INTRODUZIONE
Le chiavi di lettura per descrivere e analizzare la complessità e le problematiche del contesto territoriale e ambientale piemontese sono la biodiversità, il suolo e il paesaggio.
L’esigenza di tutelare e valorizzare il patrimonio Paesaggistico regionale costituisce per la nostra regione una priorità, a fronte della crescita dei rischi, delle minacce e delle pressioni che incombono sul paesaggio, sull’ambiente e sul complesso dei valori storico-culturali, sia per effetto di dinamiche di sviluppo e di trasformazione non più ambientalmente, culturalmente e socialmente, sostenibili, sia per effetto dei cambiamenti che si manifestano a livello globale (in particolare quelli climatici).
La sua tutela richiede, quindi, un impegno importante sia a livello regionale che a scala locale, in termini di conoscenza, di norme e di investimenti per garantire risultati reali e soprattutto un’attenzione a “integrare” il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale, ed economico, e in tutte le altre che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio stesso.
Descrivere lo stato e i fattori che influenzano la risorsa paesaggio e gli impatti e le ricadute, in tale contesto, delle trasformazioni territoriali, costituisce, anche, un elemento di valutazione, di misurazione e di indirizzo per le scelte strategiche di sviluppo, ai vari livelli di governo del territorio.
Tale aspetto assume particolare rilevanza non soltanto per il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali e per la difesa e il consolidamento delle loro culture ed economie locali, ma anche per il rafforzamento della competitività e della attrattività della regione rispetto ai più ampi contesti europei e internazionali.
Le politiche del paesaggio e del patrimonio culturale possono essere considerate, in questo senso, come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; tali politiche trovano nel Piano Paesaggistico Regionale, predisposto in coerenza con la Convenzione Europea del Paesaggio (sottoscritta a Firenze nel 2000 da gran parte dei paesi membri del Consiglio d’Europa e ratificata con L 14/06, di seguito denominata CEP), nonché con il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (DLgs 42/04 e s.m.i. – di seguito denominato Codice), approvato nel 2004, lo strumento di tutela e valorizzazione del territorio regionale nella sua complessità paesaggistico-ambientale.
La tutela dei beni e delle componenti paesaggistiche promossa dal Ppr, può avere anche rilevanti implicazioni ambientali; in misura più o meno diretta infatti gli obiettivi di sostenibilità del Piano possono favorire la protezione dell’ambiente nel suo complesso, attraverso l’individuazione di eventuali criticità che possono minacciarlo; le politiche del paesaggio possono quindi essere considerate anche politiche indirizzate alla protezione e allo sviluppo del sistema ambiente.
In tale contesto si inserisce anche l'iniziativa Paesaggi sonori del Piemonte, attivata da Arpa e finalizzata a promuovere il senso dell'udito, parimenti alla vista, come strumento percettivo del paesaggio.
In relazione agli altri elementi attraverso cui si è inteso indagare il Territorio piemontese, il Suolo rappresenta, così come citato dalla Carta europea del Suolo del 1972, uno dei beni più preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo sulla superficie della Terra. Una componente di valore inestimabile, risorsa limitata e non rinnovabile, ma che continua a registrare un’aggressione continua con conseguenze dirette sulla qualità delle acque e dell'aria e sulla biodiversità ed effetti anche sulla sicurezza dei prodotti destinati all'alimentazione umana e animale.
Ogni anno vengono perduti milioni di ettari di suolo per le cause più diverse tra le quali emergono principalmente l’espansione delle città, l’erosione, la deforestazione e l’inquinamento.
In Piemonte, così come nel resto delle regioni europee, sono tanti gli elementi che incidono sul degrado del suolo e che concorrono a renderlo un elemento vulnerabile. Negli anni passati e recenti si è assistito ad un suo uso intenso a seguito di diffusi fenomeni di disseminazione insediativa (sprawl) che hanno interessato anche suoli di elevata capacità produttiva dal punto di visto agro-silvo-pastorale.
Nel territorio piemontese prendendo a riferimento l’arco temporale 2008-2018 è possibile osservare un complessivo rallentamento del trend di crescita del fenomeno, in parte riconducibile anche alla crisi economica. Se rapportato alla popolazione, il consumo annuale netto procapite per il Piemonte si è attestato a un + 0,5 m2/ab, valore tra i più bassi a livello nazionale ma comunque positivo nonostante il trend demografico recessivo che ha interessato la nostra Regione anche nel 2018.
Un fattore considerevole che influenza lo stato della risorsa suolo è senz’altro l’agricoltura. Negli ultimi anni, l’introduzione dei mezzi meccanici e delle sostanze chimiche di sintesi ne ha modificato il volto, trasformandola in pochi decenni in un’attività di produzione di tipo quasi industriale. Questo fenomeno ha portato a una vera e propria trasformazione nell'utilizzo del suolo: da un lato si ritrovano terreni pianeggianti, occupati da colture intensive impoverite dal punto di vista ecologico oltre che paesaggistico, dall’altro i sistemi marginali con la loro biodiversità naturale, agraria, culturale, ormai in via di estinzione, destinati alla lenta ricolonizzazione che però difficilmente ritornerà a buoni livelli di equilibrio ecologico. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) in Piemonte nel periodo 2006-2019 si è stabilizzata su valori poco al di sotto dei 900.000 ettari (nel 2019 sono 895.826,34 ettari): nell’ultimo anno è però da evidenziare un aumento della SAU per i seminativi e una diminuzione per prati permanenti e pascoli, fattispecie di maggior valore dal punto di vista della biodiversità.
Tra le fonti di pressione che possono alterare lo stato del territorio, i siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici più consistente. Attualmente (1° marzo 2020) i siti presenti nell’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati sull’intero territorio regionale sono 1.832 (di cui 838 con procedimento di bonifica attivo e 994 conclusi). La provincia di Torino possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati, dato che deve essere letto in rapporto all’estensione, concentrazione e qualità delle attività insediate; a seguire Novara e Alessandria. La famiglia di contaminanti principalmente responsabile della contaminazione dei suoli è senza dubbio rappresentata dagli idrocarburi, seguita dalla combinazione di contaminanti inorganici più idrocarburi e dai soli contaminanti inorganici.
Il Piemonte è occupato per circa il 49% del suo territorio dai rilievi montuosi delle Alpi e degli Appennini. Questa sua struttura morfologica favorisce l’intensificazione delle precipitazioni che a loro volta determinano fenomeni di allagamento nelle aree fluviali, di piene torrentizie e l’innesco di frane lungo i versanti.
Analizzando i dati storici del periodo 1850-2000, la regione è statisticamente colpita in settori diversi da eventi alluvionali con ricorrenze medie di un evento ogni 18 mesi circa.
La ricchezza del territorio regionale in termini ambientali e paesaggistichi nonchè di biodiversità ha portato la Regione Piemonte a riconoscere, sin dal 1975 l'importanza dell'ambiente naturale come valore universale attuale e per le generazioni future e, con il Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità, a ridefinire le modalità per la conservazione della biodiversità e per la gestione dei territori facenti parte della rete ecologica regionale.
I dati sulla biodiversità in Piemonte evidenziano che il territorio piemontese è caratterizzato da una grande varietà di specie animali e vegetali. È stata verificata la presenza di più di 3.600 specie floristiche mentre per la parte faunistica sono presenti 400 specie di uccelli, 80 specie di mammiferi, 40 di rettili e anfibi, e 60 di pesci.
Una problematica che minaccia la biodiversità regionale é anche la presenza, su questo territorio, di un elevato numero di specie esotiche vegetali e animali.
Il territorio tutelato in Piemonte pari al 18,08% dell’intero territorio regionale, vede la presenza di 104 Aree protette istituite con legge regionale, per una superficie complessiva di 200.540 ettari gestiti da 14 Enti strumentali e da enti locali. Oltre alle Aree protette regionali, la regione Piemonte conta due Parchi Nazionali: il Gran Paradiso e la Val Grande.
L’esigenza di tutelare e valorizzare il patrimonio Paesaggistico regionale costituisce per la nostra regione una priorità, a fronte della crescita dei rischi, delle minacce e delle pressioni che incombono sul paesaggio, sull’ambiente e sul complesso dei valori storico-culturali, sia per effetto di dinamiche di sviluppo e di trasformazione non più ambientalmente, culturalmente e socialmente, sostenibili, sia per effetto dei cambiamenti che si manifestano a livello globale (in particolare quelli climatici).
La sua tutela richiede, quindi, un impegno importante sia a livello regionale che a scala locale, in termini di conoscenza, di norme e di investimenti per garantire risultati reali e soprattutto un’attenzione a “integrare” il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale, ed economico, e in tutte le altre che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio stesso.
Descrivere lo stato e i fattori che influenzano la risorsa paesaggio e gli impatti e le ricadute, in tale contesto, delle trasformazioni territoriali, costituisce, anche, un elemento di valutazione, di misurazione e di indirizzo per le scelte strategiche di sviluppo, ai vari livelli di governo del territorio.
Tale aspetto assume particolare rilevanza non soltanto per il miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali e per la difesa e il consolidamento delle loro culture ed economie locali, ma anche per il rafforzamento della competitività e della attrattività della regione rispetto ai più ampi contesti europei e internazionali.
Le politiche del paesaggio e del patrimonio culturale possono essere considerate, in questo senso, come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; tali politiche trovano nel Piano Paesaggistico Regionale, predisposto in coerenza con la Convenzione Europea del Paesaggio (sottoscritta a Firenze nel 2000 da gran parte dei paesi membri del Consiglio d’Europa e ratificata con L 14/06, di seguito denominata CEP), nonché con il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” (DLgs 42/04 e s.m.i. – di seguito denominato Codice), approvato nel 2004, lo strumento di tutela e valorizzazione del territorio regionale nella sua complessità paesaggistico-ambientale.
La tutela dei beni e delle componenti paesaggistiche promossa dal Ppr, può avere anche rilevanti implicazioni ambientali; in misura più o meno diretta infatti gli obiettivi di sostenibilità del Piano possono favorire la protezione dell’ambiente nel suo complesso, attraverso l’individuazione di eventuali criticità che possono minacciarlo; le politiche del paesaggio possono quindi essere considerate anche politiche indirizzate alla protezione e allo sviluppo del sistema ambiente.
In tale contesto si inserisce anche l'iniziativa Paesaggi sonori del Piemonte, attivata da Arpa e finalizzata a promuovere il senso dell'udito, parimenti alla vista, come strumento percettivo del paesaggio.
In relazione agli altri elementi attraverso cui si è inteso indagare il Territorio piemontese, il Suolo rappresenta, così come citato dalla Carta europea del Suolo del 1972, uno dei beni più preziosi dell’umanità. Consente la vita dei vegetali, degli animali e dell’uomo sulla superficie della Terra. Una componente di valore inestimabile, risorsa limitata e non rinnovabile, ma che continua a registrare un’aggressione continua con conseguenze dirette sulla qualità delle acque e dell'aria e sulla biodiversità ed effetti anche sulla sicurezza dei prodotti destinati all'alimentazione umana e animale.
Ogni anno vengono perduti milioni di ettari di suolo per le cause più diverse tra le quali emergono principalmente l’espansione delle città, l’erosione, la deforestazione e l’inquinamento.
In Piemonte, così come nel resto delle regioni europee, sono tanti gli elementi che incidono sul degrado del suolo e che concorrono a renderlo un elemento vulnerabile. Negli anni passati e recenti si è assistito ad un suo uso intenso a seguito di diffusi fenomeni di disseminazione insediativa (sprawl) che hanno interessato anche suoli di elevata capacità produttiva dal punto di visto agro-silvo-pastorale.
Nel territorio piemontese prendendo a riferimento l’arco temporale 2008-2018 è possibile osservare un complessivo rallentamento del trend di crescita del fenomeno, in parte riconducibile anche alla crisi economica. Se rapportato alla popolazione, il consumo annuale netto procapite per il Piemonte si è attestato a un + 0,5 m2/ab, valore tra i più bassi a livello nazionale ma comunque positivo nonostante il trend demografico recessivo che ha interessato la nostra Regione anche nel 2018.
Un fattore considerevole che influenza lo stato della risorsa suolo è senz’altro l’agricoltura. Negli ultimi anni, l’introduzione dei mezzi meccanici e delle sostanze chimiche di sintesi ne ha modificato il volto, trasformandola in pochi decenni in un’attività di produzione di tipo quasi industriale. Questo fenomeno ha portato a una vera e propria trasformazione nell'utilizzo del suolo: da un lato si ritrovano terreni pianeggianti, occupati da colture intensive impoverite dal punto di vista ecologico oltre che paesaggistico, dall’altro i sistemi marginali con la loro biodiversità naturale, agraria, culturale, ormai in via di estinzione, destinati alla lenta ricolonizzazione che però difficilmente ritornerà a buoni livelli di equilibrio ecologico. La Superficie Agricola Utilizzata (SAU) in Piemonte nel periodo 2006-2019 si è stabilizzata su valori poco al di sotto dei 900.000 ettari (nel 2019 sono 895.826,34 ettari): nell’ultimo anno è però da evidenziare un aumento della SAU per i seminativi e una diminuzione per prati permanenti e pascoli, fattispecie di maggior valore dal punto di vista della biodiversità.
Tra le fonti di pressione che possono alterare lo stato del territorio, i siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici più consistente. Attualmente (1° marzo 2020) i siti presenti nell’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati sull’intero territorio regionale sono 1.832 (di cui 838 con procedimento di bonifica attivo e 994 conclusi). La provincia di Torino possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati, dato che deve essere letto in rapporto all’estensione, concentrazione e qualità delle attività insediate; a seguire Novara e Alessandria. La famiglia di contaminanti principalmente responsabile della contaminazione dei suoli è senza dubbio rappresentata dagli idrocarburi, seguita dalla combinazione di contaminanti inorganici più idrocarburi e dai soli contaminanti inorganici.
Il Piemonte è occupato per circa il 49% del suo territorio dai rilievi montuosi delle Alpi e degli Appennini. Questa sua struttura morfologica favorisce l’intensificazione delle precipitazioni che a loro volta determinano fenomeni di allagamento nelle aree fluviali, di piene torrentizie e l’innesco di frane lungo i versanti.
Analizzando i dati storici del periodo 1850-2000, la regione è statisticamente colpita in settori diversi da eventi alluvionali con ricorrenze medie di un evento ogni 18 mesi circa.
La ricchezza del territorio regionale in termini ambientali e paesaggistichi nonchè di biodiversità ha portato la Regione Piemonte a riconoscere, sin dal 1975 l'importanza dell'ambiente naturale come valore universale attuale e per le generazioni future e, con il Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità, a ridefinire le modalità per la conservazione della biodiversità e per la gestione dei territori facenti parte della rete ecologica regionale.
I dati sulla biodiversità in Piemonte evidenziano che il territorio piemontese è caratterizzato da una grande varietà di specie animali e vegetali. È stata verificata la presenza di più di 3.600 specie floristiche mentre per la parte faunistica sono presenti 400 specie di uccelli, 80 specie di mammiferi, 40 di rettili e anfibi, e 60 di pesci.
Una problematica che minaccia la biodiversità regionale é anche la presenza, su questo territorio, di un elevato numero di specie esotiche vegetali e animali.
Il territorio tutelato in Piemonte pari al 18,08% dell’intero territorio regionale, vede la presenza di 104 Aree protette istituite con legge regionale, per una superficie complessiva di 200.540 ettari gestiti da 14 Enti strumentali e da enti locali. Oltre alle Aree protette regionali, la regione Piemonte conta due Parchi Nazionali: il Gran Paradiso e la Val Grande.
LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO ATTRAVERSO GLI STRUMENTI CARTOGRAFICI
La base cartografica regionale
La lettura dell’ambiente attraverso strumenti di tipo cartografico costituisce uno degli elementi principali di supporto tecnico per il governo del territorio, le cui strategie si snodano attraverso articolate relazioni fra uomini e luoghi.
Solo la conoscenza fattuale ed il più possibile oggettiva del territorio in cui viviamo permette di attuare e monitorare le politiche di sviluppo (sociale, economico, etc). Gli strumenti e le tecnologie di cui disponiamo consentono sofisticati approfondimenti e letture diversificate, grazie ai quali le diverse rappresentazioni del territorio sono in grado di evidenziarne le specificità nell’ambito di un quadro generale.
Regione Piemonte, fin dalla sua nascita, si è dotata di un proprio ufficio cartografico, evoluto nell'attuale Settore Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale che ha tra le proprie competenze anche il compito di produrre ed aggiornare la base cartografica di riferimento.
Costruire una base cartografica rappresenta il compimento di un percorso complesso che, a partire da una somma di conoscenze geografiche, attraverso un sistema strutturato di dati posti in relazione tra di loro (informazioni), opportunamente combinati in un allestimento cartografico, porta alla realizzazione di una mappa vera e propria.
Una mappa è quindi una rappresentazione il più oggettiva possibile della realtà finalizzata all'incremento delle conoscenze su un dato territorio.
Solo la conoscenza fattuale ed il più possibile oggettiva del territorio in cui viviamo permette di attuare e monitorare le politiche di sviluppo (sociale, economico, etc). Gli strumenti e le tecnologie di cui disponiamo consentono sofisticati approfondimenti e letture diversificate, grazie ai quali le diverse rappresentazioni del territorio sono in grado di evidenziarne le specificità nell’ambito di un quadro generale.
Regione Piemonte, fin dalla sua nascita, si è dotata di un proprio ufficio cartografico, evoluto nell'attuale Settore Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale che ha tra le proprie competenze anche il compito di produrre ed aggiornare la base cartografica di riferimento.
Costruire una base cartografica rappresenta il compimento di un percorso complesso che, a partire da una somma di conoscenze geografiche, attraverso un sistema strutturato di dati posti in relazione tra di loro (informazioni), opportunamente combinati in un allestimento cartografico, porta alla realizzazione di una mappa vera e propria.
Una mappa è quindi una rappresentazione il più oggettiva possibile della realtà finalizzata all'incremento delle conoscenze su un dato territorio.
Figura 1
Carta degli Stati Sardi di Terraferma (1850 circa, dai tipi dell’Istituto Geografico Militare)
Fonte: Istituto Geografico Militare
Nel tempo, questo percorso non è concettualmente cambiato, ma, dal punto di vista tecnico, trattare dati geografici è oggi sinonimo di GIS (Geographic Information System), strumenti informatici in grado di gestire dati geografici.
I GIS permettono di creare informazione geografica, di conservarla, di riutilizzarla, di modificarla, aggiornarla e renderla disponibile in molte forme e formati, automatizzando tutte quelle fasi ripetitive che rendevano la produzione di una cartografia (generale o tematica) un’attività di enorme impegno.
La prima produzione cartografica ufficiale di Regione Piemonte è la Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000, pubblicata nel 1991, che attraverso vari aggiornamenti negli anni ha costituito la base cartografica ufficiale regionale sino al 2014.
Figura 2
Ortofoto Regione Piemonte 2010 (ripresa area ICE 2009-2011)
La Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BDTRE)
A seguito dell’obsolescenza della Carta Tecnica Regionale 1:10.000 in termini di contenuti e di modalità tecnologica di gestione e mantenimento, Regione Piemonte ha promosso la realizzazione della Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BDTRE), base dati geografica del territorio piemontese, con i contenuti propri di una cartografia tecnica e strutturata secondo specifiche nazionali (cosiddetto National Core) e adattata alla realtà piemontese[1] [2].
L’allestimento cartografico, derivato dai contenuti della BDTRE, costituisce “la base cartografica di riferimento per la Regione e per tutti i soggetti pubblici e privati che con essa interagiscono”, ai sensi dell’articolo 5 comma 4 della LR 21 del 1/12/17 (Infrastruttura regionale per l’informazione geografica), sostituendo quindi la Carta Tecnica Regionale.
Per consentirne la piena fruizione ai molteplici soggetti interessati, dagli Enti della P.A. piemontese, ai professionisti, agli enti universitari e di ricerca e ai cittadini, la Base Cartografica di Riferimento è resa disponibile in modalità open data, attraverso il GeoPortale.
Tutti i dati e i servizi pubblicati sono disponibili con licenza Creative Commons 2.5 BY [3] [4], in progressiva sostituzione con la versione 4.0 [5] [6]) attraverso il GeoPortale Piemonte.
L’allestimento cartografico, derivato dai contenuti della BDTRE, costituisce “la base cartografica di riferimento per la Regione e per tutti i soggetti pubblici e privati che con essa interagiscono”, ai sensi dell’articolo 5 comma 4 della LR 21 del 1/12/17 (Infrastruttura regionale per l’informazione geografica), sostituendo quindi la Carta Tecnica Regionale.
Per consentirne la piena fruizione ai molteplici soggetti interessati, dagli Enti della P.A. piemontese, ai professionisti, agli enti universitari e di ricerca e ai cittadini, la Base Cartografica di Riferimento è resa disponibile in modalità open data, attraverso il GeoPortale.
Tutti i dati e i servizi pubblicati sono disponibili con licenza Creative Commons 2.5 BY [3] [4], in progressiva sostituzione con la versione 4.0 [5] [6]) attraverso il GeoPortale Piemonte.
Le modalità di messa a disposizione e fruizione di BDTRE
La BDTRE, aggiornata attraverso nuove produzioni e attraverso i sistemi informativi settoriali e tematici regionali, viene rilasciata annualmente, sotto forma di servizi, dataset vettoriali e raster.
Il rilascio di BDTRE in modalità raster comporta una rappresentazione dell’informazione geografica contenuta in BDTRE attraverso un allestimento cartografico predefinito. È un prodotto statico e corrisponde ad una edizione definita ad una certa data e a varie scale.
Ad ogni nuova edizione i contenuti potranno essere diversi in funzione degli aggiornamenti intervenuti. Ogni edizione è accompagnata dall’indicazione dell’anno di rilascio, ad esempio BDTRE RASTER 2019.
Il rilascio di BDTRE in modalità servizio avviene attraverso l’esposizione di geoservizi in modalità standard (servizi WMS e WMTS), i cui riferimenti sono pubblicati sul GeoPortale regionale.
La cartografia BDTRE così esposta corrisponde all’edizione corrente così come definita per la modalità Raster. Anche in questo caso sarà chiaro all’utente l’edizione di riferimento.
Per quanto riguarda il rilascio di BDTRE in modalità vettoriale, è disponibile anch’essa attraverso il GeoPortale Piemonte, ed è la versione in formato shapefile dell’edizione corrente di BDTRE. Pertanto il contenuto informativo (geometria ed attributi) è il medesimo che si ritrova nelle versioni raster e servizio.
È disponibile anche un servizio di esposizione vettoriale (servizio WFS) che può essere utilizzato sia per la visualizzazione delle informazioni sia per lo scarico diretto.
Il rilascio di BDTRE in modalità raster comporta una rappresentazione dell’informazione geografica contenuta in BDTRE attraverso un allestimento cartografico predefinito. È un prodotto statico e corrisponde ad una edizione definita ad una certa data e a varie scale.
Ad ogni nuova edizione i contenuti potranno essere diversi in funzione degli aggiornamenti intervenuti. Ogni edizione è accompagnata dall’indicazione dell’anno di rilascio, ad esempio BDTRE RASTER 2019.
Il rilascio di BDTRE in modalità servizio avviene attraverso l’esposizione di geoservizi in modalità standard (servizi WMS e WMTS), i cui riferimenti sono pubblicati sul GeoPortale regionale.
La cartografia BDTRE così esposta corrisponde all’edizione corrente così come definita per la modalità Raster. Anche in questo caso sarà chiaro all’utente l’edizione di riferimento.
Per quanto riguarda il rilascio di BDTRE in modalità vettoriale, è disponibile anch’essa attraverso il GeoPortale Piemonte, ed è la versione in formato shapefile dell’edizione corrente di BDTRE. Pertanto il contenuto informativo (geometria ed attributi) è il medesimo che si ritrova nelle versioni raster e servizio.
È disponibile anche un servizio di esposizione vettoriale (servizio WFS) che può essere utilizzato sia per la visualizzazione delle informazioni sia per lo scarico diretto.
Figura 3
Base Cartografica di Riferimento di Regione Piemonte, edizione 2018
Fonte: Regione Piemonte
Contenuti di BDTRE e aggiornamenti
Da alcuni anni sono in corso attività continue per il miglioramento e l’aggiornamento dei contenuti di BDTRE, che fin dal principio derivano dai dati più aggiornati disponibili, principalmente dai sistemi informativi settoriali, mentre, limitatamente ad alcuni comuni, derivano da nuove produzioni (grazie a una collaborazione con Fondazione C.R.T. che ha finanziato un bando per la cartografia, diretto ad aggregazioni di piccoli comuni).
Per i comuni non interessati da nuove produzioni, che rappresentano la maggior parte del territorio regionale, le informazioni contenute in BDTRE derivano prioritariamente da diverse fonti che vengono inserite ed armonizzate ad ogni aggiornamento.
Ad esempio, per quanto riguarda il tema edificato, la principale forma di aggiornamento è costituita dal catasto, dal quale vengono derivate le geometrie relative ai fabbricati.
Ciò consente un aggiornamento programmabile con la frequenza necessaria e coerente con l’evoluzione del territorio grazie al quale poter ad esempio monitorare in maniera realistica e quantitativa l’evoluzione dell’edificato.
Il riconoscimento da parte di tutti i fruitori pubblici e privati di BDTRE come Base Cartografica di Riferimento garantisce che l’elemento geometrico sia unico ed univoco, e che ad esso si possano riferire tutti i sistemi informativi tematici e settoriali.
In questa maniera è possibile derivare da procedimenti amministrativi, quali revisione di strumenti urbanistici, autorizzazioni/concessioni, informazioni sia di tipo spaziale sia descrittive, riferibili ad oggetti cartografati (o cartografabil) entro BDTRE.
Nella Tabella 1 è riportato uno schema delle differenti modalità di diffusione di BDTRE al 2019.
Per i comuni non interessati da nuove produzioni, che rappresentano la maggior parte del territorio regionale, le informazioni contenute in BDTRE derivano prioritariamente da diverse fonti che vengono inserite ed armonizzate ad ogni aggiornamento.
Ad esempio, per quanto riguarda il tema edificato, la principale forma di aggiornamento è costituita dal catasto, dal quale vengono derivate le geometrie relative ai fabbricati.
Ciò consente un aggiornamento programmabile con la frequenza necessaria e coerente con l’evoluzione del territorio grazie al quale poter ad esempio monitorare in maniera realistica e quantitativa l’evoluzione dell’edificato.
Il riconoscimento da parte di tutti i fruitori pubblici e privati di BDTRE come Base Cartografica di Riferimento garantisce che l’elemento geometrico sia unico ed univoco, e che ad esso si possano riferire tutti i sistemi informativi tematici e settoriali.
In questa maniera è possibile derivare da procedimenti amministrativi, quali revisione di strumenti urbanistici, autorizzazioni/concessioni, informazioni sia di tipo spaziale sia descrittive, riferibili ad oggetti cartografati (o cartografabil) entro BDTRE.
Nella Tabella 1 è riportato uno schema delle differenti modalità di diffusione di BDTRE al 2019.
Tabella 1
Modalità di diffusione della Base Cartografica di Riferimento di Regione Piemonte, edizione 2018
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Metadato |
WMS |
WMTS |
WFS |
Scarico |
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ALLESTIMENTI |
colore EPSG: 32632 |
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colore EPSG: 3857 |
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bianco/nero EPSG: 32632 |
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ALLESTIMENTO CARTOGRAFICO DI RIFERIMENTO BDTRE 2018 COLORI 1:250.000 |
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ALLESTIMENTO CARTOGRAFICO DI RIFERIMENTO BDTRE 2018 COLORI 1:50.000 |
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ALLESTIMENTO CARTOGRAFICO DI RIFERIMENTO BDTRE 2019 B/N 1:10.000 |
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DATI IN SCARICO |
BDTRE – DATABASE GEOTOPOGRAFICO (shapefile su taglio comunale) |
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STRATI PRIORITARI |
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[1] http://geodati.gov.it/geoportale/datiterritoriali/regole-tecniche
[2] http://www.geoportale.piemonte.it/cms/bdtre/specifiche-per-cartografia-di-base
[3] https://creativecommons.org/licenses/by/2.5/legalcode.it
[4] https://creativecommons.org/licenses/by/2.5/deed.it
[5] https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode.it
[6] https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/deed.it
[2] http://www.geoportale.piemonte.it/cms/bdtre/specifiche-per-cartografia-di-base
[3] https://creativecommons.org/licenses/by/2.5/legalcode.it
[4] https://creativecommons.org/licenses/by/2.5/deed.it
[5] https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode.it
[6] https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/deed.it
Planimetria catastale di riferimento regionale
Il progetto
La cartografia catastale è gestita a livello nazionale dall’Agenzia delle Entrate (AdE) ed è disponibile per la PA Piemontese attraverso il Sistema di Interscambio (progetto SigmaTer Piemonte), oltre che attraverso servizi diretti per i comuni da parte dell’Agenzia stessa (Portale dei Comuni); i dati, gestiti nel sistema di riferimento originario Cassini Soldner, sono messi a disposizione in WGS84 UTM32N (EPSG:32632).
Da novembre 2017 l’AdE ha reso disponibile la cartografia catastale attraverso un servizio di consultazione realizzato in attuazione della Direttiva europea INSPIRE, basato sullo standard WMS 1.3.0 e pubblicato con licenza Creative Commons BY, NC, ND.
Sebbene l’AdE abbia attualmente in corso importanti attività di processamento automatico e verifica manuale, basate sul recupero della precisione e sulla costruzione delle congruenze topologiche tra mappe contigue per eliminare i problemi di sovrapposizione o buchi tra fogli di mappa adiacenti, legati sostanzialmente al processo produttivo originario di vettorializzazione che li ha allontanati dalla precisione delle mappe originali di impianto (mosaicatura), questo lavoro non è ancora completato sull’intero territorio piemontese, e sembra comunque non interessare i fogli di confine tra comuni diversi.
Allo stato attuale quindi, i dati catastali, così come disponibili attraverso il Sistema di Interscambio, non sono direttamente utilizzabili all'interno di numerosissimi processi programmatori e autorizzativi a livello regionale (p.es. Pianificazione territoriale e urbanistica, Difesa suolo, Aree naturali, Agricoltura, Ambiente, Edilizia, etc.), soprattutto quando è necessario utilizzarli come base per la derivazione di una qualche cartografia, come avviene per esempio nel caso dei Piani Regolatori Comunali.
Il progetto Mosaicatura Catastale nasce dalla volontà della Regione Piemonte di ovviare a tali problematiche e rispondere nell'immediato all'esigenza delle Pubbliche Amministrazioni locali di disporre di una Cartografia Catastale di Riferimento mosaicata, nelle more del completamento della mosaicatura iniziata dall’AdE. Inoltre, permetterà di integrare la classe “part_cat - Particelle catastali” nella Base Dati territoriale di riferimento degli Enti (BDTRE) in modo coerente con le altre classi così come previsto dalle Specifiche di Contenuto nazionali dei Database GeoTopografici.
La cartografia catastale prodotta dal progetto ovviamente non ha valenza legale.
L'obiettivo è quello di mettere a disposizione un dato esclusivamente a valenza cartografica che consenta sia nei procedimenti di tipo pianificatorio/programmatorio sia in quelli autorizzativi una maggior coerenza tra le informazioni geografiche con evidenti ricadute positive sui procedimenti amministrativi.
Da novembre 2017 l’AdE ha reso disponibile la cartografia catastale attraverso un servizio di consultazione realizzato in attuazione della Direttiva europea INSPIRE, basato sullo standard WMS 1.3.0 e pubblicato con licenza Creative Commons BY, NC, ND.
Sebbene l’AdE abbia attualmente in corso importanti attività di processamento automatico e verifica manuale, basate sul recupero della precisione e sulla costruzione delle congruenze topologiche tra mappe contigue per eliminare i problemi di sovrapposizione o buchi tra fogli di mappa adiacenti, legati sostanzialmente al processo produttivo originario di vettorializzazione che li ha allontanati dalla precisione delle mappe originali di impianto (mosaicatura), questo lavoro non è ancora completato sull’intero territorio piemontese, e sembra comunque non interessare i fogli di confine tra comuni diversi.
Allo stato attuale quindi, i dati catastali, così come disponibili attraverso il Sistema di Interscambio, non sono direttamente utilizzabili all'interno di numerosissimi processi programmatori e autorizzativi a livello regionale (p.es. Pianificazione territoriale e urbanistica, Difesa suolo, Aree naturali, Agricoltura, Ambiente, Edilizia, etc.), soprattutto quando è necessario utilizzarli come base per la derivazione di una qualche cartografia, come avviene per esempio nel caso dei Piani Regolatori Comunali.
Il progetto Mosaicatura Catastale nasce dalla volontà della Regione Piemonte di ovviare a tali problematiche e rispondere nell'immediato all'esigenza delle Pubbliche Amministrazioni locali di disporre di una Cartografia Catastale di Riferimento mosaicata, nelle more del completamento della mosaicatura iniziata dall’AdE. Inoltre, permetterà di integrare la classe “part_cat - Particelle catastali” nella Base Dati territoriale di riferimento degli Enti (BDTRE) in modo coerente con le altre classi così come previsto dalle Specifiche di Contenuto nazionali dei Database GeoTopografici.
La cartografia catastale prodotta dal progetto ovviamente non ha valenza legale.
L'obiettivo è quello di mettere a disposizione un dato esclusivamente a valenza cartografica che consenta sia nei procedimenti di tipo pianificatorio/programmatorio sia in quelli autorizzativi una maggior coerenza tra le informazioni geografiche con evidenti ricadute positive sui procedimenti amministrativi.
Come si sviluppa
Ogni foglio di mappa scaricato attraverso il Sistema di Interscambio (SigmaTer Piemonte) è riposizionato sulle mappe Originali d’Impianto, precedentemente georiferite con metodo scientifico a cura del Politecnico di Torino, a partire dall'individuazione di punti omologhi sui dati catastali e sui raster degli originali di impianto. Vengono quindi calcolati i parametri che consentono di applicare una deformazione al dato vettoriale che lo porta a sovrapporsi sull’Originale d’Impianto.
L'individuazione dei parametri e il riposizionamento vengono eseguiti per singolo foglio di mappa. L'applicazione dei parametri è ovviamente ripetibile per tutti i livelli catastali (fogli, particelle, ecc.) e, ad invarianza di dati disponibili sul sistema di interscambio, ad ogni aggiornamento disponibile.
Ai fogli di mappa così riposizionati viene applicata una procedura di mosaicatura. Il processo prevede la risoluzione delle anomalie tra fogli adiacenti, in termini di sovrapposizione e buchi nella copertura, residue dopo la fase di riposizionamento. Il prodotto finale consiste in una copertura completa e continua dei dati catastali, corretti nella loro posizione.
Il progetto di riposizionamento e mosaicatura è terminato per tutto il territorio regionale e consentirà di integrare il dato catastale nella cartografia regionale ufficiale (BDTRE), con un aggiornamento ripetibile.
Tutti i contenuti sono aggiornati al 31/11/2019.
L'individuazione dei parametri e il riposizionamento vengono eseguiti per singolo foglio di mappa. L'applicazione dei parametri è ovviamente ripetibile per tutti i livelli catastali (fogli, particelle, ecc.) e, ad invarianza di dati disponibili sul sistema di interscambio, ad ogni aggiornamento disponibile.
Ai fogli di mappa così riposizionati viene applicata una procedura di mosaicatura. Il processo prevede la risoluzione delle anomalie tra fogli adiacenti, in termini di sovrapposizione e buchi nella copertura, residue dopo la fase di riposizionamento. Il prodotto finale consiste in una copertura completa e continua dei dati catastali, corretti nella loro posizione.
Il progetto di riposizionamento e mosaicatura è terminato per tutto il territorio regionale e consentirà di integrare il dato catastale nella cartografia regionale ufficiale (BDTRE), con un aggiornamento ripetibile.
Tutti i contenuti sono aggiornati al 31/11/2019.
Dove trovare i dati
Per lo scarico dei fogli solo riposizionati o riposizionati e mosaicati accedere alla mappa che si trova nella sezione specifica del GeoPortale regionale e cliccare sul comune di interesse. Dalla finestra di Informazione oggetto cliccare sul link di scarico. Sulla mappa i comuni sono stati tematizzati a seconda della disponibilità di dati in forma riposizionata o riposizionata e mosaicata.
Figura 4
Confronto tra posizione del layer “Fabbricati catastali” prima delle operazioni di riposizionamento (poligoni rossi) e dopo avere subito anche la mosaicatura (poligoni a tratteggio), rispetto alla ortofoto regionale ICE 2009-2009
La rete S.P.IN. GNSS
Servizio di Posizionamento Interregionale GNSS di Regione Piemonte e Regione Lombardia
Il Servizio di Posizionamento Interregionale GNSS (SPIN GNSS) di Regione Piemonte, Regione Lombardia e Regione Valle d’Aosta è un'infrastruttura indispensabile per supportare le misurazioni geografiche e topografiche direttamente sul territorio, nel rispetto di precisioni definite e inquadrate nel sistema di riferimento geodetico nazionale ed europeo. L'infrastruttura è al servizio della collettività degli operatori professionali, pubblici e privati, che devono effettuare misure GNSS per rilievi topografici, cartografici e catastali, per monitoraggi delle deformazioni delle opere infrastrutturali e dei versanti naturali, e per la corretta geolocalizzazione degli oggetti che popolano le banche dati territoriali.
La Rete GNSS Interregionale, realizzata partendo dall'unificazione delle rispettive infrastrutture regionali, rappresenta un esempio concreto per arrivare ad un modello a quattro-cinque distretti territoriali in grado di coprire tutta la nazione, in linea con quanto auspicato dagli organismi nazionali (CISIS) e dal DM del 10/11/11 “Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”. In particolare, le due Regioni ottimizzano i costi di gestione mantenendo una elevata efficienza operativa, e rappresentando nel contempo un punto di aggregazione per le altre Regioni del Nord-Ovest, con cui peraltro sono già in corso attività di stretta collaborazione. Inoltre, l'unificazione dei due servizi di posizionamento consente una maggiore continuità territoriale del servizio ed un'uniformità nelle modalità di distribuzione del dato; entrambi questi aspetti risultano indispensabili nel settore della misurazione di precisione con la modalità satellitare.
La rete è costituita da 33 stazioni permanenti GNSS distribuite in maniera omogenea sul territorio piemontese, lombardo e valdostano, e dotate di ricevitori geodetici multi-costellazione aperti all'uso delle costellazioni GPS e GLONASS e nella maggior parte dei casi anche della nuova costellazione europea Galileo. Ciascun ricevitore è collegato ad un'antenna GNSS calibrata individualmente.
La Rete GNSS Interregionale, realizzata partendo dall'unificazione delle rispettive infrastrutture regionali, rappresenta un esempio concreto per arrivare ad un modello a quattro-cinque distretti territoriali in grado di coprire tutta la nazione, in linea con quanto auspicato dagli organismi nazionali (CISIS) e dal DM del 10/11/11 “Adozione del Sistema di riferimento geodetico nazionale”. In particolare, le due Regioni ottimizzano i costi di gestione mantenendo una elevata efficienza operativa, e rappresentando nel contempo un punto di aggregazione per le altre Regioni del Nord-Ovest, con cui peraltro sono già in corso attività di stretta collaborazione. Inoltre, l'unificazione dei due servizi di posizionamento consente una maggiore continuità territoriale del servizio ed un'uniformità nelle modalità di distribuzione del dato; entrambi questi aspetti risultano indispensabili nel settore della misurazione di precisione con la modalità satellitare.
La rete è costituita da 33 stazioni permanenti GNSS distribuite in maniera omogenea sul territorio piemontese, lombardo e valdostano, e dotate di ricevitori geodetici multi-costellazione aperti all'uso delle costellazioni GPS e GLONASS e nella maggior parte dei casi anche della nuova costellazione europea Galileo. Ciascun ricevitore è collegato ad un'antenna GNSS calibrata individualmente.
Figura 5
Le stazioni permanenti della rete SPIN GNSS
Figura 6
Dettaglio di una stazione permanente GNSS
I dati grezzi che vengono acquisiti dalle diverse stazioni sono inviati al Centro di Calcolo, nel quale è installato un software per la gestione e l'elaborazione dell'intera rete in tempo reale. Il centro di calcolo, partendo dalle coordinate note delle stazioni, elabora le osservazioni ricevute per:
L'accesso a queste correzioni, utilizzate dal ricevitore dell'utente del servizio per migliorare la precisione della propria posizione, avviene attraverso internet (protocollo NTRIP), generalmente mediante l'utilizzo di modem GPRS/UMTS.
- stimare gli errori e i disturbi sulle singole stazioni;
- modellare gli errori e i disturbi nel tempo e nello spazio;
- distribuire all'utenza in tempo reale i dati e i modelli, in modo che questa possa correggere i propri dati.
L'accesso a queste correzioni, utilizzate dal ricevitore dell'utente del servizio per migliorare la precisione della propria posizione, avviene attraverso internet (protocollo NTRIP), generalmente mediante l'utilizzo di modem GPRS/UMTS.
Figura 7
Schema di funzionamento della rete SPIN GNSS
Vantaggi ed applicazioni della rete interregionale
La localizzazione precisa dell'oggetto sul territorio avviene in maniera molto semplice: una volta registrato al sito e connesso alla rete, l'utente ottiene istantaneamente dalla rete SPIN 3 GNSS le correzioni da apportare alle proprie misure, con un conseguente miglioramento della precisione del rilievo finale, che risulta già georiferito nel sistema geodetico nazionale ETRF2000-RDN (in accordo al DM 10/11/11) ed è omogeneo rispetto alle acquisizioni eseguite da altri utenti.
Le applicazioni che si potrebbero avvantaggiare dell'utilizzo del servizio di posizionamento erogato dalla rete interregionale sono ad esempio:
I servizi e gli utenti della rete SPIN GNSS
Dalla nascita del servizio di posizionamento satellitare di Regione Piemonte (2011), a maggior ragione dopo l’integrazione della rete piemontese con quella analoga lombarda (2015) e quella valdostana (gennaio 2020), gli utilizzatori sono in continuo aumento in termini di iscrizioni al sistema (figura 4), di utilizzo per ore di connessione (figura 5) e di media di utenti giornalieri (figura 6).
La localizzazione precisa dell'oggetto sul territorio avviene in maniera molto semplice: una volta registrato al sito e connesso alla rete, l'utente ottiene istantaneamente dalla rete SPIN 3 GNSS le correzioni da apportare alle proprie misure, con un conseguente miglioramento della precisione del rilievo finale, che risulta già georiferito nel sistema geodetico nazionale ETRF2000-RDN (in accordo al DM 10/11/11) ed è omogeneo rispetto alle acquisizioni eseguite da altri utenti.
Le applicazioni che si potrebbero avvantaggiare dell'utilizzo del servizio di posizionamento erogato dalla rete interregionale sono ad esempio:
- applicazioni cartografiche: dovunque ci sia da registrare la posizione di un elemento sul territorio con adeguata precisione, oltre che in tutte le applicazioni GIS; anche le applicazioni catastali traggono un indispensabile ausilio dall'utilizzo delle stazioni permanenti soprattutto a seguito della procedura dell'Agenzia delle Entrate "Pregeo", che prevede i rilievi di tipo GNSS.
- applicazioni di infomobilità: è il campo della gestione delle flotte di automezzi, la fruizione da parte dei mezzi di soccorso, della protezione civile, dei mezzi pubblici e dei veicoli per l'agricoltura, ma non solo.
- applicazioni ingegneristiche: il GNSS con le precisioni che si ottengono dalle reti trova applicazione nei cantieri delle opere pubbliche, sia per le misurazioni di tracciamento dell'opera, sia per la movimentazione automatica dei mezzi.
- applicazioni geofisiche e geologiche: il GNSS per mezzo delle stazioni permanenti trova grande applicazione nei monitoraggi di deformazioni geologiche sia riferito a movimenti di fenomeni naturali, ad esempio movimenti franosi, sia per il controllo di grandi opere ad esempio dighe, ponti.
- applicazioni atmosferiche: i segnali delle costellazioni GNSS attraversano tutti gli strati di atmosfera che circondano la Terra: ciascuna stazione permanente acquisisce questi segnali in una posizione geografica differente all'interno del territorio regionale, pertanto le stazioni possono essere impiegate nella gestione della meteorologia.
- applicazioni geodetiche: l'Istituto Geografico Militare Italiano ha realizzato e mantiene la Rete Dinamica Nazionale per l'inquadramento geodetico dello Stato (ETRF2000-RDN) servendosi anche di nove stazioni della Rete GNSS Interregionale Piemonte-Lombardia: i dati di queste stazioni sono utilizzabili dagli utenti per il corretto inquadramento dei loro rilievi.
I servizi e gli utenti della rete SPIN GNSS
Dalla nascita del servizio di posizionamento satellitare di Regione Piemonte (2011), a maggior ragione dopo l’integrazione della rete piemontese con quella analoga lombarda (2015) e quella valdostana (gennaio 2020), gli utilizzatori sono in continuo aumento in termini di iscrizioni al sistema (figura 4), di utilizzo per ore di connessione (figura 5) e di media di utenti giornalieri (figura 6).
Figure 8
Numero di utenti totali registrati al servizio SPIN 3 GNSS da gennaio 2016 ad aprile 2020
Figura 9
numero di ore mensili di connessione al servizio SPIN 3 GNSS da gennaio 2016 ad aprile 2020
Figura 10
Numero di connessioni mensili di utenti singoli al servizio SPIN 3 GNSS da gennaio 2016 ad aprile 2020
Le attività del 2018 relative alla gestione del Servizio di Posizionamento Interregionale GNSS di Regione Piemonte e Regione Lombardia hanno riguardato tre macro aree relative a:
- gestione dell’elaborazione dei dati di posizionamento satellitare e relativi servizi di erogazione;
- manutenzione ordinaria del server e delle connessioni di rete;
- manutenzione ordinaria delle stazioni GNSS.