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MONITORAGGIO E CONTROLLO
Le azioni di politica ambientale richiedono dati conoscenza affidabili. Per questo motivo la Direttiva quadro sulle acque prevede un complesso sistema di monitoraggio per corsi d’acqua, laghi e acque sotterranee per conoscere lo stato complessivo dell’ecosistema: delle componenti biologiche, della presenza di inquinanti chimici, dell’alterazione morfologica di alvei e sponde, della quantità di acqua presente.
La normativa è stata integrata nel corso del 2015 con nuove disposizioni comunitarie per quanto riguarda la valutazione dello Stato Chimico che ampliano lo spettro delle analisi per la conoscenza degli impatti sull’ambiente acquatico. La Direttiva 2013/39/UE (recepita con il DLgs 172 del 13 ottobre 2015) introduce infatti, per alcune delle sostanze, standard di qualità anche per il biota e i sedimenti.
La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è costituita da una Rete Base (RB), che comprende i Siti di Riferimento e che rimane stabile nella sua composizione quali-quantitativa, e una Rete Aggiuntiva (RA) composta da stazioni o da corpi idrici aggiuntivi che per sua natura è variabile e la sua composizione viene definita e quindi attivata nel corso del sessennio in relazione alle specifiche finalità.
Nel corso del triennio 2014-2016 sono stati monitorati 126 CI della RB e 76 della RA; di questi ultimi, 33 sono stati monitorati nel 2016, 43 nel 2014 nell’ambito del precedente ciclo triennale (2012-2014).
Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni.
La rete di monitoraggio regionale dei laghi (RMR-L) comprende una Rete Base costituita da 13 CI dei quali 9 laghi naturali e 4 invasi artificiali.
Nel triennio 2014-2016 non tutti i laghi sono stati oggetto di monitoraggio: per i laghi Orta, Rochemolles, Antrona e Maggiore è previsto il monitoraggio di sorveglianza nel triennio 2017-2019. Per questi laghi non è quindi effettuata la classificazione dello stato nel triennio 2014-2016.
Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni
La rete di monitoraggio delle acque sotterranee (RMRAS), che è stata riesaminata all’interno della predisposizione del nuovo Programma di Monitoraggio 2015-2019, rimane sostanzialmente invariata, ad esclusione di alcuni punti eliminati per problemi legati all’accessibilità; vi è inoltre l’introduzione del monitoraggio di 5 GWB afferenti ai complessi idrogeologici collinare e montano nei quali sono ubicate le sorgenti.
La rete attuale è costituita da 593 punti dei quali 383 sono inerenti al sistema acquifero superficiale, 202 a quello profondo e i rimanenti 8 sono relativi alle sorgenti. L’area di monitoraggio, cui afferiscono i succitati punti di monitoraggio, è composta da 17 corpi idrici sotterranei (GWB) attinenti al sistema idrico sotterraneo superficiale di pianura e fondovalle, da 6 relativi a quello profondo e da 5 riguardanti il sistema idrico montano e collinare. Fanno parte della rete anche 116 piezometri strumentati.
A questa conoscenza di base si affianca l’attività di conoscenza delle pressioni che causano impatti attraverso il controllo degli scarichi civili e industriali e la verifica del rilascio del Deflusso Minimo Vitale dalle derivazioni d’acqua, condotta da Arpa e dalle Province.
L’insieme di tutti i dati di conoscenza del territorio, sia dello stato che delle pressioni, si integrano tra loro per arrivare a una valutazione del rischio di non raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva Acque (integrata con le Direttive Habitat e Alluvioni).
L’analisi del rischio è la base che orienta la scelta delle misure di tutela e risanamento e la loro priorità all’interno del Piano di Gestione del Po.
Le zone di balneazione del Piemonte per l’anno 2017 sono state 94. Le acque di balneazione monitorate sono state individuate con Determina della Regione Piemonte DD 10 aprile 2017 n. 251 e sono conseguenti agli esiti della stagione balneare immediatamente precedente e alla classificazione di ciascuna zona, effettuata sulla base dei dati di monitoraggio del quadriennio precedente.
La frequenza dei campionamenti è calibrata in ragione dell’effettiva fruizione balneare dei laghi con due campionamenti al mese nel periodo di massimo afflusso di bagnanti (luglio e agosto) e un solo campionamento al mese nel resto della stagione (aprile, maggio, giugno e settembre).
Arpa Piemonte contribuisce al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.
Arpa Piemonte costituisce uno dei nodi della "LIFE KTE EnvHealth Network" istituita per facilitare l'uso di strumenti condivisi, per scambiare e diffondere risultati scientifici, effettuare ricerche, sviluppare e testare modelli e strumenti per lo scambio di conoscenze su ambiente e salute, supportati dal contributo teorico e pratico della sociologia, dell'antropologia, delle scienze dell'informazione e della comunicazione.
Consulta gli approfondimenti sulle attività di Arpa Piemonte.
La normativa è stata integrata nel corso del 2015 con nuove disposizioni comunitarie per quanto riguarda la valutazione dello Stato Chimico che ampliano lo spettro delle analisi per la conoscenza degli impatti sull’ambiente acquatico. La Direttiva 2013/39/UE (recepita con il DLgs 172 del 13 ottobre 2015) introduce infatti, per alcune delle sostanze, standard di qualità anche per il biota e i sedimenti.
La rete di monitoraggio regionale dei corsi d’acqua è costituita da una Rete Base (RB), che comprende i Siti di Riferimento e che rimane stabile nella sua composizione quali-quantitativa, e una Rete Aggiuntiva (RA) composta da stazioni o da corpi idrici aggiuntivi che per sua natura è variabile e la sua composizione viene definita e quindi attivata nel corso del sessennio in relazione alle specifiche finalità.
Nel corso del triennio 2014-2016 sono stati monitorati 126 CI della RB e 76 della RA; di questi ultimi, 33 sono stati monitorati nel 2016, 43 nel 2014 nell’ambito del precedente ciclo triennale (2012-2014).
Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni.
La rete di monitoraggio regionale dei laghi (RMR-L) comprende una Rete Base costituita da 13 CI dei quali 9 laghi naturali e 4 invasi artificiali.
Nel triennio 2014-2016 non tutti i laghi sono stati oggetto di monitoraggio: per i laghi Orta, Rochemolles, Antrona e Maggiore è previsto il monitoraggio di sorveglianza nel triennio 2017-2019. Per questi laghi non è quindi effettuata la classificazione dello stato nel triennio 2014-2016.
Su tutti i corpi idrici della rete è effettuato il monitoraggio chimico secondo un protocollo analitico che comprende i parametri generali di base su tutti i punti, mentre i contaminanti sono determinati su un sottoinsieme di punti individuati in base all’Analisi delle Pressioni
La rete di monitoraggio delle acque sotterranee (RMRAS), che è stata riesaminata all’interno della predisposizione del nuovo Programma di Monitoraggio 2015-2019, rimane sostanzialmente invariata, ad esclusione di alcuni punti eliminati per problemi legati all’accessibilità; vi è inoltre l’introduzione del monitoraggio di 5 GWB afferenti ai complessi idrogeologici collinare e montano nei quali sono ubicate le sorgenti.
La rete attuale è costituita da 593 punti dei quali 383 sono inerenti al sistema acquifero superficiale, 202 a quello profondo e i rimanenti 8 sono relativi alle sorgenti. L’area di monitoraggio, cui afferiscono i succitati punti di monitoraggio, è composta da 17 corpi idrici sotterranei (GWB) attinenti al sistema idrico sotterraneo superficiale di pianura e fondovalle, da 6 relativi a quello profondo e da 5 riguardanti il sistema idrico montano e collinare. Fanno parte della rete anche 116 piezometri strumentati.
A questa conoscenza di base si affianca l’attività di conoscenza delle pressioni che causano impatti attraverso il controllo degli scarichi civili e industriali e la verifica del rilascio del Deflusso Minimo Vitale dalle derivazioni d’acqua, condotta da Arpa e dalle Province.
L’insieme di tutti i dati di conoscenza del territorio, sia dello stato che delle pressioni, si integrano tra loro per arrivare a una valutazione del rischio di non raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva Acque (integrata con le Direttive Habitat e Alluvioni).
L’analisi del rischio è la base che orienta la scelta delle misure di tutela e risanamento e la loro priorità all’interno del Piano di Gestione del Po.
Le zone di balneazione del Piemonte per l’anno 2017 sono state 94. Le acque di balneazione monitorate sono state individuate con Determina della Regione Piemonte DD 10 aprile 2017 n. 251 e sono conseguenti agli esiti della stagione balneare immediatamente precedente e alla classificazione di ciascuna zona, effettuata sulla base dei dati di monitoraggio del quadriennio precedente.
La frequenza dei campionamenti è calibrata in ragione dell’effettiva fruizione balneare dei laghi con due campionamenti al mese nel periodo di massimo afflusso di bagnanti (luglio e agosto) e un solo campionamento al mese nel resto della stagione (aprile, maggio, giugno e settembre).
Arpa Piemonte contribuisce al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. L’attuazione dell’Agenda richiede un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese al settore pubblico, dalla società civile alle istituzioni filantropiche, dalle università e centri di ricerca agli operatori dell’informazione e della cultura.
Arpa Piemonte costituisce uno dei nodi della "LIFE KTE EnvHealth Network" istituita per facilitare l'uso di strumenti condivisi, per scambiare e diffondere risultati scientifici, effettuare ricerche, sviluppare e testare modelli e strumenti per lo scambio di conoscenze su ambiente e salute, supportati dal contributo teorico e pratico della sociologia, dell'antropologia, delle scienze dell'informazione e della comunicazione.
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