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CONTAMINAZIONE DIFFUSA DEL SUOLO

Per quanto riguarda la contaminazione diffusa del suolo in Piemonte, le criticità maggiori sono legate alla presenza di aree estese caratterizzate da elevate concentrazioni di cromo, nichel e cobalto di prevalente origine naturale.
L’argomento Qualità del suolo rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

Target 15.3: Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno.



I terreni sono il fondamento dell'agricoltura. Essi forniscono servizi ecosistemici vitali alla base della produzione di alimenti, mangimi, carburanti, fibre e prodotti per il benessere umano.
Il suolo è inoltre la matrice ambientale con la più grande riserva di carbonio organico, essenziale per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici. In un'epoca di carenza idrica, il suolo risulta fondamentale per lo stoccaggio e la distribuzione appropriata dell’acqua.
Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un soggetto giuridico chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, per le quali non è possibile discriminare il contributo delle singole fonti alla contaminazione riscontrata e sono quindi attribuibili alla società indifferenziata.
La contaminazione diffusa del suolo è un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell'ambiente,
sulla salute dell’uomo e sull’economia. I contaminanti che si depositano al suolo possono infatti essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti al suolo; quest’ultima può provocare effetti di interazione e conseguente amplificazione degli loro effetti negativi.
Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e tante altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.
Inoltre l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque porta al suolo metalli pesanti e altre sostanze nocive che con il tempo possono raggiungere concentrazioni rilevanti.

rete di monitoraggio

Arpa realizza un programma di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, con l'obiettivo di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, individuare aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire parametri statistici di riferimento dei contaminanti a diverse scale di rappresentazione.

I dati forniti dalla rete di monitoraggio rappresentano una indispensabile base scientifica di riferimento per approfondimenti a scala di maggior dettaglio, in attività correlate alla valutazione della qualità del suolo e dell’ambiente, alla pianificazione territoriale su ampia scala e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo (terre e rocce da scavo, siti contaminati, piani di gestione dell’inquinamento diffuso in primo luogo).

Il monitoraggio dei suoli è effettuato tramite realizzazione di stazioni di campionamento distribuite su tutto il territorio regionale in corrispondenza dei vertici di una maglia sistematica.

Lo schema di campionamento ha avuto come origine la rete sistematica 18 x 18 km del progetto LUCAS project (European Community, 2003) ed è stato ampliato con livelli successivi di approfondimento, progettati in funzione dei risultati ottenuti in corso d'opera.

Allo stato attuale sono stati campionati e analizzati con procedure standardizzate i suoli di 1.050 stazioni di monitoraggio (figura 1) così distribuite:
  • maglia sistematica 9 x 9 km: per i suoli dell'arco alpino piemontese e suoli collinari,
  • maglia sistematica 4,5 x 4,5 km: per i suoli della pianura
  • maglia sistematica 3 x 3 km o 1,5 x 1,5 km per i suoli di aree che hanno evidenziato particolari criticità legate alla contaminazione diffusa del suolo.
  • stazioni localizzate con criteri di rappresentatività.

Figura 1
Stazioni di monitoraggio della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte - anno 2019

Rete di monitoraggio del suolo
Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Il campionamento dei suoli è effettuato a più profondità. Per ogni campione prelevato sono analizzati metalli pesanti, IPA, PCB, e PCDD/DF per i quali sono fissati valori limite dal DLgs 152/06, per un totale di circa 70 contaminanti.

L'elaborazione dei dati attraverso modelli predittivi geostatistici consente di ottenere rappresentazioni spaziali attendibili della concentrazione dei contaminanti analizzati, a diverse scale di dettaglio (regionale, comunale, di dettaglio) in funzione del numero dei campioni a disposizione.

Tramite opportune semplificazioni dei risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal DLgs 152/06 (aree verdi pubbliche e private - Colonna A).

In corrispondenza di tali aree sono effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa e vengono forniti i principali parametri statistici di riferimento.
Nelle aree con elevato numero di stazioni di monitoraggio (1,5 x 1,5 km e 3 x 3 km) le elaborazioni di alcuni contaminanti sono riferite alle unità cartografiche della carta dei suoli del Piemonte (1:250.000 e 1:50.000), indispensabile prodotto di sintesi delle conoscenze sui suoli della regione (esempio in figura 11).

I risultati delle elaborazioni evidenziano in generale per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa differenti per origine ed intensità: Contaminanti di prevalente origine naturale, Contaminanti di prevalente origine antropica e Contaminati organici.

Contaminanti di prevalente origine naturale

Metalli pesanti (cromo, nichel, cobalto, arsenico, vanadio) e metalloidi (arsenico) presentano aree critiche molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo. Ad esempio le elevate concentrazioni di cromo, nichel e cobalto, riscontrate prevalentemente nelle pianure torinese e canavese (Stura Lanzo, Doria Riparia) e alessandrino (Bormida, Orba), sono attribuibili in prevalenza alla presenza di rocce ultramafiche naturalmente ricche di questi elementi coinvolte nei vari processi di formazione del suolo superficiale. Esempi di elaborazioni statistiche e geostatistiche in figure da 2 a 5.

Figura 2
Cromo nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2019

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).

(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Figura 3
Nichel nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2019

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).


(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).


Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Figura 4
Cobalto nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2019


I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).
(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Figura 5
Arsenico (As) nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2019

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).


(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati a dicembre 2019)

Contaminanti di prevalente origine antropica

I metalli pesanti (Piombo, Rame, Zinco, Antimonio, Stagno, Berillio) presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali, inceneritori etc…) ed attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici etc…). Esempi di elaborazioni statistiche nelle figure da 6 a 8.

Figura 6
Piombo (Pb) nei suoli1 del territorio piemontese - anno 2019

I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).



1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2019)

Figura 7
Zinco (Zn) nei suoli1 del territorio piemontese - anno 2019

I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).



1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2019).

Figura 8
Rame nei suoli1 del territorio piemontese - anno 2019

I - Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II - Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge2.
IV - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge2.
V - Box plot3 della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge2 (linea orizzontale rossa).



1 Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
2 Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
3 Rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2019)

Contaminanti organici

Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) hanno origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc…). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale. Esempi di elaborazioni statistiche dalle figure 9 e 10.

Figura 9
Policlorobifenili (PCB - mg/kg) nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2015

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2).



(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati ad aprile 2015)

Figura 10
Diossine e furani (PCDD/DF - ng/kg I-TE) nei suoli(1) del territorio piemontese - anno 2015

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge (2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) e aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (2)


(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti DLgs 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati al 2015)

Figura 11
Aree omogenee di concentrazione con valori medi indicativi per Cromo (Cr) e Nichel (Ni) nei suoli(1) del Torinese



(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2019).

COME ACCEDERE AI RISULTATI DELLE ELABORAZIONI DELLA RETE DI MONITORAGGIO

È possibile accedere ai risultati delle elaborazioni della rete di monitoraggio dei suoli mediante le seguenti modalità:

  • Risultati a scala di dettaglio: compatibilmente alla copertura di dati attualmente disponibile, i risultati possono essere elaborati in forma personalizzata a scala di dettaglio comunale e/o locale. Inviare il modulo di richiesta all'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'arpa Piemonte (urp@arpa.piemonte.it, numero verde 800 518 800). Nel modulo specificare “Richiesta dati della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli” indicando con precisione l'area (comune, località, coordinate geografiche), ed i contaminanti di interesse. Indicare inoltre l’eventuale utilizzo dei risultati nell’ambito del DPR 120 del 13/06/17 (Es. Cromo, Nichel, Cobalto).
  • Risultati a scala regionale: è possibile scaricare la relazione “Arpa Piemonte - Analisi ambientale sulla contaminazione diffusa del suolo del territorio regionale per la definizione dei valori di fondo riguardanti diverse categorie di inquinanti”.

Utilizzo dei dati della rete di monitoraggio nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 (Terre e rocce da scavo)

Per quanto riguarda l’applicazione della normativa concernente le terre e rocce da scavo, l’articolo 11 comma 1 del DPR 120 del 13/06/17 cita:

Qualora la realizzazione dell'opera interessi un sito in cui, per fenomeni di origine naturale, nelle terre e rocce da scavo le concentrazioni dei parametri di cui all'allegato 4, superino le concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006, è fatta salva la possibilità che le concentrazioni di tali parametri vengano assunte pari al valore di fondo naturale esistente. A tal fine, in fase di predisposizione del piano di utilizzo, il proponente segnala il superamento di cui sopra ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e contestualmente presenta all'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente un piano di indagine per definire i valori di fondo naturale da assumere. Tale piano, condiviso con la competente Agenzia, è eseguito dal proponente con oneri a proprio carico, in contraddittorio con l'Agenzia entro 60 giorni dalla presentazione dello stesso.
Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine. Sulla base delle risultanze del piano di indagine, nonché di altri dati disponibili per l'area oggetto di indagine, l'Agenzia di protezione ambientale competente per territorio definisce i valori di fondo naturale. Il proponente predispone il piano di utilizzo sulla base dei valori di fondo definiti dall'Agenzia.

Per il territorio piemontese il riferimento a “dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”, può essere effettuato tramite confronto con i risultati della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli realizzata da Arpa.
I risultati della rete evidenziano la presenza sul territorio piemontese di aree critiche caratterizzate da probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (DLgs 152/06 - Allegato 5 - Tabella 1 - colonna A) attribuibili in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno” per: Cromo (Cr), Nichel (Ni), Cobalto (Co), Arsenico (As) e Vanadio (V).
Le aree critiche di concentrazione di questi metalli sono comparabili, con le dovute considerazioni attinenti alla scala di dettaglio con la quale sono presentate, alla definizione di "ambito territoriale con fondo naturale": riportata da DPR 120/17 nell’articolo 2 (lettera h):
"ambito territoriale con fondo naturale": porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;

È opportuno specificare che l’utilizzo dei parametri di riferimento della rete di monitoraggio, per dimostrare che i superamenti dei limiti di legge riscontrati sono principalmente attribuibili a caratteristiche naturali del terreno, può essere effettuata esclusivamente per siti che ricadono nelle aree critiche contrassegnate con le lettere “d” e/o “e”, caratterizzate da alte probabilità (>50%) di superamento dei limiti di legge.
Le ipotesi relative alla prevalente origine naturale sono relative all’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a grande scala di dettaglio.
Nelle aree critiche non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo proposti, riconducibili a contaminazione puntuale di origine antropica, come del resto non è possibile escludere localmente la presenza di valori superiori al fondo determinato in termini probabilistici dovuto a cause naturali. Occorre inoltre considerare che le elevate concentrazioni riscontrate nelle aree critiche, caratterizzate da concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati, possono “mascherare” forme di contaminazione da deposizione superficiale anche di intensità rilevante.
Per i motivi sopra elencati, l’acquisizione di dati rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è sempre vincolato ad un ulteriore approfondimento con caratterizzazione di maggiore dettaglio ed eventuale speciazione dei metalli per meglio comprendere l’origine dell’elemento considerato.
Per l’interpretazione e il confronto con i parametri statistici forniti dalla rete di monitoraggio per aree omogenee di concentrazione è opportuno considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
  • I parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio (cfr. capitolo sul campionamento dei suoli pagg. 9 - 10).
  • Le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione si riferisce alla totalità dei materiali secchi della sola frazione inferiore a 2 mm senza includere la frazione di scheletro 2 cm - 2 mm. I dati forniti dalla rete di monitoraggio non sono pertanto direttamente confrontabili con valori di concentrazione relativi a campioni riferiti alla totalità dei materiali secchi (comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm in base alle modalità previste dalla legge sulle bonifiche e per la gestione delle terre e rocce da scavo).

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Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi agli inquinanti organici nei suoli