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INDUSTRIA

Il controllo integrato delle attività produttive

L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione.

L'autorizzazione integrata ambientale (AIA) è l'autorizzazione di cui necessitano alcune aziende per uniformarsi ai principi di integrated pollution prevention and control (IPPC) dettati dall'Unione europea a partire dal 1996.
In particolare l’autorizzazione AIA non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia con l’applicazione delle BAT (Best Available Technologies), sia prevedendo i controlli ai sensi dell’art. 3 comma 1 del DM 24/04/08.
L’AIA sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7 gennaio 2014, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con Decreto n. 46 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n. 88 del 14/04/2014.

I punti salienti della Direttiva “emissioni” che risultano delle novità rispetto al DLgs 152/06 e s.m.i. sono:
1. inclusione nell’autorizzazione AIA dell’attività tecnicamente connessa anche quando condotta da diverso gestore;
2. i documenti di riferimento per il rilascio dell’AIA sono le BAT Conclusion a cui devono far riferimento le autorizzazioni. In caso di variazioni delle BAT, l’autorità competente ha 4 anni per procedere al rinnovo dell’AIA;
3. durata delle AIA raddoppiata rispetto alla precedente normativa e cioè 10, 12 (sistema ISO 14001) e 16 (sistema EMAS) anni;
4. introduzione della relazione di riferimento che richiede indagini su sottosuolo e acque sotterranee da predisporre da parte delle aziende e da validare dall’autorità competente;
5. introduzione del concetto di “rischio” in funzione del quale bisogna programmare la frequenza di controllo presso le aziende;
6. programmazione dei controlli in capo alla Regione la cui frequenza tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter;
7. introduzione di sanzioni specifiche per le comunicazioni EPRTR che costituiscono la base dati europea per la valutazione dei reali impatti ambientali delle aziende, secondo il regolamento europeo 166/2006 e DPR 157/2011;
8. variazione delle tipologie di attività soggette ad autorizzazione AIA (ALLEGATO VIII alla Parte Seconda).

Il concetto di Best Available Technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consente l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le industrie interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.
I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzate in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.

I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzati in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, ecc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.

Le decisioni sono pubblicate sul sito della Commissione Europea 

In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC; la tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che sono in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC). Si fa presente che nel 2017 non erano attive ma conservano l’autorizzazione AIA 21 aziende mentre sono state richieste 12 nuove autorizzazioni.

Tabella 1
Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate - aggiornamento dicembre 2017

AIA rilasciate

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

VC

Totale

52

29

23 

 181

57

204

16

37


Totale AIA autorizzate: 620
Nota: sul territorio piemontese sono inoltre presenti 11 AIA Nazionali.
Per alcune province alcuni impianti sono in procedure per più codici IPPC. Il numero complessivo dei codici IPPC sono 700.
La legislazione ambientale comunitaria ha da sempre evidenziato il valore strategico dei controlli come completamento del regime amministrativo al quale sono sottoposte le attività e gli impianti a elevato impatto ambientale. Il rilascio dell’autorizzazione ambientale comporta l’attivazione di una serie di controlli onde verificare il rispetto delle prescrizioni e condizioni imposte.
La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2016.

Tabella 2
I controlli effettuati a tariffa da Arpa Piemonte agli impianti IPPC - anno 2017

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

VC

Soggetti giuridici controllati

25 

 10

11

61

25

81

8

17

I settori più rappresentati sono stati:
1.1 impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW (n. 29);
2.6 impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche (n. 60);
4.1 Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (n. 45);
5.1 impianti per l’eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi (n. 33);
5.3. Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi (n. 54);
5.4 discariche (n. 30);
6.4 Macelli e trattamento e trasformazione del latte (n. 31)
6.6 impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini (n. 203).
L’attività di controllo delle aziende soggette alla normativa IPPC interessa le aziende autorizzate AIA al fine di integrare i controlli di conformità con i requisiti tecnici previsti dalle BAT, linee guida e/o analisi di comparto e con l’individuazione di indicatori che permettono di valutare le performances ambientali dei Soggetti controllati.
A partire dal 2016 la programmazione dei controlli è in capo alla Regione la cui frequenza tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter e del concetto di “rischio” che si è definito con l’utilizzo del sistema SSPC (Sistema di Supporto alla Programmazione dei Controlli) che considera il potenziale impatto ambientale dell’azienda (codice IPPC), la sua localizzazione (stato ambientale) e gli impatti reali (emissioni aziendali da dichiarazioni E-PRTR). Costituiscono performance ambientali positive l’adozione da parte dei Gestori di buone pratiche gestionali (Certificazione ISO14001 e Registrazione EMAS) mentre performance negative inosservanze di tipo amministrativo e penale.
È possibile visionare la programmazione che viene aggiornata annualmente alla pagina dedicata sul sito di Arpa.
I controlli effettuati permettono di restituire all’Autorità competente un quadro di riferimento completo sul rispetto dell’AIA. Gli esiti dei controlli così effettuati garantiscono in generale all’Amministrazione competente le informazioni necessarie per l’adozione dei provvedimenti di competenza nei confronti dei soggetti controllati ovvero per il rinnovo degli atti in scadenza.
Nell’anno 2017 sono stati conclusi 140 controlli integrati ordinari per un totale di 671 campioni sulle varie matrici ambientali. Il numero di controlli effettuati nel 2017 rispondono al valore obiettivo di 240 ma non sono ancora conclusi in quanto in molti casi è stato necessario effettuare approfondimenti tecnici e/o analisi specifiche.

Lo stato degli impianti autorizzati è generalmente buono.
Sul territorio regionale vi sono situazioni molto diverse fra loro dovute sia alla produzione delle diverse tipologie di impianti che al contesto territoriale.
In tutto il territorio piemontese è stato necessario effettuare 31 ispezione a seguito di gravi inosservanze di cui solo 15 sono state concluse nel 2017, circa 130 ispezioni straordinarie legate a segnalazioni di odori anomali, criticità su scarichi industriali, emissioni, incidenti che hanno portato a sversamenti o incendi, richieste dell’Autorità Competente piuttosto che della Procura di riferimento.
Le ispezioni hanno portato ad eseguire 38 comunicazioni di notizie di reato alle Procure e 42 sanzioni amministrative. L’applicazione della legge 68/2015 cosiddetta “Ecoreati” ha comportato l’attivazione di 26 procedure di estinzione di reato mediante la predisposizione di 28 verbali di prescrizioni che ha comportato l’ammissione al pagamento in sede amministrativo ai Gestore mediante l’emissione di 26 verbali di accertamento e ammissione al pagamento della sanzione amministrativa (ex art 318 – quater, comma 2 del D. Lgs. 152/06 smi)
In particolare il numero degli esposti risulta in generale sensibilmente basso in tutto il territorio piemontese, pur permanendo a livello locale alcuni elementi di criticità che hanno richiesto un supplemento di attività a carico di Arpa.

Nell’area metropolitana di Torino sono presenti 206 aziende e 5 AIA nazionali. Il dipartimento sostiene quindi una attività di controllo estremamente gravosa sia per gli aspetti numerici sia per la forte varietà di tipologie aziendali (codici AIA rappresentate per tutte le sei categorie).
Una delle criticità maggiori è il numero eccesivo di controlli su una realtà industriale fortemente eterogenea dove molte tipologie di aziende sono a forte impatto ambientale. La riprova è l’alto numero di esposti legati alla diffusione di inquinanti di rumore o dell’azione di disturbo olfattivo.
In provincia di Vercelli si sono registrate alcune criticità correlate a uno scarico anomalo in un’azienda chimica e controlli in atmosfera per dispersioni di polveri legate ad un impianto di fonderia.
In provincia di Alessandria le criticità hanno riguardato la segnalazione di fenomeni odorigeni presso un impianto di depurazione che effettua la gestione dei rifiuti e altra azienda con gestione dei rifiuti.
In provincia di Asti si è intervenuto su segnalazione per un’indagine olfattometrica per un impianto di compostaggio.
Anche in provincia di Biella si è intervenuti con una campagna di monitoraggio delle emissioni odorigene legate ad un impianto di trattamento di carcasse animali.
In provincia di Cuneo le criticità maggiori sono state legate a segnalazioni che hanno portato a campionamenti nei corpi idrici e sullo scarico aziendale. Si è intervenuti anche per episodi come abbruciamento di rifiuti, segnalazione odori in un’industria chimica, spandimento liquami e prelievo su impianto a biogas da effluente zootecnico non recepito nell’autorizzazione AIA.
In provincia di Novara si è intervenuti in una discarica per approfondimenti richiesti dalla Procura e per richieste da parte dell’autorità competente.
Nella provincia del VCO sono state attivate sul 50% delle aziende controllate contestazioni di tipo penale e/o amministrativo legate Tali contestazioni hanno riguardato aziende che trattano rifiuti, chimiche e soprattutto un’attività di seconda fusione ghisa.

Nel caso di rilascio, riesame, modifica sostanziali e non alle autorizzazioni AIA, il contributo di Arpa Piemonte si configura quale supporto tecnico-scientifico alle Amministrazioni Autorizzanti ai sensi dell’art. 2 e dell’art. 3 della legge regionale 13/04/95 n. 60 (Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) e del Decreto Legislativo 152/2006 e s.m.i.
Oggetto del contributo tecnico richiesto è la valutazione della documentazione inerente il procedimento, nonché, in caso di rinnovo, l’analisi sintetica dello stato di conformità alle prescrizioni stabilite dal provvedimento autorizzativo in essere.
L’analisi della documentazione viene condotta adottando come criterio di valutazione la normativa ambientale riferibile alla tipologia di impianto da autorizzare, nonché le pressioni ambientali associabili allo stesso, rapportate al contesto territoriale nel quale l’impianto è inserito. Particolare attenzione viene dedicata all’adozione di tecniche ecocompatibili (BAT - Best Available Techniques e, ove emanate, BAT Conclusion).
In tal senso Arpa nell’anno 2017 ha rilasciato 244 pareri inerenti procedimenti di rilascio, rinnovo, modifica sostanziale e no.

Si evidenzia l’attività avviata nel 2015 e proseguita nel 2016 e 2017 dal Dipartimento Piemonte Sud Ovest in sede di riesame delle AIA per la gestione del CSS (Combustibile Solido Secondario) del Sistema di Gestione Integrata dei Rifiuti su base provinciale. Si è infatti intrapreso un percorso di condivisione delle fasi di formazione del lotto e valutazione di conformità ai limiti dei metalli pesanti, concretizzatosi in un protocollo operativo prescritto dalla Provincia di Cuneo nei singoli provvedimenti autorizzativi, con valenza sperimentale tra il 2015 e il 2016, cui i tre produttori di CSS e il recuperatore finale dello stesso hanno dovuto attenersi. I controlli di parte pubblica su tale matrice, di carattere conoscitivo fino al 2016, sono stati consolidati grazie alla realizzazione di uno studio di interconfronto analitico di parte pubblica (con la collaborazione di due laboratori di Arpa Piemonte Nord-Est e Nord-Ovest) e privata (tre laboratori) i cui risultati, con gli opportuni up-grade finalizzati all’applicazione uniforme dei metodi normati sia in termini di campionamento che di analisi, hanno sortito la finalizzazione del protocollo e la sua applicabilità in via fiscale, con pubblicazione della notizia sul sito agenziale.

L'anno 2017 ha costituito il primo anno di effettiva applicazione fiscale del protocollo validato, reso vincolante da specifica prescrizione autorizzativa dell'AIA in capo a ciascuna installazione interessata e con recepimento del profilo di controllo Arpa. È stata infine esplicitata in modo inequivocabile la gestione delle non conformità rilevate dal gestore nel corso dei monitoraggi periodici e nel corso dei controlli di parte pubblica. Il bilancio dei primi controlli analitici di parte pubblica potrà essere tratto a conclusione dell’anno 2018.
Per approfondimenti sul programma triennale consulta il sito di Arpa alla pagina dedicata.
È possibile visionare il Programma triennale di ispezione ambientale.

Ricerca e Innovazione


L’argomento Ricerca e Innovazione industriale rientra in un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

Obiettivo 9:
Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l'innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
Il Piemonte, come tutte le regioni industriali mature, ha intrapreso da tempo un processo di trasformazione degli assetti produttivi e di riconfigurazione tecnologica e organizzativa del sistema delle imprese; un contesto nel quale la ricerca e l’innovazione giocano un ruolo cruciale in una prospettiva di medio-lungo termine e potendo contare su alcuni fondamentali punti di forza:

  • un elevato livello di spesa privata in Ricerca & Innovazione (R&I)
  • un articolato sistema regionale della ricerca e dell'innovazione composto da Enti di ricerca, Università, Poli d’Innovazione, Parchi Scientifici, incubatori, imprese innovative
  • un’elevata propensione all’internazionalizzazione
  • la presenza di aziende leader in settori prioritari per lo sviluppo regionale

La strategia regionale di R&I per il periodo 2014-2020 è basata sulla Strategia di Specializzazione Intelligente (S3), costruita a partire dai vantaggi competitivi propri del Piemonte e che mira a rafforzare la ricerca e l’innovazione come strumento per trasformare i settori della tradizione industriale piemontese, disegnare nuove traiettorie e valorizzare nuove competenze.
La S3 ha identificato alcuni ambiti settoriali e traiettorie di sviluppo su cui concentrare le risorse e attorno a cui aggregare i principali soggetti regionali dell’innovazione:
  • ambiti settoriali di specializzazione: Aerospazio, Automotive, Chimica Verde/Clean Tech, Meccatronica, Life Sciences, Tessile e Agrifood;
  • traiettorie di sviluppo trasversali: traiettoria “Smart” e traiettoria “Resource efficiency”.

Risulta quindi evidente l’importanza che la S3 assegna alla capacità di coniugare innovazione e uso efficiente delle risorse, che, oltre a contribuire al raggiungimento degli obiettivi
ambientali fissati dalla normativa e dagli accordi internazionali, sempre più si pone come potente fattore di competitività.
La S3 persegue questo obiettivo sia individuando settori produttivi direttamente connessi allo sviluppo di prodotti, processi e tecnologie green, sia sostenendo, attraverso la traiettoria Resource Efficiency l’efficientamento produttivo di tutti i settori industriali.

Tra gli ambiti settoriali di specializzazione vale evidenziare l’ambito Green Chemistry/Clean Tech, che comprende, oltre al settore della Chimica da fonti rinnovabili nel quale la Regione Piemonte si pone come leader a livello europeo (sviluppo di nuovi prodotti sostenibili, derivanti da filiere di agro-industriali non food, quali le bioplastiche ed i biocarburanti, utilizzo delle biomasse per produrre sostanze biochimiche alternative a quelle di origine fossile), un vasto ambito trasversale relativo alle tecnologie inerenti la gestione del ciclo dei rifiuti (processi di gestione e trattamento dei rifiuti e dei reflui, orientati al recupero di chemicals, combustibili e materie seconde da rifiuti e materiali di scarto) e in generale le tecnologie per migliorare la sostenibilità dei processi produttivi.
Anche negli altri settori della S3 il tema dell’efficienza delle risorse e della razionalizzazione energetica assume un ruolo rilevante; ad esempio nell’ambito dell’Automotive i campi d’applicazione individuati dalla S3 riguardano tra gli altri i sistemi di trazione alternativi (elettrici, ibridi a idrogeno), l’alimentazione e accumulo dell’energia, i materiali non tradizionali ad elevate prestazioni e ridotto impatto ambientale, le tecnologie per il fine vita dei veicoli (riciclabilità e recupero energetico); nell’ambito della Meccatronica lo sviluppo di sistemi avanzati di produzione per l’eco-efficienza e l’eco-compatibilità dei processi produttivi; nell’ambito dell’Agrifood, l’ottimizzazione dell’uso delle risorse naturali e idriche, del riutilizzo di sotto-prodotti, riduzione dell’impatto ambientale e la razionalizzazione energetica dei processi produttivi e distributivi nella filiera alimentare.

Le politiche di attuazione

Il Piemonte si è dotato nel tempo di un robusto impianto di politiche a sostegno dell’innovazione, che mobilitano gli attori principali del sistema regionale (imprese, centri di ricerca e università) e supportano la capacità di produrre ricerca e innovazione, di generare, assorbire e trasferire nuove tecnologie e di anticipare/rispondere rapidamente alle nuove sfide competitive.
Le politiche di R&I sono attuate principalmente attraverso le misure del POR FESR, cofinanziato con il fondo europeo di sviluppo regionale. Le principali misure e il loro ruolo nel sostenere l’innovazione green sono descritti di seguito.

Poli d’Innovazione

I Poli di Innovazione, istituiti nel 2009 e riproposti nel periodo 2014-2020 dopo un processo di riorganizzazione in coerenza con le aree di specializzazione e le traiettorie della S3, sono aggregati di PMI, grandi imprese e organismi di ricerca operanti in specifici ambiti tecnologici/settoriali. I soggetti gestori, sostenuti dalla Regione, si pongono come “agenti dell’innovazione”, promuovendo il trasferimento di tecnologie, la condivisione di strutture e lo scambio di conoscenze e competenze e assistendo le imprese associate.
I 7 Poli d’Innovazione attualmente operanti afferiscono alle aree:
  • Smart Manufacturing and Products
  • Energy and Clean Tech
  • Green Chemistry and Advanced Materials
  • Life Sciences
  • Agrifood
  • Textile
  • ICT

Coerentemente con gli ambiti tematici coperti, ogni Polo definisce e aggiorna la propria agenda di ricerca, riferimento per i bandi con cui la Regione finanzia i progetti di R&S delle imprese associate ai Poli.

La dimensione dell’efficienza nell’uso delle risorse e l’adozione del modello di economia circolare sono presenti in vario modo nelle agende di ricerca dei diversi Poli d’Innovazione. Due Poli, tuttavia, operano in ambiti tematici direttamente connessi a questo tema:
  • Polo Clever (Energy and Clean Tech), le cui aree tematiche sono: Efficienza e uso razionale dell’energia; Efficienza e uso razionale delle risorse idriche; Economia Circolare (es. tecnologie per gestione rifiuti, riuso di materie seconde); Mobilità sostenibile; Clean Solutions (es. applicazioni per sostenibilità processi produttivi, ecodesign); Cambiamenti climatici, che riguarda tecnologie e sistemi per l’adattamento al cambiamento climatico e soluzioni per la previsione, monitoraggio ed allerta del rischio industriale ed antropico;
  • Polo Cgreen (Green Chemistry and Advanced Materials), le cui traiettorie strategiche riguardano, tra gli altri: prodotti da materie prime rinnovabili e biodegradabili (bio-based products); riduzione dell’impatto ambientale con modifiche di processo e sostituzione di prodotto; materiali a migliori prestazioni; processi di produzione di energia e calore da biomassa (agroforestale, di scarto da produzione o rifiuto organico); efficienza energetica degli impianti di produzione e modelli di gestione dell’energia con scambio in rete (smart grid).

Nell’ambito dei bandi già conclusi, tra i 106 progetti finanziati oltre 40 operano direttamente per lo sviluppo di nuovi prodotti e tecnologie green, per l’innesco di processi di economia circolare o per l’efficientamento dei processi produttivi.
Per rafforzare questa tendenza, il bando 2018 invita le imprese proponenti a posizionare chiaramente i propri progetti rispetto alle due traiettorie Smart e Resource Efficiency, con ciò stimolando la consapevolezza dell’importanza di agganciare questi driver di sviluppo, al di là dei settori produttivi di appartenenza.

Piattaforme Tecnologiche

Le Piattaforme sono state concepite nel periodo 2007-2013 al fine di promuovere progetti di larga scala in settori strategici per la competitività del territorio, con l’obiettivo di accrescere le dimensioni degli investimenti tecnologici nelle attività industriali e generare risultati più maturi industrialmente in una prospettiva di medio/breve termine. A fronte dei buoni risultati ottenuti, la misura è stata riproposta anche nella programmazione 2014-2020.
Nel corso del 2016 è stata lanciata la Piattaforma Fabbrica Intelligente, nell’ambito di un Accordo di Programma con il MIUR; il tema della riduzione degli impatti ambientale ed energetico tramite innovazioni di processo è fortemente presente tra i progetti finanziati.
Oltre alla Piattaforma Life Sciences, lanciata nel 2017, è prevista per la prima metà del 2018 l’apertura della Piattaforma Bioeconomia, mirata ai settori S3 della Chimica Verde e dell’Agrifood e alla loro intersezione secondo l’approccio di Economia Circolare. La Piattaforma quindi, oltre a rafforzare la ricerca e l’innovazione nello sviluppo di tecnologie nei rispettivi comparti, intende promuovere l’attivazione di processi di simbiosi tra i due settori, finalizzati alla creazione di ecosistemi produttivi circolari e di catene produttive corte a minor impatto ambientale.

Fondo Innovazione Pmi

Il Fondo ha come obiettivo sostenere programmi organici di investimento delle Micro, Piccole e Medie imprese (MPMI) finalizzati ad introdurre innovazioni nel processo produttivo per trasformarlo radicalmente al fine di adeguarlo alla produzione di nuovi prodotti, diversificare la produzione o per rendere il processo comunque più efficiente dal punto di vista energetico, ambientale, dell’uso di acqua e materie prime, produttivo e della sicurezza.
Il bando sostiene - attraverso specifiche premialità che consentono di incrementare la quota di finanziamento agevolato a tasso zero - i progetti che comportino anche un miglioramento delle prestazioni ambientali e dell’efficienza energetica del ciclo produttivo.
Nello specifico le tipologie di interventi di miglioramento che danno accesso alle premialità sono i seguenti:
diminuzione delle emissioni in atmosfera;
  • diminuzione delle emissioni nei corpi idrici;
  • miglioramento del ciclo dei rifiuti;
  • razionalizzazione dei consumi idrici;
  • sostituzione e/o eliminazione di sostanze pericolose;
  • impiego di materie prime seconde in sostituzione delle materie prime.

ERA-NET – Electro Mobility Europe

La Regione partecipa ad alcuni schemi ERA-NET, che prevedono l’attivazione di bandi transnazionali congiunti con altre Regioni europee a sostegno di attività collaborative di R&S tra imprese e organismi di ricerca delle Regioni coinvolte; per i progetti approvati, ogni Regione cofinanzia la quota di attività in capo ai partner del proprio territorio. In tale contesto, la Regione ha aderito al bando 2016 di EMEurope, che mira a favorire lo sviluppo delle tecnologie per la mobilità elettrica e che ha visto il finanziamento di tre progetti con partner piemontesi.

Altre misure

La strumentazione messa in campo dal POR FESR per rafforzare il sistema regionale dell’innovazione comprende anche altre misure volte ad attuare la S3:

  • IR²- Industrializzazione dei risultati della ricerca: misura di nuova concezione, attraverso la quale si intende intervenire in sinergia rispetto al campo di azione degli strumenti già in essere a livello regionale, integrando le misure a supporto di R&I a monte, come Piattaforme Tecnologiche e Poli di innovazione, e quelle a supporto degli investimenti produttivi a valle, come Contratto di insediamento. Il bando, lanciato a settembre 2016 e aperto a sportello, mira a contrastare il divario tra produzione di conoscenze e successiva commercializzazione in beni e servizi, supportando lo sviluppo delle fasi di maggiore prossimità al mercato (pre-industrializzazione e pre-commercializzazione) attraverso il finanziamento di progetti rilevanti in termini sia di dimensione (min. 5 milioni di euro) che di impatto tecnologico, industriale ed economico per le imprese proponenti e il territorio;
  • Infra-P: la misura, lanciata nel 2017, mira a rafforzare l’offerta pubblica di infrastrutture per la ricerca, sostenendo investimenti per la creazione e il potenziamento di laboratori aperti all’uso di più utenti in modo trasparente e non discriminatorio, funzionali allo sviluppo di attività di ricerca foriere di applicazioni rilevanti nell’industria e di interesse per il sistema delle imprese. La misura sarà complementata con la messa a disposizione di risorse per le imprese per l’utilizzo delle infrastrutture di ricerca;
  • Sostegno al consolidamento e alla crescita dimensionale delle start up: misura di prossimo avvio, che completerà il quadro delle misure messe in atto dal POR FESR.


Approfondimenti

S3 – Strategia di Specializzazione Intelligente

Sistema regionale della ricerca e dell’innovazione

POR FESR 2014-2020 

POR FESR 2014-2020 – bandi attivati