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RADIAZIONI IONIZZANTI

DOSE EFFICACE INDICATIVA DOVUTA AL CONSUMO DI ACQUA

Nel 2016 è stata emanata una nuova normativa italiana (DLgs 28/16) che disciplina lil controllo della radioattività nelle acque destinate al consumo umano. Tale normativa stabilisce in 0,1 mSv/anno il limite per la dose totale indicativa derivante dal consumo di acqua potabile. La dose tuttavia non è una grandezza direttamente misurabile, ma si calcola moltiplicando il consumo di acqua per la concentrazione di ogni radionuclide presente in essa per un opportuno coefficiente di conversione. Occorre poi sommare tale valore per tutti i radionuclidi presenti nell’acqua. Ovviamente questa procedura risulta alquanto onerosa e complicata. Il decreto stabilisce quindi dei livelli di riferimento espressi in termini di concentrazione di attività alfa e beta totale rispettivamente pari a 0,1 Bq/l per l’attività alfa totale 0,5 Bq/l per l’attività beta totale. Tali valori sono dei cosiddetti “limiti derivati”: il loro rispetto, facilmente verificabile tramite misure radiometriche, garantisce il rispetto del limite dosimetrico.
Nel caso in cui le concentrazioni superino o siano prossime a questi livelli, occorre effettuare misure di approfondimento per identificare i singoli radionuclidi emettitori alfa e/o beta e poter così identificare meglio il problema ed effettuare un più preciso calcolo della dose. In Piemonte le misure di approfondimento hanno specificato che l’attività alfa totale è dovuta alla presenza di uranio disciolto nell’acqua per la totalità dei campioni. Ciò comporta che il limite di dose di 0,1 mSv/anno non venga mai superato nelle acque potabili in quanto l’uranio è un radionuclide poco radiotossico. Se nell’acqua fosse disciolto solamente uranio, occorrerebbe una concentrazione di circa 3 Bq/l per raggiungere il limite di dose.

Per approfondimenti consulta anche la sezione: ACQUA - fattori radiazioni ionizzanti - monitoraggio radioattività nelle acque

Supponendo quindi che tutta l’attività alfa totale sia dovuta all’uranio anche per i campioni con concentrazioni di attività alfa totale inferiori al livello di riferimento di 0,1 Bq/l, è stato possibile calcolare la dose da ingestione di acqua. Il calcolo è stato eseguito con tutti i dati disponibili (circa 1.000), supponendo un consumo di due litri di acqua al giorno per la popolazione adulta e uno per i bambini molto piccoli (età inferiore all’anno). Come si osserva dalle figure seguenti i valori ottenuti sono sempre molto inferiori al limite di 0,1 mSv/anno.

Figura 1
Dose efficace indicativa dovuta al consumo di acqua per la popolazione piemontese adulta supponendo che tutta l’attività alfa totale sia dovuta all’uranio disciolto nell’acqua

(le classi di dose sono indicate fino al limite di 0,1 mSv/anno)

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 2
Dose efficace indicativa dovuta al consumo di acqua per la popolazione piemontese con età inferiore all’anno supponendo che tutta l’attività alfa totale sia dovuta all’uranio disciolto nell’acqua

(le classi di dose sono indicate fino al limite di 0,1 mSv/anno)

Fonte: Arpa Piemonte