrati con un core set di indicatori più di dettaglio che consentano di analizzare le criticità ambientali in modo più approfondito.
Il raggiungimento dello Stato Buono rientra in due Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.
In particolare:
- Obiettivo 6: Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie
- Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
QUALITA' DELLE ACQUE SUPERFICIALI
Nel 2015 è stato avviato il secondo sessennio di monitoraggio ai sensi del Decreto 260/2010, relativo al periodo 2015-2019 nell’ambito del secondo Piano di Gestione Distrettuale del Po. Nella presente Relazione sullo Stato dell'Ambiente viene presentato il monitaraggio delle acque superficiali (fiumi e laghi) svolto nel 2017.
In base a quanto concordato a scala distrettuale, il 2014 è utilizzato come anno in comune tra l’ultimo ciclo del sessennio 2009-2014 e il primo del sessennio 2014-2019.
Al termine del primo sessennio di monitoraggio, relativamente ai fiumi, emerge come il 55% dei corpi idrici presenti uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 45% Sufficiente o inferiore. Per quanto riguarda lo Stato Chimico il 95% dei corpi idrici risulta Buono.
Nel triennio il monitoraggio ha riguardato sostanzialmente i CI in monitoraggio operativo della Rete Base e i CI della Rete aggiuntiva del 2014 e del 2016. La quasi totalità dei CI in sorveglianza saranno monitorati nel 2018 e nel 2019 come previsto dal Programma di Monitoraggio 2015-2019.
La classificazione rimane uno degli aspetti più importanti che consente di misurare la rilevanza degli impatti determinati sul corpo idrico (a carico di una o più delle componenti monitorate) dall’insieme delle pressioni antropiche.
Attraverso la revisione dell’Analisi delle Pressioni iniziata nel 2014 e terminata nel 2015, applicando la metodologia definita a livello distrettuale, sono state individuate le pressioni antropiche più significative sui corpi idrici, cioè quelle potenzialmente in grado di pregiudicarne il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità. Tra queste risultano più significative le alterazioni morfologiche, in particolar modo relative alle modificazioni della zona ripariale, i prelievi, gli scarichi di acque reflue urbane e l’agricoltura.
L’analisi delle pressioni condotta nel 2014 è da considerarsi valida per l’intero sessennio 2014-2019; la revisione dell’analisi delle pressioni verrà effettuata nel 2019 e sarà di utilizzo per il successivo terzo Piano di Gestione del Po.
Ovviamente la valutazione dei singoli indici può non essere esplicativa del reale stato del corpo idrico; infatti può esserci presenza di una alterazione anche quando essa non si traduce in uno stato di qualità inferiore al “Buono” o comunque in un cambio di classe di Stato.
Per tale motivo è indispensabile l’analisi integrata dei dati di stato insieme agli impatti ambientali presenti, (attraverso l’utilizzo di specifici indicatori quali contaminazione da pesticidi, VOC, inquinamento da nutrienti e carico organico) al fine di confermare i risultati dell’Analisi delle Pressioni e di verificare l’efficacia delle misure di tutela o miglioramento messe in atto.
In base a quanto concordato a scala distrettuale, il 2014 è utilizzato come anno in comune tra l’ultimo ciclo del sessennio 2009-2014 e il primo del sessennio 2014-2019.
Al termine del primo sessennio di monitoraggio, relativamente ai fiumi, emerge come il 55% dei corpi idrici presenti uno Stato Ecologico Buono o superiore e il 45% Sufficiente o inferiore. Per quanto riguarda lo Stato Chimico il 95% dei corpi idrici risulta Buono.
Nel triennio il monitoraggio ha riguardato sostanzialmente i CI in monitoraggio operativo della Rete Base e i CI della Rete aggiuntiva del 2014 e del 2016. La quasi totalità dei CI in sorveglianza saranno monitorati nel 2018 e nel 2019 come previsto dal Programma di Monitoraggio 2015-2019.
La classificazione rimane uno degli aspetti più importanti che consente di misurare la rilevanza degli impatti determinati sul corpo idrico (a carico di una o più delle componenti monitorate) dall’insieme delle pressioni antropiche.
Attraverso la revisione dell’Analisi delle Pressioni iniziata nel 2014 e terminata nel 2015, applicando la metodologia definita a livello distrettuale, sono state individuate le pressioni antropiche più significative sui corpi idrici, cioè quelle potenzialmente in grado di pregiudicarne il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità. Tra queste risultano più significative le alterazioni morfologiche, in particolar modo relative alle modificazioni della zona ripariale, i prelievi, gli scarichi di acque reflue urbane e l’agricoltura.
L’analisi delle pressioni condotta nel 2014 è da considerarsi valida per l’intero sessennio 2014-2019; la revisione dell’analisi delle pressioni verrà effettuata nel 2019 e sarà di utilizzo per il successivo terzo Piano di Gestione del Po.
Ovviamente la valutazione dei singoli indici può non essere esplicativa del reale stato del corpo idrico; infatti può esserci presenza di una alterazione anche quando essa non si traduce in uno stato di qualità inferiore al “Buono” o comunque in un cambio di classe di Stato.
Per tale motivo è indispensabile l’analisi integrata dei dati di stato insieme agli impatti ambientali presenti, (attraverso l’utilizzo di specifici indicatori quali contaminazione da pesticidi, VOC, inquinamento da nutrienti e carico organico) al fine di confermare i risultati dell’Analisi delle Pressioni e di verificare l’efficacia delle misure di tutela o miglioramento messe in atto.
QUALITA' DELLE ACQUE SOTTERRANEE
FALDA SUPERFICIALE
La falda superficiale nel 2017 mostra una situazione diversa dagli anni precedenti, a causa della differente modalità di calcolo dello Stato Chimico. In particolare alcuni corpi idrici che negli anni passati avevano uno SC Scarso, come GWB-S1, GWB-S4a, GWB-S6, GWB-S7, GWB-S10 e tutti i GWB di Fondovalle, nel 2017 presentano uno SC Buono in quanto prima venivano considerati nella spazializzazione tutti i punti in stato Scarso, indipendentemente dalla sostanza che superava il VS/SQA, mentre ora si prende in considerazione una sostanza per volta. Inoltre anche i cambiamenti di alcuni VS dei VOC sopravvenuti con la nuova legislazione hanno contribuito al passaggio di Stati di alcuni GWB. Per quanto riguarda i corpi idrici collinari e montani, lo stato chimico non è stato calcolato per quattro di questi GWB in quanto sono in Monitoraggio Operativo puntuale, ma si è attribuito quello definito nell’anno di sorveglianza (2016). Per il quinto corpo idrico collinare e montano, GWB-AGI, lo SC è stato calcolato ed è risultato Scarso a causa dell’ammoniaca, probabilmente di origine naturale.
FALDE PROFONDE
Le falde profonde evidenziano una situazione decisamente migliore rispetto alla falda superficiale, anche in funzione del loro ambito di esistenza e circolazione idrica sotterranea, potenzialmente più protetto rispetto al sistema acquifero superficiale. Inoltre, come per la falda superficiale, il nuovo metodo di calcolo dello Stato chimico ha portato ad avere tutti i GWB in SC Buono nel 2017, contrariamente a quanto accadeva negli anni precedenti, senza che ciò comporti necessariamente un miglioramento della qualità della risorsa idrica. Occorre poi anche considerare che i cambiamenti di alcuni VS dei VOC hanno altresì contribuito ad innalzare lo Stato Chimico dei GWB. Per quanto riguarda i GWB-P1, GWB-P5 e GWB-P6 lo Stato Chimico non è stato calcolato in quanto sono in monitoraggio operativo ma è stato attribuito lo SC definito nell’anno di sorveglianza (2016).
La falda superficiale nel 2017 mostra una situazione diversa dagli anni precedenti, a causa della differente modalità di calcolo dello Stato Chimico. In particolare alcuni corpi idrici che negli anni passati avevano uno SC Scarso, come GWB-S1, GWB-S4a, GWB-S6, GWB-S7, GWB-S10 e tutti i GWB di Fondovalle, nel 2017 presentano uno SC Buono in quanto prima venivano considerati nella spazializzazione tutti i punti in stato Scarso, indipendentemente dalla sostanza che superava il VS/SQA, mentre ora si prende in considerazione una sostanza per volta. Inoltre anche i cambiamenti di alcuni VS dei VOC sopravvenuti con la nuova legislazione hanno contribuito al passaggio di Stati di alcuni GWB. Per quanto riguarda i corpi idrici collinari e montani, lo stato chimico non è stato calcolato per quattro di questi GWB in quanto sono in Monitoraggio Operativo puntuale, ma si è attribuito quello definito nell’anno di sorveglianza (2016). Per il quinto corpo idrico collinare e montano, GWB-AGI, lo SC è stato calcolato ed è risultato Scarso a causa dell’ammoniaca, probabilmente di origine naturale.
FALDE PROFONDE
Le falde profonde evidenziano una situazione decisamente migliore rispetto alla falda superficiale, anche in funzione del loro ambito di esistenza e circolazione idrica sotterranea, potenzialmente più protetto rispetto al sistema acquifero superficiale. Inoltre, come per la falda superficiale, il nuovo metodo di calcolo dello Stato chimico ha portato ad avere tutti i GWB in SC Buono nel 2017, contrariamente a quanto accadeva negli anni precedenti, senza che ciò comporti necessariamente un miglioramento della qualità della risorsa idrica. Occorre poi anche considerare che i cambiamenti di alcuni VS dei VOC hanno altresì contribuito ad innalzare lo Stato Chimico dei GWB. Per quanto riguarda i GWB-P1, GWB-P5 e GWB-P6 lo Stato Chimico non è stato calcolato in quanto sono in monitoraggio operativo ma è stato attribuito lo SC definito nell’anno di sorveglianza (2016).
BALNEAZIONE
I dati analitici relativi agli ultimi quattro anni nelle acque di balneazione piemontesi evidenziano che esse rientrano nelle classi di qualità comprese tra Buona ed Eccellente, soddisfacendo quindi ampiamente e con largo anticipo gli obiettivi della direttiva comunitaria 2006/7/CE, che pone il raggiungimento della qualità almeno Sufficiente entro la fine della stagione 2015.